giovedì 24 gennaio 2013

PM10, "risolto" il problema. Facciamo finta di non sapere!


Oggetto: “Chiusura della centralina di rilevamento inquinamento atmosferico di via Montegrappa a Fano”
Il sottoscritto Consigliere regionale Giancarlo D’Anna
PREMESSO
che in data 15.01.13 il sottoscritto ha presentato l’interrogazione n°1093/13 avente per oggetto “Rete di rilevamento atmosferico: senza la validazione dei dati a rischio la salute dei cittadini di Pesaro, Fano e del resto delle Marche” con la quale si denunciava che, a seguito della mancata manutenzione delle cabine di rilevamento da parte delle Province, dal 9 gennaio scorso l’ARPAM non valida più i dati forniti dalle centraline;
che come specificato nella predetta interrogazione, il D.Lgs 155/10 all’art.1, comma 4 lett. h) cita “La rete di misura è soggetta alla gestione o al controllo pubblico. Il controllo pubblico è assicurato dalle Regioni o dalle Province autonome o, su delega, dalle agenzie regionali per la protezione dell'ambiente”;
che ad oggi la Regione Marche non ha ancora ottemperato a quanto disposto dal D.Lgs 155/10 in merito alla presa in carico della gestione della rete di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico, malgrado le reiterate comunicazioni delle Province circa l’impossibilità delle stesse di proseguire in tale attività oltre la fine del 2012.
CONSIDERATO
che nel corso del 2012 e anche nei primi giorni del 2013, sono stati accertati dalla rete di rilevamento distribuita nel territorio regionale superamenti delle soglie limite di legge per le polveri sottili ben oltre il numero di volte consentite ed in particolare l’impianto di rilevamento di via Montegrappa a Fano ha superato il predetto limite 58 volte contro le 35 permesse dalla vigente normativa;
che malgrado quanto sopra riportato, la Regione avrebbe intenzione di dismettere proprio la centralina di rilevamento di via Montegrappa a Fano, impianto ubicato in una zona abitata e interessata da un’alta intensità di traffico. La cabina di rilevamento è tra l’altro posizionata di fronte la Scuola Elementare Filippo Corridoni;
che la Dirigente del Settore Ambiente della Provincia di Pesaro Urbino Dott.ssa Elisabetta Cecchini, che fino al 2012 ha seguito gli impianti di rilevamento in oggetto, ha espresso tutta la sua contrarietà di fronte a tale scelta perché ancora una volta sarà il territorio della nostra Provincia a pagare per i tagli della spending review e i cittadini saranno privati del diritto riconosciuto dall’UE di conoscere i dati relativi all’aria che respirano. In pratica si vuole risolvere il problema dei superamenti dei limiti di legge evitando di raccogliere i dati utili e nascondendo gli sforamenti delle sostanze inquinanti alla popolazione;
che sempre secondo la Dottoressa Cecchini, lo stesso D. Lgs 155/10 non consente l’eliminazione di una centralina che per 4 anni consecutivi abbia registrato valori che superano i limiti di legge;
CONSIDERATO INOLTRE
che come pubblicato negli anni scorsi da settimanali nazionali, in Italia si è registrato un forte aumento di casi di tumori nella popolazione in età infantile e adolescenziale, passando dai 146,9 casi per milione del 1998 ai 172 casi per milione nel 2005. In particolare nelle Marche si è superata questa già elevata media nazionale con la registrazione di 174,1 casi di tumore per milione, un incremento pari al 38%;
che ricercatori e scienziati indicano nell’inquinamento atmosferico una delle cause dell’insorgenza di tali tumori, con particolare riferimento alla presenza di polveri sottili, benzene e smog nell’aria che respiriamo;
che a fronte di tale situazione la rete di rilevamento dell’inquinamento atmosferico regionale andrebbe sfruttata a pieno e addirittura potenziata nelle aree critiche del nostro territorio per la raccolta dati e la successiva ricerca di soluzioni volte a migliorare la qualità dell’aria che i cittadini respirano ogni giorno;
che negli ultimi mesi si è giustamente data molta risonanza a futuri impianti di produzione energia con impatto negativo per la salute dei cittadini ma poco o niente si è fatto per ridurre concretamente gli effetti e le conseguenze dell’annoso problema dell’inquinamento da Pm10
INTERPELLA
la Giunta Regionale per conoscere:
  • se la dismissione delle centraline come quella di Fano, sia una resa incondizionata alle polveri sottili e alle gravi conseguenze causate dagli inquinanti presenti nell’aria registrati dall’impianto stesso durante lo scorso anno in una zona abitata e interessata, tra l’altro, dalla presenza di edifici scolastici;
  • se la Regione, a fronte dei dati sull’inquinamento atmosferico rilevati dalle cabine nell’anno 2012 e nei primi giorni del 2013 con conseguente grave rischio per la popolazione esposta alla presenza di sostanze nocive per la salute, non ritenga necessario adottare provvedimenti immediati per ottemperare a quanto previsto dal D. Lgs 155/10 in merito alla gestione della rete e pensare altresì ad un suo potenziamento anziché alla dismissione di alcune importanti centraline.

