domenica 31 agosto 2008

"LA LEGGE ELETTORALE FA SCHIFO E VA CAMBIATA"



Il Presidente della Regione Veneto riapre il dibattito sulla legge elettorale: dicci come la pensi partecipando al sondaggio di questo blog.

L.ELETTORALE: GALAN, FA SCHIFO E VA CAMBIATA
(ANSA) - CORTINA D'AMPEZZO (BELLUNO), 31 AGO - ''Questa legge elettorale va cambiata, fa schifo''. Lo ha detto a ''Cortinaincontra'' Giancarlo Galan, presidente della Regione Veneto, durante un incontro con l'editorialista Enrico Cisnetto. ''A noi - ha continuato Galan - arrivarono le liste dei candidati alla mezzanotte dell'ultimo giorno disponibile, in modo da non poter neanche dire una parola su queste candidature. Con questo sistema il deputato o senatore non ha nessun rapporto con il territorio, non deve prendere preferenze, deve solo prendere benemerenze con chi decide le liste a Roma''. ''Alla fine, le liste della PdL in Veneto - ha sottolineato - sono risultate decenti solo perche' c'era Ghedini con la sua autorevolezza a trattare con Berlusconi''.
ANCHE L'UDC CHIEDE IL RIPRISTINO DELLE PREFERENZE
Cagliari, 1 set. - L'Udc raccogliera' anche in Sardegna le firme a sostegno della proposta di legge nazionale per reintrodurre il voto di preferenza per le elezioni della Camera dei deputati. Dopo analoghe iniziative nelle maggiori spiagge italiane, dalla prossima settimana si aprira' nell'isola la sottoscrizione popolare, con l'obiettivo dichiarato di superare le 50.000 firme necessarie entro la fine del mese. Poi la proposta sara' presentata in Parlamento. "Reintegrando le preferenze", ha detto il segretario regionale dell'Udc, Giorgio Oppi, che stamane ha illustrato alla stampa l'iniziativa assieme ai consiglieri e dirigenti del partito, "restituiremo ai cittadini la possibilita' di scegliersiil rappresentante nelle istituzioni". Negli sforzi per modificare l'attuale sistema, il partito di Casini ha rivolto un appello non solo agli alleati naturali del centrodestra, ma anche al Psd'Az e allo Sdi. "E' piu' che mai importante coinvolgere nell'iniziativa quanti la pensano come noi", ha sottolineato il leader dell'Udc sardo, che ha anche criticato le scelte "dall'alto" delle ultime consultazioni nazionali, con parlamentari non sardi eletti nell'isola. "Se ci fosse stata la possibilita' di esprimere una preferenza", ha specificato Oppi, "i loro consensi sarebbero stati certamente inferiori. Non mi sembra che, finora, nessuno di questi eletti nell'isola 'per grazia ricevuta' abbia fatto qualcosa per la Sardegna". Anche per il capogruppo dell'Udc in Consiglio regionale, Roberto Capelli, "le liste vanno fatte dai partiti, ma l'elezione spetta ai cittadini per evitare scelte nefaste".

venerdì 29 agosto 2008

MOZIONE IN REGIONE CONTRO IL MASSACRO DEI CRISTIANI IN INDIA


Presentata dal Gruppo di A.N. verso il PdL, su proposta di Giancarlo D'Anna la seguente mozione sui gravi fatti dell'Orissa :


L’Assemblea Legislativa delle Marche
PREMESSO
CHE Secondo p. Kanjamala, Professore universitario di Mumbay (già Bombay) da anni vi è un piano per cancellare i cristiani dell’Orissa ,(stato dell’India), e soprattutto quelli del distretto di Kandhamal (dove sono avvenute le maggiori atrocità), cresciuti in questi anni fino al 5% della popolazione.
CHE Conversioni, sviluppo, emancipazione di tribali e paria si scontrano con il conservatorismo dell’Hindutva.
CHE il governo dell’Orissa,è sempre più esplicitamente connivente con il pogrom in atto contro le comunità dei fedeli;
CHE Il 24 dicembre 2007, mentre i cristiani si preparavano a celebrare la nascita di Gesù, Swami Laxmanananda Saraswati, membro di un’organizzazione fondamentalista indù (Vishwa Hindu Parishad) e i suoi accoliti hanno attaccato e distrutto molte chiese e cappelle, ferendo e lasciando senza casa un gran numero di cristiani nel distretto di Kadhamal (Orissa).
CHE Gli attacchi simultanei e senza freno a 35 centri cristiani dell’Orissa mostrano che vi era un piano organizzato. Tutti gli attacchi erano diretti contro i cristiani e le loro istituzioni. La folla furiosa, cercando vendetta per l’assassinio del loro Guru, ha distrutto con una bomba il centro pastorale di Bhubaneshwar. Un prete e una suora che vi lavoravano sono stati picchiati, denudati e fatti sfilare in pubblico per vergogna. Altri 4 sacerdoti sono stati battuti in modo pesante e uno di loro è in condizioni critiche nell’ospedale di Sambalpur, con ferite e ustioni gravi.
CHE A Burgarh, un orfanotrofio tenuto da cristiani è stato distrutto; una ragazza cooperatrice, Rajni Maji, è stata arsa viva e uccisa. Un gran numero di chiese, cappelle, conventi, ospedali, dispensari, veicoli sono stati attaccati e distrutti. Alcune suore sono state avvertite in tempo e sono riuscite a fuggire nella jungla o nel vicino stato di Chhattisgar. Alcuni laici hanno perso la vita, mentre migliaia sono fuggiti nelle foreste e almeno 200 case sono state incendiate. I radicali indù hanno perfino sfidato il coprifuoco imponendo il loro sciopero in tutto lo Stato, mettendo il governo in ginocchio. Il numero ufficiale di 20 morti, riportato nei media – sotto controllo – è totalmente falso.
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CHE mons. Raphael Cheenath, arcivescovo di Bhubaneshwar, esprimendo il pensiero di tutti I cristiani, ha condannato con forza queste uccisioni violente e codarde e ha chiesto a tutti pace e armonia.
CHE Una delegazione cristiana, guidata dall’arcivescovo di Delhi, mons. Vincent Concessao, ha presentato un memorandum al ministro degli Interni.
CHE Per protestare contro le violenze ed esprimere solidarietà ai cristiani dell’Orissa, tutte le scuole cattoliche dell’India rimarranno chiuse il 29 agosto.
L’Assemblea Legislativa delle Marche
PREOCCUPATA
per l’ondata di violenza nei confronti dei cristiani in atto in India nello stato dell’Orissa

