martedì 20 dicembre 2011

BILANCIO AZIONE MARCHE DENUNCIA: 11 MILIONI DI EURO PER IL BRAND MARCHE


Coordinamento: Marangoni,Romagnoli,D'Anna,Silvetti
 BILANCIO AZIONE MARCHE DENUNCIA: 11 MILIONI DI EURO PER IL BRAND MARCHE


D'ANNA :BENE LA PROMOZIONE MA TROPPE E COSTOSE LE CONSULENZE



Bilancio di previsione: dura la reazione del “Coordinamento Azione Marche” che, tramite il portavoce Giancarlo D'Anna, ribadisce la netta contrarietà al documento presentato dalla Giunta in data 20 dicembre. I consiglieri D'Anna (Gruppo Misto), Marangoni (Libertà e autonomia), Romagnoli e Silvetti (Fli) si pronunciano all'unanimità contro la decisione della Giunta di respingere emendamenti che riguardavano: le famiglie con malati di “Sla”, la bonifica dell'amianto nelle strutture pubbliche, private e scolastiche, la cultura e la polizia locale le piccole imprese, la pesca, l'artigianato,l'occupazione. D'Anna ha posto l'accento sui dati dell'occupazione regionale che a giugno 2011 ha superato quota 130mila disoccupati con un aumento del 41% rispetto al 2008. Invece ha rimarcato D'Anna“Per promuovere il brand Marche(DELIBERA 726 DEL 24.0.2011) nell'ottica del turismo, questa Giunta ha speso più di undici milioni di euro, di cui Dustin Hoffman è l'immagine. In questo clima di crisi generale che implica tagli e sacrifici, è quest'operazione valida e incisiva?I costi secondo Azione Marche sono esagerati in quanto buona pare degli 11 milioni sono per consulenze e per l'Aerdorica. A che serve spendere così tanto, e in questo modo per la promozione turistica( che comunque va fatta) se poi la crisi internazionale ha fortemente e negativamente inciso sul mondo dei vacanzieri? ”.

L'esponente del Gruppo Misto, sempre in qualità di portavoce di Azione Marche, ha puntato infine il dito contro quella che definisce “una cattiva abitudine” del Governatore Spacca. “Il Presidente Spacca spiega D'Anna – tende a sminuire il lavoro dell'intera assemblea legislativa e dei suoi singoli esponenti, i consiglieri, convocando ad ogni riunione del Consiglio una conferenza stampa in concomitanza .Impedendo di fatto agli organi di comunicazione di seguire e pubblicare i lavori del Consiglio”.

lunedì 19 dicembre 2011

OSPEDALE UNICO A GESTIONE PRIVATA?D'ANNA IL GRUPPO DE BENEDETTI PUNTA SULLE MARCHE.


La battaglia per la sanità pubblica non si ferma


Il modello potrebbe essere quello di Suzzara, in Lombardia, dove Medipass del Gruppo De Benedetti Cir dal 2004 ha la completa gestione del complesso ospedaliero dopo essersi occupato della sua ristrutturazione e messa a norma. Certo questa potrebbe risultare una ipotesi fantasiosa se non ci fossero state le aperture all'intervento del privato, negate prima delle elezioni regionali, previste e auspicate nel Piano Socio Sanitario 2012-2014.



Ad avvalorare questa ipotesi c'è l'attenzione che il Gruppo De Benedetti, ha nella nostra regione con l'Istituto Santo Stefano(Kos) è presente con 9 strutture di riabilitazione con 1098 posti letto autorizzati. Kos è una società operante nel settore dell'assistenza socio sanitaria e fondata da Cir che ne detiene il 53,6% ed è principalmente attivo nelle Marche.Un “mercato” interessante dunque quello delle Marche evidenziato di numeri della riabilitazione 1098 posti letto nelle Marche su un totale di 1600 in tutt'Italia.

Sembra non finire qui visto che il PSSR 2012-2014 prevede la riconversione di diverse centinaia di posti letto da acuti a lungodegenza riabilitazione.

A questo punto tornando all'Ospedale Unico, indipendentemente da chi lo andrà a gestire , serve o non serve ? E se sarà costruito cosa cambierà nella sanità della provincia di PU?

Una cosa è certa :con l'Unico Ospedale per acuti della provincia il resto delle attuali strutture si occuperà di riabilitazione e lungo degenza senza dimenticare alcune alienazioni.

Ma cosa prevede il Piano Socio Sanitario per l'Area Vasta 1, cioè la nostra Provincia? Esattamente “Il livello minimo di assistenza su area Vasta”.Mentre il 70% delle risorse in sanità finirà nell'area di Ancona.

