lunedì 30 agosto 2010

Il Tramonto dell'Occidente!

Gli osanna al primo ministro cinese Wen Jiabao carnefice dei popoli delTibet e del Turkmesnitan . Gran parata e sorrisi a Gheddafi mandante dell'attentato di Lokerbie in cui persero la vita 270 persone. Porte chiuse per il Dalai Lama premio nobel per la pace.  Il Tramonto dell'Occidente!

DIECI MOTIVI PER DIRE NO ALL'OSPEDALE UNICO

    
      DIECI MOTIVI PER DIRE NO ALL'OSPEDALE UNICO






giancarlo d'anna durante la battaglia
 
 


1 PERCHE' PER COSTRUIRE L'OSPEDALE UNICO SI DOVRA' VENDERE O DARE IN CAMBIO L'OSPEDALE SANTA CROCE.

2 PERCHE' UNA BUONA SANITA' LA FANNO I MEDICI E LE APPARECCHIATURE E NON UN NUOVO EDIFICO.

3 PERCHE' IL MODO IN CUI E' PROPOSTO L'OSPEDALE UNICO E' STATO SCORRETTO E POCO CHIARO. PRIMA DELLE ELEZIONI SI NEGAVA DI VOLER COSTRUIRE UN NUOVO OSPEDALE DOPO LE ELEZIONI SI E' FATTO IL CONTRARIO.

4 PERCHE' L' OSPEDALE UNICO SERVE SOLO A “RAFFORZARE L'AZIENDA DI PESARO” CHE ALTRIMENTI NON AVREBBE NUMERI PER ANDARE AVANTI.

5 PERCHE' IL SANTA CROCE APPARTIENE ALLA CITTA' DI FANO CHE LO HA CEDUTO GRATUITAMENTE ALLA SANITA' ED OGGI LA CITTA' VIENE “RIPAGATA” CON LA SUA CHIUSURA.

6 PERCHE' NEL SANTA CROCE SONO STATI SPESI MILIARDI DI LIRE E MILIONI EURO CHE SE NE ANDRANNO IN MALORA.

7 PERCHE' SENZA L'OSPEDALE FANO PERDE IN SERVIZI,QUALITA' DELLA VITA, OCCUPAZIONE E SOPRA TUTTO GLI ANZIANI AVRANNO DIFFICOLTA' A RAGGIUNGERE UN OSPEDALE FUORI CITTA' CON GRAVI DISAGI.



8 PERCHE' CON L'OSPEDALE UNICO SI RIDURRANNO I POSTI LETTO FAVORENDO LE STRUTTURE PRIVATE.

9 PERCHE' CON MENO SOLDI SI POSSONO APPORTARE LE NECESSARIE MODIFICHE ALL'OSPEDALE DI FANO E DI PESARO E INVESTIRE SU BRAVI MEDICI,PARAMEDICI,TECNICI, MODERNE APPARECCHIATURE E RIDUZIONE DELLE LISTE DI ATTESA.

10 PERCHE' L'OSPEDALE UNICO E' UN AFFARE DI POCHI ,FATTO DI SPECULAZIONE IMMOBILIARE COMPRAVENDITE, APPALTI ,CLIENTELE E UN DANNO PER I CITTADINI DI FANO E DELL'ENTROTERRA CHE NON SI FIDIAMO DI CHI DICE UNA COSA E POI SOTTOBANCO NE FA UN'ALTRA.



SI AL RILANCIO E ALLA VALORIZZAZIONE DEL SANTA CROCE PARTECIPA ALLA MANIFESTAZIONE IL 18 SETTEMBRE DI FRONTE ALL'OSPEDALE DI FANO ALLEORE 17.30

domenica 29 agosto 2010

GHEDDAFI A ROMA: HOSTESS FUORI CORO, QUANTE ASSURDITA'

SONO SCIOCCATA. PAGATE 70 EURO, MA SE PARLI NIENTE GETTONE' (Di Michele Esposito) (ANSA) - ROMA, 29 AGO - Ha ricevuto istruzioni di non parlare, ma la rabbia le esce proprio dal cuore. E appena fuori dall'Accademia libica a Roma, dove ha ascoltato la 'lezione di Corano' di Muammar Gheddafi, sbotta: ''Sono scioccata, non e' possibile che la gente venga pagata per ascoltare queste assurdita'. Non voglio mai piu' partecipare a una cosa del genere''. Bionda, minuta, con pantaloni e camicetta marroni, la ragazza, romana studentessa di Legge, vuole mantenere l'anonimato perche', spiega, ''ci hanno promesso 70 euro, ma ora che ho parlato con voi giornalisti mi sa che non mi daranno niente''. La consegna e' infatti quella del silenzio, o al massimo di dare una versione 'ufficiale', quella fornita dagli organizzatori. Un responsabile di Hostessweb, l'agenzia di casting che le ha reclutate, allunga il collo per carpire quello che le ragazze, uscite dall'incontro con il colonnello, raccontano ai tanti giornalisti e telecamere che cercano di sapere cosa e' successo dentro l'istituto libico. ''Cosi' mettete nei guai le ragazze - dice ai cronisti - perche' chi rilascia dichiarazioni non verra' pagata''. ''A questo punto non mi importa - replica pero' la biondina -, la gente fuori deve sapere quello che e' successo. Gheddafi non puo' venire qui in Italia a dirci di convertirci all'Islam o che dovremmo sposare dei libici, io mi sono sentita offesa''. All'incontro con il leader libico, lei ci e' arrivata con il passaparola delle amiche, ''ma mi avevano detto che si trattava di un incontro culturale sulle donne e l'Islam, invece e' stato tutto assurdo''. ''Finche' non eravamo tutte sedute, Gheddafi non sarebbe arrivato. Ma noi restavamo in piedi perche' mancavano le sedie per tutti'', racconta indispettita anche per la lunga attesa sotto il sole, per la quale ''due ragazze si sono anche sentite male''. Dopo lo sfogo, la giovane romana si preoccupa un po': ''Per venire qui, mi sono pure data malata al lavoro e ora sicuramente non mi pagheranno neanche il gettone. Ma chi se ne importa - conclude - neanche li voglio quei soldi''.

sabato 28 agosto 2010

SANITA', D'ANNA :LA DOPPIEZZA TOGLIATTIANA.

SANITA', D'ANNA :LA DOPPIEZZA TOGLIATTIANA
D'Anna: denunciare quanto non funziona è doveroso,il silenzio è omertoso.

