martedì 31 maggio 2011

D'ANNA, PIU' PARTECIPAZIONE E SOCIALE IN PDL

C'E' POCO DA RIFLETTERE, BISOGNA RIFONDARE IL PDL (ANSA) - ANCONA, 31 MAG - ''C'e' poco da riflettere, c'e' solo da cambiare rotta. I deludenti risultati elettorali del centrodestra a livello nazionale come locale sono stati chiari, impietosi ma sopratutto prevedibili. Cambiare rotta vuol dire correggere quelle storture che sono corresponsabili di questi risultati negativi''. Cosi' il consigliere regionale del Pdl Giancarlo D'Anna, che proporra' questa riflessione al prossimo direttivo regionale. Tanto per cominciare ''e' opportuno eleggere e non nominare come accade oggi i coordinatori e vice coordinatori provinciali e comunali e regionali''. E fare formazione per chi vuole entrare in politica, in modo da avere eletti ''preparati''. E nel caso in cui ci siano piu' persone valide da candidare, per D'Anna bisogna utilizzare le primarie. Stop anche alle quote di distribuzione di ruoli e candidature con il 70% di ex FI e il 30% a ex An. L''esponente del Pdl rilancia anche il ritorno alle preferenze per l''elezione dei parlamentari, ''garantendo un rappresentate al Parlamento per ogni provincia''. E il tutto va formalizzato ''in congressi locali e nazionale''. Si tratta di un percorso ''indispensabile non solo per rilanciare il centro destra ma anche per riavvicinare quanti si sono allontanati dal Pdl, scegliendo il Fli o altri partiti''. Insomma bisogna ''rifondare il partito - insiste D'Anna - concentrando le energie sul dialogo continuo e costante con la gente delle piazze, delle fabbriche, delle scuole''. E l'approccio ai problemi e la comunicazione debbono essere ''meno fideisti e piu' attenti e concreti alla soluzione dei problemi del quotidiano. Senza dimenticare che i referendum sono uno strumento partecipativo importante che non va demonizzato'', tanto che D'Anna votera' si' contro il nucleare

domenica 29 maggio 2011

ABOLIZIONE VITALIZI, D'ANNA TORNA ALLA CARICA.



ABOLIZIONE VITALIZI AI CONSIGLIERI REGIONALI


D'ANNA CHIEDE DI DISCUTERE ED APPROVARE LA SUA POPOSTA DI LEGGE




Che fine ha fatto la proposta di legge che prevede l'abolizione di vitalizi dei consiglieri regionali?

A fine dello scorso anno-esordisce il consigliere regionale D'Anna- ho presentato una proposta di legge che prevede l'abolizione della norma che consente al consigliere regionale, al compimento di 60 anni e dopo almeno 5 anni di versamenti, di aver diritto ad un vitalizio pari a 1500 euro lordi.

Quella proposta-continua D'Anna- non è nemmeno arrivata in commissione, passaggio indispensabile per poi essere portata in consiglio regionale e votata.



Non c'è da meravigliarsi, visto che-osserva D'Anna- durante il bilancio di previsione votato a dicembre scorso solo 4 consiglieri (D'Anna,Binci,Marangoni, Marconi) votarono un emendamento che ricalcava la Proposta di legge D'Anna , gli altri “preferirono” votare un sub emendamento che stabiliva la volontarietà della scelta.



D'Anna insiste:. ''Se la corresponsione di un''indennità' di carica ai consiglieri ''ha una finalità' logica incontestabile'', la corresponsione di una ''pensione aggiuntiva e cumulativa , che scatta con il compimento del sessantesimo anno di eta' a fronte di un versamento di contributi che può' essere anche solo di cinque anni, non ha alcuna giustificazione logica e morale''. Il vitalizio - insiste l''esponente del Pdl - ''e' un autentico privilegio elitario''. Il consiglio regionale ''può' e deve dare un esempio significativo alla nostra comunità'.



Segno che ha ad esempio dato la Regione Emilia Romagna che dalla prossima legislatura abolisce il vitalizio. Le Marche potevano essere le prime a dare questo forte segnale. Si è ancora in tempo.

Torno a chiedere con forza -conclude D'Anna-l'assegnazione e discussione in Commissione della Proposta di legge per l'abolizione del vitalizio, e in tempi brevi la votazione in Consiglio Regionale mentre su facebook il gruppo a favore dell'abolizione ha raggiunto le 2412 adesioni.



Giancarlo D'Anna

Consigliere Regionale

venerdì 27 maggio 2011

FANO-URBINO, FERROVIA E CICLABILI POSSONO ESSERE COMPLEMENTARI

D'ANNA, BASTA GUARDARE LA MERANO MALLES. IL PRESIDENTE SPACCA CONDIVIDE.



C'è gente che ogni fine settimana invece di andare passeggio dedica da anni il proprio tempo libero a ripulire, a proprie spese, da rovi ed erbacce la linea ferroviaria Fano Urbino.

Sono persone di tutte le età e classi sociali che credono fermamente nei mezzi pubblici e per questo hanno “adottato” quella ferrovia abbandonata a causa di scelte politiche che tutelavano altri interessi.

Pensiero ed azione quello dei soci delle FVM.

Non sono dei sognatori o nostalgici ma basano la propria convinzione su dati tecnici e pratici che sono stati più volte illustrati e proposti in incontri pubblici e convegni.

L'accordo Stato regione Marche tra l'altro individua nel ripristino della Fano-Urbino una priorità. Una scelta chiara e decisa sull'importanza che riveste nel contesto generale di trasporti la “linea sospesa” che unisce la città romana di Fano ad Urbino patrimonio dell'UNESCO.

Talmente convinti della bontà della proposta che alcuni anni orsono i soci della FVM hanno organizzato un incontro a Merano con comune e gestori della ripristinata ferrovia Merano-Malles, con amministratori di Fano,Provincia di PU e Regione Marche per verificare sul campo efficacia della proposta e risultati.



Chi ha avuto la sensibilità e la fortuna di provare e vedere direttamente quella realtà si è reso conto che treno e bicicletta non solo possono convivere ma sono complemetari.

