lunedì 29 giugno 2009

IRAN, D'ANNA PRESENTA IN REGIONE UNA MOZIONE A SOSTEGNO DEL POPOLO IRANIANO


Mozione a sostegno del popolo Iraniano.

L’Assemblea Legislativa delle Marche

Posto che l’ Iran sta attraversando uno dei periodi più drammatici degli ultimi decenni dopo un contestato risultato elettorale, e conseguenti manifestazioni di piazza represse con violenza, che ha portato alla morte numerosi giovani inermi;

Rilevato che è sempre più evidente uno scontro senza precedenti tra i vertici dello stato dell’ex Persia le cui conseguenze sono drammaticamente subite dal popolo iraniano;

Constatato che tra i manifestanti che chiedono libertà e diritto ad elezioni trasparenti ci sono tantissime donne, ulteriormente penalizzate rispetto agli uomini non solo per le imposizioni che riguardano il loro abbigliamento ma per una lunga serie di discriminazioni che non consentono loro la possibilità di godere delle stesse opportunità degli uomini;

Considerato che la posizione geografica dell’Iran riveste un ruolo importante nello scacchiere internazionale e sugli equilibri di pace del Vicino Oriente;

ESPRIME

Sostegno e solidarietà al popolo iraniano e al suo diritto di manifestare pacificamente;

Impegna la Giunta Regionale a chiedere al Governo al Parlamento nazionale ed Europeo di produrre iniziative diplomatiche nei confronti del Governo iraniano per l’apertura di un dialogo con l’opposizione e il rispetto dei diritti umani;


Giancarlo D’Anna
Consigliere regionale PdL

domenica 28 giugno 2009

PESCA DELLE VONGOLE,D'ANNA: NECESSARIO CAMBIARE LA NORMATIVA EUROPEA


Lasciamo lavorare le imprese di pesca alle vongole.

Il recente sequestro a Fano e rigetto in mare di 5 tonellate di vongole fa riemergere un vecchio problema, quello delle norme europee che il Parlamento di Bruxelles troppo spesso promulga senza tenere conto delle conseguenze alle attività che operano nel settore.

Se da una parte è giusto e auspicabile che siano posti del parametri e relativi controlli per tutelare che non si compiano abusi, dall’altra risulta assurdo quanto riportato dal Consorzio Gestionale Molluschi del Compartimento Marittimo di Pesaro (CO.GE.MO.) cioè che 5 tonnellate di vongole sono state sequestrate e rigettate in mare perché in un sacco 11 Kg. solo 1Kg e 400 grammi del pescato era sottomisura. A questo si deve aggiungere il sequestro degli attrezzi di pesca di 17 imbarcazioni aderenti al Consorzio e l’avvio di 17 procedimenti penali a carico dei comandanti delle imbarcazioni , provvedimenti che hanno portato al fermo anticipato delle attività rispetto al fermo previsto per fine luglio.

Provvedimenti francamente esagerati ma previsti dalla legge che però vanno a colpire chi , come il CO.GE.MO. ha dimostrato negli anni di sapersi autoregolamentare nella “coltivazione” delle vongole per consentire lo sviluppo del prodotto che non trova riscontro in altre realtà.

Il sequestro del prodotto e i procedimenti penali nei confronti dei comandanti, com’è accaduto di recente per poche manciate di vongole, testimoniano l’inadeguatezza di una legge che evidentemente è di difficile applicazione poiché risulta praticamente impossibile la totale mancanza nei sacchi di prodotti sottomisura.

Per questo motivo ho segnalato all’Europarlamentare PdL Roberta Angelilli l’esigenza urgente di una modifica delle norme imposte da Bruxelles che tanti problemi e danni stanno causando ad una delle attività più importanti del settore della pesca.

Giancarlo D’Anna
Consigliere regionale PdL

sabato 27 giugno 2009

SANITA' E DEMAGOGIA


La demagogia è stata sempre la parola “magica” della sinistra. Quando non sa più cosa dire, cosa fare, insomma quando è in difficoltà, la sinistra accusa gli avversari di demagogia.
Non si sottrae a questa “regola” l’On. Gasperoni sulla vicenda Ospedale Unico.
Dopo essere stato eletto nel collegio di Fano e non essersi interessato mai dell’Ospedale della Città della Fortuna e di tante altre cose, oggi in pensione dal Parlamento ci viene a dire che :”Se si chiudono i due ospedali (Pesaro e Fano) per costruirne uno solo e moderno, le risorse pubbliche si trovano” anche “dalla finanziaria”.
Dalla finanziaria? Come dopo dieci anni a Montecitorio, anni in cui Gasperoni era parlamentare di maggioranza non ha portato una lira sul nostro territorio e oggi da parlamentare in pensione suggerisce ad altri di trovare quei fondi che lui non ha mai chiesto per quest’operazione? Ci vuole una bella faccia tosta con un simile comportamento accusare altri di demagogia.
La verità è un’altra. Il centrosinistra vuole costruire l’Ospedale Unico e gli Ospedali Riuniti, così come previsto dalla delibera di Giunta sono, per stessa ammissione di Gasperoni, “una tappa di avvicinamento all’Ospedale Unico”. Ma sempre il centrosinistra, perlomeno l’Assessore Mezzolani non ha il coraggio di dirlo chiaramente e così con una certa cadenza si susseguono interventi di Associazioni, sindacati, ex dirigenti, parlamentari in pensione che parlano a favore della struttura unica. Mentre dall’altra parte l’Assessore regionale alla Sanità continua a dire “io non ha mai parlato di Ospedale Unico” Una babele.
Se la reale intenzione è, e ne sono convinto, quella di costruire una nuova struttura se ne parli apertamente, senza sotterfugi, mezze parole o interventi programmati e sponsorizzati Si apra un dibattito serio con costi e benefici, su dove reperire le risorse e dove esiste un luogo adatto. Questo non accade semplicemente perché le reali intenzioni sono altre, si tratta di rendere disponibili le aree attualmente occupate dal Santa Croce e dal San Salvatore per altri fini, residenziali e non sanitari. Poi una volta passato il concetto di ospedale Unico lo costruiranno ovviamente a Pesaro all’uscita dell’autostrada con buona pace di Fosso Sejore dove non esistono né spazi né viabilità.
Noi continuiamo a credere che la qualità della vita delle nostre città dipenda anche e soprattutto dai servizi a disposizione dei cittadini ad iniziare dalla Sanità, non è un caso che proprio a Fano oltre 6000 cittadini hanno firmato per un rilancio del Santa Croce e non per la sua chiusura.

giovedì 25 giugno 2009

Giù le mani dai Bronzi Dorati di Pergola.


Si parla tanto del nostro territorio interno, dell’entroterra, ricco di cultura, di prodotti tipici e beni monumentali, dei paesaggi tanto da utilizzare tali immagini per una campagna di marketing sul Piano di Sviluppo Rurale e poi quello stesso territorio rischia di essere spogliato delle sue eccellenze come ancora una volta la richiesta di revisione della sentenza del Consiglio di Stato del 2008 che affida in via definitiva a Pergola i suoi Bronzi cerca di fare.
Non si tratta secondo noi di una battaglia legale, bensì di una battaglia morale, una battaglia che vede una realtà quella di Pergola, della sua vallata, dell’intera Provincia di Pesaro-Urbino ancora una volta scontrarsi con l’arroganza della città capoluogo di Regione che vuole tutto per se.
Non ci stiamo e non staremo con le mani in mano com’è accaduto in passato.
I Bronzi di Cartoceto di Pergola sono un elemento indispensabile per l’economia turistica della cittadina , necessitano sì di un rilancio promozionale, che in primo luogo spetta alla Regione Marche, ma a Pergola i Bronzi devono rimanere tanto più che è avviato un percorso di collaborazione con la città di Roma che in prospettiva sarà utile per una maggiore conoscenza e visibilità del gruppo equestre e della città di Pergola.
Tutto il resto è solo arroganza, non è accettabile infatti che chi già a disposizione numerose opere d’arte da offrire al pubblico come Ancona voglia privare chi, come Pergola, ha la possibilità di partecipare all’offerta cultural-turistica regionale con quanto gli appartiene non solo per una sentenza del Consiglio di Stato ma per un elementare diritto.

Giancarlo D’Anna
Consigliere regionale PdL

martedì 23 giugno 2009

DANNI AL COMMERCIO CAUSATI DA LAVORI DI PUBBLICA UTILITA'. D'ANNA PRESENTA UNA LEGGE


Arriva finalmente in III Commissione regionale la Proposta di Legge di Giancarlo D'Anna che prevede "Contributi ai commercianti danneggiati da lavori di pubblica utilità" la proposta del Consigliere regionale del PdL prevede che superati i 20 giorni di lavori di pubblica utilità (fognature, rifacimento dei selciati, elettrificazioni, gas, acqua ecc.) che compromettono il lavoro dei commercianti che vengono a trovarsi senza via di accesso, o comunque con traffico automobilistico o ciclo pedonale fortemente ridotto come conseguenza dei lavori , la Regione contribuisca alla riduzione di mancati introiti con un contributo.

Servizi Google bloccati in Cina




La Cina ha sospeso alcuni servizi del motore di ricerca Google, perchè accusato di non contrastare a sufficienza la pornografia. Lo ha annunciato l’agenzia ufficiale Nuova Cina. In particolare Google Cina dovrà bloccare i suoi servizi di ricerca sulla Rete estera.
La decisione arriva dopo che ieri l’ufficio per la repressione della pornografia online aveva convocato i vertici di Google Cina. Nell’occasione, l’agenzia locale incaricata di vigilare sui contenuti «illegali» (Ciirc) ha «fortemente condannato» Google, ordinando al motore di ricerca di «pulire a fondo i suoi siti dai contenuti volgari e pornografici».

Inoltre, l’agenzia ha sostenuto che «il sito di Google Cina non ha istallato i filtri per bloccare la pornografia come prevedono la legge e i regolamenti». In una nota di questa mattina, la filiale cinese della società usa ha assicurato che «prenderà le misure contro i contenuti volgari, in particolare quelli che possono recare danni ai bambini».
Nel gennaio scorso la Cina, che conta il maggior numero di internauti al mondo, ha lanciato una campagna per lottare contro la volgarità e la corruzione morale su Internet. I media ufficiali avevano allora affermato che i portali Baidu e Google erano tra i siti accusati di pubblicare «dei link a una serie di siti pornografici».
Il governo cinese ha poi deciso anche di introdurre l’obbligo di dotare tutti i computer venduti nel paese di un blocco anti-pornografia. Secondo alcune associazioni che difendono i diritti dell’uomo, invece, questo sistema servirebbe piuttosto a bloccare quei siti politicamente sensibili agli occhi del regime. Inoltre, una società informatica Usa, Solid Oak Software, specializzata nel controllo parentale su Internet ha accusato il produttore cinese, Jinhui Computer Sysstem Engineeering, di plagio in merito alla realizzazione del sistema per bloccare sui pc i siti pornografici.
Nella vicenda è intervenuta anche Microsoft, i cui sistemi operativi sono sul 90% dei computer mondiali, invocando la libertà di espressione di fronte alla decisione del governo cinese.