lunedì 14 gennaio 2013

Salute, PM10 continuano gli sforamenti e l'indifferenza



INTERROGAZIONE
del Consigliere Regionale Giancarlo D’Anna
Oggetto: rete di rilevamento inquinamento atmosferico: senza la validazione dei dati a rischio la salute dei cittadini di Pesaro, Fano e del resto delle Marche.
Il sottoscritto Giancarlo D'Anna, Consigliere regionale delle Marche
PREMESSO
che il Dlgs 13 agosto 2010 n. 155 avente per oggetto “Qualità dell'aria ambiente - Attuazione direttiva 2008/50/Ce” all’art.1 cita:
Principi e finalità
1. Il presente decreto recepisce la direttiva 2008/50/Ce e sostituisce le disposizioni di attuazione della direttiva 2004/107/Ce, istituendo un quadro normativo unitario in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente finalizzato a:
a) individuare obiettivi di qualità dell'aria ambiente volti a evitare, prevenire o ridurre effetti nocivi per la salute umana e per l'ambiente nel suo complesso;
b) valutare la qualità dell'aria ambiente sulla base di metodi e criteri comuni su tutto il territorio nazionale;
c) ottenere informazioni sulla qualità dell'aria ambiente come base per individuare le misure da adottare per contrastare l'inquinamento e gli effetti nocivi dell'inquinamento sulla salute umana e sull'ambiente e per monitorare le tendenze a lungo termine, nonché i miglioramenti dovuti alle misure adottate;
d) mantenere la qualità dell'aria ambiente, laddove buona, e migliorarla negli altri casi;
e) garantire al pubblico le informazioni sulla qualità dell'aria ambiente;
omissis)
4. Il presente decreto si fonda sui seguenti principi:
a) il sistema di valutazione e gestione della qualità dell'aria rispetta ovunque standard qualitativi elevati ed omogenei al fine di assicurare un approccio uniforme su tutto il territorio nazionale e di assicurare che le stesse situazioni di inquinamento siano valutate e gestite in modo analogo;
b) il sistema di acquisizione, di trasmissione e di messa a disposizione dei dati e delle informazioni relativi alla valutazione della qualità dell'aria ambiente è organizzato in modo da rispondere alle esigenze di tempestività della conoscenza da parte di tutte le amministrazioni interessate e del pubblico e si basa su misurazioni e su altre tecniche di valutazione e su procedure funzionali a tali finalità secondo i canoni di efficienza, efficacia ed economicità omissis);

che il suddetto D.Lgs 155/10 all’art.1, comma 4 lett. h) cita “La rete di misura è soggetta alla gestione o al controllo pubblico. Il controllo pubblico è assicurato dalle Regioni o dalle Province autonome o, su delega, dalle agenzie regionali per la protezione dell'ambiente. Le stazioni di misurazione non soggette a tale gestione o controllo non sono utilizzate per le finalità del presente decreto”.