Quello che emerge giorno dopo giorno dal dibattito sulla Sanità appare
ogni giorno di più è la politica della “doppiezza togliattiana”
altrimenti detta del doppio binario.
Da una parte alcuni dicono di voler difendere l'Ospedale Santa Croce,
dall'altra lavorano per l'Ospedale Unico.
Da una parte si dice che ci sono seri problemi nella struttura,
dall'altra si dice che però non bisogna parlarne.
Da una parte ci sono camere operatorie trasformate da anni in magazzini ,con la conseguenza che i cittadini sono costretti ad andarsi ad operare altrove, e dall'altra c'è chi ritiene che chiedere di sanare questa vergognosa realtà equivalga a “sparare contro il Santa Croce.”
Da una parte ci sono cittadini che fanno notare quotidianamente
disservizi e dall'altra chi vorrebbe se ne stessero zitti perché
altrimenti si corre il rischio di fare il gioco di chi vuole
smantellare il Santa Croce.
Da una parte c'è una città che non vuole perdere l'Ospedale Santa
Croce,dall'altra c'è chi non ha mosso un dito per evitare che si
creasse quell'Azienda Ospedali Riuniti che è servita solo a rafforzare
l'Azienda Salvatore di Pesaro che come ebbe a dire l'Assessore
Mezzolani (come risulta da verbale) “perché così com'è non avrebbe i
numeri e i requisiti per andare avanti”.
Già perché l'Azienda San Salvatore di Pesaro nata con una forzatura
politica, con la secessione della Val Marecchia aveva addirittura meno
numeri della Zona di Fano, con l'assorbimento di Fano, Pesaro ha
riequilibrato quel deficit.
Da una parte ci sono degli atti concreti, verbalizzati e documentati
fatti di mozioni, interrogazioni e proposte e dall'altra interventi
per tamponare di volta in volta le situazioni o per cercare di censurare il sacrosanto diritto di
rappresentati del popolo di esercitare il proprio ruolo.
Che le cose non vadano bene nella Sanità delle Marche è risaputo, lo
dimostra la così detta mobilità passiva cioè tutti coloro che sono
costretti a cercare risposte ai problemi in ospedali fuori Regione.
Che Fano negli anni, e la denuncia che ho fatto sulle camere
operatorie lo testimonia,sia stata trascurata e io aggiungo
volutamente trascurata, è un dato di fatto tanto e di dominio
pubblico.
Far finta di non sapere e non vedere e quindi non denunciare quanto
non funziona , solo quello che non funziona ,non credo sia la migliore
strategia anche perché è lo stesso sindaco di Fano a dichiarare che
“c'è chi vuole smantellare il Santa Croce”(Sarebbe opportuno ci
dicesse chi a questo punto) Ma almeno su questo il sindaco è sulle mie
posizioni.
Sull'Ospedale Unico la posizione è diametralmente opposta. Io ho
evidenziato i seri rischi della legge Azienda Marche nord, Aguzzi la
difende.
La legge sugli Ospedali Riuniti ,a mio avviso,andava modificata prima
della votazione, e quindi quello era il momento di intervenire a
difesa della nostra struttura e per questo ho dato battaglia in
Regione, perché così com'è quella legge non garantisce assolutamente
Fano in quanto lascia alla Regione la libertà di fare quello che vuole
compresa una serie di provvedimenti che portano direttamente
all'Ospedale Unico come ha dichiarato l'ex Presidente della
commissione Sanità Lucchetti:”questo è il primo passo verso l'Ospedale
Unico”.
Tutto il patrimonio di Fano, e non è poco, è finito nel calderone
dell'Asur ad iniziare dall'Ospedale Santa Croce( ceduto gratuitamente
dal comune di Fano ed oggi fondamentale risorsa economica per
finanziare la costruzione dell'Ospedale Unico) a tutt'oggi non ci è
dato sapere
a quanto ammonta il patrimonio di Fano e che fine farà.
Ma il doppio binario torna nell'atteggiamento dell'Assessore Mezzolani
che prima delle elezioni dichiarava di non aver mai detto di volere
l'Ospedale Unico poi subito dopo ha detto l'esatto contrario in una
conferenza stampa a Fano. Mentre direttore Aldo Ricci
ha addirittura dichiarato che con “l'Ospedale Unico si
realizza un sogno” .
Doppio binario anche sui tempi, c'è chi vuole far perdere tempo, far
cessare il dibattito per poi presentarsi a cose già fatte. Già perché
il parere dei comuni non è assolutamente vincolante e quindi la scelta
che è stata confermata anche dal Presidente Spacca di costruire un
Ospedale Unico c'è. Ipotizzare tempi lunghi è fuorviate e fa il gioco
di chi in barba al dissenso dei cittadini, vorrebbe costruire, con
l'intervento dei privati, una nuova struttura decentrata utilizzando
le risorse recuperabili dalla vendita o permuta del Santa Croce e del
San Salvatore.
Ben vengano dunque risorse per il Santa Croce e per il San Salvatore,
ben vengano le eccellenze, ben vengano professionisti quotati, ben
vengano assunzioni del personale necessario, ben vengano tutte quelle
migliorie nelle attuali strutture.LA SANITA' LA FANNO MEDICI E
APPARECCHIATURE, NON UN NUOVO OSPEDALE. Ben venga quella trasparenza
che fino ad oggi non c'è stata. Anche per questo il 18 settembre
saremo di fronte all'Ospedale Santa Croce per chiedere ancora una
volta la valorizzazione del Santa Croce e no all'Ospedale Unico.
Giancarlo D'Anna
Vice Presidente della Commissione Sanità

venerdì 27 agosto 2010

SANITA' :SONDAGGIO E VIDEO RECORD DI ACCESSI


In 350 hanno partecipato al sondaggio sull'Ospedale Unico. La stragrande maggioranza ha detto NO ad una nuova struttura al poste degli ospedali di Pesaro e Fano. Il sondaggio è in piena sintonia col sentire comune dei cittadini convinti di perdere in qualità della vita con questa operazione poco trasparente com'è stata definita anche da esponenti del centrosinistra.
Record di accessi anche al filmato scandalo on line col quale abbiamo denunciato lo stato di 6 camere operatorie mai entrate in funzione nel'Ospedale Santa Croce. Significativi anche i commenti su Facebook. La battaglia continua in attesa della MANIFESTAZIONE CHE SI TERRA' A FANO IL 18 SETTEMBRE ALLE ORE 17 DI FRONTE AL SANTA CROCE.

martedì 24 agosto 2010

D'ANNA: L'OSPEDALE UNICO INIZIA A SCRICCHIOLARE


Mentre si avvicina la manifestazione del 18 settembre a favore del rilancio dell'Ospedale Santa Croce di Fano a tutela dei cittadini di tutta la la vallata del Metauro, continuano gli "scricchiolii" sul fronte dell'Ospedale Unico sotto un fuoco di fila della nostra documentata e attiva battaglia per la trasparenza.
Alle 10 domande del Dott. De Marchi,già candidato sindaco a Fano e medico del Santa Croce, con le quali si ponevano seri e motivati dubbi su quell'operazione, nessuno ha dato risposta.A seguire Acacia Scarpetti consigliere regionale di Italia dei Valori ha posto l'attenzione sul rischio di "speculazione" dietro quell'operazione. Oggi sull’ospedale unico interviene Fernanda Marotti membro del Direttivo e Coordinatrice area Cambia l’Italia Fano del Pd che pone " dubbi" e chiede "trasparenza"

"Il dibattito fanese sull’Ospedale unico –scrive la Marotti- è sempre più acceso e indica il persistere di una serie di dubbi che i vari interventi dei singoli rappresentanti politici non riescono ancora a chiarire. Quello che sta accadendo a Fano sembra dimostrare che un'intesa raggiunta tra vertici politici, amministrativi e sanitari non basta perché è nel confronto con l’opinione pubblica che va fatto uno sforzo maggiore di semplificazione e di trasparenza”.

“L’interrogativo che compare più spesso sulla stampa locale della nostra città, oltre alla discussione sulla effettiva necessità di una nuova struttura, è quello sul finanziamento delle risorse necessarie a realizzarla. Si parla di 130 milioni di euro che potrebbero provenire da un 3° accordo di programma integrativo fra il Ministero della Salute, il Ministero della economia e la Regione Marche, di cui però la disponibilità non sembra ancora certa. Infatti dal sito del Ministero della Salute si apprendono i dettagli delle opere previste dai due accordi già sottoscritti nel 2009 e nel 2010 e si legge che, a differenza delle altre regioni per le quali sono già indicati i futuri fondi disponibili, per le Marche a oggi non si dispone di ulteriori risorse”.

