martedì 29 marzo 2011

DRAGAGGIO DEL PORTO,ULTIME DAL CONSIGLIO REGIONALE

Fermo restando l'accordo sulla tecnica del "desorbimento" per risolvere i problemi dei fanghi del porto di Fano, accordo che prevedeva tra l'altro inizio dei lavori di dragaggio a giugno prossimo. Il consigiere D'Anna, questa mattina in apertura dei lavori del consiglio Regionale, ha chiesto la parola per chiedere un intervento più tempestivo del dragaggio, in considerazione dell'ordinanza emessa dal comandante del porto di Fano che limita l'accesso al porto di imbarcazioni con un certo pescaggio mettendo potenzialmente a rischio, come è stato già evidenziato dagli operatori, una manifestazione importante come il Fano Yacth Festival. D'Anna ha chiesto di discutere una sua mozione sull'argomento. L'assesore Viventi si è detto pronto ad attivare i tecnici regionali, alla luce dell'ultima ordinanza, per una soluzione che riesca a garantire sia le attività della pesca come la manifestazione del FYF.


D'Anna ha apprezzato la tempestività della risposta in attesa di provvedimenti concreti per risolvere l'annoso problema.

LISIPPO: DAL LOS ANGELES TIMES AL LIBRO SUGLI SCANDALI DEL GETTY

.







Nel 2006 su invito del consigliere regionale D'Anna, Jason Felch, prestigioso giornalista del Los Angeles Times, visitò Fano per un'inchiesta che finì in prima pagina del quotidiano Californiano. (vedi foto allegate) Quel'inchiesta è finita in un libro che vedrà la luce entro un poi di mesi .Il primo capitolo è dedicato a Fano e lla storia del Lisippo. Ne ha parlato al telefono ieri Giancarlo D'Anna con Jason Felch. Un intero capitolo, il primo, dedicato a Fano e al Lisippo sul libro sugli scandali della Fondazione Getty in pubblicazione negli USA. Il Consigliere Regionale Pdl Giancarlo D'Anna è in contatto con Felch dopo che gli scorsi anni, in seguito una visita a Malibù rilanciò il dibattito sulla restituzione del Lisippo. .

Jason-prosegue D'Anna- mi ha assicurato una traduzione italiana del testo. "L'ho già invitato di nuovo a Fano in occasione della presentazione del libro".



Il ruolo del LA Times nella vicenda LIsippo è una pedina importante per far pressione nella battaglia morale per la restituzione dei reperti italiani.






Secondo il giornalista statunitense, le speranze di un rientro della staua dell'Atleta di Fano sono strettamente collegate al giudizio finale della magistratura italiana. In quel caso la Fondazione Getty avrebbe enormi difficoltà nel non restituire il capolavoro uscito illegalmente dall'Italia. E' opportuno ricordare infatti che la Fondazione Getty, dopo la morte del suo fondatore, ha vissuto momenti difficili che hanno portato ad una serie di dimissioni di personaggi di primo piano che hanno "appannato" il prestigio della Fondazione. In prima fila sulla battaglia "morale" per la restituzione dei beni acquistati illecitamente dal Getty, è da sempre il L.A.Times e il libro che Felch pubblicherà a breve va' in quella direzione. "credo- dichiara D'Anna- che da una parte la magistratura italiana, dall'altra l'opinione pubblica amercicana dall'altra, le pressioni del governo italiano, la visita del presidente Spacca e la nuova gestione della Fondazione Getty siano i presupposti per chiudere positivamente l'Odissea del Lisippo."

sabato 26 marzo 2011

GETTY: LISIPPO; D'ANNA, BRAVO SPACCA

Un sit in per il Lisippo
GETTY: LISIPPO; D'ANNA, BRAVO SPACCA (ANSA) - ANCONA, 26 MAR - ''Credo che il presidente Spacca abbia fatto molto bene a spingersi oltreoceano per rivendicare il diritto dell''Italia, delle Marche, ma sopratutto di Fano a veder restituita la statua del Lisippo''. Lo afferma il consigliere regionale del Pdl Giancarlo D'Anna. Spacca e' volato in Usa ''nel momento giusto, cioe' a ridosso della restituzione della Venere di Morgantina, e in un momento in cui la magistratura italiana una volta per tutte ha fatto chiarezza con l''istanza di sequestro della statua di Lisippo''. Di piu', il governatore e' partito ''con un mandato preciso dell''Assemblea legislativa'', che ha votato all''unanimita' una mozione proposta da D'Anna. ''Spacca ha fatto bene a invitare il direttore del Museo Getty nelle Marche, e' importante anche questo, nell'immediato come in prospettiva. Credo si debba riconoscere anche il merito di chi in questi lunghi anni ha caparbiamente lottato e tenuto vivo il dibattito sul Lisippo: Alberto Berardi, l'associazione Le Cento Citta', il giornalista del Los Angeles Times Jason Felch, che con la sua inchiesta ha contribuito alla battaglia morale per la restituzione dei beni illegalmente usciti dall'Italia''. ''Le battaglie perse sono quelle che non si combattono - conclude D'Anna - questa non e' ancora vinta ma siamo molto vicini''

mercoledì 23 marzo 2011

LISIPPO, INTERVISTA A GIANCARLO D'ANNA DOPO L'APPROVAZIONE DELLA MOZIONE

SANITA' MARCHE: ROBIN HOOD AL CONTRARIO TOGLIE AI POVERI PER DARE AI RICCHI.


D'ANNA DENUNCIA LE CONTRADDIZIONI DELLA GIUNTA REGIONALE.



“All'Azienda Marche Nord si tagliano gli infermieri ma si aumentano i dirigenti”



Con delibera n.288 dell'8 marzo 2011 la Giunta Regionale ha stabilito una forte diminuzione di spesa per il personale sanitario. !0 milioni di euro per il 2011 e altri 10 milioni per il 2012.

Una decisione pesantissima che inevitabilmente si ripercuoterà negativamente sul personale già ridotto al lumicino sopratutto quello infermieristico costretto a turni massacranti ed inevitabilmente pesanti saranno le ripercussioni sui cittadini. Tanto per fare un esempio comune in tutta la regione nei Pronto Soccorso.



La “rivoluzione” sulla sanità delle Marche è nuda. Un esempio di quello che accadrà viene dall'Inrca dove sono state accorpate dermatologia,urologia,day surgery, piede diabetico oltre a carenze di logopedisti e fisioterapisti come denunciano i sindacati.