CONSIDERATO
che la Regione Marche con la DGR 84 del 31.01.12 recante “Determinazione criteri e modalità per il conferimento di contributi alle province per la gestione della rete di monitoraggio della qualità dell’aria ambiente” ha stabilito solo per gli anni 2011 e 2012 tali criteri;

che la Regione Marche con la DGR 377 del 26.03.12 con oggetto “Programma delle attività assegnate all’ARPAM per l’anno 2012 di competenza del Servizio Territorio Ambiente Energia” ha assegnato all’ARPAM tra l’altro:
Attività 1 (Biennale 2011-2012) Aria rete di monitoraggio - Formulazione di una proposta alla Regione sulle modalità per la gestione del sistema regionale della rete per il monitoraggio dell’aria.
Spetta all’Arpam:
omissis)
d) proporre alla Regione il processo procedurale e tecnico per il passaggio dalla gestione provinciale alla gestione regionale, omissis;

che il Dirigente Tutela delle Risorse Ambientali della Regione Marche con proprio Decreto n°27TRA del 20.12.12 ha concesso all’ARPAM un contributo pari a € 165.854,36 ai fini della gestione ordinaria della rete di monitoraggio della qualità dell’aria ambiente per parte del 2013;

che sempre nel Decreto 27TRA/12 è previsto che, affinché la Regione Marche ed eventualmente l’ARPAM, possa iniziare la gestione della rete di monitoraggio regionale ai sensi del D.Lgs. 155/2010 è necessario che vengano portate a termine alcune operazioni di natura tecnico-amministrativa e che nel frattempo era indispensabile che le Province continuassero la gestione delle stazioni di misurazione;

che nel medesimo decreto dirigenziale si evidenzia tuttavia che le Province delle Marche, con la sola eccezione di Macerata, hanno ripetutamente comunicato l’impossibilità di continuare la gestione della rete di monitoraggio oltre il 2012 e che L’ARPAM, a sua volta ha segnalato la criticità della rete di monitoraggio della qualità dell’aria per la possibile interruzione, da parte delle Province, dell’attività di manutenzione con conseguente impossibilità da parte dell’ARPAM stessa di validare i dati acquisiti;
che secondo notizie di stampa, a partire dal 9 gennaio scorso, a seguito della mancata manutenzione delle cabine di rilevamento da parte delle Province, l’ARPAM non valida più i dati forniti dalle centraline;
che nel corso del 2012 e anche nei primi giorni del 2013, sono stati accertati dalla rete di rilevamento distribuita nel territorio regionale superamenti delle soglie limite di legge per le polveri sottili ben oltre il numero di volte consentite. Ad esempio, la centralina di via Montegrappa a Fano ha superato il predetto limite 58 volte contro le 35 permesse;
che ad oggi, stante la situazione sopradescritta e malgrado le gravi conseguenze sulla salute dei cittadini causate dall’inquinamento atmosferico ed in particolare proprio dalle Pm10, tutti i dati raccolti dalle centraline di rilevamento non potranno più essere validati e utilizzati, con il rischio di incorrere anche in sanzioni da parte della Unione Europea.
INTERROGA
il Presidente della Giunta per conoscere
  • quali provvedimenti intenda adottare per ovviare al mancato rispetto da parte della Regione di quanto disposto dal D.Lgs 155/10 in merito alla presa in carico della gestione della rete di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico al fine di raccogliere le informazioni sulla qualità dell'aria e individuare le misure da adottare per contrastare gli effetti nocivi dell'inquinamento sulla salute umana e sull'ambiente.
Si richiede risposta orale
Ancona, lì 14.01.2013
IL CONSIGLIERE REGIONALE
Giancarlo D’Anna

venerdì 11 gennaio 2013

Nautofono tra buonsenso, realtà e sicurezza in mare.


Nautofono tra buonsenso, realtà e sicurezza in mare.

Si potrebbe obiettare , dopo quello che è accaduto, che è assurdo prima demolire un traliccio perché”non serve” e poi sostituirlo smentendone così la presunta inutilità.