“Inoltre molti si chiedono se sarà necessaria la vendita degli ospedali esistenti per finanziare il nuovo ospedale unico. E tuttavia anche questa ipotesi non sembrerebbe fondata perché tra gli interventi previsti dagli accordi già sottoscritti c’è in ogni caso l’adeguamento e la messa a norma delle strutture esistenti. Per esempio nell’accordo del 2009 per Fano sono già state previste opere di adeguamento per 5,5 milioni e non sembra possibile (almeno speriamo) che si spendano oltre cinque milioni di euro per la messa a norma o l’ampliamento di strutture sanitarie di cui si immagina la vendita. Quanto alla possibile localizzazione del nuovo Ospedale bisognerebbe cominciare a discutere dei criteri che ne motiveranno la scelta. E invece per Fano vengono proposte aree non meglio identificate come un terreno di proprietà del Comune nell’area di Carignano al confine tra Fano e Pesaro. Ed è solo di alcuni giorni fa la nota del Comitato Carignano Terme nostre che chiede se si tratti del terreno incluso nella variante per la costruzione della cosiddetta città termale. In conclusione troppi, davvero troppi dubbi, e pochissime certezze. Noi crediamo che la politica, nel progettare il futuro dei cittadini, dovrebbe andare tra di loro a parlarne, ed è per questo che proponiamo a tutte le forze politiche della città di aprire sull’Ospedale unico un dibattito competente e sostenuto da dati certi insieme ai moltissimi cittadini che in varie forme si stanno mobilitando”.

domenica 22 agosto 2010

LE "FOLLIE" DELLA SANITA'




“E' evidente la difficoltà nella quale si trova in questi giorni l'assessore alla Sanità Mezzolani prima delle elezioni negava di puntare all'Ospedale Unico, dopo le elezioni indice una conferenza stampa per dire che l'Ospedale Unico si farà e anche a breve. Ancora più in difficoltà è il Direttore dell'Azienda Ospedali Riuniti marche nord Aldo Ricci. Prima non è stato capace di risolvere i problemi dell'Ospedale Santa Croce che ha diretto per anni, portando la struttura fanese in una posizione di inferiorità rispetto all'Azienda San Salvatore nel momento in cui si sono fuse in un'unica azienda. Poi, addirittura si lascia sfuggire che con l'ospedale Unico si ‘realizza un sogno’. Forse il suo, a noi che non piace sognare ma rimanere sul concreto piacerebbe che il Santa Croce, con tutto il suo patrimonio, non venga immolato sull'altare della madre di tutti gli appalti: l'Ospedale Unico”.

“Ma la difficoltà dei due e di quanti sono favorevoli all'Ospedale Unico nascono dalla presa di coscienza dei cittadini per i quali la vicenda Ospedale Unico è poco chiara. Non è chiara la legge sugli ospedali riuniti, non è chiaro il percorso che dovrebbe portare alla costruzione dell'Ospedale Unico, non ci dicono dove sarà costruito. Una cosa sola si sa, che si stanno appropriando del patrimonio di parte della Zona 3 ad iniziare dal Santa Croce, come merce di scambio per il nuovo Ospedale. Per confondere le acque ciclicamente si tirano fuori cifre di finanziamenti per le vecchie strutture. Aldo Ricci dice che gli Ospedali di Fano e Pesaro sono vecchi, obsoleti e serve un nuovo ospedale, poi magicamente tirano fuori ‘piogge di milioni per servizi e strutture’. Una bella contraddizione, da una parte si dice che le strutture sono vecchie e ne occorre una nuova dall'altra si spendono milioni nelle vecchie. Spiegato il motivo: le cifre apparse su alcuni quotidiani altro non sono, nella quasi totalità, investimenti previsti e programmati da tempo a carico dello stato. La cifra più consistente risulta addirittura essere costituita da finanziamenti pregressi, evidentemente non utilizzati, come risulta dall'Accordo di Programma 2008 titolo ZT03- Ampliamento e completamento ospedale di Fano e più esattamente: ‘Realizzazione di opere finalizzate al completamento funzionale ed operativo dell'ala Pupita in ampliamento al complesso ospedaliero di Fano. L'importo a carico dello Stato è di 2.751.290,07 euro’. Quei fondi è bene che i cittadini lo sappiano hanno una precisa destinazione e non possono essere utilizzati per altri interventi pena la perdita del finanziamento”.


“La cosa pazzesca è che sono ‘costretti’ a fare quei lavori attesi da anni proprio ora che vogliono costruire un nuovo ospedale che andrà a sostituire i vecchi . A questo punto ben vengano gli interventi di completamento dell'Ospedale Santa Croce ma per chiudere il capitolo dell'Ospedale Unico e per rilanciare, questa volta sul serio l'Ospedale Santa Croce, quello di Pesaro in una collaborazione che non umili e privi la terza città delle Marche di un elemento fondamentale per la qualità della vita come l'Ospedale”.

venerdì 20 agosto 2010

LE MARCHE NON SONO LA FLORIDA


D'Anna:Lo spot di Hoffman-Solari non c'entra niente con la classifica dei pensionati americani.
"Porte aperte al turismo ad iniziare da quello americano. Credo che su questo siamo tutti in sintonia: operatori e politica . Il dibattito si è innescato dopo un articolo dell'Aarp associazione dei pensionati americani che ha dato lo spunto al Corriere della Sera di parlare delle Marche come la “nuova Florida”.
Il paragone con lo stato americano però non appare nell'articolo del magazine dei pensionati americani e a ragione. La Florida è conosciuta negli USA come lo “stato dei pensionati” in quanto preferito dagli anziani per le condizioni climatiche che sono, inverno ed estate, sempre buone con inverni miti.

Il magazine americano relativamente al clima invernale delle Marche parla di un inesatto“cool whith some rain”che tradotto in italiano è:”fresco con un po di pioggia”.Altra imprecisione o quantomeno fuorviante è il costo dei pasti si parla di 40 dollari per una cena per due che al cambio attuale fanno 31 euro che non ci pare corrispondere esattamente alla realtà.

Il Magazine statunitense relativamente alla Sanità delle Marche parla di “generalmente buona”citando il Torrette di Ancona. Nel giudizio, professionalità a parte, ha sicuramente inciso il fatto che negli USA la Sanità non è per tutti e anche chi gode di una copertura si vede costretto ad un'assicurazione supplementare per vedersi garantito il servizio. In Italia e non solo nelle Marche a tutti viene garantito accesso al servizio,clandestini compresi.

Non importa mettiamoci una pietra sopra, si dirà, l'importante è che vengano i turisti. Vero, ma l'importante è non deluderli o ingannarli, sarebbe un boomerag. E allora bisogna lavorare per migliorare strutture , infrastrutture, servizi e promozione.

Le strutture alberghiere necessitano di una maggiore attenzione e rivisitazione. Un bel segnale arriva da Pesaro con la recente l'apertura del primo Hotel a 5 stelle a cura di Nardo Filippetti.
Conosciamo il limite delle infrastrutture e su quello bisogna impegnarsi senza demordere perché ci sia più attenzione anche a livello nazionale. Sui servizi vale lo stesso principio come per la promozione.

Dopo l'articolo del Corriere della Sera che ha evidenziato la “classifica” dei pensionati americani sulle località dove “ritirarsi”,da parte della regione Marche non si è persa l'occasione per far credere che il merito di tale posizionamento delle Marche sia stato lo spot di Hoffman.

Credo che sarebbe stato più corretto riconoscere buona parte del merito di un'iniziativa come Urbino Press Award diretto da Giovanni Lani che nel corso degli anni è riuscito ad andare alla fonte di parte importante dell'informazione statunitense meglio di tanti spot. Conivolgendo e premiando personaggi come Friedman e di recente Ignatius che di persona si sono potuti rendere conto della bellezza del nostro territorio. Hoffman è sicuramente conosciuto negli USA, lo sconosciuto continua ad essere lo spot.
Giancarlo D'Anna
Vice Capogruppo Pdl Regione Marche

giovedì 19 agosto 2010

cosa comunichiamo?


Questo disegno accompagnato dal quesito mi ha stimolato una riflessione.Sarebbe interessante conoscere come la pensano sopratutto i frequentaori di internet e dei social network che quotidianamente "comunicano" in rete.

martedì 17 agosto 2010

SANITA':DALLA RETE SUPPORTO ALLA BATTAGLIA PER IL SANTA CROCE


Difesa dell'Ospedale Santa Croce grande sostegno anche online, dopo le migliaia di firme raccolte in strada.

Può sembrare un argomento che “interessa” sopratutto gli adulti quello relativo alla vicenda che riguarda il futuro dell'Ospedale Santa Croce, invece la sorpresa arriva proprio dai giovani anzi giovanissimi.

