lunedì 25 febbraio 2008

MANIFESTIAMO PER IL TIBET


Lunedì 10 marzo 2008, in occasione del 49° anniversario dell’insurrezione di Lhasa, si terrà a Roma, con partenza da Piazza Navona, alle ore 17.30 un corteo – fiaccolata. Con questa manifestazione i promotori chiedono:

La liberazione di tutti i reclusi nelle carceri e nei laogai cinesi e la liberazione del Panchen Lama, sequestrato dai cinesi nel 1995
Il rispetto dei Diritti Umani e dell’identità storica e culturale del popolo tibetano
I promotori sostengono inoltre il negoziato senza precondizioni tra il governo tibetano in esilio e Pechino e sostengono la Marcia Dharamsala –Lhasa organizzata dalle ONG tibetane per l’autodeterminazione


La manifestazione sarà preceduta, alle ore 16.00 da unsit in sotto la sede del CONI (Largo de Bosis 15).

Con lo slogan “Una fiaccola per la libertà del Tibet”, lanciato da International Tibet Support Network, intendiamo protestare contro le promesse non mantenute di Pechino e denunciare l’assenza del Tibet ai Giochi Olimpici del 2008. Un tedoforo tibetano reggerà la fiaccola per la libertà del Tibet, simbolo della speranza e delle aspirazioni del popolo tibetano alla giustizia e dell’impegno di tutti a far sì che questo sogno diventi realtà. La fiaccola compirà un lungo giro in tutto il mondo e il giorno 8 agosto, in concomitanza con l’apertura dei Giochi, sarà alla frontiera del Tibet occupato.



Il governo cinese usa i Giochi Olimpici per nascondere l’illegale occupazione del Paese delle Nevi e le spaventose violazioni dei diritti umani che vi sono perpetrate. Allo stesso tempo, le Olimpiadi offrono però a tutto il mondo l’opportunità di portare l’attenzione sulla Cina e di far capire al governo cinese che è arrivato il momento di porre fine al suo dominio in Tibet.



Aderiscono alla manifestazione:

Comunità Tibetana in Italia
Associazione Donne Tibetane in Italia
Students for a Free Tibet
Free Burma - Italy
Associazione Amici del Tibet
Associazione Italia-Tibet
Associazione AREF
Socialismo Libertario
Confederazione Italiana di Base Unicobas
Associazione Iside
Lega per l’Abolizione della Caccia – Lazio
Unione Naturisti Italiani – Lazio
Progetto ASIA
Associazione Villaggio Terra
Unione Vegetariana Animalista
Associazione LAOGAI
Campagna di Solidarietà con il Popolo Tibetano
Associazione Nessuno Tocchi Caino
Associazione Radicale Adelaide Aglietta
Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito
Federazione dei Giovani Socialisti

sabato 16 febbraio 2008

Sanità: 10 anni d'attesa 920.200 euro spesi per un edificio mai ultimato


Scandaloso: dopo 10 anni e 920.200,00 euro spesi i lavori alla RSA per Disabili Psichici Nuova Ime di Pesaro sono ancora bloccati e il cantiere invaso da erbacce. Su you tube il filmato


Era il 1996 quando con decreto del Dirigente del Servizio Sanità n. 440 fu approvato il progetto esecutivo dei lavori per la realizzazione di una RSA per disabili psichici a Pesaro.

Il 10.09.1998 la gara d’appalto veniva affidata all’Impresa ATI Coedi di Ancona, ma in seguito la sentenza del TAR Marche, confermata dal consiglio di Stato (sentenza 178/2001) annullava l’aggiudicazione. Nuova aggiudicazione alla ditta EDILTRE di Ascoli .

Nel febbraio 2002 la AUSL n.1 prendeva atto della sentenza del Consiglio di Stato e della rinuncia della ditta EDILTRE al lavoro.
Con determina 170/2002, aggiornamento dei prezzi e indizione di una nuova gara. I lavori vanno alla Ditta ATI GRUOSSO di Potenza, contratto in data 21.03.2003; i lavori vengono consegnati il 19.03.2003 da eseguire in 420 giorni decorrenti dalla data del verbale e quindi da concludere entro il giorno 12.05.2004.
Nel corso dei lavori sono state apportate varianti per un totale di 103.118,80 euro e proroga della scadenza dei lavori all’aprile 2005.

