sabato 1 dicembre 2007

BERLUSCONI: STIAMO TUTTI INSIEME

dal Corriere della Sera
Berlusconi agli alleati: stiamo tutti insieme
Dopo l'avvio del dialogo con Veltroni, il Cavaliere tende la mano a Fini e Casini: «Alla fine torneranno»

Silvio Berlusconi (Imago)
PALERMO - «Agli alleati dico: stiamo tutti insieme». Silvio Berlusconi, dopo aver avviato, venerdì sera con Walter Veltroni, il dialogo per dare «nuove regole» alla politica del Paese, tende una mano agli alleati Bossi, Fini e Casini, colti di sopresa dalle nuove iniziative del Cavaliere. Una «proposta di pace», quella di Berlusconi, che però non convince Bossi e Fini.

LIBERTA' - Il messaggio è chiaro. Dopo le baruffe il leader dell'opposizione torna a dialogare anche con gli esponenti della sua parte politica, Fini e Casini (pur senza citarli direttamente): «Agli alleati dico che dobbiamo stare tutti insieme», ha detto Berlusconi in piazza Politeama, a Palermo, dov'è giunto per incontrare i simpatizzanti di Forza Italia riuniti attorno ai gazebo organizzati per lanciare il referendum sul nome del nuovo partito. «È più importante del 1994. Non c'è dubbio. È un passagggio straordinario che deve essere accolto, capito e condiviso da tutti perché dobbiamo unire tutti come vuole la gente. Sono venuto qui perchè c'è il boulevard più bello d'Europa, che è via Libertá. E con l'idea che abbiamo noi ci sono delle coincidenze meravigliose».

PDL PER UNIRE CENTRODESTRA - «Con gli alleati vogliamo fare un percorso condiviso - ha aggiunto l'ex presidente del Consiglio - Il nuovo partito è pensato per questo obiettivo di unità. Bisogna eliminare ogni divisione tra alleati. Da Palermo parte l'avventura del più grande partito di chi vuole stare insieme». Dopo l'annuncio del nuovo partito, ha rivelato Berlusconi, «mi aspettavo resistenze da parte degli alleati, ma so anche che esse verranno superate dall'entusiasmo della gente e dalla quantità di persone che si uniranno a questo progetto».

VERO BIPOLARISMO - Il Cavaliere ha anche spiegato perché ha scelto, con la sua nuova formazione politica («Partito della gente per la gente»), di aprire un dialogo con il Partito democratico guidato da Walter Veltroni: «Sono due soggetti politici forti che rappresentano la possibilitá di un vero bipolarismo non condizionato da veti e ricatti della più piccola delle forze politiche». E veti e ricatti, ha sottolineato Berlusconi, producono «paralisi, come si vede dai risultati di questo governo, che sono dannosi per l'Italia».

URNE - Malgrado le rassicurazioni a Veltroni, durante l'incontro di venerdì, di non voler porre pregiudiziali sulla data delle elezioni, Berlusconi ha anche ribadito di voler tornare prima possibile al voto: «Siamo qui dopo la più grande mobilitazione della storia della Repubblica in cui milioni di cittadini hanno chiesto a questo governo di porre fine alla sua esperienza e di tornare a votare. In una situazione come questa, quando si dimostra che la maggioranza non c'è più, l'unica strada è tornare alle urne. La sinistra ha deluso, siamo invasi dagli extracomunitari e siamo in un punto di non ritorno». Anche perché «tutti i provvedimenti di questo governo hanno una matrice ideologica: sono stati dettati, voluti, imposti all'esecutivo dall'estrema sinistra». Il governo ha fatto «troppi danni - ha concluso - e deve andare a casa: non si può andare avanti con una sfiducia dell'80%».

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