mercoledì 29 febbraio 2012

Amianto il killer tra noi.


La struttura semi abbandonata dell'ex mattaio a Fano
 Fano, l'ex mattatoio un caso irrisolto.

Finalmente una sentenza chiara. E' quella di qualche giorno fa a Torino dove si è concluso “il processo l'Eternit”. Una sentenza attesa che ha visto la condanna di quanti, pur consapevoli delle gravissime conseguenze dell'inalazione di fibre d'amianto,( che possono portare e hanno portato alla morte di diverse migliaia di persone) non sono intervenute con misure che impedissero l'uso,la diffusione e dispersione, l'inalazione delle fibre d'amianto.

Una sentenza storica che deve “sturare le orecchie” a chi continua a far finta di non sentire, ad aprire gli occhi di chi non vuol vedere. In definitiva un chiaro monito a chi non agisce per ridurre ed eliminare le situazioni a rischio.

Il nostro territorio, regione,province, città è stracarico di manufatti che contengono amianto, che sono rivestiti di amianto, che sono ricoperti di amianto:edifici pubblici e privati, scuole, strutture sanitarie, uffici postali, piscine, capannoni, capanni e molto altro.

E' bene ricordarlo, solo le fibre che si disperdono sono pericolose. Le altre, quelle che non si sbriciolano, vanno monitorate, fissate. In quel caso non sono pericolose nell'immediato ma tenute sotto continua osservazione.

Solamente in Provincia di PU sono stati censiti oltre 3500 luoghi in cui è presente l'amianto. Molte di più le realtà che non sono state segnalate e censite.

La sentenza di Torino è stata chiara ed ha aperto la strada ad una serie di esposti sopratutto da parte di persone che per troppi anni sono state lasciate sole nella loro battaglia contro la malattia tipica dell'amianto, il mesotelioma e contro quanti, specie nell'ambiente lavorativo, non hanno informato, previsto precauzioni, messe in sicurezza di chi era a contatto con l'amianto.

Oggi la sentenza certifica ,basandosi anche su ricerche scientifiche, il nesso tra amianto e tumori.

Non ci sono più giustificazioni nel tollerare la presenza di alcune realtà che mettono a serio rischio la salute pubblica.

A Fano, in passato, dopo una lunga battaglia di sensibilizzazione furono allontanati numerosi pericolosi treni -deposito di amianto fermi presso la stazione ferroviaria, venne bonificato l'ex Foro Boario, parte del Liceo scientifico Torelli, più di recente l'Istituto Tecnico Commerciale Battisti. Restano alcuni edifici di proprietà pubblica che non lasciano affatto tranquilli sia per l'estensione della coperture in amianto sia per lo stato di deterioramento dello stesso. Un caso per tutti l'ex mattatoio. Quella tettoia è una bomba ecologica permanente che non può continuare a minacciare seriamente la salute dei cittadini ad iniziare da quanti in quell'area vivono.

E se al privato viene intimata la rimozione di una tettoia di eternit di pochi metri quadrati, com'è accaduto ad un confinante del mattatoio, non si capisce perché il pubblico sia esente dallo stesso obbligo.

Le proposte di legge che ho presentato nella scorsa legislatura come nell'attuale per concedere contributi per la rimozione dell'amianto _che è bene ricordarlo deve essere rimosso da personale specializzato- e mai arrivate in aula certificano l'indifferenza delle istituzioni nei confronti di un killer che in Italia causa ogni anno 3000 morti mentre e in Europa, entro i prossimi trent'anni sono addirittura previsti 500.000 (mezzo milione) di morti sempre a causa dell'asbesto.

Oggi la sentenza di Torino inchioda alle proprie responsabilità civili e penali quanti pur conoscendo rischi e conseguenze dell'esposizione all'amianto non si adoperano per eliminare o ridurre i rischi. Non sarà più possibile fingere di non sapere.

martedì 28 febbraio 2012

53° ANNIVERSARIO DELLA RIVOLTA DI LHASA, PASSA LA MOZIONE DI D'ANNA


Giancarlo ospite in Tibet
 Il Consiglio Regionale delle Marche ha approvato questa mattina, all'unanimità una mozione proposta dal Consigliere Giancarlo D'Anna,(Gruppo Misto) e sottoscritta trasversalmente da diversi consiglieri per ricordare il 53° anniversario della rivolta dei tibetani di Lasha contro l'occupazione cinese Il 10 marzo del 1959, infatti, la popolazione tibetana, esasperata dai continui soprusi perpetrati a opera dell'esercito cinese, sollevò una sommossa popolare per rivendicare la sovranità del territorio illecitamente occupato dalle truppe di Pechino. Quel giorno 65.000 tra monaci e civili tibetani persero la vita, torturati e uccisi dai soldati di Mao, mentre altri 70.000 furono deportati nei laogai, i campi di rieducazione. Fu la prima di una serie di sconfitte democratiche e diplomatiche tra Cina e Tibet che i media globali, a distanza di mezzo secolo, ancora tacciono, nonostante il silenzioso conflitto abbia provocato più di un milione di vittime. Il Consigliere del Gruppo Misto, Giancarlo D'Anna, a pochi giorni dal 53° anniversario di quella drammatica giornata, ha chiesto espressamente di esporre la bandiera tibetana sugli edifici del Consiglio e della Giunta Regionale, a memoria e rispetto di ciò che avvenne e di quello che sta ancora accadendo sotto il mantello dell'omertà d'informazione.