La Stampa

sabato 20 giugno 2009

REGIONE, D'ANNA INTERROGA SU MANCATO INSERIMENTO NELL'ALBO REGIONALE DI ALCUNE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO


INTERROGAZIONE RELATIVA ALLA MANCANCATO INSERIMENTO DI ALCUNE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO NELL’ALBO REGIONALE DELLE ASSOCIAZIONI.

Il sottoscritto Giancarlo D’Anna Consigliere regionale PdL
PREMESSO
Che le Associazioni di volontariato svolgono un compito importantissimo nel tessuto sociale;
che le Associazioni di Volontariato devono iscriversi all’Albo Regionale del Volontariato per essere riconosciute come onlus
che l’iscrizione all’Albo Regionale del Volontariato consente alle Associazioni di usufruire delle agevolazioni fiscali previste dalla legge.
Che attualmente risultano diversi criteri di valutazione tra le associazioni, infatti mentre per quanto riguarda le Associazioni che si occupano di cultura ed ambiente non risultano problemi di accoglimento delle richieste di adesione, relativamente alle Associazioni che chi rivolgono al socio sanitario si riscontrano ostacoli che impediscono l’accoglimento delle domande con grave penalizzazione delle associazioni stesse che si vedono negate le proprie richieste come risulta da tre anni a questa parte, periodo nel quale nessuna domanda è stata accettata.
Considerato che
Tra le numerose richieste delle associazioni risultano non accettate quelle di diverse sezioni dell’AVIS, associazione che non necessita di presentazioni per l’importate lavoro che svolge

INTERROGA il Presidente della Giunta per conoscere

Quali iniziative intenda adottare per far si che non ci siano differenze di trattamento ed interpretazione tra le associazioni di volontariato e si conceda quindi attraverso il riconoscimento regionale la possibilità a tutte le associazioni in possesso dei requisiti di avvalersi delle prerogative previste dalla legge sulle associazioni senza scopo di lucro.

Giancarlo D’Anna
Consigliere regionale PdL

venerdì 19 giugno 2009

SANITA': LA POLITICA DEL VAI AVANTI TE CHE MI VIENE DA RIDERE


L’Onorevole Pietro Gasperoni eletto al Parlamento nel collegio di Fano, in 10 anni da parlamentare non è mai intervenuto sull’Ospedale Santa Croce, oggi non più in carica interviene per suggerirne la “chiusura” a favore del famoso Ospedale Unico.

Alcune considerazioni: il centrosinistra e le lobby ed esso collegate attuano la tecnica del “vai avanti te che mi viene da ridere”. Già! l’Assessore Mezzolani continua a ribadire che lui non ha mai parlato di Ospedale Unico ma poi :Adriana Mollaroli con una mozione in consiglio regionale, Vittoriano Solazzi in un incontro pubblico, il Presidente della Commissione regionale Sanità Lucchetti, la CGIL di Pesaro-Urbino e diversi altri ,per ultimo l’on. Pietro Gasperoni parlano, difendono e sponsorizzano l’Ospedale Unico.

L’intervento di Gasperoni però è molto utile, non solo a chiarire le reali intenzioni del centrosinistra con obiettivo finale la costruzione di una nuova struttura in sostituzione di quelle di Pesaro e Fano, ma anche il modo con cui arrivarci. Il primo passo è la delibera di giunta regionale 158 del 2.02. 2009 con la quale si vogliono creare gli Ospedali Riuniti Marche Nord. Ebbene Gasperoni, come aveva gia fatto il Presidente della commissione Sanità Lucchetti, e come da tempo denuncio, dichiara:” Gli Ospedali Riuniti hanno senso solo come tappa di avvicinamento all’Ospedale Unico”.

L’inganno è svelato e riconfermato. L’operazione è quella che mira costruire un nuovo Ospedale vendendo quelli attuali. E’ lo stesso Gasperoni a confermare indirettamente quanto sostengo da sempre” Se si chiudono i due ospedali per costruirne uno solo le risorse pubbliche si trovano”.
La Nuova struttura dunque non può che essere costruita se non con la chiusura e l’alienazione degli Ospedali di Fano e Pesaro.
Ma per convincere Fano a scegliere per il proprio suicidio Gasperoni dichiara: che l’Ospedale di Fano sarebbe cannibalizzato da una nuova struttura a Pesaro- il Nuovo Ospedale di cui parla Ceriscioli- La risposta è: se così fosse sarebbe la Regione, che è competente sulla Sanità, che consapevolmente affosserebbe più di quanto ha già fatto e definitivamente il Santa Croce. Scoppierebbe una rivolta.

Basta non costruirlo l’Ospedale Unico o un Nuovo Ospedale ma concentrare risorse e professionalità sugli Ospedali esistenti. Basterebbe fornire servizi efficienti e tempestivi. Non ci convince nemmeno il contentino di Fosso Sejore: lì non c’è spazio, non c’è viabilità non c’è progett, non ci sono risorse. Fosso Sejore è un falso scopo, solo uno zuccherino per cercare di addolcire la pillola della più grossa speculazione immobiliare che niente ha che vedere con la Sanità :l’Ospedale Unico.
Noi siamo per il rilancio della Sanità , dei servizi e delle strutture esistenti ad iniziare da Fano, elementi indispensabili per la qualità della vita delle genti dei nostri territori.

Giancarlo D’Anna
Consigliere regionale PdL

giovedì 18 giugno 2009

OGM, D'ANNA: DALLA REGIONE MARCHE NON C'E' CHIAREZZA


La mancanza di coraggio nelle scelte è una delle maggiori caratteristiche della Giunta Spacca e la conferma viene dalla vicenda sugli OGM. La regione Marche promuove un “accordo volontario” per la realizzazione di un'area Ogm free nel territorio urbinate.
Il fatto che si tratti di un accordo “volontario” denota la mancanza di una scelta chiara della Regione, infatti che senso avrebbe avere una o più zone senza OGM circondate da coltivazioni con Organismi geneticamente modificati? Si crede o no sui prodotti tradizionali e sul biologico? Si crede o no sul valore aggiunto del prodotti di qualità o è solo uno slogan? Siamo pienamente dalla parte della Coldiretti e del suo presidente Gianalberto Luzi che identificano nella delibera della giunta regionale un cavallo di Troia per le coltivazioni OGM. Emerga chiara la volontà politica con un NO deciso agli OGM nel nostro territorio, su questo sfidiamo la giunta ad una scelta chiara.

mercoledì 17 giugno 2009

Roberta Angelilli eletta al Parlamento europeo.Un grazie a quanti l'anno supportata.



Roberta Angelilli è stata eletta per la quarta volta al Parlamento Europeo con 131.000 preferenze, seconda nel Collegio Centro Italia dopo Silvio Berlusconi, la donna del PdL più votata in Italia. Un risultato straordinario frutto dell'impegno di Roberta ma soprattutto dei tantissimi che l'hanno sostenuta, che hanno creduto nel suo lavoro e nelle sue battaglie a Bruxelles. Con Roberta al Parlamento Europeo siamo certi che sapremo e potremo costruire un'Europa più “nostra”, un'Europa delle patrie, un'Europa dei valori, un'Europa sociale che sappia mettere al primo posto i cittadini, un'Europa dove l'Italia sia finalmente protagonista. Finita la campagna elettorale non finisce certo il nostro lavoro ed il dialogo con gli elettori: Roberta Angelilli ed il suo staff restano a vostra disposizione per qualunque informazione e per lavorare insieme per edificare la Nostra Europa

CONSIGLIO REGIONALE L'INTERVENTO DI D'ANNA SULLA LEGGE A TUTELA DEI CONSUMATORI




PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere D’Anna.


Giancarlo D’ANNA. Che ci sia la necessità di una tutela del consumatore credo risulti evidente anche dagli ultimi episodi che si sono verificati a livello nazionale. Infatti, nonostante ci siano delle consulte e delle associazioni dei consumatori, in questi giorni è venuto fuori lo scandalo del pellet proveniente dall’ex Unione Sovietica, è stato proprio un consumatore a scoprire che c’erano dei problemi. Credo quindi che vada necessariamente rivisto anche l’atteggiamento delle associazioni dei consumatori e soprattutto che ci sia una maggiore incisività nei ruoli che dovrebbero tutelare i consumatori. Appare assurdo che quotidianamente vediamo in televisione o leggiamo sui giornali interventi di varie associazioni dei consumatori, quando poi la vicenda gravissima, come appunto quella del pellet contaminato dal Cesio, ovvero quel materiale, tristemente famoso in Italia, conseguenza del dramma di Chernobyl, è stata resa nota proprio da un consumatore. Questo la dice lunga sull’attenzione e sui controlli che ci sono. Ma di situazioni pericolose a danno dei consumatori, soprattutto in una fase di crisi economica come quella che stiamo attraversando, ce ne sono tantissime. Pensiamo ad esempio ai numerosissimi ambulanti che con delle semplici autorizzazioni molto spesso ai bordi delle strade espongono al sole per giornate intere dei prodotti conservati sott’olio, con tutto quello che ne può conseguire, considerato che prodotti di questo genere sono facilmente soggetti a problemi, il più grave dei quali è sicuramente il botulino. A fronte di tutto questo però continuiamo a vedere lungo i cigli delle strade camion che espongono prodotti a 30-32 gradi di temperatura, prodotti che non si sa bene da dove provengano e soprattutto quale tipo di controllo è stato effettuato. Ma i problemi per i consumatori non si fermano qui. Pensiamo, ad esempio, alle continue truffe perpetuate sia tramite internet che soprattutto attraverso alcune emittenti locali. Credo dunque che il fenomeno possa essere considerato gigantesco. Per non parlare delle vendita di prodotti falsi che soprattutto in questo periodo viene effettuata lungo le spiagge delle nostre città, molto spesso si tratta anche di giocattoli costruiti senza le prescrizioni dalla Comunità europea imposte a salvaguardia della salute del consumatore e nella fattispecie dei bambini. Dunque certamente una rivisitazione della legge era necessaria, ma francamente non credo che quanto viene proposto nel complesso riesca a limitare i problemi che ho elencato. Questo per due motivi, il primo riguarda la competenza, infatti alcuni aspetti che ho sottolineato sono di competenza di altri organi. Sicchè la legge potrà essere utile solo se accompagnata da una pressione continua degli organi di controllo, che quindi necessariamente dovranno fare un’opera di informazione - come ribadito anche dalla collega Ciriaci - non solo per quanto riguarda i prodotti alimentari, che se non sono controllati ovviamente sono quelli che possono causare danni maggiori – ho fatto l’esempio dei prodotti conservati esposti al sole –, ma anche su una vicenda come quella ad esempio dei marchi contraffatti, dietro i quali molto spesso si nasconde la criminalità organizzata che utilizza i proventi della vendita di tali prodotti per andare ad alimentare il mercato della droga e della prostituzione. Dietro questi episodi ci sono dunque delle situazioni ben più complicate e ben più gravi di quelle che possono essere, in modo superficiale, di competenza di una legge.Ritengo pertanto che il ruolo dell’informazione sia fondamentale, come altrettanto fondamentale è quello del controllo, per cui l’auspicio è che lo strumento della legge possa essere di ausilio, appunto, per una maggiore informazione ed un maggior controllo, ciò che fino da oggi non c’è stato. Quindi rivolgiamo un invito alla Giunta regionale affinchè faccia le dovute pressioni alla Guardia di Finanza, ai Vigili urbani, ai Carabinieri, al Nucleo Antisofisticazioni, cioè a tutti coloro che hanno un ruolo di controllo, per fare in modo che la tutela dei consumatori passi, sì, attraverso una legge, ma anche attraverso una consapevolezza diversa di ciò che accade sul nostro territorio. Altrimenti correremmo veramente il rischio di trovarci in una babele dalla quale sarà difficile venirne fuori, e lo sarà soprattutto in un momento di crisi quando al consumatore con l’acquisto di prodotti ad un prezzo inferiore non si garantisce poi la tutela alla salute. Benvengano, quindi, anche quelle proposte, fatte pure in altri momenti, verso un’attenzione maggiore a tutti i prodotti locali, e soprattutto a quelli alimentari, che riescano a dare una garanzia in più proprio perchè sul territorio il controllo e la verifica delle filiere sicuramente garantisce una tutela maggiore.