Il treno infatti oltre a pendolari e studenti ha tra i suoi maggiori fruitori i ciclisti che possono raggiungere le migliori destinazioni portandosi dietro il proprio mezzo in treno,grazie agli appositi spazi per biciclette, oppure prelevando nelle stazioni bici a nolo che sono incluse nel biglietto del treno.


Considerazioni che evidentemente quanti trasversalmente propongono la sostituzione del treno con la pista ciclabile non hanno fatto. A questo si aggiunge un dato preoccupante il persistere delle polveri sottili. Un fenomeno deleterio per la salute per il quale l'unico reale intervento di molte amministrazioni e la “danza della pioggia”, o il soffio del vento. Quando non aiuta la meteorologia si revocano i divieti come a Pesaro dove la limitazione del traffico, nonostante le PM10 sarà sospeso per il periodo estivo.

gli spazi per le biciclette all'interno
Certo il rispristino della Fano Urbino non risolverà tutti i problemi di traffico e di inquinamento ma è comunque un serio e concreto inizio di una politica dei trasporti moderna e funzionale.


Io continuo a difendere la validità delle proposte della FVM proposte che trovano anche la condivisione del Presidente della Regione Spacca con in quale in più occasioni mi sono confrontato sulla vicenda. Non è un caso che il ripristino della Fano Urbino sia stato inserito nell'accordo di Programma Stato-Regione come priorità.

Giancarlo D'Anna

Consigliere Regionale

martedì 24 maggio 2011

FANO, TEATRO ROMANO NON COMMETTERE ERRORI DEL PASSATO



TEATRO ROMANO , NON COMMETTERE GLI STESSI ERRORI DELL'EX AREA MONTEVECCHIO.





Quando le giunte di centrosinistra decisero di vendere ai privati l'area ex Caserma Montevecchio la città non si rese conto di quanto stava accadendo. A guardare bene neppure il consiglio comunale di allora visto che il voto di cessione delle abitazioni di proprietà del Comune nell'angolo Corso Matteotti-Via Ceccarini, che consentiva poi di sviluppare il progetto di costruzione, vide il solo voto contrario del sottoscritto.

Appena iniziati gli scavi per le fondazioni, i lavori vennero fermati per il “ritrovamento” di reperti archeologici .Un ritrovamento “annunciato” visto che era arcinoto che quello era un punto importante dell'antica Fano romana.

Fermi i lavori parte il contenzioso Comune privato, che nel frattempo era cambiato. Morale della favola dopo alcuni anni per “compensare” il privato del danno subito il Comune consente un aumento spropositato della volumetria degli appartamenti, consente di costruire sopra le rovine romane rilegandole tra i garages si arriva addirittura ad infilare una colonna di cemento armato dentro un pozzo medievale. Uno scempio.

Sempre con la giunta di centrosinistra parte un nuovo problema legato alla storia della nostra città. L'area, questa volta privata,limitrofa a quella precedente che ospitava un laboratorio di maglie, una volta demolito parte dell'edificio rivela una scoperta importante e fondamentale per la storia della nostra città:un teatro romano. Giustamente da ogni parte s'intravede l'opportunità di un vero e proprio rilancio del turismo storico-culturale con l'inserimento di questa nuova ed esaltante scoperta tanto che dalla vicina Montanari Navigazioni parte la disponibilità ad allargare la campagna di scavi all'area dell'ex cinema Corso oggi giardino interno della Montanari.



Si apre un percorso che porta a trattative, tra Comune e privati, che prevedono una permuta dell'area del Teatro Romano con un'area comunale. Il giusto modo di affrontare la vicenda. Contemporaneamente si evidenzia, ancora una volta l'importanza dell'area non solo dal punto di vista turistico ma per la scoperta o riscoperta delle radici della nostra città.

Poi all'improvviso una clamorosa marcia indietro. Si costruisce. Si dice sempre che bisogna conoscere la storia affinché non si commettano gli errori del passato. Il recente passato ci dice che i resti romani dell'ex area Montevecchio sono rimasti chiusi tra garages ed automobili. Oggi i resti del Teatro forse non finiranno nei garages ma il futuro che li aspetta non sarà comunque degno dell'importanza che rivestono.

Fermiamo questo progetto, questa volta siamo in tempo e la città non accetterebbe,come sta accadendo, un errore di questa portata.



Giancarlo D'Anna

Presidente Circolo Nuova Italia

lunedì 23 maggio 2011

SANITA', D'ANNA : RICCI SCONFESSA LE SCELTE DI MEZZOLANI


manifestazione a difesa degli ospedali
 IL VICE PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE SANITA' INVITA SINDACI E CITTADINI IN REGIONE PER IL FUTURO DELLA SANITA'.



Il susseguirsi di manifestazioni a difesa delle strutture sanitarie della nostra provincia, come nel resto della regione, indicano che è forte e crescente la preoccupazione di cittadini e amministratori per il futuro della sanità nelle Marche.



Negli ultimi mesi due manifestazioni a Fano a difesa del Santa Croce e degli ospedali delle Vallate del Metauro e del Cesano, una manifestazione a Pergola, poi l'ultima in ordine di tempo a Cagli dove ha addirittura partecipato, per contestare le scelte della Regione perfino il Presidente della Provincia Matteo Ricci, compagno di partito dell'assessore Mezzolani e artefice del Piano Socio Sanitario della delibera di Giunta 17 dello scorso gennaio con la quale si approvavano “le linee di indirizzo per l'attuazione del Patto per la salute 2010-2012 e della legge di stabilità del 2011”.



La Giunta Regionale stabiliva che la D.G. 17 ”costituisce direttiva vincolante per i direttori generali dell'ASUR, delle Aziende Ospedaliere, dell'INRCA e dei Direttori delle Zone Territoriali”.

In altre parole la Giunta Regionale ha “ordinato” al direttore generale dell'ASUR di rendere esecutivo quanto stabilito dalla Giunta e confermato nel Piano Socio Sanitario.



Così ha fatto il Dott.Ciccarelli con la determina 240 del marzo 2011 quella per intenderci che trasforma gli ospedali dell'entroterra in lungodegenza e riabilitazione,salvo poi essere “accusato” e di essere l'artefice di scelte che gli sono state imposte.



