sabato 15 agosto 2009

D’Anna : far scontare le pene nei paesi di origine dei detenuti .



C’era anche il Consigliere Regionale PdL Giancarlo D’Anna tra i 150 deputati, e consiglieri regionali di tutt’Italia che hanno deciso di aderire all’iniziativa “Ferragosto 2009 in carcere” organizzata dai Radicali Italiani “per conoscere meglio e direttamente come vivono la realtà quotidiana direttori, agenti, medici, psicologi, educatori e detenuti per essere così capaci di interpretare i bisogni e di proporre le soluzioni legislative e organizzative adeguate, sia immediate che a medio e lungo termine”.

D’Anna, che ha seguito con particolare attenzione la situazione della mancanza di personale della Casa Circondariale di Pesaro a stretto contatto con Aldo di Giacomo del sindacato Sappe negli scorsi mesi, ha visitato il 14 agosto di nuovo la struttura incontrando oltre alla Direttrice dott. Clementi e al Comandante Secci alcuni agenti di Polizia Penitenziaria. Stessa cosa nell’Istituto Penitenziario di Fossombrone dove ad accoglierlo c’era il Comandante Vice Commissario Andrea Tosoni. durante la visita D’Anna ha scambiato alcune battute con alcuni detenuti

Le visite- ha dichiarato D’Anna- sono state utilissime per approfondire le problematiche delle due strutture della Provincia di PU. I numeri parlano chiaro: a Pesaro la pianta organica prevede 169 agenti ma quelli effettivamente in servizio sono solamente 121. I detenuti, la cui capienza regolamentare dovrebbe essere di 161 posti alla data del 14 agosto erano poco meno del doppio cioè 301, la metà dei quali sono stranieri (123 uomini e 17 donne).

L’Istituto penitenziario di Fossombrone ha in servizio 116 agenti su 127, anche se nello stabilire l’assegnazione del personale, a suo tempo, i parametri utilizzati non corrispondevano esattamente alle reali esigenze. I detenuti ospitati sono in totale 177, numero adeguato alla struttura. Numerosi i detenuti in Alta Sicurezza, 88; numerosi anche i tossicodipendenti, 56;mentre gli stranieri sono poco numerosi rispetto a Pesaro, solo 26.

Sono emerse- afferma D’Anna- in modo evidente la mancanza di personale di Polizia Penitenziaria, soprattutto a Pesaro, e il sovraffollamento sempre nella struttura di Villa Fastiggi dove la popolazione carceraria è quasi il doppio di quella prevista. Le due situazioni comportano: turni pesanti per la Polizia e spesso l’impossibilità di usufruire delle ferie previste sia Fossombrone come a Pesaro- diversi agenti hanno ancora ferie del 2007- e condizioni di vita difficilissime per i detenuti costretti a passare buona parte delle giornate “in branda” visto che in numerose stanze da 1 posto si ammassano tre persone che non hanno il benché minimo spazio per sgranchirsi le gambe. A Fossombrone per i detenuti la situazione, grazie alle caratteristiche del carcere, è senza dubbio migliore in quanto le celle sono tutte singole.

Concludendo- dichiara D’Anna- anche le strutture della nostra Provincia soffrono gli stessi problemi nazionali: sovraffollamento, mancanza di personale e carenza di manutenzione. E’ evidente che per risolvere almeno in buona parte il problema del sovraffollamento, va perseguita la strada di far scontare nel paese di origine le pene ai detenuti stranieri, stranieri che nell’ambito nazionale sono circa la metà dei detenuti proprio come a Pesaro, questo consentirebbe di avere più spazi per i detenuti, una miglior gestione degli istituti , minor necessità di personale e minori spese.

Il mio impegno-conclude D’Anna- è quello di continuare a sollecitare i rappresentati del Parlamento e del Governo per garantire nell’immediato l’assegnazione di personale di Polizia Penitenziaria ove necessario, allo stesso tempo sollecitare interventi di manutenzione della struttura sia a Fossombrone come a Pesaro e spingere affinché si accelerino i tempi di accordi con i paesi stranieri dai quali vengono buona parte dei detenuti per far scontare le pene nei paesi di origine.

3 commenti:

Virghil ha detto...

In linea generale , condivido la proposta di G.D'Anna di far scontare la pena nei paesi d'origine , pero' credo che bisognerebbe ridimensionare alcune leggi vigenti . Come l'assurda legge Fini-Giovanardi che , non facendo alcuna distinzione tra le diverse sostanze ,prevede perfino il carcere per un semplice spinello .

Da ricordare che lo stesso Fini ha ammesso , durante una vacanza in Giamaica ( dove ne e' vietato l'uso ) il consumo di uno spinello .
Altresi' assurdo il reato di clandestinita' .
Il risultato non determinera' nient'altro che un ulteriore sovraffolllamento delle carceri .

giancarlo ha detto...

