sabato 29 gennaio 2011

UN FRONTE TRASVERSALE A DIFESA DEL SANTA CROCE E DELL'ENTROTERRA


Un momento della conferenza stampa
E’ stato ancora il tema della sanità e del nuovo ospedale a tenere banco questa mattina nell’incontro dal titolo “Salute a rischio, salviamo il Santa Croce” al quale hanno preso parte Enrico Magini del Comitato per il Santa Croce, Laura Serra dell’IDV, Federico Sorcinelli de La Destra, Roberto Zaffini della Lega Nord, Antonio Colucci di Fano 5 Stelle e Giancarlo D’Anna, in veste di Vice Presidente Commissione Regionale Sanità.




“Lo scopo dell’incontro -ha spiegato Magini- è quello di presentare i possibili scenari futuri legati al S. Croce. In questa sede è stato creato un coordinamento tra il comitato e vari partiti che va al di là delle sole ideologie politiche, perchè il tema della salute è un fine superiore. Negli ultimi anni la Regione ha stanziato finanziamenti per il San Salvatore mentre Fano ha rischiato di perdere le eccellenze che lo hanno da sempre caratterizzato. Il coordinamento vuole opporsi a questo tipo di politica, perchè appunto l’argomento è ben superiore alle posizione di una istituzione”.



E’ stata poi la volta degli interventi politici. Se da una parte Laura Serra ha affermato che tutto è stato deciso e che il nuovo ospedale sarà a Pesaro a scapito di Fano, dall’altra Filippo Sorcinelli ha espresso forti dubbi sulla pari dignità tra le due strutture. Sempre IDV ha manifestato perplessità sul metodo per la realizzazione della nuova struttura, indicata nel project financing che dovrebbe prevedere una partecipazione da parte dei privati. Roberto Zaffini invece ha chiesto le motivazioni per le quali l’ospedale di Fano sarà destinato a scomparire mentre la stessa sorte non toccherà a quello di Senigallia. Antonio Colucci ha chiesto poi di frenare lo spreco di risorse che potrebbero andare a favorire ancora una volta l’alta specializzazione degli ospedali di Ancona.



“Il fronte si sta allargando -ha aggiunto D’Anna- quella che alcuni definivano una battaglia solitaria di qualche esponente politico, si sta rivelando una battaglia della città. Oggi cinque esponenti di forze politiche diverse si sono uniti per una battaglia comune in difesa dell’Ospedale Santa Croce e di denuncia verso un’operazione che priverebbe Fano, la Vallata del Metauro, l'entroterra di un servizio importante. I cittadini infatti si stanno rendendo conto che gli ospedali riuniti servono solo per rafforzare l’azienda S. Salvatore di Pesaro, che era in difficoltà. L’operazione è stata camuffata come una riorganizzazione dei servizi ma in realtà serve a risparmiare sugli sprechi fatti da altri”.

Il comitato per la sanità ha inoltre annunciato la volontà di organizzare un nuovo incontro con la presenza di tecnici per dare un indirizzo che non sia espressione di una visione politica.



SANITA': TRASPORTO SANITARIO, COMMISSIONE MARCHE A ROMA



(ANSA) - ANCONA, 28 GEN - Francesco Comi e Giancarlo D'Anna, presidente e vice presidente della commissione sanita' regionale, saranno la prossima settimana a Roma, accompagnati dal dirigente del servizio responsabile del trasporto sanitario della Regione Marche, per incontrare i rappresentanti del dipartimento per il coordinamento delle politiche comunitarie della presidenza del Consiglio dei Ministri e i rappresentanti della Commissione europea competenti per il settore. Lo rende noto un comunicato. Scopo degli incontri e' '''individuare le soluzioni legislative piu' idonee a consentire l'affidamento diretto del servizio di trasporto sanitario alle Croci e solo in via subalterna a privati mediante procedure di evidenza pubblica''




venerdì 28 gennaio 2011

LEGGE ELETTORALE: EURISPES, 80% ITALIANI VOGLIONO RITORNO A PREFERENZE



Roma, 28 gen. (Adnkronos) - L'80% degli italiani vuole una legge elettorale che preveda il ritorno alle preferenze. Lo rileva il Rapporto Italia 2011 dell'Eurispes. Nel 2010, infatti, l'83,1% del campione riteneva necessario ritornare al sistema delle preferenze e nel 2011, pur calando lievemente, la percentuale delle risposte affermative e' dell'80%. A calare, inoltre, sono coloro che si sono dichiarati contrari a questa eventualita', passati dal 9,6% al 7,3%, mentre aumenta la quota di persone che non ha una posizione chiara in merito (da 7,3% a 12,7%) e che, forse, sfiduciata dal panorama politico attuale, non crede -rileva l'Eurispes- possa bastare introdurre le preferenze per risanare la situazione.

giovedì 27 gennaio 2011

SANITA', SI E' TENUTO UN PRIMO INCONTRO SULLA VIVENDA DEL TRSPORTO SANITARIO



Audizione V Commissione Consiliare su Trasporti sanitari con la CRI dopo le giuste proteste per il bliz della maggioranza che ha escluso i volontari dall'importante servizio.Presenti i consiglieri: D'Anna (che ha richiesto l'incontro) l'assessore Mezzolani,Comi,Natali,Bucciarelli,Eusebi,Camela,Badiali, Marangoni. Per la CRI Fabio Cecconi. Il Presidente Cecconi ha esposto nei minimi particolari le varie situazioni con particolare riferimento alla situazione nella Provincia di PU. D'Anna ha ancora una volta protestato per il metodo scorretto con cui si è apportatta la modifica, cioè un emendamento presentato all'ultimo momento nonostante da parte del ministero la questione dei trasporti sanitari fosse stata sollevata già nel 2009, tra l'altro la stessa commissione Sanità non era mai stata informanta sulle intenzioni della Giunta, D'Anna ha chiesto ai tecnici presenti di aggiornare la situazione e sulle opportunità di modificare la legge senza penalizzare i volontari, domani un 'ulteriore incontro questa volta senza la commissione

martedì 25 gennaio 2011

UNA BATTAGLIA VINTA: FOTOVOLTAICO SUI TETTI AL POSTO DELL'AMIANTO


prima


dopo








Troppo spesso si accusa l'opposizione di non fare proposte costruttive, Questa volta non si può negare che dall'opposizione non siano arrivate iniziative costruttive se è vero com'è vero che oggi la Giunta Regionale recepisce una proposta  presentata attravero una mozione che ho presentato   nel settembre 2010.Si tratta della campagna "eternit Free di Legambiente e AzzeroCO2 per eliminare l'amianto e sostituirlo col fotovoltaico sul territorio beneficiando degli incentivi speciali introdotti dalla Stato che scadevano nel dicembre 2010."La giunta regionale infatti proprio ieri ha comunicato di avr aggiunto ai contributi statai 250.000 euro, una cifra inferiore a quella della Regione Toscana , che già da tempo aveva aderito all'iniziativa, ma un segnale importante per due motivi. Il primo si affronta finalmente il pericolo amianto che miete in Italia oltre 3000 morti l'anno. Secondo si utilizzano i tetti di edifici e capannoni per impianti fotovoltaici nel momento in cui il proliferare di impianti a terra di fotovoltaico sta sollevando proteste (cosa che avevamo anticipato chiedendo un regolamento restrittivo) che sono addirittura arrivate al TG1 per il forte e dannoso impatto su un paesaggio unico.Ora la Regione deve continuare, incentivi o no, la battaglia per la rimozione dell'amianto dagli edifici pubblici ,il killer silenzioso non perdona. Allo stesso tempo un a più attenta vigilanza sulle autorizzazioni di impianti fotovoltaici, dando priorità assoluta ai tetti dei capannoni industriali.

Guerra delle parole, morte del ragionamento.


di Lorenzo Borrè
Il progressivo deterioramento del confronto politico-culturale costituisce, con sempre maggior evidenza, l'aspetto complementare di quel processo di involuzione (anti)democratica caldeggiato da chi invoca la restrinzione delle libertà civili.

L'obiettivo, inconfessato, dello svuotamento della libertà di pensiero trova oggi un formidabile alleato nella crisi del dibattito; ne è una riprova il triste spettacolo che ci viene offerto dai talk-show più popolari: la frase ad effetto, la smorfia e la parola urlata , espellendo ogni parvenza di ragionamento, tendono esclusivamente ad attrarre il consenso (di una parte) degli spettatori a scapito di qualsiasi contenuto informativo.

L’assenza di qualsivoglia articolazione argomentativa attesta la superficialità delle posizioni e delle dichiarazioni, azzerando la possibilità di una conoscenza critica (e quindi della possibilità di formarsi un'opinione informata) del problema sul tappeto, che rimane infatti irrisolto.

Uno straniero che non conoscendo i volti dei nostri politici si trovasse a guardare i litigi che la TV di Stato trasmette in prima serata, ben potrebbe pensare di trovarsi di fronte ad uno di quei programmi popolari pomeridiani in cui ci si accapiglia su questioni da ballatoio.

L’imperante povertà concettuale è plasticamente rappresentata dai manifesti che moltitudini di attacchini affiggono quotidianamente su muri e spazi pubblicitari, manifesti in cui appaiono frasi o slogan che probabilmente non hanno richiesto ai loro ideatori maggiori sforzi intellettuali di quelli che generalmente impegnano gli anonimi graffitari dei cessi pubblici: al laconico “Sindaco x vergognati” si risponde con un criptico “Presidente Y il traffico è colpa tua, vai a spalare la neve”, declinazioni provinciali (molte volte anche sgrammaticate) del non più alto confronto che si svolge a livello nazionale.

Se nell'edilizia moderna non c'è più traccia di architettura, nella comunicazione non c'è più traccia di elaborazione concettuale: la stessa velocità con cui si prende posizione sui fatti più disparati ne è la controprova (a volte con esiti grotteschi come quando si commentano fatti inesistenti, tipo la liberazione di Sakineh Ashtiani).

A tutto ciò si accompagna l'intolleranza verso tutto ciò che contrasta con le proprie posizioni, intolleranza che con sempre maggior frequenza sfocia nella richiesta di un qualche tipo di punizione o di rimozione dell'opinione eretica (se non dell'eretico stesso): alla confutazione si preferisce la scorciatoia della punizione; l'errore di opinione (posto che di errore si tratti) deve essere punito, non emendato.

