lunedì 28 luglio 2008

TIBET LIBERO:IN NOME DI TUTTI COLORO CHE NON POSSONO PIU' PARLARE


Ospitiamo l'articolo di Toni Brandi, il Presidente della Laogai Foundation Italia, che abbiamo avuto l'onore di ospitare a Fano per un'interessante conferenza su Tibet, Cina e Laogai. Oggi grazie a Toni tutti hanno la possibilità di conoscere la drammatica situazione del popolo Tibetano e Cinese visitando il sito www.laogai.it
Un grazie sentito a Toni Brandi per l'impegno, condiviso, a favore del popolo Tibetano

Tibet libero: In nome di tutti coloro che non possono più parlare


di Toni Brandi

Dal 10 marzo alla fine di maggio sono state registrate rivolte in 67 centri in Tibet, nel Qinghai, nel Guansu e nel Sichuan. Il Governo Tibetano in esilio ha identificato più di trecento morti per torture, sevizie, per fame o semplicemente uccisi dal piombo comunista nelle suddette regioni e nella Mongolia del sud ed il Turkestan orientale (Xinjiang per il regime di Pechino). Nelle stesse zone alla stessa data sono state arrestate più di ottomila persone. Le persecuzioni e gli eccidi continuano. Monaci vengono arrestati, torturati ed uccisi. La campagna di “rieducazione patriottica” dei monaci continua. In Tibet vi sono almeno 24 campi Laogai dove i Tibetani vengono detenuti, costretti al lavoro forzato e spesso uccisi. Drapchi, Chushur, Bomi/Powo, la prigione di Lhasa e Shengyebo sono alcuni tra i tanti Laogai stracolmi di patrioti tibetani.

Ottanta monache sono state arrestate alla fine di maggio ed incarecrate nei laogai. L’8 giugno, Tsering Tsomo, monaca di 27 anni, è stata arrestata e torturata. Per protestare contro il suo arresto centinaia di giovani monache sono state assalite dalle forze speciali, picchiate con manganelli e bastoni elettrici, numerose sono state ferite e, successivamente, sono state tutte deportate verso un vicino centro di detenzione (parte del sistema concentrazionario dei Laogai). Nella mattinata del 10 giugno a Kardze nel Sichuan almeno tre tibetani sono stati picchiato ed arrestati dalla polizia per aver richiesto la liberazione dei prigionieri : Namsey Lhamo, madre di due figli di 30 anni, Tenzin Dargyal, agricoltore di 32 anni ed un monaco la cui identità non è ancora stata accertata. Il mattino del 19 giugno due tibetani sono stati arrestati vicino alla frontiera Indo/Tibetana : Chime Yongdung, presidente del national democratic Party of Tibet, 33 anni e Konchok Yangphel, 29 anni.

Sono ancora fresche nelle nostre menti le foto del massacro al Monastero di Kirti nella provincia tibetana di Amdo, che attualmente fa parte della provincia cinese del Sichuan come quelle del massacro del 3 aprile di 11 Tibetani nel Sichuan anche loro caduti sotto le pallottole della polizia comunista. La repressione continua imperterrita. E’ per questi martiri che noi dobbiamo adoperarci ed agire. Non possono essere morti invano. Le centinaia di marciatori, da Dharamsala alla frontiera, continuano a marciare ed essere arrestati ma non si arrendono. Vogliono tornare nella loro Patria. A noi cattolici, questi marciatori ricordano gli 800 martiri di Otranto. Non dimentichiamo che nella Cina capital – marxista tutte le religioni sono perseguitate. Infatti, molti sono gli esempi di eroismo e di martirio offerti dalla Chiesa Cattolica clandestina. Il Cardinale Kung Pin Mei fu arrestato e trascinato allo stadio per confessare davanti a migliaia di persone il suo crimine di essere cattolico. Invece gridò: Viva Cristo re, Viva il Papa!”. La folla ripetè in coro le stesse parole e il Cardinale fu incarcerato per 32 anni. Il Vescovo Giuseppe fan Xueyan passò gli anni dal 1958 al 1991 in prigione, dove fu ucciso mediante percosse che gli spaccarono il cranio. I suoi resti furono consegnati alla famiglia in una busta per la spazzatura.
I Giochi Olimpici, simbolo di pace e solidarietà fra gli uomini, non dovrebbero avere luogo in Cina. Sono stati gli interessi finanziari delle multinazionali e del regime comunista cinese a permettere questo paradosso. Il regime cinese non ha mantenuto nessuna delle sue promesse riguardo al miglioramento dei diritti umani nel paese asiatico. “Assegnando a Pechino i Giochi, aiuterete lo sviluppo dei diritti umani”. Con queste parole, nell’aprile del 2001, Kiu Jingmin, vice presidente del Comitato Olimpico di Pechino, riuscì a convincere il Comitato Olimpico internazionale ad assegnare alla Cina i Giochi Olimpici 2008. Menzogne .. solo menzogne ! Come denuncia Amnesty International la situazione dei diritti umani sta, in realtà, peggiorando di giorno in giorno in