In questo contesto la regione Marche taglia al pubblico ma sponsorizza il privato. Nella stessa seduta dell'8 marzo salta subito all'occhio un'altra delibera la 315 con cui la Giunta Regionale del Presidente Spacca assegna all'Istituto di Riabilitazione Santo Stefano S.p.a di Porto potenza Picena 35.282.951,85euro(TRENTACINQUEMILIONIDUECENTOOTTANTADUENOVECENTOCINQUANTUNO) per prestazioni di riabilitazione. Quasi l'intera cifra prevista di tagli al personale pubblico nell'anno corrente e nel prossimo. Insomma invece di investire nella sanità pubblica si rimpinguano le casse dei privati in un circolo vizioso dal quale la sanità pubblica esce con le ossa rotte.

Non vanno meglio quelle novità introdotte di recente come la neonata azienda Ospedaliera Marche Nord .Sono previsti tagli al personale per oltre due milioni di euro nei prossimi due anni. Ebbene anche in questo caso nello stesso giorno mentre si chiedevano tagli al personale la giunta con delibera 318 autorizzava l'istituzione di 3 posti di Dirigenti delle Professioni Sanitarie per 192.932,00 euro nella stessa Azienda Ospedaliera.



Giancarlo D'Anna

Vice Presidente Commissione Sanità

martedì 22 marzo 2011

LISIPPO,PASSA LA MOZIONE DI D'ANNA


L'Asssemblea Legislativa delle Marche ha votato all'unanimità la mozione presentata dal Cosigliere Regionale D'Anna sulla vicenda della restituzione della statua del Lisippo. D'Anna che alcuni anni orsono rilanciò la battaglia per la restituzione del capolavoro attribuito all'artista di Alessandro Magno, Lisippo. Dagli USA l'inviato del Los Angels Times, Jason Felch, invitato da D'Anna, visitò la città di Fano per un'inchiesta sul trafugamento della statua, articolo che finì sulla prima pagina del prestigioso quotidiano statunitense. Negli anni sulla vicenda, grazie ad un esposto dell'Associazione Cento Città, è intervenuta la magistratura italiana con un'istanza di sequesto del bene oggi negli USA nel museo Getty Villa di Malibù. La mozione di D'Anna di questa mattina vuol essere un supporto all'incontro di giovedi del presidente Spacca a Los Angeles per la restituzione dell'Atleta di Fano. Soddisfazione è stata espressa dal consigliere del Pdl.




il testo approvato:

MOZIONE URGENTE DI APPOGGIO ALLA MISSIONE DEL PRESIDENTE SPACCA A LOS ANGELES PER LA RESTITUZIONE DEL LISIPPO.









L'assemblea Legislativa delle Marche







preso atto con soddisfazione che dopo circa 30 anni torna in Italia la Venere di Morgantina , capolavoro facente parte del patrimonio Italiano illecitamente uscito dalla nostra Nazione e successivamente entrato a far parte della collezione Getty negli USA;



che il rientro della Venere è avvenuto grazie ad un intenso lavoro diplomatico che ha avuto come protagonisti i vari ministri che si sono succeduti alla Cultura;



che tra beni contesi dallo stato italiano ed ancora presenti ed esposti nella Getty Villa di Malibù ,California c'è l'Atleta di Fano meglio conosciuto come Lisippo;



che per il Lisippo,uscito illegalmente dall'Italia a metà degli anni '60 e che oggi,dopo tanti anni di continue battaglie, si aprono serie possibilità di rientro dopo che il Gip di Pesaro, Loredana Mussoni ha disposto la confisca della statua;



che la Regione Marche ha fatto la sua parte approvando nel 2006 una mozione ,votata all'unanimità dal consiglio, per la restituzione della statua, a cui è seguito un incontro a Roma di una delegazione di parlamentari marchigiani, l'assessore alla cultura della regione Marche e i Consiglieri regionali D'Anna e Mollaroli, con l'addetto Culturale dell'Ambasciata Americana Mark Smith e dal primo segretario della stessa Ambasciata Andersen per sollecitare la restituzione della statua;



che da qui a pochi giorni il Presidente Spacca si recherà negli USA a Los Angeles ove tra gli altri impegni si adopererà per dare continuità alla battaglia per la restituzione del Lisippo.







TUTTO CIO' PREMESSO







L'Assemblea Legislativa delle Marche condivide ed appoggia convintamente la missione negli USA del Presidente Spacca in rappresentanza dell'intera comunità delle Marchigiana, comunità che in questi decenni non ha mai smesso di battersi per la restituzione della statua del Lisippo attraverso una lunga serie di iniziative e che oggi, più che in passato crede che la restituzione dell'Atleta di Fano sia possibile.

lunedì 21 marzo 2011

D'ANNA, COSI' SI AMMAZZA IL SERVIZIO PUBBLICO SANITARIO.


SANITA': LA REGIONE PIANGE MISERIA MA ASSEGNA 35 MILIONI DI EURO AI PRIVATI.


D'ANNA, COSI' SI AMMAZZA IL SERVIZIO PUBBLICO.



35 milioni di euro a tanto ammonta per il 2010 l'accordo contrattuale tra Zona Territoriale n.8 e l'Istituto Santo Stefano S.p.a.



Non passa giorno senza un grido di allarme per i problemi legati alla Sanità pubblica. Dal disagio dei cittadini, costretti a lunghe liste d'attesa, ai malati,i disabili, i non autosufficienti,agli infermieri ,specie quelli a tempo determinato preoccupati per il loro futuro, agli stessi medici che costretti al silenzio subiscono decisioni non condivise ne condivisibili, agli stessi sindacati preoccupati per il futuro dei loro associati ai centri, minori dell'entroterra dove il rischio di ritrovarsi senza servizi, sempre più concentrati sulla costa, sta diventando una triste realtà..



Il ritornello della Regione Marche è sempre lo stesso: colpa dei tagli del governo nazionale . Si azzardano anche le cifre:80 milioni di tagli. In realtà non si tratta di tagli ma di mancati incrementi, che è cosa ben diversa, come diversa è la cifra.



La crisi economica diventa la chiave di volta per portare a termine alcune operazioni impopolari di cui si parla da anni. Una per tutte l'Ospedale Unico Pesaro Fano, in realtà l'Unico Ospedale della provincia di Pesaro sotto l'egida del San Salvatore di Pesaro altrimenti destinato a chiudere i battenti come azienda.



La crisi dunque giustifica tagli, accorpamenti, riduzione di personale, scarsità di materiale medico, qualità inferiore di materiale e di servizi. E' la crisi continuano a dirci.



Non c'è stata crisi per il Cup e per la cooperativa che lo gestisce visto che per quel centro di prenotazioni si spendono, con nessun reale effetto migliorativo delle risposte, 12 milioni di euro.



