mercoledì 31 ottobre 2007

PER FAVORE

SI IVITA A NON UTILIZZARE IL BLOG PER SCRIVERE FRASI OFFENSIVE O FARE PUBBLICITA' AD ASSOCIAZIONI E SITI.
SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE.

martedì 30 ottobre 2007

BOOM DI IMMIGRATI

Italia, è boom di immigrati-DAL CORRIERE DELLA SERA-
Sono 3 milioni 700 mila i regolari in Italia. Un numero aumentato del 21,6% in un anno
NOTIZIE CORRELATE
Il 6,1% del Pil realizzato da stranieri
Sempre più proprietari di case


Immigrati durante la messa (Eidon)
ROMA- Sono 3 milioni 700 mila gli immigrati regolari in Italia. Un numero aumentato del 21,6% - pari al 6,2% sulla popolazione complessiva (nell'Ue è il 5,6%) - in un anno e tale da collocare l'Italia, per ritmo di crescita, al vertice europeo. Lo stima il 17/o rapporto sull'immigrazione redatto dalla Caritas Italiana e dalla Fondazione Migrantes, presentato martedì.

Nel 2006 il trend di crescita (700 mila in un anno) è stato tale che, se sarà confermato, farà arrivare fra 20-30 anni gli stranieri a 10 milioni ed oltre. Novità di quest'anno, la presenza paritaria delle donne rispetto agli uomini (49,9%) e tale da essere maggioranza. Le uniche ad avere una prevalenza maschile sono solo Lombardia e Puglia. I minori sfiorano le 700 mila unità (18,4% del totale). Ogni 10 immigrati, 5 sono europei (la metà comunitari); 4 suddivisi fra africani e asiatici, 1 americano. L'aumento di 700 mila unità in un anno (un sesto rispetto all'anno precedente) è il numero complessivo di stranieri contati appena 5 anni fa, nel 2002. I rumeni, col 15,1% di presenza, è la comunità più numerosa; segue i marocchini (10,5%), gli albanesi (10,3%), gli ucraini (5,3%). Sei immigrati su 10 si trovano al nord; al centro c'è il 26,7%, al sud il 10,2% e nelle isole il 3,6%. In sei anni, dal 2000 al 2006, gli immigrati dall'Est sono saliti di 14 punti mentre l'Africa ne ha persi 5 e l'America 2.

Il rapporto segnala che negli ultimi due anni, la crescita «è stata fortissima» anche in assenza di regolarizzazioni ma facendo leva sulle quote di ingresso. Ad avere impresso questo ritmo sono il fabbisogno delle industrie e delle famiglie di manodopera aggiuntiva (540 mila domande), i ricongiungimenti familiari (poco meno di 100 mila) e le nuove nascite tra gli immigrati (quasi 60 mila). Se il ritmo di crescita continuerà anche nel biennio 2007-2008, la Lombardia passerebbe da 850 mila ad oltre un milione di presenze; il Veneto, l'Emilia Romagna e Roma supererebbero il mezzo milione di unità; il Piemonte sfiorerebbe le 400 mila, la Toscana le 350 mila. Sotto le 100 mila unità resterebbero solo il Trentino Alto Adige, l'Abruzzo, la Sardegna, la Basilicata, il Molise e la Valle d'Aosta.

Secondo un confronto tra dati ancora disomogenei, risulta che i primi cinque paesi di immigrazione europei sono la Germania (7.287.900 presenze), la Spagna (4.002.500), la Francia (3.263.200, ma sono dati relativi al 1999), il Regno Unito (3.066.100 presenze) e al quinto posto l'Italia con circa 2.300.000 presenze, un dato che però è sottostimato. Se dovessero essere confermate le stime più aggiornate della Caritas, l'Italia passerebbe immediatamente al terzo posto della classifica, subito dopo Germania e Spagna.