ESPRIME
Solidarietà alle vittime degli attacchi di estremisti indù
CONDANNA
I gravi episodi di violenza che hanno visto vittime i cristiani del luogo


IMPEGNA IL PRESIDENTE della Giunta
Ad attivarsi immediatamente e con forza presso il Governo Italiano per invitarlo ad esprimere una ferma protesta verso il governo indiano per quanto accaduto e per sollecitare le autorità religiose e politiche indiane di adoperarsi affinché si fermi ogni violenza nei confronti dei cristiani.

giovedì 28 agosto 2008

TIBET: NEPAL, POLIZIA ARRESTA 120 TIBETANI




(ANSA) - NEW DELHI, 28 AGO - La polizia nepalese ha arrestato 120 tibetani che manifestavano dinanzi all'ambasciata cinese a Kathmandu. E' da marzo, da quando sono cominciati i moti di Lhasa, che i tibetani in Nepal manifestano quotidianamente contro i cinesi e la loro occupazione del Tibet. Con striscioni, bandiere e gridando ''Tibet libero'', ''Via la Cina dal Tibet'', i manifestanti si sono ritrovati dinanzi all'ambasciata cinese. Immediata la reazione della polizia, arrivata sul posto con cellulari e pullmini. Gli agenti hanno usato anche i bastoni per disperdere la folla. Sono oltre 2000 i tibetani che vivono in Nepal. Il governo di Kathmandu ha vietato qualsiasi manifestazione anticinese. Le misure restrittive contro i tibetani si sono fatte piu' stringenti con la vittoria dei maoisti e la salita al governo di Prachanda, l'ex capo dei ribelli, divenuto primo ministro. Prachanda ha stretto ancora di piu' i rapporti del suo paese con la Cina, tanto da decidere di fare a Pechino, in occasione della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi, il suo primo viaggio da capo del governo. Anche i giornali nepalesi, che difficilmente si mettono contro il governo, non riportano quasi mai di manifestazioni anticinesi.

NON C'E' PACE NEMMENO PER I DEFUNTI


Camera mortuaria dell’Ospedale Santa Croce ancora da ultimare.
Sembra una storia infinita quella dell’obitorio dell’Ospedale Santa Croce di Fano. In passato si discuteva su di chi fosse la competenza tra ASL e Comune. Poi dopo alcune interrogazioni ed una denuncia alla Procura della Repubblica, che presentai da consigliere comunale, ci fu maggiore chiarezza. Compito dell’ASL, oggi ASUR, quello della gestione dell’obitorio. Conseguentemente ogni ampliamento, come quello che negli anni si è reso indispensabile era ed è a suo carico.I lavori sono iniziati da tempo, troppo tempo, e nonostante la consegna del manufatto sarebbe dovuta avvenire entro gennaio scorso ( come risulta dal tabellone esposto su via Metauro) a tutt’oggi il cantiere non è ancora chiuso e i lavori sono da ultimare. Tutto ciò nonostante sia evidente la necessità di spazi adeguati per ospitare degnamente defunti e quanti vogliono dargli l’ultimo saluto. L’ennesimo appello lo rivolgiamo con profonda amarezza ai responsabili della Sanità regionale e al Direttore dell’Asur n.3 affinché si ponga fine a questa decennale attesa nel più breve tempo possibile

mercoledì 27 agosto 2008

CINA Il duro autunno economico del “dopo-Olimpiadi”