Nel 2006 la ditta GRUOSSO a seguito di “riserve presentate e non accolte dalla Direzione Lavori, ha chiesto l’applicazione l’attivazione della procedura prevista dall’Art.31 bis del DPR 554/99(accordo bonario) e poi, dopo che il responsabile del Procedimento, lette le relazioni riservate del Direttore dei Lavori e del Collaudatore, respingeva ogni richiesta per arrivare velocemente al completamento dell’opera, constatato il perdurante inadempimento dell’impresa appaltatrice.” Il Direttore dei Lavori ha verificato che “l’impresa nel frattempo non era mai stata presente all’interno del cantiere.”.
Nel maggio 2007 con determina del Direttore Generale ASUR è stata approvata la risoluzione contrattuale.

Sembra che a breve sarà indetta l’ennesima gara d’appalto. Dopo 10 anni sono stai spesi 920.000 euro sono previste ulteriori spese per circa 750.000 euro.

Oggi il cantiere è invaso e coperto da erbacce, alcuni lavori eseguiti si dovranno rifare.Chi pagherà i danni economici e morali alla comunità ad iniziare dai malati e alle loro famiglie ? Mentre si parla di Ospedale Unico in dieci anni non si è riusciti nemmeno a chiudere questo vergognoso capitolo.

martedì 12 febbraio 2008

ELEZIONI TU COME LA VEDI


In questi giorni si sente si vede si pronostica si sceglie si ipotizza si cerca si rifiuta insomma c'è un grosso "dibattito" su scelte, strategie e alleanze.Evitando le polemiche riusciamo ad aprire un dibattito serio su cosa vorrebbe e come vede il futuro popolo di destra?

domenica 10 febbraio 2008

venerdì 8 febbraio 2008

Allarme Ocse: «In Italia economia ferma»

Continuano a peggiorare le prospettiva di crescita in tutti i Paesi del G7. E il contagio arriva fino in Cina
NOTIZIE CORRELATE
Il sito dell'Ocse

ROMA - Continuano a peggiorare le prospettive di crescita economica dell’Italia, così come quelle di tutti i maggiori Paesi dell’area dell’Ocse. Il Superindice sull’attività economica elaborato dall’organizzazione parigina, che valuta le previsioni di crescita dell’economia, segnala per l’Italia un calo da 1,2 punti sul mese di dicembre, a quota 95,3. La flessione risulta di 3,4 punti rispetto a un anno prima. Il calo fatto segnare dal Superindice in Italia sul singolo mese è la più marcata tra i paesi dell’Ocse. In media l’indicatore mostra un calo di 0,3 punti dal mese precedente e di 1,9 punti su base annua.

G7 IN CRISI - Anche se all’Italia viene attribuito uno dei dati peggiori, dunque, la tendenza al peggioramento del clima economico è generalizzata: «Gli ultimi dati segnalano un rallentamento dell’attività nell’area dell’Ocse - si legge nella nota dell’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico - Le prospettive di crescita si indeboliscono per le sette maggiori economie globali». Sul G7 il Superindice segna un calo di 0,4 punti dal mese precedente e di 2,2 punti su base annua.

CINA CONTAGIATA - La tendenza al rallentamento economico sembra estendersi fino alla Cina: per il Dragone il Superindice segna un calo da 0,7 punti dal mese precedente e 0,9 punti su base annua. Oltre alla Cina, anche Russia e Brasile registrano a dicembre flessioni sul Superindice, rispettivamente per 0,6 e 0,2 punti, ma nel loro caso il paragone su base annua resta positivo: +1,3 punti per la Russia e +4,9 punti per il Brasile. Questi Paesi non fanno parte dell’Area Ocse ma vengono comunque monitorati in ragione del rilevante contributo alla crescita globale.