Mentre all'esterno il governo cinese cerca in tutti i modi di ostacolare le azioni del Dalai Lama, premio nobel per la pace, all'interno del Paese le azioni repressive hanno raggiunto livelli insostenibili tanto che già 25 i monaci si sono dati alle fiamme per protestare contro la repressione cinese. Dobbiamo dare un segnale forte al regime cinese- ha concluso D'Anna- e questa unanimità nella condanna alla repressione in Tibet va in quella direzione.

sabato 25 febbraio 2012

FUORI MAFIA E CAMORRA DAL NOSTRO TERRITORIO

La criminalità va affrontata
Il Procuratore Palumbo prima il Prefetto Visconti poi hanno evidenziato un pericolo mafia e camorra sui nostri territori. Finalmente si parla chiaro e non ci si nasconde, come troppo spesso è accaduto in passato dietro un dito.


Parte del nostro territorio negli ultimi anni è diventato terra di conquista di organizzazioni che, direttamente o indirettamente stanno occupando i spazi vitali della nostra società.

Sarebbe importante sapere ( e controllare a fondo) quante attività commerciali sono passate di mano, da dove arrivano i soldi, chi sono questi personaggi che all’improvviso compaiono nei paesi, nelle città e acquistano attività commerciali e turistiche.

Quanti sono i pentiti che vivono sul nostro territorio? Quanti sono quelli che vivono in soggiorno obbligato? Tra questi,quanti sono coloro che hanno aperto attività commerciali?E queste attività sono reali o una sorta di parafulmine, di ventaglio, di separé, che nascondo altro?



La nostra è una Provincia che è stata presa d’assalto dalle eco-mafie, come dimostra la vicenda Arcobaleno .I traffici illeciti riguardano anche lo smercio di griffe false che spesso, purtroppo, vengono tollerate anche dai Comuni. I proventi di questi traffici vanno poi a finire soprattutto in acquisto di droga. Droga circola a fiumi nonostante alcune brillanti operazioni delle Forze dell'Ordine. Dietro lo sballo si nasconde la criminalità e un business impressionante, calamita della criminalità mafiosa e camorrista.



Ben venga l'allarme del Procuratore e del Prefetto. Si agisca di conseguenza. Terra bruciata alla malavita ad iniziare dalla presenza di collaboratori e pentiti e soggiorni obbligati. Controlli sulle nuove attività specie quelle che vedono investitori estranei al territorio. Insorgano i comuni di fronte alla presenza sul loro territorio di certi personaggi che magari scavalcano nelle graduatorie delle case popolari chi è veramente in difficoltà ed ha veramente bisogno. Lotta spietata alla droga e ai clan che gestiscono il traffico. Abbiamo assistito in questi giorni al blitz di controllo delle attività commerciali che non rilasciano gli scontrini. Ci aspettiamo altrettanta e visibile attenzione e controllo dei luoghi , delle situazioni e delle persone che gravitano intorno a questo grave fenomeno.

Infine, ci si dimentica di noi in fatto di rimborsi per i danni causati dal maltempo o per le fermate dei treni mentre ci si ricorda quando c'è da piazzare pentiti e collaboratori. E' giunta l'ora di dire basta e le denunce autorevoli degli ultimi mesi possono e devono segnare l'inizio di una vera difesa del nostro territorio e della qualità della vita.Il Procuratore Palumbo prima il Prefetto Visconti poi hanno evidenziato un pericolo mafia e camorra sui nostri territori. Finalmente si parla chiaro e non ci si nasconde, come troppo spesso è accaduto in passato dietro un dito.


Parte del nostro territorio negli ultimi anni è diventato terra di conquista di organizzazioni che, direttamente o indirettamente stanno occupando i spazi vitali della nostra società.

Sarebbe importante sapere ( e controllare a fondo) quante attività commerciali sono passate di mano, da dove arrivano i soldi, chi sono questi personaggi che all’improvviso compaiono nei paesi, nelle città e acquistano attività commerciali e turistiche.

Quanti sono i pentiti che vivono sul nostro territorio? Quanti sono quelli che vivono in soggiorno obbligato? Tra questi,quanti sono coloro che hanno aperto attività commerciali?E queste attività sono reali o una sorta di parafulmine, di ventaglio, di separé, che nascondo altro?



La nostra è una Provincia che è stata presa d’assalto dalle eco-mafie, come dimostra la vicenda Arcobaleno .I traffici illeciti riguardano anche lo smercio di griffe false che spesso, purtroppo, vengono tollerate anche dai Comuni. I proventi di questi traffici vanno poi a finire soprattutto in acquisto di droga. Droga circola a fiumi nonostante alcune brillanti operazioni delle Forze dell'Ordine. Dietro lo sballo si nasconde la criminalità e un business impressionante, calamita della criminalità mafiosa e camorrista.



Ben venga l'allarme del Procuratore e del Prefetto. Si agisca di conseguenza. Terra bruciata alla malavita ad iniziare dalla presenza di collaboratori e pentiti e soggiorni obbligati. Controlli sulle nuove attività specie quelle che vedono investitori estranei al territorio. Insorgano i comuni di fronte alla presenza sul loro territorio di certi personaggi che magari scavalcano nelle graduatorie delle case popolari chi è veramente in difficoltà ed ha veramente bisogno. Lotta spietata alla droga e ai clan che gestiscono il traffico. Abbiamo assistito in questi giorni al blitz di controllo delle attività commerciali che non rilasciano gli scontrini. Ci aspettiamo altrettanta e visibile attenzione e controllo dei luoghi , delle situazioni e delle persone che gravitano intorno a questo grave fenomeno.

Infine, ci si dimentica di noi in fatto di rimborsi per i danni causati dal maltempo o per le fermate dei treni mentre ci si ricorda quando c'è da piazzare pentiti e collaboratori. E' giunta l'ora di dire basta e le denunce autorevoli degli ultimi mesi possono e devono segnare l'inizio di una vera difesa del nostro territorio e della qualità della vita.