Le Olimpiadi hanno trainato poco l’economia cinese, ma il governo vi ha posposto gravi decisioni, per contenere l’inflazione ed evitare proteste sociali. Ora la Cina deve affrontare problemi strutturali della produzione, quali crescenti costi di energia e materie prime e minore esportazione. Il parere di esperti.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina ha speso oltre 29 miliardi di euro e impegnato 7 anni per le Olimpiadi. Ora che si constata che hanno trainato “poco” l’economia, tutti si chiedono cosa avverrà dopo il 24 agosto, spenta la fiamma olimpica, a un’economia cinese che ha rinviato a “dopo” i Giochi l’affronto di problemi strutturali.
I miliardi spesi per le opere dei Giochi costituiscono meno dell’1% della spesa 2007 per strade, ponti, fabbriche, e hanno beneficiato soprattutto Pechino, che rappresenta il 3,6% dell’economia nazionale. Seppure per pochi anni, le Olimpiadi hanno creato a Pechino 1,5 milioni di posti di lavoro, per la gran parte a salariati migranti, già cacciati dalla città, che potranno essere “assorbiti” in futuro in altri progetti, come l’Expo di Shanghai del 2010, bisognosa di lavoratori a basso prezzo.
I crescenti costi di lavoro, energia, materie prime e il rafforzamento dello yuan mettono in difficoltà le grandi imprese specie quelle del Delta del Fiume delle Perle, a sud, abituate a invadere i mercati esteri grazie ai bassi prezzi dei prodotti. In apparenza l’economia cinese è solida: il prodotto interno lordo è cresciuto dell’11,9% nel 2007 e si prevede avanzi del 9,9% nel 2008.
Ma l’export è aumentato “solo” del 22% nei primi 6 mesi del 2008, rispetto al +28% del primo semestre 2007, e i profitti per le imprese sono cresciuti del 21% nei primi 5 mesi del 2008: la metà del 2007. Soprattutto: la borsa di Shanghai ha perso il 60% da ottobre 2007, dopo che era cresciuto del 130% nel 2006 ed era raddoppiata nel corso del 2007. Oggi ha ceduto un altro 2,6% per le perdite dei settori bancario e immobiliare, che pure per anni hanno garantito profitti notevoli; dall’inizio dei Giochi essa ha perso oltre il 10% , segno che non c’è fiducia in un’ulteriore espansione: nella zona centrale di Pechino, ad esempio, sono sfitti almeno un terzo degli uffici.
Certo, ciò dipende anche dal rallentamento dell’economia mondiale, specie degli Stati Uniti che, ad esempio, negli anni scorsi hanno comprato circa il 40% dei 15,6 miliardi di euro di mobilia esportata: ora i produttori cinesi lamentano che gli ordini diminuiscono o, addirittura, molti importatori non pagano con regolarità.
Wang Yiming, vicedirettore della Commissione per lo sviluppo nazionale e la riforma, organo leader per la macroeconomia, osserva che “le basi dell’economia [cinese] non cambieranno dopo le Olimpiadi”, perché la produzione del Paese è tale che l’intero sforzo olimpico ne ha costituito solo una frazione. Ma il problema è che ora lo Stato non potrà più rinviare l’affronto di problemi strutturali.
Lo Stato vende petrolio ed energia sottocosto, tiene stabili i prezzi di molte materie prime e pratica una politica di sussidi ed esenzioni fiscali alla produzione. Tutti ritengono che lo ha fatto anche per contenere l’inflazione ed evitare proteste prima dei Giochi, ma non può proseguire. Proprio oggi la State Grid Corp. of China, maggiore delle 2 ditte statali monopoliste della fornitura energetica regionale, ha chiesto un aumento delle tariffe dell’energia, facendo presenti i forti costi: 73,6 miliardi di yuan (7,36 miliardi di euro) solo per il ripristino della rete di distribuzione elettrica dopo le tempeste di neve di gennaio; investimenti previsti di 1,2 trilioni dal 2006 al 2010 per coprire la crescente richiesta. Anzi, la ditta chiede che sia “introdotto un sistema scientifico e stabile per adeguare i prezzi dell’energia e di lasciarne la determinazione alle scelte di distributori e consumatori per assicurare un sano sviluppo dell’industria”. Del tutto insufficiente è l’aumento medio deciso ieri da Pechino di 2 fen (centesimi di yuan) per chilowattora (pari al 5,3%), che diventa di 2,5 fen in zone come Shanghai, Guangdong, Zhejiang dove maggiore è il costo del carbone. Esperti, come Li Xiaolin vicepresidente della China Power International Development, dicono che ci vorrebbe un aumento ben più che doppio, solo per coprire i recenti aumenti del costo del carbone.
Ieri Wang Huisheng, presidente della State Development and Investment Corp., maggiore holding statale, ha annunciato l’intenzione di Pechino di vendere a privati le partecipazioni “non strategiche” in molte aziende statali, vendita che presuppone che le ditte seguano le leggi di mercato e producano in attivo: si parla di trasporti, infrastrutture e agricoltura, meno probabile per energia e risorse naturali.
Un aumento di prezzi di energia e carburante e l’eliminazione dei prezzi imposti per alimenti e materie prime rinforzerebbe però l’inflazione, già elevata, con conseguente necessità di incremento dei salari, in una spirale pericolosa. L’inflazione per i prezzi al consumo, giunta all’8,7% a febbraio, è scesa a luglio al 6,3%, ma assai maggiore è l’aumento dei costi per la produzione (+ 10% a luglio), che le imprese dovranno presto traslare sui consumatori. L’inflazione spaventa i leader cinesi, consapevoli che la gran parte delle circa 80mila proteste di massa che ogni anno esplodono dipendono da malcontento per la situazione economica, che ha privilegiato le grandi ditte e gli interessi dei leader locali, a detrimento della popolazione minuta.
Per questo Pechino sa che occorre “ripensare” l’intero modello di sviluppo. (PB)

martedì 26 agosto 2008

VIA DELLA SETA :IMMAGINI E RIFLESSIONI


Come di consueto, rendo pubbliche le foto dell'ultimo viaggio che ho effettuato. Un viaggio alla ricerca dei luoghi antichi legati alla Via della Seta con particolare riferimento alla diffusione del buddismo lungo gli antichi sentieri carovanieri. Quei, resti, quei presidi rimangono a testimoniare la difusione di valori e principi. Oggi, alcuni di quei territori, come il Turkestan Orientale che i cinesi chiamano Xinjjang, sono occupati militarmente ed economicamente dai cinesi, così anche l'antico popolo Uiguro, come quello Tibetano continua a subire il genocidio culturale cinese, mentre l'Occidente o quello che resta dell'Occidente, si fa amaliare dai "giochi"di Pechino. Giochi con i quali il regime cerca di far dimenticare la repressione in Tibet, l'occupazione del Turkestan Orientale, il Darfur, la violazione dei diritti umani, le condanne a morte, la vendita degli organi, i Laogai. Noi non non vogliamo assolutamente dimenticare, anzi denunciamo con ancora più forza il regime comunista cinese e il colpevole e prezzolato silenzio dell'occidente. http://picasaweb.google.it/giancarlo.danna/ViaDellaSetaAgosto2008

lunedì 25 agosto 2008

La Via della Seta tra storia e regime.



