venerdì 29 giugno 2012

MEDICI E TERRITORI IN RIVOLTA


SANITA', I MEDICI MINACCIANO SCIOPERO I CITTADINI SI ORGANIZZANO I TERRITORI SI SOLLEVANO.


D'ANNA,ASUR E AREE VASTE SI CONTRAPPONGONO. ECCO GLI EFFETTI DEL PIANO SOCIO SANITARIO.

L'operazione è riuscita ma il malato è morto. Mai detto fu più azzeccato per rappresentare la situazione che sta vivendo la sanità nelle Marche alla luce della “cura” del Piano Socio Sanitario.

Quei suggerimenti migliorativi, di associazioni, enti, volontari, sindacati emersi dalle centinaia di audizioni della Commissione Sanità, propedeutiche alla presentazione in Consiglio regionale, e rimaste lettera morta per la caparbietà di chi aveva redatto il Piano di non modificare quanto proposto, stanno tornando prepotentemente a galla tanto che non passa giorno che non ci siano proteste, incontri, manifestazioni alle quali troppo spesso si accodano tardivamente quanti quel Piano Socio Sanitario l'hanno condiviso.

Quanti sono stati tacciati di demagogia per aver denunciato l'incapacità del tardivo Piano (è arrivato in aula con tre anni di ritardo) di risolvere i problemi del mondo sanitario, oggi hanno perso il conto di quanti si sono accorti che quella cura e sbagliata con gravissime conseguenze per il “malato”.

Tanto che, consiglieri regionali di maggioranza, che quel Piano l'hanno votato “convintamente” oggi li vediamo presentare tardive interrogazioni alla Giunta piuttosto che interrogare se stessi sul perché hanno consentito, col loro voto, un'operazione tanto avversata dalla gente e oggi anche dai medici. Ma stesso discorso si potrebbe fare nei confronti di esponenti di diversi minoranza doppiogiochisti..

Infatti tra le lacrime di coccodrillo di chi quel Piano l'ha condiviso e venduto come la panacea di tutti i mali come stella polare della sanità del futuro, quotidianamente si sollevano le grida di realtà territoriali. Da quelle che ospitano i piccoli ospedali a quelle che hanno ospedali di medie dimensioni (piccoli anche quelli secondo il sottosegretario Polillo) come pure i medici delle Marche (aderenti ad una decina di sigle sindacali)arrivati a minacciare”azioni clamorose”mettendo in discussione precarietà,primariati senza concorsi, la non copertura del turn over dei medici che vanno in pensione, con tutto quello che comporta. E qui apro una parentesi che riguarda quanto rimane dell'Ospedale di Fano. Già perché alle evidenti penalizzazioni che il nosocomio fanese ha subito e continua a subire a vantaggio di Pesaro si devono aggiungere anche le questioni legate ,nel giro di breve tempo, al pensionamento di diversi primari che lavorano al Santa Croce, ospedale che contrariamente a Pesaro ha un numero elevato di primari che si avvicinano al pensionamento ed è evidente che la mancata sostituzione di questi ultimi sposterà ancora di più su Pesaro il controllo di quello che doveva essere una equa distribuzione di competenze e ruoli tra le due città.

Ma la cura Piano è fallita in modo evidente anche sulle competenze e sui rapporti tra Asur e Aree Vaste creando lotte interne e guai all'esterno, evidente conseguenza della mancata attribuzione di personalità giuridica alle Aree Vaste richiesta a più voci, proposta con emendamenti in consiglio e poi bocciata e oggi trasformata in proposta di legge sottoscritta dal coordinamento di Azione Marche composto da D'Anna, Romagnoli, Silvetti e Marangoni.

Se poi ci caliamo nella realtà della provincia di Pu la situazione è ancora più seria.

L'Azienda Marche Nord si sta rivelando per quella che era, cioè il rafforzamento della Azienda San Salvatore a discapito non tanto e non solo di Fano, principale vittima sacrificale come accadde all'ospedale Mondolfo a suo tempo, ma di tutto l'entroterra. Se ne stanno accorgendo anche quanti erano stati sconsigliati ad aderire all'individuazione di un'area per l'ospedale unico.

Non sappiamo se quell'ospedale sarà costruito, non c'è chiarezza su dove eventualmente sorgerà. Una cosa è certa, che dal punto di vista amministrativo l'ospedale unico già esiste ed è Marche Nord e se “complice”la crisi economica si deciderà, com'è previsto, di ridurre ulteriormente i posti letto e servizi a quel punto potremmo vedere i servizi accorpati in“vecchie” strutture e l'unica “grande novità” dopo tanto discutere sarà quanto è scolpito nel Piano Sanitario e cioè “Un'unica struttura per il livello minimo si cura e assistenza su Area Vasta”. Da questo ciclo vizioso se ne esce ridiscutendo Marche Nord e assegnando la personalità giuridica alle Aree Vaste. Il territorio deve prendersi il diritto di scegliere il proprio futuro.

Giancarlo D'Anna

Vice Presidente Commissione Sanità

lunedì 25 giugno 2012

Sanità e chiromanzia

Può il futuro della Sanità basarsi sui se, i ma, i forse?


Pare proprio che la Regione Marche si affidi alla combinazione astrale elaborata da Mezzolani-Otelma per la vicenda ospedale unico, e cioè :Se ci sono i fondi e se ci sono quanti sono e se quei pochi che potrebbero esserci il ministero ce li assegnerà.