A questo punto non si tratta più di localizzazione di un sito dove costruire l'Unico Ospedale ma chiedersi se serve. La risposta è semplice se l'obiettivo dichiarato e quello di assicurare il livello minimo dei servizi,non serve. Se poi l'obiettivo è quello di aprire le porte al privato allora serve, bisogna vedere a chi.

In questo contesto sarebbe opportuno, che i comuni sui quali insistono le attuali strutture ospedaliere, oltre a pensare bene a quello che stanno facendo, dicessero in modo chiaro quali intenzioni ci sono relativamente ad eventuali varianti al Piano Regolatore per un diverso utilizzo di quegli importanti spazi.

Io credo invece che sarebbe opportuno, più opportuno anzi giusto che sia la gente ad esprimersi se è preferibile un miglioramento strutturale degli attuali ospedali concentrando le risorse sulle professionalità e sulla tecnologia oppure puntare su un salto nel buio.

Visto che la proposta di un referendum sull'Ospedale Unico, lanciata in tempi sospetti, vede giorno dopo giorno nuovi supporter sarebbe utile se ,indipendentemente dalle appartenenze, si unissero forze e uomini per far partecipare la gente ad una scelta che non riguarda solo la sanità ma anche l'ambiente, la qualità della vita la trasparenza.

Giancarlo D'Anna

Vice Presidente Commissione Sanità

PIANO SOCIO SANITARIO 2012-1014 LA RELAZIONE DI D'ANNA

“L'OBIETTIVO DICHIARATO DEL PIANO SOCIO SANITARIO NON PUO' TRADURSI IN UN ESPROPRIO DI COMPETENZE A DANNO DEGLI ENTI LOCALI.PERTANTO E' NECESSARIO CHE VENGA AMPLIATO E RESO DECISIVO IL CONFRONTO CON GLI ENTI LOCALI.

L'AREA VASTA IN QUANTO STRUMENTO DI IMPLEMETAZIONE, DOVRA' ESSERE DOTATA DI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONI GESTIONALI QUALI BUDGET DI GESTIONE”





CON QUESTE PAROLE MATTEO RICCI, PRESIDENTE DEL CAL MOTIVA IL PARERE FAVOREVOLE DEL CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE LOCALI AL PIANO SOCIO SANITARIO REGIONALE.



C'E' DA CHIEDERSI QUALE VERSIONE DEL PIANOABBIA LETTO DAL 2010 AD OGGI ED IN QUALE ABBIA TROVATO CONFORTO PER ESPRIMERE UN PARERE FAVOREVOLE CON QUELLE MOTIVAZIONI.



FORSE IN QUEL PIANO CHE NON E' MAI NATO:QUELLO CHE VORREBBE ASSEGNARE ALLE AREE VASTE LA PERSONALITA' GIURIDICA.



QUELLA PERSONALITA' GIURIDICA CHE SAREBBE STATA LA VERA E CONCRETA NOVITA' MA SOPRATUTTO AVREBBE CONSENTITO AI TERRITORI RAPPRESENTATI UNA VERA,FATTIVA E CONCRETA PARTECIPAZIONE ALLE SCELTE.



OGGI E' ASUR il soggetto che esercita a livello centralizzato le funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo gestionale e contabile dell'attività aziendale e nelle Aree vaste territoriali lo svolgimento di alcune funzioni non esercitabili in maniera completa in quanto LE AREE non sono dotate di personalità giuridica pubblica e di autonomia imprenditoriale E' PER QUESTO MOTIVO CHE COME COORDINAMENTO AZIONE MARCHE ABBIAMO PRESENTATO UNA PDL PER UNA Nuova riorganizzazione del servizio sanitario regionale CHE PREVEDE L'ABOLIZIONE DELL'ASUR E LA NASCITA DI 5 AREE VASTE CON PERSONALITA' GIURIDICA.

La nostra proposta di legge nasce dall'esigenza di apportare modifiche all'attuale modello organizzativo del sistema sanitario regionale, al fine di risolvere le criticità

dell'impianto che, nonostante i continui aggiustamenti, a tutt'oggi non risulta ancora perfezionato.

E' necessario, pertanto, apportare sostanziali modifiche al sistema con un impianto legislativo più consono alle realtà territoriali marchigiane, cosicché da rafforzare il sistema stesso e renderlo nello stesso tempo più efficace e più efficiente.

In tale ottica, secondo la proposta di AZIONE MARCHE, viene soppressa l'ASUR e vengono istituite cinque Aziende sanitarie locali, alle quali viene attribuita personalità giuridica: la n. 1, la n. 2, la n. 3, la n. 4 e la n.5, con sedi, rispettivamente, in Fano, in Fabriano, in Ancona, in Macerata, in Fermo e in Ascoli Piceno.

