giovedì 22 gennaio 2009

SANITA', D'ANNA: LISTE D'ATTESA VERE O FALSATE?


La crisi si fronteggia anche abbattendo le liste d’attesa e verificando se sono create ad arte.

Aspettare settimane , mesi, per un controllo, una visita medica, una serie di accertamenti è uno dei disservizi più sofferti dal cittadino. Soprattutto quando viene a sapere che, come nel caso della Regione Marche, oltre l’80% del bilancio regionale viene speso in sanità.

Le cronache quotidiane riportano in continuazione disservizi, disagi, attese e numeri. Nessuna provincia delle Marche è esente da questo problema.
Più volte il caso “liste d’attesa” è stato sollevato in Regione. Di recente in fase di approvazione del bilancio 2009, ho riportato alla ribalta la questione mettendo in luce il fatto che, spesso, troppo spesso quelle visite per le quali si dovrebbe attendere per mesi, si possono ottenere, a pagamento in pochi giorni.

Risulta evidente che chi è preoccupato per la salute propria o di un congiunto,per evitare di attendere per mesi l’esito della visita o del controllo, passa ai controlli a pagamento per non trascinare la preoccupazione di non conoscere il responso cosa che incide negativamente sullo stato psicologico del malato e in alcuni casi compromettendo un tempestivo intervento.

Nonostante ci siano dei “tempi massimi di attesa” previsti per delibera regionale questi continuano a non essere rispettati con grave danno, anche economico per le famiglie già gravate dalla crisi economica.
La crisi dunque si fronteggia anche consentendo ai cittadini di usufruire del servizio sanitario pubblico a costi contenuti. La Regione Marche invece di affrontare seriamente il problema, preferisce “anestetizzare” i marchigiani con una campagna di comunicazione tendente a far passare il messaggio che la nostra sanità è migliore di altre e che quindi c’è poco da lamentarsi.

Contemporaneamente in consiglio regionale(durante la seduta dedicata al bilancio) l’assessore Mezzolani dichiara, rispondendo a mie sollecitazioni sul problema delle liste d’attesa che” l’ideale sarebbe di tranciare di netto il rapporto di chi lavora nel pubblico e di chi lavora nel privato. Perché dietro il rapporto delle liste di attesa c’è anche questo, in quanto lavorare in entrambi i sistemi può darsi che da qualche parte si allunghi per poi ricavarne benefici da qualche altra parte.”
La dichiarazione è gravissima soprattutto se fatta dall’assessore Regionale alla Sanità e richiede un’indagine immediata e approfondita, se necessario attraverso una commissione d’inchiesta, per verificare se e dove si sono allungati ad arte i tempi di attesa per prestazioni sanitarie. Nel caso in cui si verifichino situazioni come quelle ipotizzate chiediamo sin da ora interventi e provvedimenti esemplari. La salute è un diritto inviolabile.

Giancarlo D’Anna
Consigliere regionale A.N. verso il PdL

1 commento:

Anonimo ha detto...

mi è capitato spesso di chiamare per un appuntamento e mi è stato propinato quello privato dietro la scusa o forse verità che altrimenti la visita mi andava a finire tanti mesi avanti.
credo che molti cittadini possano dire ciò non credo di essere l'unico.