Gli occupati stranieri sono 1.348.000 (più della metà nei servizi e più di 1/3 nell'industria) - i 2/3 sono al nord - mentre i disoccupati sono 127 mila. L'aumento annuale dell' occupazione è stato di poco inferiore alle 200 mila unità; il tasso di attività è risultato essere del 73,7% (superiore di circa 12 punti di quello degli italiani), quello dell' occupazione dell'8,6%. Gli stranieri incidono per il 6,1% sul Pil; pagano quasi 1,87 miliardi di euro di tasse attraverso 2 milioni 300 mila dichiarazioni dei redditi. Più della metà delle donne (circa 700 mila) è impiegata nel lavoro domestico e di cura (molte lavorano in nero). Più di un quarto degli stranieri lavora in orari disagiati: il 19% la sera (dalle 20 alle 23), il 12% la notte (dopo le 23) e il 15% la domenica. L'85% lavora come dipendente. Gli imprenditori sono aumentati dell'8% (sono 141.393); per il 70% operano nel commercio e nelle costruzioni. Gli immigrati guadagnano in media 10.042 euro l'anno; nel 2006 le rimesse inviate dall'Italia hanno superato i 4,3 milioni di euro per una crescita annua dell'11,6%. La Romania, con 777 milioni di euro, è la prima destinazione dei flussi in uscita. L'atteggiamento degli immigrati nei confronti degli italiani è definito dal rapporto «benevolo»: la maggioranza afferma di stare bene in Italia; la difficoltà più grande riguarda trovare un affitto (57%). L'Ufficio nazionale antidiscriminazioni ha riscontrato lo scorso anno 218 casi di discriminazione razziale su 10 mila segnalazioni. Un matrimonio su 8 coinvolge ormai un cittadino straniero (solo nel 20% dei matrimoni misti sono protagoniste le donne italiane rispetto ai maschi); le coppie miste sono oltre 200 mila. Gli alunni stranieri sono oltre mezzo milione, il 5,6% della popolazione scolastica. Metà degli italiani continua ad essere contrario all'immigrazione anche se non è la prima loro preoccupazione, superata dalla precarietà del lavoro.


30 ottobre 2007

lunedì 29 ottobre 2007

IL SONDAGGIO: GLI ITALIANI VOGLIONO ANDARE A VOTARE E TU?

SONDAGGIO 'CORRIERE DELLA SERA', INCREDULITA' E SFIDUCIA MA ANCHE INTERESSE E PARTECIPAZIONE Roma, 29 ott. (Adnkronos)- Delusi dal governo, gli italiani spingono per nuove elezioni. Il 40 % dei nostri concittadini, infatti, vuole il voto anticipato, il 16% chiede un nuovo esecutivo. I dati arrivano da un sondaggio pubblicato oggi dal "Corriere della Sera" di Renato Mannheimer, docente di Analisi dell'opinione pubblica, Tecniche di analisi dell'opinione pubblica, Tecniche di rilevazione presso l'Universita' degli studi Milano-Bicocca. Nel sondaggio, Mannheimer, sondaggista ed analista delle tendenze elettorali per il quotidiano di Via Solferino, oltre che collaboratore della trasmissione Tv 'Porta a Porta', sottolinea che per il 40% degli italiani il governo deve dimettersi e bisogna fare nuove elezioni, per il 31% invece deve continuare il governo Prodi, per il 16% occorre cambiare governo senza nuove elezioni, mentre solo il 13% degli intervistati non sa rispondere. Entrando piu' nel particolare, inoltre, il sondaggio riferisce che il governo dovrebbe dimettersi e bisognerebbe fare nuove elezioni per 12% degli elettori del centrosinistra, per il 75% degli elettori del centrodestra, il 36% e' indeciso o si astiene. Occorre cambiare governo senza nuove elezioni per il 15% dei votanti del centrosinistra, per il 15% di quelli del centrodestra, il 19% si astiene o e' indeciso. Secondo il sondaggio, infine, deve continua il governo Prodi per il 66% degli elettori del centrosinistra, per il 7% di quelli del centrodestra, il 20% e' indeciso o si astiene.

venerdì 26 ottobre 2007

ALTRO CHE TELEVISIONE. GALERA PER AHMETOVIC

Rivoltante l’ipotesi che Ahmetovic, dopo aver ottenuto gli arresti domiciliari, sia “assistito” da un non meglio identificato “agente dei vip” nella stesura di un libro o di eventuali risposte ad interviste che alcune riviste si appresterebbero a fargli sulla morte dei quattro ragazzi di Appianano.