Le suindicate Aziende sanitarie locali avranno una competenza territoriale più limitata rispetto all'attuale ASUR, cosicché da permettere un migliore radicamento delle medesime sul territorio e consentire quindi l'attuazione di un sistema sanitario regionale capace di garantire effettivamente la centralità del cittadino marchigiano bisognoso di cure in qualsiasi comune esso risieda.

Quanto sopra non è garantito dall'attuale impianto che vede nell'ASUR il soggetto che esercita a livello centralizzato le funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo gestionale e contabile dell'attività aziendale e nelle Aree vaste territoriali lo svolgimento di alcune funzioni non esercitabili in maniera completa in quanto non dotate di personalità giuridica pubblica e di autonomia imprenditoriale.



La proposta di Azione Marche tende comunque al risanamento e ad una maggiore razionalizzazione delle risorse economiche destinate alla sanità regionale sanitaria promuovendo a tal fine, all'articolo 16, la costituzione di un Consorzio con funzioni finalizzate alla concertazione delle attività non specificamente sanitarie e con l'obiettivo di abbattere i costi gestionali migliorando l'efficienza dei servizi.







MA IL PIANO 2012-2014, CHE E' BENE RICORDARE ORIGINARIAMENTE ERA PREVISTO NEL 2010 PER PROGRAMMARE FINO AL 2012, CONDANNA I TERRITORI AD ESSERE, PIU' DI PRIMA ,SATRAPIE AL DIRETTO COMANDO DI ANCONA, DELLA REGIONE, DELLA GIUNTA REGIONALE PER FAR SI CHE QUEL 70% DI RISORSE CHE FINISCONO SUL CAPOLUOGO DI REGIONE NON SOLO NON DIMINUISCANO MA AUMENTINO.



LO SI EVINCE LEGGENDO NELLA PIANIFICAZIONE DELLE AZIONI DEL PIANO SOCIO SANITARIO QUNDO SI PREVEDE:



“LA RIORGANIZZAZIONE DELA RETE OSPEDALIERA CON POTENZIAMENTO DEL CENTRO DI RIFERIMENTO REGIONALE E LA CONCENTRAZIONE DEL MAGGIOR NUMERO DI DISCIPLINE DELL'ALTA SPECIALITA' PRESSO L'AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA “OSPEDALI RIUNITI” DI ANCONA”



E ANCORA



“IL RIDISEGNO DELL'AREA METROPOLITANA DI ANCONA PER POTENZIARE LA RISPOSTA AL PAZIENTE ACUTO ED IN URGENZA”



E ANCORA



FORTE ORIENTAMENTO ALLA RICERCA E ALL'INNOVAZIONE NELLE STRUTTURE DELL'AREA METROPOLITANA DI ANCONA, CON PARTICOLARE ATTENZIONE ALLA MEDICINA MOLECOLARE ED ALLA MEDICINA PREDITTIVA



UNA BELLA DIFFERENZA RISPETTO AL RESTO DELLE PROVINCE O AREE VASTE PER LE QUALI CI SI DEGNA DI CONCEDERE LA COPERTURA DEL BISOGNO DI CURA E ASSISTENZA AL LIVELLO MINIMO DI AREA VASTA COME ACCADE NELLAREA VASTA DELLA PROVINCA DI PESARO-URBINO DOVE SI CONTINUA A PARLARE DI UN OSPEDALE UNICO PER IL QUALE RISULTA A PAGINA TRENTA DEL PIANO ALLA VOCE”PIANO DEGLI INVESTIMENTI STRUTTURALI”SOLO E SEMPLICEMENTE “L'INDIVIDUAZIONE DEL SITO DEL NUOVO OSPEDALE.







E SU QUESTO FANTOMATICO OSPEDALE UNICO O PER ESSERE PIU' PRECISI L'UNICO OSPEDALE PER ACUTI DELLA PROVINCIA DI PU SONO ANCORA DA CHIARIRE MOLTI, TROPPI ASPETTI :







è inconcepibile che una scelta così controversa, delicata e contestata come l'individuazione di un'area per la costruzione di un nuovo ospedale avvenga senza quantomeno informare la Commissione Sanità Regionale e che quest'ultima venga a conoscenza di quanto accade esclusivamente attraverso la stampa locale e non a mezzo comunicazioni istituzionali e che addirittura vengano sollecitate trattative per l'acquisto di un terreno diverso da quelli previsti e proposti .