Sono appena tornato dal un lungo viaggio tra Uzbekistan, Kirkizistan e il Turkestan Orientale occupato dai cinesi (Xinjjang ). Un viaggio in una zona centrale dell'antica Via della Seta. Non è stato facile, una serie di imprevisti legati ad alcune decisioni del governo cinese hanno comportato diversi cambiamenti di programma ad iniziare dalla chiusura di un passo, quello di Toroghart che ci ha costretti ad una non facile altenativa: quella del passo Irkishtam al oltre 3800 metri per una strada tutta buche e polvere. Il panorama del Pamir ha compensato il disagio. Alla frontiera cinese si capisce subito che aria tira in Cina. Ci hanno sequestrato una semplice guida turistica della Cina per il solo fatto che Taiwan non viene in quel testo definita come appartenente alla Repubblica Popolare Cinese. Chilometro dopo chilometro, controlli, militari ovunque. Alla televisione le olimpiadi trattavano solo della Cina, dei cinesi, le altre Nazioni non esistevano.Addirittura hanno mostrato interviste di americani che elogiavano le Olimpiadi cinesi e Tibetani che battevano le mani agli atleti cinesi. Tutto questo mentre in alcune città di periferia resistono monumenti alla "rivoluzione culturale" di Mao e mentre in altre città primeggiano le insegne di Kentaky Fried Chiken, della Coca Cola e del consumismo occidentale. Insomma il peggio del comunismo e del capitalismo.

Per fortuna alcuni stupa buddisti continuano a svettare nel deserto cinese nonostante il tempo passato. Una testimonianza che la forza delle idee e i valori del principe Sakyamuni che animano anche il popolo Tibetano resistono e vincono il tempo e l'indifferenza.

venerdì 15 agosto 2008

Sicurezza, a Roma, Milano e Napoli reati in calo del 10% in un anno

Roma, controlli dei militari alla stazione metro Anagnina (foto Toiati)

ROMA (14 agosto) - Nell'ultimo anno il numero dei reati a Roma, Milano e Napoli è calato del 10%. Lo rivelano i dati delle tre prefetture, pubblicati oggi sul Sole 24 ore. Le cifre ufficiali saranno diffuse venerdì dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, dopo il comitato nazionale per l'ordine pubblico e la sicurezza convocato per Ferragosto.

A Roma i reati sono calati dai 116.791 del primo semestre 2007 ai 91.378 del primo semestre di quest'anno; a Napoli - nel confronto degli stessi periodi considerati - da 76.094 a 68.990 e a Milano (provincia) da 155.363 a 142.466. In quest'ultima provincia, il calo è assorbito quasi totalmente dalla flessione dei furti, mentre risultano in aumento gli altri reati.

Nella capitale i furti sono scesi dagli 87.054 dei primi sei mesi del 2007 ai 61.617 dei primi sei mesi del 2008; gli omicidi da 18 a 12; le violenze sessuali da 107 a 96; i furti in abitazione da 3.530 a 2.824; le rapine da 2.299 a 1.842; in controtendenza le estorsioni, passate da 106 a 119. Già a fine aprile i dati diffusi dal Viminale avevano confermato che, in barba al clima di insicurezza che regna tra i romani, la Capitale è una delle più sicure tra le metropoli italiane.

Nella provincia di Milano i furti sono calati da 98.234 a 85.292; in aumento, invece, le violenze sessuali (da 251 a 254), i furti in abitazione (da 7.284 a 7.316), le rapine (da 2.852 a 2.919), le estorsioni (da 174 a 206), l'usura (da 9 a 14).

A Napoli le percentuali positive per le forze dell'ordine riguardano gli omicidi consumati (-22%), mentre quelli tentati salgono del 45%. I delitti denunciati sono diminuiti dell'11% mentre nel semestre precedente erano saliti, rispetto al 2006, dell'8%. Crescono invece i denunciati e gli arrestati (+2%).

L'inversione i tendenza rispetto a un aumento della criminalità negli anni passati è cominciata 12 mesi fa, con la firma dei "Patti per la sicurezza" voluti quando il ministro dell'Interno era Giuliano Amato.

vedi articolo con commenti pro e contro a http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=29488&sez=HOME_INITALIA



UN SOGNO ATTESO CENT'ANNI
di Federico Rampini
dal blog "Estremo Occidente", La Repubblica, 9 Agosto 2008


“Abbiamo atteso cent’anni / per arrivare a questo momento. Ora siamo pronti / e il mondo è pronto”. Sono le otto di sera a Pechino, il magnifico stadio Nido d’Uccello vibra commosso sulle note di questa canzone. E’ l’istante in cui appare alla tribuna d’onore il presidente Hu Jintao, circondato dai potenti della terra. Per la prima volta in vita sua il freddo, impenetrabile leader cinese è accolto con un boato. L’urlo di trionfo straripa dallo stadio, fa tremare tutta Pechino, risuona in mondovisione davanti a miliardi di telespettatori.

Inizia così la travolgente festa olimpica della Cina. Per quattro ore di pura felicità questa nazione grida al mondo: “Ce l’abbiamo fatta, guardate che cosa siamo diventati”. La canzone continua: “Avete percorso diecimila chilometri / per venire a questo appuntamento / ora condividete la nostra gioia”. Sotto la sublime regìa del maestro Zhang Yimou la Cina mette in scena il meglio di sé: una favola magica, l’immagine maestosa e serena che vuole proiettare nel mondo. Sfarzo ed eleganza, emozione e raffinatezza, tradizione e tecnologia.

Se per molti la Repubblica Popolare evoca solo la potenza economica, grazie ai miracoli di bravura di un esercito di attori, musicisti e ballerini appaiono d’incanto i simboli di una civiltà antica, colta, ricca di valori. Su un rotolo di bambù lungo quanto lo stadio volteggiano danzatori che con i corpi disegnano squisiti ideogrammi. Duemila e otto cantori nel costume antico dei percussori di Fu battono tamburi illuminati come cristalli liquidi di un display elettronico. Intanto decine di cubi ondeggiano al centro dell’arena, sorgono e si abbassano quasi mimando la crescita dei grattacieli che hanno proiettato Pechino verso altezze smisurate. Sui grandi schermi le parole di Confucio: “I nostri amici sono giunti da lontano, e noi siamo felici”.