OSPEDALE UNICO, DOPO L'ACCORDO PD PDL MEZZOLANI TORNA ALLA CARICA

sull'Ospedale Unico a Fosso Sejore
D'ANNA, ADESSO E' CHIARO A TUTTI PERCHE' I CONSIGLIERI DEL PDL USCIRONO DALL'AULA SUL VOTO CHE ISTITUIVA MARCHE NORD.

Certo dopo il benestare di PD e Pdl la coppia Mezzolani Ruta, quelli del disastro del Cup per intenderci ,hanno gonfiato il petto e così ripartono con l'Ospedale Unico, nonostante l'emergenza neve abbia dimostrato l'indispensabilità di una presenza diffusa su territorio di strutture ospedaliere.



Un' unica struttura per assicurare “il livello minimo di assistenza” per tutta la provincia,così recita il Piano Socio Sanitario. A questo si sono piegati i partiti, trasversalmente se l'hanno fatto per convinzione o per cedere alle pressioni delle lobby del mattone e dei servizi,lo lasciamo decidere ai cittadini.

Ma ancora una volta dalla babele di parole di promesse e di lusinghe esce fuori un'altro aspetto.

“la valorizzazione delle aree del S. Croce e del S. Salvatore”. In termini moderni vuol dire la vendita dei due ospedali maggiori della nostra provincia (senza escludere la medesima sorte di alcuni dell'entroterra) per finanziare la costruzione dell'Unico Ospedale Provinciale.



In barba ai miliardi di lire spesi in passato e i milioni di euro che si stanno ancora spendendo nel San Salvatore e Santa Croce. Mezzolani ha pure la faccia tosta di affermare che così si risparmierà. Come stai ancora spendendo milioni di euro già sapendo che buona parte saranno persi e dici pure che si risparmia?Altro che prima repubblica qui siamo al regime dello stato delle banane.



Quella struttura non serve. Per dare risposte serie ai cittadini c'è bisogno di migliorare l'esistente a livello di servizi,ad iniziare dalle liste d'attesa e pronto soccorso, di offerta, di professionisti. Spostando l'esistente da un luogo all'altro il risultato non cambia . Anche perché lo stesso Piano Socio Sanitario assegna ad Ancona tutte le eccellenze. A noi solo il “livello minimo di assistenza su area vasta”.

Sull'Ospedale Unico concordano Pdl e Pd .A distanza di alcuni anni dalla votazione in consiglio regionale della legge che costituiva l'Azienda Marche Nord l'uscita dall'aula di tutti i consiglieri del Pdl (escluso il sottoscritto che votò contro)per non votare quell'atto oggi è molto chiara. Chi tace acconsente, mai proverbio fu azzeccato per descrivere quello che è accaduto e che oggi trova conferma.



I cittadini ne prendano atto. Per quanto riguarda i tanti che trasversalmente si oppongono all'Ospedale Unico l'appello ad unire le forze, le energie per continuare una battaglia per una salute pubblica e non affidata alle lobby del mattone e della sanità privata che sono dietro a quest'operazione.

Giancarlo D'Anna

Vice Presidente Commissione Sanità

giovedì 23 febbraio 2012

DRAGAGGIO DEL PORTO DI FANO,UN BUCO NELL'ACQUA.

DRAGAGGIO, IN 10 ANNI SOLO PROVVEDIMENTI CHE NON GARANTISCONO LA SICUREZZA E NON RISOLVONO IL PROBLEMA..


D'ANNA : l'ennesimo “buco nell'acqua”.



In oltre 10 anni non si è riusciti a fare un dragaggio del porto di Fano degno di questo nome. Ci sono voluti tre anni solo per far capire che era possibile, come più volte suggerito e come previsto dalla legge, creare un sito di stoccaggio temporaneo all'interno del porto ( altrove il deposito ,stante le leggi vigenti si trasformerebbe in qualche cosa di diverso e di difficile gestione). Ebbene nonostante una recente legge consenta lo stoccaggio in sito temporaneo per 30 mesi, rispetto ai 12 mesi precedenti, e quindi un tempo più che sufficiente per provvedere alla soluzione di uno stoccaggio definitivo altrove, la conferenza dei servizi di questa mattina ad Ancona ha autorizzato per l'ennesima volta, un dragaggio limitato nonostante quelli precedenti, della stessa entità , abbiano dimostrato di non garantire la sicurezza che per poche settimane.



Lo ribadiamo per l'ennesima volta: si faccia un dragaggio completo, si approfitti dell'autorizzazione del sito di stoccaggio temporaneo in ambito portuale per depositare il dragaggio in attesa della famosa vasca di colmata di Ancona.



Perseverare su questa linea non risolve i problemi ed ha dei costi per la comunità che potrebbero interessare la Corte dei Conti.



Continuare a dragare una piccola parte dei fanghi significa solo creare uno spazio che si riempie in breve tempo come accade ai bambini in riva al mare quando fanno una buca per gioco: il vuoto si riempie alla prima onda. Con la differenza che i bambini giocano con la sabbia, qui si gioca con la vita delle persone. C'è una bella differenza.