Chiedere da parte del centrosinistra e del suo massimo esponente in Provincia di PU, il ritiro della determina 240 e della delibera di Giunta che l'autorizzava la 17 è una sconfessione dell'operato dell'assessore Mezzolani in quanto presentatore e sostenitore della delibera contestata.



Un colpo al cuore di quel Piano Socio Sanitario che chiaramente , nella provincia di Pesaro-Urbino prevede nel “nodo provinciale(Integrazione Pesaro Fano-Ospedale Unico) per la copertura di cura e assistenza al livello minimo di area vasta”cioè di tutta la Provincia di PU il che non lascia alcuna speranza agli ospedali dell'entroterra come è chiaramente confermato nella determina 240.



Alla luce degli ultimi eventi è sempre più chiaro l'inganno subito da cittadini e amministratori. Da una parte Piani, determine e delibere che dicono chiaramente quelle che sono le intenzioni della Giunta Regionale.

Dall'altra una disinformazione per coprire l'impopolarità delle scelte mascherando le rali conseguenze delle scelte fatte.



Non è un caso che, sia la delibera di Giunta 17 come la determina 240 non sono state accessibili, in pratica sono state nascoste, in rete come il resto delle documentazioni con la speranza di applicare le scelte evitando quanto invece sta accadendo:una vera e propria rivolta trasversale.



A questo punto è chiaro: l'Ospedale Unico è la morte degli ospedali dell'entroterra.



L'obiettivo non è quello di unificare Pesaro Fano ma bensì di creare un'unica struttura provinciale per acuti che consenta di trasformare il resto in lungodegenza e riabilitazione presumibilmente da affidare a i privati, sulla falsa riga di quanto sta accadendo in altre realtà.



Io credo da sempre nel valore dell'accessibilità alla funzione ospedaliera e nella sanità pubblica. Come credo in quell'integrazione ospedale-territorio come garanzia di diagnosi precoce che è l'esatto contrario di quello che accadrà con l'Ospedale Unico e che sta in parte avvenendo dopo la costituzione dell'Azienda Ospedaliera Marche Nord .

Le manifestazioni di questi giorni, contro le scelte della Regione premiano il lungo lavoro di chi ha sempre denunciato la mancanza di informazione, trasparenza e condivisione del percorso di modifica del sistema sanitario. Una presa d'atto importante e trasversale quella che si sta esplicitando con incontri e manifestazioni di protesta..

L'unità d'intenti deve trovare però una sintesi. Richiedere il semplice ritiro della determina non è sufficiente. E' necessario rivisitare il progetto nel suo insieme, per questo ho presentato una mozione in Consiglio Regionale per “impegnare la Giunta Regionale a indire un'assemblea generale dei comuni delle Marche,divisa per province col coinvolgimento della Commissione competente, per definire e condividere il percorso futuro della sanità nelle Marche”

L'appello che faccio ad amministratori e cittadini e quello di partecipare alla seduta del Consiglio Regionale prossimo nel quale si discuterà questa concerta proposta.



Giancarlo D'Anna

Vice Presidente Commissione Sanità

Regione Marche .

giovedì 19 maggio 2011

Giovani. Censis: l'11,2% dei giovani non ha interessi. Record negativo d’Europa

Giovani. Censis: l'11,2% dei giovani non ha interessi. Record negativo d’Europa



Si definiscono “Neet” (dall'inglese Not in education, employment or training) e sono i ragazzi che non hanno interessi culturali, che non vogliono studiare né lavorare. Per pigrizia o forse per una desolazione generazionale che in Italia colpisce l'11,2% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni. Un dato tre volte più alto della media europea (3,4%) e di molto peggiore a quello di altri Paesi come Francia (3,5%) e Inghilterra (1,7%). Come rilevano i dati presentati ieri dal direttore del Censis, Giuseppe Roma, in audizione presso la commissione Lavoro della Camera.



18 MAG - È allarme occupazione in Italia. Ma questa volta non si tratta tanto della carenza di offerte di lavoro. I giovani italiani non sono impegnati in nulla e neanche vogliono esserlo. Nessun interesse culturale, nessun interesse a trovare lavoro, nessun interesse a fare l’apprendista per imparare un mestiere. È il quadro di una generazione “No Future”. Ed un problema soprattutto italiano. Questa desolazione riguarda infatti l'11,2% dei nostri ragazzi tra i 15 e i 24 anni contro il 3,4% della media europea e di molto peggiore di quello tedesco (3,6%), francese (3,5%), inglese (1,7%) e spagnolo (0,5%). Come rilevano i dati presentati ieri dal direttore del Censis, Giuseppe Roma, in audizione presso la commissione Lavoro della Camera.



Inoltre, la popolazione di età compresa tra i 15 e i 34 anni in Italia è diminuita di oltre 2 milioni di cittadini dal 2000 al 2010. I giovani “sono merce rara”, ha affermato Roma spiegando che i dati italiani sono i più bassi insieme a quelli tedeschi. Ma se in Italia i giovani inattivi (Neet, come definiscono dall’inglese “Not in education, employment or training”) sono più che in ogni altra parte di Europa, è anche vero che ci sono altri preoccupanti dati ad alimentare lo sconforto: in Italia lavora il 66,9% dei laureati di 25-34 anni, contro una media europea dell’84% e contro l’87,1% della Francia, l’88% della Germania, l’88,5% del Regno Unito. Al contrario di quello che accade negli altri Paesi europei, il tasso di occupazione tra i laureati italiani di 25-34 anni è più basso di quello dei diplomati della stessa fascia di età (69,5%). Non solo, il tasso di occupazione dei laureati si è ulteriormente ridotto nel tempo, scendendo dal 71,3% del 2007 al 66,9% del 2010.



Certo è anche che i giovani italiani acquisiscono adeguati livelli d’istruzione più tardi. Tra i “middle young” (25-34 anni), quando normalmente il ciclo educativo dovrebbe essere compiuto, il 29% ha concluso solo la scuola secondaria inferiore, contro il 16% di Francia e Regno Unito e il 14% della Germania. I laureati registrano i valori più bassi rispetto agli altri grandi Paesi europei: il 20,7% a fronte di una media europea del 33%, del 40,7% del Regno Unito e del 42,9% della Francia. Benché siano di meno, hanno però meno occasioni di lavoro rispetto ai laureati europei.