Ma non c'è crisi nemmeno per i privati convenzionati come l'Istituto di Riabilitazione Santo Stefano S.p.a. Di Porto Potenza Picena al quale con accordo contrattuale con la Zona territoriale n.8 di Civitanova Marche per “prestazioni di riabilitazione” nel 2010 sono stati dati 35.282.951,85 euro.



La Sanità pubblica piange miseria salvo poi versare nelle tasche di un solo privato oltre 35 milioni di euro per un solo anno.

Qui è in atto lo smantellamento della Sanità pubblica a vantaggio del privato. Il caso del Santo Stefano è solo un sintomo di una “malattia”più grave che vede la sanità pubblica attraverso una serie infinita di convenzioni spingere verso una sanità dove il privato la faccia da padrone e il malato da portatore sano di denaro.

La crisi c'è, ed è quella della mancanza di una seria e attenta politica sociale.



Giancarlo D'Anna

Vice Presidente Commissione Sanità Regione Marche

domenica 20 marzo 2011

UNICO OSPEDALE:SI TORNA A MANIFESTARE.



Se potessero parlare liberamente medici, infermieri e tutto il personale dell'Ospedale Santa Croce sarebbe chiaro a tutti quello che sta accadendo. Fano è servita solo come "organo" da trapiantare per la moribonda Azienda Ospedaliera San Salvatore.D'altra parte fu lo stesso Mezzolani nel 2009 a dichiarare che era necessario "rafforzare l'Aziena Ospedaliera San Salvatore perchè così com'era non avrebbe avuto ne numeri ne caratteristiche per andare avanti". L'azienda Ospedali Riuniti si ta rivelando propio questo . Manca di tutto a Fano: dal materiele al personale tra lo sconforto e il forzato silenzio del personale. Mentre venditori di fumo continuano a parlare, solo parlare, di future eccellenze, la sanità della nostra provincia precipita dalla costa all'entroterra. Tutti presi sul dove localizzare l'Unico futuro Ospedale della Provincia di PU.Cercando di convincere le popolazioni che serve una nuova struttura trascurando la cosa più importante in sanità cioè medici, infermieri e strumentazioni. L'Ospedale Unico è la madre di tutte le false promesse che una certa politica sempre meno credibile.C'è chi crede di avere ancora a che fare con un popolo disinformato ed ignorante. La gente non ci casca più.Il gioco sta venendo allo scoperto come gli interessi e gli interessati che ci stanno dietro. Occorre fermare chi da una parte dice di voler rilanciare la sanità pubblica e dall'altra nei fatti favorisce sempre di più il privato, convezionato o meno.Nelle prossime settimane chiederemo alla gente di scendere in piazza, chi rimmarrà a guardare sappia quale futuro l'aspetta.


Giancarlo D'Anna

venerdì 18 marzo 2011

LISIPPO.D'ANNA PRESENTA UNA MOZIONE DI APPOGGIO ALLA MISSIONE DI SPACCA



MOZIONE URGENTE DI APPOGGIO ALLA MISSIONE DEL PRESIDENTE SPACCA A LOS ANGELES PER LA RESTITUZIONE DEL LISIPPO.




L'assemblea Legislativa delle Marche



preso atto con soddisfazione che dopo circa 30 anni torna in Italia la Venere di Morgantina , capolavoro facente parte del patrimonio Italiano illecitamente uscito dalla nostra Nazione e successivamente entrato a far parte della collezione Getty negli USA;

che il rientro della Venere è avvenuto grazie ad un intenso lavoro diplomatico che ha avuto come protagonisti i vari ministri che si sono succeduti alla Cultura;

che tra beni contesi dallo stato italiano ed ancora presenti ed esposti nella Getty Villa di Malibù ,California c'è l'Atleta di Fano meglio conosciuto come Lisippo;

che per il Lisippo,uscito illegalmente dall'Italia a metà degli anni '60 e che oggi,dopo tanti anni di continue battaglie, si aprono serie possibilità di rientro dopo che il Gip di Pesaro, Loredana Mussoni ha disposto la confisca della statua;

che la Regione Marche ha fatto la sua parte approvando nel 2006 una mozione ,votata all'unanimità dal consiglio, per la restituzione della statua, a cui è seguito un incontro a Roma di una delegazione di parlamentari marchigiani, l'assessore alla cultura della regione Marche e i Consiglieri regionali D'Anna e Mollaroli, con l'addetto Culturale dell'Ambasciata Americana Mark Smith e dal primo segretario della stessa Ambasciata Andersen per sollecitare la restituzione della statua;

che da qui a pochi giorni il Presidente Spacca si recherà negli USA a Los Angeles ove tra gli altri impegni si adopererà per dare continuità alla battaglia per la restituzione del Lisippo.



TUTTO CIO' PREMESSO



L'Assemblea Legislativa delle Marche condivide ed appoggia convintamente la missione negli USA del Presidente Spacca in rappresentanza dell'intera comunità delle Marchigiana, comunità che in questi decenni non ha mai smesso di battersi per la restituzione della statua del Lisippo attraverso una lunga serie di iniziative e che oggi, più che in passato crede che la restituzione dell'Atleta di Fano sia possibile.

mercoledì 16 marzo 2011

SANITA' E DRAGAGGIO DEL PORTO ALLA RIBALTA.

LA BANDIERA DEI TRE COLORI

DRAGAGGIO DEL PORTO DI FANO – DICHIARAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA


D'Anna in Cosiglio Regionale



 

MOZIONE A CURA DEL CONSIGLIERE REGIONALE GIANCARLO D'ANNA




Considerato che:
Nonostante le continue rassicurazioni intercorse negli anni a tutt'oggi non si è provveduto ad un dragaggio definitivo e complessivo del Porto di Fano;

Che i dragaggi limitati all'imboccatura del porto di Fano riguardano una minima parte del problema;

Che da più parti la soluzione complessiva del dragaggio del porto è stata individuata nella costruzione di una vasca di colmata ad Ancona dove conferire quanto dragato a Fano e incompatibile col ripascimento;

Che la vasca di colmata è lungi da entrare in attività considerato che il bando di assegnazione dei lavori è stato emesso in questi giorni con la conseguenza di un ulteriore rinvio del conferimento dei fanghi con tempi che vanno da due a tre anni;

Che a Fano trattasi di massima emergenza considerati i rischi a persone ,cose e attività connessi alla presenza di fanghi;

Che il dragaggio del porto non è più rinviabile e potrebbe portare anche a problemi di ordine pubblico considerata l'esasperazione della marineria ;

Tutto ciò premesso


impegna il Presidente della Regione la Giunta Regionale:


ad assumere immediata ed idonea iniziativa presso il Governo Nazionale affinché sia immediatamente dichiarato lo stato di emergenza che contempli la nomina di un Commissario straordinario con poteri adeguati all’emergenza in atto;

di formulare una richiesta al Ministero dell'Ambiente affinché per la problematica del porto di Fano si valuti la possibilità di utilizzare risorse Programma di riassetto idrogeologico, del Cipe.