In base a quali valutazioni l'assessore Mezzolani, riguardo al sito di Fosso Sejore per il nuovo ospedale unico, ha dichiarato a un quotidiano locale (Il Messaggero edizione di Pesaro del 7 agosto 2011) che "il terreno più appetibile sembra ricadere nel Comune di Fano", considerato che all'epoca la commissione della Regione costituita per valutare le proposte, secondo quanto dichiarato dallo stesso assessore regionale alla sanità nella medesima intervista, si doveva ancora mettere al lavoro e considerato altresì che nell'analisi comparativa dei siti per la localizzazione della nuova

struttura ospedaliera Marche Nord, redatta dalla Provincia di Pesaro Urbino e inviata alla Regione,

vengono esaminati solo i terreni pesaresi, e non quelli fanesi, di Fosso Sejore;





2) per quale motivo l'assessore Mezzolani ha dichiarato a una radio locale (Radio

Fano il 6 settembre 2011) che la Provincia di Pesaro Urbino ha segnalato Fosso Sejore

come miglior sito per l'ospedale unico "senza specificare i terreni", mentre

nel documento dell'analisi comparativa dei siti, curato dagli uffici tecnici della stessa

Provincia, risultano chiaramente indicati, attraverso i mappali catastali, i terreni pesaresi;





3) in base a quali motivazioni, se la Provincia di Pesaro Urbino ha indicato come sito più idoneo per l'ospedale unico un'area di venti ettari, per due terzi pianeggiante, posta a Fosso Sejore nel territorio comunale di Pesaro, le fondazioni Cassa di risparmio di Pesaro e Cassa di risparmio di Fano, SI ERANO impegnate a comprare il terreno allo scopo di donarlo alla Regione, hanno avviato la trattativa sul versante fanese di Fosso Sejore, con il gruppo petrolifero pesarese Berloni proprietario di quell'area, nonostante quei terreni presentino declivi collinari con quote anche di 70 metri (come risulta dalla cartografia del Prg di Fano) e perciò appaiano meno idonei visto che gli stessi tecnici della Regione - secondo quanto riportato nell'analisi comparativa della Provincia di Pesaro Urbino - richiedono per l'ospedale unico almeno 6/7 ettari pianeggianti;





4) ? risponde a verità che le fondazioni bancarie si sono mosse su espressa indicazione dei sindaci di Pesaro e di Fano, con l'accordo dello stesso assessore regionale alla sanità Mezzolani, che avrebbero segnalato anche l'imprenditore da contattare, come dichiarato dal presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Pesaro, Gianfranco Sabbatini, al Corriere Adriatico, edizione di Pesaro, il 9 agosto 2011;







5) considerato che la trattativa delle fondazioni bancarie per l'acquisto del terreno dal gruppo Berloni si sarebbe bloccata a causa di una richiesta economica ritenuta irricevibile e visto che, a distanza di mesi da tale stallo, nessun'altra trattativa sarebbe stata intrapresa con i piccoli proprietari del versante pesarese di Fosso Sejore (come riportato nel servizio del Corriere Adriatico citato in premessa) cosa intenda fare ora la Regione Marche? vuole sostituirsi alle fondazioni bancarie per rilevare gli stessi terreni a Fosso Sejore del gruppo Berloni o intenda scegliere un altro sito?



O PIU' SEMPLICEMENTE VISTO CHE IL TERZO STRALCIO DELL'ACCORDO DI PROGRAMMA COL MINISTERO ,COL QUALE SI E' CERCATO DI VENDERE QUEST'OPERAZIONE, SEMBRA DISSOLVERSI, AMMESSO CHE REALI POSSIBILITA' SIANO MAI ESISTITE, S'INTENDONO ALIENARE BENI IMMOBILI DI PROPRIETA' DELL'ASURE DELLA AZIENDA MARCHE NORD PER COSTRUIRE L'OSPEDALE? E SE SI QUALI ? OPPURE SI E' ORIENTATI ALL'INTERVENTO DEL PRIVATO? O PEGGIO ANCORA SI E' PIANIFICATA TUTTA QUESTA SCENEGGIATA PER SPALANCARE LE PORTE AL PRIVATO?OPPURE UNA VOLTA CREATA L'AZIENDA MARCHE NORD NON SI COTRUISCE UN BEL NIENTE E SI ACCOPRPA TUTTO NELLE VECCHIE E NUOVE STRUTTURE DI PESARO?



IN QUESTA LUNGA ATTESA A FARNE LE SPESE SONO GLI OSPEDALI DELL'ENTROTERRA ALCUNI DEI QUALI HANNO IL DESTINO SEGNATO :SE VA BENE, SE COSI' SI PUO' DIRE, TRASFORMATI IN LUNGODEGENZA E RIABILITAZIONE ALTRIMENTI ALIENATI PER FINANZIARE QUEGLI INVESTIMENTI CHE VEDONO ANCONA FARE LA PARTE DEL LEONE.