Può sembrare una battuta ma in effetti è così , specie dopo le chiare parole del Sottosegretario Polillo a Pesaro il quale invitato nel capoluogo di provincia pensando di “fargli dire” che i soldi per l'ospedale unico, di cui Mezzolani e Ruta ci parlano da anni, sono pronti e disponibili, ha invece detto a chiare lettere che di soldi non ce ne sono e che comunque condivide le scelte di chi, come la regione Marche, chiude i piccoli ospedali (intendendo quelli di Pesaro e Fano, gli altri non li ha nemmeno tenuti in considerazione) per risparmiare. Una bella differenza dalla litania di questi ultimi anni in cui l'Ospedale Unico è stato “venduto” come l'avanguardia del futuro , di una scelta necessaria per fermare la mobilità passiva, di un richiamo nazionale e internazionale. E', ogni giorno di più chiaro, a chi non l'aveva capito o finto di non capire, che si tratta solo ed esclusivamente di un'operazione di risparmio. Se di risparmi si trattava su quello bisognava dibattere in modo chiaro, invece si è preferito confondere le acque, falsare il dibattito per poi imporre scelte impopolari trasferendo sulla crisi le responsabilità.

Ma c'è chi , come il sindaco di Pesaro, nonostante tutto che definisce l'incontro di Pesaro con Polillo:”un passo avanti perché il sottosegretario verificherà se ci sono i fondi”. Ma come ci avete assicurato per anni che i soldi c'erano e ci sono sempre stati e poi dopo aver “scelto” il sito aver “costruito” la stazione ferroviaria di Fosso Sejore, senza nemmeno chiedere l'autorizzazione e la disponibilità alle ferrovie, siete soddisfatti perché il governo verificherà se ci sono quei fondi che ci avete assicurato per anni e che sono stati la molla di quest'operazione?

Per quanto riguarda Mezzolani bastava guardare la sua faccia durante l'intervento del sottosegretario per capire l'imbarazzo. Imbarazzo in parte rientrato quando il Polillo ha detto in modo chiaro che l'operazione ospedale unico si può fare vendendo gli attuali ospedali di Pesaro e Fano. L'esatto contrario di quanto affermato fino ad oggi.

In tutto questo caos chi si romperà le ossa in modo definitivo saranno gli ospedali dell'entroterra, quegli ospedali che nel Piano di Area vasta dovrebbero rimanere di sicuro, ma in realtà come ha affermato Mezzolani, sempre a Pesaro, fino a quando si può. Visto che già dal prossimo autunno si prevede, dopo quella già avvenuta, un'ulteriore riduzione di posti letto per arrivare al 2,5 per mille abitanti, ci sarà poco da attendere.

Il Sindaco Aguzzi invece, sta prendendo atto che forse è più prudente prendere una posizione realistica rispetto a quella prospettata e così ha posto dubbi e domande.

Resta il fatto che a mio avviso tutta l'operazione vada ridiscussa e considerata. Ho sempre sostenuto che l'Operazione Ospedale Unico è servita a rafforzare l'Azienda preesistente cioè il San Salvatore. I tecnici sanno che è così, lo hanno sempre saputo come dimostrano alcuni verbali in cui la cosa è stata detta in modo esplicito. Al grande pubblico l'operazione è stata venduta in modo completamente diverso, Ospedale Unico come una sorta di Torrette 2 . Così non è e non sarà com'è emerso in modo chiaro dalle parole del sottosegretario. Occorre quindi ripensare al futuro della Sanità, nelle Marche come nella Provincia di PU alla luce degli obiettivi, dei parametri e delle risorse ,che sono sempre meno, del governo nazionale e delle scelte regionali. Lo si deve fare con una premessa:assegnare la personalità giuridica alle aree vaste. Ho già presentato insieme ai colleghi che aderiscono ad Azione Marche (Silvetti, Romagnoli del Fli e Marangoni di Popolo e Territorio) una proposta di legge in tal senso che sono disponibile a emendare se necessario col contributo degli altri colleghi, perché se non si parte da una partecipazione reale e condizionate del territorio si è costretti a subire le scelte che Ancona ci impone com'ha sempre fatto. Se dobbiamo decidere del futuro della sanità alla luce della situazione lo dobbiamo fare affidando la scelta a chi vive sul territorio. Tenendo conto che la Giunta Regionale con la delibera n.62 del 23 gennaio 2012 relativamente all'Ospedale Unico stabilisce di“riunire in un'unica struttura le realtà presenti sul territorio”a quel punto anche il futuro dell'Azienda Marche Nord è segnato ed è chiaro anche a chi tale percorso l'ha voluto,condiviso e giustificato che la sua costituzione è stata finalizzata solo e semplicemente per imporre scelte che oggi sempre più persone non condividono. A questo punto ripensare all'Azienda non è poi così assurdo. Tra tante cose sempre più chiare resta un mistero cioè. quali e quanti beni immobili saranno venduti sull'altare della politica sanitaria. E' una domanda alla quale Mezzolani non mi ha mai dato una risposta. Anche qui senza personalità giuridica saremo costretti a subire l'ennesima imposizione.

Quindi la battaglia continua e per quanto mi riguarda a difesa dell'autonomia decisionale dei territori, a favore di una sanità diffusa, accessibile e pubblica che tenga conto della situazione economica ma che non utilizzi la crisi economica per giustificare scelte che con la crisi non c'entrano un bel niente.

