lunedì 17 gennaio 2011

OSPEDALE UNICO: LE DICHIARAZIONI DI D'ANNA IN CONSIGLIO REGIONALE.


LEGGI il testo dell'interrogazione, la risposta e la replica.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Quando ci sono delle interrogazioni i cui argomenti sono stati trattati anche in passato forse sarebbe opportuno proiettare il verbale di quanto era stato detto. Mi riferisco, Assessore, alle sue dichiarazioni in merito all’ospedale unico.

In quest’Aula nella scorsa legislatura lei ha sempre negato di aver parlato di ospedale unico, ha sempre detto che erano altri che ne parlavano, una volta era la Mollaroli con la sua mozione, un’altra volta l’attuale Presidente Solazzi in un convegno a Fano. Insomma, ha lasciato agli altri il ruolo di parlare di ospedale unico, se ne è sempre chiamato fuori per evitare nella fase preelettorale di essere additato come chi magari voleva costruire un ospedale unico a Pesaro privando poi Fano e le vallate del Metauro e del Cesano di una struttura indispensabile come è l’ospedale Santa Croce di Fano.

Questo è un percorso che non è stato assolutamente trasparente, caro Assessore. Perché la legge sugli ospedali riuniti votata lo scorso anno al suo all’interno aveva già, pur senza citarla, l’intenzione di portare alla costruzione di un ospedale unico. Sarebbe invece stato molto più corretto, molto più interessante e sicuramente molto più utile fare direttamente un dibattito sull’ospedale unico con molta chiarezza e molta franchezza.

Ma questo non è avvenuto né in passato e neppure oggi, le sue risposte, infatti, contraddicono quello che lei ha sempre sostenuto nel corso degli anni. Sarà mio compito andare ad estrapolare dai vari verbali quello che lei ha detto sia qua dentro che comunicato alla stampa.

La cosa più grave è che tutta questa operazione è stata anche sostenuta, perché giovedì 23 luglio 2009 nella sala riunioni della V Commissione in via Oberdan lei, Assessore, ha detto: “A nord, invece, si tratta sostanzialmente di rafforzare l’azienda che già c’è, perché così com’è non avrebbe nemmeno le caratteristiche e la forza per andare avanti”. L’operazione ospedale unico è servita a, ripeto – lo dice lei, non lo dico io – : “si tratta sostanzialmente di rafforzare l’azienda che già c’è – il San Salvatore di Pesaro – perché così com’è non avrebbe nemmeno le caratteristiche e la forza per andare avanti”. Questo è un verbale da cui leggo cose che ha detto lei. E questo è gravissimo. E’ gravissimo! L’operazione ospedale unico è servita solo ed esclusivamente a salvare l’azienda San Salvatore di Pesaro che era in enorme difficoltà per una serie di motivi. Nel momento in cui la realtà di Fano si trovava con l’ospedale di Fano, con l’ospedale di Fossombrone, con l’ospedale di Pergola, quella di Pesaro, anche con la perdita dell’ospedale di Novafeltria, si trovava con il sederino a terra, sicché “l’operazione è servita sostanzialmente a rafforzare l’azienda che già c’era”.

Allora, caro Assessore, cosa ci viene a raccontare questa mattina! Avrebbe dovuto dirlo chiaramente anche qui: “Guardate, siamo in difficoltà, allora per salvare - non capra e cavoli ma in questo caso solo la capra! - facciamo questo tipo di operazione”.

E che si andasse verso l’ospedale unico lo confermava anche l’allora Presidente della V Commissione Luchetti in un’audizione svoltasi a Pesaro nella sala della Conferenza delle autonomie il 30 marzo 2009, quando disse: “L’obiettivo è fare l’ospedale unico passando attraverso un’azione integrativa, è ovvio che l’atto aziendale disciplinerà questo aspetto integrativo”. Questo è stato detto, quindi visto che Luchetti non è un mago questo era il percorso che si voleva fare, ma che da lei è stato negato, Assessore, e questo è gravissimo!

Oggi ci viene a dire che quello è un passaggio indispensabile? Quello è un passaggio che avevate previsto, preordinato, sul quale non volevate fare assolutamente un dibattito perché vi rendevate conto che la cosa era molto grave in quanto si penalizza una città, privandola – sto parlando di Fano – di un patrimonio che lei ha identificato in circa 30 milioni di euro, patrimonio che quasi certamente servirà per costruire una nuova struttura in un’altra città.

