lunedì 19 dicembre 2011

OSPEDALE UNICO A GESTIONE PRIVATA?D'ANNA IL GRUPPO DE BENEDETTI PUNTA SULLE MARCHE.


La battaglia per la sanità pubblica non si ferma


Il modello potrebbe essere quello di Suzzara, in Lombardia, dove Medipass del Gruppo De Benedetti Cir dal 2004 ha la completa gestione del complesso ospedaliero dopo essersi occupato della sua ristrutturazione e messa a norma. Certo questa potrebbe risultare una ipotesi fantasiosa se non ci fossero state le aperture all'intervento del privato, negate prima delle elezioni regionali, previste e auspicate nel Piano Socio Sanitario 2012-2014.



Ad avvalorare questa ipotesi c'è l'attenzione che il Gruppo De Benedetti, ha nella nostra regione con l'Istituto Santo Stefano(Kos) è presente con 9 strutture di riabilitazione con 1098 posti letto autorizzati. Kos è una società operante nel settore dell'assistenza socio sanitaria e fondata da Cir che ne detiene il 53,6% ed è principalmente attivo nelle Marche.Un “mercato” interessante dunque quello delle Marche evidenziato di numeri della riabilitazione 1098 posti letto nelle Marche su un totale di 1600 in tutt'Italia.

Sembra non finire qui visto che il PSSR 2012-2014 prevede la riconversione di diverse centinaia di posti letto da acuti a lungodegenza riabilitazione.

A questo punto tornando all'Ospedale Unico, indipendentemente da chi lo andrà a gestire , serve o non serve ? E se sarà costruito cosa cambierà nella sanità della provincia di PU?

Una cosa è certa :con l'Unico Ospedale per acuti della provincia il resto delle attuali strutture si occuperà di riabilitazione e lungo degenza senza dimenticare alcune alienazioni.

Ma cosa prevede il Piano Socio Sanitario per l'Area Vasta 1, cioè la nostra Provincia? Esattamente “Il livello minimo di assistenza su area Vasta”.Mentre il 70% delle risorse in sanità finirà nell'area di Ancona.

A questo punto non si tratta più di localizzazione di un sito dove costruire l'Unico Ospedale ma chiedersi se serve. La risposta è semplice se l'obiettivo dichiarato e quello di assicurare il livello minimo dei servizi,non serve. Se poi l'obiettivo è quello di aprire le porte al privato allora serve, bisogna vedere a chi.

In questo contesto sarebbe opportuno, che i comuni sui quali insistono le attuali strutture ospedaliere, oltre a pensare bene a quello che stanno facendo, dicessero in modo chiaro quali intenzioni ci sono relativamente ad eventuali varianti al Piano Regolatore per un diverso utilizzo di quegli importanti spazi.

Io credo invece che sarebbe opportuno, più opportuno anzi giusto che sia la gente ad esprimersi se è preferibile un miglioramento strutturale degli attuali ospedali concentrando le risorse sulle professionalità e sulla tecnologia oppure puntare su un salto nel buio.

Visto che la proposta di un referendum sull'Ospedale Unico, lanciata in tempi sospetti, vede giorno dopo giorno nuovi supporter sarebbe utile se ,indipendentemente dalle appartenenze, si unissero forze e uomini per far partecipare la gente ad una scelta che non riguarda solo la sanità ma anche l'ambiente, la qualità della vita la trasparenza.

Giancarlo D'Anna

Vice Presidente Commissione Sanità

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