martedì 16 giugno 2009

L'OFFERTA CULTURALE CONTRO LA CRISI


I 100.000 visitatori della mostra di Raffaello ad Urbino testimoniano che la cultura ha un forte richiamo turistico anche in momenti di crisi. Un dato importante che indica una delle strade da seguire per il rilancio dell’economia è quello della proposta culturale di qualità. Le Marche offrono luoghi e opere d’arte ineguagliabili che vanno però valorizzati e soprattutto proposti al mondo intero attraverso un’opera di promozione mirata. In questo senso crediamo che la Regione debba impegnarsi a valorizzare e promuovere meglio le nostre eccellenze e con decisione i “Bronzi di Pegola” che rappresentano un’opera d’arte inestimabile del nostro entroterra. Entroterra troppo spesso abbandonato a se stesso, non solo dal punto di vista delle infrastrutture ma anche dal punto di vista della promozione turistico culturale. Indispensabile,inoltre, dopo la sentenza del tribunale di Pesaro sulla vicenda Lisippo - statua uscita illegalmente dall’Italia e per la quale da anni si sta combattendo una battaglia per la restituzione -un maggiore impegno da parte della Regione Marche per il ritorno della preziosissima statua oggi esposta a Malibù presso la Villa Getty. La statua, una volta restituita, diventerebbe sicuramente un forte richiamo turistico culturale che insieme a quanto già presente sul territorio renderebbe le Marche un circuito storico culturale senza uguali.
Giancarlo D’Anna
Consigliere regionale PdL

lunedì 15 giugno 2009

OSPEDALE UNICO PESARO-FANO VOGLIAMO LA VERITA'



L’Assessore regionale alla Sanità Mezzolani dice di non aver mai parlato di Ospedale Unico Pesaro-Fano, ma intorno a lui un coro di personaggi continua a intonare la stessa canzone “Occorre un Ospedale Unico”.
A dire chiaramente che il vero obiettivo degli Ospedali Riuniti “è l’Ospedale Unico”, però è stato il presidente della Commissione Sanità Marco Lucchetti del Partito Democratico, lo stesso di Mezzolani, durante una pubblica audizione a Pesaro.
Sempre per il partito Democratico il candidato sindaco di Fano del PD, Federico Valentini, in campagna elettorale, dichiarava di essere sulla stessa posizione di Mezzolani e che la “realizzazione di un unico ospedale era fumo del centrodestra”, contraddicendo quanto dichiarato e verbalizzato da Marco Lucchetti esponente regionale del suo stesso partito. Ma eravamo prima delle elezioni.
Sempre a Fano, in campagna elettorale, Adriana Mollaroli consigliere regionale del PD e presentatrice in passato di una mozione a favore dell’Ospedale Unico, dichiarava in un pubblico dibattito a Fano Tv, che l’Ospedale Unico non era all’ordine del giorno ma di essere comunque favorevole a quell’operazione.
A Pesaro, almeno gli esponenti del centrosinistra sono stati più chiari e coerenti (è facile capire perché) dichiarandosi apertamente per un Nuovo Ospedale ipotizzando anche un luogo:Muraglia. Su questo Ceriscioli e la Catalano sono stai molto chiari: “ Muraglia è già iniziato il progetto della nuova struttura. La viabilità è già disegnata, è a metà strada tra Pesaro e Fano, l’area è di nostra proprietà.”. Se Ospedali Riuniti- come ha dichiarato il presidente della commissione sanità regionale- significa Ospedale Unico è altrettanto chiaro che il Nuovo Ospedale altro non è che l’ospedale Unico. Non ci hanno sempre detto che l’Ospedale Unico avrebbe dovuto localizzarsi tra Pesaro e Fano? Ma che senso avrebbe costruire un nuovo Ospedale quando solo da poche settimane è stato inaugurato in pompa magna a Pesaro il nuovo Pronto Soccorso e la rianimazione dopo anni di attesa con costi vicini agli 11 milioni di euro?
Ogni giorno la Regione ci dice che non ci sono soldi poi appena inaugurato un nuovo reparto si pensa a costruire un altro ospedale con costi enormi? Siamo medici o muratori? avrebbe detto Totò. Sembra muratori.
Ho sempre sostenuto e sono sempre più convinto, che dietro l’Ospedale Unico si nascondono più interessi immobiliari che motivazioni legate alla salute.
Le aree attualmente impegnate con il Santa Croce di Fano e San Salvatore di Pesaro sono la merce di scambio per acquisire le necessarie risorse per costruire un Nuovo Ospedale. La costruzione di quest ’ultimo metterebbe in atto un meccanismo di compravendite,appalti, consulenze, forniture senza precedenti ed è questo, sono convinto il motivo principale di quest’operazione poco chiara come emerge da una lunga serie di dichiarazioni contraddittorie.
Ma che l’Ospedale Unico non sia una vicenda solo da campagna elettorale lo dimostra un recente intervento di Federico Foschi ex responsabile dell’azienda sanitaria di Fano, il quale ad urne chiuse rilancia il dibattito sull’Ospedale Unico ed usa , guarda caso le stesse parole del Presidente della Commisione Sanità regionale Lucchetti:”L’integrazione (ospedali Riuniti) tra i due ospedali ha senso soltanto se intesa come fase preparatoria per arrivare gradualmente all’Ospedale Unico”
Io continuo ad essere ancora, e come sempre da anni a questa parte, fermamente contrario perché quello dell’Ospedale Unico è un percorso poco chiaro ed arriva dopo anni in cui strutture, edifici e servizi e in alcuni casi professionalità sono stati volutamente trascurati per poi giustificare la scelta di una nuova struttura in funzione di un’operazione economico immobiliare che niente ha a che veder con la tutela della salute, come dimostra l’irrisolto problema delle liste di attesa, che comunque servono alla regione per ridurre i costi. Problemi irrisolti come confermano le fughe dei malati verso altre regioni, come dimostrano lavori mal eseguiti come quelli dei nuovi padiglioni del Santa Croce dove addirittura in alcuni reparti si lamentano rigurgiti dai wc e altre problematiche come testimoniano lavori iniziti e mai ultimati come il nuovo IME di Pesaro fermo da 10 anni, le nuove camere operatorie di Fano mai entrate in funzione. Per non parlare dei problemi nei pronto soccorso, nonostante la professionalità degli operatori. Per non parlare delle lunghe attese per le prenotazioni, le analisi e molto altro. A queste problematiche occorre porre rimedio in una Regione dove oltre l’80% del bilanci finisce in Sanità. Si collabori, ci si integri ma lasciamo perdere l’Ospedale Unico. Le città, i paesi della nostra Provincia hanno un’ottima qualità della vita anche per la presenza di servizi come quello che gli ospedali possono fornire. Miglioriamoli , solo così andremo incontro alle esigenze e alle aspettative della nostra gente. L’Ospedale Unico invece è la foglia di fico dietro la quale si nasconde tutto meno che la soluzione ai problemi della Sanità.
Giancarlo D’Anna
Consigliere regionale PdL Marche

sabato 13 giugno 2009

LISIPPO UNA STATUA ,UNA BATTAGLIA


Un altro importante passo avanti per la Restituzione del Lisippo è stato fatto. Grazie all’Associazione Cento Città e al suo scomparso Presidente Tullio Tonnini oggi c’è una sentenza che aggiunge un tassello ad una lunga serie di iniziative che si sono attivate negli anni.
Una battaglia che è valso la pena di fare, indipendentemente dal colore politico e appartenenza, perché è una battaglia “morale” innanzi tutto, come l’ha definita Jason Felch, giornalista del Los Angeles Times, che alcuni anni orsono su mio invito venne a Fano per fare un servizio sulla statua del Lisippo, articolo che finì in prima pagina del prestigioso quotidiano Americano. Governi di centro destra e centro sinistra si sono impegnati con forza per la restituzioni di beni sottratti illecitamente all’ItaliaAlcuni sono rientrati, altri come “l’Atleta di Fano”non ancora. Oggi la sentenza di Pesaro apre nuove opportunità. E’ bene coglierle. L’attenzione del nuovo governo c’è ancora sulla vicenda grazie ad una interpellanza che ho suggerito all’On.Claudio Barbaro, membro della Commissione Cultura della Camera e che segue:














BENI E ATTIVITÀ CULTURALI
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro per i beni e le attività culturali, per sapere - premesso che: nell'ambito del recupero del patrimonio artistico nazionale disperso in altri Paesi, ancora oggi risultano essere numerosi gli oggetti e le opere d'arte fuoriusciti illegalmente dal Paese e non ancora restituite al Governo italiano dalle istituzioni pubbliche e private che attualmente le custodiscono; fra le opere in questione, molte risultano essere oggetto di contenzioso fra il legittimo proprietario, lo Stato italiano e le istituzioni pubbliche e private che le custodiscono; fra queste, emerge in particolare la situazione relativa alla statua attribuita a Lisippo, conosciuta anche come «Atleta di Fano», attualmente esposta presso la Getty Villa di Malibu, di proprietà della Fondazione Getty; nonostante ripetute iniziative promosse dalla regione Marche, dalla comunità della città di Fano e dai Governi precedenti, che hanno richiamato l'attenzione dei media nazionali e internazionali, a tutt'oggi l'opera non è stata ancora restituita -: quali iniziative il Governo abbia intrapreso o intenda intraprendere al fine di ottenere l'immediata restituzione della statua suddetta e delle altre opere artistiche ed archeologiche sottratte illegalmente al nostro Paese.
Claudio Barbaro

giovedì 11 giugno 2009

IL MESSAGGIO AL MONDO MUSULMANO DEL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI



