lunedì 8 ottobre 2007

CHE GUEVARA ONORE DA DESTRA?

Quarant'anni fa veniva ucciso Che Guevara. Perché da fascista lo onoro

Quarant'anni fa veniva ucciso Che Guevara. Il comandante guerrigliero aveva cercato di esportare il fenomeno rivoluzionario cubano sia in Africa che in America Latina che, essendo egli argentino, considerava nella sua interezza un po' come la sua patria. I fuochi di guerriglia dovevano accendere la rivoluzione: è quel “fuochismo” che avrebbe affascinato Giangiacomo Feltrinelli, molto poco leninista ma romantico e garibaldino assai.

Il Che e i fascisti


In quarant'anni il Che è stato oggetto di tutte le svalutazioni possibili, è stato ridotto a logo pubblicitario, a simbolo di riconoscimento di tribu urbane ultracapitaliste. Allora, quando morì, ma anche prima, quando abbracciò il suo sogno rivoluzionario abbandonando un ministero a Cuba, Ernesto Guevara poteva contare su tante antipatie, molte delle quali tra i farisei del suo campo, ma anche di tante simpatie tra coloro che la stupida logica degli schemi vedeva come suoi avversari. Allora quando la demenza e la sclerosi del dogmatismo alla Tartuffe non era di moda tra gli eredi delle rivoluzioni nazionali, furono in molti a sostenere il Che. Da Jean Thiriart, il fondatore di Jeune Europe e del partito nazionale europeo che avrebbe schierato volontari in Palestina a Juan Peron. Costui, fascista tra i fascisti, esule in Spagna dopo esser stato rovesciato dall'oligarchia clerico/militare legata a Washington, aveva stretto un patto strategico con Fidel Castro ed elogiava particolarmente il Che la cui lotta, secondo il suo parere ufficiale, utilizzava il marxismo come puro e semplice strumento per un ideale superiore. Fu proprio Peron, l'ultimo degli statisti fascisti, ad accogliere il Che nella Spagna franchista – con il beneplacito del Caudillo – e a metterlo in contatto in Algeria con Boumedienne. Del resto Guevara aveva sostenuto Peron contro i comunisti pochi anni prima in Argentina e uno dei suoi fuochi guerriglieri, appunto nel paese natio soggetto a dittatura, fu opera dei peronisti. Il Che vivo, la crème del fascismo post-bellico era con lui, il Che morto gli vennero dedicate molte riflessioni e qualche agiografia come “Une passion pour El Che ” di Jean Cau di sensibilità nazionalsocialista.


Bianchi o neri?

Potrei quindi onorare Che Guevara sulla base dei miei illustri predecessori e sentirmi per questo molto più fascista dei fascisti che lo denigrano. Ma non sarebbe sufficiente né corretto. Non lo voglio onorare solo perché i migliori fascisti lo onorarono ma perché lo merita di per sé. Conosco le obiezioni, ne sento di continuo: da quando il neofascismo è scaduto nell'ombra reazionaria del codinismo borghese e ha smarrito la sua anima – e il suo più profondo significato esistenziale e sacro – le banalità sminunenti si susseguono. Una di esse è che non si può onorare il Che, non si può non essere contenti della morte del Che, perché egli si batteva per distruggere i nostri valori. Nostri? Valori? Suvvia: scherziamo? Il Che si batteva per liberare il suo continente dall'occupazione americana, dall'oppressione oligarchica e dalle ingiustizie. Possiamo non condividere l'indirizzo dato dal Che alla sua lotta, il suo impianto ideologico e programmatico, ma non possiamo non sentire nostra la sua lotta; e se non la sentiamo tale delle due l'una: o di quella lotta non sappiamo niente o abbiamo sbagliato proprio campo, siamo guardie bianche e non camicie nere!


Lotta e Vittoria


Infine non si può non onorare il Che perché un uomo che abbandona cariche, onori, denari e privilegi per andarsene a vivere nelle selve, tra i monti, con un pugno di compagni di lotta, passando giornate intere con qualche goccio d'acqua e, se dice bene, una galletta, un uomo che sogna e che resta fedele al suo sogno mettendo carne, muscoli, nervi al suo servizio, non può non essere onorato. Lo detta chiaramente quel sentimento della vita, dell'onore e del sacro che è alla base dell'Idea del mondo che fece grande la nostra antichità e la nostra più recente primavera. Quell'Idea del mondo che – dalla Bhagavad Gita tramite i Luperci le Legioni mithraiche, la Cavalleria fino ai Werwolf – ha significato tutto il meglio che memoria d'uomo ricordi e che si condensa nella “Dottrina di Lotta e Vittoria” (che non coincide con il successo tangibile ma con il trionfo su di sé).