Dati i tempi prolungati dei diversi cicli formativi, l’ingresso nella vita lavorativa per i giovani italiani è ritardato rispetto agli altri Paesi europei. Fra i più giovani (“young young”: 15-24 anni) il 59,5% risulta ancora in formazione, rispetto al 53,5% della media dell’Ue, il 45,1% della Germania e il 39,1% del Regno Unito. Gli occupati sono il 20,5% rispetto al 34,1% della media europea, il 46,2% della Germania e il 47,6% del Regno Unito. La vera anomalia italiana è rappresentata dai giovani che non mostrano interesse né nello studio, né nel lavoro: in Italia sono il 12,1% rispetto al 3,4% della media europea.



Per i “middle young” (25-34 anni) c’è inoltre una inversione fra chi studia (dal 60% si scende al 7%) e chi lavora (dal 21% si sale al 65%), e crescono le persone alla ricerca di un lavoro o esclusi da qualsiasi attività (dal 20% al 28%). È bassa la partecipazione al lavoro nell’età dell’apprendistato e del diploma. Nei successivi dieci anni, la quota di chi non ha avuto accesso alla vita attiva, alla piena autonomia e responsabilità raggiunge il 35% tra i 25-34enni, e la percentuale sale al 45% tra le donne e al 53% nel Mezzogiorno.

“E non bisogna neanche agitare lo spauracchio del lavoro precario”, ha spiegato Roma alla commissione. I giovani occupati a tempo determinato in Italia sono il 40,1% nella classe di età 15-24 anni e l’11,5% tra i 25-39enni, meno che negli altri grandi Paesi europei. In Germania le percentuali salgono rispettivamente al 56% e 13,5%, al 54,3% e 25,6% in Spagna, al 53,9% e 13,2% in Francia.



Dato questo scenario, il direttore del Censis ha avanzato tre proposte per migliorare l’occupabilità delle nuove generazioni: “Anticipare i tempi della formazione e metterla in fase con le opportunità di lavoro: la laurea breve dovrà sempre più costituire un obiettivo conclusivo nel ciclo di apprendimento”. Inoltre “non solo lavoro dipendente, ma soprattutto iniziativa imprenditoriale, professionale e autonoma: bisogna detassare completamente per un triennio le imprese costituite da almeno un anno da parte di giovani con meno di 29 anni”. “Infine, accompagnare il ricambio generazionale in azienda. Si potrebbe introdurre un meccanismo per il quale l’azienda che assume due giovani con alti livelli di professionalità potrà essere aiutata a collocare un lavoratore a tempo indeterminato non più giovane, dopo opportuni corsi di formazione, in altre unità produttive, rimanendo il costo della formazione in capo ai soggetti pubblici”.

mercoledì 18 maggio 2011

Sanità' l'Ospedale Unico affossa gli ospedali dell'entroterra


un momento della manifestazione di Fano

D'Anna, le due cose sono strettamente legate. Si alienano beni di Urbino per finanziare Ancona?


A scelte chiare e documentate sul percorso deciso dalla Regione Marche,troppo spesso si sono contrapposte consapevolmente o inconsapevolmente delle non verità alimentate dalla disinformazione.

Tre sono i contesti principali legati tra di loro a doppio filo che riguardano il futuro della sanità della provincia di PU:



L'Ospedale Unico,gli ospedali dell'entroterra e l'area vasta .



Prima cosa, l'area vasta senza personalità giuridica,come vuole la Regione,comporta di per se l'esclusione dei rappresentanti del territorio nelle scelte e delega, in bianco la Regione a scegliere il futuro della sanità. Prova ne sono le determine dei dirigenti e le delibere di giunta con le quali si è deciso di affossare gli ospedali dell'entroterra per trasformarli in lungodegenze e riabilitazione.



Poi l'Ospedale Unico o Unico Ospedale provinciale, come ha di recente affermato l'Assessore Mezzolani. Quell'Ospedale dal quale dipende il futuro delle altre strutture. C'è da ricordare che con l'approvazione della legge che creava l'Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord (l'unico dell'opposizione a votare contro è stato il sottoscritto) si è in pratica “potenziata, integrando l'ospedale di Fano, l'Azienda preesistente il San Salvatore di Pesaro”gli operatori di Fano lo stanno sperimentando sulla propria pelle.



Un'Azienda, da mondo è mondo deve fare utili, pena il fallimento, ed è per questo che in prospettiva l'Ospedale Unico lo sarà in tutti sensi. Si eliminerà la concorrenza degli ospedali minori per concentrare su Pesaro tutti i servizi più remunerativi. Quello che accadde all'ospedale Mondolfo quando si “unificò” con Fano cioè la chiusura come ospedale, oggi la storia si ripete ma riguarderà il resto degli ospedali.



Quindi è stato ingannato chi da una parte è favorevole all'Ospedale Unico e dall'altra pretende di salvaguardare gli ospedali dell'entroterra.

Il progetto della Regione Marche è chiaro. In prospettiva si punta ad avere UN OSPEDALE PER PROVINCIA concentrando le famose “eccellenze” ad Ancona.

E' scritto nel Piano Socio Sanitario, se si ha la pazienza di leggerlo prima di esprimere giudizi. A pagina 188 del Piano si legge:

“Il piano delle azioni riguarda:

la riorganizzazione della rete ospedaliera con il potenziamento del centro di riferimento regionale e la concentrazione dell'alta specialità presso l'Azienda Ospedali Riuniti di Ancona;

contestuale realizzazione a nord della regione (integrazione Pesaro-Fano) e a sud(Ascoli San Benedetto) di due nodi provinciali per la copertura del bisogno di cura e assistenza al LIVELLO MINIMO di area vasta;”

nella stessa pagina si specifica che ad Ancona spetta :la ricerca,la medicina molecolare,la medicina predittiva e relativi investimenti e molto altro.



Pur non essendo ancora stato votato in Consiglio, il Piano Socio Sanitario è stato già in parte messo in atto attraverso delibere e determine che si rifanno, appunto, alle disposizioni del Piano stesso.

E' dunque una sceneggiata quella messa in atto da Mezzolani con il fermo della determina 240. Quella determina per la quale l'assessore accusa il dirigente, è la logica conseguenza della delibera 17 del gennaio scorso, voluta, proposta e votata dallo stesso Mezzolani.