FARMACI OSPEDALE FERMO RIVENDUTI A SPORTIVI: D'ANNA INTERROGA


   (ANSA) - ANCONA, 23 FEB - Il consigliere regionale Giancarlo
D'Anna (gruppo misto) ha presentato un'interrogazione per
conoscere la ''reale situazione dell'ospedale di Fermo dove
alcuni dipendenti come risulta da fonti giornalistiche,
risulterebbero coinvolti in un traffico illecito di medicinali
sottratti alle farmacie della Asl'' e ''a quanto ammonta il
danno economico''.
   D'Anna, che e' anche vice presidente della commissione
sanita', chiede inoltre ''se e' intenzione della Regione Marche
rivalersi sui colpevoli, una volta accertate le
responsabilita'''. E invita l'assessore alla salute Mezzolani a
riferire sui fatti durante la prossima seduta dell'Assemblea
legislativa delle Marche.(

mercoledì 22 febbraio 2012

DRAGAGGIO 3 ANNI DOPO UNA SOLUZIONE GIA' PROPOSTA E MAI ATTUATA

Nel 2002 portai i fanghi in Consiglio Comunale a distanza di 10 anni sarà opportuno portarli in Regione! 
Alla luce delle conclusioni Alla luce delle conclusioni dell'incontro odierno in Prefettura con individuazione di un sito di stoccaggio temporaneo, in attesa della costruzione della vasca di colmata di Ancona nella quale conferire i fanghi del porto di Fano, ha ancora più senso la Commissione d'inchiesta Regionale che ho richiesto ieri con apposita domanda. La medesima proposta, come testimonia il link che segue e che riporta una notizia ANSA


è stata fatta dal sottoscritto nel 2009. Tre anni sono passati e in questo periodo si sono registrati diversi incidenti, danni economici alle imbarcazioni come alle attività economiche costrette ad esempio a trasferirsi a Pesaro o rinunciare a servizi come quello turistico con la Croazia.E' indispensabile quindi conoscere se ci sono state responsabilità e responsabili sui quali rivalersi per danni e disagi subiti.

martedì 21 febbraio 2012

DRAGAGGIO DEL PORTO DI FANO: D'ANNA COMMISSIONE D'INCHIESTA

Dragaggio porto di Fano. In apertura del Consiglio Regionale, il Consigliere Giancarlo D'Anna ha ancora una volta chiesto la parola per denunciare la gravissima e pericolosa situazione del porto di Fano, dove la mancanza di un dragaggio complessivo continua a mettere a rischio uomini e attività, come il recente episodio che ha visto protagonisti un peschereccio e il suo equipaggio ha purtroppo confermato. La determinazione di D'Anna non si è fermata di fronte all'ennesima mancanza di risposte e in mattinata ha raccolto le firme necessarie - 14 Consiglieri hanno sottoscritto il documento - per la costituzione di una commissione d'inchiesta ai fini di accertare se la Regione abbia svolto pienamente il proprio ruolo secondo le vigenti normative di settore.

domenica 19 febbraio 2012

GENOCIDIO CULTURALE IN TIBET

DRAGGAGGIO DEL PORTO: D'ANNA NON RESTA CHE LA PROCURA DELLA REPUBBLICA

FANO,DRAGAGGIO: NON C'E' PEGGIOR SORDO DI CHI NON VUOL SENTIRE.


D'ANNA: DRAGARE TUTTO IL PORTO E STOCCARE I FANGHI ,IN ATTESA DELLA VASCA DI COLMATA, NELLE ZONA PORTUALE,ALTRIMENTI DENUNCIA IN PROCURA.



“In attesa che venga realizzata la cassa di colmata ad Ancona la Provincia di Pesaro e Urbino ha gli strumenti normativi per autorizzare un sito di stoccaggio temporaneo per i fanghi dragati dal porto di Fano”era l'ottobre del 2009 quando suggerii questa strada, prima la proposta venne snobbata, poi parzialmente accolta di recente con lo stoccaggio nelle zona porto di Fano solo di una parte dei fanghi. Così com'era facilmente prevedibile, dopo pochi mesi tutto come prima, anzi peggio.



Il dragaggio complessivo-è convinto D'Anna-“È un modo concreto per gestire un’emergenza di Fano e che sta compromettendo importanti settori economici come la pesca, la cantieristica, e le attività turistiche legate al mare. L'ultimo episodio che ha visto un peschereccio di Fano in seria difficoltà all’interno del porto di Fano è l'ennesimo, serio rischio di una lunga serie di situazioni che non sono sfociate nel dramma soltanto grazie all’abilità dei marinai. Doti che però, con condizioni meteo critiche, potrebbero non essere sufficienti”.



Ora rilancio quella proposta. Dragare tutto e allargare il deposito temporaneo all'interno del porto fanese. Non ci sono altre soluzioni.

D'Anna, ricorda che anche in passato in Consiglio Regionale, ha denunciato i gravissimi ritardi della Regione Marche relativamente al problema del dragaggio del porto di Fano. “È una questione di sicurezza e di ordine pubblico . La sicurezza dei marinai è messa a rischio, i bassi fondali impediscono un approdo in sicurezza dei natanti, soprattutto in periodo invernale, quando il mare è molto mosso”.


In questo contesto di blocco del porto di Fano si registrano invece i passi avanti nella costruzione del porto di Pesaro con una prevedile fuga, già iniziata verso nord dei natanti. Di questo passo ,conclude D'Anna, ancora una volta rimarremo con un palmo di naso, anzi in un mare di fango.

Adesso basta!Se interrogazioni, mozioni, proposte non sono state sufficienti non resta che rivolgersi alla Procura della Repubblica.

venerdì 17 febbraio 2012

STATO DI EMERGEZA E RICHIESTA REVOVOCA AUMENTO ACCISE BENZINA

AZIONE MARCHE:Marangoni,Romagnoli, D'Anna, Silvetti
AZIONE MARCHE, SOSTEGNO ALLA RICHIESTA DI STATO DI EMERGENZA DEL GOVERNATORE SPACCA




Totale sostegno- viene espresso da Azione Marche, il Coordinamento tra Gruppo misto (D'Anna, Fli(Romagnoli, Silvetti), Libertà e Autonomia (Marangoni)-, alla richiesta che il Presidente della Regione Marche ha fatto al Presidente Monti, di dichiarare lo stato di emergenza come conseguenza del disastro causato dalle eccezionali nevicate che stanno mettendo in ginocchio paesi e città dell'entroterra e della costa',Province intere ad iniziare da quella PU, le attività commerciali ed imprenditoriali. Una richiesta sacrosanta alla quale necessariamente deve seguire la revoca dell'aumento delle accise che hanno portato il prezzo della benzina nelle Marche al vertice della classifica nazionale.

