lunedì 31 dicembre 2007

D'ANNA CONTRO RIFONDAZIONE SUL BILANCIO

I PROBLEMI NON SI RISOLVONO CON GLI ORDINI DEL GIORNO, MA CON LEGGI PRECISE E FONDI ADEGUATI.
I problemi –esordisce il consigliere regionale D’Anna in risposta ad una nota del collega Altomeni di RC- non si risolvono con gli ordini del giorno ma con leggi precise e fondi adeguati.
Cosi non è accaduto nell’ultima seduta del consiglio regionale. Per i cittadini delle Marche e della Provincia di PU in particolare, il centrosinistra non ha risolto nulla, poichè nel bilancio regionale non si vedono soluzioni per l’annoso problema della Sanità, delle lunghe liste di attesa, dell’assunzione del personale medico.
Non c’è niente che induca a guardare ottimisticamente ad un miglioramento della viabilità- Fano-Grosseto in primis- nessun provvedimento serio contro l’inquinamento da polveri sottili, mentre rimane in piedi nonostante l’opposizione popolare ed istituzionale il progetto dell’impianto di Schieppe di Orciano.
Non ci sono novità, ma soprattutto risorse per la manifestazione regionale che attira più spettatori , il Carnevale di Fano poiché un emendamento da me presentato e che avrebbe consentito di stanziare 50000 euro per la manifestazione non è stato votato dai consiglieri regionali ed assessori di maggioranza eletti nella nostra provincia.
Ci sarà invece grazie ai voti di tutti i consiglieri regionali di centrosinistra un aumento di 40 delle vecchie lire a litro della benzina. Un aumento che il Presidente Spacca dichiara di poco conto ma che a nostro avviso mette il dito sulla piaga. Di tutte queste certezze i colleghi di centrosinistra non fanno menzione.
Solo Altomeni parla ed evidenzia l’approvazione di un suo Ordine del Giorno o Mozione per istituire un “fondo a beneficio degli enti locali intenzionati a bonificare strutture contenenti amianto”. Essendo presentatore di una Proposta di legge sull’argomento non posso che essere d’accordo sulla soluzione del problema amianto.
Nel rimarcare però che a oltre un anno e mezzo dalla presentazione di quella Proposta di Legge la commissione competente non ne ha ancora discusso, ricordo ai cittadini che le Mozioni, quindi anche quella presentata da Altomeni, altro non sono che “un testo (non una legge) sottoposto al voto dell’Assemblea elettiva teso ad indirizzare la politica del Governo Regionale su un determinato argomento. Il pericolo amianto invece, richiede interventi immediati non generici indirizzi.
Quale migliore occasione del bilancio per assegnare risorse?- In altre parole la mozione è acqua fresca se l’indirizzo non si trasforma in legge, in stanziamenti. Ma se dagli indirizzi si vuol passare al concreto- propone D’Anna- perché non si porta immediatamente in commissione- Altomeni è componente della commissione Ambiente- la mia PdL? La si vuole modificare per inserire oltre ai possessori di piccoli manufatti contenenti amianto anche gli enti locali? Discutiamone. Se c’è da parte della maggioranza la volontà, accompagnata dalle risorse economiche, non ci saranno sicuramente né problemi né opposizioni da parte nostra.
La verità, la triste verità è che se per commemorare la Resistenza anche quest’anno in bilancio regionale sono state previste alcune centinaia di migliaia di Euro, per la bonifica dell’amianto non c’è un euro, così dobbiamo “accontentarci” di un “indirizzo” di una “promessa. Un film già visto gli scorsi anni quello delle mozioni dei consiglieri di maggioranza approvate e mai concretizzate.
Contro questa farsa abbiamo protestato e manifestato in Consiglio Regionale e per le strade di Ancona evidenziando la totale mancanza di ascolto della Giunta Spacca e della sua maggioranza per questo motivo non abbiamo partecipato al voto finale del Bilancio e degli Ordini del giorno farsa dopo giorni interi di dura battaglia, di emendamenti presentati dall’opposizione e snobbati dal centrosinistra. Sul campo-conclude D’Anna- sono rimasti i problemi di sempre che la giunta Spacca non è capace di risolvere a cui si aggiunge l’aumento del prezzo della benzina dal primo gennaio 2008.

venerdì 28 dicembre 2007

Un po’ di povertà ci farà bene

di Massimo Fini -






Secondo tutte le
previsioni questo sarà
un Natale magro. E
l’anno prossimo andrà
anche peggio perché i
consumi si
contrarranno
ulteriormente. Un bel
regalo, davvero, del
governo del signor
Romano Prodi.
Giorgio Grella