Un “trucco” dunque come quello che ha consentito, con una delibera da fare invidia alla “finanza creativa”per “sanare” 108 milioni di euro di deficit della sanità delle Marche del 2006 per poi vantarsi di avere i conti a posto.

Oltre a denunziare quella “trappola”sul “falso risanamento dei conti” ho presentato ,nelle scorse settimane, una serie di emendamenti al Piano Socio Sanitario mirati ”alla riqualificazione e al potenziamento tecnologico degli ospedali di Fano, Pesaro e Urbino, la salvaguardia delle strutture dell’entroterra e all’adeguamento dei pronto soccorso alle esigenze del territorio” e una mozione con la quale si chiede di ridiscutere, coinvolgendo il territorio in modo serio e reale, nelle scelte che riguardano il futuro.

Nel frattempo la regione ha autorizzato l'alienazione di una montagna di proprietà della Zona 2 di Urbino per diversi milioni di euro. Soldi che finiranno nel calderone unico della Sanità regionale presumibilmente utilizzati per le eccellenze di Ancona. Non c'è danno senza beffe. Noi non ci stiamo e continueremo a denunciare gli inganni.



Giancarlo D'Anna

Vice Presidente commissione Sanità

lunedì 16 maggio 2011

CHI E' IL TERRORISTA?


di Massimo Fini
Può piacere o meno ma Massimo Fini è sempre molto diretto, documentato e crudo. Un articolo da leggere.

L’Occidente si considera una “cultura superiore” (nuovo conio del razzismo, essendo diventato quello classico impresentabile dopo Hitler), ritiene di avere i valori migliori, anzi assoluti, e quindi il dovere morale di imporli, abbattendo dittature, autocrazie, teocrazie e quei Paesi, come l’Afghanistan talebano, dove si pratica l’intollerabile sharia (ma la sharia non c’è anche in Arabia Saudita?E che c’entra? Quelli sono alleati).

E vediamola allora, a volo d’uccello, la storia della “cultura superiore”.

Dal 1500 al 1700 portoghesi, spagnoli e inglesi si specializzarono nella tratta degli schiavi (la schiavitù era scomparsa da mille anni, col crollo dell'impero romano). Ma nel 1789 arrivò la Rivoluzione francese con i suoi sacri principi: libertè, egalitè, fraternitè. Peccato che l’800 sia stato il secolo del colonialismo sistematico europeo. I “sacri principi” non valevano per gli altri.

Gli Stati Uniti, gli attuali campioni della morale occidentale, hanno alle loro origini un genocidio infame e vile (winchester contro frecce) che non disdegnava l’uso delle “armi chimiche” dell’epoca (whisky). Sono stati gli unici, in epoca moderna, a praticare, sul proprio territorio, la schiavitù, abolita solo nel 1865 e hanno avuto l’apartheid fino a 50 anni fa. Nelle ultime fasi della seconda guerra mondiale questi corifei dei “diritti umani” bombardarono Berlino, Dresda, Lipsia mirando appositamente ai civili, fra cui fecero milioni di morti, “per fiaccare il morale del popolo tedesco” come dissero esplicitamente i loro comandi e sono l’unico Paese al mondo ad aver usato l’Atomica.

Sgretolatosi il contraltare sovietico hanno inanellato, in vent’anni, cinque guerre. Il primo conflitto del Golfo poteva avere qualche ragione perchè Saddam aveva invaso il Kuwait, peraltro uno Stato fasullo creato nel 1960 per gli interessi petroliferi Usa. Ma le guerre bisogna anche vedere come le si fanno. Per non affrontare fin da subito l’imbelle esercito iracheno bombardarono per tre mesi le principali città dell’Iraq. Sotto le luminarie che ci fece vedere il prode Del Noce morirono 160 mila civili, di cui 32.195 bambini (dati del Pentagono). 32.195 bambini. Quando lo scrivo o lo dico mi immagino che i miei connazionali, “italiani brava gente”, siano percorsi da brividi di orrore. Ma non è così.

In questo momento, a detta della Tv di Stato, gli italiani e le italiane sono dilaniati dal lacerante dilemma: “Poichè la moda quest’anno non ha dato indicazioni, quale dovrà essere la lunghezza della gonna la prossima estate: al ginocchio, sopra, sotto, mini, maxi?”. Poi c’è stata l’aggressione alla Serbia del tutto immotivata (“Gli stupri etnici! Gli stupri etnici!”. I debosciati occidentali, che vanno a comprare le bambine e i bambini a Phuket, proiettano la loro ombra: vedono stupri dappertutto). I morti furono 5500. In Afghanistan sono, per ora, 60 mila, la maggioranza provocata, secondo un rapporto Onu del 2009, dai bombardieri Nato, spesso droni, aerei senza equipaggio teleguidati da Nellis nel Nevada. Gli occidentali, si sa, hanno uno stomaco delicato, gli fa orrore il corpo a corpo, il sudore, la vista del sangue. Gli sembra più morale schiacciare un bottone, fare qualche decina di morti a 10 mila chilometri di distanza e poi andarsene a cenare a casa.

In Iraq i morti sono stati 170 mila. Il calcolo è stato fatto, in modo molto semplice, da una rivista medica inglese confrontando i decessi degli anni di Saddam con quelli degli anni dell’occupazione. Per la Libia i calcoli li faremo alla fine. Rimaniamo sul certo. Le cinque guerre occidentali hanno causato circa 400 mila vittime civili, il terrorismo internazionale circa 3500. Un rapporto di 110 a uno. E allora chi è il terrorista?

venerdì 13 maggio 2011

CAMERA MORTUARIA DI FANO I PROBLEMI SPOSTATI DA UNA STRUTTURA ALL'ALTRA

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Lavori infiniti
Quando si decise dopo anni di proteste di costruire una nuova struttura per ospitare i defunti all'interno dell'Ospedale Santa Croce lo si fece per la necessità di prevedere ulteriori spazi a disposizione per le salme. La vecchia struttura era insufficiente a garantire un servizio decoroso così a pochi metri di distanza si è iniziato a costruire il nuovo locale.