Federico Arceci,giovane fanese, ha col sul gruppo su Facebook, denominato:”NO all'Ospedale Unico” superato le mille adesioni. Interessanti i commenti come quello di Nadia sui :”politici banderuola vanno cacciati dal posto che occupano perché quando si tratta di prendere voti fanno un discorso e poi raggiunto lo scopo cambiano bandiera!.

Altro gruppo su Facebook è quello denominato “Comitato a difesa e valorizzazione dell'Ospedale Santa Croce”che fa riferimento alla miglia di firme raccolte lungo Corso Matteotti nel corso degli ultimi anni. Anche qui non mancano i commenti. Quello di Alfio ad esempio ;”evitare che Fano diventi la brutta copia di Pesaro, con delle nomine che diano merito alla capacità piuttosto che alle spinte del politico di turno!!!”.

La battaglia online non si ferma qui,sul blog del consigliere regionale D'Anna il sondaggio proposto sull'Ospedale Unico ha raggiunto le 250 opinioni e la stragrande maggioranza è assolutamente contro la struttura unica.

Sempre su Facebook in poche ore sono quasi 100 le adesioni alla manifestazione indetta da Giancarlo D'Anna insieme al Circolo Nuova Italia che si terrà a settembre il giorno 18 nel tardo pomeriggio di fronte all'Ospedale Santa Croce di Fano, non mancano adesioni importanti come quella dell'Onorevole Zaffini.

“Una manifestazione -afferma D'Anna-aperta a tutti i cittadini che fanno riferimento alla struttura della Città della Fortuna” non solo Fano dunque tanto che da Mondolfo e Marotta arriva forte e decisa l'adesione all'iniziativa di settembre.

lunedì 16 agosto 2010

Piantar l'albero per chi seguirà.



Il XX secolo è stato definito in vari modi: come secolo dell'ingresso nell'era atomica, della decolonizzazione, della liberazione sessuale, degli «estremi» (Eric Hobsbawm), della «passione del reale» (Alain Badiou), del trionfo della «metafisica della soggettività» (Heidegger), della tecnoscienza, della globalizzazione, ecc. Il XX secolo è stato certo tutto questo. Ma è anche il secolo dell'apogeo del consumismo, della devastazione del pianeta e, per contraccolpo, della preoccupazione ecologica. Per Peter Sloterdijk, che caratterizza la modernità col «principio sovrabbondanza», il XX secolo è stato innanzitutto il secolo dello spreco. Scrive: «Mentre, per la tradizione, lo spreco era il peccato per antonomasia contro lo spirito di sussistenza, mettendo in gioco la riserva sempre insufficiente di mezzi di sopravvivenza, un profondo cambio di senso è avvenuto attorno allo spreco dell'era delle energie fossili: si può dire che oggi lo spreco sia il primo dovere civico. Il divieto di frugalità, che ha sostituito il divieto di spreco, s'esprime nei costanti appelli per sostenere la domanda interna».Non si confonda lo spreco con la spesa ostentata, già tipica delle vecchie aristocrazie. Infatti essa non si separava mai da un elemento di gratuità e generosità, totalmente mancante nella società mercantile attuale. Adam Smith definiva ancora lo spreco come un cedere alla «voglia di godere l'istante». E nella vecchia borghesia la frugalità era ancora un valore cardinale, come elemento d'accumulazione del capitale. Col capitale che s'alimenta da solo, come oggi, e crea sempre nuovi valori, da tempo il tappo è saltato. L'obsolescenza programmata dei prodotti è l'uno dei principi dello spreco.
All'inizio del XXI secolo, che s'annuncia come il secolo dove il «fluido» (Zygmunt Bauman) tende a sostituire ovunque il solido - come l'effimero sostituisce il duraturo, come le reti sostituiscono le organizzazioni, le comunità le nazioni, i sentimenti transitori le passioni di un'intera vita, gli impegni puntuali le vocazioni immutabili, gli scambi nomadi i rapporti sociali radicati, la logica del Mare (o dell'aria) quella della Terra -, si constata che l'uomo avrà consumato in un secolo riserve costituite dalla natura in trecento milioni d'anni. Se ne traggano le conclusioni.
di Alain de Benoist -

venerdì 13 agosto 2010

"Ferragosto in Carcere"



Anche quest'anno il consigliere regionale Giancarlo D'Anna ha aderito all'iniziativa del Partito Radicale denominata “Ferragosto in Carcere”. Insieme al Presidente dei Radicali nelle Marche Matteo Mainardi a Annalisa Gentilucci, Anna Maria Pietrangeli e Nazzario Giambartolomei, D'Anna ha visitato la struttura di Villa Fastiggi.

“In questa occasione-ha dichiarato il consigliere del PdL-la nostra attenzione si è particolarmente soffermata sulla sezione femminile di gran numero inferiore ai detenuti di sesso maschile (23 le donne 255 gli uomini) ma con una serie di problematiche condizionate anche dall'esiguo numero di detenute che le penalizza sopratutto per quanto riguarda le attività interne al carcere come corsi professionali e attività motorie che sono limitate ad un piccolo cortile di cemento infuocato d'estate e poco usufruibile d'inverno (dalle 9.15 alle 11.00 il mattino e dalle 13.00 alle 15 il pomeriggio).

Dal colloquio con una rappresentanza delle detenute è emersa anche l'esigenza di una presenza di un ginecologo per un'opera di prevenzione e controllo. Non sono mancate lamentele sul servizio, dietro pagamento, fornisce alle detenute prodotti alimentari o di prima necessità dall'esterno:”troppo caro” rispetto ai prezzi di mercato penalizzando i detenuti meno abbienti.
Le detenute hanno apprezzato la visita che ha consentito loro di esporre alcune problematiche di chi pur nella consapevolezza degli errori commessi e della pena da scontare, chiede la possibilità di una vera rieducazione.

Il settore maschile è una realtà completamente diversa caratterizzata da una presenza di extracomunitari pari a 142 su un totale di 255. Per gli uomini sono a disposizione un laboratorio di falegnameria, il lavoro in cucina e pulizia del verde pubblico. La sezione 4 è momentaneamente chiusa per lavori che erano previsti da tempo e che vanno a sanare alcune situazioni verificate il altri sopralluoghi.

Alcuni numeri emersi dalla visita. Capienza regolamentare dei posti 144 capienza tollerata 254.
Detenuti comuni 278 di cui 162 con condanna definitiva;116 in attesa di giudizio; tossicodipendenti 9 (7uomini 2 donne) 9 quelli in terapia metadonica; detenuti sieropositivi 2, uomini;10 sono i detenuti con epatite C, 9 uomini 1 donna; 54 sono i detenuti con patologie di tipo psichiatrico di cui 50 uomini;gli stranieri 151 di cui 142 uomini 4 donne;i detenuti che lavorano per l'Amministrazione penitenziaria sono 53 solo 3 le donne;non ci sono detenuti che lavorano per conto di imprese e cooperative per finire due detenuti uomini”semiliberi” lavorano alle dipendenze di datori di lavoro esterni.

I problemi non sono solo dei detenuti, la Polizia Penitenziaria oggi coordinata dall'Ispettore Capo TontinoTiziano, che ha accompagnato la delegazione, ha una pianta organica di 169 agenti ma gli assegnati sono 128 di cui 122 effettivamente in servizio. Gli educatori sono 6, segue uno psicologo.
Quello della carenza del personale di polizia penitenziaria sia a Pesaro come a Fossombrone è nota in questo caso la crisi economica incide parzialmente in quanto si registrano, sopratutto al sud situazioni in cui il personale è addirittura in sovra numero.

Una diversa assegnazione di personale si rende quindi necessaria e iniziative come quella del “Ferragosto in Carcere” sono necessarie per conoscere meglio le singole realtà e suggerire e applicare quei provvedimenti per far si che il carcere diventi un luogo di recupero-ove e quando possibile-nel quale le condizioni di detenuti e Polizia Penitenziaria siano rispettose della dignità degli esseri umani.
Giancarlo D'Anna
Consigliere Regionale.