Le varie donazioni che ci sono state nel corso dei decenni, finalizzate a dare dei servizi sul territorio, nella fattispecie a Fano, ma la stessa cosa è successa anche a Pesaro e in altre realtà, oggi andranno in un calderone unico che molto probabilmente servirà a trovare risorse per costruire appunto questa struttura. E questo ce lo ha detto anche lei in più occasioni, ossia che non ci sono soldi sufficienti. Qui ci dice che per il momento non sono previsti interventi di privati, ma in una dichiarazione ai giornali qualche settimana fa lei ha invitato i privati a farsi avanti con un project financing. Una volta c’era Tex Willer che diceva che gli indiani parlavano con lingue biforcute, secondo me è lei che parla con lingua biforcuta, nel senso che viene qui a dire una cosa e poi sui quotidiani ne riporta un’altra.

La realtà vera è che dietro questa operazione ci sono delle grosse lobby legate all’immobiliare. In questa operazione di sanità c’è ben poco. Si vuole mettere in atto un circuito nel quale già si sa chi saranno i padrini e padroni. Si vogliono utilizzare – e lei questa mattina indirettamente lo ha confermato – gli attuali ospedali di Fano e di Pesaro che non necessariamente avranno in futuro una funzione sanitaria, ma questo ormai lo sanno anche i gatti.

Insomma, la puzza di questa operazione che non è assolutamente trasparente si sente da lontano, caro Assessore. È inutile che oggi ci viene a dire che nell’interesse della comunità dobbiamo trovare un nuovo luogo dove mettere i medici. Quei medici di qualità direttamente o indirettamente li avete cacciati, avete fatto in modo che in alcune strutture, ad iniziare da quella di Fano, a primari di un certo spessore seguissero persone che non erano alla stessa altezza. C’è stata una fuga voluta e condizionata per giustificare una simile operazione.

In una regione nella quale si spende – avrei invece voluto dire si investe – tra il 70% e l’80% del bilancio regionale per la sanità, fare questo tipo di operazione è veramente scandaloso. Ci sarebbe da fare una commissione d’inchiesta seria, se non addirittura rivolgersi direttamente alla Magistratura, per capire perché ci sono sei sale operatorie sotto l’ospedale di Fano che non sono mai entrate in funzione pur avendo speso i soldi.

Oggi, Assessore, avrebbe dovuto dirci perché in quel nuovo padiglione i lavori sono stati bloccati per tanti anni. Non è infatti assolutamente vero, Assessore, che l’ospedale di Fano e l’ospedale di Pesaro hanno più di cento anni. C’è solo un nucleo originario che ha quegli anni. Lei sa benissimo che a Pesaro, sia il reparto rianimazione, sia il nuovo pronto soccorso, come buona parte dell’ospedale, hanno meno di cinquant’anni. Addirittura ho sentito dire una castroneria dall’ex Presidente della Provincia di Pesaro Urbino Ucchielli, ossia che non si può continuare a lavorare in ospedali che hanno più di 300 anni. Si è parlato di 300 anni! Qui giochiamo a rialzo tra chi dice qual è la struttura più vecchia per giustificare una nuova struttura di cui non c’è bisogno.

Ci servono medici, ci serve molta più attenzione sulle liste di attesa, quelle liste di attesa che nonostante il Cup rimangono lì, ci serve che la Regione Marche non faccia convenzioni con i privati a nord delle Marche, caro Assessore, all’interno del quale operano medici che poi mandano i malati delle Marche ad operarsi in Romagna.