a disporre finanziamenti adeguati a sostenere le operazioni di dragaggio per tutte le strutture portuali di Fano attraverso immediate procedure per l’individuazione dei siti depositare temporaneamente il materiale da dragarsi in attesa della costruzione della vasca di colmata di Ancona o di eventuali operazioni di recupero e riutilizzo dei fanghi attraverso l'impiego di tecnologie di bonifica;


di assumere una serie di iniziative, con tutti gli enti e soggetti interessati, per considerare il problema legato alle operazioni di dragaggio un elemento periodico e come tale individuare sistemi e strutture di livello regionale che ne possano garantire una normale funzionalità in ogni periodo dell’anno.

martedì 15 marzo 2011

LIBIA: IN FUGA DA BENGASI, AMAREZZA PER MANCATO SOSTEGNO OCCIDENTALE

Tripoli, 15 mar. - (Adnkronos/Aki) - I leader della rivoluzione contro Muammar Gheddafi hanno promesso che combatteranno fino alla morte, ma sono molti i cittadini di Bengasi che stanno lasciando la citta' simbolo dell'opposizione per dirigersi verso il confine egiziano. Tra loro e' alta l'amarezza per il mancato sostegno dei Paesi occidentali ai ribelli, tra cui la tanto richiesta no-fly zone e gli equipaggiamenti militari per contrastare le truppe del Colonnello. ''Ci hanno traditi'', dice al quotidiano britannico 'Guardian' Ahmed Malen, uno dei volontari rivoluzionari anti-Gheddafi a Bengasi. ''Se ci uccidono tutti, l'Occidente avra' il nostro sangue sulle mani. Non credono nella liberta'. Sono dei codardi'', ha aggiunto. Anche la sconfitta di Ajdabiya, oggi conquistata dall'armata verde, segna l'ultima di una serie di citta' conquistate dai ribelli e poi rapidamente riprese dal regime di Gheddafi. Alcuni tra i 135mila residenti di Ajdabiya avevano gia' lasciato la citta' prima dell'arrivo delle truppe lealiste, altri si sono affrettati a farlo insieme ai ribelli. Molti a Bengasi temono le ritorsioni degli agenti del Colonnello e sostengono di non avere altra scelta se non battersi per la propria sopravvivenza.

lunedì 14 marzo 2011

DRAGAGGIO DEL PORTO,D'ANNA SCRIVE AL PREFETTO.




Un momento di una protesta dei marinai fanesi


Sua Eccellenza Prefetto di Pesaro Urbino


Dottor Attilio Visconti



Eccellenza,sin dal primo giorno del suo insediamento Lei si è subito contraddistinto per l'attenzione alla realtà della nostra Provincia. E' importante per la nostra comunità sapere che chi riveste un ruolo importante come il suo, sia pronto a recepire le istanze che vengano dal territorio.

Ho avuto modo, nell'incontro tenutosi nei suoi uffici,di apprezzare la sua concreta disponibilità ad adoperarsi per contribuire a risolvere i problemi che inevitabilmente si presentano.

Anche per questo chiedo il suo intervento per sbloccare una situazione che da troppo tempo si trascina e che riguarda una storica attività e categoria della Città della Fortuna, Fano: il dragaggio del Porto. Da troppi anni infatti, contrariamente al passato, non si è più effettuato un dragaggio completo del porto. La cosa comporta seri rischi per l'incolumità dei pescatori e della loro attività innanzi tutto, ma anche problemi per la cantieristica e per i servizi turistici, tanto che in passato un previsto progetto di collegamento turistico con la Croazia è “naufragato”proprio come conseguenza della presenza dei fanghi.

Non sono mancate negli anni interrogazioni, sollecitazioni, proposte agli enti competenti per una soluzione definitiva del decennale problema. L'unico risultato è stato il dragaggio dell'imboccatura, una “soluzione” inefficace perché limitata e relativa solo ad uno spazio del porto.

Nei giorni scorsi la marineria fanese è scesa in strada, giustamente, per protestare contro il protrarsi della pericolosa e dannosa situazione che se non risolta potrebbe significare la fine di una delle attività economiche storiche della città di Fano.

Eccellenza, faccio appello alla sua sensibilità e al ruolo che riveste affinché intervenga per contribuire a risolvere una situazione non più accettabile e che non i è trasformata in tragedia solo grazie alla professionalità ed esperienza dei nostri marinai. Sfidare oltre la sorte sarebbe troppo anche per loro.

Sicuro di un suo puntuale interessamento La ringrazio sentitamente.

Giancarlo D'Anna

Consigliere Regionale

sabato 12 marzo 2011

UNICO OSPEDALE: CONTINUA LA GARA A CHI LA SPARA PIU' GROSSA



D'Anna presenta alcune proposte per salvaguardare e rilanciare risparmiando le attuali strutture.


Nella gara a chi la spara più grossa su dove costruire l'Ospedale Unico( sarebbe meglio dire l'unico futuro ospedale della provincia di PU) i servizi del Santa Croce come quelli del San Salvatore vivono momenti di disagio mai visti prima per non parlare dell'entroterra.

La confusione regna sovrana. Il personale è confuso, demotivato, preoccupato non solo per il futuro ma anche per il presente. La parola d'ordine è risparmiare su tutto, dalle medicine alle siringhe per arrivare al personale con conseguente penalizzazione dei cittadini. Risparmiare forse per coprire la spesa di oltre 11 milioni di euro buttati nel Cup. Se ne stanno rendendo conto anche gli utenti ed in modo pesante come le cronache quotidiane denunciano. Ma si stanno rendendo conto anche alcuni amministratori pubblici che la questione Ospedale Unico esula dalla Sanità per sconfinare in altro e così iniziano i primi distinguo e marce indietro. In tutto questo rincorrersi di “proposte” conferenze stampa, incontri pubblici e segreti c'è chi gioca col futuro della sanità pensando più al proprio futuro e a quello delle lobby legate al business collegato alla costruzione dell'Unico Ospedale che rimarrà in provincia di Pesaro Urbino.(tutto il resto sarà trasformato in lungo degenze e riabilitazione). Per fermare questo progetto, quantomeno per cercare di fermarlo,ho presentato una serie di emendamenti mirati alla riqualificazione a al potenziamento tecnologico degli ospedali di Fano, Pesaro e Urbino, la salvaguardia delle strutture dell’entroterra, l’adeguamento dei pronto soccorso alle esigenze del territorio durante l'ultima seduta della V Commissione che aveva come oggetto il Piano Socio Sanitario 2010-2012 . Un maxi emendamento che sarà votato a breve in Consiglio Regionale e che prevede, oltre alla difesa degli ospedali esistenti. nell’ Area Vasta n.1

