giovedì 28 agosto 2008

NON C'E' PACE NEMMENO PER I DEFUNTI


Camera mortuaria dell’Ospedale Santa Croce ancora da ultimare.
Sembra una storia infinita quella dell’obitorio dell’Ospedale Santa Croce di Fano. In passato si discuteva su di chi fosse la competenza tra ASL e Comune. Poi dopo alcune interrogazioni ed una denuncia alla Procura della Repubblica, che presentai da consigliere comunale, ci fu maggiore chiarezza. Compito dell’ASL, oggi ASUR, quello della gestione dell’obitorio. Conseguentemente ogni ampliamento, come quello che negli anni si è reso indispensabile era ed è a suo carico.I lavori sono iniziati da tempo, troppo tempo, e nonostante la consegna del manufatto sarebbe dovuta avvenire entro gennaio scorso ( come risulta dal tabellone esposto su via Metauro) a tutt’oggi il cantiere non è ancora chiuso e i lavori sono da ultimare. Tutto ciò nonostante sia evidente la necessità di spazi adeguati per ospitare degnamente defunti e quanti vogliono dargli l’ultimo saluto. L’ennesimo appello lo rivolgiamo con profonda amarezza ai responsabili della Sanità regionale e al Direttore dell’Asur n.3 affinché si ponga fine a questa decennale attesa nel più breve tempo possibile

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Giancarlo, mi riporti alla mente un periodo doloroso, cioè quando un anno fa è salito al Cielo mio padre...
Era caldo, e c'erano altri defunti tanto che mio padre è stato posizionato con un altra defunta nella Cappellina adiacente la camera mortuaria, con un ventilatore davanti, viste le temperature non indifferenti. Una città popolosa come Fano non ha posto x i suoi morti? Tra l'altro non è stato possibile celebrare il funerale prima di due giorni, cioè il martedì pomeriggio alle 15,30, anche se era deceduto alle 8 della domenica mattina. Quando si è sfoltita la "fila", se così la si può definire, mio padre è stato "spostato" dentro la camera mortuaria. L'effetto che mi ha fatto? Mi è sembrato che mio padre fosse una specie di pacco, da rimuovere a seconda delle necessità del luogo! L'ambiente confusionario e poco accogliente (soprattutto in questi casi...), non ha favorito il momento così particolare della nostra vita...
Tra l'altro ho evitato x un pelo che mio padre subisse il furto dell'anello che portava al dito al posto della verghetta d'oro del matrimonio (consiglio dato molto appropriatamente dalla ditta di pompe funebri). Nella confusione di parenti ed amici vari (otto defunti in quei locali ristretti), ci si infila qualcuno che approfitta della situazione x sfilare oggetti d'oro e portafogli a quelli che in quel momento pensano a tutto tranne che a custodirli... Poi ho saputo da altre persone che non è la prima volta che sparisce qualcosa. Ma come si fa in questi casi a distinguere un parente od un amico del "vicino defunto" ( che ovviamente non sempre si conosce...) da un ladro?
Il rispetto x i defunti fa parte della storia dell'uomo, indipendentemente dalla civiltà e religione. Il rispetto x il dolore di chi resta, oltre alla storia, alla civiltà ed alla religione... fa parte di quella carità indispensabile perché nascano e si rispettino i diritti di ogni uomo.
Angela M. (sempre senza password)

Anonimo ha detto...

Nobile e condivisa battaglia in mezzo ad un'orgia di feste e demagogia.