Cina : i piu’ di mille Laogai, le migliaia di esecuzioni capitali con relativa vendita degli organi umani, le centinaia di migliaia di aborti forzati e sterelizzazioni, la persecuzione di tutte le chiese e di qualunque dissenso sono alcune delle violazioni dei diritti umani perpretate dal regime comunista cinese e di cui i mass media parlano poco per non disturbare i commerci internazionali. E’ solamente grazie all’insurrezione tibetana ed al sacrificio dei giovani e monaci martiri che se ne parla, anche se sempre in maniera esigua, oggi. Infatti, dopo il mio arresto a Dehli il 17 aprile, ho avuto l’onore di conoscere Tenzin Choeying, il presidente di Students for Free Tibet, Chime Yungdrung, presidente del National Democratic Party of Tibet e due deputati del parlamento Tibetano : Tseten Norbu e Dorjee Wangdi Dewatshang. Mi hanno raccontato le loro storie e le loro aspirazioni. Gli ho spiegato che molti in occidente sono in anima, spirito e corpo con loro. Credo che il mondo debba essere molto riconoscente ai martiri Tibetani e non solo per la giusta causa del Tibet ma perchè è grazie a questi martiri che i crimini comunisti cinesi sono di nuovo apparsi sulle pagine dei nostri giornali ed solo grazie a loro che l’ipocrisia delle Nazioni Unite e delle istituzioni sportive, politiche e finanziarie internazionali diventa sempre piu’ palese . E’ solo grazie a loro che molti, di diverse opinioni politiche, si riuniscono in questa giusta grande battaglia ideale. Infatti, oggi, sempre piu’ gente si rende conto di quanto aveva ragione Ortega Y Gasset nel dire che “il modo migliore di dichiararsi di essere un imbecille è quello di dichiararsi di essere di destra o di sinistra”.
Le teorie marxiste e liberiste hanno causato centinaia di milioni di morti sotto i bombardamenti, per fame, con gli aborti, per torture, nei campi nazisti, nei Gulags e nei laogai. Queste idee sono state sconfitte dalla storia. La sola strada è una terza via e noi cattolici la conosciamo : la dottrina sociale della chiesa ! Viviamo in un mondo dove gli interessi finanziari ed economici sembrano predominanti. E’ veramente promettente osservare che esistono ancora persone che attribuiscono priorità a valori morali ed etici. Infatti, numerose sono le personalità che si sono espresse in maniera critica verso le Olimpiadi a Pechino. Fra queste il Principe Carlo d’Inghilterra, Spielberg, Mennea, Richard Gere, Ivana Spagna, Andrea Mingardi, Paul McCartney, Uma Thurman, Mia Farrow, Bernard Henry Levy, Bhaichung Bhutia (capitano della squadra indiana), Valentino Rossi, Narisa Chakrabongse presidente della green world foundaiton che ha rifiutato di portare la fiaccola e molti altri. Sta anche aumentando la lista dei politici che hanno deciso di non partecipare alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi : il premier polacco Donald Tusk, i presidenti ceco ed estone Vaclav Klaus e Toomas Hendrik Ilves, il vice Premier Belga Didier Reynders, il cancelliere tedesco Merkel, il ministro degli esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier e Hans-Gert Poettering, presidente del parlamento europeo, che ha giustamente invitato a Bruxelles il Dalai Lama e lanciato un appello ai leader europei perchè boicottino l’apertura dei giochi e, finalmente, anche Gordon Brown ha deciso di non andare all’apertura dei Giochi. Recentemente, in seguito alla “Marcia per la Pace in Tibet” del 15 giugno a Roma, quando oltre duemila persone hanno marciato al grido di “Tibet Libero”, la Comunità tibetana in Italia, L’Associazione delle Donne – Tibetane, L’associazione Italia – Tibet e la Laogai Research Foundation Italia, hanno chiesto al Governo italiano di npon partecipare all’inaugurazione delle Olimpiadi il prossimo 8 agosto a Pechino. I firmatari della lettera hanno chiesto, al Primo Ministro, di “dimostrare concretamente la forte sensibilità del popolo italiano e di tutto il paese nei confronti del rispetto dei Diritti Umani e della Pace in Tibet, in Cina e nel Mondo”. Allo stesso tempo molti sono gli ipocriti che cercano scuse ed alibi per far tacere la loro coscienza. Primi fra tutti il Presidente Bush, che, tuttavia, ha almeno avuto il coraggio di incontrare il Dalai Lama, il Comitato Olimpico Internazionale e l’ONU che, per far piacere ai grandi sponsors olimpici, si comportano come se nulla stesse accadendo. Ho fede nella natura umana, che è espressione divina, e sono certo che il numero dei politici che non parteciperanno alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi aumenterà. Sono anche certo che i Tibetani non si arrenderanno. Sempre a Dehli ho conosciuto un giovane ragazzo tibetano, Tenzin, che mi ha raccontato come è stato picchiato ed arrestato sia in Nepal che in India.
Negli anni novanta ho avuto l’onore di conoscere alcuni superstiti dei Fratelli della Foresta, i partigiani Lituani, traditi dall’occidente, che combatterono fino agli inizi degli anni cinquanta contro i sovietici. Nei loro occhi potei osservare che, anche se debellati militarmente, non si sentirono mai realmente sconfitti. La stessa determinazione l‘ho riscontrata negli occhi di Tenzin, di Chime, di Karma ed altri amici Tibetani.