Urgente è l'assegnazione di fondi, con priorità ai comuni più piccoli, per evitare che il disastro del maltempo metta definitivamente a Ko, i magrissimi bilanci delle piccole realtà.

E' necessario, a nostro avviso, in questa fase anche una solidarietà attiva nei confronti del mondo agricolo, imprenditoriale, turistico, commerciale. In parole povere compriamo più di prima prodotti Made in Marche.



AZIONE MARCHE

IL portavoce

Giancarlo D'Anna

giovedì 16 febbraio 2012

REGISTRO TUMORI ESAMINATA PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE.D'ANNA RELATORE

TUMORI: ALL'ESAME V COMMISSIONE PDL PER ISTITUIRE REGISTRO

   (ANSA) - ANCONA, 16 FEB - Avviato oggi in V Commissione
sicurezza sociale, presieduta da Francesco Comi (Pd), l'esame
della proposta di legge che istituisce il Registro regionale
della cause di morte e i Registri di patologia.
   Il disegno di legge, di cui sono relatori i consiglieri
Gianluca Busilacchi (Pd) e Giancarlo D'Anna (Gruppo misto),
riconosce ''non procrastinabile'' l'istituzione di un registro
che raccolga i dati dell'intero territorio regionale sulle cause
dei decessi, al quale associare i registri di una serie di
patologie, tra le quali i tumori, compresi quelli infantili e di
sospetta origine professionale, e le malformazioni congenite.
   La funzione di questa raccolta dati, gia' intrapresa in
numerose regioni e per la quale e' stata avviata l'approvazione
di un apposito Regolamento da parte del Garante della privacy,
e' quella di acquisire la conoscenza dei rischi per la salute,
consentire la programmazione regionale degli interventi sanitari
e avviare sistemi di sorveglianza epidemiologica, con
particolare attenzione al rapporto ambiente e cause di morte.  
   Durante la seduta, sono stati ascoltati la professoressa
Susanna Vitarelli dell'Universita' di Camerino, responsabile del
Registro tumori della provincia di Macerata, il primo centro
raccolta dati attivato nelle Marche, e il dottor Paolo Aletti,
dirigente del Sistema di governo del servizio sanitario
regionale, al quale fa capo il centro epidemiologico della
Regione. ''L'attivazione di questi registri - ha spiegato Comi -
e' indispensabile per un'efficace analisi epidemiologica del
territorio, per questo confidiamo di portare la legge in aula
entro poche settimane''.

martedì 14 febbraio 2012

AMIANTO-KILLER COLPEVOLI E COMPLICI


Le conseguenze dell'amianto:il mesotellioma
 AMIANTO: DOPO LA SENTENZA DI TORINO NON CI SONO PIU' GIUSTIFICAZIONI.


D'ANNA BONIFICARE IMMEDIATAMENTE GLI EDIFICI PUBBLICI AD INIZIARE DALLE SCUOLE.

Dopo la sentenza del Tribunale di Torino che ha condannato a 16 anni di carcere ciascuno il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, 65 anni, e il barone belga Louis De Cartier, 91 anni per disastro doloso permanente e omissione dolosa di misure antinfortunistiche non ci sono più giustificazioni per non intervenire con le necessarie bonifiche di edifici pubblici e privati, migliaia anche nella nostra regione ad iniziare dalla Provincia di PU, nei quali è stata rilevata la presenza di amianto. Il giudice,infatti, ha stabilito che i capi della Eternit “pur sapendo che l'amianto uccideva mantennero operative le fabbriche per fare profitto. E che avrebbero omesso di far usare tutte quelle precauzioni come l'uso delle mascherine o dei guanti per evitare che migliaia di persone si ammalassero di tumore al polmone o di asbestosi”.

La stessa consapevolezza, quella che l'amianto è un micidiale killer, oggi debbono averla in primo luogo gli Enti Locali specie quelli che, censimento alla mano, conoscono benissimo dove è necessario intervenire.

Allo stesso tempo la Regione Marche non può continuare a nascondersi dietro un dito continuando a non tenere in considerazione alcune proposte di legge come quella presentata dal sottoscritto la scorsa legislatura, e mai approdata in aula, per la concessione di contributi per lo smaltimento dell'amianto e le due presentate in questa legislatura che hanno lo stesso obiettivo.

Esiste una mappatura molto accurata dei siti che devono essere risanati per l'inquinamento da amianto oltre 3550 in Provincia di PU. E' giunta l'ora di agire. Non ci sono e non possono esserci giustificazioni decenni dopo il riconoscimento della pericolosità della fibra di” asbesto”.

Quindi le situazioni nelle quali è presente amianto friabile a rischio dispersioni vanno sanate immediatamente. La sentenza di Torino oggi stabilisce in modo chiaro le responsabilità di chi conosce e non agisce per rimuovere l'amianto-killer.

venerdì 10 febbraio 2012

UN LIBRO DA LEGGERE:La decrescita serena di Serge Latouche

La decrescita serena
di Serge Latouche

di Marco Cedolin

Serge Latouche, autore di Breve Trattato sulla Decrescita Serena
Latouche, nel suo ultimo lavoro – Breve trattato sulla decrescita serena – riesce ad offrire una sintesi quanto mai esaustiva del pensiero della decrescita, collocandolo in un’ottica di concretezza mai sperimentata prima dall’autore.