Dopo aver ucciso quattro giovani, segnato per sempre le famiglie e un’intera comunità quest’individuo si appresta a fare soldi con un libro, delle interviste e magari con qualche trasmissione televisiva.

Una provocazione inaccettabile. L’uomo deve andarsene in galera . Invece ora vive meglio di prima in un appartamento di un residence addirittura protetto dalle Forze dell’Ordine.

Inaccettabile sarebbe leggere o vedere lo zingaro, dopo quello che ha fatto, trattato come un divo dello spettacolo piuttosto che come uno che ha spezzato quattro giovani vite.

L’invito che rivolgiamo alla gente è quello di boicottare trasmissioni e riviste che si accingono a trasformare una tragedia in spettacolo.

giovedì 25 ottobre 2007

LA RIVOLUZIONE D'OTTOBRE

SENATO: E IN AULA SI DISCUTE DELLA RIVOLUZIONE D'OTTOBRE
- ROMA, 25 OTT - Nonostante l'aula del Senato sia nel pieno della votazione sugli emendamenti al decreto fiscale, a tenere banco nel dibattito tra maggioranza ed opposizione e' l'anniversario della rivoluzione d'ottobre. Ad aprire la discussione ci pensa Fosco Giannini, senatore di Rifondazione che una volta ottenuta la possibilita' di intervenire non ci pensa due volte a ''denunciare il servizio vergognoso del Tg2 sulla rivoluzione russa''. ''E' stato detto - spiega il senatore della minoranza del Prc - che la rivoluzione d'ottobre e' stata solamente un sanguinoso colpo di Stato, che ha prodotto un nuovo zarismo, che ha gettato la Russia nel sangue e nella violenza. Io - aggiunge Giannini mentre dai banchi della Cdl si alzavano cori di protesta - mi sono alzato in piedi per dire a tutti che questo servizio televisivo e' stato contro la democrazia, contro la storia e la civilta'. La rivoluzione d'ottobre e' stata tra i piu' grandi eventi della storia dell'umanita'''. Il senatore di Rifondazione non fa in tempo a terminare il suo intervento che dai banchi dell'opposizione partono le proteste