1 la necessità dell’avviamento dello screening neonatale su i ipertiroidismo congenito, fenilchetonuria fibrosi cistica con l’acquisto dello strumento tandem massa per il laboratorio di Fano”;

2) Realizzazione di strutture terapeutiche intermedie per minori e adolescenti con disturbi di personalità e supervisione del neuro psichiatra infantile;

3) Valorizzazione locale della rete ematodologica;

4) L’emergenza – urgenza pediatrica e neonatologica;

5) Salvaguardia dell’entroterra con potenziamento delle strutture;

6) Maggiore attenzione agli aspetti socio – sanitari che riguardano gli anziani;

7)

8) Assunzione nuovi veterinari in sostituzione di quelli andati in pensione;

9) un numero adeguato di posti letto per dializzati nell’ospedale di Fano e Pesaro, coprire la mancanza di infermieri del reparto garantire trattamenti dialitici extracorporei estivi per turisti;

10) Allargamento centri diurni per i malati di Alzheimer;

11) Prevedere una struttura per i malati di sclerosi laterale amiotrofica e contemporaneamente la presa in carico dei malati di SLA“

La tutela e il rilancio del ‘Centro Autistico Età Evolutiva Regione Marche’ dislocato presso l'Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile dell'Ospedale di Fano.

Giancarlo D'Anna

Vice presidente commissione Sanità

venerdì 11 marzo 2011

FANO, D'ANNA:IL DRAGAGGIO DEL PORTO NON E' PIU' RINVIABILE



 “Occorre dragare tutto e depositare in sito temporaneo. La vasca di colmata è lungi da venire, infatti prima di settembre non inizieranno i lavori il che vuol dire che la disponibilità di quel sito slitta al 2012 se non ci sono ulteriori problemi. Resta il fatto che il dragaggio non è più rinviabile. La proposta del sito temporaneo l'avevo fatta, inascoltato, già due anni fa. E' chiaro questa è una soluzione più costosa del conferimento diretto nella vasca di colmata. Ma quella vasca, nonostante garanzie, promesse, interessamenti veri o fasulli non è ancora pronta e non c'è certezza che una volta pronta possa ospitare tutto quanto dragato a Fano. Giusta quindi la protesta della marineria. Il rischio è serio ed aspettare oltre sarebbe folle. La Regione si è presa degli impegni che ancora una volta non ha mantenuto. Si ricordi la Regione Marche, oltre la moretta, di chi quella bevanda l'ha fatta conoscere con un lavoro duro: la marineria di Fano. Attendere ancora non è più tollerabile, si mette a rischio non solo un settore, ma anche l'incolumità di chi l'esercita.

giovedì 10 marzo 2011

TRASPORTO SANITARIO, VIA LIBERA COMMISSIONE


TRASPORTO SANITARIO, VIA LIBERA COMMISSIONE A PDL (ANSA) - ANCONA, 10 MAR - Con l'approvazione all''unanimita' e' terminato questa mattina in quinta commissione salute l'iter della proposta di legge sulla gestione del trasporto sanitario. ''Si conclude positivamente la prima fase di aggiornamento del sistema regionale del trasporto sanitario - ha detto il presidente Francesco Comi (Pd) -. Ringrazio per il contributo pragmatico e costruttivo il vicepresidente, tutti i consiglieri, i funzionari, i rappresentanti dell''Anpas, delle Misericordie, delle Croci, delle imprese private. Da domani lavoreremo insieme a tutti i soggetti interessati per predisporre nuovi regolamenti per l''affidamento diretto dei servizi e per i bandi di gara''. La pdl 79/2011, a firma di tutti i commissari, modifica e integra la legge regionale 36 del 1998 ed e'il risultato di un percorso di mediazione e confronto avviato nel mese di febbraio con il mondo del volontariato e i soggetti privati, in collaborazione con l'assessorato alla salute e gli uffici legali. Comi e il vicepresidente Giancarlo D'Anna (Pdl), con il contributo del Dipartimento politiche comunitarie del Consiglio dei ministri, hanno riaperto la trattativa con i servizi della Commissione europea che si e'' conclusa positivamente a Bruxelles il 17 febbraio. La nuova legge rispetta le direttive comunitarie distinguendo i servizi di trasporto sanitario e prevalentemente sanitario da quelli non prevalentemente sanitari. Alla prima tipologia appartengono tutti i trasporti di emergenza, urgenza e quelli per i quali sia necessaria a bordo del mezzo la presenza di personale sanitario o adeguatamente formato. Tutti gli altri tipi di servizi rientrano nella categoria del non prevalentemente sanitario. Il contributo del volontariato sara' tutelato dalla clausola che prevede l'affidamento diretto per il sanitario e il prevalentemente sanitario, a condizione che le prestazioni non vadano oltre il costo effettivamente sostenuto. Procedure di evidenza pubblica, basate in via prioritaria sulla non sovra-compensazione dei costi, saranno previste per il trasporto non-prevalentemente sanitario, categoria al centro della procedura di pre-infrazione avviata e ora sospesa dalla Ue.

mercoledì 9 marzo 2011

10 MARZO 2011. 52° ANNIVERSARIO DELL’INSURREZIONE DI LHASA


Il 10 marzo 1959 l’esercito di Pechino stroncò la rivolta dei tibetani, dal 1950 sotto il giogo della repressione cinese, nel sangue: 87.000 civili furono uccisi e migliaia furono incarcerati. Il Dalai Lama fu costretto a lasciare il Tibet e chiese asilo politico in India.



Nel marzo 2008, i tibetani esasperati dai continui soprusi e dalla negazione di ogni fondamentale libertà, insorsero con una serie di manifestazioni spontanee a Lhasa e in tutto il Tibet. I cinesi risposero con brutalità: i morti furono centinaia e, a tutt’oggi, si contano oltre 8.000 arresti.


La repressione continua ma non ferma la lotta per il TIBET LIBERO.

EMERGENZA MALTEMPO CONSIGLIO REGIONALE STRAORDINARIO


L'Assemblea legislativa regionale è convocata per Giovedì 10 marzo 2011 alle ore 10.00 presso l'Aula dell'Assemblea legislativa di via Tiziano n. 44, Ancona per discutere il seguente ordine del giorno:

Comunicazioni del Presidente della Giunta Regionale in ordine alla emergenza alluvione nella ns regione.

lunedì 7 marzo 2011

CAMERA MORTUARIA DEL SANTA CROCE ANCORA PROBLEMI.


