mercoledì 16 aprile 2008

FRATELLI MATTEI, PER NON DIMENTICARE A TRENTACINQUE ANNI DI DISTANZA


Nella notte del 16 aprile 1973, alcuni aderenti all'organizzazione extraparlamentare comunista Potere Operaio, versarono del liquido infiammabile (forse della benzina o del diserbante) sulla porta dell'appartamento di Mario Mattei, al terzo piano delle case popolari di via Lorenzo Campeggi 15. Mattei era il segretario della sezione Giarabub del Movimento Sociale Italiano, in via Svampa a Primavalle. Divampò un incendio che distrusse rapidamente l'intero appartamento. Mentre gli altri familiari riuscirono a porsi in salvo, due dei figli del Mattei, Virgilio di 22 anni (a sua volta militante missino dei Volontari Nazionali) e Stefano di 8 anni, morirono carbonizzati. Gli attentatori lasciarono sul selciato una rivendicazione della loro azione.

« Il 17 aprile 1973 arrivai con una troupe poco dopo l'allarme, dato alle quattro del mattino. Vidi il corpo carbonizzato del figlio maggiore di Mattei, Virgilio, ricurvo sulla ringhiera del balcone come un'orrenda coperta nera. Alle sue spalle c'era il cadavere del fratellino Stefano, otto anni, bruciato anche lui. Il resto della famiglia s'era salvato, a prezzo di ferite gravi, gettandosi dal terzo piano » (tratto dalla cronaca del tempo)

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