lunedì 25 giugno 2012

Sanità e chiromanzia

Può il futuro della Sanità basarsi sui se, i ma, i forse?


Pare proprio che la Regione Marche si affidi alla combinazione astrale elaborata da Mezzolani-Otelma per la vicenda ospedale unico, e cioè :Se ci sono i fondi e se ci sono quanti sono e se quei pochi che potrebbero esserci il ministero ce li assegnerà.

Può sembrare una battuta ma in effetti è così , specie dopo le chiare parole del Sottosegretario Polillo a Pesaro il quale invitato nel capoluogo di provincia pensando di “fargli dire” che i soldi per l'ospedale unico, di cui Mezzolani e Ruta ci parlano da anni, sono pronti e disponibili, ha invece detto a chiare lettere che di soldi non ce ne sono e che comunque condivide le scelte di chi, come la regione Marche, chiude i piccoli ospedali (intendendo quelli di Pesaro e Fano, gli altri non li ha nemmeno tenuti in considerazione) per risparmiare. Una bella differenza dalla litania di questi ultimi anni in cui l'Ospedale Unico è stato “venduto” come l'avanguardia del futuro , di una scelta necessaria per fermare la mobilità passiva, di un richiamo nazionale e internazionale. E', ogni giorno di più chiaro, a chi non l'aveva capito o finto di non capire, che si tratta solo ed esclusivamente di un'operazione di risparmio. Se di risparmi si trattava su quello bisognava dibattere in modo chiaro, invece si è preferito confondere le acque, falsare il dibattito per poi imporre scelte impopolari trasferendo sulla crisi le responsabilità.

Ma c'è chi , come il sindaco di Pesaro, nonostante tutto che definisce l'incontro di Pesaro con Polillo:”un passo avanti perché il sottosegretario verificherà se ci sono i fondi”. Ma come ci avete assicurato per anni che i soldi c'erano e ci sono sempre stati e poi dopo aver “scelto” il sito aver “costruito” la stazione ferroviaria di Fosso Sejore, senza nemmeno chiedere l'autorizzazione e la disponibilità alle ferrovie, siete soddisfatti perché il governo verificherà se ci sono quei fondi che ci avete assicurato per anni e che sono stati la molla di quest'operazione?

Per quanto riguarda Mezzolani bastava guardare la sua faccia durante l'intervento del sottosegretario per capire l'imbarazzo. Imbarazzo in parte rientrato quando il Polillo ha detto in modo chiaro che l'operazione ospedale unico si può fare vendendo gli attuali ospedali di Pesaro e Fano. L'esatto contrario di quanto affermato fino ad oggi.

In tutto questo caos chi si romperà le ossa in modo definitivo saranno gli ospedali dell'entroterra, quegli ospedali che nel Piano di Area vasta dovrebbero rimanere di sicuro, ma in realtà come ha affermato Mezzolani, sempre a Pesaro, fino a quando si può. Visto che già dal prossimo autunno si prevede, dopo quella già avvenuta, un'ulteriore riduzione di posti letto per arrivare al 2,5 per mille abitanti, ci sarà poco da attendere.

Il Sindaco Aguzzi invece, sta prendendo atto che forse è più prudente prendere una posizione realistica rispetto a quella prospettata e così ha posto dubbi e domande.

Resta il fatto che a mio avviso tutta l'operazione vada ridiscussa e considerata. Ho sempre sostenuto che l'Operazione Ospedale Unico è servita a rafforzare l'Azienda preesistente cioè il San Salvatore. I tecnici sanno che è così, lo hanno sempre saputo come dimostrano alcuni verbali in cui la cosa è stata detta in modo esplicito. Al grande pubblico l'operazione è stata venduta in modo completamente diverso, Ospedale Unico come una sorta di Torrette 2 . Così non è e non sarà com'è emerso in modo chiaro dalle parole del sottosegretario. Occorre quindi ripensare al futuro della Sanità, nelle Marche come nella Provincia di PU alla luce degli obiettivi, dei parametri e delle risorse ,che sono sempre meno, del governo nazionale e delle scelte regionali. Lo si deve fare con una premessa:assegnare la personalità giuridica alle aree vaste. Ho già presentato insieme ai colleghi che aderiscono ad Azione Marche (Silvetti, Romagnoli del Fli e Marangoni di Popolo e Territorio) una proposta di legge in tal senso che sono disponibile a emendare se necessario col contributo degli altri colleghi, perché se non si parte da una partecipazione reale e condizionate del territorio si è costretti a subire le scelte che Ancona ci impone com'ha sempre fatto. Se dobbiamo decidere del futuro della sanità alla luce della situazione lo dobbiamo fare affidando la scelta a chi vive sul territorio. Tenendo conto che la Giunta Regionale con la delibera n.62 del 23 gennaio 2012 relativamente all'Ospedale Unico stabilisce di“riunire in un'unica struttura le realtà presenti sul territorio”a quel punto anche il futuro dell'Azienda Marche Nord è segnato ed è chiaro anche a chi tale percorso l'ha voluto,condiviso e giustificato che la sua costituzione è stata finalizzata solo e semplicemente per imporre scelte che oggi sempre più persone non condividono. A questo punto ripensare all'Azienda non è poi così assurdo. Tra tante cose sempre più chiare resta un mistero cioè. quali e quanti beni immobili saranno venduti sull'altare della politica sanitaria. E' una domanda alla quale Mezzolani non mi ha mai dato una risposta. Anche qui senza personalità giuridica saremo costretti a subire l'ennesima imposizione.

Quindi la battaglia continua e per quanto mi riguarda a difesa dell'autonomia decisionale dei territori, a favore di una sanità diffusa, accessibile e pubblica che tenga conto della situazione economica ma che non utilizzi la crisi economica per giustificare scelte che con la crisi non c'entrano un bel niente.

Giancarlo D'Anna

Vice Presidente Commissione Sanità

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