Chi non ha perso il bandolo di quel filo non può non rispettare e non onorare l'eroe di Santa Clara. Onore al Che: lotta e vittoria Comandante!

di Gabriele Adinolfi

13 commenti:

Anonimo ha detto...

giù le mani dal CHE!!!

Fronte Sociale Pesaro Urbino ha detto...

tienitelo pure!!
insieme a tutti i compagni di merende.

Anonimo ha detto...

Un rivoluzionario come Guevara non può essere di parte.E' un rivoluzionario e basta. Non è forse lui che ha rinunciato alla poltrona per tornare a combattere?
In Italia la destra rivoluzionaria si è solo "mastrurbata" con i libri e le chiacchiere. Quelle da bar.

Anonimo ha detto...

"oltre la destra "sei un rautiano?

Anonimo ha detto...

Quando Rauti scriveva "le Idee che mossero il Mondo", sì. Oggi il mondo ha rimosso le idee. Si parla e agisce per slogan. Coppi-Bartali.Milan-Inter.Neri-rossi.
Oltre la destra. Oltre i luoghi comuni.Oltre l'ipocrisia e la falsa morale.Il "Che" era un grande.

casual ha detto...

cheguevara è stato un grande nazional rivoluzionario. si sentiva prima di tutto latino americano come noi camerati ci sentiamo prima di tutto europei.egli si basava sull' umanesimo rivoluzionario e sulla cooperazione tra piccola borghesia e proletariati combattè contro i comunisti a fianco di peron.ma ciò che mi colpisce più del che è il suo intento a unire socialismo e nazionalismo perciò considero guevara uno dei più grandi socialisti nazionali al pari di bombacci e berto ricci. hasta la victoria siempre comandante.

Anonimo ha detto...

Io non ritengo guevara comunista ma guevara in ogni suo libro parla di internazionalismo ed è falso che voleva la cooperazione tra borghesi e operai,lui stesso voleva che lo stato fosse in mano agli operai anche se dopo se ne dimenticò

Anonimo ha detto...

Fascisti bastardi, non osate neppure CITARE il nome del Che. Cercare di appropriarsi della sua figura pura da parte vostra è il segno evidente del deserto morale ed intellettuale che da sempre vi contraddistingue.
Il Che era innanzitutto, come tutti noi, comunista, marxista, antifascista.
Accomunarlo nei vostri deliri da scriba a certo putridume sepolto dalla storia sarebbe anche patetico e pietoso, ma per voi non ci deve essere, ne ora ne mai, pieta'. Piazzale Loreto ed una sepoltura in un mare di merda sono il destino che vi attende, e prima o poi, per voi o per i vostri figli, sara' quello che vi succedera'. Le vsotre ridicole parole sono polvere. Le volanti rosse continuano a girare.
Ora scrivete e rispondetemi pure nei vostri blog di merda, sfruttate la liberta' che vi concede il sistema per esercitare il vostro ruolo di patetici parassiti, delirate pure di Che Guevara fascista. Pagherete anche questo, come pagherete tutto prima o poi: la lista si arricchisce ogni giorno.

L'Homme qui cherce ha detto...

Questi comunisti di oggi! vogliono condividere tutto ma non lasciano mettere mano su niente. neppure quando vengono esaltati i loro idoli sono d'accordo. probabilmente mossi da rancore, odio e ignoranza, molta ignoranza, non fanno altro che insultare e minacciare di morte chi, a questo punto intelligentemente, non la pensa come loro. e credere che vogliono essere garanti della libertà dei popoli! sono i primi oppressori, non facciamoci ingannare.

Che Guevara ha detto...

``Possiamo proclamare tutti di fronte a questa assemblea che il marxismo-leninismo è la teoria politica della rivoluzione cubana''

Anonimo ha detto...

Il mondo si divide in brave persone e non, io non sono fascista ma mussoliniano, non comunista ma considero il Che un giusto....
Chi minaccia e spara odio su un blob o è un ragazzino di 16 anni oppure uno sfigato....
Quindi baciami il culo tu e le tue volanti rosse....

Ciccio ha detto...

Da un lato posso capire le simpatie della destra per il Che. Dall'altra però l'ideologia fascista si scontra con l'ideologia socialista che aveva Guevara. Per assurdo dovrebbe essere più vicino alla destra Fidel Castro, dato che ha tradito la rivoluzione per diventare un nuovo dittatore. Ha cambiato il colo della dittatura ma il succo è rimasto sempre quello. Purtroppo non c'è molto da discutere: il fascimo è legato in maniera indissolubile alla dittatura. Castro si è legato successivamente. Guevara no.

Andrea ha detto...

Ciccio non capisci niente.

Destra = Dittatura da ride.
Destra = Fascismo fa ancora più ride.