Giancarlo D'Anna

Vice Presidente Commissione Sanità

giovedì 21 giugno 2012

Centrali a Biogas, il mio intervento in Consiglio Regionale

Dal verbale del Cosiglio del 12 giugno 2012 sulla “Definizione delle linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili diverse dal solare fotovoltaico e moratoria per gli impianti a biomasse”




Giancarlo D’ANNA. Negli ultimi anni ho sentito molto parlare di sviluppo sostenibile e non ho mai visto una situazione così grave come quella che ci troviamo ad affrontare non solo nelle Marche ma in Italia e nel mondo intero.
Ancora una volta le chiacchiere hanno vinto sui fatti, molto spesso, infatti, si creano dei bisogni, si trovano le soluzioni a quei bisogni, ma alla fine chi ci guadagna sono sempre gli stessi.
Ne è una testimonianza quello che è accaduto per il fotovoltaico, basta andare a leggere gli atti della scorsa legislatura. Io allora, insieme a pochi altri, in tempi non sospetti, suggerii alcune proposte e alcune idee sulla questione appunto del fotovoltaico a terra. Portai come esempio la Puglia, una delle regioni che più delle altre è stata penalizzata a causa di un assalto inverosimile sia del fotovoltaico sia dell’eolico, che in parte non ha mai funzionato. Sì, perché l'appetito è sempre quello che riguarda gli incentivi. Non è che siamo diventati all'improvviso tutti ecologi o ecologisti, come nazione siamo diventati o rimasti un popolo di affaristi imprenditori. C’era una catena che funziona da sempre. Quale? Quella che parte dalle lobby che condizionano le scelte dalla Comunità europea al Governo nazionale, al Governo regionale, alle Province e ai Comuni. Infatti tutto quello che è accaduto con il fotovoltaico sta accadendo anche adesso con queste novità.


Novità che non a caso vengono fuori in momenti diversi, prima si fa il sacco con una cosa, poi si fa il sacco con un'altra e poi più avanti verranno proposte altre cose, peraltro già programmate, basta leggere quello che avviene in Comunità europea per capire che c'è la fregatura.
Non è un caso che in Italia, per esempio sul fotovoltaico, sono venuti ad investire soprattutto tedeschi e spagnoli, cioè banche tedesche e spagnole venute solo a prendere il nostro territorio pagando affitti profumati a chi non fa più reddito, perché la Comunità europea, guarda caso, prima di arrivare a questo punto ha massacrato la nostra agricoltura con una serie di interventi. Interventi che partono dal famoso set-aside di qualche anno fa, ovvero di quando davano all'agricoltore soldi per non coltivare, quindi abituandolo già a quello che sarebbe accaduto successivamente.
Quindici anni fa quando ero Consigliere comunale di opposizione a Fano una volta feci una ricerca per verificare quanto allora guadagnava il Comune di Fano con i suoi 1.400 ettari, facendo una media era venuto fuori che il Comune affittava a 34.500 lire all’ettaro invece la Comunità europea dava 500 mila lire per il set-aside. Quindi il Comune regalava 470 mila lire al privato per tenere fermo il terreno.
Sicchè il meccanismo è sempre lo stesso, poi, adesso, c’è un sacco di gente che casca dal pero.
C'è necessità di produrre energia, ma quella che abbiamo potrebbe anche essere sufficiente, se però venissero utilizzati strumenti che consentono di risparmiare le energie. Allora, ecco, forse sarebbe stato più opportuno che i Governi, le Regioni, i Comuni o anche la Comunità europea avessero finanziato di più interventi volti, ad esempio, a mantenere il calore o a trattenere il freddo o il fresco durante certi periodi. Invece no. Siccome il nostro è uno sviluppo sostenibile non andiamo a modificare quello che già c’è ma andiamo a creare qualcosa di nuovo, così il modello di sviluppo va avanti con la parola sostenibile, che, invece, sta diventando insostenibile.
Io sono contento, contrariamente a quanto accaduto con il fotovoltaico, che oggi qui in Aula ci sono delle persone che sollevano la questione autorizzazioni, se ci fossero state anche nella scorsa legislatura, quando appunto si parlava di fotovoltaico, forse qualche scempio in meno l’avremmo potuto evitare.
Non credo che oggi la condivisione da parte di tutti i Consiglieri ci sia solo perché c'è il pubblico, allora, forse è il caso di riaprire un percorso complessivo. Io ci sto a non far fare l'impianto vicino alle case, ci sto a non far mettere il fotovoltaico a terra a svantaggio di quello che può essere fatto sopra i tetti, però non ci sto, caro Assessore, che non vengano presi dei provvedimenti sulle polveri sottili perché lì le cose già ci sono e ci sono da dieci-venti anni.
Va bene bloccare quello che deve nascere, però, sant’Iddio, vogliamo prendere dei provvedimenti su quello che già c'è?!
Qualche mese fa feci un'interrogazione nella quale evidenziavo che più di altre regioni nella regione Marche c'è un incremento di tumori infantili, ebbene, i tumori infantili sono collegati anche alla presenza abnorme di polveri sottili.