RECESSIONE – Segnali di recessione arrivano inoltre dagli Stati Uniti, la prima economia globale su cui da settimane si moltiplicano gli allarmi; il Superindice dell’Ocse registra un calo da 0,7 punti tra novembre e dicembre e di 1,8 punti su base annua. Stessa tendenza alla recessione anche dalla Germania, mentre il Giappone ha invece mostrato un rafforzamento di 0,8 punti dal mese precedente, tuttavia deve fare i conti con il dato più negativo nel paragone su base annua: meno 4,5 punti.

AREA EURO - Guardando all’area dell’euro, l’Ocse segnala un calo generale di 0,4 punti a dicembre dal mese precedente e di 2,2 punti su base annua. Tra i partner europei dell’Italia, per la Germania il Superindice segna come detto un calo marcato di 0,1 punti dal mese precedente e di 2,4 punti su base annua; per la Francia meno 0,4 punti su base mensile e meno 1,1 su base annua. Per la Gran Bretagna il calo è contenuto a 0,2 punti su base mensile e a 0,1 punti su base annua.

DISOCCUPAZIONE - Il tasso di disoccupazione nell'area Ocse è rimasto invece invariato al 5,5% in dicembre rispetto a novembre, mentre è calato dello 0,3% rispetto a un anno fa. Il tasso è rimasto invariato al 7,2% nell'Eurozona (-0,6% rispetto al dicembre 2006) mentre negli Usa è sceso al 4,9% dal 5% di novembre. Rispetto al dicembre 2006, tuttavia l'indice è aumentato dello 0,3%. In Giappone, infine, il tasso di disoccupazione in dicembre è rimasto invariato al 3,8%.