L'obiettivo di far si che la sirena continui a suonare è stato raggiunto ed è quello che più conta.
Resta il fatto che quell'ausilio ai naviganti, perché di questo si tratta in primis, fondamentale in casi particolari come ad esempio neve nonostante i radar che in quel caso diventano ,per usare un gergo marinaro, “ciechi” necessita di essere posizionato all'imboccatura del porto cioè dov'era esattamente fino la scorsa settimana. Non all'interno del Marina dei Cesari. Il perché è presto detto. Il nautofono non segnala com'è stato detto erroneamente ieri sera in Consiglio comunale gli scogli, ma indica l'ingresso al porto. Quindi nel caso in cui ci sia un'avaria al radar, in caso di nebbia, in caso di mancanza di altri ausili tecnici chiunque si trovi in mare e deve rientrare non ha altri mezzi che il suono da seguire per rientrare in porto, nel caso in cui il suono diriga altrove allora si che si “va' sugli scogli!” Il mare non è una strada dove in caso di nebbia l'automobilista segue la segnaletica orizzontale o il fanale del mezzo che precede. Cosa farebbe un automobilista in mancanza di segnaletica e altri riferimenti in una situazione di assenza di visibilità?Servirebbe il navigatore? In mare c'è un ausilio in più:il nautofono. Quindi quello è il compito principale e salvavita della sirena. L'aspetto romantico ha un suo ruolo ma secondario seppur importante. Quindi bene il ravvedimento della pubblica amministrazione, bene il ripristino della sirena, ma dov'era per evitare che invece di essere un ausilio di sicurezza diventi l'esatto contrario.
Giancarlo D'Anna

giovedì 10 gennaio 2013

Una canzone per una batttaglia

Nautofono o sirena

http://www.occhioallanotizia.it/video/6014

Spacca ,il Picchio d'Oro e i servizi segreti


Spacca ,il Picchio d'Oro e i servizi segreti
Quella che il Presidente Spacca ha “venduto” come un'operazione per cui prendersi dei meriti e cioè l'acquisto da parte del Shandong Haevy Industry Group del gruppo Ferretti, tanto da assegnare il Picchio d'Oro della Regione Marche al Presidente del Gruppo cinese Tan Xuaguang( premio che dovrebbe essere conferito il giorno 12 gennaio durante il varo di un mega Yacth ad Ancona). Quella stessa “operazione”ha creato allarme degli 007 italiani che attraverso gli analisti del Dis (Dipartimento Informazione per la Sicurezza) segnalano, attraverso un report riservato, ma in parte reso noto dal quotidiano Repubblica in data odierna,alla Presidenza del Consiglio e al Copasir nel quale si evidenziano pericoli speculativi dei cinesi come “la recente acquisizione, a luglio, del 75% del gruppo Ferretti da parte della Shandong Group potente industria cinese di componentistica per auto”. Secondo il report dell'intelligence italiana i vertici cinesi avrebbero “l'intenzione di delocalizzare la produzione dei natanti Ferretti dall'Italia all'isola di Hinau (Cina) zona economica speciale per la Repubblica Popolare Cinese, mentre in Italia rimarrebbero solo linee di rimessaggio e manutenzione”.”Premiare chi oltre a calpestare i Diritti Umani, in Cina, in Tibet nel Turkestan Orientale oggi risulta un “pericolo” è assurdo.Rischi che personalmente avevo evidenziamo nel momento in cui ho contestato l'assegnazione del premio al Presidente della Shandong e che Spacca aveva negato. Dello stesso avviso non sono i servizi del Dis che denunciano”la sottrazione di tecnologie e know how e le perdite occupazionali, confermano i rischi connessi all'acquisto da parte di soggetti esteri di aziende nazionali”No al Picchio d'Oro a Tan Xuaguang.
Giancarlo D'Anna Consigliere Regionale e attivista dell'Associazione Italia-Tibet

sabato 5 gennaio 2013

D'Anna:Nautofono, ausilio fondamentale per la sicurezza in mare.