LA RESPONSABILITÀ non è né del
governo Prodi né di quello precedente. Il
nostro impoverimento dipende da quel
meccanismo che si chiama globalizzazione che
è, in estrema sintesi, una spietata competizione
planetaria. Per rimanere all’altezza tutti gli
Stati sono costretti ad investire sempre di più,
chiedendo sacrifici sempre più pesanti alle
popolazioni, sia in termini di aumento del
lavoro che di riduzione dei salari (ottenuta o
direttamente o con l’aumento delle tasse o con
l’inflazione). Il bello (si fa per dire) è che
nessuno esce realmente vincente da questa
competizione. Se tutti corrono a una velocità
sempre più folle, è come se tutti stessero fermi. E’
però anche vero che chi rallenta è perduto. Della
situazione si avvantaggiano, apparentemente,
alcuni Paesi che sono partiti più tardi nella corsa
del libero mercato internazionale, perché hanno
più margini. Ma a costi umani devastanti. In
Cina, da quando è iniziato il boom, il suicidio è
la prima causa di morte fra i giovani e la terza
fra gli adulti. Ha un senso, un senso umano dico,
tutto questo? No, non ce l’ha. Tanto più che alla
fine della folle corsa, iniziata due secoli e mezzo
fa con la Rivoluzione Industriale, non ci può
essere che la catastrofe, che sarà o energetica
(basta vedere che cosa provoca un semplice
sciopero dei Tir) o ecologica (il pianeta non ci
sopporterà più) o finanziaria (c’è in giro una
colossale quantità di denaro di cui il 99% non
corrisponde a nulla se non a scommesse sempre
più iperboliche sul futuro). In ogni caso penso
che un po’ di povertà ci farà bene. Ci renderà,
forse, più solidali e, soprattutto, ci costringerà a
riflettere sul modello paranoico che stiamo
vivendo e subendo.

giovedì 20 dicembre 2007

UN ANNO D'IMPEGNO.

Anche il 2007 sta per terminare e come ho già fatto gli scorsi anni, mi sento il dovere di fare una relazione sul lavoro che ho svolto in Consiglio Regionale e fuori.

Un lavoro che non sempre appare, ma che insieme al Gruppo Regionale di Alleanza Nazionale ho portato avanti con costanza e nella massima collaborazione.

Già perchè la collaborazione è fondamentale per portare avanti le battaglie, per fare proposte ed ottenere risultati.


Un risultato importante in Consiglio Regionale è stato l’ottenimento “di una commissione d’inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti”, da me richiesta in considerazione di gravi fatti accaduti nella nostra Provincia che hanno comportato anche indagini della Magistratura.

Un’altra battaglia vittoriosa è stata quella per l’annullamento della vendita della Casa di Riposo di Acqualagna. Prima in Consiglio Regionale con un’interrogazione, poi in mezzo alla gente insieme all’amico di F.I. Mauro Damiani abbiamo creato le condizioni per il ritiro e l’annullamento della delibera di vendita da parte del Comune di Acqualagna. Esattamente quello che ci chiedeva la gente. Una vittoria importante.

Sulla Sanità ho difeso con forza le strutture del nostro territorio. Sia quelle dell’Entroterra come quelle della Costa partecipando agli incontri, raccogliendo migliaia di firme, ma soprattutto in Consiglio Regionale. Questa è una battaglia che continua.

Sulla Sicurezza ho concentrato molta attenzione con proposte concrete chiedendo per il territorio, tutto il territorio più uomini, mezzi e risorse. E’ proprio di questi giorni l’ultimo appello che ho rivolto ai Parlamentari al Prefetto al Questore per adoperarsi per l’ottenimento di quanto chiesto.

Ci sono poi le Proposte di Legge. Fino ad oggi sono 25 quelle che ho sottoscritto. Riguardano le Forze dell’Ordine, la Sanità, il Turismo, le case popolari, l’ambiente per citarne alcune.

Le interrogazioni che ho fino ad oggi presentato sono 65 e interessano un po’ tutti

Le più recenti riguardano il bollo auto, il gasdotto Brindisi-Milano,l’inceneritore di Schieppe di Orciano, l’erosione marina, la carenza di personale dei Vigili del Fuoco, le polveri sottili,i problemi del mondo agricolo, la viabilità, la sicurezza e la sanità.

Le mozioni proposte, nel 2007 hanno raggiunto quota 46 ed hanno per oggetto la contrarietà alla chiusura di due distaccamenti di Polizia Stradale, il sostegno alle categorie sul Piano di Sviluppo Rurale, la contrarietà ad un nuovo insediamento di zingari ,il potenziamento delle Forze dell’Ordine in Provincia di Pesaro-Urbino,il rilancio dei centri storici altro ancora.

A questo lavoro c’è da aggiungere la presenza e la rappresentanza a convegni, incontri, dibattiti, manifestazioni,ultima in ordine di tempo la partecipazione alla protesta in Regione della Coldiretti.


Certo non è facile seguire tutto ed essere dappertutto per questo permettimi di darTi i miei recapiti telefonici e di posta elettronica per informarti e informarmi, contattarmi, segnalarmi o semplicemente per un consiglio e un saluto.