E così in Veneto si chiede il boicottaggio delle opere di Saviano e di altri autori -non già per quello che c'è scritto in dette opere, motivo che sarebbe peraltro già causa di orrore-,ma perchè, altrove, hanno sottoscritto il manifesto pro Battisti.

L'intolleranza, come la peste, non ha confini: in Francia -recuperando l'istituto romanistico della damnatio memoriae- è stata mandata al macero una pubblicazione del Ministero della Cultura perchè annoverava tra le celebrità nazionali, dedicandogli due paginette, Louis Ferdinand Celine. Lo scrittore francese era uno che “sapeva avere torto” e dall'aldilà riderà di queste piccinerie (sempre che un Aldilà esista).

Per conto mio, invece, comincio a preoccuparmi dello stato di salute delle libertà repubblicane.









sabato 22 gennaio 2011

TURISMO: D'ANNA, PROLIFERARE FOTOVOLTAICO LO METTE A RISCHIO.



San Lorenzo in Campo Provincia di PU
 TURISMO: D'ANNA, PROLIFERARE FOTOVOLTAICO LO METTE A RISCHIO (ANSA) - ANCONA, 22 GEN - Il turismo e' a rischio senza l'attenzione al paesaggio. E' l'allarme lanciato dal consigliere regionale del Pdl Giancarlo D'Anna, che punta il dito contro il ''proliferare di ettari di fotovoltaico a terra ogni dove''. ''Non si e' contro il fotovoltaico - ribadisce l'esponente del Pdl - ma contro il posizionamento dei pannelli in alcuni luoghi. Chi vuole speculare sui consistenti incentivi per il fotovoltaico s'interessa solo di far cassa evitando il posizionamento piu' logico ma piu' costoso, cioe' sui capannoni industriali o sugli edifici pubblici. Cosi' il bene di tutti, cioe' il territorio, il paesaggio viene sacrificato sull'altare degli interessi di pochi''. Ma il grido di allarme viene anche dall'Ordine dei Geologi delle Marche secondo il quale, riporta D'Anna, ''la legislazione regionale urbanistica e di pianificazione territoriale e' ferma agli anni '90 e molte leggi sulla salvaguardia del territorio, pure esistenti, sono disattese quando addirittura sconosciute''. Insomma, conclude il consigliere, ''se veramente si crede nel turismo, in un turismo che unisca e completi l'offerta tradizionale lungo la costa alle country house, all'agriturismo, ai bed and breakfast dell'entroterra, occorre porre seri paletti al proliferare incontrollato di fotovoltaico in zone di rilevanza paesaggistica, ambientale, turistica e monitorare, intervenire e prevenire il rischio del dissesto idrogeologico e sismico''.

venerdì 21 gennaio 2011

CROLLO CONTROSOFFITTO OSPEDALE FANO: D'ANNA,ORA SERIO MONITORAGGIO




foto che ho scattato immediatamente dopo il crollo
 (ANSA) - ANCONA, 21 GEN - ''Prima cosa, importante, non si e' fatto male nessuno. Secondo, a chi volesse speculare sul crollo al Santa Croce per dire che la struttura e' vecchia e basare su questo le motivazioni per costruire l''Ospedale Unico, ricordo che il crollo e' relativo a un controsoffitto fatto meno di 10 anni fa ed evidentemente male in quanto si reggeva su filo di ferro e non su una struttura piu'' robusta''''. Cosi il consigliere regionale del Pdl Giancarlo D'Anna dopo un sopralluogo nell'ospedale di Fano, dove ' crollato parte del soffitto nella sala d''attesa della sala gessi. ''Chiaramente - seguita D'Anna - vanno subito verificate eventuali responsabilita''. E' evidente che edifici pubblici che hanno visto lavori e modifiche simili vanno monitorati immediatamente per evitare che episodi simili non insegnino niente. Un appello affinche' si inizi un serio e tempestivo monitoraggio''.

Cresce il suicidio fra gli agricoltori indiani, vittime di una società materialista





di Nirmala Carvalho

Nel 2009 si sono uccisi 47 contadini al giorno, con un incremento del 7 per cento rispetto all'anno precedente. Essi si tolgono la vita a causa di indebitamenti. In una società in cui la vita è “svuotata di senso” e si è “soli in mezzo alla folla”. C'è chi prega per loro.



Mumbai (AsiaNews) – Circa 127.151 persone in India si sono tolte la vita nel corso del 2009, con un incremento dell’1,7% rispetto alle cifre dell’anno precedente (125.017). Di queste cifre, in almeno 17.368 casi si tratta di agricoltori: 47 morti al giorno, per un aumento oltre il 7% rispetto al 2008. A rivelare queste tragiche statistiche è il rapporto annuale 2009 del National Crime Records Bureau (Ncrb) sulle “Morti accidentali e suicidi in India”, stilato nel dicembre 2010. Le prime due settimane di quest’anno non sembrano pronosticare un’inversione di tendenza: nove agricoltori nella regione di Vidarbha (Maharashtra) si sono tolti la vita perché la neve e la grandine hanno rovinato il raccolto quasi pronto; da novembre, 11 contadini nel distretto di Sambalpur (Orissa) si sono uccisi.

P. Paul Thelakat, portavoce della Chiesa siro-malabarica, commenta ad AsiaNews i dati del rapporto: “Il suicidio è un male serio che affligge la nostra società. Quando una persona non riesce ad affermarsi in una cultura basata su terribili valori consumistici, è portata alla disperazione e a togliersi la vita. Una società materialista non considera utile una persona ‘fallita’. Inoltre, il valore della vita sta nell’avere successo, potere e soldi. Le sofferenze e i fallimenti hanno perso ogni significato, perché la vita è svuotata di senso: è ridotta ad ‘avere’, non a ‘essere’”.



“Tutto questo – continua il sacerdote – denota anche un fallimento delle religioni, che dovrebbero dare alla gente valori positivi di fede e speranza nella vita, nonostante gli ostacoli e le sconfitte. È anche sintomo di una mancanza del senso di comunità e delle relazioni, del sentirsi soli in mezzo alla folla. Nel nostro mondo le relazioni sono diventate merce di scambio, basate sul potere e sul successo, non sull’amicizia personale e l’amore”.



Il sacerdote conclude: “Il suicidio degli agricoltori deve scioccare la società e l’autorità. Racconta di una vita sociale che è contro la nostra natura. La nostra vita è diventata anti-natura, e i contadini sono i meno voluti nella nostra società. Questo è semplicemente l’espressione del nostro malato vivere insieme, che sta affliggendo la società”.



Per p. Babu Joseph, portavoce della Conferenza episcopale indiana, “i dati del 2009 sui suicidi e sulle morti accidentali sono davvero disturbanti, e chiedono sforzi maggiori da parte del governo, di gruppi sociali e altre organizzazioni volontarie per ridurre questa tendenza autodistruttiva, ormai dilagante nella società indiana. Con tristezza, noto i nostri politici rivendicare l’incredibile crescita del Pil, mentre la realtà degli strati più bassi della popolazione rimane piuttosto cupa: con sempre più agricoltori che commettono suicidi a causa di indebitamenti; giovani che non trovano lavoro; donne vittime di costumi sociali arcaici”.



Una suora carmelitana di clausura, convertita dall’induismo, racconta di pregare per gli agricoltori suicidi ogni giorno. “È ancora più deplorevole – dice la suora – che proprio tra i contadini sia così diffusa tale pratica: loro, che seminano i campi e faticano giorno e notte per far crescere il grano che mangiamo tutti noi. Lo stesso grano che viene macinato per fare il pane dei padroni, e per dare l’eucarestia a tutta Mumbai”.

giovedì 20 gennaio 2011

ORDINE PUBBLICO,D'ANNA A UCCHIELLI :RIMETTITI IL COLBACCO.



D'ANNA A UCCHIELLI, SI RIMETTA COLBACCO  (ANSA) - ANCONA, 20 GEN - ''Forse e' meglio che Ucchielli (che critica le prese di posizione di Pdl e Lega dopo il brutale omicidio di Sassofeltrio) si rimetta il colbacco perche'' il troppo freddo potrebbe fargli dire castronerie''. Cosi', con una battuta, il consigliere regionale del Pdl Giancarlo D'Anna replica al segretario regionale del Pd sulle responsabilita' del governo in materia di sicurezza''. ''L'intervento del sottoscritto come quello di esponenti della Lega - dichiara D'Anna - e' di effettiva preoccupazione per alcuni fenomeni gravi che denunciamo. Contrariamente a chi cerca di vendere la provincia di Pesaro Urbino come quella della felicita', prendiamo atto della realta' e ci impegniamo a trovare contromisure''. ''Se Ucchielli e' felice beato lui, io denuncio e non e' la prima volta, sia in presenza di un governo di centro destra come a suo tempo con quelli di centrosinistra un'attenzione diversa, minore, rispetto ad altre realta' italiane relativamente all''ordine pubblico. Su questo credo bisognerebbe lavorare con unita' d''intenti, il resto e' polemica spiccia e inconcludente''

IN PRECEDENZA UCCHIELLI AVEVA DICHIARATO:
ANSA- PASTIECCERE UCCISO: PD, GOVERNO NON INVESTE IN SICUREZZA PASTIECCERE UCCISO: PD, GOVERNO NON INVESTE IN SICUREZZA (ANSA) - ANCONA, 20 GEN - Il segretario regionale del Pd Palmiro Ucchielli interviene sulla questione sicurezza - replicando a Pdl e Lega - a seguito dell'efferato omicidio del 36enne pasticcere palermitano a Sassofeltrio. ''Sorprende che la destra parli di sicurezza pubblica quando sta unicamente pensando a mettere in sicurezza il proprio capo da processi che ancora l''attendono - afferma -. Gli attacchi provenienti dalle truppe cammellate della Lega Nord e del Pdl sono manovre diversive. Non si puo' imbrogliare la gente con una campagna sull''allarme sicurezza, gridare ''al lupo al lupo'' e poi come Governo tagliare un miliardo e 800 milioni di euro in due anni alle forze dell''ordine''. '''La sicurezza - seguita Ucchielli - non e' una bandierina da agitare per nascondere le incapacita' politiche del Governo Bossi-Berlusconi, ma e' un problema che va affrontato con politiche articolate, dotando le forze dell''ordine di organici adeguati. Non e' con le ronde o con i sindaci sceriffi, ne' inviando i militari a svolgere funzioni improprie di presidio del territorio nelle citta' che si risolvono i problemi della sicurezza. Un governo serio, invece di tagliare i fondi, dovrebbe mettere la benzina nelle volanti e non chiudere i commissariati sul territorio, dovrebbe dotare degli organici necessari il comparto giustizia e smetterla con gli attacchi alla magistratura. La sicurezza - conclude - non e' di destra ne' di sinistra, ma un diritto che va garantito dallo Stato e da politiche d''integrazione e coesione sociale''

DISABILI SENSORIALI, UNA PROPOSTA DI CAMELA E D'ANNA.