Dopo l'annunciata dismissione della “sirena” D'Anna:Nautofono, ausilio fondamentale per la sicurezza in mare.
Indispensabile in particolari condizioni metereologiche, parola dei Lupi di Mare.

Nella sua semplicità il nautofono -sirena della nebbia per i fanesi- è indispensabile per garantire, insieme ai radar, maggiore sicurezza in mare in particolari situazioni meteorologiche. Come hanno evidenziato alcuni esperti “lupi di Mare” fanesi anche attraverso la pagina di Facebook Manifesto per Fano in caso di neve il dispositivo radar non è sufficiente a garantire in sicuro ingresso al porto in quanto la neve non consente una lettura chiara e certa dello strumento a causa dei disturbi causati dal fenomeno atmosferico quali “l'assorbimento dell'energia di radiofrequenza con attenuazione degli echi dei bersagli e diminuzione della portata e la riflessione parziale dell'onda radar da parte della precipitazione, e quindi la presentazione del relativo eco sull'indicatore, rappresentante il clutter (confusione, disordine)vero e proprio.” . A questa realtà dobbiamo aggiungere l'eventualità di malfunzionamenti del radar e anche il caso di presenza di non esperti marinai, in quanto non professionisti, situazioni che troverebbero in caso di nebbia o neve un ausilio certo e presente in caso di necessità. Non si tratta quindi di un'operazione nostalgia la difesa del nautofono, anche se l'aspetto legato alla tradizione è molto sentito a Fano, ma un'operazione sicurezza che trova conferma non solo nella marineria ma anche fra gli uomini in divisa. La città di Fano, il suo porto già penalizzati da un mancato e completo dragaggio che di per sè mette a rischio l'incolumità dei naviganti non possono veder aumentare i fattori di rischio privandosi del nautofono. Non resta che un atto di responsabilità pubblico o privato, cioè dimostrare un'attenzione concreta agli uomini di mare sostenendo le eventuali spese di manutenzione del meccanismo di sicurezza in caso di nebbia o neve come richiesto dalle autorità competenti E' l'unico modo per salvare non la sirena ma la speranza per i marinai di avere un punto di riferimento indispensabile in momenti di serio rischio e pericolo.
Giancarlo D'Anna
Consigliere Regionale Marche

giovedì 3 gennaio 2013

CARCERI: D'ANNA SOLIDALE CON DI GIACOMO IN SCIOPERO FAME

Romagnoli, Di Giacomo, D'Anna ad una conferenza stampa


   (ANSA) - ANCONA, 3 GEN - Il consigliere regionale del Gruppo
misto Giancarlo D'Anna esprime ''solidarieta' a Aldo Di Giacomo,
rappresentante del Sappe il quale, per denunciare la grave
situazione delle carceri italiane, ha ripreso lo sciopero delle
fame, visto che le numerose denunce di situazioni di carenza di
personale della polizia penitenziaria, sovraffollamento, e
problematiche strutturali esposte nel corso degli anni non hanno
trovato ascolto''.
   ''A Di Giacomo col quale ho condiviso alcune iniziative e
battaglie, il mio sostegno e appoggio, alle autorita' competenti
- conclude D'Anna - il pressante invito a fissare un incontro
con l'esponente del Sappe per evitare che Di Giacomo continui la
sua protesta con lo sciopero della sete con gravi rischi per la
propria salute''.