Vogliamo fare o no un intervento serio sull'amianto, che già c'è, che ogni anno in Italia causa 3.500 morti il cui picco lo vedremo fra dieci anni? Vogliamo fare degli interventi cautelativi sull'elettrosmog e sulle correlate conseguenze? Ci sarà fra poco il raddoppio della linea Fano-Forlì, anche questo previsto già quindici anni fa, solo oggi stanno nascendo dei comitati.
Se la vera intenzione è quella non di tamponare bensì di guardare complessivamente la questione dell'ambiente allora ha un senso, altrimenti non si possono rincorrere i problemi, come sta succedendo adesso, sulla base di quanta gente o meno viene qui.
Il senso di responsabilità ci dice che la politica deve fare le scelte per il futuro.
Io non condivido il discorso che ha fatto il Consigliere Bugaro al cento per cento, però condivido quell’uno per cento di quando, riferendosi alla raffineria, dice: se c’è da fare un qualcosa preferisco metterla in un posto dove mi sento più tutelato.
Quindi è questo il nostro compito, non cercare di tamponare. Seppure, certo, oggi questa situazione dobbiamo tamponarla, però dobbiamo anche guardare in prospettiva, perché, ripeto, è giusto fermare quello che sta avvenendo, ma ancora più giusto è togliere di mezzo quello che già c’è, quello che fa male sul serio.
Andate a guardare sul territorio come sono aumentate determinate patologie collegate a quello che già c’è, cioè le polveri sottili e tutto il resto. Andatelo a chiedere a coloro che vivono vicino all’autostrada.
Insomma, bisogna essere corretti e concreti, quindi, la voglio mettere sul positivo, visto che questa mattina c’è condivisione su uno di questi argomenti, che certamente è importante, cerchiamo di fare un gruppo di lavoro, insieme alla Commissione e insieme agli uffici, da cui possa venir fuori una serie di iniziative per bloccare quello che prevedibilmente potrà causare danni in futuro, ma bonifichiamo da quello che già abbiamo oggi, da ciò che già sta proiettando danni per il futuro.
Credo che il senso di responsabilità faccia dire, sì, votiamo questa risoluzione, però veramente da domani – inteso proprio come giorno, quindi da domani che è mercoledì - mettiamo in piedi quel qualcosa che con il contributo di tutti riesca a guardare complessivamente le problematiche collegate all'ambiente e alla salute

mercoledì 20 giugno 2012

Sanità,Marche Nord la verità a galla.


Quando nel 2009 ed esattamente il 15 settembre alle 16.27 l'Assemblea Legislativa delle Marche si apprestava a votare la costituzione dell'Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord, all'improvviso come se fosse scattato l'allarme antincendio dei 40 consiglieri regionali presenti, ben 18 uscirono dall'aula consentendo così il voto positivo dell'assemblea ( 20 favorevoli, 2 contrari D'Anna e Bucciarelli)tutto il Pdl, escluso il sottoscritto uscì dall'aula in compagnia di tre esponenti del centrosinistra tra cui l'ex presidente del consiglio regionale Minardi.

Nei mesi precedenti la votazione, ci furono le audizioni della commissione Sanità propedeutiche la votazione in aula. Si tennero a Pesaro con l'obiettivo di ascoltare pareri e proposte dei sindaci sulla “costituenda” Azienda .Come confermano i verbali, pressoché inesistente la presenza dei Comuni invitati c'erano solo Urbino,Pesaro e Pergola il resto non si è visto ne sentito. In quella sede, e cito ancora il verbale il presidente della Commissione Lucchetti disse in modo molto chiaro che l'operazione serviva “per rafforzare lo status del San Salvatore perché non aveva i numeri e le caratteristiche dell'Azienda”

Se non si parte da qui difficilmente si capisce quello che sta avvenendo e quello che potrebbe accadere.

E' di questi giorni la notizia del rischio”commissariamento” dell'Azienda Marche Nord tanto che il Direttore Aldo Ricci, oramai più esperto di un politico scafato nel rigirare le frittate,si è esibito nel solito show delle eccellenze . In realtà la situazione è ben diversa se, l'assessore Parasecoli si dichiara a favore del ritorno di Marche Nord alla gestione Asur con relativo abbandono dello status di Azienda.

Ma il carico da 90 arriva dai dirigenti, quelli che secondo una circolare interna dovrebbero starsene buoni buoni. Ebbene costoro hanno “invitato l'assessore regionale alla sanità Almerino Mezzolani a incentivare gli investimenti in tecnologie e personale” evidentemente spinti dalla presa d'atto che alle promesse di trasformare Marche Nord in qualche cosa di completamente diverso dalla semplice unione di Pesaro e Fano si contrappone una realtà ben diversa che è quella che specifica in modo chiaro la Determina di Giunta regionale n. 62 del gennaio 2012 ove a pagina 6 dell'allegato si legge a proposito:”una unica realtà ospedaliera che concentri su di sé tutte le eccellenze attualmente esistenti”Una bella differenza dai proclami del passato nei quali si parlava di Marche Nord come di un muro per bloccare la mobilità passiva. Come di un Torrette 2. Oggi più modestamente si parla di Marche Nord e dell'Ospedale Unico come di una scelta necessaria per risparmiare..

Ma i dirigenti non ci stanno, tanto che nel loro comunicato precisano “Un ospedale che per carenza di personale non può esprimere tutte le proprie potenzialità tutto l'anno rischia di nascere male con conseguenze negative che possono diventare irreversibili.”Sante parole che in pochi hanno ostinatamente continuato a ripetere anno dopo anno specie nell'approssimarsi del periodo estivo.



Le conclusioni dei dirigenti però non convincono quando chiedono che:”il nuovo ospedale sia realizzato nel più breve tempo possibile”.Non convincono perché oltre alla determina 62 che prevede ”una unica realtà ospedaliera che concentri su di sé tutte le eccellenze attualmente esistenti”c'è il Piano Socio Sanitario ancora più chiaro quando stabilisce che che per Marche Nord si prevede:” la realizzazione di una struttura unica per la copertura del bisogno di cura e assistenza al livello minimo di area vasta”.Queste sono le “lastre “da esaminare, se si valutano quelle di altri non si riesce a curare il malato.