Nove salme in uno spazio previsto per sei. Un sovraffollamento in un luogo dove il grave e delicato momento richiederebbe un minimo di riservatezza. Così non è stato domenica 6 marzo presso nuova camera mortuaria di Fano. Quella nuova struttura,resa fruibile dopo lunghe battaglie e infiniti lavori(diverse le interrogazioni che presentai da consigliere comunale negli anni) che avrebbe dovuto risolvere i problemi di sovraffollamento che si verificavano nelle vecchie camere mortuarie.

Senza il restauro, previsto della Vecchia struttura, però, i problemi si spostano solo di qualche metro. Un storia infinita che spesso non viene sollevata, visto il momento che vivono i congiunti, ma che viene subita.

Perché i lavori di risistemazione dei vecchi locali sono bloccati? Si ripeterà la solita drammatica farsa di assegnazione dell'appalto, la partenza dei lavori e il successivo blocco? E' possibile che nemmeno da morti si riesca a lasciare questo mondo senza l'ultimo insensibile ostacolo burocratico?

Una lunga battaglia per far si che Fano potesse avere un luogo degno per dare l'ultimo saluto a parenti ed amici sembrava fosse finita con la costruzione della nuova struttura. Così non è stato. Rilanciamo l'offensiva per chiedere l'immediata ripresa dei lavori che consentiranno di avere gli spazi adeguati per ospitare i defunti che ci segnalano arrivano anche da fuori città .

Non si può aspettare

venerdì 4 marzo 2011

GIORNATA DELLE FERROVIE DIMENTICATE,D'ANNA: RILANCIARE LA FANO URBINO



Moderna,funzionale, accessibile,ecologica la Fano-Urbino che vogliamo

La Giornata delle Ferrovie Dimenticate quest'anno si svolgerà a Fossombrone domenica 6 marzo grazie all'organizzazione dell'Associazione Ferrovia della Valle del Metauro, oltre a proporre un interessante e qualificato dibattito l'evento coincide con un momento in cui la questione del trasporto è molto sentito. L'aumento delle patologie conseguenti la presenza delle PM10, le restrizioni conseguenti del traffico veicolare,l'impennata dei prezzi della benzina come del gasolio comportano problemi sanitari ed economici che coinvolgono cittadini ed amministratori.

Con la seria volontà di contribuire alla soluzione di questi problemi è necessario muoversi. La mobilità alternativa alla gomma, come il trasporto collettivo sono una seria ed efficace risposta ai seri problemi evidenziati. Gli esempi non mancano. In Val Venosta negli scorsi ani si assisteva ad un dibattito simile a quello sul ripristino della Fano-Urbino. Nonostante dubbi e contrarietà si è ritenuto che fosse giusto ed opportuno investire sul recupero della linea. Oggi i risultati hanno convinto anche i più feroci oppositori. I dati parlano chiaro la linea è frequentatissima da studenti, lavoratori, escursionisti e turisti tanto che addirittura si pensa ad un raddoppio della linea. Inoltre con il ripristino delle stazioni della “si è compiuto un passo significativo per la conservazione del patrimonio culturale della valle”.Un esempio e un'esperienza da prendere come riferimento.

A chi continua a vedere nel ripristino della Fano-Urbino un nostalgico ritorno al passato consigliamo una semplice sbirciata al sito internet della Ferrovia Merano-Malles. Ci si renderà conto che oggi la tecnologia consente di ridurre al minimo rumore, tempi di attesa, costi tutto a beneficio della comunità con riduzione di inquinamento, traffico e patologie ad essi collegati. Tutto vantaggio della qualità della vita. E' chiaro, il problema del finanziamento non è secondario ma in una provincia dove a vantaggio esclusivo di pochi investitori stranieri e di qualche proprietario locale che gli ha affittato i terreni, si è stuprato il territorio con impianti fotovoltaici a terra (i cui golosi profitti poi li paghiamo nella bolletta dell'energia elettrica) non sarebbe male se si investisse sul trasporto, sul recupero dei manufatti e sul loro utilizzo per scopi e fini a vantaggio dell'intera comunità. Questo progetto non esclude assolutamente un progetto di piste ciclabili che tranquillamente possono parallelamente convivere, a dovuta distanza, con la ferrovia.

giovedì 3 marzo 2011

OSPEDALE UNICO,D'ANNA: DI CHI SONO I TERRENI DELLE AREE PROPOSTE?





OSPEDALE UNICO: ALTRO CHE SANITA' E' UN BUSINESS.

La rilevante presenza nella nostra regione di una consistente mobilità passiva(31 milioni di euro nel 2009) è un chiaro segnale di inefficienza del sistema sanitario marchigiano. Così pure, nonostante gli 11 milioni di euro spesi per il Cup,l'irrisolto problema delle liste d'attesa.

Queste, oltre all'esigenza di ridurre i costi, alcune giustificazioni portate per sponsorizzare l'operazione Ospedale Unico. Le altre motivazioni riguardano la presunta vetustà degli Ospedali di Pesaro e Fano. Falso, a Pesaro come a Fano tutti sanno che dell'edificio originario poco resta, tutt'intorno,sono cresciuti negli anni nuovi reparti ed edifici, costati milioni di euro, come ad esempio di recente la rianimazione nella città di Rossini.

Anche la situazione dei posti letto indicati per Regione, 4 ogni mille abitanti, entrano nel dibattito dell'Ospedale Unico. Oggi le Marche hanno 4,12 posti letto per 1000.Le indicazioni prevedono all'interno del 4x1000 abitanti: 3,3 per i posti letti per acuti e lo 0,7 posti letto per post-acuzie e riabilitazione. La regione Marche ha fatto la scelta di accorpare le strutture per raggiungere questi obiettivi senza tener conto delle peculiarità ed esigenze dei territori.

Nella nostra provincia,si è partiti con l'operazione Azienda Marche Nord,( verbale della

seduta http://www.consiglio.marche.it/attivita/assemblea/sedute/scheda8.php?seduta=147&start=20) che ha registrato all'atto della sua votazione in Regione un fuggi fuggi (22 presenti, 18 assenti .risultato 20 favorevoli 2 contrari D'Anna e Procaccini)di numerosi consiglieri che hanno evitato di votare un atto che oggi consente di imporre la “scelta” di costruire un nuovo ed unico ospedale. Unico in tutti i sensi perché l'obiettivo finale della Regione Marche è quello di avere un UNICO ospedale per provincia con le eccellenze , quelle vere, quelle finanziate solo ad Ancona.