 Comi, D'Anna e Camela in audizione
Una proposta di legge quella presentata dai Consiglieri regionali Camela (UDC) e D'Anna (PDL) per “sostenere il percorso di crescita e sviluppo dei disabili sensoriali, per garantire il loro diritto all'accessibilità dell'ambiente, dei servizi e delle tecnologie, il diritto alla integrazione nel mondo, anche quello del lavoro, attraverso percorsi integrati di abilitazione, formazione professionale educazione e supporto sociali, finalizzati al raggiungimento ed al mantenimento della massima indipendenza, della realizzazione personale e della partecipazione a tutti gli aspetti della vita”.


“Nella nostra Regione- affermano D'Anna e Camela- le Province si occupano dell'assistenza scolastica e della formazione di personale ad hoc, ma le esigenze crescono come il numero degli assistiti la gestione diventa sempre più complicata e disorganica.”

“Con questa proposta di legge-concludono i due consiglieri, uno di maggioranza e l'altro di opposizione-si vuole garantire un sostegno concreto al percorso scolastico formativo dei disabili sensoriali attraverso la possibilità di fruizione degli assistenti domiciliari didattici, la fornitura di materiale e strumenti didattici e la possibilità di frequentare corsi professionali di orientamento al lavoro”.La proposta è stata assegnata alla V Commissione.

mercoledì 19 gennaio 2011

CADAVERE UOMO CARBONIZZATO: D'ANNA, BRUTTISSIMO SEGNALE

CADAVERE UOMO CARBONIZZATO: D''ANNA, BRUTTISSIMO SEGNALE (ANSA) - ANCONA, 19 GEN - Il ritrovamento, nel Pesarese, di un uomo il cui corpo carbonizzato era in un'auto, con le gambe legate e la gola squarciata, e', per il consigliere regionale del Pdl Giancarlo D''Anna, un ''bruttisimo episodio e segnale''. Se l'ipotesi di un'esecuzione mafiosa, come apparirebbe dalle modalita' dell''omicidio, venisse confermata, ''testimonierebbe - osserva il consigliere - che la provincia di Pesaro Urbino non e'' indenne da fenomeni e attenzioni criminali che fino ad oggi sembravano appartenere ad altre realta''. Occorre dunque, secondo D'Anna, ''prevedere piu' personale delle forze dell''ordine per rafforzare controlli e investigazioni e allo stesso tempo evitare che il nostro territorio diventi meta di pentiti, collaboratori di soggiorno obbligato come purtroppo continua ad accadere da troppo tempo. Alle forze dell''ordine il massimo sostegno per il difficile compito che stanno svolgendo

Fovoltaico: la Regione Marche ha permesso lo stupro del territorio..





Ogni giorno di più i cittadini delle Marche si rendono conto dello scempio causato dal proliferare di campi fotovoltaici che stanno invadendo le nostre colline. Questo accade nelle terra di Leopardi. Oggi non è più la siepe che “de l'ultimo orizzonte il guardo esclude” ma una selva di antiestetici specchi che stanno assassinando un paesaggio unico.





Tutto questo avviene mentre altre realtà come la Toscana, la provincia di Lecce e oggi l'Emilia Romagna con 9 milioni di euro, hanno finanziato la rimozione dell'amianto dai tetti dagli edifici con sostituzione di pannelli fotovoltaici,risolvendo così un grave rischio per la salute relativo alla presenza della fibra cancerogena dell'amianto e dall'altro individuando la giusta ubicazione dei pannelli fotovoltaici evitando un impatto visivo negativo sul territorio.





A suo tempo denunciai il rischio di autorizzare impianti a terra, a suo tempo proposi la stessa cosa che oggi finanzia la regione Emilia Romagna. Cioè la sostituzione dell'amianto con pannelli fotovoltaici sui tetti di edifici e capannoni industriali.






Il business evidentemente viene prima del tanto decantato “Bene comune”e aggiungerei il “Patrimonio Comune” fatto di quelle colline che la Regione Marche utilizza per spot miliardari con Dustin Hoffman ma che poi lascia “stuprare” indiscriminatamente pregiudicando la continuazione di quel turismo legato alla ruralità ai prodotti tipici e di qualità e alla bellezza del territorio, come un recente servizio sul TG1 ha denunciato con forza.

martedì 18 gennaio 2011

BOCCA TRABARIA, D'ANNA ALLA REGIONE:" ATTIVARSI PER LA RIAPERTURA".

"La Regione Marche si attivi immediatamente per fare pressione sull'Anas e la Regione Umbria per riaprire la strada del Passo di Bocca Trabaria- lo ha chiesto in apertura dell'Assemblea Legislativa il Consigliere D'Anna dopo aver partecipato alle prime luci dell'alba alla manifestazione organizzata dal Comune di Borgo Pace e dalla Provincia di PU per chiedere la riapertura della strada- non è più tollerabile che il territorio marchigiano al confine con l'Umbria resti isolato per mesi senza che non venga attivata una procedura d'urgenza che nell'ampasse attuale che vede il solito balletto di competenze


. Intervenga quantomeno la Protezione Civile- ha dichiarato D'Anna- per far si che studenti, lavoroatori, imprese non siano costretti a raddoppiare se non triplicare i chilometri per raggiungere il proprio luogo di studio e di lavoro ed eviatre che le imprese subiscano altre alla perdita di tempo un aggravio di costi per un problema di cui non sono responsabili"

D'Anna ha chiaramente sollecitato un intervento dell'assessore competente Viventi.

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lunedì 17 gennaio 2011

OSPEDALE UNICO: LE DICHIARAZIONI DI D'ANNA IN CONSIGLIO REGIONALE.


LEGGI il testo dell'interrogazione, la risposta e la replica.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Quando ci sono delle interrogazioni i cui argomenti sono stati trattati anche in passato forse sarebbe opportuno proiettare il verbale di quanto era stato detto. Mi riferisco, Assessore, alle sue dichiarazioni in merito all’ospedale unico.

In quest’Aula nella scorsa legislatura lei ha sempre negato di aver parlato di ospedale unico, ha sempre detto che erano altri che ne parlavano, una volta era la Mollaroli con la sua mozione, un’altra volta l’attuale Presidente Solazzi in un convegno a Fano. Insomma, ha lasciato agli altri il ruolo di parlare di ospedale unico, se ne è sempre chiamato fuori per evitare nella fase preelettorale di essere additato come chi magari voleva costruire un ospedale unico a Pesaro privando poi Fano e le vallate del Metauro e del Cesano di una struttura indispensabile come è l’ospedale Santa Croce di Fano.

Questo è un percorso che non è stato assolutamente trasparente, caro Assessore. Perché la legge sugli ospedali riuniti votata lo scorso anno al suo all’interno aveva già, pur senza citarla, l’intenzione di portare alla costruzione di un ospedale unico. Sarebbe invece stato molto più corretto, molto più interessante e sicuramente molto più utile fare direttamente un dibattito sull’ospedale unico con molta chiarezza e molta franchezza.

Ma questo non è avvenuto né in passato e neppure oggi, le sue risposte, infatti, contraddicono quello che lei ha sempre sostenuto nel corso degli anni. Sarà mio compito andare ad estrapolare dai vari verbali quello che lei ha detto sia qua dentro che comunicato alla stampa.

La cosa più grave è che tutta questa operazione è stata anche sostenuta, perché giovedì 23 luglio 2009 nella sala riunioni della V Commissione in via Oberdan lei, Assessore, ha detto: “A nord, invece, si tratta sostanzialmente di rafforzare l’azienda che già c’è, perché così com’è non avrebbe nemmeno le caratteristiche e la forza per andare avanti”. L’operazione ospedale unico è servita a, ripeto – lo dice lei, non lo dico io – : “si tratta sostanzialmente di rafforzare l’azienda che già c’è – il San Salvatore di Pesaro – perché così com’è non avrebbe nemmeno le caratteristiche e la forza per andare avanti”. Questo è un verbale da cui leggo cose che ha detto lei. E questo è gravissimo. E’ gravissimo! L’operazione ospedale unico è servita solo ed esclusivamente a salvare l’azienda San Salvatore di Pesaro che era in enorme difficoltà per una serie di motivi. Nel momento in cui la realtà di Fano si trovava con l’ospedale di Fano, con l’ospedale di Fossombrone, con l’ospedale di Pergola, quella di Pesaro, anche con la perdita dell’ospedale di Novafeltria, si trovava con il sederino a terra, sicché “l’operazione è servita sostanzialmente a rafforzare l’azienda che già c’era”.

Allora, caro Assessore, cosa ci viene a raccontare questa mattina! Avrebbe dovuto dirlo chiaramente anche qui: “Guardate, siamo in difficoltà, allora per salvare - non capra e cavoli ma in questo caso solo la capra! - facciamo questo tipo di operazione”.

E che si andasse verso l’ospedale unico lo confermava anche l’allora Presidente della V Commissione Luchetti in un’audizione svoltasi a Pesaro nella sala della Conferenza delle autonomie il 30 marzo 2009, quando disse: “L’obiettivo è fare l’ospedale unico passando attraverso un’azione integrativa, è ovvio che l’atto aziendale disciplinerà questo aspetto integrativo”. Questo è stato detto, quindi visto che Luchetti non è un mago questo era il percorso che si voleva fare, ma che da lei è stato negato, Assessore, e questo è gravissimo!