Buone Feste!E sinceri Auguri!

Giancarlo D’Anna



Segreteria 0712298338

mercoledì 19 dicembre 2007

CENTRA DESTRA IN STRADA CONTRO UN NUOVO AUMENTO

REGIONI: CD BLOCCA TRAFFICO ANCONA CONTRO AUMENTO BENZINA VOLANTINI AGLI AUTOMOBILISTI SU 'REGALO NATALE' GIUNTA SPACCA (ANSA) - ANCONA, 19 DIC - Manifestazione con breve blocco del traffico ad Ancona dei consiglieri regionali del centro destra, che hanno 'occupato' per una decina di minuti via Martiri della Resistenza, una delle arterie piu' trafficate del capoluogo, per protestare contro l'aumento di 0,0020 euro dell'accisa regionale sulla benzina, deciso dalla maggioranza con il bilancio 2008. Gli esponenti di FI, An e Udc hanno distribuito volantini sul 'regalo di Natale' della giunta di centro sinistra, e facsmili di assegni da 250 vecchie lire, intestati a ''tutti gli automobilisti marchigiani consumatori di carburanti''. Con cartelli e striscioni (''Spacca a casa'', ''Marchigiani tartassati'') i consiglieri hanno fermato la gente per strada, invitandola a fare il pieno prima che scatti l'aumento, in vigore dal 1 gennaio. ''Per pagare i propri debiti - questa la spiegazione-tipo fornita ai cittadini - la giunta regionale si rifa' su di voi, con aumenti del carburante pari a quaranta lire al litro'. ''La manovra di bilancio e' scandalosa e l'aumento della benzina colpisce indistintamente tutti, anche chi non arriva alla terza settimana del mese con salari e pensioni''. ''Abbiamo battagliato strenuamente perche' i conti fossero risanati eliminando le inefficienze, soprattutto in campo sanitario, tagliando le spese inutili e riorganizzando la macchina regionale ma la maggioranza di centro sinistra non ci ha dato ascolto''.

martedì 18 dicembre 2007

VENDERE TERRE E CASE SOLO A CHI PARLA ITALIANO?

BELGIO: UN COMUNE VENDE TERRENI SOLO A CHI PARLA OLANDESE
(ANSA) - BRUXELLES, 18 DIC - Il comune belga di Zaventem, alla periferia di Bruxelles, non vendera' piu' terreni municipali a chi non parla o non si impegna ad imparare l'olandese: il provvedimento mira a salvaguardare ''il carattere fiammingo'' del comune in cui sorge l'aeroporto di Bruxelles, ha spiegato un assessore. La discriminazione sara' applicata per la prima volta alla vendita di 76 lotti municipali, ha precisato Eric Van Rompuy, un assessore democristiano di Zaventem. Contro il provvedimento, che vuole anche ''favorire la coabitazione fra abitanti di un quartiere'' - aggiunge Van Rompuy - aveva fatto ricorso alla magistratura Christian Van Eyken, unico francofono eletto al Parlamento regionale fiammingo, ma la sua iniziativa e' stata respinta. Bruxelles e' una citta' ufficialmente bilingue francese-olandese, anche se circa il 90% degli abitanti e' francofono. La periferia, invece, e' quasi esclusivamente nelle Fiandre, regione dove l'unica lingua ufficiale e' l'olandese. I francofoni che vi risiedono - circa 150.000 - non godono di norme particolari a loro vantaggio, ad eccezione di sei comuni fra i quali non c'e' Zaventem.

domenica 16 dicembre 2007

AN: ALEMANNO, PARTE 'ALLEANZA PER L'ITALIA', APERTA ANCHE A FI

(AGI) - Roma, 16 dic. - "La settimana prossima partira' il progetto di An per l'Alleanza per l'Italia: un progetto per lanciare nuove idee per rigenerare la nostra comunita' nazionale e per aggregare tutte le persone che si ritrovano in questo progetto. Nell'esecutivo politico di giovedi' lanceremo le campagne politiche che ci porteranno verso la Conferenza programmatica di febbraio. Sara' un percorso intenso in cui la destra politica, sociale e popolare di An cerchera' di esprimere tutte le sue potenzialita' per dare risposte concrete ai problemi degli italiani". E' quanto dichiara Gianni Alemanno, di Alleanza Nazionale. "C'e' - prosegue Alemanno - nel nostro Paese una grande sete di identita' e di cambiamento che apre enormi spazi politici ed elettorali a una destra moderna, ma radicata nei valori. Il nostro e' un percorso costruttivo aperto a tutti i potenziali alleati di centrodestra, ai nuovi soggetti politici che vogliono scendere in campo, a tutti coloro che sono stanchi di essere strumentalizzati dalle ideologie di sinistra. Quindi e' un progetto aperto innanzitutto agli amici di Forza Italia purche' sia chiaro che la destra non puo' essere ne' emarginata ne' puo' essere resa subalterna a nessuno. La strada quindi e' quella di confrontarci sui progetti, sulle proposte e sulle regole di comportamento per costruire un nuovo centrodestra molto piu' europeo, molto piu' moderno e molto piu' radicato tra la gente".