Allora di cosa vogliamo parlare! L’operazione ospedale unico serve solo a mettere in moto un meccanismo che dia lavoro agli amici degli amici, che metta sul mercato immobiliare le strutture di Pesaro e di Fano. Se volevate fare in modo che a nord delle Marche ci fosse stata una barriera che poteva impedire quella invasione verso i servizi che la Romagna offre dovevate metterci dei medici validi. Invece qua state facendo esattamente il contrario, state facendo un nuovo contenitore che farà lavorare gli amici degli amici che poi gestiranno i servizi per trent’anni, lo fate in un modo che non c’entra assolutamente niente con la sanità. E’ solo un’operazione speculativa, un’operazione di cui lei, caro Assessoresi è vergognato e che oggi invece sponsorizza.
IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE
Interrogazione n. 184


presentata in data 14 ottobre 2010

a iniziativa del Consigliere D’Anna

“Ospedale unico in Provincia di Pesaro-Urbino”

a risposta orale

Il sottoscritto Giancarlo D’Anna, Consigliere regionale PdL,

Premesso:

che la legge “Ospedali Riuniti” è servita soprattutto a mantenere lo status di “Azienda” al

San Salvatore di Pesaro che nel corso degli anni aveva perso i requisiti necessari per

esserlo;

che forte è la preoccupazione dei professionisti del Santa Croce di Fano consapevoli di

quanto sta accadendo (ma costretti a tacere) non condividono questa forzatura fatta sulla

pelle di professionisti e cittadini di Fano e delle vallate del Metauro e del Cesano;

che l’operazione Ospedali Riuniti è fin troppo simile a quanto avvenne in passato con

l’ospedale di Mondolfo, scomparso dopo l’unione con Fano;

che sia a Fano come a Pesaro nel corso degli ultimi anni sono stati spesi milioni di euro

nella costruzione di nuovi padiglioni e/o restauro dei precedenti;

Viste le continue dichiarazioni di rappresentanti del centrosinistra relative al progetto di

costruzione di un ospedale unico nella provincia di Pesaro Urbino

INTERROGA

il Presidente della Giunta per conoscere:

1) quali sono i motivi medici, tecnici ed economici che hanno portato alla decisione di

porre come obiettivo la costruzione di un ospedale unico in provincia di Pesaro Urbino

entro il 2015;

2) quanti posti letto sono previsti nella nuova struttura;

3) a quanto ammonterebbe il costo della nuova struttura;

4) con quali risorse verrà costruito l’ospedale unico;

5) se l’ospedale verrà costruito con l’apporto del privato quali saranno le eventuali partecipazioni

e ruoli del privato;

6) chi ha redatto il progetto del nuovo ospedale che viene mostrato in pubblici incontri;

7) quanto è costato quel progetto;

8) dove verrà localizzato l’ospedale unico;

9) chi deciderà dove costruirlo e quali caratteristiche dovrà avere;

10) come verranno utilizzati gli attuali ospedali di Pesaro e Fano se verrà costruito l’ospedale

unico;

11) a quanto ammonta il patrimonio immobiliare delle due strutture ospedaliere e quanto di

questo proviene da lasciti di privati e quale destinazione è stata prevista dai benefattori;

12) per quale motivo prima delle elezioni, della legge Ospedale Riuniti l’assessore alla

sanità negava che tale legge fosse propedeutica al percorso ospedale unico e subito

dopo elezioni e legge ha invertito rotta puntando senza indugi all’ospedale unico;

13) se la reale intenzione è quella di migliorare l’offerta sanitaria come mai non si è investito

su professionisti e strumentazioni piuttosto che su una nuova struttura

LA RISPOSTA DELL'ASSESSORE ALLA SANITA'

 L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 184 del Consigliere D’Anna. Ha la parola l’Assessore Mezzolani.




Almerino MEZZOLANI. In relazione alla interrogazione in oggetto, datata un po’ di tempo fa, si vuole ribadire che la scelta dell’ospedale unico per le realtà di Pesaro e Fano nasce dalle motivazioni che qui più volte abbiamo discusso, dalla necessità di riqualificare e semplificare il sistema della rete ospedaliera della nostra regione, che è un progetto ampiamente condiviso da questo Governo regionale ed è fortemente coerente con la proposta di Piano socio sanitario passato e quello del 2010-2012 che la Giunta ha approvato e per il quale è in corso l’iter amministrativo.

Tra l’altro è un processo reso ancora più necessario e più urgente da quello che è il contesto economico e finanziario che si è delineato nel corso di questi anni.