La decrescita si affranca così dallo status di filosofia astratta e per molti versi eccentrica, per diventare nelle parole di Latouche “un’utopia concreta che tenta di esplorare le possibilità oggettive della sua realizzazione”.



L’autore sintetizza gli sforzi necessari per trasformare la nostra società sviluppista, ormai in fase di disfacimento sotto il peso del proprio fallimento, in una società della decrescita serena, articolandoli “in otto cambiamenti interdipendenti che si rafforzano reciprocamente, costituiti da otto R: rivalutare, riconcettualizzare, ristrutturare, ridistribuire, rilocalizzare, ridurre, riutilizzare, riciclare”.



Rivalutare significa colmare il vuoto di valori oggi dominante: “amore della verità, senso della giustizia, responsabilità, rispetto della democrazia, elogio della differenza, dovere di solidarietà, uso dell’intelligenza” sono, oggi, indispensabili per creare un differente immaginario collettivo, all’interno del quale sarà necessario Riconcettualizzare e Ristrutturare tanto gli apparati produttivi quanto i rapporti sociali, nell’ottica di Ridistribuire le ricchezze e l’accesso al patrimonio naturale, sia fra il Nord e il Sud del mondo sia all’interno di ciascuna società.



Rilocalizzare, nelle parole di Latouche, significa “produrre in massima parte a livello locale i prodotti necessari a soddisfare i bisogni della popolazione, in imprese locali finanziate dal risparmio collettivo raccolto localmente”.



La sostituzione del globale con il locale rappresenta infatti il fulcro di qualsiasi progetto di decrescita, come Latouche ben sintetizza affermando che “Se le idee devono ignorare le frontiere, al contrario i movimenti di merci e capitali devono essere limitati all’indispensabile” ed aggiungendo che la rilocalizzazione non deve essere soltanto economica ma “anche la politica, la cultura, il senso della vita devono trovare un ancoraggio territoriale”.



Ridurre gli impatti sulla biosfera dei nostri modi di produrre e di consumare, Riutilizzare e Riciclare i rifiuti del consumo, combattendo l’obsolescenza programmata dei prodotti, completano la serie dei cambiamenti proposti nel testo.



Ma Latouche non si ferma qui: arriva a tratteggiare un vero e proprio “programma politico”, tanto pregno di fascino quanto di concretezza, ben comprendendo che qualunque proposito di decrescita serena potrà trovare attuazione solamente nell’ottica di una volontà politica che intenda procedere in questo senso.



Estremamente interessante all’interno di questo programma il punto in cui si propone di “trasformare gli aumenti di produttività in riduzione del tempo di lavoro e in creazione di posti di lavoro” e quello in cui, in contrapposizione alla produzione di merci, si stimola la produzione di “beni relazionali come l’amicizia e la conoscenza, il cui consumo non diminuisce le scorte esistenti ma le aumenta”.



A corollario di un testo molto ricco di spunti, Latouche propone alcune riflessioni aventi per oggetto le possibilità d’interazione fra il pensiero della decrescita e la società capitalista, risponde a chi si domanda se la decrescita sia di destra o di sinistra affermando che “il programma che noi proponiamo è in primo luogo un programma di buon senso, altrettanto poco condiviso sia a destra che a sinistra” e rifiuta l’idea della creazione di un vero e proprio partito politico della decrescita, che rischierebbe di cristallizzare lo spirito del movimento.



IL LIBRO



Serge Latouche

Breve Trattato sulla Decrescita Serena

Bollati Boringhieri, 2008

Pagine 135 – euro 9,00

giovedì 9 febbraio 2012

EMERGENZA NEVE E DANNI.LA REGIONE MARCHE FACCIA DOMANDA AL FONDO DI SOLIDARIETA' DELL'UNIONE EUROPEA.

.


D'Anna: quanto accaduto nelle Marche rientra in quanto previsto per accedere ai fondi del FSUE.

Evitare un ulteriore aumento delle accise sulla benzina ma allo stesso tempo trovare le risorse per ridurre l'esborso degli Enti Locali per i danni subiti dal maltempo. Una strada c'è :quella del FSUE, cioè il Fondo di Solidarietà dell'Unione Europea.

Dal 2002 ad oggi il Fondo è stato utilizzato ben 47 volte dai paesi europei.

Il Fondo di solidarietà dell'Unione europea (FSUE) nasce in risposta a diversi tipi di catastrofi, tra cui inondazioni, incendi forestali, terremoti, tempeste e siccità. Finora sono stati erogati oltre 2,4 miliardi di euro a favore di 23 paesi europei. è nato per rispondere alle grandi calamità naturali ed esprimere la solidarietà europea alle regioni colpite all'interno dell'UE. E' importante la tempestività, il Lazio ad esempio si è già attivato anche perché la domanda di contributo deve pervenire alla Commissione entro 10 settimane a partire dal primo danno subito. Dopo di che la “Commissione valuta la domanda e, se quest'ultima viene accolta, presenta una proposta di aiuto al Parlamento europeo e al Consiglio, che dovranno approvarla prima che possa erogato l'importo”.

Una strada dunque che va percorsa immediatamente dalla Regione Marche per avere possibilità di finanziamento com'è accaduto nel recente passato ad altre realtà (Veneto 17 milioni)

Anche perché è previsto che “In circostanze eccezionali e in presenza di condizioni specifiche può essere fornito aiuto anche a una regione colpita da una catastrofe straordinaria, qualora si sia abbattuta sulla maggior parte della popolazione, con durature e profonde ripercussioni sulle condizioni di vita dei cittadini e sulla stabilità economica della regione stessa.” Situazione che rispecchia esattamente quella che sta vivendo la nostra regione.