mercoledì 2 gennaio 2013

Dialisi, D'Anna si fa portavoce delle denunce degli EmoDializzati



Da tempo l'ANED (Associazione Nazionale EmoDializzati) denuncia " carenze strutturali ,disagi, diminuzione posti letto, liste d'attesa " accompagnato da "uno svuotamento di di competenze plurispecialistiche" in diversi ospedali delle Marche iniziando dagli Ospedali di Urbino, Fano, San Benedetto del Tronto, Recanati, tanto da spingere l’ANED, (Associazione Nazionale Emodializzati con oltre 38000 soci in Italia) a chiedere all’Assessore alla Sanità Mezzolani -senza aver ottenuto risposte- e alla Direzione dell’ASUR di “smentire la notizia secondo la quale sarebbe in corso la programmazione e la realizzazione di progetti di collaborazione con il privato per la gestione assistenziale di alcuni Centri Dialisi della Regione, in particolare dell’Area Vasta 1. A tali progetti sarebbero particolarmente interessate multinazionali che operano nell’ambito della produzione e vendita di prodotti per dialisi.”
Queste denunce e preoccupazioni sono esposte ed evidenziate nell'interrogazione che segue.
INTERROGAZIONE
del Consigliere Regionale Giancarlo D’Anna
Oggetto: privatizzazione CAL (Centri assistenza limitata) dialisi e liste di attesa degli ambulatori nefrologici
Il sottoscritto Giancarlo D'Anna, Consigliere regionale delle Marche
PREMESSO


che il Piano Socio Sanitario Regionale 2012/2014, approvato dall’Assemblea Legislativa delle Marche con Deliberazione n°38/11, al punto I.2.1 dal titolo “La promozione della salute e la partecipazione del cittadino” cita:” Il presente Piano consolida e sviluppa con nuove iniziative il lavoro impostato nel triennio precedente relativamente agli obiettivi di miglioramento della salute e del benessere sociale, da conseguire attraverso la qualificazione dell’offerta dei servizi, la tutela delle fragilità, la promozione e la sicurezza della salute, la tutela dell’ambiente;

che il Piano Socio Sanitario suddetto al punto I.2.4 recante “La riduzione della mobilità passiva” cita:” Il fenomeno della mobilità sanitaria, sia all’interno sia, in particolare, all’esterno della Regione, rappresenta un importante segnale di allarme per il sistema sanitario, in quanto evidenzia o una situazione di carenza dell’offerta nei confronti di particolari bisogni espressi dai cittadini, o un ricorso improprio a forme di assistenza non sufficientemente governate. Laddove non giustificato da precise motivazioni di carattere clinico o organizzativo, devono essere quindi apportati i necessari correttivi per limitare tale fenomeno, sia con azioni di governo della domanda, sia con interventi di razionalizzazione dell’offerta;

che sempre il Piano Socio Sanitario 2012-2014 al punto VIII.3.6 - La rete nefrologica - cita:” La Regione Marche è da anni particolarmente attenta alle problematiche dei pazienti nefropatici e dializzati. Nella Regione Marche è presente da anni una rete nefro-dialitica capillare, tale da evitare ai pazienti eccessivi spostamenti e disagi (omissis).
L’impegno è quello di perseguire gli obiettivi posti nel PSR, tra i quali ricordiamo:
  • realizzazione di una rete assistenziale nefrologica integrata, capace di dare continuità dal distretto al presidio ospedaliero, in grado di “demedicalizzare” l’assistenza al nefropatico cronico e migliorare la presa in carico complessiva;
omissis)
  • monitoraggio continuo sia delle strutture che degli operatori con particolare attenzione al personale infermieristico, onde evitare, nei Centri Dialisi, un turn-over che non tenga conto dell’assoluta esigenza di peculiare specializzazione;
  • coinvolgimento delle Associazioni rappresentative degli emodializzati nelle decisioni inerenti le attività dei centri, la loro predisposizione, ristrutturazione e riconversione;
che la Legge Regionale 30 dicembre 1989 n. 33 recante “Organizzazione e disciplina delle strutture Nefro-Dialitiche nella Regione Marche” ha disciplinato l’istituzione ed il funzionamento delle unità operative dell'area di nefrologia.