Virghil ti faccio notare che nessuno va in galera per uno spinello come troppo spesso alcuni dichiarano a testimonianza del fatto che sono male informati:

Legge 49/2006: Nella Gazzetta Ufficiale del 27 febbraio scorso è stato pubblicata la legge 21 febbraio n.49, di conversione del decreto legge 272 del 2005, con la quale è stato profondamente novellato il Dpr 309 del 1990 recante il testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti. Il punto di forza della nuova legge Fini/Giovanardi sulle droghe, è l'equiparazione tra droghe “leggere” e droghe “pesanti”, sotto l'aspetto della pericolosità e delle sanzioni. Detenere, cedere o consumare tali sostanze, non importa in che quantità, sono comportamenti puniti dalla legge. In particolare, possedendo più di una quantità massima prestabilita, si diventa spacciatori e si rischiano pene da uno a vent'anni di carcere, secondo la gravità. Il consumo è comunque punito con sanzioni amministrative (il ritiro della patente, del porto d'armi, del permesso di soggiorno, ecc.) revocabili se l'interessato si sottopone a programma terapeutico, di cui si è certificato il buon andamento.

I quantitativi: Mezzo grammo di cannabis, 750 milligrammi di cocaina, un quarto di grammo di eroina, 750 milligrammi di ecstasy, 500 milligrammi amfetamina e 150 microgrammi di Lsd: sono queste le quantità massime consentite per il consumo personale di droga in base alle tabelle stabilite dalla legge. La legge di fatto parifica uso di droghe leggere e pesanti, e come detto colpisce anche il consumo oltre allo spaccio. I fumatori di cannabis risultano ora punibili anche per il possesso di qualche "canna". Ma quante?


Il "principio attivo": forse una decina o anche meno se si tratta di marjuana di buona qualità finemente tritata e controllata (come quella contenuta ad esempio nei farmaci consentiti in alcuni paesi tra cui l'Olanda per scopi terapeutici). Le tabelle parlano infatti di "principio attivo" e quindi di un valore altamente variabile e legato alla "qualità" della sostanza che in pratica non è possibile valutare durante i controlli di polizia ma solo con una successiva analisi chimica delle foglie di majuana o delle polveri trovate addosso alle persone fermate. Tale scelta facilita lo spacciatore e penalizza il consumatore, visto che solo il primo sa quanta "roba" può portarsi dietro conoscendo la merce che vende. Sarà comunque necessario tenere presente che tali soglie sono solo uno degli indizi che la legge mette a disposizione per verificare se si tratta di consumo personale o di spaccio, che si aggiunge agli altri due criteri: quello della modalità di presentazione delle sostanze (peso lordo complessivo o confezionamento frazionato) e altre circostanze dell'azione (grandi quantità di denaro).

Per il resto la questione del sovraffollamento delle carceri è un problema che risale a diverse decine di anni fa, quando non c'erano ne droga ne clandestini è un problema di leggi, di strutture, di personale, di interessi -ci fu uno scandalo denominato "carceri d'oro"a fine anni 80 che vide il coinvolgimento di 3 ministri- altro che spinelli qui le ragioni sono ben altre.

Virghil ha detto...

- "Legge 49/2006 . Detenere, cedere o consumare tali sostanze, non importa in che quantità, sono comportamenti puniti dalla legge. In particolare, possedendo più di una quantità massima prestabilita, si diventa spacciatori e si rischiano pene da uno a vent'anni di carcere, secondo la gravità." -

Sara' pure cattiva informazione ma ,sono diversi i casi in Italia di cittadini ( incensurati ) che per il solo possesso di modeste quantita' di canapa ( o derivati ) sono prima finiti in galera ed in seguito sono morti all'interno , senza ben conoscerne le circostanze .

Cosi come si finisce nelle patrie galere per la coltivazione anche di una sola pianta .
Piuttosto non sarebbe meglio orientarsi sull'educazione al consumo ? E mi riferisco a tutte le sostanze capaci di modificare coscienza e comportamento , alcol e nicotina inclusi ,senza tralasciare alcuni farmaci normalmente utilizzati ( e tranquillamente prescritti ) come ansiolitici ( classificati come benzodiazepine ) .

Di sicuro , faro' inorridire piu' di qualcuno ma il problema ( se tale si vuole considerare ), anziche' reprimerlo duramente andrebbe affrontato con l'educazione e l'informazione . Non vedrei cosi diabolico l'esempio dell'Olanda , che per quanto se ne' dica in realta' non esiste una legalizazzione a norma di legge ma delle forme di tolleranza in cui pero' scattano pesanti provvedimenti se non si rispettano le regole .

Altrimenti , senza troppa ipocrisia si usino gli stessi mezzi anche per l'alcol la nicotina farmaci ansiolitici , bevande nervine !!!