La scena densa del significato più potente è La Via della Seta Marittima. Eserciti di marinai antichi muovono in sincronia lunghissimi remi, evocano la flotta maestosa con cui la dinastia Ming esplorò gli oceani molto prima delle esplorazioni navali europee. Appaiono d’incanto i simboli delle principali invenzioni che la Cina partorì con largo anticipo sull’Occidente: la carta, la stampa, la bussola, la polvere da sparo. Un messaggio allusivo: sono stati a lungo i più grandi, oggi tornano a occupare il posto che fu già loro.

Non sono ipnotizzati solo i 90.000 spettatori nel Nido d’Uccello. Il patriottismo non è monopolio dei ricchi. Anche nelle campagne povere dove l’antenna satellitare arriva prima dell’acqua potabile, in tanti condividono la festa olimpica. Il genio artistico e la perfezione coreografica, la modernità hi-tech e l’equilibrio melodioso del tai-chi condensano nello spettacolo stupefacente una lezione di storia. Col fiato sospeso, inebriati di fronte a tante bellezze, gli stranieri intuiscono una Cina rappacificata con il proprio passato. Confucio che fu maledetto e ripudiato dal maoismo, ora è additato come il vero maestro, l’Eterno.

Nel XXI secolo la Repubblica Popolare riaffonda con orgoglio le sue radici nella magnificenza dell’Impero Celeste. La società armoniosa, quell’ideale di convivenza ordinata e stabile che il partito comunista pretende di incarnare, è la riscoperta di un progetto millenario. Prodigiosi danzatori, acrobati, musicisti e cantanti, volgono lo sguardo verso Hu Jintao e il Politburo comunista al gran completo: il nuovo sovrano illuminato, il benevolo tiranno, il padre autoritario di una nazione tornata ad essere grande e fiera. I variopinti balletti delle minoranze etniche dai deliziosi costumi colorati raccontano una comunità nazionale unita sotto la salda guida del partito comunista, senza tensioni culturali né religiose fra tibetani e uiguri, miao e yi, hakka e cinesi han.

Noi sappiamo che le favole non sono vere, e la realtà cinese è gonfia di ingiustizie. Ma durante quattro ore di pura poesia tutti sono contagiati dalla formidabile energia, dalla fede nell’avvenire: la bambina col grembiule rosso che si alza nel cielo rincorrendo un aquilone è la metafora di una immensa nazione giovane che corre alla conquista del futuro. Giovanissimi anche le migliaia di volontari che ci hanno accolti, un’organizzazione efficiente e gentile, divertita e sorridente. Grazie a loro la polizia non si è vista: mai uno stadio europeo riceve una folla così sterminata con così pochi agenti. Certo si nuota in un’oceano di propaganda.

Green Olympics, le Olimpiadi dell’ambiente, ce le illustra un fantastico balletto di omini verdi che volteggiano attorno a un pianista: suona un pianoforte bianchissimo. Via via i ballerini si illuminano di candide fosforescenze, diventano stelle, il mosaico umano si trasforma in colomba della pace. Sul grande schermo una poesia dedicata al cambiamento climatico: “I ghiacciai si sciolgono / La terra si restringe / Gli uccelli scompaiono / Piantiamo alberi / La terra tornerà verde / Il cielo tornerà blu / Vedremo di nuovo la primavera”. Il cielo sullo stadio è gonfio di smog, come sempre. Non basta il genio dell’artista e la sua meravigliosa allucinazione per chiudere il divario tra aspirazioni e realtà. Ma la sera dell’8 agosto 2008 va in scena il sogno cinese: la certezza che tutte le sfide saranno vinte da questo popolo, anche le più terribili.

“Abbiamo atteso cent’anni”: il leitmotiv non è retorico, tocca una corda sensibile nel cuore dei cinesi. Per un secolo questa civiltà plurimillenaria precipitò nel declino, fu aggredita e umiliata da altre potenze. Dubitò di se stessa, avvinta dai complessi d’inferiorità. Il secolo delle umiliazioni è finito, i cinesi vogliono guardare il mondo a testa alta. E’ significativo che a interpretare questo stato d’animo il regime abbia chiamato Zhang Yimou. Da giovane fu un regista di rottura, perseguitato dalla censura per i suoi film, denunce delle ingiustizie sociali. Nella maturità è diventato il cantore del revival neoimperiale. Incarna il destino di una generazione. Finita la contestazione, ha accettato il patto sociale proposto da questo regime. I sacrifici sui diritti politici sono pesanti.

Altri risultati hanno reso accettabile quel prezzo. Una volta liberate le energie materiali della società civile, il progresso è prodigioso. La Cina ha ritrovato la sicurezza in se stessa. Potenza che si vuole tranquilla, sceglie di affermarsi non più nelle guerre o esportando la rivoluzione sulla punta dei fucili, ma attraverso la competizione economica. O sportiva.

In una prova di fair play, l’applauso più lungo prima della delegazione cinese viene riservato a quella americana, la grande rivale.

Un’altra coreografia abile ha “disegnato” la tribuna d’onore. Dietro Hu Jintao ci sono Bush (per la prima volta nella storia un presidente americano assiste a un’Olimpiade fuori dal suo paese), Putin, Sarkozy, il premier giapponese Fukuda, Sonia Gandhi, Lula. Tutti i governanti della terra. E fra loro il vecchio Henry Kissinger. Il protagonista della diplomazia del ping pong. Il regista del disgelo tra Cina e Stati Uniti, con lo storico vertice Nixon-Mao nel 1972. I dirigenti cinesi lo hanno voluto in bella vista. Una presenza esemplare: misura la grande distanza percorsa da quando la Repubblica Popolare era isolata, accerchiata.

Queste Olimpiadi devono anche cancellare un altro ricordo, molto più recente: Piazza Tienanmen. Anche nel 1989, per l’orrore provocato dal massacro degli studenti, Pechino si ritrovò in un angolo, colpita da embargo, reproba tra le nazioni.
L’elenco sterminato degli statisti stranieri accalcati in tribuna d’onore è un verdetto: missione compiuta.