Ma il destino è già scritto e solo chi non si documenta o fa finta di non conoscere può continuare a sostenere il percorso intrapreso dalla regione Marche. Il destino è quello che vede risparmiare sul resto della regione ad iniziare dalla nostra provincia a vantaggio di Ancona dove il Piano Socio Sanitario prevede la concentrazione di ulteriori risorse che vanno ad aggiungersi all'attuale 70% del bilancio della sanità nel capoluogo di Regione . Il resto è alchimia, non solo politica. Se realmente si vuole incidere sulle scelte attuali e future è necessario che l'Area Vasta, le Aree Vaste, acquisiscano personalità giuridica come prevede una Proposta di Legge di cui sono primo firmatario. Senza Personalità giuridica saremo costretti a subire imposizioni dalla Regione com'è sempre accaduto e come quanto sta accanendo conferma , nero su bianco e non sulle ipotesi o fantasie.

Giancarlo D'Anna

Vice Presidente Commissione Sanità Marche

martedì 19 giugno 2012

Vicini ad Aldo Di Giacomo



Una recente manifestazione della Polizia Penitenziaria di Fossombrone
 Aldo Di Giacomo rappresentante del Sappe con cui di recente, insieme alla consigliere Franca Romagnoli , abbiamo tenuto una conferenza stampa ad Ancona sulle problematiche della polizia Penitenziaria e sul sovraffollamento delle carceri è stato ricoverato nella notte al Cardarelli di Campobasso in seguito ad un malore occorsogli nel 30° giorno di sciopero della fame. Sciopero messo in atto per denunciare la grave situazione delle carceri nelle Marche e nel resto d'Italia. Ad Aldo con il quale ho condiviso battaglia e obbiettivi un sincero abbraccio ed un invito a sospendere la sua protesta , protesta che, insieme ad altri, mi sento di portare avanti con una staffetta di scioperi della fame di uno o più giorni. Alle autorità competenti un forte appello a incontrare il prima possibile Di Giacomo per evitare ulteriori gravi conseguenze per la salute del Sindacalista del Sappe.


Giancarlo D'Anna

Consigliere regionale delle Marche

sabato 16 giugno 2012

  
(ANSA) - ANCONA, 16 GIU - ''L'assessore regionale alla Salute
Mezzolani e il dirigente Carmine Ruta sono latitanti con la
quinta commissione consiliare sanita' sul futuro dell'Area
Vasta'', ma Mezzolani ''non si fa scrupolo di partecipare ad un
incontro organizzato dal Pd sull'Ospedale Unico, portandosi
dietro Ruta, il direttore dell'Azienda Marche Nord Ricci e la
direttrice dell'Area Vasta Capalbo con l'obiettivo di cercare di
rinsaldare l'alleanza di centro sinistra in prospettiva delle
prossime elezioni comunali a Fano''. Cosi' in una nota il
consigliere regionale Giancarlo D'Anna (gruppo misto), vice
presidente della commissione sanita'.
   Anche il presidente della commissione Francesco Comi -
ricorda - aveva ricordato che l'organo consiliare e' quello
''chiamato a esprimere un parere finale sui Piani e che dalla
stampa sono emerse notizie che stanno suscitando preoccupazioni
diffuse'', sollecitando un incontro con l'assessore ''per
conoscere approfonditamente i contenuti delle proposte e
decidere insieme il lavoro da fare''. Ma Mezzolani ha ''snobbato
la commissione'' secondo D'Anna. ''Invece di risolvere i
problemi di una sanita' malata, ad iniziare dalle liste d'attesa
- insiste - assessore, direttori e dirigenti cercano di
risolvere i problemi di cui la coalizione di centro sinistra e'
malata. Ancora una volta i partiti prima dei cittadini''

venerdì 15 giugno 2012

Populismo sanità e acrobazie politiche.



FANO -Saranno finalmente “soffocate per sempre le voci populiste e demagogiche che confondono i cittadini” sull'Ospedale Unico Pesaro-Fano come si auspica il Vice Segretario Provinciale dell'UDC Del Vecchio che in un recente intervento ha affermato di essere “favorevole all'Ospedale Unico”, e contemporaneamente ha “sollecitato la regione Marche a fare presto ”anche in considerazione della “condivisione” di quel progetto? Leggendo il comunicato dell'assessore, i cittadini che Del Vecchio chiama a giudicare “populisti e demagoghi”, avranno le idee molto chiare su chi li prende per i fondelli.

Giancarlo D'Anna
Consigliere Regionale Marche

Di seguito la pubblicazione del comunicato del 2 luglio 2007 dell'assessore Davide Del Vecchio .