Per un'informazione completa e senza filtri dopo il discorso integrale di Ahmadinejad pubblico il testo integrale del discorso di Obama a Il Cairo
04 giugno 2009
"Sono onorato di essere nella città senza tempo del Cairo e di essere ospite di due importanti istituzioni. Per oltre un millennio Al-Azhar è stato un faro per la cultura araba e da più di un secolo l'università del Cairo è stata la fonte dello sviluppo dell'Egitto. Voi, insieme, rappresentate l'armonia tra progresso e tradizione e sono grato della vostra ospitalità, come dell'accoglienza del popolo egiziano. Sono fiero di essere il portavoce della buona volontà del popolo americano e di portare un saluto di pace dalle comunità musulmane del mio paese: assalaamu alaykum.Il nostro incontro si svolge in un momento di tensione tra gli Stati Uniti e i musulmani di tutto il mondo, una tensione che affonda le proprie radici in ragioni storiche che vanno al di là del dibattito politico attuale.Le relazioni tra l'Islam e l'Occidente sono fatte di coesistenza e cooperazione, ma anche di conflitto e di guerre di religione; in tempi più recenti la tensione è stata alimentata da un colonialismo che negava i diritti e le opportunità di molti musulmani e da una Guerra Fredda durante la quale i paesi a maggioranza musulmana sono stati spesso trattati come spettatori privi del diritto di parola, senza rispetto per le loro aspirazioni.La modernizzazione e la globalizzazione, inoltre, hanno portato cambiamenti così radicali da spingere molti musulmani a vedere nell'Occidente un'entità ostile alle tradizioni dell'Islam. Queste tensioni sono state sfruttate da violenti estremisti per strumentalizzare un piccolo, ma potente numero di musulmani.Gli attacchi dell'11 settembre e i successivi tentativi di violenza contro la popolazione civile ha indotto alcuni Paesi a vedere nell'Islam un nemico irriducibile non solo per gli Usa e le altre nazioni occidentali, ma addirittura per i diritti umani.Tutto ciò ha alimentato la paura e la sfiducia. Fino a che il nostro rapporto verrà definito solamente in base alle nostre differenze renderemo sempre più potente chi semina odio, invece di pace, chi ricerca i conflitti, invece della cooperazione che è necessaria perché tutti i popoli possano avere giustizia e prosperità.Per questo motivo deve essere spezzata la catena di sospetti e inimicizia. Sono qui per cercare d'inaugurare una nuova epoca nei rapporti tra Stati Uniti e i musulmani in tutto il mondo, un rapporto basato sul mutuo rispetto e su un interesse reciproco, fondato - soprattutto - sull'idea che Usa e Islam non siano incompatibili e non debbano per forza essere in competizione. Si sovrappongono, invece, condividendo principi comuni di giustizia, progresso, tolleranza e dignità per tutti gli esseri umani.Cerco una nuova base per il nostro rapporto anche se so che il cambiamento non potrà avvenire improvvisamente, nessun discorso - da solo - può sradicare anni di sfiducia né posso rispondere oggi a tutte le complesse questioni che ci hanno portati fino a qui.Tuttavia sono convinto che per andare avanti sia necessario parlare apertamente di ciò che ci sta a cuore e che, troppo spesso, viene nascosto e taciuto. Ci dovranno essere sforzi da parte di entrambi, per ascoltare e per imparare dall'altro, per rispettarci a vicenda e, infine, per cercare un terreno comune su cui basare il nostro rapporto.Come il sacro Corano ci esorta, "Sii consapevole di Dio e di' sempre la verità". Questo è proprio quel che tenterò: fare del mio meglio nel dire la verità, con l'umiltà che è necessaria per affrontare la sfida che ci attende, fermo nella convinzione che gli interessi che ci uniscono in quanto esseri umani siano molto più potenti delle forze che ci dividono.Questa convinzione è basata, in parte, sulla mia esperienza personale.Sono cristiano, ma mio padre proveniva da una famiglia keniota che contava generazioni di musulmani e, da ragazzo, ho passato diversi anni in Indonesia e ho ascoltato la chiamata dell'adhan [la chiamata alla preghiera effettuata tradizionalmente dal muezzin sul minareto, n.d.T.] all'alba e al tramonto. Quando, da giovane, ho lavorato nelle comunità di Chicago, ho conosciuto molte persone che avevano trovato dignità e pace nella fede musulmana.Durante gli studi di storia ho compreso il debito che la cultura ha nei confronti dell'Islam. E' stato proprio l'Islam, in luoghi come l'università di Al-Azhar, a far avanzare la luce della cultura attraverso i secoli, aprendo la strada per il Rinascimento e l'Illuminismo europei. L'innovazione all'interno delle comunità musulmane ha permesso lo sviluppo dell'algebra, l'invenzione della bussola magnetica e di altri strumenti di navigazione, le tecniche di scrittura e stampa, la comprensione dei motivi e dei mezzi di diffusione delle malattie e la scoperta delle cure. La cultura islamica ci ha donato archi maestosi e guglie svettanti, poesia immortale e musica preziosa, la grafia elegante e luoghi pacifici e magnifici.Lungo il corso della storia, infine, l'Islam ha dimostrato, con le parole e con i fatti, la possibilità di vivere attraverso la tolleranza religiosa e l'eguaglianza razziale. Sono anche consapevole che l'Islam ha fatto parte, da sempre, della storia degli Stati Uniti. Il Marocco è stata la prima Nazione a riconoscere il mio paese e, firmando il Trattato di Tripoli del 1796, il nostro secondo Presidente John Adams scrisse: "Gli Stati Uniti non hanno alcun motivo di inimicizia per le leggi, la religione o la tranquillità dei musulmani".A partire dalla fondazione, i musulmani americani hanno arricchito gli Stati Uniti, hanno combattuto le nostre guerre, hanno servito il nostro Governo, si sono erti a difesa dei diritti civili, hanno fondato imprese, insegnato nelle nostre università e ottenuto risultati eccezionali nello sport, sono stati insigniti del Premio Nobel, hanno costruito i nostri edifici più alti e acceso la torcia olimpica.Quando, recentemente, il primo americano di religione musulmana è stato eletto membro del Congresso, ha giurato di servire la nostra Costituzione usando il Sacro Corano che uno dei nostri Padri Fondatori - Thomas Jefferson - teneva nella sua biblioteca personale. Ho conosciuto l'Islam in tre diversi continenti prima di visitare la regione dove è stato rivelato e quelle esperienze sostengono la mia convinzione che un rapporto tra America e Islam debba essere basato su ciò che l'Islam è, non su ciò che non è.Considero dunque parte della mia responsabilità come Presidente degli Stati Uniti lottare contro gli stereotipi negativi sull'Islam, ovunque essi appaiano. Lo stesso principio deve essere usato dai musulmani per valutare la propria percezione degli Stati Uniti. I musulmani non possono essere descritti da un rozzo stereotipo, allo stesso modo la natura e l'identità degli Stati Uniti non corrispondono alla grezza immagine di un impero egoista.Gli Stati Uniti sono stati una delle più importanti culle del progresso che il mondo abbia mai conosciuto. Siamo nati grazie alla rivoluzione contro un impero, siamo stati fondati in nome dell'ideale che tutti gli uomini siano stati creati uguali e abbiamo sparso il nostro sangue e lottato per secoli al fine di dare significato a queste parole, all'interno dei nostri confini come nel resto del mondo.Siamo stati formati da tutte le culture, siamo giunti da ogni angolo della terra e ci siamo dedicati a un semplice ideale: ex pluribus unum: "Da molti, uno solo". Sono state spese molte parole sul fatto che un afro-americano di nome Barack Hussein Obama potesse essere eletto Presidente, ma la mia storia personale non è unica in questo senso. Il sogno di una possibilità per tutti non diventa realtà per ciascuno in America, ma questa promessa esiste per tutti quelli che arrivano sulle nostre rive e ciò comprende i quasi 7 milioni di americani musulmani che oggi, nel nostro paese, godono di redditi e livelli di istruzione al di sopra della media.Negli Stati Uniti la libertà è inscindibile dalla libertà di professare la propria religione, questo è il motivo della presenza di una moschea in ogni Stato dell'Unione e di più di 1200 moschee all'interno dei nostri confini. Questa è, inoltre, la ragione per cui il governo degli Stati Uniti ha combattuto in tribunale per il diritto delle donne e delle ragazze di indossare lo hijab e per punire che negava questo diritto. Non ci sia dunque alcun dubbio: l'Islam è parte degli Stati Uniti e io credo che l'America abbia, dentro di sé, la coscienza che tutti noi, senza distinzione di religione o razza, condividiamo le stesse aspirazioni: quella di vivere sicuri e in pace, di avere un'istruzione e di poter lavorare con dignità, di amare la nostra famiglia, la nostra comunità e il nostro Dio. Questo è ciò che condividiamo, questa è la speranza per tutta l'umanità.Il riconoscimento della nostra comune umanità è certamente solo il punto di partenza della nostra missione, le parole da sole non possono appagare i bisogni delle nostre genti, ma queste necessità potranno essere soddisfatte solo se agiremo coraggiosamente negli anni a venire e se capiremo che le sfide che ci si presenteranno sono sfide comuni e che un fallimento danneggerebbe tutti noi. Abbiamo imparato dall'esperienza di questi ultimi mesi che quando un sistema finanziario di indebolisce in un Paese, la prosperità di tutti è in pericolo. Quando una nuova influenza infetta un essere umano, tutti siamo a rischio. Quando una Nazione cerca di ottenere gli armamenti nucleari, il rischio di un attacco cresce per ogni Paese. Quando estremisti violenti agiscono in una zona di montagna, ci sono persone in pericolo dall'altra parte dell'oceano. Infine, quando vengono uccise persone innocenti in Bosnia e Darfur, si macchia la nostra coscienza collettiva.Questo è il vero significato di condividere il mondo nel 21° secolo e questa è la responsabilità che ciascuno di noi ha verso gli altri esseri umani. E' certamente una responsabilità difficile da accettare, anche perché la storia umana è un susseguirsi di Nazioni e tribù in lotta tra di loro per il perseguimento dei propri interessi. E tuttavia, in questa nuova epoca, tali abitudini sono dannose per ciascuno.Ogni ordine mondiale che veda una Nazione, o un gruppo di persone, al di sopra degli altri è inevitabilmente destinato al fallimento, considerando il grado di interdipendenza tra di noi; questo significa che quando riflettiamo sul passato non dobbiamo diventarne prigionieri. I nostri problemi devono essere affrontati con la cooperazione, il progresso deve essere condiviso. Ciò non vuol dire che sia necessario ignorare le fonti della tensione, anzi, suggerisce esattamente il contrario: dobbiamo affrontare i contrasti in modo diretto. In quest'ottica permettetemi di parlare il più chiaramente e semplicemente possibile a proposito di alcune delle questioni che - credo - dobbiamo affrontare insieme.La prima problematica che dev'essere fronteggiata è quella dell'estremismo violento in ogni sua forma. Ad Ankara ho affermato con chiarezza che gli Stati Uniti non sono, né saranno mai, in guerra con l'Islam. La nostra opposizione sarà sempre rivolta, incessantemente, contro gli estremisti violenti che costituiscono un grave pericolo per la nostra sicurezza e questo perché noi rifiutiamo ciò che viene rigettato da tutte le fedi del mondi: l'uccisione di uomini, donne e bambini innocenti. Ed è il mio primo dovere come Presidente degli Stati Uniti quello di proteggere il popolo americano.La situazione in Afghanistan dimostra la correttezza degli obiettivi americani e il bisogno di lavorare insieme verso di essi. Più di sette anni fa, gli Stati Uniti iniziarono a perseguire al Qaeda e i Talebani ricevendo un vasto supporto dalla comunità internazionale, non ci siamo impegnati in questa lotta per nostra volontà, ma per necessità.Sono consapevole dell'esistenza di chi mette in dubbio, o giustifica, gli eventi dell'11 settembre, ma vorrei che fosse chiaro: al Qaeda uccise quasi 3000 persone quel giorno. Le vittime erano uomini, donne e bambini innocenti, americani e di altre nazionalità, che non avevano fatto nulla a nessuno e tuttavia al Qaeda scelse di assassinare queste persone senza pietà, di rivendicare l'attacco e ancora oggi dichiara la propria volontà di uccidere su vastissima scala.Al Qaeda ha affiliati in molti Paesi e sta cercando di espandere la propria influenza, queste non sono opinioni oggetto di discussione: sono fatti che devono essere affrontati. Non ingannatevi: non vogliamo tenere le nostre truppe in Afghanistan, non vogliamo avere là delle basi militari permanenti e per l'America è un'agonia perdere i nostri giovani uomini e le nostre giovani donne. Continuare questo conflitto ha un costo politico ed economico difficile da sostenere e saremmo felici di poter far rientrare a casa ognuno dei nostri soldati, se