Giancarlo D'Anna

Gruppo Misto

Regione Marche

mercoledì 8 febbraio 2012

SCUOLA-MALTEMPO,D'ANNA: NO ALLE MODIFICHE DEL CALENDARIO SCOLASTICO


Modifiche al calendario scolastico,D'Anna: seguire esempio Emilia Romagna .


Con una nota l'Assessore Regionale delle Marche Lucchetti ha annunciato possibili modifiche del calendario scolastico  al termine dell'emergenza neve paventando il rischio " di non raggiungere il numero minimo di giorni previsto dal calendario scolastico"regionale, fissato in 208 giorni con il conseguente recupero dei giorni persi .

All'Assessore Lucchetti comunico e suggerisco di adottare i provvedimenti dell' Emilia Romagna che con nota prot. 1513 del 06-02-12 comunica che

“In relazione agli eventi naturali che hanno comportato la perdita di giorni di lezione per la più parte delle Istituzioni scolastiche della regione, si ricorda che per consolidato orientamento già espresso da questa Direzione (vedi note prot.
18967 del 18.11.2002 e n.1743 del 15.2.2010) “L’anno scolastico resta valido anche se le cause di forza maggiore hanno comportato la discesa del totale al disotto dei 200 giorni”.

Pertanto, nella circostanza attuale, la validità dell’anno scolastico non è pregiudicata, laddove lo sforamento della soglia prevista dal calendario scolastico sia dovuto a cause non prevedibili e documentate di forza maggiore.

Nella presente contingenza si invita tutto il personale scolastico, nell’ottica delle finalità educative del sistema di istruzione e formazione, ad adoperarsi per ridurre il più possibile disagi e difficoltà alle famiglie e agli studenti.”

Giancarlo D'Anna

Consigliere Regionale

Gruppo Misto

MOZIONE A DIFESA DEI LAVORATORI TELECOM DELLE MARCHE

Al Presidente


Assemblea Legislativa delle Marche
MOZIONE





Oggetto: MOZIONE su situazione Telecom Italia delle Marche



PREMESSO



che da tempo la Telecom sta operando tagli consistenti al personale in tutta Italia, attraverso mobilità e contratti di solidarietà e che tali strumenti di riduzione del personale gravano comunque le finanze della collettività;



che la presenza della Telecom, e quindi di una consistente parte delle telecomunicazioni nella nostra Regione, corre il rischio di essere fortemente ridimensionata;



che da alcuni mesi le attività di maggior pregio come l’assistenza tecnica, la cura dei clienti più prestigiosi o di apparati ad elevato contenuto tecnologico e le relative procedure amministrative più complesse, vengono dirottate verso altre sedi.



CONSIDERATO



che alle Marche vengono dirottate lavorazioni di ripiego e che tutto ciò produce sia uno scadimento qualitativo professionale che un danno enorme a livello occupazionale;

CONSIDERATO INOLTRE

che tale situazione comporta gravi conseguenze anche sulla qualità del servizio per la nostra Regione, specie in questo periodo fortemente critico per la ripresa economica durante il quale è necessario l’apporto di nuove e più efficienti tecnologie delle telecomunicazioni.



IMPEGNA



il Presidente e la Giunta Regionale ad intervenire presso la Telecom Italia al fine di tutelare i livelli occupazionali e la qualità del servizio per la Regione Marche.







Giancarlo D’Anna

Ancona, 08/02/2012

MALTEMPO: POSSIBILI MODIFICHE CALENDARIO SCOLASTICO MARCHE

I M P O R T A N T E


 
MALTEMPO: MODIFICHE CALENDARIO MARCHE AL TERMINE EMERGENZARISCHIO IN ALCUNE SCUOLE DI NON RAGGIUNGERE NUMERO MINIMO GIORNI (ANSA) - ANCONA, 8 FEB - I provvedimenti relativi allamodifica del calendario scolastico verranno presidall'assessorato all'Istruzione al termine dell'emergenza neve.Lo rende noto un comunicato della Regione. In questi giorni le scuole marchigiane sono rimaste chiuse acausa del maltempo e per alcuni istituti, situati in zone dovela sospensione delle lezioni, a causa del permanere delledifficili condizioni meteo, potrebbe prolungarsi fino all'iniziodella prossima settimana, c'e' il rischio di non raggiungere ilnumero minimo di giorni previsto dal calendario scolasticoregionale, fissato in 208 giorni. Ci sono poi a disposizione, per ulteriori sospensioni, altri2 giorni o un giorno nel caso in cui la festa del patronoricorra nel corso dell'anno scolastico, con la conseguenza cheil numero minimo dei giorni di lezione per ciascuna autonomiascende a 206. L'assessore all'istruzione Marco Luchetti sta monitorando lasituazione, ma solo al termine dell'allerta meteo sara'possibile conteggiare i giorni persi nelle diverse zone evalutare le modalita' per recuperarli.

martedì 7 febbraio 2012

EMERGENZA NEVE E SANITA'.



D'Anna: l'isolamento di molte realtà dimostra che è necessaria la presenza di ospedali diffusi nell'entroterra e sulla costa.



Il maltempo di questi giorni oltre a portare con se una lunga serie di inevitabili disagi è accompagnato anche da tante polemiche. Non è il momento di polemizzare piuttosto si tratta di agire con i mezzi e gli strumenti a disposizione per alleviare i disagi per poi riflettere e ragionare su quanto è accaduto e come organizzarsi per il futuro.