martedì 23 ottobre 2007

BATTAGLIA IN CONSIGLIO REGIONALE

REGIONI:CONSIGLIO MARCHE;INTERROGAZIONE DI D'ANNA,COMITATO SCHIEPPE CRITICA AMAGLIANI
(ANSA) - ANCONA, 23 OTT - E' stata particolarmente agitata la parte della seduta odierna del consiglio regionale delle Marche dedicata allo svolgimento di un'interrogazione di Giancarlo D'Anna (An) sulla centrale termoelettrica di Schieppe di Orciano. Il comitato che si oppone all'impianto, come aveva gia' fatto in altre occasioni, ha manifestato davanti alla sede dell'assemblea e poi e' entrato in aula, applaudendo in alcuni passaggi - quando il presidente Bucciarelli ha invitato i consiglieri a fare silenzio durante i lavori - e contestando vivacemente a piu' riprese l'assessore regionale all'ambiente Marco Amagliani. L'assessore ha difeso in particolare l'operato degli uffici regionali e ha sostenuto la legittimita' dell'autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Regione, nel dicembre 2006, corretta per ''un errore materiale'', ma annullata dalla soprintendenza per i beni architettonici, ambientali e del paesaggio. Secondo Amagliani, la soprintendenza non ha tenuto conto del fatto che si tratta di un'opera di pubblica utilita', indifferibile e urgente, e che, dato che serve alla produzione di energia elettrica, potrebbe anche essere esente dalle prescrizioni di base del Piano Paesistico Ambientale Regionale. Prescrizioni che sono state pero' comunque rispettate dalla Regione. ''Il provvedimento annullato - ha sottolineato - si proponeva di far convivere l'interesse pubblico della tutela del paesaggio con l'interesse pubblico derivato dalla necessita' di produrre energia da fonti rinnovabili, senza compromettere il paesaggio fluviale della vallata del Metauro''. L'impianto a biomasse di Schieppe - ha spiegato - avrebbe una potenza installata di circa 20 MW elettrici e potrebbe servire circa 48.500 utenze di tipo residenziale (circa 145.000 abitanti), senza produrre gas climalteranti. L'assessore ha ribadito la regolarita' e la correttezza ''sotto ogni profilo'' dell'azione svolta dalla Regione in altri passaggi della vicenda, compresa la non convocazione dei Comuni interessati durante una conferenza di servizi Aia, e gli approfondimenti svolti dal comitato tecnico per la legislazione della Regione. Argomenti che pero' non hanno convinto i rappresentanti del comitato, che hanno gridato ''buffone'' e ''venduto'' all'assessore. Nella replica D'Anna ha osservato che, al di la' dei vari ricorsi, il punto politico e' che ''il territorio e' contrario a questo progetto fatto alle sue spalle. Sulla carta e' un impianto a biomasse, ma la gente sa che in realta' e' un inceneritore. La valle del Metauro - ha aggiunto - vuole scegliere il suo modello di sviluppo. Quello e' un territorio a vocazione agricola e turistica''. D'Anna ha criticato l'assenza del presidente della giunta Gian Mario Spacca, ''che ha sempre evitato il confronto e anche oggi ha perso un'occazione''. ''Non siamo soddisfatti della risposta, ne' convinti della bonta' dell'impianto. Se e' cosi' utile - ha incalzato, rivolgendosi all'assessore, tra gli applausi del pubblico - lo costruisca nel suo territorio''.

giovedì 18 ottobre 2007

POLVERI SOTTILI DI LA TUA

AMBIENTE: SMOG; D'ANNA, SU POLVERI SOTTILI IMMOBILISMO PURO
(ANSA) - ANCONA, 18 OTT - La recente classifica di Legambiente-Sole 24 ore sulle province italiane piu' inquinate e' ''impietosa'' e le Marche ''non brillano rispetto al resto della nazione''. Ma, fa notare il consigliere regionale di An Giancarlo D'Anna, invece di valutare ''cosa seriamente si deve fare per ridurre al minimo polveri sottili, biossido d'azoto e altri inquinanti'', e' iniziata ''la gara sul giusto posizionamento nella 'classifica della vergogna'''. D'Anna ricorda di aver presentato, gia' diversi mesi fa, un'interrogazione nella quale chiedeva di conoscere la situazione delle polveri sottili nelle Marche e se la Regione non ritenesse utile convocare un incontro con i Comuni per ''inaugurare una nuova stagione di condivisione di obiettivi e strategie finalizzati alla riduzione delle polveri sottili e rilancio dei mezzi pubblici''. Ma, dice il consigliere, ad oggi non c'e' stata risposta. ''Nessun serio provvedimento. Tutti - continua - in attesa del vento che porti via le polveri, magari nel comune vicino. Immobilismo puro, mentre invece - conclude - occorre intervenire sulla mobilta', sui consumi energetici, sulle energie alternative''.

domenica 14 ottobre 2007

UNA MAREA DI GENTE A ROMA CON ALLEANZA NAZIONALE

Tanta gente non se l'aspettava nessuno. Forse nemmeno Ginfranco Fini. La realtà è che tanta gente ha voglia di destra e la destra di Alleanza Nazionale è quella che riesce ad attrarre gente anche in un momento di antipolitica.Tra i tanti c'era anche Alessandra Mussolini e numerosi Circoli della Libertà. Prove tecniche di partito unico?

lunedì 8 ottobre 2007

CHE GUEVARA ONORE DA DESTRA?