fossimo sicuri che in Afghanistan e Pakistan non vi siano estremisti violenti determinati a uccidere quanti più americani possibile. La situazione, però, non è questa.Questa è la ragione della nostra alleanza con 46 Paesi e, nonostante i costi, l'impegno dell'America non s'indebolirà. Anzi. Nessuno di noi dovrebbe tollerare questi estremisti, che hanno ucciso in molte Nazioni, hanno ucciso persone di fedi diverse e - più di ogni altre - persone di fede musulmana.Le loro azioni sono inconciliabili con i diritti degli essere umani, il progresso delle Nazioni e con l'Islam. Il sacro Corano insegna che uccidere un innocente equivale a uccidere tutta l'umanità, mentre salvare un innocente è come salvare l'umanità intera. La fede di più di un miliardo di persone è enormemente più grande dell'odio cieco di pochi.L'Islam non è parte del problema nella lotta all'estremismo violento, ma una componente importante nella promozione della pace. Siamo consapevoli che il solo intervento militare non è sufficiente a risolvere i problemi in Afghanistan e Pakistan, per questo stiamo progettando di investire 1,5 miliardi di dollari ogni anno, per 5 anni, per lavorare in collaborazione con i pakistani alla costruzione di scuole e ospedali, strade e imprese, oltre a investire centinaia di migliaia di dollari per aiutare chi si è dovuto spostare dai propri luoghi d'origine.Per questo motivo finanziamo con 2,8 miliardi di dollari i progetti degli afghani per lo sviluppo della propria economia e per la fornitura dei servizi essenziali alla vita. Permettetemi anche di affrontare la questione dell'Iraq. Al contrario del conflitto in Afghanistan, abbiamo scelto di iniziare la guerra in Iraq e questa scelta ha causato forti contrasti nel mio Paese e in tutto il mondo. Anche se sono convinto che, per il popolo iracheno, sia positivo il fatto di essersi liberato della tirannia di Saddam Hussein, credo anche fermamente che gli eventi in Iraq abbiano ricordato agli Stati Uniti la necessità di impegnarsi diplomaticamente e di costruire un consenso internazionale, quando possibile, al fine di risolvere i contrasti.Possiamo ricordare le parole di Thomas Jefferson che disse: "Spero che la nostra saggezza cresca con il nostro potere e ci insegni che meno useremo questo potere maggiore sarà la nostra grandezza". Oggi gli Stati Uniti hanno una doppia responsabilità: quella di aiutare l'Iraq a plasmare un futuro migliore e quella di lasciare l'Iraq agli iracheni. Ho detto chiaramente alla popolazione dell'Iraq che non vogliamo istituire nessuna base militare, che non avanziamo alcuna pretesa sui loro territori e sulle loro risorse.La sovranità dell'Iraq appartiene all'Iraq ed è per questo che ho ordinato il rientro delle unità da combattimento entro agosto. Onoreremo i nostri impegni con il governo iracheno democraticamente eletto di rimuovere le unità di combattimento dalle città entro luglio e di far rientrare tutte le nostre truppe dall'Iraq entro il 2012. Collaboreremo all'addestramento delle forze di sicurezza del Paese e allo sviluppo della sua economia, ma sosterremo un Iraq sicuro e unito in veste di partner, non ci comporteremo come padroni.Infine, l'America non potrà mai tollerare la violenza degli estremisti e, allo stesso modo, non dovremmo mai modificare i nostri principi. L'11 settembre è stato un trauma terribile per il nostro Paese e ha comprensibilmente causato rabbia e paura, ma in alcuni casi ci ha condotti ad agire in violazione dei nostri ideali. Ci stiamo concretamente impegnando a cambiare corso, ho proibito, senza possibilità di eccezione, l'uso della tortura da parte degli Stati Uniti e ho ordinato la chiusura della prigione di Guantanamo entro il prossimo anno. In questo modo l'America si potrà difendere, rispettando però la sovranità delle Nazioni e la guida della legge. Agiremo in collaborazione con le comunità musulmane che, come noi, vengono minacciate e prima gli estremisti si troveranno isolati e sgraditi all'interno delle comunità musulmane, prima tutti noi potremo essere più sicuri. La seconda maggiore fonte di tensione internazionale che vorrei discutere con voi è la situazione tra Israele, i palestinesi e il mondo arabo.I legami tra Stati Uniti e Israele sono ben noti, questo legame non si può spezzare perché è basato su vincoli storici e culturali e sul riconoscimento che l'aspirazione per una patria ebraica affondi le proprie radici in un passato tragico che non può essere negato. Il popolo ebreo ha subito persecuzioni nel corso dei secoli e in tutto il mondo e, in Europa, l'anti-semitismo è culminato in un Olocausto senza precedenti.Domani visiterò Buchenwald, che faceva parte di un sistema di campi di concentramento dove gli ebrei venivano schiavizzati, torturati, fucilati, uccisi con il gas per mano del Terzo Reich. Furono uccisi 6 milioni di ebrei, più dell'attuale popolazione di Israele e negare questo fatto è una posizione senza fondamento, ignorante e odiosa. Minacciare di distruggere Israele o perpetuare i vili stereotipi sugli ebrei è profondamente sbagliato, ha l'effetto di evocare nelle menti degli israeliani il più doloroso dei ricordi e, allo stesso tempo, di impedire la pace che le popolazioni di quella regione si meritano.D'altro canto è innegabile che la popolazione palestinese - sia musulmana che cristiana - abbia sofferto nella ricerca di una patria. Per più di 60 anni hanno sopportato il dolore dell'essere profughi, molti attendono nei campi per rifugiati della Cisgiordania, di Gaza e delle regioni vicine la vita di pace e sicurezza che non hanno mai potuto condurre.I palestinesi devono sopportare le grandi e piccole umiliazioni quotidiane causate dall'occupazione. Sia dunque chiaro che la situazione della popolazione palestinese è intollerabile, l'America non ignorerà le legittime aspirazioni dei palestinesi di dignità, opportunità future e di un proprio Stato. Per decenni siamo rimasti in una situazione di stallo: due popoli con aspirazioni legittime, entrambi con una storia dolorosa alle spalle che rende difficile il compromesso. E' facile puntare il dito - i palestinesi denunciano gli spostamenti di popolazione causati dalla fondazione dello stato di Israele e gli Israeliani lamentano gli attacchi e la costante ostilità che hanno dovuto affrontare nel corso della loro storia sia all'interno che all'esterno dei propri confini. Tuttavia, se osserviamo il conflitto da uno solo dei due punti di vista non riusciremo a riconoscere la verità: l'unica soluzione è che le aspirazioni di entrambi i popoli vengano soddisfatte con la creazione di due Stati dove sia israeliani che palestinesi possano vivere in pace e sicurezza.Questa soluzione è nell'interesse di Israele, dei palestinesi, degli Stati Uniti e del mondo intero e per questa ragione ho intenzione di impegnarmi personalmente per raggiungere quest'obiettivo, impiegando tutta la pazienza che sarà necessaria. Gli impegni sottoscritti dalle due parti nella Road Map sono chiari e affinché ci sia pace è tempo per loro di dimostrarsi all'altezza delle proprie responsabilità. I palestinesi devono abbandonare ogni forma di violenza, perché resistere attraverso la violenza e l'omicidio è sbagliato e non porta al successo.La popolazione nera degli Stati Uniti ha, per secoli, sofferto per le frustate ricevute durante la schiavitù e per l'umiliazione della segregazione, ma non è stata la violenza a permettere di ottenere una piena uguaglianza di diritti. E' stata, al contrario, la pacifica e determinata insistenza sugli ideali centrali nella fondazione degli Stati Uniti. La stessa cosa può essere detta per il Sudafrica e il Sud Est asiatico, per l'Europa dell'Est e l'Indonesia. La semplice verità è che la violenza è un vicolo cieco, non è potere né coraggio lanciare dei razzi contro bambini che dormono, né far esplodere vecchie signore che viaggiano su un autobus. Non è così che si rivendica l'autorità morale, in questo modo - al contrario - la si abbandona.Per i palestinesi è giunto il momento di concentrarsi su ciò che possono costruire, l'Autorità palestinese deve sviluppare una capacità di governo, creare istituzioni che siano al servizio dei bisogni delle sua gente. Hamas ha il supporto di una parte dei palestinesi, ma ha anche delle responsabilità: quella di contribuire a soddisfare le aspirazioni dei palestinesi e quella di unificare il popolo. Per questo deve abbandonare la violenza, riconoscere gli accordi stipulati in passato e il diritto di Israele all'esistenza.Israele deve, allo stesso tempo, riconoscere che tanto quanto non può essere negato il suo diritto all'esistenza, allo stesso modo non può essere negato quello della Palestina. Gli Stati Uniti non riconoscono la legittimità dei continuati insediamenti israeliani perché questo viola gli accordi precedenti e indebolisce gli sforzi per raggiungere la pace. Questo è il momento di fermare gli insediamenti. Israele deve dimostrarsi all'altezza delle proprie responsabilità affinché i palestinesi possano vivere, lavorare e sviluppare la propria società. La crisi umanitaria di Gaza, infatti, devasta le famiglie palestinesi, ma è anche una minaccia per la sicurezza di Israele, come lo è anche la mancanza di possibilità per il futuro della popolazione che vive in Cisgiordania. Il progresso nella vita quotidiana della popolazione palestinese deve essere necessariamente una componente del cammino di pace e Israele deve agire concretamente per permettere tutto questo.Gli Stati Arabi, infine, devono riconoscere che il Summit della Lega Araba è stato un inizio importante, ma che non può costituire la fine delle loro responsabilità. Il conflitto arabo-israeliano non dev'essere più utilizzato per distrarre le popolazioni delle Nazioni arabe da altri problemi, dev'essere invece un motivo di intervento a favore dello sviluppo delle istituzioni palestinesi che siano in grado di gestire uno Stato, un motivo per riconoscere la legittimità dello Stato di Israele e, ancora, per scegliere il progresso piuttosto di concentrarsi sul passato.Gli Stati Uniti collaboreranno con chi vuole raggiungere la pace e renderanno pubbliche le proposte e le discussione fatte con gli Israeliani, i palestinesi e i rappresentanti degli Stati arabi. Non possiamo imporre la pace, ma - in privato - molti musulmani riconoscono il fatto che Israele non scomparirà e, allo stesso modo, molti israeliani riconoscono la necessità di uno Stato palestinese. E' giunto il momento di agire per raggiungere ciò che tutti sanno essere vero. Sono state sparse troppe lacrime. Troppo sangue è stato versato.La responsabilità di lavorare per il giorno in cui le madri israeliane e palestinesi potranno vedere i loro figli crescere assieme è nostra; è nostro l'impegno per far diventare la Terra Santa per tre grandi religioni il luogo di pace che dovrebbe essere; è nostro anche il dovere di rendere per molto tempo Gerusalemme una casa sicura per ebrei, cristiani e musulmani e un luogo in cui tutti i figli di Abramo possano ritrovarsi pacificamente come nella storia di Isra, in cui Mosé, Gesù e Maometto, che la pace sia con loro, erano uniti in preghiera.La terza fonte di tensione è il nostro comune interesse nel diritto e nella responsabilità delle Nazioni in materia di armamenti nucleari. E' una questione che è stata causa di tensioni tra gli Stati Uniti e l'Iran, per molti anni l'Iran ha parzialmente definito la propria identità in opposizione al mio Paese e certamente la storia delle nostre relazioni è tumultuosa.Durante gli anni della Guerra Fredda gli Stati Uniti hanno avuto un ruolo nel rovesciamento del governo iraniano democraticamente eletto e dalla Rivoluzione islamica in poi l'Iran ha partecipato agli atti di violenza e ai rapimento subiti dalle truppe e dai civili americani. Conosciamo bene la storia, ma invece di rimanere intrappolato nel passato ho reso chiaro ai leader e al popolo dell'Iran che il mio Paese è pronto ad andare avanti, la domanda ora non è contro cosa di opponga l'Iran, ma quale futuro voglia costruire.Sarà difficile superare decenni di sfiducia, ma procederemo con coraggio, rettitudine e decisione. Ci saranno molte questioni da discutere tra di noi e siamo decisi a muoversi senza farci influenzare da preconcetti, ma piuttosto sulla base del rispetto reciproco, anche se è chiaro a tutti che per quanto riguarda gli armamenti nucleari abbiamo raggiunto un momento decisivo.E' qualcosa che non riguarda solamente gli interessi degli Stati Uniti, ma è volto alla prevenzione di una corsa agli armamenti nucleari nel Medio Oriente che potrebbe portare la regione e il mondo intero lungo un sentiero pericoloso. Capisco le ragioni di chi denuncia il fatto che alcuni Paesi posseggano armamenti nucleari e altri no, non credo neanche che una sola Nazione dovrebbe avere il potere di scegliere e selezionare chi può e chi non può possedere armi