Si possono fare previsioni ma la natura non è obbligata a “rispettarle”.Così spetta all'uomo organizzarsi per gestire al meglio le emergenze, quelle che escono fuori dal quotidiano e che puntualmente con allagamenti, frane, mareggiate, nevicate fino alla più terribile : i terremoti, ciclicamente si fanno sentire. Accade invece che all'emergenza si pensi quando ci si trovi in mezzo e così le strutture e le infrastrutture pensate per il quotidiano di fronte ad eventi sempre meno “straordinari” vanno in tilt.



Le scelte dunque oltre a cercare di soddisfare le esigenze di tutti i giorni debbono necessariamente tenere conto anche degli eventi straordinari. Discorso valido nella progettazione delle strutture e infrastrutture ma anche nell'organizzazione dei soccorsi.



Questo principio non riguarda solo il ruolo della Protezione Civile, ma anche dei i Vigili del Fuoco i quali nonostante esperienza e professionalità continuano ad operare con pochi e antiquati mezzi, la Regione, la Province e i Comuni e lo stesso ruolo dell'Esercito anche alla luce di quanto denunciato in queste ultime ore con interventi ,da parte di quest'ultimo a “pagamento”.Questioni da affrontare il prima possibile senza attendere la prossima emergenza.



Ma una riflessione importante alla luce degli eventi calamitosi di questi giorni va necessariamente fatta sul servizio sanitario. Il Piano Socio Sanitario delle Marche ,che ho sempre avversato con forza, prevede nel futuro Ospedale Unico il “livello minimo di assistenza su Area Vasta (per tutta la Provincia di PU). Senza addentrami , ancora una volta,in particolari tecnici basta prendere atto dell'isolamento di molte realtà dell'entroterra ,comprese quelle che ospitano gli ospedali da chiudere , per rendersi conto di quanto poco si sia tenuto conto anche di queste situazioni, di quanto sia folle, anche da questo punto di vista, il Piano Socio Sanitario. Quello che necessita al territorio sono una serie di servizi diffusi, ad iniziare da quello sanitario. Servizio per le necessità del quotidiano e delle emergenze.



Giancarlo D'Anna

Consigliere Regionale

Vice Presidente Commissione Sanità

domenica 5 febbraio 2012

DOMANI GIORNATA MONDIALE CONTRO MUTILAZIONI FEMMINILI

INFIBULAZIONE: = LE HANNO SUBITE 140 MILIONI DI DONNE NEL MONDO

      Roma, 5 feb. (Adnkronos) - Sono circa 140 milioni le donne nel
mondo che hanno subito mutilazioni genitali. Mentre in Europa, secondo
stime del parlamento Ue, sono 500mila le donne e le bambine residenti
che portano le conseguenze permanenti di queste pratiche e altre
180mila sono a rischio ogni anno. Domani si celebra la Giornata
mondiale per l'abbandono delle mutilazioni dei genitali femminili. E
sono tante le associazioni, internazionali e nazionali mobilitate.

      Amnesty International e l'European Women's Lobby hanno rivolto
un appello all'Unione europea affinche' si impegni a porre fine alle
mutilazioni genitali femminili e ad altre forme di violenza contro le
donne. Dal 2010, quando la Commissione europea aveva promesso di
adottare una strategia sulla violenza contro le donne, comprese le
mutilazioni genitali femminili - ricorda Amnesty - non vi e' stato
alcun tentativo coerente e strutturato di affrontare questa violazione
dei diritti umani.

      Molto spesso - prosegue Amnesty - le bambine vengono portate
all'estero durante le vacanze estive e costrette a subire la
mutilazione dei genitali, garanzia del loro status sociale e della
loro idoneita' ad andare in spose. Pur se alcuni stati membri
dell'Unione europea si sono dotati di leggi e politiche in materia,
c'e' ampia disparita' tra Stato e Stato. In Francia, Regno Unito,
Svezia e altri paesi dove e' stata riconosciuta reato da oltre un
decennio, la pratica delle mutilazioni dei genitali femminili
prosegue.

venerdì 3 febbraio 2012

CAMBOGIA: CONDANNATO ALL'ERGASTOLO COMANDANTE DUCH DEI


Una cruda testimonianza dei crimini di Pol Pot
 CAMBOGIA: IL REGIME DEI KHMER ROSSI .
            Phnom Penh, 3 feb. (Adnkronos) -Con la condanna all'ergastolo di
Kaing Guek Eav, tristemente noto come compagno Duch, si chiude un
altro capitolo del terribile passato del regime cambogiano dei Khmer
Rossi che in soli quattro anni, fra il 1975 e il 1979, costo' la vita
a 2,5 milioni di persone
.
Sotto la guida del leader marxista Pol Pot,
il regime tento' di mettere in pratica una folla utopia agraria ed
ugualitaria, costringendo milioni di persone ad abbandonare le citta'
per lavorare in fattorie comunitarie.

      Pol Pot decise che la nazione doveva ricominciare completamente
da "l'anno zero". La Cambogia fu isolata dal resto del mondo, le
citta' furono vuotate, furono aboliti denaro e proprieta' privata e
vietata ogni forma di religione. Le persone sospettate di essere
intellettuali - spesso solo a causa degli occhiali o la conoscenza
delle lingue straniere- vennero uccise.

      Centinaia di migliaia di cambogiani della classe media vennero
torturati e uccisi in centri di detenzione come il famigerato carcere
S21 a Phnom Penh, di cui Duch fu il direttore e in cui furono
torturate e uccise oltre 15mila persone. Il resto della popolazione fu
inviato a lavorare nelle fattorie collettive dove in centinaia di
migliaia morirono di fame, stenti e malattia sotto la sorveglianza dei
militanti del regime, spesso adolescenti indottrinati dai Khmer rossi.