L’ospedale unico per l’Azienda Ospedali Marche nord sarà il centro di riferimento per l’Area vasta 1, e non sarà l’unico ospedale della provincia di Pesaro Urbino. In particolare, sarà il risultato finale del processo che abbiamo iniziato diversi anni fa di integrazione funzionale tra le strutture Azienda Ospedali San Salvatore di Pesaro e l’ospedale S. Croce di Fano, al fine di creare un centro di aggregazione delle principali competenze ed eccellenze a livello di Area vasta, creando così sinergie in termini organizzativi e professionali, economie di scala ed eliminazione di duplicazioni, in particolare nell’area dei servizi e dei sistemi di supporto.

E’ una necessità che nasce dalla consapevolezza che appartiene ormai ai più. Cioè che le Marche hanno raggiunto nel corso di questi anni i vertici dei livelli nazionali in termini di sistema sanitario, presi a riferimento per quanto riguarda lo sviluppo futuro del federalismo fiscale. E credo che per stare lì dentro abbia ora bisogno di quelle riforme strutturali, perché la buona sanità non è possibile la si possa portare avanti in ospedali che abbiano più di cento anni. Credo sia chiaro a voi tutti.

L’individuazione precisa del numero di posti letto della nuova struttura, il cui orientamento è finalmente verso una organizzazione per intensità di cura, potrà essere fatta a seguito di una più approfondita analisi del fabbisogno complessivo di assistenza ospedaliera per acuti della popolazione che insiste sulla struttura ed in ragione degli standard e dei vincoli di carattere strutturale fissati a livello centrale e presenti nel Patto per la salute 2010-2012, approvati il 3 dicembre 2009 e riportati integralmente nella Legge Finanziaria 2010.

Il costo della nuova struttura sarà più correttamente individuato in sede di approfondimento degli studi di prefattibilità. Orientativamente il costo sarà allineato alle valutazioni attualmente in corso in analoghi progetti previsti per la nostra regione.

Per quanto riguarda le risorse sono state inserite nel terzo stralcio dell’accordo di programma. Da una parte si prevedevano risorse statali, dall’altra l’accompagno di quelle che sono risorse regionali in alienazioni di immobili.

Questo processo è stato congelato dalla Finanziaria emanata e sarà oggetto di una discussione che si è riaperta dopo lo sblocco di 1 miliardo e 600 milioni. Una discussione che ovviamente avverrà al tavolo del Governo nazionale e dentro le discussioni che avverranno per il riparto del fondo nazionale che inizieranno a giorni.

Nel frattempo credo che la cosa saggia sia quella di esercitarci, e lo dovremmo fare in fretta, sulla scelta condivisa del terreno su cui collocare la struttura.

Allo stato attuale, quindi, non è stato valutato nessun apporto di soggetti privati.

Le indicazioni fornite nei pubblici incontri riguardano un modello strutturale di riferimento, non un progetto che è stato realizzato in fase di realizzazione. E’ una struttura di riferimento ipotizzata a seguito dell’analisi e dell’azione di programmazione svolta dagli organi tecnici della Regione, così come è stato fatto il percorso per altre strutture.

In ragione di quanto esposto al precedente punto non è stato dunque sostenuto alcun costo di progettazione.

Per quanto concerne l’individuazione del sito in cui collocare la nuova struttura non è ancora stata effettuata, sarà compito degli enti locali interessati proporre siti possibili. Seguiremo lo stesso identico percorso che abbiamo seguito in altre realtà.

La valutazione della sede e delle principali caratteristiche della nuova struttura saranno sopratutto oggetto di confronto fra tutte le parti coinvolte, in particolare la Regione, le Amministrazioni provinciale e comunali, le organizzazioni professionali di categoria, naturalmente partendo da una base solida che, ripeto, è stata già sperimentata nella scelta di altre strutture. Alla base del confronto saranno posti i criteri, gli standard ed i vincoli che devono essere mantenuti e garantiti per realizzare una struttura di tale importanza, altrimenti non ci sarà l’avallo governativo.

Gli attuali ospedali, per tutta la durata della realizzazione della nuova struttura, continueranno a svolgere la loro funzione per garantire al meglio, e secondo i livelli di qualità oggi offerti, servizi e prestazioni specialistiche e di ricovero. Successivamente si concorderanno tra le Amministrazioni competenti le future destinazioni d’uso che non necessariamente saranno in ambito sanitario. Ma questo ovviamente appartiene a una discussione che non può esimersi dal confronto con gli enti locali.