mercoledì 6 febbraio 2008

UNA STORIA TANTE STORIE



Storia di un giornale di partito e di una "bella famiglia come le altre", raccontata dal Direttore del Corriere d'Italia, Mauro Montanari
Il Ministro della Giustizia, Clemente Mastella e sua moglie Sandra Lonardo hanno due figli, Elio e Pellegrino. Pellegrino è sposato a sua volta con Alessia Camilleri.
Una bella famiglia come le altre, ma con qualcosa in più.
Per sapere cosa, partiamo dal partito di Clemente che, come i più informati sanno, si chiama Udeur. L’Udeur, in quanto partito votato dall’1,4% degli italiani adulti, ha diritto ad un giornale finanziato con denaro pubblico.
Si chiama "Il Campanile", con sede a Roma, in Largo Arenula 34. Il giornale tira circa cinquemila copie, ne distribuisce 1.500, che in realtà vanno quasi sempre buttate. Lo testimoniano al collega Marco Lillo dell’Espresso, che ha fatto un’inchiesta specifica, sia un edicolante di San Lorenzo in Lucina, a due passi dal parlamento, sia un’altro nei pressi di Largo Arenula. Dice ad esempio il primo: "Da anni ne ricevo qualche copia. Non ne ho mai venduta una, vanno tutte nella spazzatura!".
A che serve allora -direte voi- un giorna-le come quello? Serve soprattutto a prendere contributi per la stampa.
Ogni anno Il Campanile incassa un milione e 331mila euro
E che farà di tutti quei soldi, che una persona normale non vede in una vita in-tera di lavoro? insisterete ancora voi. Che fara? Anzitutto l’editore, Clemente Mastella, farà un contratto robusto con un giornalista di grido, un giornalista con le palle, uno di quelli capace di dare una direzione vigorosa al giornale, un opinionista, insomma. E così ha fatto.
Un contratto da 40mila euro all’anno. Sapete con chi? Con Mastella Clemente, iscritto regolarmente all’Ordine dei Giornalisti, opinionista e anche segretario del partito. Ma è sempre lui, penserete. Che c’entra? Se è bravo… non vogliamo mica fare discriminazioni antidemocratiche. Ma andiamo avanti.
Dunque, se si vuol fare del giornalismo serio, bisognerà essere presenti dove si svolgono i fatti, nel territorio, vicini alla gente.
Quindi sarà necessario spendere qualcosa per i viaggi.
Infatti Il Campanile ha speso, nel 2005, 98mila euro per viaggi aerei e trasferte. Hanno volato soprattutto Sandra Lonardo Mastella, Elio Mastella e Pellegrino Mastella, nell’ordine. Tra l’altro, Elio Mastella è appassionato di voli. Era quello che fu beccato mentre volava su un aereo di Stato al gran premio di Formula Uno di Monza, insieme al padre, Clemente Mastella, nella sua veste di amico del vicepresidente del Consiglio, Francesco Rutelli. Ed Elio Mastella, che ci faceva sull’aereo di Stato? L’esperto di pubbliche relazioni di Rutelli, quello ci faceva!
Quindi, tornando al giornale. Le destinazioni. Dove andranno a fare il loro lavoro i collaboratori de Il Campanile? Gli ultimi biglietti d’aereo (con allegato soggiorno) l’editore li ha finanziati per Pellegrino Mastella e sua moglie Alessia Camilleri Mastella, che andavano a raggiungere papà e mamma a Cortina, alla festa sulla neve dell’Udeur. Siamo nell’aprile del 2006.
Da allora -assicura l’editore- non ci sono più stati viaggi a carico del giornale.
Forse anche perché è cominciata la curiosità del magistrato Luigi De Magistris, sostituto procuratore della Repubblica a Catanzaro, il quale, con le inchieste Poseidon e Why Not, si avvicinava ai conti de Il Campanile.
Ve lo ricordate il magistrato De Magistris? Quello a cui il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, mandava tutti quei controlli, uno ogni settimana, fino a togliergli l’inchiesta? Ve lo ricordate? Bene, proprio lui! Infine, un giornale tanto rappresentativo deve curare la propria immagine.
Infatti Il Campanile ha speso 141mila euro per rappresentanza e 22 mila euro per liberalità, che vuol dire regali ai conoscenti.
Gli ordini sono andati tra gli altri alla Dolciaria Serio e al Torronificio del Casale, aziende di Summonte, il paese dei cognati del ministro: Antonietta Lonardo (sorella di Sandra) e suo marito, il deputato Udeur Pasquale Giuditta.
Ma torniamo un attimo agli spostamenti.
La Porsche Cayenne (4000 di cilindrata) di proprietà di Pellegrino Mastella fa benzina per duemila euro al mese, cioè una volta e mezzo quello che guadagna un metalmeccanico. Sapete dove?
Al distributore di San Giovanni di Ceppaloni, vicino a Benevento, che sta proprio dietro l’angolo della villa del Ministro, quella con il parco intorno e con la piscina a forma di cozza. E sapete a chi va il conto?
Al giornale Il Campanile, che sta a Roma. Miracoli dell’ubiquità.
La prossima volta vi racconto la favola della compravendita della sede del giornale.
A quanto è stata comprata dal vecchio proprietario, l’Inail, e a quanto è stata affittata all’editore, Clemente Mastella.
Chi l’ha comprata, chiedete? Due giovani immobiliaristi d’assalto: Pellegrino ed Elio Mastella.
Mauro Montanari-Corriere d'Italia/News ITALIA PRESS

RIFIUTI AFFARI E PROCURA


Dal Corriere della Sera
La Procura all’udienza per il rinvio a giudizio del governatore:
con cifre così alte, più durava l’emergenza più si lucrava
«Il vice di Bassolino guadagnava un milione»
Rifiuti, requisitoria del pm. Nuova procedura Ue per lo smaltimento illegale
La crisi potrebbe ulteriormente acuirsi a causa del blocco dell’impianto di cdr di Giugliano
NAPOLI — L’emergenza rifiuti è stata l’occasione per far guadagnare cifre «inimmaginabili » a chi lavorava negli anni scorsi al commissariato straordinario, dove durante la gestione Bassolino i subcommissari hanno ricevuto compensi pari anche a novantacinquemila euro al mese e non c’era quindi alcun interesse a risolvere la situazione. È questo uno dei punti centrali della requisitoria dei pm Noviello e Forleo durante l’udienza preliminare per il rinvio a giudizio del governatore della Campania Bassolino, dei vertici di Impregilo e di alcuni ex rappresentanti del commissariato.

