Fano (Pesaro Urbino) - Dura presa di posizione del consigliere regionale An-Pdl Giancarlo D’Anna in merito al progetto del “Distretto del Mare”, definito come un «bastimento carico di niente di concreto». La critica di D’Anna è conseguente al fatto che il settore della cantieristica fanese naviga in cattive acque a causa della difficoltà economica internazionale, ma «a tutt’oggi il Distretto è servito a ben poco. Sarebbe dovuto servire per creare “una sinergia tra i diversi attori del territorio” con il coinvolgimento delle Università per “la creazione di un polo scientifico-tecnologico con l'Università politecnica e CNR per la ricerca su materiali, processi produttivi e strumentazioni di bordo; ma anche per promuovere sicurezza nell’ambiente di lavoro e l’integrazione con altri settori come turismo e commercio”. Niente di questo ha preso il largo, dice il consigliere: «il Distretto del Mare è rimasto in banchina e fa acqua da tutte le parti. La realtà di questi giorni è amara e vede la cantieristica navale in seria difficoltà. Il Distretto avrebbe potuto fermare la burrasca della crisi? No, ma avrebbe potuto e dovuto quantomeno contribuire ad arginarla per ripartire poi con le acque più calme. Invece, nonostante il “bollettino del mare” tendesse verso il brutto, la Regione Marche era più intenta ad occuparsi di delocalizzazione piuttosto che salvaguardare le imprese che operano sul nostro territorio. Oggi tutti a bocca aperta a guardare operai in cassa integrazione, imprese sull’orlo della chiusura o riconversione. Quando abbiamo denunciato il ritardo nella costituzione e attivazione del Distretto del Mare siamo stati tacciati di demagogia. Quando ci siamo offesi perché manifestazioni di valore come il Fano Yacht Festival erano snobbate dalla Regione, hanno trovato giustificazioni risibili. Certo il Distretto del Mare, lo ripetiamo, non avrebbe fermato la crisi internazionale, ma poteva e doveva approfittare, insieme alle imprese, della congiuntura favorevole degli scorsi anni per creare sul territorio le infrastrutture, le energie e le sinergie per affrontare le future ed inevitabili difficoltà che sempre seguono i periodi di crescita. La politica deve anticipare e non rincorrere situazioni e crisi. Neppure su un altro fronte, quello del credito, il Distretto si è mosso: le banche a livello locale continuano a tenere i cordoni della borsa chiusi incidendo negativamente nel settore in difficoltà. A questo si deve aggiungere, a livello nazionale, la difficoltà da parte di potenziali acquirenti di imbarcazioni nell’ottenere il leasing nautico, operazione che consente di risparmiare un 12% di Iva sull’acquisto delle barche. Un circolo vizioso che dev’essere interrotto». D’Anna sollecita un «segnale forte e immediato» come un «Consiglio regionale aperto da tenersi a Fano col coinvolgimento di enti e parti interessate per individuare strategie ed interventi mirati, scongiurare nell’immediato la chiusura o la riconversione dei cantieri. In prospettiva per favorire un rilancio del settore attraverso interventi mirati e un’apertura di credito che oggi non esiste, condizionando pesantemente il settore». E poi un richiamo alle imprese, «che hanno un “dovere etico” nei confronti di questo territorio. Non possono in alcun modo approfittare della crisi per mettere in atto strategie che andrebbero a penalizzare chi ha creduto e investito nella nautica capitali, professionalità e territorio».
domenica 1 febbraio 2009
CRISI NAUTICA, D'ANNA: IL DISTRETTO DEL MARE SI E' RIVELATO UN BASTIMENTO CARICO DI NIENTE
Fano (Pesaro Urbino) - Dura presa di posizione del consigliere regionale An-Pdl Giancarlo D’Anna in merito al progetto del “Distretto del Mare”, definito come un «bastimento carico di niente di concreto». La critica di D’Anna è conseguente al fatto che il settore della cantieristica fanese naviga in cattive acque a causa della difficoltà economica internazionale, ma «a tutt’oggi il Distretto è servito a ben poco. Sarebbe dovuto servire per creare “una sinergia tra i diversi attori del territorio” con il coinvolgimento delle Università per “la creazione di un polo scientifico-tecnologico con l'Università politecnica e CNR per la ricerca su materiali, processi produttivi e strumentazioni di bordo; ma anche per promuovere sicurezza nell’ambiente di lavoro e l’integrazione con altri settori come turismo e commercio”. Niente di questo ha preso il largo, dice il consigliere: «il Distretto del Mare è rimasto in banchina e fa acqua da tutte le parti. La realtà di questi giorni è amara e vede la cantieristica navale in seria difficoltà. Il Distretto avrebbe potuto fermare la burrasca della crisi? No, ma avrebbe potuto e dovuto quantomeno contribuire ad arginarla per ripartire poi con le acque più calme. Invece, nonostante il “bollettino del mare” tendesse verso il brutto, la Regione Marche era più intenta ad occuparsi di delocalizzazione piuttosto che salvaguardare le imprese che operano sul nostro territorio. Oggi tutti a bocca aperta a guardare operai in cassa integrazione, imprese sull’orlo della chiusura o riconversione. Quando abbiamo denunciato il ritardo nella costituzione e attivazione del Distretto del Mare siamo stati tacciati di demagogia. Quando ci siamo offesi perché manifestazioni di valore come il Fano Yacht Festival erano snobbate dalla Regione, hanno trovato giustificazioni risibili. Certo il Distretto del Mare, lo ripetiamo, non avrebbe fermato la crisi internazionale, ma poteva e doveva approfittare, insieme alle imprese, della congiuntura favorevole degli scorsi anni per creare sul territorio le infrastrutture, le energie e le sinergie per affrontare le future ed inevitabili difficoltà che sempre seguono i periodi di crescita. La politica deve anticipare e non rincorrere situazioni e crisi. Neppure su un altro fronte, quello del credito, il Distretto si è mosso: le banche a livello locale continuano a tenere i cordoni della borsa chiusi incidendo negativamente nel settore in difficoltà. A questo si deve aggiungere, a livello nazionale, la difficoltà da parte di potenziali acquirenti di imbarcazioni nell’ottenere il leasing nautico, operazione che consente di risparmiare un 12% di Iva sull’acquisto delle barche. Un circolo vizioso che dev’essere interrotto». D’Anna sollecita un «segnale forte e immediato» come un «Consiglio regionale aperto da tenersi a Fano col coinvolgimento di enti e parti interessate per individuare strategie ed interventi mirati, scongiurare nell’immediato la chiusura o la riconversione dei cantieri. In prospettiva per favorire un rilancio del settore attraverso interventi mirati e un’apertura di credito che oggi non esiste, condizionando pesantemente il settore». E poi un richiamo alle imprese, «che hanno un “dovere etico” nei confronti di questo territorio. Non possono in alcun modo approfittare della crisi per mettere in atto strategie che andrebbero a penalizzare chi ha creduto e investito nella nautica capitali, professionalità e territorio».
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