Elettori cdl incerti. E avanza Gianfranco

L’Osservatorio di renato mannheimer

In palio c’è la conquista della maggioranza dell’elettorato: secondo le ultime stime, grossomodo il 53-54%


Il leader di An Fini
Le ultime dichiarazioni di Berlusconi si collocano pienamente nel quadro del conflitto in corso nel centrodestra. Che si protrae, spesso con toni furibondi, sia sul piano della polemica tra i leader, sia, specialmente, su quello dell’acquisizione di consensi popolari. In palio c’è la conquista della maggioranza dell’elettorato: secondo le ultime stime, grossomodo il 53-54%. Ove Forza Italia rappresenta oggi la forza politica di gran lunga più ampia. Ma ove, sul piano dell’elettorato potenziale (vale a dire di chi prende in considerazione un partito pur senza avere ancora deciso di votarlo) le altre componenti — specie An, il cui potenziale eguaglia quello di FI — minacciano il primato del Cavaliere.

In un quadro di grande frammentazione — e, al tempo stesso, di disorientamento — dell’elettorato del centrodestra. Infatti, solo una parte minoritaria e, ciò che più conta, in decremento (oggi è il 40%) dei votanti per l’ex Cdl dichiara di prendere in considerazione uno solo tra i partiti che costituivano l’alleanza. La maggioranza, il 60%, non è sicura della propria scelta: quasi il 10% dell’elettorato del centrodestra si dichiara addirittura indeciso tra tutti e quattro i partiti e un altro 20% afferma di prenderne in considerazione almeno tre.

È anche questa forte sovrapposizione tra le aree elettorali di riferimento e di potenzialità delle diverse forze a condurre all’accesa conflittualità di questi giorni. La supremazia dell’una o dell’altra componente dipende in buona misura dalla leadership che i vari esponenti saranno capaci di esercitare. Anche da questo punto di vista, An rappresenta un avversario temibile per il Cavaliere, che pure ha dimostrato, se ce n’era bisogno, anche in questi giorni grandi capacità di innovazione e di comunicazione. Fini ha infatti tuttora la palma del massimo livello di popolarità (assai più di Prodi e Berlusconi), gode di larghi consensi anche al di fuori dell’elettorato del suo partito e del suo stesso schieramento e, specialmente, viene considerato, tra i leader del centrodestra, il meno responsabile dell’attuale stato di crisi della coalizione.

I dati dei sondaggi suggeriscono che vincerà probabilmente la competizione chi saprà dare all’elettorato l’immagine—e il messaggio—di maggiore impegno per la unificazione (o la riunificazione) delle forze di centrodestra. Di qui anche lo «spirito unitario» espresso ieri da Berlusconi: il Cavaliere ha non a caso evocato ciò che —assieme alla semplificazione del quadro politico— gli elettori dichiarano di auspicare sopra ogni cosa.

mercoledì 12 dicembre 2007

IMPIANTO DI SCHIEPPE. E' ORA DI CHIUDERE IL CAPITOLO

Dal territorio della Vallata del Metauro, una sola voce –esordisce Giancarlo D’Anna consigliere regionale- No all’Impianto di Schieppe. Nel ribadire la contrarietà di Alleanza Nazionale all’impianto di Schieppe che non è assolutamente gradito dalle popolazioni locali. Nel ricordare che le amministrazioni comunali, Entroterra e Costa unite, rifiutano il progetto con seria preoccupazione.
Apprezziamo la chiara presa di posizione del Presidente della Provincia Palmiro Ucchielli che ha chiesto al Presidente Spacca, come il consiglio Regionale ha già fatto a suo tempo, un no definitivo all’impianto. Come la recente manifestazione al Tris di Schieppe di Orciano, passati alcuni anni è sempre viva l’opposizione delle popolazioni a un impianto che il territorio non vuole. Spetta al Presidente Spacca chiudere il capitolo.
I cittadini, le Amministrazioni Comunali della Vallata del Metauro, La Provincia di Pesaro-Urbino, lo stesso Consiglio Regionale hanno in mille occasioni detto NO. Ne prenda atto il Presidente, la Giunta e l’Assessore Amagliani e chiuda la partita.

venerdì 7 dicembre 2007

DALAI LAMA

INTERVISTA dal Corriere della Sera: «Peccato non vedere il Papa»
Il Dalai Lama: «Wojtyla mi manchi»
E chiede aiuto all'Italia: Pechino schiaccia il Tibet. «Barattare i diritti umani per gli affari è corruzione»

MILANO — L'incontro è quasi finito. Il Dalai Lama ha già una mano sulla borsa a tracolla amaranto tipica dei monaci tibetani.