Oggi ci viene a dire che quello è un passaggio indispensabile? Quello è un passaggio che avevate previsto, preordinato, sul quale non volevate fare assolutamente un dibattito perché vi rendevate conto che la cosa era molto grave in quanto si penalizza una città, privandola – sto parlando di Fano – di un patrimonio che lei ha identificato in circa 30 milioni di euro, patrimonio che quasi certamente servirà per costruire una nuova struttura in un’altra città.

Le varie donazioni che ci sono state nel corso dei decenni, finalizzate a dare dei servizi sul territorio, nella fattispecie a Fano, ma la stessa cosa è successa anche a Pesaro e in altre realtà, oggi andranno in un calderone unico che molto probabilmente servirà a trovare risorse per costruire appunto questa struttura. E questo ce lo ha detto anche lei in più occasioni, ossia che non ci sono soldi sufficienti. Qui ci dice che per il momento non sono previsti interventi di privati, ma in una dichiarazione ai giornali qualche settimana fa lei ha invitato i privati a farsi avanti con un project financing. Una volta c’era Tex Willer che diceva che gli indiani parlavano con lingue biforcute, secondo me è lei che parla con lingua biforcuta, nel senso che viene qui a dire una cosa e poi sui quotidiani ne riporta un’altra.

La realtà vera è che dietro questa operazione ci sono delle grosse lobby legate all’immobiliare. In questa operazione di sanità c’è ben poco. Si vuole mettere in atto un circuito nel quale già si sa chi saranno i padrini e padroni. Si vogliono utilizzare – e lei questa mattina indirettamente lo ha confermato – gli attuali ospedali di Fano e di Pesaro che non necessariamente avranno in futuro una funzione sanitaria, ma questo ormai lo sanno anche i gatti.

Insomma, la puzza di questa operazione che non è assolutamente trasparente si sente da lontano, caro Assessore. È inutile che oggi ci viene a dire che nell’interesse della comunità dobbiamo trovare un nuovo luogo dove mettere i medici. Quei medici di qualità direttamente o indirettamente li avete cacciati, avete fatto in modo che in alcune strutture, ad iniziare da quella di Fano, a primari di un certo spessore seguissero persone che non erano alla stessa altezza. C’è stata una fuga voluta e condizionata per giustificare una simile operazione.

In una regione nella quale si spende – avrei invece voluto dire si investe – tra il 70% e l’80% del bilancio regionale per la sanità, fare questo tipo di operazione è veramente scandaloso. Ci sarebbe da fare una commissione d’inchiesta seria, se non addirittura rivolgersi direttamente alla Magistratura, per capire perché ci sono sei sale operatorie sotto l’ospedale di Fano che non sono mai entrate in funzione pur avendo speso i soldi.

Oggi, Assessore, avrebbe dovuto dirci perché in quel nuovo padiglione i lavori sono stati bloccati per tanti anni. Non è infatti assolutamente vero, Assessore, che l’ospedale di Fano e l’ospedale di Pesaro hanno più di cento anni. C’è solo un nucleo originario che ha quegli anni. Lei sa benissimo che a Pesaro, sia il reparto rianimazione, sia il nuovo pronto soccorso, come buona parte dell’ospedale, hanno meno di cinquant’anni. Addirittura ho sentito dire una castroneria dall’ex Presidente della Provincia di Pesaro Urbino Ucchielli, ossia che non si può continuare a lavorare in ospedali che hanno più di 300 anni. Si è parlato di 300 anni! Qui giochiamo a rialzo tra chi dice qual è la struttura più vecchia per giustificare una nuova struttura di cui non c’è bisogno.

Ci servono medici, ci serve molta più attenzione sulle liste di attesa, quelle liste di attesa che nonostante il Cup rimangono lì, ci serve che la Regione Marche non faccia convenzioni con i privati a nord delle Marche, caro Assessore, all’interno del quale operano medici che poi mandano i malati delle Marche ad operarsi in Romagna.

Allora di cosa vogliamo parlare! L’operazione ospedale unico serve solo a mettere in moto un meccanismo che dia lavoro agli amici degli amici, che metta sul mercato immobiliare le strutture di Pesaro e di Fano. Se volevate fare in modo che a nord delle Marche ci fosse stata una barriera che poteva impedire quella invasione verso i servizi che la Romagna offre dovevate metterci dei medici validi. Invece qua state facendo esattamente il contrario, state facendo un nuovo contenitore che farà lavorare gli amici degli amici che poi gestiranno i servizi per trent’anni, lo fate in un modo che non c’entra assolutamente niente con la sanità. E’ solo un’operazione speculativa, un’operazione di cui lei, caro Assessoresi è vergognato e che oggi invece sponsorizza.
IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE
Interrogazione n. 184


presentata in data 14 ottobre 2010

a iniziativa del Consigliere D’Anna

“Ospedale unico in Provincia di Pesaro-Urbino”

a risposta orale

Il sottoscritto Giancarlo D’Anna, Consigliere regionale PdL,

Premesso:

che la legge “Ospedali Riuniti” è servita soprattutto a mantenere lo status di “Azienda” al

San Salvatore di Pesaro che nel corso degli anni aveva perso i requisiti necessari per

esserlo;

che forte è la preoccupazione dei professionisti del Santa Croce di Fano consapevoli di

quanto sta accadendo (ma costretti a tacere) non condividono questa forzatura fatta sulla

pelle di professionisti e cittadini di Fano e delle vallate del Metauro e del Cesano;

che l’operazione Ospedali Riuniti è fin troppo simile a quanto avvenne in passato con

l’ospedale di Mondolfo, scomparso dopo l’unione con Fano;

che sia a Fano come a Pesaro nel corso degli ultimi anni sono stati spesi milioni di euro

nella costruzione di nuovi padiglioni e/o restauro dei precedenti;

Viste le continue dichiarazioni di rappresentanti del centrosinistra relative al progetto di

costruzione di un ospedale unico nella provincia di Pesaro Urbino

INTERROGA

il Presidente della Giunta per conoscere:

1) quali sono i motivi medici, tecnici ed economici che hanno portato alla decisione di

porre come obiettivo la costruzione di un ospedale unico in provincia di Pesaro Urbino

entro il 2015;

2) quanti posti letto sono previsti nella nuova struttura;

3) a quanto ammonterebbe il costo della nuova struttura;

4) con quali risorse verrà costruito l’ospedale unico;

5) se l’ospedale verrà costruito con l’apporto del privato quali saranno le eventuali partecipazioni

e ruoli del privato;

6) chi ha redatto il progetto del nuovo ospedale che viene mostrato in pubblici incontri;

7) quanto è costato quel progetto;

8) dove verrà localizzato l’ospedale unico;

9) chi deciderà dove costruirlo e quali caratteristiche dovrà avere;

10) come verranno utilizzati gli attuali ospedali di Pesaro e Fano se verrà costruito l’ospedale

unico;

11) a quanto ammonta il patrimonio immobiliare delle due strutture ospedaliere e quanto di

questo proviene da lasciti di privati e quale destinazione è stata prevista dai benefattori;

12) per quale motivo prima delle elezioni, della legge Ospedale Riuniti l’assessore alla

sanità negava che tale legge fosse propedeutica al percorso ospedale unico e subito

dopo elezioni e legge ha invertito rotta puntando senza indugi all’ospedale unico;

13) se la reale intenzione è quella di migliorare l’offerta sanitaria come mai non si è investito

su professionisti e strumentazioni piuttosto che su una nuova struttura

LA RISPOSTA DELL'ASSESSORE ALLA SANITA'

 L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 184 del Consigliere D’Anna. Ha la parola l’Assessore Mezzolani.




Almerino MEZZOLANI. In relazione alla interrogazione in oggetto, datata un po’ di tempo fa, si vuole ribadire che la scelta dell’ospedale unico per le realtà di Pesaro e Fano nasce dalle motivazioni che qui più volte abbiamo discusso, dalla necessità di riqualificare e semplificare il sistema della rete ospedaliera della nostra regione, che è un progetto ampiamente condiviso da questo Governo regionale ed è fortemente coerente con la proposta di Piano socio sanitario passato e quello del 2010-2012 che la Giunta ha approvato e per il quale è in corso l’iter amministrativo.

Tra l’altro è un processo reso ancora più necessario e più urgente da quello che è il contesto economico e finanziario che si è delineato nel corso di questi anni.

L’ospedale unico per l’Azienda Ospedali Marche nord sarà il centro di riferimento per l’Area vasta 1, e non sarà l’unico ospedale della provincia di Pesaro Urbino. In particolare, sarà il risultato finale del processo che abbiamo iniziato diversi anni fa di integrazione funzionale tra le strutture Azienda Ospedali San Salvatore di Pesaro e l’ospedale S. Croce di Fano, al fine di creare un centro di aggregazione delle principali competenze ed eccellenze a livello di Area vasta, creando così sinergie in termini organizzativi e professionali, economie di scala ed eliminazione di duplicazioni, in particolare nell’area dei servizi e dei sistemi di supporto.

E’ una necessità che nasce dalla consapevolezza che appartiene ormai ai più. Cioè che le Marche hanno raggiunto nel corso di questi anni i vertici dei livelli nazionali in termini di sistema sanitario, presi a riferimento per quanto riguarda lo sviluppo futuro del federalismo fiscale. E credo che per stare lì dentro abbia ora bisogno di quelle riforme strutturali, perché la buona sanità non è possibile la si possa portare avanti in ospedali che abbiano più di cento anni. Credo sia chiaro a voi tutti.

L’individuazione precisa del numero di posti letto della nuova struttura, il cui orientamento è finalmente verso una organizzazione per intensità di cura, potrà essere fatta a seguito di una più approfondita analisi del fabbisogno complessivo di assistenza ospedaliera per acuti della popolazione che insiste sulla struttura ed in ragione degli standard e dei vincoli di carattere strutturale fissati a livello centrale e presenti nel Patto per la salute 2010-2012, approvati il 3 dicembre 2009 e riportati integralmente nella Legge Finanziaria 2010.

Il costo della nuova struttura sarà più correttamente individuato in sede di approfondimento degli studi di prefattibilità. Orientativamente il costo sarà allineato alle valutazioni attualmente in corso in analoghi progetti previsti per la nostra regione.