I pm hanno citato i casi più eclatanti: il subcommissario Vanoli percepiva un milione e cinquantamila euro all’anno, i subcommissari Paolucci e Facchi, compensi tra gli ottocento e i novecentomila euro. La stessa situazione si sarebbe verificata anche quando commissario era il prefetto Corrado Catenacci, che in una intercettazione telefonica allegata agli atti del procedimento e citata dai pm, si lamentava con l’interlocutore, perché il suo stipendio era di cinquemila euro mensili, mentre due tecnici della struttura commissariale intascavano cifre pari a un miliardo di lire all’anno.

Con compensi così alti, sostiene la Procura, è chiaro che «più durava l’emergenza più si guadagnava», e quindi la gestione commissariale non avrebbe avuto affatto interesse a superare la crisi. Di qui le molte inadempienze che oggi sono contestate agli imputati — soprattutto non aver messo a norma gli impianti cdr che producono un materiale inutilizzabile come combustibile nel futuro inceneritore di Acerra e in qualunque altro inceneritore — e di cui, secondo i pm, Bassolino era a conoscenza perché il suo ruolo di commissario era un ruolo «amministrativo e non politico» e aveva quindi «giuridicamente l’obbligo di controllare».

L’emergenza che oggi affligge la Campania nasce, sostiene la Procura, anche da quella cattiva gestione commissariale che consentì all’Impregilo di far finire in discarica non il 14 per cento dei rifiuti prodotti, così come prevedeva il piano, ma il 49 per cento, intasando gli impianti e creando quella che i pm chiamano «fame di discariche» con la quale deve fare i conti oggi il commissario De Gennaro mentre cerca di portare la regione fuori dalla crisi.
Una crisi che rischia di costare all’Italia pesanti sanzioni dall’Ue (appena avviata una nuova procedura di infrazione per le troppe discariche abusive in tutto il Paese) e che potrebbe ulteriormente acuirsi a causa del blocco dell’impianto di cdr di Giugliano, che ha i depositi pieni e ieri ha dovuto sospendere la lavorazione dei rifiuti.
Fulvio Bufi

lunedì 4 febbraio 2008

LE PM10 AUMENTANO LA MORTALITA' INFANTILE


La battaglia sulle PM10 che abbiamo portato in Consiglio Regionale è sacrosanta e deve continuare perchè le polveri sottili sono terribilmente pericolose per la salute come dimostra l'articolo che segue.



10 microgrammi per metro cubo in più di polveri sottili nell'aria fanno aumentare del 5% la mortalità post-neonatale e del 22% quella post-neonatale per malattie respiratorie. Sono dati pubblicati sull'European Journal of Epidemiology Bastano 10 microgrammi per metro cubo in più di polveri sottili nell'aria (PM10) per determinare un incremento del 5% della mortalità post-neonatale per qualsiasi causa e un aumento del 22% della mortalità post- neonatale per malattie respiratorie. Sono dati pubblicati sull'European Journal of Epidemiology, citati oggi dagli esperti che hanno incontrato i giornalisti nell'ambito del IV Meeting di Allergologia e Malattie respiratorie, organizzate dall'Ospedale Fatebenefratelli/Melloni di Milano.

Oggi la relazione fra qualità dell'aria e malattie respiratorie, allergiche, anche gravi (come l'asma), è un dato di fatto. L'ultima prova viene dai dati di un monitoraggio fatto dall'equipe pediatrica della Macedonio Melloni sulle visite di Pronto Soccorso a cui sono stati accompagnati i bambini milanesi. Il periodo preso in esame ha riguardato i venti giorni a cavallo di capodanno, dal il 22 al 31 dicembre 2007 e dal primo al 10 gennaio 2008.

«In questo periodo - spiega il pediatra Luigi Terracciano - la maggior parte dei pediatri di libera scelta era in vacanza e c'é quindi stato un ricorso quasi "obbligatorio" alla struttura ospedaliera da parte delle famiglie». Ebbene, nei 10 giorni prima di capodanno, in un periodo caratterizzato da maggior traffico automobilistico, con una media di Pm10 pari a 110 microgrammi per metro cubo (la soglia fissata dalle autorità europee è di 30mcg/m3) gli accessi ai Pronto Soccorso per problemi respiratori (dalla banale tonsillite, alla polmonite, all'asma) sono stati 401.

