Il monaco Tapey si è cosparso di benzina e si è auto-immolato mentre sosteneva una foto del Dalai Lama e cantava slogan. Tre colpi di arma da fuoco lo hanno subito ucciso. Il suo corpo è stato portato via.
Hong Kong (AsiaNews) – Un monaco tibetano è stato ucciso dalla polizia cinese mentre si dava fuoco a Ngaba (in cinese: Aba) nella zona est del Tibet. Secondo alcuni testimoni, Tapey, fra i 25 e i 30 anni, del monastero di Kirti, è morto mentre cantava slogan e teneva alta una foto del Dalai Lama. La polizia ha sparato 3 volte a lui e almeno un proiettile lo ha colpito.
Tenzin Choeying, direttore dell’associazione Studenti per un Tibet libero (Students for a Free Tibet) ha ricevuto la notizia da fonti locali. Egli ha commentato ad AsiaNews: “La notizia dell’auto immolazione di Tapey riflette la profonda frustrazione dei tibetani; la brutalità con cui è stato colpito è mostra con chiarezza la brutale repressione del governo cinese. Speriamo che la comunità internazionale si risvegli e noti le sofferenze e la mancanza di diritti umani”.
Testimonianze dal monastero di Kirti affermano che il gesto di Tapey è avvenuto dopo che lui, insieme ad almeno 1000 monaci, erano stati fermati senza poter entrare nella grande sala del monastero per le preghiere nel terzo giorno del Capodanno tibetano (Losar). I monaci più giovani avevano deciso di rimanere fuori del monastero e di pregare all’esterno. Ma i monaci anziani li hanno invece consigliati di disperdersi. Subito dopo Tapey, cosparso di benzina, è uscito portando una grande foto del Dalai Lama e una bandiera tibetana, giungendo fino alla via principale dove si è dato fuoco.
Subito sono partiti 3 colpi d’arma da fuoco e il giovane monaco è crollato a terra. Il suo corpo è stato preso da alcuni uomini, messo in un veicolo e portato via.
L’anno scorso, durante la repressione cinese in marzo, decine di tibetani di Ngaba sono stati uccisi; altri sono scomparsi o messi in prigione
Hong Kong (AsiaNews) – Un monaco tibetano è stato ucciso dalla polizia cinese mentre si dava fuoco a Ngaba (in cinese: Aba) nella zona est del Tibet. Secondo alcuni testimoni, Tapey, fra i 25 e i 30 anni, del monastero di Kirti, è morto mentre cantava slogan e teneva alta una foto del Dalai Lama. La polizia ha sparato 3 volte a lui e almeno un proiettile lo ha colpito.
Tenzin Choeying, direttore dell’associazione Studenti per un Tibet libero (Students for a Free Tibet) ha ricevuto la notizia da fonti locali. Egli ha commentato ad AsiaNews: “La notizia dell’auto immolazione di Tapey riflette la profonda frustrazione dei tibetani; la brutalità con cui è stato colpito è mostra con chiarezza la brutale repressione del governo cinese. Speriamo che la comunità internazionale si risvegli e noti le sofferenze e la mancanza di diritti umani”.
Testimonianze dal monastero di Kirti affermano che il gesto di Tapey è avvenuto dopo che lui, insieme ad almeno 1000 monaci, erano stati fermati senza poter entrare nella grande sala del monastero per le preghiere nel terzo giorno del Capodanno tibetano (Losar). I monaci più giovani avevano deciso di rimanere fuori del monastero e di pregare all’esterno. Ma i monaci anziani li hanno invece consigliati di disperdersi. Subito dopo Tapey, cosparso di benzina, è uscito portando una grande foto del Dalai Lama e una bandiera tibetana, giungendo fino alla via principale dove si è dato fuoco.
Subito sono partiti 3 colpi d’arma da fuoco e il giovane monaco è crollato a terra. Il suo corpo è stato preso da alcuni uomini, messo in un veicolo e portato via.
L’anno scorso, durante la repressione cinese in marzo, decine di tibetani di Ngaba sono stati uccisi; altri sono scomparsi o messi in prigione
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