CONSIDERATO
che i cittadini residenti nelle Marche sottoposti a dialisi sono circa 1300 di cui circa 1000 trattati in emodialisi presso strutture esterne e circa 300 trattati in peritonale a domicilio;
che la rete nefro-dialitica della Regione Marche, considerata una delle migliori a livello nazionale, è costituita quasi esclusivamente da centri pubblici ed, in particolare, da 20 Centri Dialisi pubblici (15 centri dialisi ospedalieri e 5 CAL/CAD) ed 1 centro privato ubicato a Falconara M.ma (dati ricavati dal Piano Socio Sanitario regionale 2012/2014);
che l’ANED, Associazione Nazionale Emodializzati con oltre 38000 soci in Italia, ha chiesto all’Assessore alla Sanità Mezzolani e alla Direzione dell’ASUR di smentire la notizia secondo la quale sarebbe in corso la programmazione e la realizzazione di progetti di collaborazione con il privato per la gestione assistenziale di alcuni Centri Dialisi della Regione, in particolare dell’Area Vasta 1. A tali progetti sarebbero particolarmente interessate multinazionali che operano nell’ambito della produzione e vendita di prodotti per dialisi.
CONSIDERATO INOLTRE
che per presunti obiettivi di risparmio, si sta assistendo al progressivo svuotamento delle competenze plurispecialistiche della maggior parte degli ospedali delle Marche (Urbino, Fano, San Benedetto del Tronto, Recanati, ecc), funzioni indispensabili a preservare la salute di tutti i pazienti, in particolare di quelli più fragili come i nefropatici;
che si sta assistendo ad un progressivo degrado della rete assistenziale nefro-dialitica regionale a causa di carenze strutturali, mancanza di manutenzioni e tagli del personale. In particolare per quanto riguarda quest’ultimo aspetto si rammenta che il personale medico e soprattutto quello infermieristico addetto ai suddetti centri necessita di un alto grado di specializzazione in considerazione della tipologia delle patologie affrontate e dei relativi protocolli di intervento;
che sono state segnalate all’ANED lunghe liste di attesa, a volte oltre un anno, per accedere a visite nefrologiche presso alcune strutture sanitarie marchigiane. Queste disfunzioni del sistema sanitario sono ancora più gravi nel caso di malattie dove la componente di medicina preventiva ha un’importanza fondamentale per ridurre o rallentare la cronicizzazione di gravi patologie che causano, oltre a sofferenze umane e sociali, anche un aggravio dei costi assistenziali;
che sempre secondo dati forniti dall’ANED, a causa di posti tecnici non utilizzati per mancanza di personale infermieristico specializzato, alcuni pazienti non sono stati trattati presso il proprio centro di riferimento e sono stati costretti per dializzare a migrare in località distanti dalla propria residenza. Tale situazione, oltre a causare un enorme disagio a pazienti costretti a sottoporsi a trattamenti almeno 3 volte a settimana, costituisce un ingente aggravio dei costi per il servizio sanitario che deve farsi carico anche del trasporto. Aggravio ancora più pesante quando il paziente viene dirottato presso strutture private convenzionate, come segnalato dall’ANED;
che, a fronte delle problematiche sopra descritte e nonostante le previsioni di un possibile aumento delle patologie nefrologiche soprattutto a causa dell’allungamento dell’aspettativa di vita della popolazione, il progetto del Nuovo Ospedale INRCA Ancona Sud prevede addirittura una diminuzione dei posti letto per dialisi che passeranno dagli attuali 16 + 1 (per urgenze) a 14.


INTERROGA
il Presidente della Giunta per conoscere
  • per quale motivo non è stata ancora data risposta alle domande dell’ANED in merito a presunte attività di programmazione e realizzazione di progetti di collaborazione con il privato per la gestione assistenziale di alcuni Centri Dialisi della Regione;
  • quali interventi la Giunta intende mettere in atto per porre rimedio al progressivo degrado della rete assistenziale nefro-dialitica regionale causato da carenze strutturali, mancanza di manutenzioni e tagli del personale;
  • quali interventi la Giunta intende intraprendere per ovviare ai gravi disagi causati dalle lunghe liste di attesa segnalate dall’ANED per accedere a visite nefrologiche presso alcune strutture sanitarie marchigiane;
  • se la Giunta intende intervenire per chiedere la modifica del progetto del Nuovo Ospedale INRCA Ancona Sud al fine di evitare la prevista diminuzione dei posti letto per dialisi.

Si richiede risposta orale
Ancona, lì 02.01.2013
Giancarlo D’Anna