IL BLUFF CINESE SU INTERNET. LA CENSURA C'E' ECCOME.

di Marco Mensurati (da La Repubblica del 12 Agosto 2008)


QINHUNGDAO - Basta uscire dal villaggio olimpico, attraversare la strada ed entrare in un internet caffè: per demolire l'enorme gioco di prestigio con cui il governo cinese ha illuso il mondo di aver allentato la morsa della censura sul web non occorre fare altro.

Se ci si connette a internet da un qualunque posto pubblico, un posto normale, "per cinesi", di quelli che che non hanno niente a che vedere con il matrix olimpico, si scopre che non è vero niente. La censura governativa sui siti ritenuti scomodi c'è ancora, eccome.

L'esperimento, fatto tre giorni fa, è stato ripetuto in quelli successivi.

Ebbene, ecco il risultato: la pagina della Bbc in cinese, la prima che il governo di Pechino aveva annunciato di aver sbloccato, non si apre. E non si apre nemmeno la pagina di Amnesty International (quella internazionale).

I blog poi sono un miraggio. Tutti quelli ospitati su splinder non vengono nemmeno presi in considerazione.

E non funziona nemmeno Facebook.

Escluso che si sia trattato di un problema tecnico passeggero: "Qui quelle pagine non le abbiamo mai aperte", spiegano i ragazzi clienti del internet caffè.

A fine luglio la Cina era stata costretta ad annunciare il ridimensionamento della censura web dopo la condanna unanime della comunità internazionale.

Preoccupati per il pessimo ritorno di immagine, quelli del Comitato olimpico internazionale hanno di fatto obbligato i burocrati del Bocog (il comitato organizzatore) a ritornare sui propri passi e a garantire - come da promessa iniziale - "un'Olimpiade libera".

Dopo l'annuncio della retromarcia del governo cinese, in molti si sono chiesti se l'allentamento della censura fosse una misura definitiva oppure se, una volta finita l'Olimpiade, tutto sarebbe tornato come prima.

Ma già per il presente la "libertà", come si è visto, non riguarda tutti.

giovedì 7 agosto 2008

MARCIA IN SOSTEGNO DEL POPOLO TIBETANO DURANTE I GIOCHI OLIMPICI AL PARCO D'ABRUZZO

La Scuola di Escursionismo Naturalistico i Camosci di Villetta Barrea AQ, con il patrocinio di Mountain Wilderness, il Comune di Villetta Barrea AQ e il Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, organizza una: MARCIA IN SOSTEGNO DEL POPOLO TIBETANO DURANTE I GIOCHI OLIMPICI, una giornata di pensieri e gesti per unire le piccole comunità delle montagne, La Natura La Pace Lo Sport non conoscono confini.
Nel cuore verde del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, appuntamento alle ore 09,00 presso la sede della Scuola di escursionismo i Camosci Ufficio Turistico del Comune e centro informazione del Parco Nazionale in Villetta Barrea (AQ) via Virgilio n° 1, il giorno 8 Agosto 2008 in occasione dell’inaugurazione delle Olimpiadi in Cina. Per non dimenticare il dramma del Popolo Tibetano.

Info: Massimo BOLINI 086489333 – 0864660478 3804727553 mailto:info@camminatura.com
By Associazione Italia Tibet WebSite www.italiatibet.org

KORA DEL MONTE BIANCO DURANTE LE OLIMPIADI

Dall'8 al 24 agosto molte associazioni europee che sostengono la popolazione tibetana hanno deciso di unirsi in un progetto comune: compiranno a piedi il giro completo attorno al Monte Bianco. Questa azione transfrontaliera vede uniti tutti i comuni intorno al Monte Bianco che accoglieranno i marciatori. Ogni serata sarà animata da eventi diversi.
Courmayeur aprirà la giornate a favore del Tibet il 13 agosto con una tavola rotonda promossa dalla Fondazione Courmayeur a cui seguiranno il 16 agosto l'inaugurazione di una mostra di antiche tangka e uno spettacolo teatrale. Il 17 serata con la partecipazione di Piero Verni che presenterà in anteprima il film "In marcia verso il Tibet" girato da Karma Chukey durante la marcia che degli esuli tibetani da Dharamsala (India) verso il Tibet.
In occasione della marcia "Grivel Mont Blanc", che da sempre sostiene la necessità di preservare il patrimonio culturale e spirituale della popolazione tibetana, ha prodotto un bastoncino in due pezzi con la bandiera del Tibet.
Tutte le informazioni nel sito: http://lionsdesneigesmontblanc.over-blog.com/

ASSISI PER IL TIBET

Il prossimo 8 agosto, in concomitanza con l’inizio della XXIX edizione dei Giochi Olimpici di Pechino, verrà lanciato da Assisi un nuovo e forte messaggio: diritti umani e valori sportivi quali strumenti di pace per le Nazioni del Mondo e per il Tibet. “Questa iniziativa – afferma il sindaco Claudio Ricci, con il sostegno unanime del Consiglio Comunale della città Serafica – intende giungere direttamente al cuore di ogni singolo individuo e vuole riaffermare con forza il valore del dialogo tra i popoli e dei diritti umani. Attraverso la parola, la comprensione e l’esempio si possono abbattere le barriere dell’intolleranza e degli estremismi. Questo il programma:
- nella Sala della Conciliazione, un seminario sui diritti civili in Tibet e, più in generale, in Cina, con spiccato riferimento alla libertà religiosa.
- al termine dell'incontro suoneranno le campane delle laudi e sarà issata la bandiera del Tibet libero.
- seguirà nella piazza antistante il Municipio una manifestazione cui parteciperanno esponenti politici e rappresentanti della comunità tibetana in esilio. Nel corso dell'iniziativa un gruppo di monaci tibetani dovrebbe dare vita ad uno spettacolo con musiche e danze della loro tradizione.

http://www.comune.assisi.pg.it/wp-content/2008/07/comunicato_23_07_08_3.pdf

mercoledì 6 agosto 2008

Striscione "Tibet libero": quattro arresti


Due di loro si sono arrampicati su due pali della luce di fronte allo Stadio per esporre la scritta