Non è una proposta è un obiettivo per raggiungere il quale si sono attuate tecniche consolidate di “falsi scopi”, “presunti obiettivi” e dibattiti, come nelle peggiori e demagogiche campagne elettorali. Così,mentre è in atto la “gara” a dove costruire l'Ospedale Unico, pochi si chiedono se quella è l'unica risposta ad una Sanità che non funziona e che deve ridurre i costi. Allo stesso tempo gli attuali ospedali Fano più di Pesaro ma anche Pesaro, con la nuova Azienda vivono enormi difficoltà che fanno ipotizzare ad alcuni il “fallimento” della neonata Azienda Marche Nord. Mentre non arrivano fondi alle strutture esistenti la Regione continua ad essere convenzionata con chi poi opera in strutture della vicina Romagna dove coi soldi dei marchigiani ci si arricchisce.

Io credo che una proposta diversa sia possibile. E' quella che vede innanzi tutto una reale attività di prevenzione. Più prevenzione vuol dire meno ricoveri ed automaticamente meno necessità di posti letto. Quanto è avvenuto ad con vari screening come ad esempio mammella o pap test sono esempi evidenti ed incontestabili di come la prevenzione possa incidere positivamente sui cittadini e poi sui costi della sanità. Stessa cosa non accade in altri settori di prevenzione ad esempio con lo screening del colon retto con la conseguenza che alcune situazioni risolvibili in fase iniziale sono diventate gravi per i pazienti e costose per il sistema sanitario. Oltre alla prevenzione servono medici e strumentazioni. Su questo si è investito poco nel corso degli anni, anche in quelli di vacche grasse. Con prevenzione, ottimi medici, tecnici ed infermieri, strumentazioni moderne si possono utilizzare le attuali strutture di Pesaro e Fano apportando, ove e se necessario modifiche o adeguamenti agli edifici esistenti,con enormi risparmi e meno consumo di territorio.

Insomma un Nuovo Ospedale non serve alla sanità della provincia di PU. Un nuovo ospedale serve,invece, sicuramente a mantenere quelle clientele che tanto danno hanno causato negli anni al sistema Italia.

Vigilerò ,vigileremo insieme al Comitato trasversale di cui faccio parte e verificheremo a chi appartengono i terreni delle aree proposte,come quelle confinanti, come sito per la costruzione dell'Ospedale Unico e li renderemo pubblici.

Non spaventano né intimoriscono attacchi politici,personali,pressioni,scomuniche nei confronti di chi, come noi ,documenti alla mano,è convinto della battaglia che sta conducendo per coerenza,convinzione per scelta. Anzi è l'esatto contrario. La battaglia dunque continua a difesa del Santa Croce senza trascurare l'entroterra che dall'Ospedale Unico sarà più penalizzato.



Giancarlo D'Anna

Vice Presidente Commissione Sanità

mercoledì 2 marzo 2011

D'ANNA:INDAGINI ,STUDI ED APPELLI INASCOLTATI.


IL RISCHIO IDROGEOLOGICO SI TRASFORMA IN TRAGEDIA.

Non sono mancati negli anni gli appelli, le denunce da parte di professionisti del settore, quelli di associazioni come Legambiente o dipartimenti, come quello della Protezione Civile sul rischio idrogeologico nelle Marche.

Lo scorso anno, presentai un'interrogazione  proprio sulla base di un'indagine dettagliata che identificava nell'82% dei comuni delle Marche abitazioni soggette a rischio idrogeologico e oltre il 70% presenta nelle stesse aree, fabbricati industriali con rischio in caso di allagamenti di sversamento di prodotti inquinanti. Evidenziai che solo il 9% dei comuni aveva avviato interventi di delocalizzazione di abitazioni nelle aree a rischio e che oltre il 70% dei comuni non svolge una mitigazione del rischi stesso. Tra questi, il 58 per cento delle amministrazioni non fa praticamente nulla per ridurre il rischio idrogeologico; che tale ricerca evidenzia una situazione pericolosa per cose, persone, ambiente e occupazione”. Alla luce di queste premesse presentai l'interrogazione al presidente della regione per “conoscere quali fattive iniziative e provvedimenti intendesse adottare per ridurre ed eliminare i rischi evidenziati dall’indagine Legambiente – dipartimento Protezione civile”.A quella interrogazione non c'è mai stata risposta. Oggi la risposta arriva nella sua tragica realtà. Ancora drammi, ancora danni a cose e persone. Si inizi una volta per tutte un percorso di messa in sicurezza delle zone esposte a maggior rischio.

Giancarlo D'Anna

Consigliere regionale Marche

martedì 1 marzo 2011

Che sia davvero cominciato il Terzo Millennio?




Un'immagine che ricorda la rivolta di Tienanmen.Un solo uomo ferma l'esercito.
Ormai, il malessere del mondo arabo sta toccando un po’ tutti i paesi di quell’area, dalla Giordania al Marocco. Certo, non dappertutto il disagio e le proteste hanno raggiunto il livello della Libia, dov’è ormai in atto una guerra, una guerra tribale travestita da guerra civile. Riguardo ad altri paesi, come Egitto, Tunisia e Algeria, il fatto che la Libia sia passata in questi giorni in primo piano ha consentito ai mass media del “nostro Occidente”, che di tutto hanno voglia meno che d’informarci in maniera compiuta, obiettiva ed esauriente al riguardo, di ridurre se non addirittura di eliminare le notizie.



Quanto all’Arabia Saudita e agli emirati del Golfo, è in atto un vero e proprio black-out in parte organizzato e gestito dai governi di quei paesi – nostri “sicuri alleati” oltre che fornitori di petrolio e partners in un’infinità di jointventures economiche e finanziarie –, in parte favorito dal desiderio dei nostri governi di metter tutto a tacere o di far trapelare il meno possibile, in attesa di una “normalizzazione”: eufemismo per repressione o per trasferimento di poteri in termini graditi alle nostre lobbies, che quei governi tirannici e corrotti hanno sempre sostenuto in quanto ci hanno sempre fatto eccellenti affari. Da questo quadro allarmante – che lo sarebbe molto di più se ci consentissero d’informarci a dovere – resta fuori, tra i paesi arabi, quasi completamente la sola Siria: e non tanto o non solo dato il «regime di polizia di Assad» (come qualche osservatore si è affrettato a sostenere), che non è affatto più duro di quanto non siano o non fossero quelli egiziano, o libico, o algerino, quanto perché quel paese gode obiettivamente di una situazione interna migliore dal punto di vista politico ed economico e il suo regime di un maggiore e più solido consenso.

Anche i tentativi di paragonare in qualche modo la situazione dei paesi arabi con quella iraniana, sfruttando una manifestazione episodica che aveva dato luogo nei giorni scorsi a un episodio di repressione, è risultato vano: per quanto lo stesso Obama vi si fosse buttato subito a pesce (a proposito: che ne è della signora Sakineh? Non più l’eroina di Bernard-Henri Lévi e dei nostri sindaci, tanto solleciti nei mesi scorsi ad adornare dei suoi posters i loro palazzi comunali?).