Per quanto riguarda le risorse sono state inserite nel terzo stralcio dell’accordo di programma. Da una parte si prevedevano risorse statali, dall’altra l’accompagno di quelle che sono risorse regionali in alienazioni di immobili.

Questo processo è stato congelato dalla Finanziaria emanata e sarà oggetto di una discussione che si è riaperta dopo lo sblocco di 1 miliardo e 600 milioni. Una discussione che ovviamente avverrà al tavolo del Governo nazionale e dentro le discussioni che avverranno per il riparto del fondo nazionale che inizieranno a giorni.

Nel frattempo credo che la cosa saggia sia quella di esercitarci, e lo dovremmo fare in fretta, sulla scelta condivisa del terreno su cui collocare la struttura.

Allo stato attuale, quindi, non è stato valutato nessun apporto di soggetti privati.

Le indicazioni fornite nei pubblici incontri riguardano un modello strutturale di riferimento, non un progetto che è stato realizzato in fase di realizzazione. E’ una struttura di riferimento ipotizzata a seguito dell’analisi e dell’azione di programmazione svolta dagli organi tecnici della Regione, così come è stato fatto il percorso per altre strutture.

In ragione di quanto esposto al precedente punto non è stato dunque sostenuto alcun costo di progettazione.

Per quanto concerne l’individuazione del sito in cui collocare la nuova struttura non è ancora stata effettuata, sarà compito degli enti locali interessati proporre siti possibili. Seguiremo lo stesso identico percorso che abbiamo seguito in altre realtà.

La valutazione della sede e delle principali caratteristiche della nuova struttura saranno sopratutto oggetto di confronto fra tutte le parti coinvolte, in particolare la Regione, le Amministrazioni provinciale e comunali, le organizzazioni professionali di categoria, naturalmente partendo da una base solida che, ripeto, è stata già sperimentata nella scelta di altre strutture. Alla base del confronto saranno posti i criteri, gli standard ed i vincoli che devono essere mantenuti e garantiti per realizzare una struttura di tale importanza, altrimenti non ci sarà l’avallo governativo.

Gli attuali ospedali, per tutta la durata della realizzazione della nuova struttura, continueranno a svolgere la loro funzione per garantire al meglio, e secondo i livelli di qualità oggi offerti, servizi e prestazioni specialistiche e di ricovero. Successivamente si concorderanno tra le Amministrazioni competenti le future destinazioni d’uso che non necessariamente saranno in ambito sanitario. Ma questo ovviamente appartiene a una discussione che non può esimersi dal confronto con gli enti locali.

In buona sostanza credo si possa dire questo. È stato ed è un percorso estremamente coerente, in perfetta linea con le necessità del sistema sanitario marchigiano, se vogliamo continuare a mantenerlo dentro quel novero ristretto di Regioni che possono vantare la migliore sanità del Paese.

Non possiamo esimerci da questo. E’ venuto il tempo di quelle riforme strutturali, che naturalmente vanno perseguite in maniera attenta, ma alle quali non possiamo sfuggire. Ci insegnano le Regioni che hanno fatto questi percorsi prima di noi.

E c’è la rivendicazione di un percorso coerente a proposito dello stato della discussione in cui siamo.

Noi per anni abbiamo parlato di integrazione, l’abbiamo resa funzionale, ha portato all’unificazione di progetti che nel tempo si sono consolidati, per poi arrivare ad un unico contenitore amministrativo, si è arrivati cioè alla costruzione dell’azienda unica. E’ nata anche una discussione, seppure sofferta in un momento come questo. E avevamo perfettamente detto che alla fine di questo percorso sarebbe stata inevitabile la discussione su un ospedale unico tra le due realtà. Ed è la cosa che necessita.

Adesso credo sia venuto il tempo di aprire la discussione sull’individuazione del terreno, perché sarebbe l’altra tappa che renderebbe irreversibile un processo che è, ripeto, necessario per il sistema sanitario delle Marche e sopratutto anche per quello della provincia di Pesaro-Urbino.

Questo è il percorso coerente.

Andando ai valori di bilancio dei beni del patrimonio immobiliare dell’Azienda San Salvatore essi sono i seguenti: patrimonio immobiliare indisponibile al 31 dicembre 2009 € 24.071.286,30; patrimonio Immobiliare disponibile sempre al 31 dicembre 2009 € 11.535.135,32; per un valore complessivo di € 35.606.421,62.

I beni facenti parte del patrimonio immobiliare disponibile dell’Azienda ospedaliera provengono da donazioni di privati effettuate al vecchio Ente ospedaliero per le quali non risultano vincoli posti dai benefattori ad eccezione della quota parte di un bene ricevuto recentemente come legato testamentario, del valore di € 534.971,00, destinato al reparto di ematologia.

Il patrimonio immobiliare dell’Ospedale civile Santa Croce deriva da trasferimenti effettuati da vari Enti in base a quanto previsto dalle normative vigenti e da realizzazioni successive di strutture sulle aree di proprietà dell’Azienda stessa. Il valore disponibile dell’immobile è il valore di bilancio pari a € 24.034.287,00 aggiornato al 31 dicembre 2008 e pari a€ 24.655.128,71 aggiornato al 30 settembre 2010.

Il processo di determinazione delle modalità di realizzazione di un centro di riferimento di eccellenza a servizio dell’Area vasta 1 ha richiesto, e tuttora richiede, continui momenti di analisi, approfondimento, confronto e valutazione. Tale processo si è svolto indipendentemente dalle scadenze elettorali. E’ un processo che abbiamo avviato all’inizio del nostro mandato e che stiamo faticosamente portando avanti, e non riguarda solo l’area nord delle Marche ma tutto il nostro sistema, e che ci ha portato a cogliere quei risultati più volte qui elencati.

L’intenzione di investire su professionisti di elevata qualità e su strumentazioni e tecnologie innovative non è mai venuta meno. Il modo migliore per garantire che tali forme di investimento possano produrre importanti risultati è anche quello di offrire la possibilità di esercitare le competenze ed utilizzare a supporto una piattaforma strutturale idonea a garantire in termini strutturali, funzionali, spaziali e ambientali le migliori condizioni di operatività. Sarebbe altrimenti inutile rivendicare qui i buoni professionisti se poi non gli si dà un contenitore stabile dentro cui stare.

Credo che queste scelte stiano pagando. Gli ultimi dati della mobilità in uscita ci dicono che dei 50 milioni di disavanzo abbiamo recuperato una trentina di milioni e si arretra ogni anno. Questo vuol dire che abbiamo imboccato la strada giusta e sulla quale dobbiamo continuare.

Quindi tale progetto sta dentro questo percorso. Naturalmente è una cosa complicata, non è facile portarla avanti, ma portarlo a compimento sta dentro l’impegno del Governo regionale

sabato 15 gennaio 2011

LA DITTATURA DELL'IGNORANZA

MInerva vittoriosa sull'ignoranza di Bartholomaeus Spranger 

La dittatura dell'ignoranza
"....Tutti desistono dal comprendere (o non riescono), ma non dal rivendicare il proprio diritto di esprimere una scelta, anche su temi dei quali non si conosce nulla..."
di Valerio Lo Monaco -
Fonte: il ribelle


Quale che sia il futuro che ci attende, a livello italiano ma anche internazionale, in merito alle prossime elezioni o meno, ma in modo ancora più generale in merito a qualunque decisione debba essere presa, la situazione è affatto buona, per non dire che è disastrosa. Ma il motivo non è solo prettamente politico o relativo ai tanti problemi che devono essere risolti in questo periodo di decadenza del nostro sistema di sviluppo e di inevitabile transizione verso un nuovo modello, un nuovo paradigma di esistenza. Il motivo è in primo luogo culturale.



Tornano attuali - è indispensabile che tornino - i temi di cultura e informazione perché in un modello di conduzione a carattere democratico, o sedicente tale, ci si deve concentrare sul comportamento delle masse. Malgrado siano pochi gruppi di persone e potere politico ed economico a governare il mondo, sono sempre le masse che hanno di fatto, sebbene potenzialmente, i numeri e la forza di poter rovesciare la situazione.







Beninteso, non è nostra intenzione, in questo caso, disquisire sul concetto di democrazia in sé, così come della falsa democrazia attuale di tipo rappresentativo nella quale siamo di fatto sudditi, e tanto meno entrare nei dettagli della prospettiva di una democrazia diretta che alcuni promuovono - noi compresi - e che porta con sé, però, tutta una serie di interrogativi ai quali bisognerà pur dare risposta, prima o poi. Possiamo operare degli accenni rapidi, ma poi è indispensabile spostare l'attenzione su un punto che è antecedente allo stesso concetto di democrazia, anzi di decisione pubblica.



Ma andiamo per ordine. Si sa - lo si sa, vero? - che la democrazia è il governo delle maggioranze. Dunque che è il governo dei numeri, non dell'eccellenza né del meglio. È, in altre parole, un governo della quantità e non della qualità. Si sa, allo stesso modo, che la declinazione rappresentativa della democrazia è sfociata nell'arroccamento degli eletti in ogni dove, nei vari palazzi, nel fare in modo di preservarsi e autoconservarsi, eliminando il problema della revoca del mandato semplicemente facendo in modo che all'eventuale sconfitta di una fazione faccia seguito la vittoria dell'altra, fino a un attimo prima all'opposizione, e poi viceversa, ma sempre all'interno di una cricca che, pur scontrandosi su alcuni temi (peraltro non fondamentali) è d'accordo almeno su un punto: evitare di allargare lo spazio ad altri che non siano essi stessi. Soluzione perfetta per rimanere allo stesso posto indefinitamente, ora al governo, ora all'opposizione, ma comunque ben saldi ai posti di comando. Gli altri, tutti gli altri, ovvero gli elettori ingannati da tale sistema, fuori. Sudditi, appunto.



Dall'altra parte, chi si fa promotore di un rovesciamento della situazione - pur necessario - e promuove la democrazia diretta, con soluzioni tutt'altro che chiare, cade, il più delle volte, in un errore grossolano che deve pur essere rilevato: ci si batte per distribuire patenti di democrazia diretta senza assicurarsi che le persone che ricevono tale patente siano davvero in grado di guidare. Problema non da poco.