I tempi di costruzione si sono allungati e con questi i disagi per quanti sin sono trovati nella triste situazione di dover dare l'ultimo saluto ai propri cari. Immediatamente dopo la costruzione della nuova struttura sarebbero dovuti iniziare i lavori di restauro all'interno della struttura originaria, quella per intenderci con la chiesetta. Per due motivi, quello degli spazi insufficienti per le salme della nuova struttura e per ripristinare le funzionalità della chiesa.

Niente di tutto ciò. Aperto il cantiere sono iniziati alcuni lavori poi il fermo . Così,com'è accaduto di recente, ancora una volta c'è stato sovraffollamento di salme e disagio per i congiunti dei defunti. In pratica si è semplicemente spostato il problema di pochi metri.

Una situazione vergognosa che pesa ancora di più per la delicatezza del ruolo che dovrebbe svolgere questo servizio. Si riprendano immediatamente i lavori, questa vicenda va avanti da venti anni.

mercoledì 11 maggio 2011

SANITA',D'ANNA:CONTI IN REGOLA DI SPACCA E I “TRUCCHI”.



Sono mesi, anzi anni che il presidente Spacca in coro con l'assessore Mezzolani continua a cantare il ritornello dei “conti in ordine” della Regione Marche.

E' ora che si sappia la verità su come questi conti “sono in ordine”.

Nel 2006 la perdita della Sanità nella Regione Marche ammontava a 108,336 milioni di euro.

Tale perdita è stata coperta con risorse rese disponibili con la variazione dell'art.18 della legge 23 ottobre 2007 art. 22. Le Aziende possono ripianare le perdite di gestione attraverso delle riserve disponibili dal patrimonio netto (voce “altre riserve” dello stato patrimoniale).

Per il 2006 la Giunta regionale autorizzò tale copertura con delibera n.177 dell'11.2.2008.Conseguenza, con tale provvedimento si sono resi disponibili 96 milioni di euro di quote TRATTENUTE per la programmazione 2007-2008-2009 per la copertura della perdita del 2006.

Questi i “trucchi” di Spacca e Mezzolani per trasformare i debiti in “conti in ordine”.Cifre ben più consistenti di quei mancati incrementi da parte del governo nazionale che vengono spacciati per tagli.

Allo stesso modo si trattano il Piano Socio Sanitario e tutte le recenti decisioni sulla riorganizzazione della Sanità regionale. Si dice che non si chiudono gli ospedali, in realtà in buona parte dei casi si trasformano in qualche cosa di diverso da un ospedale. Un trucco, l'ennesimo.



Giancarlo D'Anna

Vice Presidente Commissione Sanità

Regione Marche

lunedì 9 maggio 2011

D'ANNA,ANCHE S.GIOVANNI DEL GUERCINO TORNI A FANO

LISIPPO: D'ANNA (PDL),ANCHE S.GIOVANNI GUERCINO TORNI A FANO (ANSA) - ANCONA, 9 MAG - La Francia dovrebbe restituire all'Italia, e nello specifico a Fano, il ''San Giovanni Battista alla fonte'' del Guercino, depredato dalle truppe napoleoniche e esposto nel museo Fabre di Montpellier. Lo chiede il consigliere regionale del Pdl Gianca...rlo D'Anna, ricordando che l'opera e' tornata in questi giorni temporaneamente in citta'. ''E'di queste ore - ricorda D'Anna - la restituzione da parte della Francia di una testa mummificata di un guerriero Maori alla Nuova Zelanda. Il reperto era in mani francesi dal 1875, dopo essere stato rubato e successivamente esposto nel Museo di Rouen. Oggi, dopo diversi anni di trattative, la testa viene restituita anche grazie un emendamento alla legge sui reperti culturali, che consente appunto la restituzione. La stessa cosa ha fatto il museo di Storia Culturale di Oslo restituendo simili reperti''. Anche nel caso del Guercino, dice D'Anna, ''e' passato tanto tempo, ma come ci ha insegnato la perseveranza della Nuova Zelanda nel richiedere quanto sottratto illegalmente, mai demordere''. ''L'attenzione e la presenza di pubblico che il ritorno della tela del Guercino ha sollevato, testimonia, come per il Lisippo, l''attaccamento dei fanesi a quanto appartiene loro. Prendendo spunto e atto della recente tendenza alla restituzione di beni illecitamente usciti dai paesi di provenienza, sarebbe opportuno che anche la nostra citta'' - conclude D'Anna - intraprenda un percorso che porti alla restituzione dei beni storicamente e culturalmente appartenenti alla Citta' della Fortuna''Mostra tutto

domenica 8 maggio 2011

La Giunta delle disgrazie. Cresce l'Onda Sociale.



Dopo aver abbandonato il territorio marchigiano, specie quello agricolo(fondamentale per la tutela del territorio la presenza degli agricoltori) per poi avallare la trasformazione dello stesso in un immenso specchio di pannelli fotovoltaici gestisti prevalentemente da banche straniere.



Dopo non aver speso una lira e successivamente un euro per prevenire il dissesto idrogeologico visto che l'82%dei comuni delle Marche ha abitazioni soggette a rischio idrogeologico e oltre il 70% presenta nelle stesse aree fabbricati industriali con rischio in caso di allagamenti di sversamento di prodotti inquinanti.



Dopo tutto questo i partiti di centrosinistra al governo della Regione Marche manifesteranno domani, lunedì 9 maggio, contro la così detta “tassa sulle disgrazie”per chiedere al governo nazionale di pagare per “le disgrazie” che una politica regionale non ha quantomeno cercato di limitare.



La disgrazia per i cittadini delle Marche è questa Giunta incapace di prevenire, programmare e gestire. Lo dimostra “l'onda sociale” che sta montando verso la politica sanitaria regionale. Un'onda fatta da cittadini ed amministratori che finalmente si stanno accorgendo della “disgrazia” che c'è dietro le scelta dell'assessorato alla Sanità di mettere insieme in un'unico calderone Sanità e Sociale, nel privare le “aree” di personalità giuridica per imporre ai territori scelte non condivise e per gestire e spostare i patrimoni ,immobiliari e professionali secondo convenienze e pressione delle lobby.