nucleari.Per questa ragione ho riaffermato fortemente l'impegno degli Stati Uniti per un mondo senza armi atomiche e credo che ogni Nazione - incluso l'Iran - debba avere accesso all'energia atomica da utilizzare per scopi pacifici, se sottoscrive l'impegno del Trattato di Non-Proliferazione Nucleare.Quest'impegno è il nucleo del Trattato stesso e ogni Paese è tenuto a rispettarlo, spero che tutte le Nazione della regione possano condividere questo obiettivo. Il quarto argomento di cui vi parlerò è la democrazia. Sono consapevole della controversia degli ultimi anni a proposito della diffusione della democrazia e del fatto che molte delle ragioni alla base di queste discussioni siano legate alla guerra in Iraq.Permettetemi di essere chiaro su questo punto: nessun sistema di governo può o dovrebbe essere imposto da una Nazione a un'altra. Tuttavia questo non diminuisce il mio impegno a favore di governi che riflettano la volontà delle popolazioni, ogni Nazione dà vita a questo principio in modo diverso, secondo le tradizioni del proprio popolo e gli Stati Uniti non hanno la presunzione di sapere ciò che è meglio per ognuno, come non presumiamo di poter scegliere il risultato di una elezione pacifica.Io ho, però, un'incrollabile convinzione nel desiderio di tutti i popoli per alcune cose: la possibilità di esprimersi liberamente e di avere la libertà di scegliere il modo in cui essere governati; la fiducia nel governo della legge e in un'amministrazione equa della giustizia; un governo trasparente e che non rubi al proprio popolo; la libertà di vivere secondo le proprie scelte. Queste idee non sono proprie solamente degli americani, sono diritti dell'uomo e sono quello che sosterremo per tutti i popoli.Quest'ultimo punto è importante perché c'è chi difende la democrazia solamente quando non detiene il potere e, una volta che l'ha ottenuto, sopprime i diritti degli altri senza alcuna pietà. In ogni luogo e in ogni caso il governo del popolo e per il popolo definisce una linea di condotta per tutti coloro che sono al potere: il mantenimento del potere deve avvenire attraverso il consenso, non la coercizione; l'interesse del popolo e il corretto funzionamento del processo politico devono essere posti al di sopra del proprio partito. Le elezioni da sole, senza queste componenti, non possono portare alla vera democrazia.La quinta problematica che dobbiamo affrontare insieme è quella della libertà religiosa. L'Islam ha una fiera tradizione di tolleranza, come possiamo riscontrare nella storia dell'Andalusia e di Cordoba durante il periodo dell'Inquisizione. Io stesso l'ho potuto constatare durante la mia infanzia in Indonesia, dove devoti cristiani potevano esercitare liberamente la propria fede in un Paese a schiacciante maggioranza musulmana. E' questo lo spirito di cui abbiamo bisogno oggi; in ogni Paese le persone dovrebbero essere libere di scegliere e vivere la propria fede con mente, cuore e anima.La tolleranza è essenziale per la prosperità delle religioni, ma viene minacciata in molti modi. Alcuni musulmani hanno l'inquietante tendenza a misurare la propria fede attraverso il rifiuto delle altre. La ricchezza della diversità religiosa deve invece essere sostenuta, sia che si parli dei Maroniti del Libano che dei Copti in Egitto; le divisioni devono essere ricucite anche tra i musulmani, dato che i contrasti tra Sciiti e Sunniti hanno portato a tragiche violenze, in modo particolare in Iraq.La libertà religiosa è centrale per la capacità delle persone di vivere insieme e dobbiamo sempre cercare i mezzi per difenderla. Negli Stati Uniti, ad esempio, le leggi sulle opere caritatevoli hanno reso più difficile per i musulmani l'adempimento dei propri doveri religiosi, per questa ragione mi sono impegnato a lavorare con i musulmani americani affinché possano rispettare lo zakat. Allo stesso modo è importante, per i paesi occidentali, evitare di impedire ai cittadini musulmani di praticare la propria religione come lo ritengono opportuno, ad esempio decidendo quali vestiti possano essere indossati dalle donne musulmane; non si può infatti fare distinzione tra le religioni sotto la falsa pretesa del liberalismo.La fede dovrebbe invece avvicinarci, per questo motivo negli Stati Uniti stiamo creando progetti che uniscano Cristiani, Musulmani ed Ebrei e per questo abbiamo accolto con favore gli sforzi per il dialogo del re saudita Abdullah e la leadership della Turchia nella Alleanza di Civiltà. In tutto il mondo possiamo trasformare il dialogo in servizio interreligioso, affinché i ponti tra le persone permettano di agire, che sia per la lotta alla malaria oppure per portare aiuti dopo un disastro naturale.La sesta questione di cui voglio parlarvi sono i diritti delle donne. So che si sta discutendo di questo e rifiuto l'idea - propria di alcuni occidentali - che una donna che scelga di portare il velo sia in qualche modo meno uguale, credo tuttavia che una donna a cui viene negata l'istruzione, venga privata anche dell'uguaglianza, non è infatti un caso che i Paesi in cui le donne ricevono una buona istruzione siano molto più spesso prosperi.Vorrei che fosse chiaro: le problematiche legate ai diritti delle donne non sono semplici da affrontare per l'Islam. In Turchia e Pakistan, Bangladesh e Indonesia, abbiamo l'elezione di una donna a capo di paesi a maggioranza musulmana, allo stesso tempo la lotta per l'uguaglianza femminile continua in molti aspetti della vita americana e di altri Paesi.Le nostre figlie possono dare un contributo alla società tanto quanto i nostri figli e la nostra prosperità sarà più grande se permetteremo a tutta l'umanità - uomini e donne - di raggiungere il suo pieno potenziale. Non credo che le donne debbano fare le stesse scelte degli uomini per avere uguaglianza e rispetto le donne che scelgono di vivere la loro vita nel solco dei loro ruoli tradizionali, ma questa dovrebbe essere una scelta.Per questa ragione gli Stati Uniti collaboreranno qualunque Paese a maggioranza musulmana che sostenga una maggiore alfabetizzazione femminile e che aiuti le giovani donne a cercare impiego attraverso i micro-finanziamenti che aiutano le persone a vivere i propri sogni.Voglio infine affrontare il tema dello sviluppo e le opportunità economiche. So che per molti la globalizzazione ha in sé aspetti contraddittori. Internet e televisione possono essere portatori di conoscenza e di informazioni, ma anche di una sessualità offensiva e una violenza insensata. Il commercio può portare nuova ricchezza e nuove opportunità, ma anche grandi sconvolgimenti e cambiamenti all'interno delle comunità.In tutte le Nazioni, inclusa la mia, questo cambiamento suscita paura, timore che a causa della modernità si perda il controllo delle nostre scelte economiche, della nostra politica e - soprattutto - delle nostre identità, ciò che ci sta più a cuore delle nostre comunità, famiglie e della nostra fede. Tuttavia sono anche consapevole che il progresso umano non può essere negato, non ci deve essere contraddizione tra sviluppo e tradizione.Paesi come il Giappone e la Corea del Sud hanno sviluppato la loro economie mantenendo culture ben distinte, la stessa cosa è vera per il progresso di Paesi a larghissima maggioranza musulmana, da Kuala Lumpur a Dubai. Nel passato le comunità musulmane sono state all'avanguardia nei campi dell'innovazione e dell'educazione. Tutto ciò è importante perché nessuna strategia di sviluppo può essere basata solamente dalle ricchezze della terra, né può essere sostenuta mentre le giovani generazioni sono tagliate fuori dal mondo del lavoro. Molti stati del Golfo hanno goduto di grandi ricchezze grazie al petrolio e alcuni stanno ora cominciando a progettare il proprio sviluppo in campi più ampi, ma tutti noi dobbiamo riconoscere che l'educazione e l'innovazione saranno la moneta corrente del 21° secolo e in troppi Paesi musulmani queste aree ricevono pochissimi investimenti. Sto aumentando investimenti di questo tipo nel mio paese e se nel passato gli Stati Uniti si sono concentrati sul petrolio e sulla benzina, adesso ci muoviamo invece in direzione di un più ampio impegno.Per quanto riguarda l'educazione, amplieremo i programmi di scambio e incrementeremo le borse di studio, come quella che ha portato mio padre negli Stati Uniti, e incoraggeremo più americani a studiare in comunità musulmane. Proporremo a studenti musulmani promettenti di svolgere tirocini in America e investiremo nell'e-learning per insegnanti e bambini in tutto il mondo, creeremo nuovi network su internet, così che un adolescente in Kansas possa comunicare istantaneamente con un coetaneo al Cairo. Nel campo dello sviluppo economico creeremo nuovi gruppi di volontari degli affari che collaborino con la loro controparte nei paesi a maggioranza musulmana e quest'anno terrò un summit sull'imprenditoria per definire come si possano approfondire i legami tra i leader del mondo degli affari, le fondazioni e gli imprenditori del sociale negli Stati Uniti e nelle comunità musulmane in tutto il mondo.Per la scienza e la tecnologia lanceremo una nuova fondazione che sostenga lo sviluppo tecnologico nei Paesi a maggioranza musulmana e che aiuti a trasferire le idee sul mercato in modo da creare posti di lavoro. Apriremo centri di eccellenza scientifica in Africa, nel Medio Oriente e nel Sud-Est Asiatico, nomineremo nuovi inviati della scienza che collaborino nei programmi per lo sviluppo delle nuove risorse energetiche, per la creazione di posti di lavoro "verdi", per una documentazione digitale e per la coltivazione di nuovi colture.Annuncio oggi un nuovo sforzo globale in collaborazione con l'Organizzazione della Conferenza Islamica per sradicare la poliomielite e per allargare le cooperazioni con le comunità musulmane per la promozione della salute del bambino e della madre. Tutto ciò dev'essere portato avanti insieme e gli americani sono pronti a unirsi ai cittadini e ai governi, alle organizzazioni di comunità, ai leader religiosi e degli affari nelle comunità musulmani in tutto il mondo, per aiutare i nostri popoli a perseguire l'obiettivo di una vita migliore.Le questioni che ho descritto non saranno di facile soluzione, ma abbiamo la responsabilità di unirci in nome del mondo che cerchiamo, un mondo dove gli estremisti non minaccino i nostri popoli e dove le truppe americane siano tornate a casa; un mondo in cui israeliani e palestinesi vivano in sicurezza in un proprio Stato e in cui l'energia nucleare venga utilizzata per scopi pacifici; un mondo in cui i governi siano al servizio dei cittadini e i diritti di tutti i figli di Dio vengano rispettati.Questi sono interessi comuni, questo è il mondo che cerchiamo, ma possiamo ottenerlo solo insieme. So che ci sono molti, sia musulmani che non, che si chiedono se sia possibile forgiare questo nuovo inizio, alcuni vogliono rafforzare le divisioni e opporsi al progresso. Altri sostengono che quest'idea non valga lo sforzo, perché siamo condannati a essere in disaccordo e le culture sono destinate a scontrarsi. Molti altri sono semplicemente scettici della possibilità che avvenga un reale cambiamento.C'è così tanta paura e così grande sfiducia e tuttavia se scegliamo di essere legati al passato, non riusciremo mai ad andare avanti e voglio dirlo, in particolare, alle giovani generazioni di tutti i paesi - voi, più di chiunque altro, avete la capacità di cambiare questo mondo.Tutti noi condividiamo questo mondo solamente per un breve spazio di tempo, è più facile far ricadere sugli altri le colpe, piuttosto che cercare dentro di noi; è più semplice notare ciò che ci distingue, piuttosto che quel che condividiamo. Dovremmo però scegliere il giusto cammino, non il sentiero più semplice. Al cuore di ogni religione c'è una regola, quella che dice che ciò che dovremmo trattare gli altri come vorremmo essere trattati da loro. Questa verità trascende le Nazioni e i popoli, è una convinzione che non è nuova, né bianca, né nera, né marrone; non è cristiana, musulmana o ebrea.E' una convinzione, però, che vive nella culla delle civiltà e che batte ancora nei cuori di miliardi di persone. E' la fede nelle altre persone ed è quello che mi ha portato qui oggi. Abbiamo il potere di plasmare il mondo che cerchiamo, ma solamente se avremo il coraggio di partire da zero, ricordandoci di quel che è stato scritto. Il sacro Corano ci dice: "Oh, umanità! Vi abbiamo creati uomini e donne e vi abbiamo diviso in Nazioni e tribù affinché poteste conoscervi" Il Talmud ci dice: "L'intera Torah ha lo scopo di promuovere la pace" La santa Bibbia ci dice: "Siano benedetti i portatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio" I popoli del mondo possono vivere insieme in pace, sappiamo che quella è la visione di Dio.Questo deve ora essere il nostro impegno sulla Terra e che la pace di Dio sia su di voi.

