mercoledì 5 marzo 2008

LA POLITICA DEL FARE


RECEPENDO LE ISTANZE DEGLI OPERATORI DELLA PESCA, PREOCCUPATI DA RECENTI PROVVEDIMENTI DELLA CROAZIA CHE HANNO PORTATO ALLA PROCLAMAZIONE DI UNA ZONA ECONOMICA ESCLUSIVA CHE PENALIZZA LA PESCA ITALIANA, IL CONSIGLIERE REGIONALE D'ANNA HA CHIESTO ALL'EUROPARLAMENTARE ROBERTA ANGELILLI DI INTERVENIRE PRESSO IL PARLAMENTO EUROPEO PER CHIEDERE DELUCIDAZIONI E INTERVENTI A FAVORE DEI PESCATORI ITALIANI. PRONTAMENTE LA RAPPRESENTANTE DI A.N. A BRUXELLES HA PRESENTATO L'INTERROGAZIONE CHE SEGUE:
INTERROGAZIONE SCRITTA E-0142/08
di Roberta Angelilli (UEN)
alla Commissione

Oggetto: Informazioni circa la creazione di una zona economica esclusiva nelle acque internazionali della Croazia

Pochi giorni fa la stampa italiana ha riportato la notizia che la Croazia, con decorrenza dal primo gennaio 2008, ha proclamato la cosiddetta "Z.e.e.- zona economica esclusiva" nel mare Adriatico, su un'area di 23.870 chilometri quadrati. In particolare, il governo croato, in base al codice della navigazione internazionale, avrebbe unilateralmente deciso di adottare tale provvedimento, dividendo così il mare Adriatico in due parti. Anzi, avendo molte isole, la Croazia farebbe partire il limite di inizio del conteggio proprio dall'ultimo lembo di terra dell'isola, con la conseguenza che il mare Adriatico non sarebbe più diviso a metà tra le due coste ma da costa italiana a isola, e dunque all'Italia verrebbe riservato uno spazio di mare più stretto.
Tale situazione rischia soprattutto di mettere in crisi l'intero settore ittico che nella Regione Marche rappresenta un'importante fonte di sostentamento per le famiglie, oltre che ad avere un impatto negativo su tutto il settore dell'indotto diretto ed indiretto. Infatti, solo in questa zona dell'Italia centrale, risultano operanti: quindici motopescherecci nella marineria di Fano, venti ad Ancona, Civitanova Marche e San Benedetto del Tronto ed, infine, dieci motopescherecci a Porto San Giorgio.


Alla luce di quanto precede, potrebbe la Commissione presentare un quadro generale della situazione e chiarire:

- se é stata informata dei fatti sopra menzionati ed in che modo intenda intervenire;

- se tale decisione unilaterale non costituisca un impedimento al processo di adesione alla UE?



Risposta di Olli Rehn
a nome della Commissione
(28.2.2008)


Negli ultimi anni, la Commissione ha seguito molto da vicino la questione della zona ecologica e di pesca protetta della Croazia. Ad aprile 2004, nel parere espresso sulla domanda di adesione della Croazia, la Commissione ha fatto presente che una soluzione sulla dichiarazione di zona ecologica e di pesca protetta andava trovata nell'ambito delle conclusioni della conferenza di Venezia per lo sviluppo sostenibile della pesca nel Mediterraneo. Relativamente alla creazione di zone di pesca protette, la dichiarazione di Venezia del novembre 2003 ha menzionato l'adozione di un approccio concertato e regionale adeguato alle esigenze specifiche della pesca e basato sul dialogo e il coordinamento.

A giugno 2004, la Commissione ha facilitato un accordo politico tra Croazia, Italia e Slovenia sulla non applicazione della zona croata agli Stati membri. Il Consiglio europeo di giugno 2004 ha espresso apprezzamento per l'accordo, cui veniva fatto riferimento nel quadro di negoziazione di ottobre 2005.

In seguito alla decisione del parlamento croato del dicembre 2006 di applicare agli Stati membri la zona croata ecologica e di pesca protetta, la Commissione ha contribuito attivamente a diversi incontri di natura tecnica tra Croazia, Italia e Slovenia. L'intento era di ravvicinare le posizioni dei paesi interessati e garantire un regime di pesca sostenibile nell'Adriatico, in linea con i principi della politica comune della pesca e con le misure di conservazione dell'acquis per il Mediterraneo. La Commissione è pronta a continuare a favorire questo tipo di incontri, con l'accordo delle parti interessate.

La Commissione ha richiamato la Croazia al pieno rispetto dell'accordo del 4 giugno 2004 relativo alla zona ecologica e di pesca protetta, chiedendo al paese di non applicare nessun aspetto della zona agli Stati membri fino a che non si addivenga ad una convergenza di vedute, nello spirito dell'UE.

Con il recente insediamento del nuovo governo croato, è fondamentale trovare una soluzione in via prioritaria onde evitare ripercussioni negative sul processo di adesione del paese all'UE.
NELLA FOTO ANGELILLI, D'ANNA E DIOTALLEVI AD UNA MANIFESTAZIONE A ROMA.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

A breve nel PPE ne farete tante di "cose vostre".
baciamo le mani.

Anonimo ha detto...

anonimo fatti curare

Anonimo ha detto...

scusa anonimo non ti va bene nemmeno quando si difendono i pescatori italiani? per me sei solo un provocatore, comunista, almeno spero..................