Una sanità che avrebbe dovuto seguire quanto previsto dal Piano Socio Sanitario 2010-2012 che non essendo ancora arrivato in aula si è magicamente trasformato in Piano 2011-2013. La cosa è doppiamente grave per il ritardo ma ancora prima perché quel Piano è stato scavalcato affossato, anticipato da una serie di provvedimenti come la D.G.17 del gennaio 2011 e la Determina 240 che segnano la fine dei piccoli ospedali e il sempre più evidente coinvolgimento dei privati in sanità come dimostrano le cifre in costante aumento verso le convenzioni con il privato.

La “disgrazia” per i marchigiani è la giunta e la maggioranza che l'appoggia. Questa la “tassa” che stanno pagando per aver concesso al centrosinistra di governare ancora una volta.


Ma l'Onda della protesta cresce e non si ferma.




Giancarlo D'Anna

Vice Presidente Commissione Sanità

venerdì 6 maggio 2011

CENTRO REGIONALE AMIANTO: SERVE PER SMALTIRE L'AMIANTO O PER ASSUMERE PERSONALE?


IL KILLER :AMIANTO ALTRIMENTI DETTO ASBESTO

D'ANNA: SONO OLTRE 3000 E NOTI DA TEMPO GLI EDIFICI PUBBLICI E PRIVATI (solo nella provincia di PU) CONTENENTI LA FIBRA CANCEROGENA



Gli scorsi giorni l'assessore Mezzolani ha annunciato l'istituzione del “Centro Regionale Amianto”presso il Dipartimento Arpam di Pesaro. Nella presentazione Mezzolani ha rimarcato l'importanza della “tutela della salute e la salvaguardia dell'ambiente” con “Obiettivo principale quello di censire situazioni potenzialmente caratterizzate da presenza o esposizione all'amianto in edifici pubblici e privati.”

Visto e considerato che nella scorsa legislatura ho presentato una proposta di legge per favorire lo smaltimento dell'amianto e stessa cosa ho fatto nell'attuale legislatura continuando a non avere risposte, mi sono detto finalmente qualche cosa si muove.

Vado a verificare la delibera di “istituzione del Centro Regionale e cosa leggo?Che tutta quest'operazione serve ad assumere a tempo indeterminato 1 collaboratore tecnico professionale laureato in chimica e 1 collaboratore tecnico professionale laureato in fisica.(come ha richiesto con relativa lettera del 19.04.2011 l'Arpam.

Il censimento c'è già stato da tempo e nella provincia di PU sono oltre 3000 le strutture contenenti amianto censite.

Una potenziale bomba ambientale che va disinnescata . A volte fa scalpore qualche lastra di eternit abbandonata non si riesce a capire perché una volta accertata la presenza della fibra cancerosa per tonnellate in miglia di edifici non si rimuove.

Dal censimento già effettuato dall’Arpam risulta che la fibra cancerogena è presente in : scuole,università, ristoranti,banche, ,uffici postali,case di riposo, capannoni in attività e dismessi, uffici pubblici, magazzini, stalle,autorimesse, civili abitazioni,mense,alberghi,stabilimenti balneari, ,aziende agricole,carcere,porcilaie,distributori di carburante, e perfino in ambulatori medici di pertinenza della Usl n.2.



I chilogrammi stimati di amianto compatto presenti in ciascuna struttura variano da pochi kg. a decine fino centinaia di miglia di kg.

Eppure la Regione Marche ha negli anni deliberato e speso alcune centinaia di migliaia di euro:

peril “Piano di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto”;

per un “ Corso di formazione professionale per operatori e dirigenti d’imprese, dedite ad attività di bonifica, rimozione smaltimento di amianto” ha costituito un Gruppo Regionale Amianto;

organizzato piani Operativi per il censimento dell’amianto.

Oggi s'istituisce il Centro Regionale Amianto.

Pur conoscendo la Regione luoghi e situazioni, ma sopratutto la pericolosità di bonifica nemmeno l’ombra.

E’ bene ricordare che l’amianto è altamente cancerogeno se inalato e ciò non avviene solo a chi per motivi di lavoro ne è venuto a contatto, ma può accadere a quanti si vengano a trovare a respirare le fibre disperse nell’aria in ambienti interni o esterno dove la pericolosa fibra si può disperdere quando il materiale è deteriorato.



La mia proposta di legge propone di attribuire incentivi ai privati che intendono smaltire l’amianto, quantomeno per limitare la presenza della pericolosa fibra sul territorio. Ad oggi nessuna risposta, eppure l'amianto annualmente si porta con se in Italia 4000 morti.



Giancarlo D’Anna

Vice Capogruppo Pdl

Regione Marche

giovedì 5 maggio 2011

Ospedali dell'entroterra : gli imbonitori allo scoperto.


Un momneto della prima manifestazione a difesa degli ospedali

D'Anna: la strategia,Unico Ospedale sulla costa e cronicari nell'entroterra. I documenti parlano chiaro.

Più che una presa posizione chiara è una presa in giro quella del presidente della provincia di PU Matteo Ricci riguardo ai nosocomi dell'entroterra.

Primo perché l'assessore Mezzolani secondo Ricci “avrebbe fornito le necessarie assicurazioni”sul futuro degli ospedali dell'entroterra, salvo poi fare il finto tonto sulla determina 240 del 28.03.2011. Per intenderci quella che affossa definitivamente gli ospedali dell'interno. Oggi che ,finalmente, nell'entroterra ci si sta accorgendo, quanto alcuni da tempo denunciano cioè che è in atto un vero e proprio smantellamento della rete ospedaliera, da Ucchielli a Ricci capogruppo PD in Regione fino a Matteo Ricci si cerca di addossare al governo nazionale scelte che sono di competenza e decisione della Regione Marche.

Decisioni di cui la delibera 240 è una logica conseguenza considerato che sia il Piano Socio Sanitario come una delibera, la 17 del 17.01.2001 dicono chiaramente quello che la Regione, in piena autonomia ha deciso di fare in Sanità.


La delibera 17 che è stata votata dallo stesso Mezzolani è molto chiara. A pagina 53-54 recita:” La necessità di garantire un livello assistenziale tale da assicurare la sicurezza dei pazienti e degli operatori induce ad attivare percorsi che tendano a ridurre la frammentazione ospedaliera, obiettivo che potrà essere raggiunto solo con una totale aggregazione strutturale, non ipotizzabile nel breve periodo ma già avviata per alcune realtà ( Marche Nord)”. In altre parole quell'ospedale provinciale di cui ha parlato recente conosciuto come Ospedale Unico o più esattamente l'Unico Ospedale.

