giovedì 5 giugno 2008
INCIDENTE IN CENTRALE NUCLEARE
Incidente in centrale nucleare slovena
Notizia del 04-06-2008
È di pochi minuti fa la notizia secondo la quale la Commissione Europea ha ricevuto la segnalazione di un incidente nella centrale nucleare di Krsko (Slovenia). È già stata attivata la procedura di sicurezza per lo spegnimento dell’impianto.
Il messaggio d’allerta sembra sia arrivato alle 17.38 e al momento di diffondere la nota (ore 18.27) la potenza del reattore era stata già ridotta al 22%.
Secondo quanto riferito sempre Commissione, si è verificata una perdita di liquido dal sistema di raffreddamento principale della centrale nucleare. L’incidente è stato segnalato a Bruxelles attraverso il sistema di allarme nucleare rapido Ecurie, con il quale l’esecutivo Ue ha successivamente informato tutti gli Stati membri. La Commissione assicura che «il team d’emergenza della Direzione generale Trasporti ed Energia (Tren) rimane all’erta fino a quando non arriveranno ulteriori informazioni e la situazione sarà pienamente sotto controllo».
"Non c'è stata alcuna perdita nell'ambiente" - ha detto un portavoce della Nek, la società che gestisce la centrale nucleare di Krsko - "la fuoriuscita si è verificata all'interno della struttura del reattore. È stato avviato il processo di spegnimento che avviene per fasi e sarà ultimato entro questa sera. Allora sarà possibile ispezionare il sito per verificare la situazione".
Si spera che non si ripeta il caso dell'incidente alla centrale nucleare giapponese di Kashiwakazi-Kariwa verificatosi il 16 luglio 2007: anche il quel caso i gestori della centrale minimizzarono l'incidente per poi smentirsi poche ore dopo.
Quella di Krsko è l'unica centrale nucleare della Slovenia e funziona con un reattore Westinghouse da 632 MW che fin dall’inizio dell’attività, iniziata nel 1983 con 5 anni di ritardo sui tempi previsti, a causa di disfunzioni tecniche, ha manifestato numerosi problemi di funzionamento. La centrale nucleare dista solo 150 km dalla città italiana di Trieste (130 km in linea d'aria) e 230 km da Venezia, è costruita in una zona che, per la presenza di faglie, risulta a alto rischio sismico e, per questo motivo, potrebbe non resistere a una scossa sismica superiore al VI° grado della scala Richter.
La centrale dovrebbe chiudere nel 2023, ma la situazione non è per niente a buon punto: per lo smantellamento occorrono un miliardo e 700 milioni di euro, mentre sono stati accantonati finora solo qualche centinaio di milioni di euro. Inoltre, Slovenia e Croazia che sono proprietarie al 50% della centrale, oltre a risolvere i problemi economici legati alla dismissione della centrale, devono accordarsi su dove sistemare le scorie radioattive.
Nonostante il 2023 sembri lontano, si prevede quindi, che la vita della centrale sarà allungata. Addirittura si pensa di raddoppiare l'impianto, investendo in un ampliamento invece che nella dismissione.
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