martedì 5 luglio 2011

FOTOVOLTAICO SELVAGGIO, D'ANNA : E' DANNO AMBIENTALE.

FOTOVOLTAICO SELVAGGIO, OLTRE ALLA MORATORIA DANNO AMBIENTALE E DIMISSIONI DEI RESPONSABILI.




Siamo alle solite finché “non ci si sbatte il muso”non s'interviene. E' quello che sta accadendo col fotovoltaico selvaggio. Negli anni passati ci sono stati allarmi sul rischio di una degenerazione dannosa del proliferare del fotovoltaico a terra. Non si è voluto ascoltare quanti, attenti a quando è accaduto altrove, hanno provato a sensibilizzare la Regione ad approvare una normativa che vincolasse, ad esempio, l'installazione dei pannelli in via prioritaria sui tetti di capannoni industriali parcheggi e abitazioni.

Si è scelta la via più semplice e vantaggiosa specie per chi gestisce il business dei contributi per il fotovoltaico: le banche. Sopratutto straniere che nelle Marche hanno individuato la terra del bengodi. E così un'agricoltura svilita da provvedimenti della Comunità Europea e dall'incapacità della Regione Marche di tutelare una risorsa importante, si è in parte prestata al gioco di quanti più che pensare all'ambiente hanno pensato di intascare gli incentivi in barba all'ambiente.

Quanto sta accadendo al nostro stupendo paesaggio col posizionamento dei pannelli a terra è un vero e proprio danno ambientale che potrebbe rientrare in quanto previsto dall'

Art. 18. LEGGE 8 LUGLIO 1986 N.349
[1. Qualunque fatto doloso o colposo in violazione di disposizioni di legge o di provvedimenti adottati in base a legge che comprometta l'ambiente, ad esso arrecando danno, alterandolo, deteriorandolo o distruggendolo in tutto o in parte, obbliga l'autore del fatto al risarcimento nei confronti dello Stato.]

Ogni giorno di più i cittadini delle Marche si rendono conto dello scempio causato dal proliferare di campi fotovoltaici che stanno invadendo le nostre colline. Questo accade nelle terra di Leopardi. Oggi non è più la siepe che "de l'ultimo orizzonte il guardo esclude" ma una selva di antiestetici specchi che stanno assassinando un paesaggio unico.

Il business evidentemente viene prima del tanto decantato "Bene comune"e aggiungerei il "Patrimonio Comune" fatto di quelle colline che la Regione Marche utilizza per spot miliardari con Dustin Hoffman ma che poi lascia "stuprare" indiscriminatamente pregiudicando la continuazione di quel turismo legato alla ruralità ai prodotti tipici e di qualità e alla bellezza del territorio, come un recente servizio sul TG1 ha denunciato con forza.

Chi ha causato tale danno dovrebbe dimettersi.

Giancarlo D'Anna

Consigliere Regionale

2 commenti:

makì ha detto...

urge assolutamente una normativa più restrittiva per cercare di salvare il salvabile. impianti come quelli realizzati a Fossombrone sono uno sfregio che dovrebbe servire come chiaro esempio di cosa non si deve assolutamente fare mascherando dietro le energie rinnovabili la sola volontà di speculazione

Peppe ha detto...

Quello che mi umilia, come Sindaco del Comune di Isola del Piano, è che dopo avere dato per ben tre volte parere negativo all'installazione di due impianti fv a terra mi ritrovo con il parere favorevole vicino ad uno dei "cento borghi" tutelati dalla regione Marche. I vicini che tutelano i loro diritti debbono subire anche l'arroganza e la prepotenza di chi questi impianti li instala. Se un piccolo Comune non ha i mezzi per difendersi, se la Provincia e la Regione non intervengono a difesa di un territorio che è anche loro,se i prepotenti sono comunque tutelati, se il metodo "cosa nostra" è l'unico modello di sviluppo, allora io ho sbagliato tutto, ma continuerò a perseverare nel mio sbaglio. La cosa che mi offende è che, dopo aver passato 35 anni della mia vita nel promuovere il BIOLOGICO, mi sento dire, da persone che ancora oggi usano il diserbante e gli anticrittogamici come fossero champagne, che io sarei contro l'ambiente! Falsi, maledetti ed impostori, Gesù le persone come voi li chiamava "sepolcri imbiancati" puzzate e puzzerete sempre di stantio, di vecchio e di morte.