"Si fanno molte ipotesi sull’ospedale Unico proposto dalla Regione Marche per le città di Fano e Pesaro, la risposta dell’UDC di Fano è chiara NO GRAZIE. La Regione Marche che insieme a quattro altre regioni Italiane, è entrata nel poco nobile gruppo di Regioni con un extra deficit nel 2005 di ben 36 milioni di euro, sanati dal Governo amico, in barba alla palese violazione dell’art. 119, comma 6, Cost., ai sensi del quale lo Stato non dovrebbe poter garantire i prestiti contratti dalle Regioni, cosa che invece puntualmente fà, vorrebbe realizzare un costosissimo Ospedale Unico tra Fano e Pesaro, ci chiediamo con quali denari? Inoltre a quale fine? La Nostra opinione al riguardo è chiara, svendere i beni immobili della città di Fano e lasciare aperto il solo Ospedale di Pesaro magari potenziando alcuni reparti per la maggiore nuova utenza di cittadini della costa e della vallata del Metauro. E’ ormai palese che c’è uno smantellamento dei nostri Ospedali, Santa Croce ed Ospedali minori, prova né sia la chiusura di alcuni reparti con accorpamenti, la mancata sostituzione di Primari, la fuga di molti medici leader dai nostri ospedali, con la conseguenza che è in costante aumento il numero di viaggi della speranza che i cittadini fanno se hanno un problema di salute serio, prendendo la strada degli Ospedali della Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. La Regione Marche sempre più Ancona-Centrica, si dovrebbe occupare di migliorare le condizioni degli Ospedali della nostra Provincia, ad iniziare dalla assunzione di personale sempre più carente nelle strutture Ospedaliere Provinciali, come si può dare un servizio adeguato agli abitanti della nostra Vallata se nei nostri Ospedali ci sono circa metà degli infermieri e medici dei quali avremmo bisogno per fare ben funzionare i presidi Ospedalieri. Deve essere lodato quel personale Medico, infermieristico che per dare un servizio adeguato alle nostre strutture riduce le proprie ferie, e accumula ore di straordinario, per sopperire alle mancanze della Regione Marche. Nei prossimi mesi, ci saranno forti manifestazioni di protesta, sempre più dure, contro chi, Regione Marche in testa, pensa di potere scherzare con la salute dei cittadini della nostra Provincia Una Dirigenza Politica Regionale che incapace ad amministrare la Pubblica Sanità, dovrà coprire un nuovo enorme deficit sanitario, visto che già si parla di 175 milioni di euro di deficit complessivi per l’intero settore sanitario nel 2006, per cui di conseguenza, si prospettano nuove tasse per i cittadini Marchigiani".

giovedì 14 giugno 2012

mercoledì 13 giugno 2012

SANITA' BOLLENTE,3 MLN DI EURO AD UNA SOCIETA' PRIVATA.


Visto che la società in questione fa capo ai congiunti dei sindaco di Fossombrone, non si contesta la libertà e il diritto di privati congiunti di amministratori di avere attività come quella oggetto di questa interrogazione.Si chiedono chiarimenti e trasparenza sul percorso che ha affidato in prima istanza l'esclusiva regionale a Fisiosport della medicina dello sport .Non basta, sulla base di una vecchia convenzione si è precluso ad altri la stessa possibilità di offrire un servizio che tra l'altro potrebbe essere svolto anche dalla struttura pubblica.

INTERROGAZIONE

del Consigliere Regionale Giancarlo D’Anna



Oggetto: ACQUISTO DI PRESTAZIONI SPECIALISTICHE DA PRIVATI Fisiosport srl con sede a Fossombrone e Fano per € 3 milioni di euro in 10 anni.

Il sottoscritto Giancarlo D'Anna, Consigliere regionale delle Marche

PREMESSO

che l’art. 8 quater del D.Lgs n. 502/92, così come modificato dall’art. 8 del D.Lgs 229/1999, ha previsto che in presenza di una capacità produttiva superiore al fabbisogno, le Regioni e le USL, attraverso accordi contrattuali, siano tenute a porre a carico del SSN un volume di attività comunque non superiore a quello previsto dagli indirizzi di programmazione nazionale;

che la Legge n. 662/1996, ai fini del contenimento della spesa sanitaria, ha stabilito che la contrattazione dei piani annuali delle prestazioni sanitarie da erogarsi presso strutture pubbliche e private andasse realizzata con l'indicazione del limite massimo di spesa sostenibile;

che la Regione Marche con Legge n. 20/2000 ha disciplinato le procedure per la definizione degli accordi contrattuali ed, in particolare, ha stabilito che annualmente la Giunta regionale, con appositi atti, determini il volume massimo delle prestazioni da assicurare, il relativo corrispettivo preventivato e la remunerazione delle prestazioni secondo tariffe predeterminate;

che la DGR 1145 del 5.8.2003 stabilisce il limite massimo di spesa di ciascuna ASL con il fondo sanitario regionale per l’acquisto di prestazioni di specialistica ambulatoriale da privati nell’anno 2003. La stessa delibera prevede inoltre di riconoscere alle strutture o specialisti privati eroganti prestazioni di medicina dello sport tutte le prestazioni erogate, fatta salva una scala di sconti per l’importo eccedente il fatturato 2002;

che l’ASUR Marche, con la Direttiva n. 1/2008, ha dettato i criteri per la sottoscrizione degli accordi contrattuali con le strutture private accreditate e la L.R. n. 34/98 prevede che la procedura contrattuale con le strutture private sia condotta dall'Azienda USL in cui la struttura insiste.



CONSIDERATO



che nel territorio di competenza della ex USL 3 – Fano, ex Zona Territoriale n. 3 dell’ASUR, ha sede la struttura privata accreditata FISIOSPORT srl con sede legale a Fossombrone e due sedi operative ubicate rispettivamente a Fossombrone e Fano, entrambe accreditate nell’anno 2003 con decreti del Servizio Sanità della Regione Marche;



che la Fisiosport srl eroga da numerosi anni, attraverso accordi contrattuali con l’ASUR – Zona territoriale n. 3 di Fano, prestazioni ambulatoriali di Medicina dello Sport e di cardiologia nelle proprie strutture di Fano e Fossombrone, fino alla concorrenza del budget di circa complessivi € 363.291 /annui, limite massimo di spesa annua sostenibile con il fondo sanitario regionale per l’acquisto di prestazioni di specialistica ambulatoriale di Medicina dello Sport dal privato;







che il centro Fisiosport srl s'impegna ad erogare prestazioni ambulatoriali di medicina dello Sport agli iscritti al SSN dietro prescrizione su ricettario del SSN del medico di medicina Generale o del Pediatra di libera scelta o di medico Specialista di struttura pubblica. Il centro si impegna, altresì, ad erogare prestazioni anche a residenti in altre regioni d’Italia alle medesime condizioni dei residenti delle Marche.