mercoledì 10 giugno 2009

ROBERTA ANGELILLI RINGRAZIA


Alla strabiliante conferma di Fano, alla conquista di Pergola da parte di Francesco Baldelli già esponete di A.N. oggi PdL, alla vittoria di Cartoceto,di Saltara la presa di Apecchio, solo per citare alcune realtà locali, si aggiunge–afferma Giancarlo D’Anna consigliere regionale- la soddisfazione per l’ottimo risultato alle Europee nelle Marche e nella nostra Provincia. “La soddisfazione aumenta se si considera che Roberta Angelilli e Potito Salatto- entrambi candidati del collegio dell’Italia centrale- che ho sostenuto con forza-continua D’Anna- sono stati entrambi eletti, con l’Angelilli che si è piazzata subito dopo il Presidente Berlusconi. “. “Roberta – dice con soddisfazione l’esponente del PdL- mi ha pregato di ringraziare quanti nella nostra provincia, ed in particolare nella città di Fano, hanno scelto di appoggiarla, infatti il risultato complessivo delle Marche, insieme alla vicina Umbria è stato determinate per far ottenere l’ottimo risultato: prima dopo l’irraggiungibile Silvio Berlusconi.”
“Mi piace ricordare che Roberta Angelilli,-conclude D’Anna- si è più volte occupata di questioni del nostro territorio ogni volta l’abbiamo informata:sulla pesca ai tempi del contenzioso con la Croazia, sulla crisi di diverse imprese in più momenti, sull’ambiente per problematiche collegate all’inquinamento” intervendo a Bruxells con interrogazioni parlamentari. “Una presenza che non si è dunque limitata al periodo della campagna elettorale ma che si è consolidata nel tempo e che ha visto l’apprezzamento della gente come l’incontro al J Lounge di Fano insieme al Sindaco di Roma Alemanno il 2 giugno ha confermato
”.

martedì 9 giugno 2009

Spunti di riflessione per il dopo elezioni




Pdl: quella trazione “leghista” che ha dimenticato il Sud
L’interpretazione del dato elettorale del Popolo della liberta è semplice. Ha retto bene l’impatto della situazione economica, delle vicende extrapolitiche di Silvio Berlusconi, dello scarso appeal che l’Unione europea esercita sugli elettori.Sarebbe però un errore grave se non si riflettesse seriamente e da subito su due fatti politici che sono strettamente collegati tra loro, anche se sin d’ora il triumvirato al vertice del Pdl non pare averlo colto: la forte affermazione leghista e l’astensionismo del centro sud.Umberto Bossi ha vinto perché ha dato la linea al governo in materia di riforme istituzionali (alias federalismo fiscale) e di sicurezza del cittadino a fronte dell’immigrazione clandestina.La sua politica, bella o brutta che fosse, ha rappresentato in questi mesi l’originale. Quella del Pdl la fotocopia. Facile capire il perché delle scelte degli elettori “padani”...L’azione a esclusiva trazione nordista dell’esecutivo ha determinato progressivamente un senso di crescente insoddisfazione nell’elettorato meridionale. E l’assenza di un solo argomento per mobilitare gli elettori del centrodestra da Roma in giù ha finito per indurre molti di loro a starsene a casa. Il presidente Berlusconi ha preannunciato che intende occuparsi personalmente della situazione siciliana. Sarebbe però opportuno se procedesse sollecitamente alla organizzazione del partito che nel prossimo futuro gli potrebbe tornare molto utile sia per contenere la prevedibile euforia leghista sia per ridare agli italiani del Sud una ragione di concreto sostegno all’azione del governo.

articolo tratto da sito web di Fare Futuro

sabato 6 giugno 2009

ROBERTA ANGELILLI

banner 180 per 150 pixel vota per roberta angelilli alle elezioni europee del 2009

Amministrative 2009: tutti i candidati per il Comune di Fano





Oggi e domani i fanesi sono chiamati alle urne per le elezioni amministrative, provinciali ed europee. I seggi rimarranno aperti sabato 6 giugno (dalle 15.00 alle 22.00) e domenica 7 giugno (dalle ore 7.00 alle ore 22.00). Ecco tutti i candidati a consigliere comunale distribuiti in 19 liste che appoggiano i cinque pretendenti alla fascia tricolore: Stefano Aguzzi, Carlo De Marchi, Thomas Dobloni, Luca Mattioli, Federico Valentini.

UNITI PER FANO - coalizione a sostegno del candidato STEFANO AGUZZILista civica "La Tua Fano - Stefano Aguzzi sindaco"Antonucci Domenico, Baldelli Maria Vittoria, Bellucci Floriano, Rolando Broccoli, Guido Casanova, Simone Ciani, Costanza Ciarlantini, Enzo Di Sante, Alessandro Federici, Marinella Fenzi, Oscardo Ferri, Giuseppe Gasparini, Marcella Genovese, Giovanni Maiorano, Franco Mancinelli, Giuliano Marino, Giacomo Mattioli, Francesco Milesi, Mauro Nicusanti, Alessandro Luciano Pajno, Marcello Palazzi, Francesco Paoloni, Niva Pedrazzini, Massimo Pierelli, Fiammetta Rinaldi, Isadora iole Santoro, Carla Scardacchi, Luca Serfilippi, Riccardo Severi, Ermanno Simoncelli.
PARTITO del POPOLO della LIBERTA' Anselmo Anselmi, Vittorio Ansuini, Simone Antognozzi, Mauro Basili, Alessandro Benvenuti, Carolina Bianco,Mirco Carloni, Francesco Cavalieri, Nicola Cecchini, Marco Cicerchia, Maria Antonia Cucuzza, Mauro Falcioni, Roberto Gresta, Gianluca Ilari, Vincenzo Landini, Gianluca Lo martire, Chiara Lucentini, Andrea Montalbini, Antonio Napoletano, Fabrizio Neumann, Giovanni Orciai, Marco Pagnetti, Federico Pansieri, Marco Paolini, Dana Pierpaoli, Dante Polidoro, Lucia Salucci, Alberto Santorelli, Giuliano Sartini, Simone Spinaci.


Lista civica Fanum FortunaeEnzo di Tommaso, Ornella Mazzanti, Raffaele Barbaduomo, Roberto Betti, Annarita De Nunzio, Stefano Fascinetti, Giambattistoni Luca, Ilenia Giordano, Costantina Iannone, Mario Lorenzetti, Grazia Manna, Rita Manna, Giuseppe Nico Marinuzzi, Patrizia Mensà, Lamberto Orazietti, Laura Pasin, Fabio Percuoco, Alessandro Sandroni, Franco Tebaldi, Emanuele Tonucci, Maria Zacchillo, Guida Calogero.Lega NordRoberto Zaffini, Luca Angeletti, Alessandro Antonacci, Franco Antonini, Michele Damiani, Vito Federici, Simone Giorgioni, Michele Grandoni, Lucia Paolini, Leonardo Patrignani, Simone Montini, Maria Hruzova, Teresa Vilma Di Bari, Giovanna Guiducci, Leonora Severi, Mara Rotatori, Alessandra Colla, Danilo Fuligno, Luca Sabbioni, Marco Schiesaro, Dino Brisigotti, Paolo Palazzetti, Simona Pietrangeli, Enzo Pietrangeli.La DestraSorcinelli Federico Filippo, Campanella Margherita, Alaimo Salvatore Palermo, Andriani Antonio, Belli Giuseppe, Bruto Marco, Bottin Luca, Centoscudi Mauro, Ciacci Romolo, Del Gaiso Giovanni, Dell'Onte Mattia, Del Vecchio Roland, De Rosa Raffaele, Gentili Gabriele, Mencarelli Marco, Moneta Andrea, Orciari Pier Federico, Pagnoni Roberto, Paraventi Stefano, Pettinari Clelia, Pierini Daniela, Rossi Giacomo, Stella Bettina, Tombesi Patrizia, Vitali Mark, Vitali Monia, Mentucci Vincenzo, Simoncini Luigi, Piombetti Renata, Magni Patrizia.