Il tema è insomma chiaro, o così dovrebbe essere. E ci fa tornare al punto di partenza: cultura e informazione allo stato attuale, ovvero capacità di discernere e scegliere prima di indicare una preferenza di voto, sia essa a livello politico oppure su temi fondamentali di altro tipo, sino anche quelli relativi a questione di carattere locale.



Bisogna pure che qualcuno lo dica: a oggi, semplicemente guardandosi attorno, le masse appaiono completamente ignoranti e disinteressate a temi che abbiamo una complessità leggermente superiore al semplice sopravvivere. Del tutto inadeguate a scegliere, per il semplice motivo che ignorano i fondamenti attraverso i quali poter riflettere per scegliere. Pensare che grandi scelte politiche, strategiche, etiche, economiche e relative a ogni ambito del pubblico vengano prese grazie a preferenze di una massa che non ha la minima idea dei temi sui quali viene chiamata a esprimersi è cosa inquietante. Ma è la realtà.



Si dice che la democrazia sia il governo dell'opinione. Vero. Il punto è che opinione non è scienza. Opinione risale a possibilità mentre scienza risale a certezza. Non è la stessa cosa. È del tutto evidente che decisioni di un certo rilievo debbano essere prese avendo la competenza per poterle prendere, e da questo ne consegue che nel momento in cui tale competenza non c'è, la decisione venga presa secondo opinione percepita. Facile immaginare gli esiti di tale decisione. In democrazia, pertanto, è fondamentale l'opinione pubblica. E qui torniamo a cultura e informazione, che sono peraltro le battaglie che non a caso abbiamo scelto di condurre con tutto il progetto del Ribelle.



Allo stato attuale, più che di opinione pubblica è più corretto parlare di opinione popolare, anche se è cosa diversa, converrete.



Secondo Sartori, in un suo libro imperdibile, ovvero Homo Videns, molto dell'incapacità attuale delle masse dipende da un cambiamento antropologico veicolato dalla televisione. L'uomo, da Sapiens, è diventato Videns. Con tutto ciò che implica. Tra le tante cose, il fatto che la televisione, di gran lunga il mezzo più utilizzato dalle masse per informarsi e per recepire opinioni da far proprie, per sua stessa natura implica un impoverimento cognitivo. In primo luogo perché tutto ciò cui si viene sottoposti è legato all'aspetto video privandosi di quello dialogico. In secondo luogo perché, essendo un mezzo che ha sostituito la lettura e lo studio, viene subìto senza la possibilità di decifrare ciò che accade attraverso la chiave di lettura derivante da una impostazione culturale e analitica presente, nella popolazione colta, sino all'avvento della televisione.



Si dice che la televisione rifletta lo stato della società. Grandi Fratelli e similari ne sono la prova. Vero. Il punto è che la televisione riflette lo stato della società che essa stessa ha contribuito e contribuisce a formare. E il circolo vizioso è senza fine. Su questo punto è facilissimo essere d'accordo.



Brutalmente: nell'era della televisione (di questa televisione) la tendenza, dal punto di vista culturale, cognitivo, riflessivo, appiattisce verso il basso la capacità delle persone di sapere, conoscere, capire, e decidere con cognizione di causa.



In merito all'informazione, poi, valgano le parole di Baudrillard, quando scrive che "l'informazione, invece di trasformare la massa in energia, produce ancora più massa", che sintetizzano un tema a noi molto caro, e che abbiamo affrontato nel numero speciale del Ribelle di agosto/settembre 2009.



Non va meglio per quanto concerne internet - e anche di questo ne abbiamo parlato nei numeri precedenti della rivista - semplicemente seguendo il comportamento delle masse nella navigazione - e nella dispersione - del web.



Per usare parole di Sartori, ciò che accade è che "mentre la realtà si complica (...) le menti si semplicizzano".



I problemi più urgenti, più complessi da capire e da risolvere, e in conseguenza le scelte più delicate da fare, la massa non è in grado di affrontarli, perché essa non ha accumulato almeno una "soglia critica" di comprensione. Oltre alla maggioranza che non si interessa minimamente di ciò che è rilevante, vi è una altra grossa fetta di persone che prova a capire, ma nel momento in cui il problema si presenta un po' più complesso del solito, non avendo appunto raggiunto una soglia critica di comprensione dei fatti (e come fare, visto che l'aumento vertiginoso del consumo di televisione e ora internet spinge in basso?) semplicemente desiste. Tutti desistono dal comprendere (o non riescono), ma non dal rivendicare il proprio diritto di esprimere una scelta, anche su temi dei quali non si conosce nulla, arrogandosi il diritto ulteriore di contrapporre le proprie opinioni, recepite dai media e dagli opinion makers che su tali media passano, a ciò che esula dall'ambito delle opinioni e rientra invece nel campo delle certezze. Ovvero della scienza e della storia.



Bisognerebbe tirare fuori la pistola ogni volta in cui qualcuno pretende di utilizzare la propria opinione nel fare una scelta che implica conseguenze per tutti. Soprattutto se tale opinione fa parte del mare di quella popolare. Ma saremmo tacciati di volontà antidemocratiche. Cosa che non è, visto che invece ci impegniamo, così come tutti i nostri lettori e in senso lato (lo speriamo) gli uomini di cultura, nell'impresa titanica di reagire all'azione della televisione e dei media di massa nel cercare di spiegare e far capire nel modo più semplice possibile cosa sia realmente importante da sapere e da capire. Per essere cittadini e partecipare con cognizione di causa.

42° ANNIVERSARIO DEL SACRIFICIO DI JAN PALACH E DEI SUOI AMICI

Il 16 gennaio del 1969, nel centro di Praga, precisamente in piazza San Venceslao, un ragazzo si cosparse di benzina e si diede fuoco.

40° anniversario insieme a Diotallevi e Bassoti a Fano per ricordare Jan


Si trattava di Jan Palach, uno studente di filosofia che divenne, quel giorno, uno dei simboli più efficaci della rivolta praghese freddamente soffocata dai carri armati dell'Unione Sovietica.
Erano giornate di febbrile contestazione, con il paese ormai prossimo all’inizio del sesto mese di occupazione sovietica della Cecoslovacchia (21 agosto 1968). L’invasione, volta a frenare le tendenze democratiche del presidente del partito nazionale Alexander Dubcek ed il suo socialismo dal volto umano, venne dai russi spacciata come aiuto fraterno.
Le forze del Patto di Varsavia accorse in aiuto contavano su circa 600.000 uomini (l'unico paese che non inviò uomini fu la Romania).
Di fronte alla progressiva occupazione, il numero degli esuli cecoslovacchi iniziò a crescere velocemente, e con gli esuli cresceva anche la rassegnazione di fronte al gesto di forza e di prepotenza dell’ URSS.
In tutto il paese le molte proteste erano finite soffocate nella violenza e molti morirono negli scontri con le truppe. Il 17 aprile, tre mesi dopo il rogo, Dubcek verrà allontanato completamente dalla sua carica e sostituito dal più malleabile Husak.
Il gesto di Jan Palach era indirizzato esattamente contro questa situazione ormai divenuta stagnante.
Non fu neppure una sbagliata rinuncia a quel dono di Dio che è la vita, ebbe a dire il Vaticano.
Jan Palach portava con se una lettera, che non volle bruciasse con lui.
Venne letta subito dopo la sua morte.
"Poiché i nostri popoli sono sull'orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l'onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana.
Noi esigiamo l'abolizione della censura e la proibizione di Zprav (giornale delle forze di occupazione sovietiche). Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s'infiammerà".


Firmato: la torcia numero uno.
Altri s'immolarono come lui, almeno sette in Cecoslovacchia, ma, colpa anche della censura, le notizie che si ebbero furono assai scarse.

mercoledì 12 gennaio 2011

TAGLIO DEI VITALIZI IL PRESIDENTE SPACCA CAMBIA IDEA, ADESSO CI STA.

La disponibilità del Presidente Spacca a tagliare i vitalizi dei consiglieri regionali ( come riporta l'Ansa:''Con un po'' piu'' di coraggio, il taglio dei vitalizi dei consiglieri regionali si fara'': anzi, se il Governo varera' una manovra correttiva, che si preannuncia da 40 miliardi di euro, saremo costretti a tagliare da subito, non dalla prossima legislatura'')a pochi giorni dal voto contrario del consiglio regionale (fatti salvi D'Anna, Binci, Marangoni,Marconi) sullo stesso argomento è un'apertura importante.

Per chi si batte in quella direzione come il collega Binci che ha presentato un emendamento al bilancio in sintonia con la Proposta di legge D'Anna per l'abolizione dei vitalizi dei Consiglieri regionali è un importante risultato . Sulla vicenda del taglio ai vitalizi ben 2404 persone hanno aderito alla proposta di D'Anna su facebook
Spacca ammette che "siamo in ritardo" sarebbe facile fare polemica sulle responsabilità. Non ci interessa. C'è una proposta di legge già presentata da sottoscritto. Spinga il Presidente affinchè venga subito valutata dalla commissione competente e alltrettanto velocemente venga votata in Consiglio Regionale. Non sarà chi ha avanzato convintamente la proposta a farsi indetro.

martedì 11 gennaio 2011

OSPEDALE UNICO LE MEZZE RISPOSTE DI MEZZOLANI.

“ Per l'Ospedale Unico si prevede di utilizzare le risorse messe a disposizione dallo Stato attraverso la sottoscrizione di Accordo di programma, oltre a risorse regionali derivanti dalle alienazioni dei beni patrimoniali appartenenti al SSR.”



Così Mezzolani in risposta ad una delle 13 domande poste attraverso un'interrogazione dal Vice Presidente della Commissione Sanità D'Anna, sull'Ospedale Unico.



“Adesso- commenta D'Anna- sappiamo che fine faranno gli oltre 24 milioni di euro del valore disponibile dell'Ospedale Santa Croce. Soldi di Fano che , sembra oramai certo, serviranno per costruire l'Ospedale Unico a Pesaro dove il sindaco ha già individuato una serie di aeree di cui una in particolare quella di Muraglia è già inserita nel Piano Regolatore con destinazione struttura sanitaria.”



Sul futuro delle attuali strutture degli Ospedali di Fano e Pesaro Mezzolani è rimasto sul vago, anche se ha dichiarato che non necessariamente avranno una destinazione sanitaria.