CONSIDERATO INOLTRE

che nella Regione Marche vi sono altri centri specialistici accreditati per l’erogazione di prestazioni di Medicina dello Sport. Infatti, secondo quanto riportato nella DGR 1422 del 20.10.2008, nelle Marche sono presenti 42 strutture dedite alle attività ambulatoriali di cui 4 erogano prestazioni di medicina dello sport;



che sempre la DGR 1422 del 20.10.2008, nel documento istruttorio, riporta quanto segue: “ Negli anni 2004-2005 si è data una impostazione al rapporto con gli specialisti privati, con le DGR 797/04 e DGR 867/05, analoga a quella della DGR 1145/03. Per quanto riguarda il 2006 con nota del 10.02.2006 alle Associazioni di categoria dei privati (omissis) si è per tempo comunicato un mantenimento della impostazione degli anni precedenti e quindi il sostanziale mantenimento dei budget storici per le strutture private convenzionate eroganti prestazioni ambulatoriali. Si è poi tentato con più riunioni (omissis) di discutere con le Associazioni di categoria una proposta che avrebbe consentito maggiore attenzione alle priorità del sistema e una maggiore “equità” nella distribuzione del budget tra le diverse strutture, proposta non accettata (omissis).”



INTERROGA



il Presidente della Giunta per conoscere da quanti anni e le motivazioni per le quali, si sia assegnato l’intero budget regionale destinato ai privati per le prestazioni di medicina dello Sport e di cardiologia alla struttura privata Fisiosport srl di Fossombrone (a titolo esemplificativo, per l'anno 2009 sono stati attribuiti a Fisiosport srl complessivi euro 363.291, come da Determina ASUR n°939 del 5.10.2009) anziché distribuirlo tra le diverse strutture realizzando così una maggiore equità come già proposto nella DGR 1422/2008.Considerato che moltiplicando il budget annuale di oltre 360.000 euro in 10 anni Fisiosport avrebbe incamerato oltre 3 milioni di euro.

In relazione alla predetta DGR 1422/08, si chiede inoltre di conoscere le motivazioni per le quali non si sia dato seguito alla proposta del Servizio Sanitario regionale per addivenire ad una più equa distribuzione del budget tra le diverse strutture accreditate, rimettendosi invece al diniego delle associazioni di categoria del settore.

Se infine non ritiene che il servizio in questione, fino ad oggi affidato ai privati ,possa svolgersi nella struttura pubblica.









Giancarlo D’Anna

giovedì 7 giugno 2012

mercoledì 6 giugno 2012

ALTRO CHE RILANCIO, STANNO AFFOSSANDO IL SANTA CROCE.


Siamo pronti a tornare alla carica
LO CHIAMANO PIANO FERIE IN REALTA' CONTINUA LO SMANTELLAMENTO DEL SANTA CROCE DI FANO.


D'Anna, si perdono 16 posti tra lungodegenza e post acuzie fino a settembre



Lo chiamano pomposamente Piano Ferie estive 2012 dell'Ospedale Santa Croce ma in realtà si tratta di un Piano di svilimento del nosocomio al servizio della Vallata del Metauro e della città di Fano.

Può infatti chiamarsi Piano Ferie un periodo lungo 4 mesi di accorpamenti di reparti?

E' più semplicemente un piano tendente ad abituare i pazienti a servirsi di altre strutture, di altri medici, di una sanità diversa da quella a cui ci siamo abituati.

Con che faccia si presenteranno ai cittadini quanti ci hanno accusati di campanilismo nel momento in cui abbiamo e continuiamo a difendere il Santa Croce dal suo de potenziamento. Avranno il coraggio di guardare negli occhi quei cittadini ai quali hanno assicurato che non si depotenzia niente, anzi, all'Ospedale di Fano c'è e ci sarà di tutto e di più.

Ancora una volta carta canta. E dopo la “truffa” della nascita dell'azienda Marche Nord, attraverso la quale Fano è solo servita a mantenere in vita l'Azienda preesistente,il San Salvatore. Dopo il Piano Socio Sanitario che prevede “un nodo provinciale (Pesaro-Fano) per la copertura del bisogno di cura e assistenza al livello minimo di area vasta”. Oggi i fanfaroni trasversali della fanta-sanità devono prendere atto che andiamo al disotto del minimo di “cura e assistenza” con il così detto piano ferie.

A difesa del Santa Croce e delle Vallate del Meturo e del Cesano

Si tratta di un periodo lunghissimo :ben 4 mesi, ben 120 giorni, nei quali ci saranno i così detti accorpamenti di posti letto. Un periodo lunghissimo, senza precedenti e propedeutico a qeui cambiamenti tendenti a trasformare l'Ospedale di Fano un una struttura sempre meno attrattiva da giustificare nel prossimo futuro il suo ulteriore ridimensionamento, trasformazione o chiusura. Già perché oltre al disagio sono i numeri e le statistiche a fare le differenze nel momento in cui si decide a chi assegnare fondi, cosa tagliare, cosa eliminare. Impedire di “fare numeri” equivale a segnare il destino di una struttura, specie nel momento in cui, sulla base di quei numeri si decide il futuro della Sanità. Accorpare per 4 mesi, ad esempio il Post Acuzie (ex lungodegenza) e Geriatria perdendo 16 posti, indispensabili e utili , è indice di incapacità di tenere conto delle reali esigenze di chi, malato o famigliare, necessita di un servizio importante. Ma al caso eclatante appena citato si aggiungono i 9 posti in meno in medicina e qui oltre alle ferie la giustificazione si basa su alcuni lavori da effettuare nel reparto. Insomma l'Ospedale di Fano continua a portare la sua croce. Dalle camere operatorie profumatamente pagate e mai entrate in funzione, alle camere mortuarie pagate ma ancora inagibili tanto che attualmente le salme vengono esposte non nelle camere mortuarie, che dovrebbero essere le vecchie ristrutturate (i lavori sono fermi da 4 anni) ma bensì nelle stanze per il deposito, vestizione e tutto quello che precede l'esposizione delle salme. Una testimonianza che non si ha rispetto né per i vivi come per i defunti. Quella che alcuni hanno definito una battaglia di retroguardia è invece una battaglia morale contro cinismo,indifferenza ed affari. In molti dovrebbero rifletterci sopra, altri preso atto di quanto sta accadendo ,farebbero bene a dimettersi prima di essere “licenziati” dagli elettori.