PECHINO - La scena politica fa irruzione ai Giochi olimpici e la giornata a Pechino si è aperta con quattro arresti: tutti cittadini inglesi secondo una versione, due inglesi e due americani secondo un'altra, di cui tre uomini e una donna: sono stati portati via dalla polizia per avere esposto uno striscione "Tibet libero" in lingua inglese. I quattro, ha reso noto la polizia, sono entrati in Cina con un visto d'ingresso turistico. Si sono radunati all'alba intorno alle 5 e tre quarti nei pressi dello Stadio Nazionale di Pechino (Nido d'Uccello). Due di loro si sono arrampicati su due pali della luce per esporre lo striscione. La polizia è intervenuta dopo 12 minuti, riferisce Nuova Cina, e li ha portati via per condurre indagini. Si tratta della prima manifestazione del genere ad alcune ore dall’apertura dei giochi. Due degli uomini hanno scalato un grande palo metallico per appendere lo striscione più in alto possibile. La polizia è arrivata sul posto dopo dodici minuti e ha portato via i quattro dimostranti,

LA CONDANNA DEGLI ORGANIZZATORI - Gli organizzatori dei Giochi di Pechino hanno "vigorosamente condannato" la manifestazione filotibetana che si è svolta vicino alla stadio Olimpico. «Quattro stranieri si sono riuniti illegalmente. Condanniamo vigorosamente questa azione», ha dichiarato il portavoce del comitato organizzativo (Bocog), Sun Weide. «Siamo fermamente contrari a qualsiasi tentativo di politicizzare i Giochi olimpici. Abbiamo delle leggi in Cina e ci aspettiamo che gli stranieri le rispettino».

FIACCOLA A PECHINO - La fiaccola olimpica s’avvicina alla sua destinazione finale, dopo un periplo mondiale tumultuoso. Una folla numerosa e festante di migliaia di cinesi hanno salutato agitando bandierine la fiaccola che è arrivata a piazza Tienanmen provenendo dalla Città Proibita. Per tre giorni la fiaccola sarà portata per le strade della capitale cinese dai tedofori tra i quali spiccano personalità note come l’astronauta Yang Liwei, il regista cinematografico Zhang Zimou e il cestista Yao Ming. In totale saranno 841 i tedofori a Pechino. La fiaccola passerà nelle zone alte della città, come il nuovo stadio noto come "Nido d’uccello", al bordo del sito delle manifestazioni per la democrazia del 1989. E dovrà finire la sua corsa al Tempio del Cielo, a sud di Pechino, dopo una puntata alla Grande Muraglia a Badaling.

06 agosto 2008
http://www.corriere.it/Sport/2008/olimpiadi_pechino_2008/manifestazione_scritta_arresti_30c031b4-6378-11dd-b86d-00144f02aabc.shtml

SAD SMOKING MOUNTAIN : LE MONTAGNE PER IL TIBET


Continua l'azione artistica ideata da Alberto Peruffo e dedicata al Tibet: l'8 agosto 2008, alle 13.000 GMT, dovunque tu sia, qualsiasi cosa tu faccia, lavoro o vacanza, accendi un fumogeno e tingi il cielo di rosso.
SSM&S spedirà, nel giorno seguente l’azione di Candle for Tibet, centinaia di alpinisti e volontari per accendere fumogeni rossi sui tetti di grattacieli, palazzi e monumenti. New York, Parigi, Berlino, Amsterdam, Roma, Firenze, Bologna e molte altre città italiane e straniere saranno accese, nonché le cime di oltre 100 montagne in 3 continenti. L’accensione dei fumogeni coinciderà con la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici.
"Le Tristi Montagne Fumanti fumeranno insieme con i Grattacieli delle Città per ristabilire una necessaria alleanza tra l’uomo e l’ambiente, tra l’uomo e l’altro da sé, tra l’uomo e i suoi simili. I monumenti, come vulcani assopiti da tempo e risvegliati dal dolore del mondo, torneranno a rendere esplicito la loro antica funzione: servire da monito, avviso a coloro che hanno dimenticato cosa si custodisce tra le loro architetture. Noi li faremo parlare con il linguaggio del fumo, «evanescenza colore del sangue», nel giorno in cui la torcia olimpica, simbolo bicefalo, di pace e ipocrisia, accenderà le Olimpiadi di Pechino. A sessant’anni esatti dalla stesura della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, la repressione in Tibet, durante un evento di portata globale, è divenuta il simbolo del fallimento e del tradimento dei governi mondiali: i princìpi allora ratificati sono stati e continuano ad essere, più o meno diplomaticamente, rinnegati". Alberto Peruffo

Sad Smoky Mountains web site: www.sadsmokymountains.net
SSM&S YouTube page: it.youtube.com/user/sadsmokymountains
Contact: Alberto Peruffo mailto:alberto.peruffo@antersass.it

UNA CANDELA PER IL TIBET


Accensione generale per il Tibet nelle 24 ore che precedono i Giochi Olimpici. La più grande “luminosa protesta” mondiale per il Tibet diventa ancora più grande: THE SAD SMOKY MOUNTAINS & SKYSCRAPERS si unisce alla campagna CANDLE FOR TIBET. Saranno accesi fumogeni rossi sulle cime di centinaia di montagne, e su diversi grattacieli e punti panoramici delle maggiori città.
"Candle for Tibet" ti chiede di mettere candele alle finestre, sulla scrivania o in qualsiasi altro luogo dove altre persone potranno vederle nella speranza che facciano lo stesso.
CFT invita tutti gli Artisti della Luce in giro per il mondo a creare dimostrazioni/creazioni luminose per la libertà.
CFT chiama la gente del mondo a prendere parte accendendo candele, luci, flash, accendini, luci di posizione delle macchine e ogni altra fonte di luce.
"Ora siamo pronti per organizzare l’accensione di centinaia di fumogeni in diverse città in giro per il mondo" dichiara l’artista Alberto Peruffo, creatore del progetto. "Tingeremo il cielo di rosso dall’alto dei grattacieli, dei monumenti e dei palazzi".
SSM&S ha già fatto un record. L’11 maggio scorso, durante la salita cinese dell’Everest, centinaia di alpinisti hanno raggiunto la cima di oltre 100 montagne in Europa, Asia, Nord e Sud America, dove sono stati accesi fumogeni rossi per sostenere il Tibet libero.
CFT appoggia e sostiene l’International Tibet Support Network (ITSN), la coalizione globale di organizzazioni non governative collegate al Tibet formata da tutti i maggiori gruppi di supporto a International Tibet, fra le quali l'Associazione Italia Tibet.