NON SI E' AVUTO IL CORAGGIO E L'ONESTA' INTELLETTUALE DI CHIARIRE CHE FINE FARANNO QUELLE STRUTTURE.



I FATTI PARLANO CHIARO: TRA MANCANZA DI PERSONALE, DI STRUMENTI E INVESTIMENTI MOLTIE STRUTTURE MUOIONO D'INEDIA.

E COSI' REALTA' IMPORTANTI COME FANO, IN ATTESA DELL'OSPEDALE UNICO SI SONO TRASFORMATE IN REPARTO UNICO DOPO I CONTINUI ACCORPAMENTI, IN BARBA ALLE FALSE PROMESSE DI UNA PARI DIGNITA' CON PESARO.

COSI' SONO STATI PREMIATI QUANTI HANO SOSTENUTO LA CREAZIONE DELLA AZIENDA OSPEDALE MARCHE NORD SENZA AVER INSERITO NELLA LEGGE GARANZIE PER LE DUE RELATA' COME AVEVO CHIESTO E SAREBBE STATO LOGICO.



MA E' TUTTA LA REGIONE CHE SUBISCE UNA ANCONACENTRISMO

ESASPERATO CHE SVUOTA QUASI TUTTE LE ALTRE REALTA'.

COME COMMISSIONE ABBIAMO FATTO DIVERSE CENTINAIA DI AUDIZIONI,SIAMO VENUTI A CONOSCENZA DI REALTA' DRAMMATICHE COME QUELLE EVIDENZIATE DALLE ASSOCIAZIONE DEI DIALIZZATI CHE PER VOCE DELLA SUA SEGRETARIA REGIONALE LOLLI DENUNCIA: LA REGIONE MARCHE STA PROGETTANDO L'ACCORPAMENTO DI ALCUNI OSPEDALI, CON L'OBIETTIVO DI RIDURRE I COSTI, CONTEMPORANEAMENTE SI STIPULANO, CON CASE DI CURA CONVENZIONATE, CHE SI TROVANO A POCHE CENTINAIA DI METRI DAGLI STESSI OSPEDALICHE SI VUOLE ACCORPARE(CHIUDERE) E ANCORA PROSEGUE LA LOLLI “E' ANCORA PIU' SORPRENDENTE CHE TALI COLABORAZIONI CON IL PRIVATO SIANO GIUSTIFICATE CON LA NECESSITA' DI RIDURRE LE FUGHE VERSO ALTRE REGIONI, TUTTI SANNO INVECE CHE IL PROLIFERARE DI STRUTTURE PRIVATE CONVENZIONATESEFA BALENARE UN APPARENTE MIGLIORAMENTO MA IN CONCRETO AUMENTA A DISMISURA IL NUMERO DELLE PRESTAZIONI, L'INAPROPRIATEZZA E LE SPESE COMPLESSIVE”.



ABBIAMO AVUTO RICHIESTE DI ATTENZIONE DA PARTE DI CHI VIVE IL DRAMMA DEL DISAGIO MENTALE,CI HANNO FATTO NOTARE E HANNO CHIESTO D'INTERVENIRESULLA DISOMOGENEITA' INTERNA ALLE GIURISDIZIONI TRA DIPARTIMENTI. ABBIAMO ASCOLTATO SINDACI CHE CI CHIEDEVANO DI TUTELARE QUANTOMENO QUEL POCO DI SANITA' CHE RIMANE NELL'ENTROTERRA ,E' STATA AUSPICATA UNA MAGGIOR INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA PER LA DISABILITA',INIZIATIVE VOLTE ALLA PRESA IN CARICO DEI MALATI DI SLA,CI SI E' RESI CONTO CHE IL TERRITORIO E' TRASCURATO LASCIATO IN MANO ALLA BUONA VOLONTA' DI OPERATORI CHE SI MUOVONO CON MEZZI OBSOLETI E DIRETTIVE CONFUSE, LA POCA INCISIVITA' AI FENOMENI CHE COINVOLGONO I GIOVANI COME DROGA,DISAGIO GIOVANILE, BULLISMO ABUSO SUI MINORI;MANCA INFINE LA VALORIZZAZIONE ELA DEFINIZIONE DEL RUOLO DEI COMITATI DI PARTECIPAZIONE E UNO STRUMENTO DI VALUTAZIONE E MONITORAGGIO DEL PIANO STESSO.

UN PIANO INSOMMA COSTRUITO IN MODO TALE DA NON PRENDERE IMPEGNI PER NON ESSERE POI ACCUSATI DI NON RISPETTARLI. ALTRO CHE LA MEGLIO SANITA' D'ITALIA COME SI E' DI RECENTE VANTATO IL PRESIDENTE SPACCA DURANTE LA GIORNATA DELLE MARCHE.