Quarant'anni fa veniva ucciso Che Guevara. Perché da fascista lo onoro

Quarant'anni fa veniva ucciso Che Guevara. Il comandante guerrigliero aveva cercato di esportare il fenomeno rivoluzionario cubano sia in Africa che in America Latina che, essendo egli argentino, considerava nella sua interezza un po' come la sua patria. I fuochi di guerriglia dovevano accendere la rivoluzione: è quel “fuochismo” che avrebbe affascinato Giangiacomo Feltrinelli, molto poco leninista ma romantico e garibaldino assai.

Il Che e i fascisti


In quarant'anni il Che è stato oggetto di tutte le svalutazioni possibili, è stato ridotto a logo pubblicitario, a simbolo di riconoscimento di tribu urbane ultracapitaliste. Allora, quando morì, ma anche prima, quando abbracciò il suo sogno rivoluzionario abbandonando un ministero a Cuba, Ernesto Guevara poteva contare su tante antipatie, molte delle quali tra i farisei del suo campo, ma anche di tante simpatie tra coloro che la stupida logica degli schemi vedeva come suoi avversari. Allora quando la demenza e la sclerosi del dogmatismo alla Tartuffe non era di moda tra gli eredi delle rivoluzioni nazionali, furono in molti a sostenere il Che. Da Jean Thiriart, il fondatore di Jeune Europe e del partito nazionale europeo che avrebbe schierato volontari in Palestina a Juan Peron. Costui, fascista tra i fascisti, esule in Spagna dopo esser stato rovesciato dall'oligarchia clerico/militare legata a Washington, aveva stretto un patto strategico con Fidel Castro ed elogiava particolarmente il Che la cui lotta, secondo il suo parere ufficiale, utilizzava il marxismo come puro e semplice strumento per un ideale superiore. Fu proprio Peron, l'ultimo degli statisti fascisti, ad accogliere il Che nella Spagna franchista – con il beneplacito del Caudillo – e a metterlo in contatto in Algeria con Boumedienne. Del resto Guevara aveva sostenuto Peron contro i comunisti pochi anni prima in Argentina e uno dei suoi fuochi guerriglieri, appunto nel paese natio soggetto a dittatura, fu opera dei peronisti. Il Che vivo, la crème del fascismo post-bellico era con lui, il Che morto gli vennero dedicate molte riflessioni e qualche agiografia come “Une passion pour El Che ” di Jean Cau di sensibilità nazionalsocialista.


Bianchi o neri?

Potrei quindi onorare Che Guevara sulla base dei miei illustri predecessori e sentirmi per questo molto più fascista dei fascisti che lo denigrano. Ma non sarebbe sufficiente né corretto. Non lo voglio onorare solo perché i migliori fascisti lo onorarono ma perché lo merita di per sé. Conosco le obiezioni, ne sento di continuo: da quando il neofascismo è scaduto nell'ombra reazionaria del codinismo borghese e ha smarrito la sua anima – e il suo più profondo significato esistenziale e sacro – le banalità sminunenti si susseguono. Una di esse è che non si può onorare il Che, non si può non essere contenti della morte del Che, perché egli si batteva per distruggere i nostri valori. Nostri? Valori? Suvvia: scherziamo? Il Che si batteva per liberare il suo continente dall'occupazione americana, dall'oppressione oligarchica e dalle ingiustizie. Possiamo non condividere l'indirizzo dato dal Che alla sua lotta, il suo impianto ideologico e programmatico, ma non possiamo non sentire nostra la sua lotta; e se non la sentiamo tale delle due l'una: o di quella lotta non sappiamo niente o abbiamo sbagliato proprio campo, siamo guardie bianche e non camicie nere!