Nonostante cinquant’anni di oppressione comunista sovietica, di persecuzioni, con centinaia di migliaia di lituani spariti nell’inferno dei gulag e nonostante il tradimento dell’occidente, la Lituania vive oggi in libertà, parla la propria lingua e sventola le proprie bandiere. Ascoltando le storie dei patrioti morti per il Tibet, ho ricordato una scritta che lessi sui blocchi di cemento che difendevano il parlamento lituano dai carri sovietici, nell’ agosto del 1991. Vi era scritto “Zusim Kad Gyventume” ossia “noi muoriamo affinchè il nostro popolo possa vivere”. Questo è lo stesso ed il vero messagio dei martiri Tibetani di oggi.

Non dimentichiamo questi martiri ! Ricordiamoci che la lotta per la libertà e per l’auto determinazione del popolo tibetano è la stessa lotta per la libertà dei Cristiani nel Darfur, dei Karen e dei monaci in Myanmar, dei contadini e dei migranti cinesi e di tutti quelle genti del mondo che rifiutano di essere omologate come semplici “statistiche” o semplici “consumatori” alla mercè del “mercato globale” ma che vogliono, invece, essere veri e propri popoli orgogliosi delle loro tradizioni e della propria identità.

Sono convinto che il male non può trionfare ma perchè ciò avvenga è necessario che tutti gli uomini e donne di buona volontà si sveglino ed agiscano perchè la battaglia per la libertà in Tibet è anche la nostra battaglia.

E’ per le decine di milioni di vittime del comunismo, spesso sacrificate sull’altere del dio profitto, che noi dobbiamo ragire. nel nome di tutti quei milioni che non possono più parlare!



Toni Brandi

Presidente

Laogai Research Foundation Italia www.laogai.it

2 commenti:

Fronte Sociale Pesaro Urbino ha detto...

Con il tuo permesso Giancarlo al di là delle bandiere politiche:

Venerdì 8 Agosto tutti a Roma con “Gioventù Italiana”
Ritrovo alle ore 15 in Largo dei Lombardi (Via del Corso)
IL NOSTRO TRICOLORE E LE BANDIERE DEL TIBET
CONTRO LE OLIMPIADI DEL TERRORE
CONTRO L’INVASIONE CINESE IN ITALIA
CONTRO CHI UCCIDE LA NOSTRA ECONOMIA
FREE TIBET! FREE EUROPE! BOICOTTA PECHINO2008!
www.gipl.splinder.com - gipl@email.it
…comunicate le vostre adesioni alla mail segnalata, grazie!

Grazie Saluti Bruno

giancarlo ha detto...

Sotto la bandiera del Tibet Libero possiamo e dobbiamo starci tutti. Io l'8 di agosto non sono in Italia bensì in...Cina