IN CONCLUSIONE QUESTO E' UN PIANO CHE NON RISOLVE I PROBLEMI DEI CITTADINI CHE SONO QUELLI DI UNA SANITA' efficiente E TEMPESTIVA E ATTENTA ALLE ESIGENZE REALI.CI SIAMO DIMENTICATI GLI 11 MILIONI SPESI PER IL CUP SENZA UN CAMBIAMENTO INCISIVO SULLE ATTESE ?QUESTO E UN PIANO CHE LASCIA LA PORTA APERTA ALLA SANITA' PRIVATA NON SOLO PER QUANTO RIGUARDA LA LUNGODEGENZA E RIABILITAZIONE MA OLTRE. LA STRADA E' GIA' APERTA:NELLE MARCHE E' OPERATIVO L'ISTITUTO SANTO STEFANO (CON 9 STRUTTURE DI RABILITAZIONE CON 1098 POSTI LETTO AUTORIZZATI PIU DEL DOPPIO DEI POSTI LETTO CHE KOS GESTISTE NEL RESTO DELLE REGIONI)MARCHIO CHE E' RIFERIMENTO DI KOS SOCIETA' OPERANTE NEL SETTORE DELL'ASSISTENZA SOCIO SANITARIA E FONDATA DA CIR CHE NE DETIENE IL 53,6% (DE BENEDETTI) NEL 2002 KOS, GESTISCE NEL CENTRO NORD ITALIA 60 STRUTTURE PER UN TOTALE DI 5600 POSTI LETTO, ALTRI 900 IN FASE DI REALIZZAZIONE. NEL 2010 IL GRUPPO HA REALIZZATO RICAVI PER 325 MILIONI IL 41% CON RSA,44% RIABILITAZIONE E 15 % GESTIONI OSPEDALIERE (UN OSPEDALE E TECNOLOGIE DIAGNOSTICHE ALL'INTERNO DI OSPEDALI). NEL CONTESTO DELLE MARCHE OGGI CON QUESTO NUOVO PIANO MA SOPRATUTTO NELLE INTENZIONI DELLA MAGGIORANZA SEMBRA PERCEPIRE CHE QUESTO SIA IL PERCORSO CHE SI INTENDE SEGUIRE PER IL FUTURO.

? SARANNO LE MARCHE LA SECONDA REGIONE AD AFFIDARE AD UN PRIVATO LA GESTIONE DI UNO O PIU OSPEDALI COME ACCADE A SUZZARRA IN LOMBARDIA ?



LI' MEDIPASS, SEMPRE DEL GRUPPO DE BENEDETTI CIR-KOS DAL 2004 HA LA COMPLETA GESTIONE DEL COMPLESSO OSPEDALIERO DOPO ESSERSI OCCUPATO DELLA SUA RISTRUTTURAZIONE E MESSA A NORMA?DALTRA PARTE NON E' UNA NOVITA' NELE MARCHE L'EPERIENZA PUBBLICO-PRIVATO. TRA I TANTI PUNTI OSCURI DI QUESTO PIANO ALMENO QUESTO ARGOMENTO DOVREBBE ESSERE CHIARITO ANCHE PERCHE' LO STESSO PIANO SANITARIO NON ESCLUDE ANZI IPOTIZZA “ MODALITA' COMPLEMENTARI E ALTRENATIVE DI FINANZIAMENTO ATRRAVERSO L'INTERVENTO DI SOGGETTI PRIVATI. SENZA NULLA TOGLIRE AL PRIVATO NOI ANORA CREDIAMO AD UNA SANITA' DI TUTTI E PER TUTTI.

QUESTO PIANO NON LO GARANTISCE

giovedì 15 dicembre 2011

La dogana di Fano chiude, la città perde un'altro pezzo.

la zona del porto sede della Dogana

D'Anna, adesso basta Fano ha già dato troppo.



Lo storico ufficio della Dogana S.O.T. (sezione operativa territoriale) di Via Nazario Sauro sembra avere le ore contate.



Nel 2009 l'Amministrazione Comunale di Fano era stata contattata dall'Ufficio delle Dogane-Direzione di Ancona per "Richiesta Locali" in quanto l'Ufficio doganale di Fano in via N.Sauro era ospitato in locali vecchi di oltre 50 anni, non a norma e che il potenziamento non si poteva effettuare per mancanza di spazi. Il mantenimento e il potenziamento del S.O.T. si basava sull'individuazione di nuovi locali come già comunicato con lettera del 2007 al Sindaco dal Direttore Generale Guaina al quale erano seguiti diversi incontri tra l'Uffico delle Dogane e l'Amministrazione Comunale senza che, purtroppo, siano "scaturite soluzioni soddisfacenti per le parti".