Lotta e Vittoria


Infine non si può non onorare il Che perché un uomo che abbandona cariche, onori, denari e privilegi per andarsene a vivere nelle selve, tra i monti, con un pugno di compagni di lotta, passando giornate intere con qualche goccio d'acqua e, se dice bene, una galletta, un uomo che sogna e che resta fedele al suo sogno mettendo carne, muscoli, nervi al suo servizio, non può non essere onorato. Lo detta chiaramente quel sentimento della vita, dell'onore e del sacro che è alla base dell'Idea del mondo che fece grande la nostra antichità e la nostra più recente primavera. Quell'Idea del mondo che – dalla Bhagavad Gita tramite i Luperci le Legioni mithraiche, la Cavalleria fino ai Werwolf – ha significato tutto il meglio che memoria d'uomo ricordi e che si condensa nella “Dottrina di Lotta e Vittoria” (che non coincide con il successo tangibile ma con il trionfo su di sé).

Chi non ha perso il bandolo di quel filo non può non rispettare e non onorare l'eroe di Santa Clara. Onore al Che: lotta e vittoria Comandante!

di Gabriele Adinolfi

sabato 6 ottobre 2007

BOSELLI ACCUSA: DI LA TUA

(ANSA) - ROMA, 6 OTT - Grillo, Di Pietro e Alemanno: demagoghi. Enrico Boselli, nel suo intervento alla Costituente socialista, addita il noto comico, l'ex Pm e il dirigente di An tra chi aggrava la confusione e la crisi in cui si trova il nostro Paese. ''La crisi italiana - dice Boselli - e' alimentata ad arte da quelli che, nell'antica Atene, sarebbero stati demagoghi e sarebbero stati cacciati con l'ostracismo. In una democrazia liberale certe misure del genere non sono ammesse ma i demagoghi restano demagoghi e cosi' vanno chiamati e definiti, si chiamino Grillo, Di Pietro o Alemanno''. Ma Boselli va oltre e sottolinea che il sommovimento presente nella politica italiana ''solo apparentemente parte dal basso''. ''In realta' - osserva - a dirigersi contro l'attuale sistema dei partiti sono pezzi importanti della classe dirigente: imprenditori, magistrati, giornalisti e politici di rilievo. Tra di loro ci sono molte differenze ma anche la convinzione comune che gli attuali partiti e sindacati sono i reali ostacoli alla modernizzazione del Paese e che, in particolare, la politica sarebbe solo un ostacolo al dispiegarsi benefico degli spiriti animali del nostro capitalismo''. Ma Boselli sottolinea che, in quest'ambito, fa eccezione Sergio Marchionne e la sua ''giusta rivalutazione del modello europeo rispetto a quello americano''.

giovedì 4 ottobre 2007

DIRITTI UMANI, NON DIMENTICHIAMO IL TIBET

MASSICCIA CAMPAGNA DI EDUCAZIONE PATRIOTTICA IN LITHANG

Dharamsala-INDIA-, settembre 2007. Il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia ha reso noto di aver ricevuto conferma che nella contea di Lithang, situata nella zona sud occidentale della provincia del Sichuan, le autorità cinesi stanno attuando una capillare campagna di educazione patriottica.
Le sessioni di "Educazione Patriottica Politica" sono iniziate nella prima settimana di settembre. Dopo aver forzatamente convocato i dirigenti della contea e gli abati dei monasteri di Lithang e dei dintorni, i funzionari governativi hanno organizzato delle classi di indottrinamento di massa in cui è spiegata la situazione esistente in Tibet prima del 1959, quando "aristocratici e funzionari opprimevano e torturavano i servi", a fronte della felice e "prospera era" attuale in cui, grazie al governo cinese, gli standard di vita del popolo tibetano sono migliorati.
È stata proibita l'esposizione delle foto del Dalai Lama sia all'interno dei monasteri sia nelle residenze dei religiosi. Trenta poliziotti armati sono entrati nottetempo nell'abitazione di un monaco e lo hanno picchiato e torturato. I giovani monaci di età inferiore ai diciotto anni sono stati obbligati a lasciare i monasteri e a fare ritorno alle rispettive famiglie.