Il crepuscolo della modernità.



di Massimo Fini


Indro Montanelli mi raccontò che Leo longanesi una volta gli aveva detto: "Tu e Ansaldo mi fregherete sempre. Perchè io capisco le cose cinque anni prima che accadono, voi cinque giorni prima". Vasco Rossi, fatte tutte le debite proporzioni, è più vicino al tipo Montanelli -Ansaldo che a Longanesi. È un istintivo, ha fiuto, sente cosa c'è nell'aria e sta per arrivare e lo capta un po' prima degli altri. Per questo trovo molto interessante il suo ultimo disco, appena uscito, "Il mondo che vorrei". Ricordate l'autore che cantava "vado al massimo"? Bene, adesso lo stesso uomo, certo un po' invecchiato, dice: "Non si può fare sempre quello che si vuole/non si può spingere solo l'acceleratore/guarda un po': ci si deve accontentare". E se ci è arrivato lui fra poco ci arriveranno anche gli altri a capire che noi non abbiamo bisogno di più velocità, di più Tav, di più Expo, di più Pil, di più produttività, di più consumo, di più crescita, di maggiore modernizzazione ma, al contrario, di rallentare, di frenare, di fare qualche passo indietro. Abbiamo bisogno di ritornare a una vita più semplice e più umana. "Ci si deve accontentare di ciò che si ha" canta Vasco. È stato Ludwig von Mi ses, uno dei più estremi ma anche dei più coerenti teorici dell'industrial-capitalismo a sintetizzarne l'essenza e a individuarne la molla con l'affermare, capovolgendo venti secoli di pensiero occidentale ed orientale, che "non è bene accontentarsi di ciò che si ha". E così fondando la necessità dell'infelicità umana. Poiché ciò che non si ha non ha limi ti, l'uomo moderno non può mai raggiungere un momento di armonia, di equilibrio, di soddisfazione: conseguito un obiettivo deve immediatamente puntarne un altro, salito un gradino farne un altro e poi un altro ancora e così all'infinito, a ciò costretto dall'ineludibile meccanismo che lo sovrasta. Ineludibile perchè si regge su questa ossessiva corsa in avanti alle cui esigenze piega, lo vogliano o no, anche i singoli individui. Siamo come i cani levrieri (fra le bestie, sia detto di passata, più stupide del Creato) che al cinodromo inseguono la lepre meccanica coperta di stoffa che, per definizione, non possono raggiungere. Perché serve solo per farli correre. E il futuro orgiastico, che le leads mondiali agitano continuamente davanti ai nostri occhi come una sempre nuova Terra Promessa, arretra costantemente davanti ai nostri occhi come l'orizzonte davanti a chi si incammi ni avendo la pretesa di raggiungerlo.
Questa è la condizione dell'uomo contemporaneo. Ed è da questa frustazione che nasce il mal di vivere, il disagio esistenziale acutissimo che si diffonde sempre più fra gli abitanti anche, anzi soprattutto, dei Paesi benestanti o ricchi o ricchissimi , provocando ansia, angosce, nevrosi, depressioni, dipendenza da sostanze chimi che e picchi di suicidi sconosciuti al mondo pre Rivoluzione industriale (decuplicati, in Europa, dal 1650 ad oggi).

Ma il paradosso finale di questo modello di sviluppo che ha puntato tutto sull'economi a, subordinando ad essa ogni altra esigenza dell'essere umano, è che ha completamente fallito anche in quest'ambito. Da quando la Rivoluzione industriale si è messa in marcia la povertà nel mondo non ha fatto che aumentare, interi continenti ne sono stati distrutti, come l'Africa nera (che nessun "aiuto", peloso o meno, potrà salvare, ma, al contrario, contribuirà ad inguaiare ulteriormente strangolandola col cappio inesorabile della globalizzazione), e adesso la fame, la dura fame, comi ncia a lambire anche noi se è vero che si vedono già in giro persone, per ora vecchi, costrette a rubare nei supermercati perché nel mondo del Denaro chi non ne ha è perduto, né può trovare sostegno in un tessuto sociale che è stato distrutto.

Ma io credo che la crisi economi ca ci sarà d'aiuto. Perchè ci costringerà a pensare al di là dell'economico. A riflettere se aver abbattuto l'antico principio "è bene accontentarsi di ciò che si ha" non si sia risolto in una follia autodistruttiva. E chissà se Vasco Rossi, con le parole semplici delle canzoni, non finirà per essere più convincente dei tanti intellettuali che, derisi e vilipesi, da decenni denunciano e annunciano il crepuscolo della Modernità.

giovedì 12 agosto 2010

....E ARRIVO' MONTEZEMOLO


Nel pieno della bagarre di queste ultime settimane ecco comparire nel dibattito Montezemolo attraverso la sua associazione.

La delusione degli "italiani ignoti" e il fallimento della seconda repubblica

Rischio elezioni

di Italia Futura , pubblicato il 12 agosto 2010

La seconda repubblica potrebbe avviarsi presto a conclusione. Se la minaccia di elezioni si concretizzasse ci troveremmo di fronte ad una sconfitta per il paese e per la classe politica che lo ha governato, oltre che ad un atto di grave irresponsabilità dinanzi ad uno scenario economico ancora fortemente instabile.

L'ennesima ordalia elettorale rappresenterebbe il peggior finale di una lunga e improduttiva stagione politica. Il bilancio della seconda repubblica è fallimentare. Secondo la maggior parte dei sondaggi, le persone che ritengono che l’Italia sia migliorata nel confronto con gli altri grandi paesi occidentali si contano sulle dita di una mano. E’ invece opinione ampiamente condivisa che il nostro sia un paese bloccato, invischiato in una transizione infinita e privo di un progetto comune. I nodi che bloccano la crescita sono rimasti tutti irrisolti. Ma soprattutto il fallimento della seconda repubblica è certificato dalle parole di Berlusconi, che dopo quasi 10 anni da Presidente del Consiglio si dichiara impossibilitato a governare per colpa delle istituzioni che non è stato capace di riformare. Questa legislatura, che si era aperta con grandi aspettative e che ha anche messo in cantiere alcune iniziative importanti, si sta chiudendo con un conflitto istituzionale (e tra schizzi di fango) senza precedenti.

Paradossalmente, la prospettiva delle elezioni sembra elettrizzare proprio chi dovrebbe viverle come una sconfitta e invece spera che i 600.000 promotori della libertà e i milioni di leghisti pronti a mobilitarsi possano far dimenticare che la più ampia maggioranza della storia repubblicana si sia sciolta come neve al sole. Evidentemente, si ritiene che esistano gli ingredienti per un nuovo successo elettorale. Primo fra tutti l’identificazione di chi ha assassinato il governo, il responsabile unico del fallimento di un’altrimenti straordinaria stagione politica. E’ successo nel ’94 con Bossi, nella legislatura 2001-2005 con Casini e sta accadendo ora con Fini. Non è che Berlusconi non abbia motivi legittimi di lagnanza, ma saper gestire gli alleati (anche quelli riottosi), rispettare le istituzioni (o altrimenti riformarle) e contribuire a tenere il livello dello scontro politico entro limiti accettabili (anche in presenza di un’opposizione che conta poco su sé stessa e molto sulle inchieste della magistratura) sono qualità che non dovrebbero difettare a chi è ormai da quasi un ventennio un uomo politico. Berlusconi è stato uno dei più capaci imprenditori italiani e sa bene che, alla fine, dopo tutte le chiacchiere e le attenuanti, un leader si misura sulla base dei risultati. Questi, nel giudizio dei cittadini, sono deludenti e ciò conterà nella valutazione del suo operato più di tutte le elezioni vinte per difetto di concorrenza, grande capacità comunicativa e straordinari mezzi organizzativi e mediatici.