Passati gli anni l'amministrazione delle Dogane ha richiesto fondi per la messa a norma dei vecchi locali, fondi poi reperiti (80.000 euro). Allo stesso tempo la proprietà ha messo in vendita i locali dove ha sede la Dogana e sembra che la Direzione di Ancona abbia disdetto il contratto che scade il 31.12.2011 revocando i fondi già reperiti previsti per la messa a norma.



Conseguentemente la Direzione Doganale di Ancona ha proposto alla Direzione Interregionale di Bologna "la soppressione a breve medio termine della S.O.T. di Fano” comunicandolo con lettera del 23.11.2011 al Sindaco di Fano.



La chiusura è inaccettabile ed è l'ennesimo affronto ad una città che nel corso degli anni è stata fin troppo penalizzata, con l'eliminazione di molte fermate di treni, con la chiusura degli uffici Enel, la caserma, lo zuccherificio, in futuro perfino l'Ospedale.



Basta, occorre una risposta forte, ferma che veda unita la città nel denunciare ma sopratutto nel bloccare l'ennesima grave perdita. Una battaglia che veda in prima fila le istituzioni a tutti i livelli ma anche le categorie che usufruiscono di un servizio importante come quello svolto da decenni con professionalità dalla Dogana di Fano.



La chiusura di Fano e lo spostamento della competenza a Pesaro non è accettabile, Fano ha già dato tanto, troppo. Mi rendo disponibile da subito a sensibilizzare la Giunta regionale sulla questione come a partecipare e sostenere tutte quelle iniziative che l'Amministrazione Comunale intende intraprendere a difesa della Dogana di Fano.



Giancarlo D'Anna

Consigliere Regionale Marche

Gruppo Misto

mercoledì 14 dicembre 2011

PIANO SOCIO SANITARIO:UN MEDICINALE SCADUTO

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Coordinamento Azione Marche Marangoni, Romagnoli,D'Anna,Silvetti
 D'Anna, primo firmatario di una pdl che abolisce l'Asur e assegna personalità giuridica alle Aree Vaste.




Quello che arriva in aula venerdì prossimo non è un Piano Socio Sanitario : è un medicinale scaduto.

Originariamente doveva essere il PSSR 2010-2012, poi i contrasti “sulla cura “da adottare tra Giunta, Presidente di commissione ,dirigente, sindacati.. hanno allungato i tempi di due anni.

Due anni nei quali il Piano stesso è stato superato da delibere di Giunta e altri provvedimenti che in sintesi concentrano ,ancora di più di oggi ,sulla sanità di Ancona la maggior parte delle risorse economiche, creando una disparità di trattamento col resto della regione Un punto di riferimento regionale è necessario, altrettanto indispensabile è la copertura dei servizi nel resto della regione.

Le scelte del PSSR penalizzano fortemente il resto delle province, le restanti Aree Vaste, le quali, prive di personalità giuridica non possono far altro che ingoiare una medicina amara.

Le forti preoccupazioni che emergono da Amandola come da Pergola, per fare due esempi, non si basano su quello che in questi casi viene bollato come campanilismo ma su difficoltà oggettive per le popolazioni nel raggiungere in tempi certi ospedali troppo lontani dagli attuali.



Ma la sanità non è fatta solo di ospedali, a questo proposito non serve un ospedale unico in provincia di PU,ma anche di sanità di territorio e anche in questo caso le “medicine “proposte dal PSSR non sono adeguate alla malattia. L'unica cosa certa è che questo Piano apre definitivamente le porte al privato dopo aver per anni “costretto” , come conseguenza delle lunghe liste d'attesa, gli utenti a scegliere servizi a pagamento.

L'ASUR unica si è rivelata un fallimento. L'ASUR unica impedisce una reale partecipazione, coinvolgimento, scelta e condivisione dei percorsi. Il nodo centrale è e resta quello della mancanza di personalità giuridica delle Aree Vaste. Per questo motivo oltre agli emendamenti al Piano Socio Sanitario ho presentato come primo firmatario una Proposta di Legge di riorganizzazione del servizio sanitario regionale per “apportare modifiche all'attuale modello organizzativo del sistema sanitario regionale, al fine di risolvere le criticità dell'impianto che, nonostante i continui aggiustamenti, a tutt'oggi non risulta ancora perfezionato”. In tale ottica viene soppressa l'ASUR e vengono istituite cinque Aziende sanitarie locali, alle quali viene attribuita personalità giuridica: la n. 1, la n. 2, la n. 3, la n. 4 e la n.5, con sedi, rispettivamente, in Fano, in Fabriano, in Ancona, in Macerata, in Fermo e in Ascoli Piceno. Le suindicate Aziende sanitarie locali avranno una competenza territoriale più limitata rispetto all'attuale ASUR, cosicché da permettere un migliore radicamento delle medesime sul territorio e consentire quindi l'attuazione di un sistema sanitario regionale capace di garantire effettivamente la centralità del cittadino marchigiano bisognoso di cure in qualsiasi comune esso risieda.