La situazione a Lithang si è fatta estremamente tesa dal 1° agosto 2007 quando un nomade tibetano, Ronggay Adrak, cinquantadue anni, ha inscenato una manifestazione di protesta nel corso di una cerimonia ufficiale. Si celebrava in quel giorno l'80° anniversario della fondazione dell'Esercito Popolare e una grande folla si era radunata per assistere sia alla cerimonia sia all'annuale corsa dei cavalli. Salito sul palco per offrire la tradizionale sciarpa bianca al Lama del monastero di Lithang, Ronggay Adrak ha afferrato il microfono ed ha iniziato a gridare "Il Dalai Lama deve tornare in Tibet", "Il Tibet vuole l'indipendenza" e "Liberate il Panchen Lama". Sceso tra la folla, si è diretto alla volta di un monaco, sospettato di collusione con i cinesi nella conduzione della campagna di educazione patriottica, denunciandone l'ambiguo comportamento. Di nuovo sul palco, ha ripreso a lanciare slogan imitato in coro da tutti i presenti fino a che è stato arrestato dalla polizia di Kardze e tradotto in un luogo sconosciuto. Migliaia di persone si sono immediatamente recate presso l'Ufficio della Contea per chiederne il rilascio e, nei giorni successivi, hanno in tutti i modi cercato di opporsi e contrastare il lavoro di pattugliamento e di perquisizione operato dalla polizia.

È dell'11 settembre 2007 la notizia dell'arrivo a Lithang, assieme a centinaia di soldati, di un esponente governativo di alto grado che pare si tratterrà nella Contea per almeno sei mesi. È stato chiesto alla popolazione di denunciare il Dalai Lama e di partecipare in massa ad una dimostrazione contro la sua persona.
Secondo la propaganda cinese, sia Ronggay Adrak sia Tenzin Delek Rinpoche sono persone che hanno commesso gravi errori e che non hanno mostrato gratitudine alla madrepatria per lo sviluppo e il progresso arrecato al loro paese dal governo comunista.
(Fonte: WTN/ TCHRD)

martedì 2 ottobre 2007

VIA LA BRIGATISTA DAL NOSTRO TERRITORIO

I brigatisti non li vogliamo nella nostra Provincia.
Come se non bastasse l’invasione di clandestini, di zingari, di sorvegliati speciali adesso arrivano addirittura i brigatisti nella nostra provincia. Poco importa se il posto, dove Amarilli Caprio , è agli arresti domiciliari, è isolato. Chi è stato accusato di “concorso in banda armata e associazione con finalità di terrorismo” a nostro avviso dovrebbe stare in galera. Invece in quest’Italia dove se non c’è l’indulto ci sono i pentiti, i collaboratori di giustizia, male che va ci sono gli arresti domiciliari chi delinque in un modo o nell’altro la fa sempre franca, in galera non va nessuno e chi ci va esce prima del tempo. Non c’è buon senso ne giustizia in tutto questo.

Infine il Montefeltro, l’entroterra avrebbero bisogno di più forze dell’ordine e le poche che ci sono sarebbe meglio utilizzarle per controllare e reprimere i continui furti nelle abitazioni piuttosto che controllare una brigatista agli arresti domiciliari.
Con la scusa che nelle Marche, in Provincia di Pesaro-Urbino si vive ancora bene e i crimini, rispetto ad altre regioni, sono poca cosa, ci inviano meno forze dell’Ordine e più delinquenti.
Adesso basta si alzi forte la protesta contro una deriva pericolosa che ha iniziato da tempo a minare fortemente la qualità della vita del nostro territorio.
Via i clandestini, basta con i soggiorni obbligati, via i brigatisti. Vogliamo invece più controlli e uomini. Oggi soprattutto nell’entroterra la sera le caserme sono chiuse, il territorio sempre più in balia dei delinquenti. Io non ci sto, noi non ci stiamo. La misura è colma.
Giancarlo D’Anna
Consigliere regionale