La centralità del momento elettorale e la connessa “sacralità” dell’investitura del leader rappresentano conquiste innegabili della seconda repubblica. Troppo spesso però si finisce per dimenticare che in Italia l’importanza del mandato popolare è svilita da un sistema elettorale che impedisce ai cittadini persino di scegliere i propri rappresentanti. Tutto ciò sembra non interessare a chi vuole solo mettere in scena un altro cinepanettone. Poco importa se gli spettatori sono sempre meno, la maggioranza dei giovani non vota, il paese sta (forse) uscendo faticosamente da una crisi economica drammatica grazie agli sforzi straordinari dei tanti “italiani ignoti” ai quali sarebbe doveroso dedicare un monumento. Questi italiani, uniche vere riserve della Repubblica, impediscono al sistema paese di sbriciolarsi e sentono la politica sempre più distante dai loro problemi quotidiani. Ma lo spettacolo deve andare avanti a dispetto di ciò che a buon diritto il paese reale pretenderebbe (governo, riforme e un minimo di rigore e decoro nei comportamenti). Si conta forse sul fatto che i cittadini siano anestetizzati da anni di brutture, scandali e promesse mancate.

La seconda Repubblica sta affondando tra veleni e dossier (di dubbia provenienza), distribuiti tramite giornali militanti (di destra e di sinistra) e siti di gossip, in spregio a qualsiasi regola di fair play, correttezza e civiltà. Qualcuno conta, tra l’altro, che questa palude di melma scoraggi qualsiasi velleità di partecipazione al dibattito pubblico di chi non è un politico di professione. E le sue speranze sembrano a questo punto ben riposte. Un assordante silenzio si leva dalla società civile. Le più importanti associazioni private, le personalità più in vista della finanza, del mondo economico, culturale e professionale si guardano bene anche solo dal commentare lo spettacolo indecente a cui assistiamo ogni giorno. Appare fondato il sospetto che l’Italia stia completando la sua trasformazione in un paese fai da te, dove, anche con una certa soddisfazione, si rivendica il dovere di pensare prima di tutto e soprattutto ai fatti propri. Una volta si usava dire con orgoglio che prima di essere imprenditori, banchieri, professionisti o sindacalisti si era cittadini e come tali si riteneva doveroso far sentire la propria voce nel dibattito pubblico anche sui temi di interesse generale. Oggi sembra prevalere un atteggiamento opposto. Fanno eccezione esponenti di primo piano del mondo cattolico ed ecclesiastico, che anche in questi giorni sono intervenuti con coraggio per criticare “il sottosviluppo morale” di un paese che ha difficolta' a ritrovarsi intorno a valori forti.

Se la storia recente dell’Italia ci insegna qualcosa è che andare alle elezioni, tanto più con questa indecorosa legge elettorale, non risolverà alcun problema. Perderemmo solo altri sei mesi in un momento cruciale per il paese e in un contesto economico internazionale tutt'altro che stabilizzato. Berlusconi, Fini e Bossi (il quale è spesso apparso essere qualcosa in più di un semplice alleato di governo) hanno dunque il dovere di chiudere uno scontro istituzionale che non è degno di un paese civile, di ricompattare la maggioranza sulla base di un programma anche minimo di riforme essenziali per i cittadini e di completare la legislatura. Se, al contrario, sceglieranno la via della rottura e delle elezioni, venendo meno agli impegni presi con gli italiani, saranno pienamente responsabili delle conseguenze, imprevedibili e potenzialmente gravissime, che un' ennesima stagione di scontri e di veleni potrà avere su un paese ricco di speranze e talenti ma sempre meno capace di guardare con fiducia alla politica e alle istituzioni.

Dubbi sulla ripresa economica: borse asiatiche e petrolio in discesa.



Scendono Tokyo, Hong Kong, Shanghai, Seoul, Kuala Lumpur. Timori di recessione (e di bancarotta) negli Usa. L’apprezzamento dello yan sul dollaro fa temere per le esportazioni giapponesi. Segnali negativi dalla Cina. Il prezzo del petrolio scende di quasi un dollaro.


Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – I mercati asiatici sono in forte discesa, mentre si diffondono sempre più dubbi sulla ripresa economica mondiale.

Secondo analisti, l’Asia ha seguito i crolli registrati negli Usa e in Europa, dopo che la banca d’Inghilterra ha ridotto le sue previsioni di crescita per quest’anno e il tasso di cambio del dollaro sullo yan giapponese è sceso al suo valore più basso in 15 anni. A questo si aggiungono i dati della Cina, che mostrano una riduzione della produzione industriale e una crescita dell’inflazione.

Due giorni fa la Federal Reserve ha diffuso dichiarazioni allarmanti sulla lentezza della ripresa dell’economia americana; la bilancia commerciale Usa mostra un crescente deficit e ormai molti parlando di una recessione a doppia cifra. Per alcuni analisti americani, gli Stati Uniti sono in bancarotta.

Stamane la borsa di Hong Kong è scesa dell’1,09%; Shanghai del meno 1,03; Tokyo del 2,02; Seoul dell’1,01. In discesa anche Kuala Lumpur.

Le discese in Asia seguono di poche ore la caduta del 2,5% di Wall Street, mentre il tasso di cambio del dollaro sullo yan è sceso a 84,73. Uno yan forte fa temere per la ripresa dell’economia giapponese e delle sue esportazioni.

Nella notte è sceso ulteriormente anche il prezzo del petrolio. A New York il crudo leggero è sceso di 80 cents, a 77,21 dollari al barile; il Brent crudo ha perso 83 cents, a 76,81 dollari.

martedì 10 agosto 2010

A SETTEMBRE MANIFESTAZIONE A DIFESA DEL SANTA CROCE.


OSPEDALE UNICO; D'ANNA CHIAMA A RACCOLTA LA CITTA'.
Le domande che pone il dottor De Marchi sulla questione Ospedale Unico, sono quesiti che in molti si dovrebbero porre vista l'importanza dell'argomento che va ad incidere sulla qualità del servizio sanitario, sulla qualità della vita dei territori e sull'occupazione.
Nel settembre 2009 dopo che era mancato il numero legale, è stata approvata la legge sugli Ospedali Riuniti Marche Nord da poco più della metà del Consiglio regionale.
E' opportuno ricordare alcuni passaggi fondamentali del dibattito per dare l'opportunità ai cittadini di conoscere meglio quello che è accaduto e quello che sarà della sanità in Provincia di Pesaro e di che fine faranno gli attuali ospedali.
Il consigliere Tiberi ribadì quanto già espresso dall'allora presidente della commissione sanità e cioè che:”Va subito evidenziato che qui non si tratta di istituire una nuova azienda ospedaliera, bensì di potenziare, allargare, rendere più funzionale l’azienda ospedaliera che c’è già. Infatti l’azienda ospedaliera San Salvatore c’è, si tratta solo di renderla più efficiente ed efficace integrandola funzionalmente con la struttura sanitaria di Fano. “
La conferma che non si trattava di istituire una “nuova azienda” venne da un esponente di maggioranza, Cesare Procaccini che dichiarava:”Questa proposta di legge per onestà bisogna dire che non istituisce una nuova azienda sanitaria. Questa sanità aziendalizzata nelle Marche e a Pesaro già esiste, quindi si tratta di accorpare..”
Incalzato dal sottoscritto il quale denunciava l'ipocrisia di una legge che avrebbe portato all'ospedale unico Mezzolani rispose :”Allora a chi mi dice che questo è primo passo per fare l'ospedale ecc. ecc., io rispondo: “Assolutamente no!”.
Le scorse settimane Mezzolani, smentendo se stesso, ha dichiarato in conferenza stampa di puntare a breve all'Ospedale Unico.
Quella legge sugli Ospedali Riuniti, approvata da pochi è discussa da tanti , che l'interpretano a proprio uso e consumo, andrebbe conosciuta meglio (“http://www.consiglio.marche.it/banche_dati_e_documentazione/leggirm/leggi/visualizza/vig/1622) ed è una delega in bianco pericolosissima.
Lo è sopratutto per Fano e per gli Ospedali di Pergola Fossombrone e di tutta la vallata del Metauro. Perché non solo non specifica competenze e ruoli, ma lascia carta bianca nella scelta dell'ubicazione del nuovo ospedale cioè a Pesaro. Lasciando “libere” le altre realtà di sognare di ospitare la nuova struttura. , per la quale è nota invece l'ubicazione del capoluogo di Provincia, sede “dell'Azienda da potenziare”.
De Marchi concorda con me e viceversa che è opportuno migliorare l'esistente sia nelle strutture come nella collaborazione e professionalità.
Insomma l'Ospedale unico non serve. O meglio serve sopratutto a quanti sono più interessati all'operazione immobiliare-affaristica che alla soluzione dei problemi evidenti della nostra Sanità.
Mi sono sempre mosso in questi anni :tra la gente in un'opera di informazione, sensibilizzazione, difesa e rilancio dell'Ospedale Santa Croce, in Consiglio Regionale con interrogazioni denunce e proposte. Oggi all'interno della Commissione Sanità porto avanti un'opera di vigilanza attenta al processo in corso. Non è sufficiente, gli interessi che stanno dietro l'ospedale unico sono forti e trasversali, di una sola cosa hanno timore: dei cittadini.
Ed è ai cittadini di Fano e dintorni , di tutta la Vallata del Metauro che faccio un appello quello di partecipare ad una manifestazione, che stiamo organizzando, insieme a Federico Arceci che su facebook ha creato un gruppo contro l'Ospedale Unico, a difesa del diritto di avere e migliorare una struttura e un servizio fondamentale per la nostra comunità come l'Ospedale Santa Croce.
Giancarlo D'Anna