Santità le manca Giovanni Paolo II?
«Oh John! Great», risponde d'un fiato. «Un grande, Giovanni. Un leader spirituale. Una persona straordinaria. Mi manca, molto». Forse perché anche lui «veniva da un Paese comunista», il Dalai Lama racconta che «dal primo incontro nacque un feeling speciale». Pausa. «E la sua determinazione! Non l'ha persa mai, anche quando è diventato fragile. Ha promosso i valori spirituali, e il dialogo inter- religioso. Mi manca». Un'altra pausa. «Anche con l'attuale Papa in passato ho avuto un incontro. Un uomo molto intelligente, un intellettuale. Il suo insistere che fede e ragione debbano camminare insieme... Meraviglioso».
E' un fantastico incassatore Tenzin Gyatso, 72 anni (48 in esilio), 14ma reincarnazione del Dalai Lama, guida del buddismo tibetano. Sorvola («non fa niente») sul mancato incontro con Benedetto XVI. Per il Vaticano non è mai stato in programma... «Quando vengo in Italia sento il dovere morale esprimere al Papa rispetto e fratellanza. L'ho fatto quasi sempre. Questa volta Sua Santità ha trovato qualche difficoltà, per mancanza di tempo o per altri fattori. Mi dispiace. Ma non è un problema». Quali possano essere gli «altri fattori» (l'opposizione della Cina?) non è nel suo stile dirlo: stilettate di buon umore, infradito di cuoio ai piedi nudi, diplomazia. Non si sofferma sull'«imbarazzo» delle massime istituzioni italiane: «C'è stato qualche disagio per la mia visita», d'altra parte «ovunque io vada i cinesi fanno problemi ai Paesi che mi ospitano». L'ospite scomodo parla ai giornalisti in una sala dell'hotel Principe di Savoia. Al bar nella hall, Beppe Grillo aspetta i suoi «8 minuti di beatitudine » («gli dirò dei problemi di Genova, scherzo: mettiamo il blog a disposizione della causa tibetana»). Il Dalai Lama si è alzato alle 5, si è versato l'acqua calda per la tsampa, la colazione tradizionale con farina d'orzo, a mezzogiorno assaggerà le mozzarelle di bufala («ah la cucina italiana, per noi monaci che digiuniamo la sera le vostre porzioni sono un toccasana, altro che la giapponese»). La tsampa: «Sapete che piace ai cinesi che vengono in Tibet? Tiene lontano il diabete».

Cercassero solo tsampa, i cinesi mandati a colonizzare il Tetto del Mondo. Santità, come sta il suo popolo? Nel '96 disse al Corriere che nel giro di 10 anni non sarebbe rimasta più traccia della cultura tibetana.
«La Cina governa il Tibet con qualcosa di simile alla legge del terrore. Ci impediscono di praticare la nostra religione. Lo sfruttamento minaccia l'ambiente. Non esiste libertà di espressione e di informazione. La violazione dei diritti umani è di importanza cruciale. E può avere conseguenze negative per l'unità e la stabilità della stessa Cina».

Il dialogo con Pechino?
«Dal 2002 abbiamo avuto sei incontri. Al 5˚ hanno riconosciuto che non cerchiamo l'indipendenza, ma un'autonomia reale come prescrive la Costituzione. Ho gioito: ci siamo. Ma a fine giugno 2007, marcia indietro: di nuovo hanno accusato di separatismo me e intensificato la repressione. Hanno detto: un caso Tibet non esiste più».

Cosa può fare l'Italia?
«Molto. Siete nell'Unione Europea, che promuove i valori umani fondamentali. Parlate di questi valori ogni volta che avete interlocutori cinesi. Non solo a livello governativo. Lo dico anche a studiosi e accademici. Agli uomini d'affari: sono importanti i rapporti economici con la Cina, ma barattare giustizia e verità per il denaro è una forma di corruzione».

Si sente un po' come Toro Seduto? I tibetani come gli indiani d'America oppressi nelle loro terre?
«Loro furono spazzati via. Noi non siamo a questo punto. Però, oggi, i pellerossa sopravvissuti in America sono liberi di coltivare la cultura originaria. In Tibet no».

Lei è un'icona del pacifismo progressista, ma negli ultimi tempi a volerla incontrare sono leader conservatori come Bush e Merkel.
«Non solo. A Vienna mi ha ricevuto il Cancelliere».


Michele Farina

mercoledì 5 dicembre 2007

SICUREZZA,D'ANNA:POCHI I FONDI REGIONALI

Fatti e numeri parlano chiaro.- dichiara il consigliere regionale D'Anna in risposta ad una nota della collega Mollaroli- Sulla sicurezza i fatti sono conosciuti da tutti . Dal vandalismo al borseggio al mercato al furto della bicicletta per poi passare alle truffe agli anziani ai furti in appartamento alle rapine nei negozi, allo sfrontato spaccio di droga, se non coinvolti direttamente i cittadini sono coinvolti emotivamente, ogni giorno.