Quanto sopra non è garantito dall'attuale impianto che vede nell'ASUR il soggetto che esercita a livello centralizzato le funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo gestionale e contabile dell'attività aziendale e nelle Aree vaste territoriali lo svolgimento di alcune funzioni non esercitabili appunto dalle Aree Vaste in maniera completa in quanto non dotate di personalità giuridica pubblica e di autonomia imprenditoriale.

La presente proposta tende comunque al risanamento e ad una maggiore razionalizzazione delle risorse economiche destinate alla sanità regionale sanitaria promuovendo a tal fine, all'articolo 16, la costituzione di un Consorzio con funzioni finalizzate alla concertazione delle attività non specificamente sanitarie e con l'obiettivo di abbattere i costi gestionali migliorando l'efficienza dei servizi.”

La proposta di legge è stata sottoscritta anche da Romagnoli, Silvetti e Marangoni. aderenti al Coordinamento Azione Marche(GruppoMisto,Fli, Popolo e Territorio), di cui D'Anna è portavoce.

giovedì 1 dicembre 2011

PIANO SOCIO SANITARIO REGIONALE 2 ANNI DI RITARDO E 300 PAGINE DI PAROLE.

Non ci ha fermato la pioggia non ci fermerà la Giuta Regionale


D'Anna nessuna considerazione delle proposte emerse dalle audizioni.



Quattro favorevoli due contrari e 1 astenuto, questo il risultato della votazione con la quale la Commissione Sanità ha approvato il Piano Socio Sanitario 2012-2014..



Forte contrarietà è stata ribadita dal Vice Presidente della Commissione Giancarlo D'Anna ad un Piano che non ha affrontato e risolto in modo chiaro alcuni aspetti fondamentali.



Il primo è la mancata assegnazione della personalità giuridica alle Aree Vaste, senza le quali i territori vengono privati della necessaria autonomia e discrezionalità nella progettazione e gestione della Sanità , nei fatti le Aree Vaste sono semplicemente delle esecutrici di scelte o imposizioni di Ancona.



Il Piano, pur affrontando il tema del taglio di posti letto per acuti non specifica dove e perché, stessa cosa accade per la riconversione degli ospedali e per la loro possibile chiusura.



Una tecnica quella di non comunicare in modo chiaro cosa accadrà attuata per impedire che il crescente malumore dei comuni interessati si trasformi in proteste eclatanti com'è accaduto a Fano a difesa dell'Ospedale Santa Croce e a Pergola per l'Ospedale SS. Donnino e Carmine. Cosa ne sarà ad esempio di Cagli, Fossombrone, Sassocorvaro,Pergola e Urbino?



Il NO di D'Anna si basa anche sulla forte concentrazione di investimenti e eccellenze su Ancona che di fatto potenziano il capoluogo di Regione, che assorbe il 70% delle risorse, lasciando le briciole alle altre province una per tutte quella di Pesaro-Urbino dove si parla di “livello minimo di cura e assistenza su area vasta”. Mentre per il tanto decantato Ospedale Unico di Pesaro il Piano prevede alla voce investimenti “l'individuazione del sito” senza specificare le risorse per costruirlo.



Di fatto con la creazione dell'Azienda Marche Nord Fano è stata fagocitata dall'Azienda persistente e se non ci saranno risorse, come ha evidenziato in Commissione Bilancio l'assessore Marcolini,potremmo aspettarci di vedere “L'Ospedale Unico” nelle vecchie strutture a Pesaro.



Il Piano inoltre ha completamente snobbato quanto emerso in giornate intere di audizioni, come denunciano in una nota intersindacale oltre una decina di sigle.

Un Piano Socio Sanitario che arriva con due anni di ritardo,originariamente si trattava del piano 2010-2012, e che si vuole oggi votare in tutta fretta tra una selva di emendamenti presentati dopo una lunga serie incontri ufficiali e meno ufficiali di partiti e Giunta baipassando la commissione sanità.

Un pessimo esempio di quello che non si dovrebbe fare. In consiglio sarà battaglia.

Giancarlo D'Anna

Vice Presidente Commissione Sanità