Uno più uno non può che fare due. Servono soldi per il nuovo ospedale, quelli che mancano si ottengono da alienazioni. Tutto scritto.



Com'era scritto nel verbale della seduta dell'incontro con gli assessori Mezzolani e Pietro Marcolini della commissione Sanità nella scorsa legislatura giovedì 23 luglio 2009, prima che si votasse la legge sugli ospedali riuniti Marche Nord. A pagina 4 di quel verbale troviamo una dichiarazione di Mezzolani che così recita:” A nord (provincia di PU) si tratta di rafforzare l'Azienda che già c'è (San Salvatore) perché così com'è non avrebbe nemmeno le caratteristiche e la forza per andare avanti”.

Tutto chiaro, tutto scritto, tutto certificato. A pagarne le spese Fano, le vallate del Metauro e del Cesano. Quelle realtà che pur disponendo degli ospedali di Fano, Fossombrone e Pergola e un numero maggiore di abitanti, rispetto a Pesaro specie dopo la dipartita di Novafeltria, hanno dovuto soccombere ad un'operazione mirata sopratutto a tutelare la sanità Pesarese.

lunedì 10 gennaio 2011

ABOLIZIONE VITALIZI, D'ANNA: S'ALLARGA IL FRONTE.

LISTE CIVICHE; PROTESTA CONTRO VITALIZI A GENNAIO (ANSA) - ANCONA, 10 GEN - Si terra' entro gennaio la manifestazione regionale contro ''i privilegi economici dei consiglieri regionali marchigiani'' voluta da un comitato promotore istituito dalle Liste Civiche delle Marche. Una protesta, spiega Italo Campagnoli, coordinatore delle Liste, che non riguarda solo ''lo scandaloso vitalizio-pensione, di cui i consiglieri godono al raggiungimento dei 60 anni e con solo cinque anni di contributi versati, ma anche i loro stipendi faraonici, cui non intendono rinunciare neppure in parte''. Le Liste Civiche incassano l'adesione dei consiglieri Massimo Binci (Sel) e Giancarlo D''Anna (Pdl), e ricordano a tutti gli altri che la loro ''indifferenza nei confronti dei sacrifici a cui sono chiamati i normali cittadini, da loro rappresentati e amministrati, non passera'' inosservata''. Tra le associazioni e organizzazioni politiche che hanno aderito via web ci sono il Movimento RadicalSocialista, la Consulta Laica Marche, Fano dei Quartieri, Teatro Le Ombre, Festa Democratica Fano, Liberi x Pesaro, Voce alla Citta' Tolentino. Probabilmente, conclude Campagnoli, la manifestazione spaventa qualcuno, ''se si e'' arrivati ad oscurare il nostro appello su Facebook: motivo in piu'' per non concedere nulla''

SANITA' OSPEDALE E CRI BATTAGLIA DI D'ANNA IN CONSIGLIO

La manifestazione a difesa dell'Ospedale Santa Croce
Al primo punto all'ordine del giorno del consiglio regionale di domani un'interrogazione del Vice Presidente della Commissione Sanità D'Anna.
Domande che vogliono fare chiarezza su un percorso poco trasparente verso l'Ospedale Unico. D'Anna che difende da sempre la struttura di Fano e per la quale ha organizzato in passato una partecipata manifestazione è anche preoccupato per gli investimenti futuri della Sanità. Il Piano Socio Sanitario 2010-2012 infatti prevede " potenziamento e concentrazione dell'alta specialità presso l'Azienda Ospedali Riuniti di Ancona, come pure centro di riferimento regionale per il paziente fragile, ricerca e innovazione con particolare attenzione alla medicina molecolare e alla medicina predittiva sempre ad Ancona. Per la Provincia di PU solo e semplicemente " la copertura del bisogno di cura al livello minimo di area vasta."Tutte le promesse sul rilancio della Sanità del nord delle Marche s'infrangono sui documenti programmatori che ancora una volta riversano su Ancona quasi tutte le risorse.
Sempre domani un'altra interrogazione molto importante che riguarda la Croce Rossa penalizzata nei mesi scorsi da un bando poco trasparente e più di recente da una modifica della legge 13.

domenica 9 gennaio 2011

L'élite mondiale controlla ormai tutte le ricchezze del mondo

di The Economic Collapse Blog - 08/01/201
Al giorno d’oggi la ricchezza mondiale è più concentrata nelle mani di una élite di quanto lo sia mai stata nella storia moderna.



Un tempo la maggior parte della popolazione sul pianeta sapeva come coltivare i propri alimenti, allevare i propri animali e prendersi cura di sé. Non c’erano molte persone favolosamente ricche, ma c’era una certa dignità nell’avere un pezzo di terra che potevi chiamare tuo, o nell’avere un’abilità che potevi far fruttare.



Tristemente, nelle ultime decine di anni, una percentuale sempre maggiore di terre coltivabili è stata inghiottita da grosse corporation e da governi corrotti. Centinaia di milioni di persone sono state cacciate dalle proprie terre verso aree urbane sempre più dense.



Nel frattempo, è diventato sempre più difficile avviare un’attività propria, dal momento che poche monolitiche corporation globali hanno iniziato a dominare quasi ogni settore dell’economia mondiale. Così, un numero sempre maggiore di persone nel mondo è stata obbligata a lavorare per “il sistema” per riuscire appena a sopravvivere. Allo stesso tempo, coloro che sono al vertice della catena alimentare (l’élite) hanno impiegato decenni per implementare il sistema in modo da assicurarsi nelle proprie tasche porzioni sempre più vaste di ricchezza.



E così oggi, nel 2010, abbiamo un sistema globale in cui pochissime persone al vertice sono assurdamente ricche, mentre circa metà della popolazione di questo pianeta è irrimediabilmente povera.



Ci sono davvero poche nazioni nel mondo che non siano state quasi interamente saccheggiate dall’élite globale.



Quando l’élite parla di “investire” nei paesi poveri, ciò che intende veramente è prendere possesso delle terre, dell’acqua, del petrolio e delle altre risorse naturali. Grosse corporations globali stanno oggi spogliando dozzine di nazioni in tutto il mondo di favolose quantità di ricchezza, mentre la maggior parte della popolazione di quelle nazioni continua a vivere in un’abietta povertà. Nel frattempo, i politici al vertice di quelle nazioni ricevono ingenti doni per poter perpetrare il saccheggio.



Quello che quindi abbiamo nel 2010 è un mondo dominato da una minuscola manciata di persone ultraricche al vertice che posseggono una quantità incredibile di beni reali, un gruppo più numeroso di “manager intermedi” che fa funzionare il sistema per l’élite globale (e che è pagato veramente bene per farlo), centinaia di milioni di persone che fanno il lavoro richiesto dal sistema, e diversi miliardi di “inutili avventori” di cui l’élite globale non ha bisogno alcuno.



Il sistema non è stato progettato per elevare il tenore di vita dei poveri. Né per promuovere la “libera impresa” e la “competizione”. L’élite intende piuttosto accaparrarsi tutta la ricchezza e lasciare il resto di noi schiavi del debito o della povertà.



Quello che segue è un elenco di 20 dati statistici che provano il continuo accentramento di ricchezza nelle mani dell’élite globale, lasciando la maggior parte del resto del mondo in povertà e miseria.







1.Secondo la UN Conference on Trade and Development (Conferenza dell’ONU su Commercio e Sviluppo), il numero di “paesi meno sviluppati” è raddoppiato negli ultimi 40 anni.

2.I “paesi meno sviluppati” hanno speso 9 miliardi di dollari per importazioni di alimenti nel 2002. Nel 2008 questa cifra è salita a 23 miliardi di dollari.

3.Il reddito medio pro-capite nei paesi più poveri dell’Africa è sceso a 1/4 negli ultimi 20 anni.

4.Bill Gates ha un patrimonio netto dell'ordine dei 50 miliardi di dollari. Ci sono circa140 paesi al mondo che hanno un PIL annuo inferiore alla ricchezza di Bill Gates.

5.Uno studio del World Institute for Development Economics Research (Istituto Mondiale per la ricerca sull’economia dello sviluppo) evidenzia che la metà inferiore della popolazione mondiale detiene circa l’1% della ricchezza globale.

6.Circa 1 miliardo di persone nel mondo va a dormire affamato ogni notte.

7.Il 2% delle persone più ricche detiene più della metà di tutto il patrimonio immobiliare globale.

8.Si stima che più dell’80% della popolazione mondiale vive in paesi dove il divario fra ricchi e poveri è in continuo aumento.

9.Ogni 3,6 secondi qualcuno muore di fame, e 3/4 di essi sono bambini sotto i 5 anni.

10.Secondo Gallup, il 33% della popolazione mondiale dice di non avere abbastanza soldi per comprarsi da mangiare.

11.Mentre stai leggendo questo articolo, 2,6 miliardi di persone nel mondo stanno soffrendo per mancanza di servizi sanitari di base.

12.Secondo il più recente “Global Wealth Report” di Credit Suisse, lo 0,5% di persone più ricche controlla più del 35% della ricchezza mondiale.

13.Oltre 3 miliardi di persone, quasi la metà della popolazione mondiale, vive con meno di 2 dollari al giorno.

14.Il fondatore della CNN, Ted Turner, è il più grande proprietario terriero privato negli Stati Uniti. Oggi, Turner possiede circa 2 milioni di acri [più di 8.000 Km quadrati - NdT] di terra. Questa quantità è maggiore dell’area del Delaware e di Rhode Island messe assieme [come l’intera superficie dell’Abruzzo - NdT]. Turner peraltro invoca restrizioni governative per limitare a 2 o meno figli per coppia nell’ottica di un controllo della crescita demografica.

15.400 milioni di bambini nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile.

16.Circa il 28% dei bambini dei paesi in via di sviluppo sono considerati malnutriti o hanno una crescita ridotta a causa della malnutrizione.

17.Si stima che gli Stati Uniti detengano circa il 25% della ricchezza totale del mondo.

18.Si stima che l’intero continente africano possegga solo l’1% della ricchezza totaledel mondo.

19.Nel 2008 circa 9 milioni di bambini sono morti prima di compiere i 5 anni. Circa 1/3 di tutte queste morti è dovuto direttamente o indirettamente a scarsità di cibo.