Candle for Tibet main web site: www.candle4tibet.org
Contact: David Califa mailto:info@candle4tibet.org

martedì 5 agosto 2008

UN SALUTO DAL LONTANO UZBEKISTAN


A quanti mi seguono abitualmente un saluto dal lontano Uzbekistan.
Asia centrale e Cina sono la meta del mio viaggio di questo 2008 lungo parte di quella che viene chiamata la Via della Seta.Dopo aver visitato Kiva, oggi mi trovo a Bukkara,famosa per la vendita dei tappeti ma anche per i minareti e le moschee. Tra due giorni, Samarcanda, si prosegue verso nord,il Kyrghisistan e Cina dopo aver attraversato un passo a quasi 4.000 metri per poi raggiungere Kashgar, uno dei luoghi importanti della Via della Seta.A presto, se riesco a connettermi ad internet, e buone vacanze a tutti.
Giancarlo
Photo: www.panoramio.com/photo/2144095

venerdì 1 agosto 2008

SANITA,D'ANNA: GRAVI CARENZE NELLA PREVENZIONE




“Prevenire è meglio che curare” così dovrebbe essere, quasi mai accade.
L’art.8 del decreto legislativo n.517/93, attualmente vigente, prevede che :”Le regioni istituiscono presso ciascuna unità sanitaria locale un dipartimento di prevenzione, cui sono attribuite le funzioni attualmente svolte dai servizi delle Unità Sanitarie locali ai sensi degli art. 16,20 e 21 della legge 833”
In base alle disposizioni Nazionale e Regionali, il dipartimento è articolato come segue:
• Igiene pubblica e sanità
• Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro
• Igiene degli alimenti e della nutrizione
Veterinari: igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione, conservazione e trasporto degli alimenti di origine animale e derivati, igiene degli allevamenti e produzioni zootecniche.
La legge regionale 20 giugno 2003 n.13 Riorganizzazione del Servizio Sanitario Regionale stabilisce all’art. 6 comma 3: i dipartimenti di prevenzione hanno di norma competenza zonale;comma 4 : i dipartimenti di prevenzione hanno un’articolazione interna che garantisce lo svolgimento delle funzioni operative sia a livello zonale che distrettuale.
Gli art. 11 e 12 della stessa legge regionale regolamentano l’organizzazione e gli obiettivi dei Dipartimenti d Prevenzione *.
La direzione tecnica per la prevenzione collettiva dell’Asur prevista dal comma 3 art.11 della L.R. 13/2003, a tutt’oggi non risulta essere stata istituita.
La Direzione Tecnica ASUR è incaricata a svolgere compiti di:
• Programmazione generale
• Coordinamento
• Indirizzo e controllo
A fronte delle leggi e normative citate dall’analisi dei dati regionali si evidenzia un forte sottodimensionamento di personale dirigente del dipartimento di prevenzione della Zona Territoriale 3 di Fano rispetto alla media regionale.
Infatti allo stato attuale, rispetto ad una necessità di almeno 5 UU.OO complesse, il Dipartimento di Prevenzione della Z.T.3 è dotato di solo 2 UU.OO.

Dall’1.07.2008 anche la U.O. complessa di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro è priva del Direttore per pensionamento dello steso. Inoltre per il pensionamento del Dott. Paterniani, se questi non verrà sostituito, la conseguenza potrebbe essere la chiusura di uno dei due stabilimenti di macellazione.

Insomma è estremamente urgente procedere alla sostituzione delle figure mediche mancanti e alla stabilizzazione del medici con incarico a contratto.
Medesimo discorso deve necessariamente riguardare il settore veterinario dove è necessario procedere alla copertura delle figure mancanti e alla stabilizzazione di quelle con incarico a contratto.

In conclusione sulla base delle dotazioni organiche delle altre Zone Territoriali della Regione Marche, il Dipartimento dei Prevenzione della Z.T.3 di Fano presenta il più basso rapporto personale/abitanti della Regione Marche. Contraddicendo nei fatti gli obiettivi che la Regione si pone in fatto di Prevenzione.

Alla luce di questa realtà che vede ancora una volta il territorio di Fano penalizzato a vantaggio di altre realtà della Regione si chiede con fermezza di provvedere alla copertura dei posti vacanti per mettere in condizione gli operatori di svolgere al meglio il loro servizio per la comunità.
Giancarlo D’Anna
Consigliere Regionale A.N. Verso il PdL

*Il Dipartimento di Prevenzione oltre a svolgere tutta una serie di attività ormai consolidate come: le vaccinazioni, la tutela igienico-sanitaria degli alimenti, il controllo dei fattori di nocività negli ambienti di lavoro, la vigilanza relativa alle aziende con rischi di incidenti rilevanti, la sanità animale, la prevenzione oncologica mediante gli screening, svolge funzioni, solo apparentemente nuove, quali: analisi epidemiologica, controllo e comunicazione dei fattori di rischio per la salute, compresa l’informazione e formazione della popolazione.

Infatti il Dipartimento di Prevenzione rappresenta nel nostro Sistema Sanitario Regionale la struttura organizzativa preposta alla tutela e alla promozione della salute della popolazione, attraverso azioni tendenti a conoscere, prevedere e prevenire gli infortuni e le cause di malattia.