Di conseguenza il senso d'insicurezza si è trasformato purtroppo in seria preoccupazione. Preoccupazione che incide fortemente e negativamente sulla qualità della vita di ognuno di noi.

Una pericolosa slavina che va fermata, bloccata, respinta.



Per farlo- prosegue D'Anna- occorrono leggi nazionali che prevedano e certifichino pene certe e severe . Oggi non ci sono o se ci sono evidentemente non funzionano.

Occorrono risorse economiche. Quelle ci sono ma troppo spesso non sono assegnate secondo le emergenze e priorità . La sicurezza dei cittadini è una priorità. Per l'investigazione, il controllo e la repressione del crimine serve personale .



Le Forze dell'Ordine sul nostro territorio sono poche. L'età media troppo alta rispetto al lavoro da svolgere. Lo stipendio ridicolo rispetto ai rischi.

Le nostre città, i nostri paesi vivono un aumento continuo di popolazione. Arriva gente che non si conosce, gente che lavora ma anche gente che delinque. A volte, è già successo, il lavoro è una copertura per delinquere. Abbiamo il diritto di difendere il nostro territorio. Abbiamo il diritto di rivendicare la sicurezza perduta. Abbiamo il dovere di adoperarci per leggi severe dove necessario e pene altrettanto severe e certe, e questo è compito di chi ci rappresenta in Parlamento. Com'è compito dei parlamentari adoperarsi affinché sul territorio ci sia una giusta presenza di Forze dell'Ordine.



Alla Regione,invece, tra l'altro spetta il compito attraverso il Dipartimento per le Politiche di Sicurezza prevedere consistenti fondi a favore di progetti presentati dai comuni sul tema della sicurezza.



A questo proposito la collega Mollaroli, intervenendo sulla questione sicurezza ha dichiarato che:"..la Regione Marche ha messo a disposizione risorse per interventi dei comuni, per il finanziamento di progetti pilota e per sostenere le politiche di sicurezza".



La Mollaroli non quantifica la cifra. Spieghiamo il perché. Nelle Marche ci sono 246 comuni. La cifra messa a disposizione dalla Regione per l'anno 2007 corrisponde a euro 302.965,560 (trecentoduemilanovecentosessntacinque euro) in altre parole l'equivalente di 1231 euro a comune.

Per meglio capire tre euro e trentasette centesimi al giorno a comune.

Cappuccino e brioche e poco più.

Tra l'altro , le così dette risorse, servono per il coofinaziamento dei progetti e quindi i comuni che nell'anno in corso hanno presentato progetti, devono finanziali a loro volta dal 50% al 70%. Per ulteriore informazione nel 2007 sono stati ammessi 13 progetti in tutta la Regione di cui 4 della nostra provincia. In provincia di Pesaro-Urbino i comuni sono 67.



Questi conti e cifre.- conclude D'Anna- In questa situazione mi auguro che nelle prossime settimane la Mollaroli sottoscriva con me un emendamento al bilancio per aumentare considerevolmente le risorse a disposizione dei Comuni per seri progetti finalizzati ad assicurare maggiore sicurezza nei paesi e città. Vedremo poi nei fatti.



Giancarlo D'Anna

Consigliere regionale

domenica 2 dicembre 2007

Ordine Pubblico interventi immediati e decisi prima che sia troppo tardi.

Giustamente il compito di proteggere i cittadini spetta alle Forze dell’Ordine- esordisce il consigliere regionale di A.N. Giancarlo D’Anna- per questo è necessario un aumento dell’organico delle stesse ad iniziare da un passaggio di categoria del Commissariato di Fano.
Da anni atteso, ciò non è mai avvenuto. Anzi com’è accaduto di recente, ci si è mossi nella direzione opposta come la prossima chiusura del Comando della Polizia Stradale dimostra.

E’ una realtà. Nonostante l’ impegno delle Forze dell’Ordine, continuano, anzi aumentano episodi criminosi che preoccupano non poco. Le recenti rapine in Piazza Andrea Costa, in pieno centro a Fano, non sono un segnale di allarme, sono l’allarme, l’emergenza.

Sarebbe assurdo minimizzare o paragonare Fano ad altre realtà. Fano è una città nella quale è piacevole vivere solo e se si interviene immediatamente per bloccare un trend preoccupante che potrebbe degenerare, complice leggi nazionali più attente ai “diritti” delinquenti che a quelli di cittadini e commercianti.

Un recente episodio ha visto diverse massaie, impegnate nella spesa in un supermercato del centro, bloccare un extracomunitario che furtivamente cercava di uscire senza pagare. Un bel coraggio quello di commesse e clienti,ma probabilmente è servito a poco. Il ladro, consegnato ai Carabinieri, grazie ad una legislazione assurda, è probabilmente fuori pronto a ripetere l’impresa.