martedì 5 giugno 2012

BRONZI, UN SEGNALE CHIARO



Bronzi di Pergola, una risoluzione dell'Assemblea Legislativa delle Marche afferma che la sede naturale deve essere il paese in cui, nel 1946, essi furono ritrovati. Il documento chiede che il Ministro competente che si pronunci in maniera definitiva sulla vicenda, tenendo conto della “competenza statale della materia” secondo il documento originario il Ministero avrebbe dovuto confermare quanto stabilito dalle precedenti sentenze sull'adozione delle sculture, senza specificare quali: se quelle a favore di Pergola o di Ancona. Poiché la prima sentenza, cronologicamente parlando, favoriva il Capoluogo di Regione sulla cittadina del pesarese, il Consigliere Giancarlo D'Anna, con un sub-emendamento approvato unanimemente, ha ottenuto che a Roma considerino solo le sentenze favorevoli all'assegnazione dei Bronzi alla città di Pergola. L'oggetto della disputa passa quindi dalla mani della Regione a quelle del Governo Centrale. Ribadisce D'Anna: “Pergola è il luogo deputato alla preservazione dei Bronzi”. E a chi afferma che si tratta di campanilismi, replica: “E' dovere della popolazione rivoltarsi contro qualsiasi sottrazione di beni comuni e territoriali. L'emendamento proposto delegava a Roma di esprimersi in modo definitivo basandosi sulle precedenti sentenze, ma senza specificare quali. Con la modifica approvata la Regione Marche chiede che al Ministero di prende in considerazione un solo sito: Pergola”.

sabato 2 giugno 2012

Quanti e quali sono gli edifici "vulnerabili" ad un evento sismico?


Oggetto: verifica rischio sismico edifici scolastici della Provincia di PU e delle Marche


Il sottoscritto Giancarlo D'Anna, Consigliere regionale delle Marche

PREMESSO

che tutta la penisola italiana e la Sicilia sono zone ad alta sismicità a causa dello scontro fra la zolla africana e quella eurasiatica;

che in particolare il territorio marchigiano è da sempre interessato da un’importante attività sismica sia per l’intensità che per frequenza. Infatti a partire dall’anno 1000 ad oggi, si possono contare circa venti eventi distruttivi con epicentro nel territorio marchigiano senza contare quelli con epicentro nelle regioni limitrofe che hanno prodotto danni anche nelle Marche;



CONSIDERATO



che nella Regione Marche sono presenti 1350 edifici scolastici di proprietà pubblica;

che dopo il terremoto nel Molise nel novembre 2002 e la strage nella scuola di San Giuliano fu introdotto l’obbligo di effettuare le verifiche di vulnerabilità sismica degli edifici strategici ai quali le scuole sono assimilabili (art. 2, comma 3, dell’Ordinanza Presidente Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003);

che le suddette verifiche avrebbero dovuto essere ultimate entro il 31.12.2003, termine più volte prorogato, in ultimo fino al 31.12.2012 (Decreto Legge 29 dicembre 2011 n. 216);

che l’Ordinanza 3274/03 non prevede che l’ente obbligato sia tenuto a comunicare ad altri l’esito della verifica e pertanto gli EE.LL. preposti potrebbero aver eseguito le verifiche e non averlo comunicato alla Regione;

che il possesso del certificato di abitabilità/agibilità non è esaustivo a valutare l’effettiva sicurezza strutturale dell’immobile se sottoposto a sollecitazioni dinamiche come avviene nel caso di un sisma, è possibile infatti che edifici in cemento armato, costruiti prima dell'entrata in vigore delle normative contro il rischio sismico, dispongano del certificato di agibilità ma non idonei a sostenere le sollecitazioni sismiche;

che per quanto sopra riportato, la Regione Marche non dispone di banche dati aggiornate e complete sulle verifiche di vulnerabilità sismica degli edifici pubblici, strumento considerato fondamentale per la prevenzione di disastri in caso di evento sismico





INTERROGA



Il Presidente della Giunta per conoscere:

Se alla luce di quanto esposto non intenda organizzare immediatamente un incontro con gli Enti proprietari delle strutture in questione per verificare quanti hanno adempiuto all'obbligo di verifica della vulnerabilità sismica degli edifici strategici (Ospedali, caserme..) ai quali le scuole sono assimilabili, in considerazione del fatto che tali controlli, originariamente previsti entro il 31.12.2003, sono stati con varie proroghe procrastinati al 31.12.2012 e che l'ordinanza non prevede che l'Ente sia tenuto a comunicare ad altri l'esito della verifica.

E conseguentemente, sulla base della reale e aggiornata situazione, prevedere un programma pluriennale di interventi che in modo definitivo mettano in sicurezza le strutture pubbliche ad iniziare da quelle scolastiche.





Giancarlo D’Anna