lunedì 9 agosto 2010

Crisi immobiliare: la bolla cinese terrorizza l’Occidente



Pechino ordina nuovi stress test. Il risultato sono ipotesi apocalittiche, capaci di minare seriamente la crescita del Paese. Usa e Europa temono una nuova recessione

Ormai è ufficiale. L’ipotesi di una nuova mostruosa crisi immobiliare, capace di sconvolgere l’economia, non è più materia esclusiva degli analisti più paranoici. E’ diventato uno scenario credibile, magari non troppo scontato, ma abbastanza concreto da condizionare i mercati e minare il timido processo di ripresa globale.

La notizia, rivelata oggi in esclusiva dall’agenzia Bloomberg, è che i cinesi si stanno preparando al peggio. Nel mese scorso, ha spiegato una fonte anonima di Pechino, le autorità di regolamentazione hanno ordinato una nuova serie di stress test, gli ormai celebri esami di solidità con i quali si verifica la capacità di tenuta delle banche di fronte a scenari virtuali negativi. La novità però è data dall’entità dell’allarme. I test dell’anno passato avevano preso in considerazione, quale peggiore scenario, un calo dei prezzi degli immobili pari al 30%. Ma negli esami di oggi tale percentuale è salita al 60%. Una visione molto pessimistica. Che però non induce a dare per scontato un simile collasso.
Questi numeri servono però a dare agli osservatori una notizia: anche la Cina teme la crisi economica. A terrorizzare i mercati c’è l’ipotesi di un più volte sussurrato “Big one”, lo scoppio della bolla speculativa immobiliare cinese. Un evento di questo genere sarebbe in grado di far ripiombare l’economia mondiale in una nuova recessione da affrontare, però, portandosi questa volta sulle spalle il peso di una crisi non ancora risolta oltre al macigno dello stato conti pubblici. I dati non sono certo incoraggianti. Nello scorso anno il mercato cinese è stato invaso da un’ondata record di nuovi prestiti per un valore complessivo di 1.400 miliardi di dollari. Nel primo trimestre del 2010 il prezzo medio delle abitazioni cinesi è aumentato del 68% rispetto al medesimo periodo dell’anno passato.

Le banche, nel frattempo, affrontano rischi crescenti. Nelle scorse settimane l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha lanciato l’allarme sulla crescita dei prestiti non performanti, ovvero dei crediti non remunerativi o, nella peggiore delle ipotesi, non recuperabili. Un fenomeno che avrebbe indotto Pechino ad abbassare per il 2010 il tetto massimo sul credito erogato. Qualcuno, a cominciare dall’ex capo economista del Fondo monetario internazionale (Fmi) Kenneth Rogoff non esita a parlare di scoppio imminente. Un simile collasso, ovviamente, determinerebbe un rallentamento della crescita di Pechino generando una contrazione della domanda capace di pesare sul comparto industriale delle economie più sviluppate. La famosa fase negativa della temuta ripresa “a W” cesserebbe così di essere una semplice ipotesi assumendo chiaramente un volto.

Per riportare un po’ di serenità servirebbero forse risultati incoraggianti dai temuti stress test di Pechino ma i dubbi recentemente espressi in Europa sull’utilità effettiva di questo tipo esami alimentano nuove paure. E il rischio è che alle previste rassicurazioni dei Cinesi, presto o tardi, non creda più nessuno.
Matteo Cavallito

venerdì 6 agosto 2010

I MALATI IN STRUTTURE"INDEGNE" PER I CAPOCCIONI 13.000 DI AFFITTO AL MESE.


SANITA' SPENDACCIONA: 13 EURO AL MESE DI AFFITTO PER LA SEDE DELL'AZIENDA OSPEDALIERA SAN SALVATORE.
SANITA' MALATA:LA DENUNCIA DEGLI EMODIALIZZATI SUI LAVORI A FANO.

Aldo Ricci, Direttore dell'Azienda Ospedaliera, è sempre più politico e sempre meno tecnico. Essendo stato scelto dalla politica, non può che seguire i dettami che gli vengono da Ancona non solo ma sembra esser stato contagiato da un virus molto comune in politica che è quello di “vendere fumo”.

Nei giorni scorsi per cercare di far digerire il percorso che dovrebbe portare all'Ospedale Unico Ricci annunciava una serie di consistenti interventi sulle attuali strutture,Pesaro e Fano, investimenti che a suo avviso dimostrerebbero che non cala in questa fase l'attenzione all'esistente.

Peccato che Ricci evita accuratamente di dire che parte consistente di tali impegni erano stati presi in Accordi di Programma il cui mancato rispetto comporterebbe la perdita degli interventi a carico dello Stato .Ad esempio nell'Accordo che riguarda il 2008 lo Stato interviene per circa 92milioni di euro su di un totale di 11 milioni di euro.

Ciclicamente, contando sul tempo che passa e sulla valanga di informazioni che quotidianamente travolgono i cittadini, si ritirano fuori le stesse cifre per gli stessi lavori. Ad esempio Ricci si vanta che il trasferimento del nuovo reparto Dialisi dalla vecchia sede al cosiddetto “nuovo padiglione” avverrà presumibilmente fine 2010 inizio 2011.

Quel trasferimento era atteso e promesso da anni la testimonianza è una lettera giunta poche settimane fa alla commissione regionale Sanità di cui sono Vice Presidente nella quale l'Associazione Nazionale Emodializzati denuncia che :”Il termine previsto di giugno 2010 è passato con i cantieri in alto mare ed i pazienti lasciati a soffrire in una struttura assolutamente inadeguata ed indegna di quei livelli di eccellenza di cui la sanità marchigiana giustamente si vuole fregiare”. Annunciando possibili “forme eclatanti di lotta contro l'indifferenza e lassismo operati con alti stipendi da chi si fa chiamare manager”.

Questa è la realtà non quella dorata descritta da Ricci. Per lui un'altra domanda. Cosa ne pensa dei 13.500,00(tredicimilacinquecentoeuro) di canone mensile che l'Azienda San Salvatore di Pesaro paga per un'immobile già adibito a sede amministrativa dell'Azienda Ospedaliera (delibera di Giunta 1016 del giugno 2010) per un costo complessivo di quasi un milione di euro visto che il contratto è per 6 anni?
Non sono forse questi soldi dei cittadini che dovrebbero essere utilizzati ad esempio per ridurre le liste d'attesa? Perché tanto solerte a comunicare le cifre non si è ricordato anche di questa?