Nel secondo periodo, invece, con una media di PM10 scesa a 67 mcg/m3, forse determinata anche dall'introduzione dell'Ecopass (l'ingresso a pagamento alla zona centrale milanese), gli accessi sono calati a 176, con una diminuzione del 56%. «Emerge da questi dati - afferma Alessandro Fiocchi, primario alla Macedonio Melloni e presidente di Allegria, l'associazione per la ricerca sull'allergia e l'asma infantile - la conferma dell'incidenza dell'inquinamento dell'aria sulla salute dei bambini e l'esigenza di misure cautelative per limitare i danni di un problema che solo in Lombardia riguarda un bambino su quattro, cioé tra i 200mila e i 300mila bambini sotto i 14 anni».

Imputato numero 1, dunque, il Pm10, ma solo perché delle polveri più sottili ancora si conosce poco. «Si comincia però ad avere - dice ancora Fiocchi - qualche informazione in più: si sa, ad esempio, che se il PM10 ha una distribuzione abbastanza omogenea sulle strade cittadine, tanto che il dato cambia poco fra la sede stradale e quella di una via solo pedonale, il PM2,5 (particelle più piccole e pericolose per i polmoni) tende a concentrarsi nella zona in cui è generato e fa molta differenza se ne misuriamo la concentrazione sulla sede del flusso veicolare e a 10 metri di distanza, sul marciapiede».

venerdì 1 febbraio 2008

MARINI-LETTA, I VECCHI AMICI


Marini: «Un margine c'è ancora»

E Gianni Letta va a Palazzo Chigi
Il braccio destro del Cavaliere: «Ho incontrato vecchi amici». Veltroni: grande coalizione? Facciamola ora



Gianni Letta, braccio destro di Silvio Berlusconi (Lapresse)
IL RUOLO DI LETTA - Le consultazioni a Palazzo Giustiniani non sono però il solo spazio in cui si disputa ora la partita politica. Va infatti rilevata anche l'azione parallela delle principali forze politiche che, aspettando lunedì, quando sarà il loro turno per conferire con l'«esploratore» di Napolitano, ne approfittano per mettere a punto le rispettive strategie. Il Pd ha ribadito la linea già evidenziata negli ultimi giorni: lavorare per una modifica della legge elettorale e puntare, in alternativa, a far votare il referendum prima della convocazione delle elezioni politiche. Forza Italia, ufficialmente, continua a sostenere la linea del voto subito. Ma in mattinata il braccio destro di Silvio Berlusconi, Gianni Letta, si è intrattenuto per oltre mezz'ora a Palazzo Chigi. E questa visita apre la porta a diverse possibili interpretazioni.

«VECCHI AMICI» - Letta, lasciando la sede del governo, ha semplicemente spiegato di essere stato in visita «a vecchi amici», escludendo così di avere incontrato Romano Prodi o uno dei suoi vicepremier o, ancora, il nipote Enrico, che del premer è sottosegretario. E nella stessa occasione ha confermato di avere avuto modo di sentire anche lo stesso Marini, ricorrendo anche in questo caso alla formula dei «vecchi amici», precisando che lui e il presidente del Senato lo sono e sottolineando che proprio per questo motivo è «ovvio che ci si senta». Tuttavia proprio di Letta si è parlato in più occasioni come di un possibile nome da spendere per un governo di larghe intese e, in ogni caso, è noto il suo ruolo di ambasciatore del Cavaliere negli ambienti del centrosinistra. Vannino Chiti, ministro per i Rapporti con il Parlamento, commenta positivamente l'esistenza di una linea di confronto tra il consigliere di Berlusconi e il presidente del Senato: «Se c'è un filo diretto tra Marini e Gianni Letta, e funziona - ha evidenziato -, è importante al di là del governo e della situazione attuale». «Bisogna nella chiarezza - ha spiegato infatti il ministro - moltiplicare i rapporti corretti e trasparenti tra le le forze politiche e gli esponenti delle diverse aree. Ne ha bisogno l'Italia per il suo rinnovamento e tanto più di fronte ai problemi di una situazione internazionale così complessa e difficile».