Socialisti per Fano Michele Silvestri, Roberto Agostini, Nicola Anselmi, Piergiorgio Arisci, Domenico Bernabei, Alessandro Boccarossa, Daniele Buldrighini, Francesco Buoncompagni, Giovanni Coppola, Vanessa Di Dio Romano, Stefano Diotallevi, Filippo Fiorelli, Maurizio Gidiuli, Laura Maffei, Giuseppina Maida, Christian Marinelli, Claudio Montini, Giuseppe Palermo, Savino palombo, Leonardo Pomponi, Elia Tenzoni, Antonello Secchi, Lucia Statizza, Cristiano Tinti, Cecilia Tonuccio, Sonia Tranquilli, Luca Travaglini, Anna Vitiello, Stefano Zengarini.


UDC
Davide Delvecchio, Pierino Cecchi, Massimo Cappelletti, Carmela Maglio, Giuseppe Costa, Fausto Carubbi, Fabio Fratini, Aurelio Gennari, Lanfranco Angherà, Roberto Mencoboni, Antonio Terlizzi, Giorgio Tonelli, Vittorio Volpi, Massimiliano Barbadoro, Luisa Giardini, Matteo Carboni, Alessandra Fenocchi, Fabio Gabbianelli, Bruno Grasso, Mariangela Massa, Giuliano Sebastianelli, Giovannelli Luigi, Maurizio Zacchilli, Sante Fini, Osvaldo Rotatori, Maurizio Panareo, David Lanci, Matteo Luzi, Massimo Morganti, Claudio Principi.

Lista civica La Fortuna di Fano
Alessandra Trebbi, Patrizia Puglisi, Marco Minardi, Teresa Perugini, Maria Petrini, Roberto Simoncini, Francesco Ciaschini, Caterina Mencarelli, Giovanni Pierini, Marcello Garozzo, Ezio Tecchi, Anna Guidetti, Giuliana Grilli, Giovanni Renzoni, Roberto Spada, Domenico Del Moro, Diana Rebecchi, Franca Prati, Silvia Storini, Jessica Renzi, Chiara Tonucci.RedaziPartito dei PensionatiFranco Corbelli, Maria Antognoli, Astarita Concetta, Anna Ercolano, Renzo Donato Massagrande, Severino Orazietti, Oretta Romagnoli, Fernanda Francolini, Vincenzo Cacace, Giuseppe Zaccone, Augusto Carnaroli, Adriano Esposto Nardini, Bruna Monaldi, Mario Crivelli, Angelo Felici, Ornata Ruti, Romano Casabianca, Enzo Falcioni, Loriana Scardacchi, Leonardo Anderlini, Gabriella Falasconi, Fabio Uguccioni.

I repubblicani
Paola Belardinelli, Paolo Boiani, Oddino Bucarini, Giorgetta Bucellati, Michele Casali, Angela Cecchini, Giuseppe Cetrone, Sara Delmedico, Enrico Filonzi, Gabriele Gerboni, Giosetta Guerra, Nick Mencaroni, Giorgio Montaccini, manuel Moricoli, Gabriele Napoli, Giancarlo Nori, Sabrina Patota, Marco Patregnani, Paolo Sgarzini, Nicandro Silvestri, Michela Tinti.

BENE COMUNE - coalizione a sostegno del candidato CARLO DE MARCHI
Lista civica Bene Comune
Ansuini Roberta, Antognoni Angelo, Bargnesi Mattia, Benini Luciano, Bertozzi Luigi, Birriola Rita Elisa, Bruni Lisetta, Cardelli Corrado, Caverni Alberto, Clemente Michele, Curina Giuseppe, Darpetti Gabriele, Falcioni Francesco, Gaggioli Ubaldo, Gerboni Patrizia, Giommi Alessandro, Lanci Massimo, Logullo Roberto, Lorenzi Lucia, Magnanelli Franco, Mogiatti Massimo, Montesi Lucia, Nicolini Maria Cristina, Rivelli Liliana, Scardacchi Maria, Tamburini Paolo, Tonelli Giovanni, Vitali Elena, Zambon Daniela.

Lista civica Fano a Cinque Stelle
Hadar Omiccioli, Ettore Marini, Giovanni Fontana, Michele Cecchini, Elena Storoni, Andrea Eusebi, Nicola Orazietti, Barbara Gervasutti, Fabio Tittarelli, Giovanni Del Bianco, Sabina Vallerga, Roberto Palmucci, Giancarlo Urbani, Benedetto Principi

FANO VALE - coalizione a sostegno del candidato FEDERICO VALENTINI
Partito DemocraticoAiudi Francesco, Antonioni Fausto, Baldini Roberto, Berluti Sauro, Bertozzi Massimo, Blandino Filippo, Campanelli Tania, Ciancamerla Oretta, Del Bianco Palmiro, Fanesi Cristian, Fichera Alessandro, Franchini Giovanni, Fulvi Rosetta, Fumante Enrico, Gambelli Giorgio, Isotti Carlo, Linetti Luigi, Marotti Fernanda, Martina Gasperi, Minardi Renato Claudio, Mollaroli Adriana, Nicolelli Enrico, Ruscitti Gianluca, Sabatinelli Lorenzo, Sanchioni Daniele, Scarpellini Anna, Sofia Serafini, Stefanelli Luca, Tonucci Stefano, Torriani Francesco.

Sinistra Unita Ambrosini Michele, Auspici Teodosio, Belacchi Andrea, Bernasconi Umberto, Bigoni Giuseppe, Bramati Giorgio, Carnaroli Rita, Caselli Alessandra, Ceresani Massimo, Ciaschini Matteo, Colucci Maria Daniela, Furlani Anna Rita, Gili Gianluca, Guidi Gianluca, Mancini Lanfranco, Marchetti Giancarlo, Mascarin Samuele, Mattioli Michele, Mencarelli Susetta, Monda Claudio, Nori Giuseppe, Notarangelo Chiara, Pierluca Giulia, Tombari Daniele, Tosi Enrico, Tufano Lorenzo, Turiani Vincenzina, Uguccioni Maria, Venturelli Paolo, Virga Anna Maria.

La Fano dei Quartieri Bussetti Manuela, Carboni Leonardo, Carradori Uberto, Cespuglio Gianluca, Ferri Sandro, Fiorelli Pier Stefano, Fraternale Patrizia, Frezza Matteo, Furiassi Francesco, Giangolini Valter, Marini Mauro, Morsiani Anna Maria, Orsini Luigi, Ottoviani Roberta, Todesca Marco Leopoldo, Turiani Paolo, Tuzi Giorgio, Volterri Guido.

Italia dei Valori Rossi Davide, Aguzzi Alessandro, Baldelli Susanna, Bianchi Maria Angela, Bonazelli Piergiorgio, Buonvino Michele, Cecchini Eugenio, Druda Francesco, Falcioni Cesarina, Fronzi Cristina, Fumante Maurizio Giuseppe, Giommi Silvia, Gouli Kamel, Liggeri Claudio, Mancini Anna Paola, Mancini Elena, Marconi Mauruzia, Meloni Cristina, Olivieri Thomas, Panebianco Renato, Patregnani Anna Maria, Pazzagli Stefano, Pollastrelli Fabrizio, Rovinelli Federico, Santini Rodolfo, Siepi Fabrizio, Tonucci Alberto, Tonucci Simonetta, Torcolacci Daniele, Zito Alessandro


Socialisti Seri Massimo, Sandro Ambrogiani, Giannino battiasti, Jhon Loris Battisti, Paolo Caporelli, Maria Giovanna cappellini, Anna Casini, Susanna Donnini, Alessandro fabbri, Gianfranco Faroni, Domenico Giancarli, Lorenzo Giuliani, Giannino Guerra, Emanuela Lugli, Silvio Moscatelli, Sergio Pergolesi, Paolo Pezzolesi, Nenella Pilloni, Gabiele Polidori, Lamberto Portavia, Aldo Scalera, Franca Stefanelli, Fabrizio Tinti, Gabriella Trogu.

FORZA NUOVA - candidato Sindaco LUCA MATTIOLI Mirco Conti, Massimo Frattesi, Mauro Falcioni, Gennaro Amato, Guido Matelicani, Simona Frattesi, Luigi Vichi, Maurizio Bardeggia, Daniele Di Tommaso, Matteo Bergamotti, Gabriele Petrolati, Davide Di Tommaso, Nino Beccaceci, Giovanni Renelli, Alessandro Corsini, Luca Giuseppe Prima, Lusi Grancagnolo, Mauro Cardellini, Francesco Belfiori, Lorenzo Modaini, Nella Trucchia, Giacomo Pretini.


LISTA CIVICA THOMAS DOBLONI - candidato Sindaco THOMAS DOBLONI Thomas Dobloni, Mirco Rosati, Vanessa Orazietti, Simona Delli Guanti, Simona Cenni, Moira Riga, Stefania Scorrano, Bruno Bhone, Mariano Ottieri, Roberto campagna, Primo Scarafoni, Paolo Scarafoni, Fiorita Bruno, Enrico Alessandro Ugolini, Gianluca Morini, Giuseppe Franco, Alessandro Campagnucci, Fortunato Saladino, Daniele Cocchi, Angelo Aquilani, Iacopo Conti, Yuri Coletti, Ben Mahfoundh Rabeh Hedi Ben, Renato Ionacci, Francesco Caffariello.

giovedì 4 giugno 2009

Tiananmen 20 anni fa. Il Tibet oggi. La repressione è la stessa.


- Era il 5 giugno del 1989. A Pechino il «rivoltoso sconosciuto» in solitudine e disarmato affronta una colonna di carri armati: la foto che lo ritrae diventa il simbolo di lotta contro i regimi. Tra il 15 aprile ed il 4 giugno 1989 nella Repubblica Popolare Cinese vi fu una serie di dimostrazioni guidate da studenti, intellettuali e operai ma finì in strage.

ALEMANNO E ANGELILLI A FANO: IL PUBBLICO SI ENTUSIASMA


Pubblico entusiasta quello che ha accolto, ascoltato ed applaudito Gianni Alemanno, sindaco di Roma, Roberta Angelilli europarlamentare uscente e Potito Salatto candidato al parlamento europeo. Nella suggestiva atmosfera del porto turistico di Fano, ospite del J Lounge e del suo gestore Claudio Montanari. Diverse centinaia di persone- fonti giornalistiche parlano di 500-potuto ascoltare interventi di qualità da parte di esponenti di rilievo del PdL. La gente ha apprezzato sopratutto la semplice ma concreta esposizione di temi e proposte. Alemanno ha caricato il pubblico con il suo entusiasmo che ha fortemente contribuito all'esaltate conquista di Roma. Roberta Angelilli ha esposto con precisione il lavoro svolto in Europa e gli obiettivi futuri. A fare gli onori di casa il consigliere regionale Giancarlo D'Anna, presidente del Circolo Nuova Italia-Fano, che ha organizzato l'incontro che si è concluso con una spaghettata offerta dai pescatori di Fano.