In buona sostanza credo si possa dire questo. È stato ed è un percorso estremamente coerente, in perfetta linea con le necessità del sistema sanitario marchigiano, se vogliamo continuare a mantenerlo dentro quel novero ristretto di Regioni che possono vantare la migliore sanità del Paese.

Non possiamo esimerci da questo. E’ venuto il tempo di quelle riforme strutturali, che naturalmente vanno perseguite in maniera attenta, ma alle quali non possiamo sfuggire. Ci insegnano le Regioni che hanno fatto questi percorsi prima di noi.

E c’è la rivendicazione di un percorso coerente a proposito dello stato della discussione in cui siamo.

Noi per anni abbiamo parlato di integrazione, l’abbiamo resa funzionale, ha portato all’unificazione di progetti che nel tempo si sono consolidati, per poi arrivare ad un unico contenitore amministrativo, si è arrivati cioè alla costruzione dell’azienda unica. E’ nata anche una discussione, seppure sofferta in un momento come questo. E avevamo perfettamente detto che alla fine di questo percorso sarebbe stata inevitabile la discussione su un ospedale unico tra le due realtà. Ed è la cosa che necessita.

Adesso credo sia venuto il tempo di aprire la discussione sull’individuazione del terreno, perché sarebbe l’altra tappa che renderebbe irreversibile un processo che è, ripeto, necessario per il sistema sanitario delle Marche e sopratutto anche per quello della provincia di Pesaro-Urbino.

Questo è il percorso coerente.

Andando ai valori di bilancio dei beni del patrimonio immobiliare dell’Azienda San Salvatore essi sono i seguenti: patrimonio immobiliare indisponibile al 31 dicembre 2009 € 24.071.286,30; patrimonio Immobiliare disponibile sempre al 31 dicembre 2009 € 11.535.135,32; per un valore complessivo di € 35.606.421,62.

I beni facenti parte del patrimonio immobiliare disponibile dell’Azienda ospedaliera provengono da donazioni di privati effettuate al vecchio Ente ospedaliero per le quali non risultano vincoli posti dai benefattori ad eccezione della quota parte di un bene ricevuto recentemente come legato testamentario, del valore di € 534.971,00, destinato al reparto di ematologia.

Il patrimonio immobiliare dell’Ospedale civile Santa Croce deriva da trasferimenti effettuati da vari Enti in base a quanto previsto dalle normative vigenti e da realizzazioni successive di strutture sulle aree di proprietà dell’Azienda stessa. Il valore disponibile dell’immobile è il valore di bilancio pari a € 24.034.287,00 aggiornato al 31 dicembre 2008 e pari a€ 24.655.128,71 aggiornato al 30 settembre 2010.

Il processo di determinazione delle modalità di realizzazione di un centro di riferimento di eccellenza a servizio dell’Area vasta 1 ha richiesto, e tuttora richiede, continui momenti di analisi, approfondimento, confronto e valutazione. Tale processo si è svolto indipendentemente dalle scadenze elettorali. E’ un processo che abbiamo avviato all’inizio del nostro mandato e che stiamo faticosamente portando avanti, e non riguarda solo l’area nord delle Marche ma tutto il nostro sistema, e che ci ha portato a cogliere quei risultati più volte qui elencati.

L’intenzione di investire su professionisti di elevata qualità e su strumentazioni e tecnologie innovative non è mai venuta meno. Il modo migliore per garantire che tali forme di investimento possano produrre importanti risultati è anche quello di offrire la possibilità di esercitare le competenze ed utilizzare a supporto una piattaforma strutturale idonea a garantire in termini strutturali, funzionali, spaziali e ambientali le migliori condizioni di operatività. Sarebbe altrimenti inutile rivendicare qui i buoni professionisti se poi non gli si dà un contenitore stabile dentro cui stare.

Credo che queste scelte stiano pagando. Gli ultimi dati della mobilità in uscita ci dicono che dei 50 milioni di disavanzo abbiamo recuperato una trentina di milioni e si arretra ogni anno. Questo vuol dire che abbiamo imboccato la strada giusta e sulla quale dobbiamo continuare.

Quindi tale progetto sta dentro questo percorso. Naturalmente è una cosa complicata, non è facile portarla avanti, ma portarlo a compimento sta dentro l’impegno del Governo regionale

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