Giancarlo D'Anna
Vice Presidente commissione regionale Sanità

SANITA', CEMENTO E TECNOLOGIA


MENTRE LA REGIONE MARCHE PUNTA AL "CEMENTO"(vedi ospedale unico) PER MIGLIORARE LA SANITA' L'INDIA PUNTA ALLA TELEMEDICINA.
-ANSA- ROMA, 06 AGO - Interventi e cure sanitarie da Bangalore, in India, all'Africa, attraverso il satellite. E' l'obiettivo (possibile) del progetto di telemedicina avviato dall'ospedale Narayana Hrudayalaya, guidato da Devi Prasad Shetty, l'uomo che ha introdotto nella piu' grande struttura ospedaliera indiana nata nel 2002, (1000 posti letto per 6mila interventi l'anno) il concetto di 'linea di produzione chirugica', una sorta di catena di montaggio della cardiochirurgia che ha consentito di aumentare il numero delle operazioni, abbattendo i costi. Il tutto con l'ausilio della tecnologia piu' avanzata e percentuali di successo simili ai Paesi occidentali. Ora la lungimiranza di Shetty ha travalicato i confini dell'India, per arrivare in Africa. ''Grazie ad un collegamento via satellite - ha affermato Shetty in una nota diffusa dall'ospedale - potremmo offrire una sanita' ad alta tecnologia ai Paesi africani dove, nella maggior parte dei casi, la qualita' degli ospedali e' scarsa''. Il progetto 'Panafrican e-Network' e' destinato, nelle intenzioni del presidente del Narayana Hrudayalaya, soprattutto alle fasce deboli della popolazione, cosi' come gia' avviene al Narayana Hrudayalaya, dove le persone dei ceti meno abbienti vengono sottoposte a interventi chirirgici complessi, per i quali i costi sono inferiori, rispetto a quelli registrati, per esempio negli Stati Uniti, ''di 20 o 30 volte'', come ha dichiarato Shetty alla BBC.

martedì 3 agosto 2010

RIVOLTA? SI', CONTRO L'OSPEDALE UNICO.


La "rivolta"c’è,ma è contro l’Ospedale unico e sarà ancora più evidente nelle prossime settimane, ed è quella di tanti cittadini che fino ad oggi sono stati a guardare. In questi giorni di acceso dibattito sulla Sanità è stata la politica ad intervenire.Non è una novità che quando ci sono argomenti che"tirano" intervengono tutti: da quelli che conoscono gli argomenti, i processi, le competenze a quelli afferma il contrario di quello che hanno detto in passato per convenienza e visibilità.
La questione Ospedale Unico è però una vicenda molto seria. E' bene ricordare che le competenze in campo sanitario sono esclusive della Regione con buona pace degli altri enti che sono semplicemente "ascoltati" e che troppo spesso subiscono le decisioni .
Su questa vicenda mi sono impegnato da anni e francamente ho sempre riscontrato da parte della politica, falsità, reticenze, ostacoli, cambi di fronte,fino a consigli del tipo"bella battaglia, ma sai meglio lasciar perdere dietro ci sono tanti interessi".

Non nego che politicamente è difficile portare avanti una battaglia in queste condizioni, basterebbe vedere come si è svuotata l'aula del Consiglio Regionale quando si è votata la legge sugli Ospedali Riuniti Pesaro -Fano per capire la "delicatezza" dell'argomento.
Una cosa è certa, senza una continua opera di informazione e denuncia come quella che è passata attraverso una lunga raccolta di firme per il rilancio del Santa Croce, oggi si sarebbe arrivati all'Ospedale Unico senza un minimo dibattito e i cittadini della nostra Provincia si sarebbero trovati di fronte ad una rivoluzione della sanità provinciale senza aver avuto la benché minima possibilità di conoscere cosa stava accadendo.
Bene, a Fano tra firme raccolte in strada, e gruppi Facebook siamo intorno alla 10.000 adesioni questa è una prima"rivolta" perché viene da cittadini disinteressati ai giochi della politica e attenti a salvaguardare un diritto ,quello alla salute troppo spesso campo di scontro di interessi e ambizioni politiche che niente hanno a che fare con la salute.
Il bandolo della matassa sta nella legge che istituisce l'Azienda Ospedali riuniti Marche Nord. Quella legge ha semplicemente messo nella mani della politica di chi la governa e di chi la condiziona la Sanità della nostra Provincia. Escludendo così territorio e suoi rappresentanti , salvo le previste, ma non vincolanti consultazioni di rito .
La legge parla di Ospedali riuniti ma appena è stata approvata è subito uscito fuori il progetto dell'Ospedale Unico, cosa che era stata negata dal centrosinistra prima ma denunciata dal sottoscritto.
In fase di dichiarazione di voto della legge regionale, visibile su Internet su Vimeo, chiesi in modo molto chiaro all’assessore Mezzolani di pronunciarsi sull'Ospedale Unico. Non l'ha fatto salvo poi una volta incassato il voto favorevole del'Assemblea Legislativa- il mio voto è stato contrario- annunciare, senza alcun preavviso in conferenza stampa la costruzione dell'Ospedale Unico in tempi brevi.
Ora sembra che alcuni siano rassegnati a subire l’ imposizione, prima mascherata oggi palese, di un Ospedale Unico senza sapere se è veramente necessario, quali elementi di eccellenza dovrà ospitare, quali tecnologie, se questa struttura è in grado di risolve il problema delle liste d'attesa e molto altro. L'unica cosa certa è che tra le risorse necessarie per costruire l'Ospedale Unico ci saranno quelle provenienti dalle alienazioni come prevedono alcune delibere di Giunta relative agli investimenti in edilizia e ammodernamento che parlano esplicitamente di "alienazioni sia del patrimonio disponibile che di quello attualmente non disponibile" per coprire gli impegni.
Anche per questo non è possibile la così detta "politica del doppio binario" come alcuni sostengono,(cioè tutelare il Santa Croce e allo stesso tempo avviarsi verso l’Ospedale unico) perché uno dei due binari -il Santa Croce-sarà “rimosso” in quanto la vendita della struttura è condizione necessaria per la costruzione dell'Ospedale Unico che a detta della Regione per voce dello stesso Presidente Spacca è previsto entro questa legislatura.
Siamo ancora in tempo per fermare un progetto che ha un'unica certezza quella di chi, comunque e ad ogni costo, "vuole costruire" senza dirci se serve o perché serve, dove sarà costruito, quali saranno le eccellenze, chi saranno i medici, qual'é il costo totale dell'operazione, chi farà(se non l'hanno già fatto) il progetto a chi appartiene il terreno dove sarà ubicato, cosa sarà costruito al posto dell'Ospedale Santa Croce e del San Salvatore di Pesaro.
Insieme a migliaia di cittadini( che con le firme, su facebook, sui blog attraverso un sondaggio telefonico gli scorsi mesi) sono convinto che se ci sono risorse economiche, debbano essere impegnate per un necessario rilancio dell'esistente ad iniziare dal Santa Croce di Fano.
I tempi tecnici ci sono ancora per evitare l’Operazione Ospedale Unico .Per fare questo sono pronto a sollevare una pacifica "rivolta" insieme a quanti e non si contano sulle dita di una mano, non ci stanno a subire l'ennesimo scippo alla città. Anche perché è bene ricordarlo che la proprietà della struttura del Santa Croce(che vale milioni di euro) è passata GRATUITAMENTE dal Comune all'USL n.3 che l'occupava "sine titulo" fino a qualche anno fa. I fanesi non staranno con le mani in mano a vedere costruire un Ospedale altrove con i propri soldi. L'appuntamento è a breve.