Il punto è che, evidentemente, l’agevolazione dei flussi migratori verso l’Europa non basta più a regimi divenuti da tempo impopolari per il grado di violenza e di corruzione che da troppi anni li distingue. Regimi che – con due mezze eccezioni per le due monarchie “semilluminate” di Giordania e di Marocco – sono tutti sostenuti dall’Occidente, cioè dagli Stati Uniti e dai paesi della Nato, nonché loro soci in affari.

Ma il malessere che ormai è esploso nei paesi arabi è con ogni probabilità soltanto l’avvìo di una nuova fase dell’equilibrio (o meglio, dello squilibrio) del mondo globalizzato.

Il rapporto tra i ricchi paesi occidentali, che gestiscono ormai il 90 per cento delle ricchezze mondiali e che si stanno perfino avventando sull’“oro azzurro”, l’acqua, per spogliare i popoli anche di quello, e il resto del mondo che vivacchia sul restante 10 per cento, era obiettivamente insostenibile da molti anni: ma è divenuto intollerabile oggi perché anche i più miserabili paesi del terzo e del quarto mondo dispongono di un’antenna parabolica o di un punto internet e sanno fin troppo bene quale scandaloso abisso divida il nostro benessere dalla loro indigenza. È quindi poi così strano che oggi siano gli arabi a insorgere chiedendo la restituzione di almeno parte delle loro ricchezze, a cominciare dal petrolio, scippate loro dalle nostre lobbies in combutta con i loro sciagurati governanti? Ma naturalmente queste sono verità troppo “complesse” (come direbbero i gestori dei mass media) per poter essere spiegate all’opinione pubblica.

Ed ecco quindi confezionate, a vantaggio di quest’ultima, delle contro verità semplici, chiare, convincenti. Vale a dire delle balle. Vediamone alcune, esposte in bell’ordine.

Prima. I popoli arabi si stanno muovendo in quanto hanno «fame di democrazia» e di «modernità» .

Entrambe intese naturalmente a modo nostro, secondo i nostri parametri: quella insomma del tipo che si sarebbe dovuta esportare (e che è stata parzialmente e formalmente esportata) in Iraq e in Afghanistan. I popoli arabi non vedono l’ora di viver come noi, di godere di “libere istituzioni”: ovviamente, i loro consumi resteranno bassi e le loro ricchezze continueranno a venir drenate fuori dai loro paesi, ma ciò è secondario.

Seconda (contraddittoria rispetto alla prima: il che è beninteso irrilevante per chi confeziona le balle dirette al nostro pubblico). Dietro a questi buoni e bravi cittadini arabi che protestano – i nostri governi hanno subito buttato a mare i loro ex-alleati, a cominciare da Gheddafi, quando hanno visto come buttava la faccenda… – e che non vogliono una libertà a modo loro, secondo la loro volontà e le loro tradizioni, bensì ne bramano una simile alla “nostra democrazia” o comunque compatibile con essa e con i nostri affari e interessi, potrebbero tuttavia celarsi ovviamente i due soliti comodi spaventapasseri: al-Qaeda e il non meglio specificato «fondamentalismo islamico». Insomma, le folle del Cairo, di Bengasi e di Tunisi (e anche quelle di Fez e di Sana’a) sono democratiche o fondamentaliste? In attesa di saperlo con maggiore chiarezza, il governo statunitense e quelli europei stanno manovrando per recuperare gli elementi “moderati” dei “vecchi regimi” (cioè i personaggi e le forze meno compromessi, in grado di riorganizzare attorno a loro un certo consenso e al tempo stesso disposti a riprendere, su una base più prudente, l’antica collaborazione) e assicurare un passaggio di poteri in grado di garantire che “tutto cambi restando come prima”.

Terza. Se in qualche paese, a cominciare dalla Libia, le cose resteranno troppo ingarbugliate (il che non si può permettere: in Libia c’è il petrolio), allora si potrebbe anche prendere in considerazione la tesi di un intervento militare “della comunità internazionale”. Ma attraverso quali forze, quali strumenti? I neoconservatori americani lo hanno già spiegato al pur riluttante presidente Obama: e i loro emuli europei (a cominciare da Berlusconi e dai suoi dipendenti aziendali dislocati nei ministeri degli esteri e della difesa) lo hanno diligentemente ripetuto. Le blande misure delle Nazioni Unite (non la chiusura degli spazi aerei, che sarebbe la più efficace e che con Gheddafi bisognava adottare subito per impedirgli di massacrare la sua gente: ma le solite inutili sanzioni) ben vengano, ma non sono troppo efficaci. Se si dovesse arrivare all’uso delle armi, strillano compatti neocons e teocons, bissiamo il brillante successo afghano: spediamoci i soldati statunitensi e i gurka della Nato; o dell’Unione Europea, che – ohimè per noi – è lo stesso che dire la Nato.

Ma un intervento militare delle Nazioni Unite, replicano alcune Anime Belle, non sarebbe più opportuno? Non offrirebbe maggiori garanzie d’imparzialità? Non avrebbe un po’ meno l’aria della spedizione neocolonialista, come purtroppo si è visto in Iraq e in Afghanistan? Impossibile, si replica prontamente nel nobile arco europeo delle Libertà che va da Sarkozy a Belpietro. Le Nazioni Unite, si sa, sono sempre state impotenti a risolvere alcunché.

Cosa poi tragicamente vera, visto il meccanismo infernale e castrante del loro Consiglio di sicurezza, con tanto di membri provvisti di diritto di veto. Il gioco di bussolotti, come si sa e si è spesso visto, è molto semplice.

Si fa una proposta: gli Stati Uniti, che non la gradiscono, oppongono il veto; la proposta rientra; dopo di che, gli Usa fanno quel che pare loro meglio con l’appoggio della Nato (come in Afghanistan nel 2001) o dei loro volonterosi amici, Italia compresa (come in Iraq nel 2003).

Fiabe, calunnie, menzogne.

Tuttavia, un dato nuovo c’è. Ormai i popoli arabi sono in moto, e se il sistema conservatore internazionale non riuscirà a imbrogliarli-imbrigliarli (con le promesse, con le minacce, con la proposta di nuovi “governi- fantoccio” alla loro testa), dietro a loro si moveranno altre realtà. Una nuova leadership nordafricana, ad esempio, potrebbe significare qualcosa non tanto per il mondo musulmano, quanto per il Continente Nero.

Che sia davvero cominciato il Terzo Millennio?
di Franco Cardini