A pagina 55 della stessa delibera di giunta votata da Mezzolani si parla anche di “riconversione delle piccole strutture” che potranno “ essere riconvertite in parte ovvero quasi totalmente, con servizi di tipo territoriale/residenziale”come si parla di case della salute a pagina 69 della stessa delibera.

Come si vede la determina del dirigente dell'Asur ha avuto l'avallo ,il benestare della Giunta Regionale delle Marche e dallo stesso assessore alla salute Mezzolani. Decisioni prese in piena autonomia e in tempi non condizionati da eventuali tagli o mancati incrementi da parte del governo nazionale come si vuol far credere.

In verità sia la delibera 17 come la determina 240 sono state tenute nascoste con la consapevolezza di quello che sarebbe accaduto una volta quei documenti fossero stati pubblicati.


La beffa è che ,nonostante si continui a proporre l'Ospedale Unico come luogo di “eccellenze” il Piano Socio Sanitario 2011-2013 prevede per la provincia di PU solo il “livello minimo di assistenza” contrariamente ad Ancona dove finiranno le risorse recuperate altrove. Il percorso è chiaro la provincia di PU “sperimenterà” la cura dimagrante della sua offerta di salute attraverso un Unico Ospedale e la trasformazione del resto in lungodegenza. Meraviglia che ci sia anche nel Pdl chi sia caduto nella trappola di imbonitori , degni concorrenti di quelli resi famosi dalle TV private, che nel proporre soluzioni mirabolanti alla fine riescono solo a dare grosse fregature.

Credo che non solo debba essere ritirata la determina 240 ma che venga cassata anche la delibera 17 e rivisto il Piano Socio Sanitario, visto che non è ancora arrivato in aula. Per poi coinvolgere tutto il territorio, ad iniziare dai sindaci nelle scelte come ho proposto con una mozione che ho già presentato in Consiglio Regionale.

Giancarlo D'Anna

Vice Presidente Commissione Sanità

mercoledì 4 maggio 2011

BIN LADEN VIVO, MORTO OPPURE...COME LA PENSI?

LA VICENDA BIN LADEN STA CREANDO UN DIBATTITO SOPRATUTTO IN RETE.
VISONI DIVERSE ANZI OPPOSTE SU QUANTO E' AVVENUTO E SULLA FIGURA DELLO SCEICCO. ECCO DUE ESEMPI CHE RENDONO L'IDEA.
UN ARTICOLO DI "LUOGO COMUNE"http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=38651
UN ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERAhttp://www.corriere.it/esteri/11_maggio_03/archivio-segreto-caretto_444201ce-7570-11e0-88f0-a00eb5833fe6.shtml

martedì 3 maggio 2011

REGIONI: D'ANNA, MAGGIORANZA DECIDE DI NON DECIDERE

(ANSA) - ANCONA, 3 MAG - ''Secondo il consigliere regionale del Pdl Giancarlo D'Anna ''ha ragione il collega Bucciarelli quando identifica nell'attuale maggioranza di centrosinistra regionale la ''maggioranza del rinvio'''. ''Oggi l'indegno spettacolo dell'ennesimo rinvio della discussione sul rigassificatore di Falconara Marittima di fronte a decine di cittadini che ancora una volta erano presenti in aula per ascoltare le decisioni del consiglio relativamente alla vicenda. La maggioranza - sottolinea - ha deciso di non decidere meritandosi fischi e pernacchie dei cittadini''. ''Evidentemente chiosa D'Anna - non sono piu' sufficienti le campagne di comunicazione del presidente Spacca ad ammaliare i cittadini. Sui problemi concreti e'' sempre piu' evidente l'incapacita' della giunta Spacca di dare risposte tempestive e chiare''. ''Quello che sta accadendo con il Piano socio sanitario 2010-2012 - aggiunge - e' un altro esempio. Non essendo arrivato in aula il Piano ha ''saltato'' un anno, trasformandosi miracolosamente in Piano socio sanitario 2011-2013 e di questo passo e' possibile un ulteriore ''salto'''. Intanto ''monta la rivolta dei territori, a iniziare dall''entroterra, che non vuole vedere un territorio gia' privo di attenzioni, strutturali ed infrastrutturali, perdere anche i presidi ospedalieri con un'operazione chirurgica fatta a tavolino senza tenere conto dei bisogni, delle peculiarita' e del diritto dell'entroterra di non essere considerato un territorio di seconda categoria''

lunedì 2 maggio 2011

SANITA',D'ANNA:PARTECIPARE E CONDIVIDERE LE SCELTE.

MOZIONE:PIANO SOCIO SANITARIO E PARTECIPAZIONE ATTIVA DEI COMUNI ALLE SCELTE.

TESTO:

L'ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLE MARCHE

preso atto delle diffuse e motivate preoccupazioni riguardanti le scelte del Piano Socio Sanitario i cui obiettivi sono stati in parte anticipati e messi in atto da una serie di delibere che stanno di fatto penalizzando sopratutto le realtà dell'entroterra

ESPRIME

una forte preoccupazione per la riconversione degli ospedali minori in lungodegenza e riabilitazione ad iniziare da quelli della Provincia di Pesaro-Urbino ove si prevede un unico ospedale provinciale che inevitabilmente concentrerà lungo la costa tutti i servizi



SOTTOLINEA



l’inderogabile necessità che sia posta fine a una politica di fuorvianti annunci e “colpi di mano”e si avvii un processo di discussione e di condivisione che veda le istituzioni locali protagonisti e non semplici spettatori

AUSPICA



sia posto al centro dei progetti di cambiamento il territorio,il cittadino e i suoi bisogni di salute, senza cadere nella facile trappola delle razionalizzazioni disegnate a tavolino dagli esperti, a dispetto delle caratteristiche peculiari del territorio della Regione Marche



IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE

a indire un'assemblea generale dei comuni delle Marche,divisa per province col coinvolgimento della Commissione competente, per definire e condividere il percorso futuro della sanità nelle Marche .