Fano, Pesaro, l’entroterra, l’intera Provincia e le Marche non possono continuare ad essere considerate da Roma come una realtà tranquilla tanto da non prevedere maggiori risorse umane. Anzi in base a tale assurda teoria sono inviati troppo spesso in soggiorno obbligato, nei nostri territori, pericolosi personaggi con un codazzo di individui poco raccomodabili.

La forte ed incontrollata immigrazione straniera e italiana hanno portato la presenza di lavoratori da una parte e nullafacenti dall’altra. Troppa gente vaga senza lavoro per la città, importunando, aumentando insicurezza e degrado. Importando illegalità nelle vie, nei luoghi di lavoro, nel commercio- quello abusivo- senza escludere il riciclaggio di denaro in attività lecite, avvelenando i nostri giovani con droghe di ogni genere, iniziando a creare ghetti in quartieri dove la prostituzione domiciliare è certificata da decine di inserzioni su fogli e quotidiani.

E’ necessaria una forte presa di coscienza del problema, senza polemiche di parte ma con interventi decisi, determinati, esemplari. La città, il territorio, le attività commerciali, le istituzioni hanno impiegato decenni a costruire una città a misura d’uomo. Questo patrimonio oggi corre seri pericoli, far finta che tutto va bene o meglio di altre realtà corrisponde ad abdicare ad un preciso dovere al quale nessuno può sottrarsi.

L’appello- conclude D’Anna- che rivolgiamo al Prefetto, al Questore, ai Parlamentari nazionali è quello di adoperarsi un aumento delle forza dell’Ordine nella nostra provincia ad iniziare dall’entroterra.Per un passaggio di categoria del Commissariato di Fano che consenta di elevare il numero di operatori e ridurre contemporaneamente la fascia d’età oggi troppo alta rispetto alla tipologia di lavoro. Alla Regione già da tempo abbiamo chiesto di far pressione sul governo Nazionale per un aumento dell’organico nella nostra Provincia e nell’Interara Regione Marche, oltre ad un cospicuo finanziamento di interventi a favore dei Comuni per un efficace controllo del territorio- video controllo ad esempio-. Ai comuni una maggiore presenza di vigili urbani ai quali vanno forniti mezzi adeguati di difesa accompagnati dall’emissione e applicazione di ordinanze che non consentano l’arrembaggio alla città da parte di ladri, spacciatori, prostitute,finti mendicanti e rapinatori veri.
Giancarlo D’Anna
Consigliere regionale

IL DALAI LAMA LO VOGLIAMO NOI

Il consigliere regionale D’Anna (An),appassionato di Tibet:“Sarebbe bellissimo,come nel 2005”
Il Dalai Lama di nuovo a Pennabilli?
Nasce l’idea di una “tappa” in occasione della visita italiana
PENNABILLI - Mentre in Parlamento
si discute di una visita “ufficiale” o
meno, per non creare problemi diplomatici
con la Cina (le vicende politiche
che legano il regime al Tibet
sono ormai note e il Dalai Lama diventa
per alcuni esponenti un “personaggio
scomodo”), a Pennabilli, e
in tutto il Montefeltro, la notizia del
suo arrivo in Italia riporta alla mente
il grande incontro del 2005.
Quel 30 luglio il Dalai Lama visitò a
San Leo la mostra fotografica “Tibet
perduto”, realizzata con le straordinarie
foto di Fosco Maraini negli anni
’30 e ’40. Poi a Pennabilli inaugurò
sul Roccione “la campana di
Lhasa”, copia originale della campana
cristiana, unico reperto rimasto
della missione dei frati cappuccini a
Lhasa nel XVIII secolo. Il calco della
campana era stato fatto a Lhasa il
4 agosto 2004 tra mille difficoltà. Nel
Teatro Vittoria ha visitato la mostra
dedicata al grande orientalista e famoso
tibetologo Giuseppe Tucci; ha
avuto un incontro riservato con
Mons. Luigi Negri, vescovo della diocesi
di San Marino-Montefeltro; ha
pregato insieme ai monaci tibetani
del monastero di Ganden Jantse che
avevano nei giorni precedenti realizzato
un mandala di sabbie colorate
dedicato a Chenrezig. In piazza Vittorio
Emanuele di fronte a 3000 persone
ha tenuto un breve discorso insieme
a Stefano Paolucci, sindaco di
Pennabilli, a padre Juan Bednarik,
definitore generale dell’ordine dei
frati Cappuccini, a Mons. Luigi Negri
e all’Imam della comunità islamica
di Rimini. “Fu un incontro eccezionale,
me lo ricordo bene”, interviene
Giancarlo D’Anna, consigliere
regionale di Alleanza Nazionale che
si confessa grande cultore della cultura
tibetana e delle alterne vicende
dei Lama. “Ho anche depositato una
mozione in Regione per sensibilizzare
la politica italiana sulla questione
del Tibet”, aggiunge, “soprattutto dopo
aver visitato personalmente quelle
zone, prima per lavoro (accompagnatore
turistico, ndr) poi per piacere”.
D’Anna ha anche incontrato il
Dalai Lama recentemente: “ad agosto
ho partecipato ad una sua lezione in
Ladhak, dove mi ero recato in vacanza”.
Crede che questo personaggio sia
davvero “scomodo”? “Al contrario
credo sia una delle persone più importanti,
una figura direi globale, non
si può minimizzare quello che rappresenta
per la sua gente, e anche
per noi, per questo spero sia possibile
invitarlo di nuovo a Pennabilli, a
questo proposito mi metto fin da ora
a disposizione per tutto”.
Intanto Sky Tg24 ha lanciato un sondaggio
ad hoc: una maggioranza quasi
plebiscitaria, il 92% dei partecipanti,
non condivide la decisione
delle Autorità italiane di non ricevere
il Dalai Lama, in visita in Italia nelle
prossime settimane. Se non lo vogliono
a Roma, in Montefeltro sarebbero
ben felici di ospitarlo.
Daniele Bartolucci