20.La famiglia di banchieri più famosa al mondo, i Rothschild, ha accumulato montagne di ricchezza mentre il resto del mondo è stato intrappolato nella povertà. Ecco cosa afferma Wikipedia a proposito delle ricchezze della famiglia Rothschild:





Si è sostenuto che nel corso del 19° secolo, la famiglia possedeva di gran lunga il più grande patrimonio privato del mondo, e di gran lunga la più grande fortuna nella storia moderna.



Nessuno sembra conoscere esattamente quanta ricchezza posseggano i Rothschild oggi. Dominano il sistema bancario in Inghilterra, Francia, Germania, Austria, Svizzera e molte altre nazioni. È stato stimato che la loro ricchezza aveva un valore di miliardi [di dollari] già alla metà dell’800. Senza dubbio la quantità di ricchezza detenuta oggi dalla famiglia è qualcosa di inimmaginabile, ma nessuno lo sa con certezza.



Nel frattempo, miliardi di persone nel mondo si stanno chiedendo come far saltar fuori il loro prossimo pasto.



A questo punto, molti lettori vorranno discutere di quanto è orribile il capitalismo e di quanto meravigliosi siano il socialismo e il comunismo.



Ma il problema non è il capitalismo e come abbiamo visto innumerevoli volte nei decenni passati, la proprietà statale delle imprese non costituisce soluzione a nulla.



Ciò che abbiamo nel mondo oggi non è capitalismo. È piuttosto qualcosa di più vicino al “feudalesimo”. L'élite è costituita da “uomini-monopolio” che sfruttano la loro incredibile ricchezza e potere per dominare il resto di noi. Di fatto, è stato John D. Rockefeller ad affermare: “La competizione è peccato”.



Sarebbe bellissimo se vivessimo in un mondo in cui chi vive in povertà fosse incoraggiato a intraprendere una propria attività agricola, a crearsi un lavoro e costruirsi una vita migliore.



Invece le cose vanno nella direzione opposta. La ricchezza diventa sempre più concentrata nelle mani di pochissimi, e il ceto medio ha iniziato a venire eliminatoanche nelle nazioni benestanti come gli Stati Uniti.



Risulta che l’élite globale ha deciso che non ha realmente bisogno di così tante e costose “api operaie” statunitensi dopo aver spostato oltreoceano migliaia di fabbriche e milioni di posti di lavoro.



Nel frattempo gli statunitensi sono così distratti da Ballando sotto le stelle, da Lady Gaga e dalla propria squadra sportiva da non rendersi conto di cosa sta accadendo.



Non c'è alcuna garanzia sul fatto che gli Stati Uniti saranno prosperi per sempre. Oggi, un numero record di statunitensi vive già in povertà. Il reddito medio familiare è calato lo scorso anno ed è calato anche lo scorso anno rispetto a quello precedente.



Quindi svegliamoci. Gli Stati Uniti si stanno integrando in un sistema economico globale dominato e controllato da una élite spropositatamente ricca. A costoro non interessa che tu abbia da pagare il mutuo e che tu desideri mandare tuo figlio all'università. Ciò che interessa loro è accumulare quanto più denaro possibile per sé stessi.



L’avidità sta correndo rampante attorno al pianeta e il mondo sta diventando un luogo molto molto freddo. Sfortunatamente, a meno di eventi davvero drammatici, i ricchi stanno solo diventando più ricchi, e i poveri stanno solo diventando più poveri.



Fonte originale: The Economic Collapse Blog / Traduzione a cura di: Eileen Morgan / Fonte: ilporticodipinto.it

sabato 8 gennaio 2011

Il futuro dei nostri figli appaltato agli indovini.

Un tipo di consumo ha attraversato la crisi senza problemi, e si impenna sempre in queste prime settimane dell’anno: quello di responsi di maghi e indovini. A cosa mai è dovuto questo successo?

I commentatori che se lo chiedono faticano a coniugare l’irrazionalità di queste aspettative con lo sviluppo tecnico e scientifico elevato del nostro stile di vita. Il fatto è che dietro al consumo di oracoli c’è una domanda antichissima e urgente, a cui nessuno oggi risponde: chi sono io?

Chi consulta indovini ed astrologi cerca inconsciamente di vedere, nascosto nelle notizie su cosa accadrà, qualcosa di più profondo che riguarda l’identità personale: che tipo sono, cos’è che davvero mi piace, e, quindi, cosa devo fare per ottenerlo?

Queste domande vengono rivolte a detentori di saperi più o meno esoterici, come anche a psicologi, preti e medici, semplicemente perché le persone non sono più abituate a porsele direttamente, cercando di impegnarsi a rispondere attraverso l’esame e il riconoscimento dei diversi aspetti della propria vita.

In passato, il mettere l’allievo in grado di rispondere alla domanda: chi sono io, è stato, da Socrate in poi, al centro dell’esperienza educativa nel mondo occidentale. Ogni ceto sociale ed ogni cultura nazionale o regionale ha cercato di rispondervi a proprio modo.

Il buon maestro, come il bravo genitore, era chi aiutava l’allievo, o il figlio, a rispondere a questa domanda attraverso il lavoro di auto riconoscimento, parte essenziale dell’educazione. In essa, l’allievo sviluppava il senso di sé, la percezione di essere portatore di qualcosa che gli apparteneva, e che doveva curare e nutrire, o affermare e di difendere se minacciato.

Il sé raccoglie aspetti diversi secondo la personalità e biografia personale: fisici, come il corpo; psicologici, come il carattere, gli affetti; valoriali, come le cose in cui crediamo; antropologici, come la famiglia e la cultura di appartenenza. Elementi caratteristici del senso di sé sono l’affermazione personale, la difesa, l’istinto di conservazione.

Il filosofo Friedrich Nietzsche li riassunse nel termine: “volontà di potenza”, spinta vitale comune ad ogni essere vivente, umano, animale o vegetale, come dimostra lo stelo d’erba che cercherà poi di diventare ciuffo, allargando il proprio spazio originario e nutrendo gli altri steli cui ha dato origine.

Oggi né maestri né genitori aiutano più i giovani a riconoscere un “senso di sé”, insegnando loro a raccogliere le informazioni che gusti, successi, insuccessi e passioni forniscono col passare del tempo e delle esperienze. L’accento non è più sul chi sono io, ma sul come dovrei essere.

Nel frattempo l’indebolimento del corpo e dei sensi, non più impegnati in attività pratiche, la crescente dipendenza dagli altri e dai modelli collettivi, il prevalere nel tempo libero del guardare sul video (di computer, tv, videogiochi) immagini e proposte preconfezionate, giocano contro una positiva affermazione e sviluppo del senso del sé, contenitore della stessa spinta (o istinto) vitale dell’individuo. A questo senso per certi versi antico e primordiale, che l’educazione tradizionale completava con informazioni su chi siamo e cosa possiamo fare, il modello culturale dominante ha sostituito il ricevere passivamente informazioni uguali per tutti, e modelli di comportamento predisposti. Il risultato è che l’individuo, non ha più, spesso, spinte e obiettivi personali, e non sa chi veramente egli sia. Genitori e educatori non sono più abituati a dirglielo, e neppure se lo chiedono. Non stupiamoci se lo domanderà a un indovino.
di Claudio Risé - 07/01/2011


venerdì 7 gennaio 2011

LA BATTAGLIA PER L'ABOLIZIONE DEL VITALIZIO DEI CONSIGLIERI REGIONALI S'ALLARGA.



D'ANNA, CIVICHE BENVENUTE IN BATTAGLIA SU VITALIZI (ANSA) - ANCONA, 6 GEN - Ha raggiunto quota 2.349 visite il gruppo su Facebook creato dal consigliere regionale Giancarlo D'Anna con il titolo ''Aboliamo i vitalizi ai consiglieri regionali delle Marche''. Un gruppo - ricorda D'Anna - in sintonia con la proposta di legge da lui presentata per abolire il vitalizio ai consiglieri regionali da lui presentata. D'Anna ha condotta una ''vivace battaglia'' in consiglio regionale a fianco di massimo Binci del Sel, firmatario di un emendamento al bilancio con la stessa finalita'. Una battaglia ''che ha visto una difesa trasversale del privilegio che consente ad un consigliere regionale delle Marche di ottenere un vitalizio-pensione allo scadere del sessantesimo anno di eta' con solo 5 anni di trattenute''. ''Se oggi le Liste Civiche delle Marche vogliono unirsi a questa battaglia sono le benvenute - aggiunge -, le invito a fare pressione affinche' nel piu' breve tempo possibile vada in commissione e immediatamente dopo al voto in consiglio regionale la mia proposta di legge, che e' molto simile a quanto stato  votato e approvato in Emilia Romagna''.

mercoledì 5 gennaio 2011

FANO E IL LISIPPO PRIMO CAPITOLO DI UN LIBRO INCHIESTA NEGLI U.S.A.

Jason Felch a Fano
sit in a Pesaro
LISIPPO: GLI ''SCANDALI'' DEL GETTY IN LIBRO CRONISTA USA JASON FELCH (LOS ANGELES TIMES) DEDICA CAPITOLO A STATUA FANO (ANSA) - PESARO, 5 GEN - Avra' quasi certamente anche una traduzione italiana il libro sugli ''scandali''della Fondazione Getty che il giornalista del Los Angeles Times Jason Felch pubblichera' in primavera negli Stati Uniti. Il volume si apre con un capitolo dedicato alla statua dell'Atleta Vittorioso, attribuita a Lisippo, ripescata a Fano nel 1964 e acquistata dal Museo Getty di Los Angeles dopo un espatrio clandestino. Felch, ricorda il consigliere regionale fanese Giancarlo D''Anna (Pdl), visito' Fano su suo invito e condusse ricerche e interviste per il volume. ''Il Los Angeles Times - sottolinea il consigliere - e' stato una pedina importante nella campagna per la restituzione dei reperti italiani di proprieta'' del Getty''. ''Alcuni sono lungo la via del ritorno, altri come il Lisippo, attendono l'ultima decisione della Cassazione, a marzo''. Con Alberto Berardi, D'Anna condivide ''la preoccupazione per il luogo in cui ospitare il capolavoro greco, e' ora di mettere mano al problema''