Il leader del Pd, Walter Veltroni (Ansa)
«PRIMA IL REFERENDUM» - Il Pd, intanto, fa propria la proposta di andare al voto solo dopo la modifica della legge elettorale o, in alternativa, dopo l'indizione dei referendum, così da avere - in caso di vittoria dei sì - la certezza di una diversa attribuzione dei seggi di Camera e Senato. La conferma della strategia del partito è arrivata dal vicesegretario Dario Franceschini, al termine di un incontro tra lui, Walter Veltroni e i vertici del comitato referendario, Giovanni Guzzetta, Mario Segni e Natale D'Amico. «Chiunque capisce che avrebbe più senso cambiare prima la legge elettorale, che tutti dicono che non funziona e poi andare a votare e non fare viceversa - ha detto Franceschini -. Per questo sosteniamo fino in fondo il tentativo di Franco Marini. Non c'è cosa più sciocca che pensare che abbiamo paura delle elezioni. Il consenso attorno al Pd cresce e siamo pronti a qualsiasi cosa». E lo stesso Veltroni, parlando nel pomeriggio da Velletri, ha lanciato una sfida al centrodestra: «La Casa delle Libertà dice: "Andiamo a votare e poi facciamo la grande coalizione". E perchè non la facciamo prima con un governo guidato da Marini che riscriva le regole del gioco? Avrebbe senso- ribadisce- fare un'intesa adesso per scrivere le regole del gioco e poi lasciare la scelta agli italiani».

CONTATTI CON LA CDL - «Comunque vada - ha commentato Giovanni Guzzetta a nome dei referendari, che in queste ore stanno cercando di prendere contatti anche con la Cdl per provare a convincere i leader del centrodestra sulla necessità di far votare prima di tutto i tre quesiti avallati dalla Consulta e sostenuti da 850 mila firme - il referendum resta in campo, e si dovrà fare l'anno prossimo. Da parte nostra non c'è nessuna volontà di strizzare l'occhio a tentativi dilatori, ma è irragionevole andare al voto con questa legge, ritardando le elezioni solo di poche settimane». Dunque non governo non per rifare la legge elettorale, essendo stretti i tempi, ma un governo che accompagni il Paese verso i referendum.

MA FINI DICE NO - La prima risposta, negativa, è però arrivata da Gianfranco Fini, che pure del referendum era stato uno dei più entusiasti sostenitori. «Proprio perchè Alleanza nazionale ha avuto un ruolo nella raccolta delle firme per il referendum - ha detto il presidente di An -, ho voluto spiegare a Guzzetta che per noi oggi è prioritario dotare l'Italia di un governo». «Non neghiamo la necessitá di continuare un impegno a difesa del bipolarismo, per le riforme istituzionali e per una legge elettorale che sia garanzia dell'alternanza - ha aggiunto -. Ma questo accadrá nella prossima legislatura. Per gli italiani oggi serve solo la possibilitá di votare».

«MISSIONE IMPOSSIBILE» - Lo stesso Franco Marini mette le mani avanti, facendo trapelare alle agenzie che «il mio tentativo nasce per fare la riforma della legge elettorale, non per consentire di tenere il referendum». Resta però da vedere se la moral suasion dei referendari avrà effetto in casa Cdl, considerando che anche An è stata in prima fila nella raccolta delle firme. Per ora la linea ufficiale non cambia e Pier Ferdinando Casini, che in mattinata ha incontrato Marini con la delegazione del suo partito, ribadisce che la ricerca di una nuova maggioranza è «una missione quasi impossibile». E ai cronisti dice: «Guardate che Marini è una persona seria, è più realista di quanto pensiate voi giornalisti. Anche lui pensa sia quasi impossibile». Poi, però, il presidente del Senato ha dato la sua interpretazione autentica parlando davanti ai cronisti: «L'impresa è gravosa, ma un margine c'è ancora».