sabato 1 dicembre 2007

BERLUSCONI: STIAMO TUTTI INSIEME

dal Corriere della Sera
Berlusconi agli alleati: stiamo tutti insieme
Dopo l'avvio del dialogo con Veltroni, il Cavaliere tende la mano a Fini e Casini: «Alla fine torneranno»

Silvio Berlusconi (Imago)
PALERMO - «Agli alleati dico: stiamo tutti insieme». Silvio Berlusconi, dopo aver avviato, venerdì sera con Walter Veltroni, il dialogo per dare «nuove regole» alla politica del Paese, tende una mano agli alleati Bossi, Fini e Casini, colti di sopresa dalle nuove iniziative del Cavaliere. Una «proposta di pace», quella di Berlusconi, che però non convince Bossi e Fini.

LIBERTA' - Il messaggio è chiaro. Dopo le baruffe il leader dell'opposizione torna a dialogare anche con gli esponenti della sua parte politica, Fini e Casini (pur senza citarli direttamente): «Agli alleati dico che dobbiamo stare tutti insieme», ha detto Berlusconi in piazza Politeama, a Palermo, dov'è giunto per incontrare i simpatizzanti di Forza Italia riuniti attorno ai gazebo organizzati per lanciare il referendum sul nome del nuovo partito. «È più importante del 1994. Non c'è dubbio. È un passagggio straordinario che deve essere accolto, capito e condiviso da tutti perché dobbiamo unire tutti come vuole la gente. Sono venuto qui perchè c'è il boulevard più bello d'Europa, che è via Libertá. E con l'idea che abbiamo noi ci sono delle coincidenze meravigliose».

PDL PER UNIRE CENTRODESTRA - «Con gli alleati vogliamo fare un percorso condiviso - ha aggiunto l'ex presidente del Consiglio - Il nuovo partito è pensato per questo obiettivo di unità. Bisogna eliminare ogni divisione tra alleati. Da Palermo parte l'avventura del più grande partito di chi vuole stare insieme». Dopo l'annuncio del nuovo partito, ha rivelato Berlusconi, «mi aspettavo resistenze da parte degli alleati, ma so anche che esse verranno superate dall'entusiasmo della gente e dalla quantità di persone che si uniranno a questo progetto».

VERO BIPOLARISMO - Il Cavaliere ha anche spiegato perché ha scelto, con la sua nuova formazione politica («Partito della gente per la gente»), di aprire un dialogo con il Partito democratico guidato da Walter Veltroni: «Sono due soggetti politici forti che rappresentano la possibilitá di un vero bipolarismo non condizionato da veti e ricatti della più piccola delle forze politiche». E veti e ricatti, ha sottolineato Berlusconi, producono «paralisi, come si vede dai risultati di questo governo, che sono dannosi per l'Italia».

URNE - Malgrado le rassicurazioni a Veltroni, durante l'incontro di venerdì, di non voler porre pregiudiziali sulla data delle elezioni, Berlusconi ha anche ribadito di voler tornare prima possibile al voto: «Siamo qui dopo la più grande mobilitazione della storia della Repubblica in cui milioni di cittadini hanno chiesto a questo governo di porre fine alla sua esperienza e di tornare a votare. In una situazione come questa, quando si dimostra che la maggioranza non c'è più, l'unica strada è tornare alle urne. La sinistra ha deluso, siamo invasi dagli extracomunitari e siamo in un punto di non ritorno». Anche perché «tutti i provvedimenti di questo governo hanno una matrice ideologica: sono stati dettati, voluti, imposti all'esecutivo dall'estrema sinistra». Il governo ha fatto «troppi danni - ha concluso - e deve andare a casa: non si può andare avanti con una sfiducia dell'80%».