venerdì 14 marzo 2008

TIBET:D'ANNA SCRIVE AL CONSOLE INDIANO AFFINCHE' CONTINUI LA MARCIA PACIFICA VERSO IL TIBET. MOZIONE IN CONSIGLIO REGIONALE



Vostra Eccellenza Signor Console dell’India in Milano
Il sottoscritto Giancarlo D’Anna consigliere regionale delle Marche ha appreso con stupore e sgomento dell’intervento operato dalla Polizia Indiana dello Stato dell'Himachal Pradesh nei confronti di un gruppo di tibetani impegnati in una marcia per protestare contro la brutale occupazione del loro Paese. Questo intervento è avvenuto mentre nella capitale tibetana, Lhasa, molti monaci e laici sono stati arrestati e i monasteri sono circondati dalle forze dell’esercito cinese.
La marcia si stava svolgendo pacificamente e nella più pura tradizione gandhiana (non a caso molti ritratti del Mahatma venivano portati dai marciatori) in territorio indiano, senza causare alcun problema di ordine pubblico, ed è rivolta a far conoscere la drammatica situazione in Tibet e quella dei rifugiati tibetani in esilio. Fonti attendibili ci hanno confermato che solidarietà e interesse sono stati espressi dalla popolazione indiana ai marciatori nelle località toccate dalla marcia.
Ricordando con gratitudine la pluriennale solidale generosità con la quale i governi democratici dell'India e l'intero popolo indiano hanno accolto oltre centomila profughi tibetani, primo fra tutti Sua Santità il Dalai Lama e ritenendo che debba essere garantito ai rifugiati tibetani il diritto, sancito anche dalla Convenzione internazionale dei Diritti Civili e Politici (ICCPR), a manifestare pacificamente, questa Amministrazione considera un grave errore il fermo di cento marciatori avvenuto stamani e ne suggerisce l’immediato rilascio. E con in mente il ricordo della nobile lotta gandhiana che portò al raggiungimento dell'indipendenza nazionale indiana, chiede altresì che sia consentita la ripresa e lo svolgimento della Marcia Verso il Tibet.
Mi rivolgo a Lei, Eccellenza, perché si faccia tramite della richiesta mia e di molti cittadini italiani presso le competenti Autorità del Suo Paese.
Cordiali saluti
Giancarlo D’Anna
Consigliere regionale
Regione Marche
Fano 14 marzo 2008

TIBET: D'ANNA, DISCUTERE MOZIONE IN CONSIGLIO MARCHE
(ANSA) - ANCONA, 14 MAR - ''Le drammatiche notizie che giungono dal Tibet su scontri tra polizia e monaci buddisti e su un aumento della repressione nei confronti dei tibetani, non possono lasciare indifferente la comunita' marchigiana e italiana''. Lo rileva il consigliere regionale del Pdl Giancarlo D'Anna, che chiede l'immediata discussione di una mozione in consiglio. ''La situazione di oppressione del popolo Tibetano, che ho potuto constatare di persona lo scorso anno, e' aumentata in questi giorni - osserva - nella ricorrenza del 49/o anniversario della protesta dei tibetani contro l'invasione cinese. Anche in India, da dove e' partita una marcia pacifica verso il Tibet per raggiungere il Tetto del Mondo in concomitanza dell'inizio delle prossime olimpiadi di agosto, si registrano arresti di monaci e manifestanti''. ''Nel dicembre 2005 - ricorda infine D'Anna - presentai una mozione per i diritti umani in Tibet; a oltre due anni di distanza non e' stata ancora discussa. In apertura della seduta del consiglio regionale chiedero' con forza l'immediata discussione e approvazione della mozione gia' approvata in diverse Regioni e consigli comunali''.


TIBET: ALEMANNO, CONTRO REPRESSIONE CINESE METTERE IN DISCUSSIONE ANCHE OLIMPIADI
Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - ''Sapevamo che l'identita' del Tibet era come un fuoco che covava sotto le ceneri, oggi questa identita' sta divampando come un fuoco, nonostante la repressione e la strategia del silenzio attuata dal regime cinese''. E' quanto dichiara in una nota il deputato di An, Gianni Alemanno. ''Anche quando il Dalai Lama e' venuto un Italia -aggiunge- le Istituzioni italiane, governate dal centrosinistra, hanno ceduto al ricatto del regime cinese per non dare rilevanza all'evento. Adesso l'occidente sia solidale senza omissioni e se la repressione continua si abbia il coraggio di mettere in discussione anche le Olimpiadi a Pechino''.

Dehra, 13 marzo 2008 (ore 12,00)
La polizia indiana ha chiusa a Dharamsala la sede nazionale della Tibetan Youth Congress ed è impedito a tutti i tibetani lasciare la zona di Dharamsala per impedire la ripresa della "Marcia Verso il Tibet", però sembrerebbe che gli organizzatori abbiano già pronto un altro gruppo di marciatori che attende in una località che, ovviamente, non ci è dato rivelare. I sostenitori non tibetani della "Marcia" sono ancora riuniti davanti alla stazione di polizia di Jawalaji e confermano la decisione di andare avanti con uno sciopero della fame fino a quando non saranno rilasciati i detenuti e la "Marcia Vero il Tibet" potrà riprendere. Si moltiplicano gli appelli a non lasciare sole le cinque organizzazioni promotrici della "Marcia" e soprattutto ad amplificare le informazioni su quanto sta accadendo.



Dehra, 13 marzo 2008 (ore 10,37)
Tenzin Tsundue, il noto poeta e attivista tibetano che aveva da tempo dichiarato la sua volontà di tornare in Tibet ed era tra i partecipanti alla "Marcia" è stato arrestato per primo e viene detenuto in un luogo sconosciuto mentre gli altri marciatori tibetani sono agli arresti in tre celle della stazione di polizia della cittadina di Jawalaji dopo essere stati portati via su cinque cellulari. I partecipanti alla "Marcia" non tibetani si trovano adesso all'esterno della stazione di polizia e hanno dichiarato uno sciopero della fame indefinito, chiedendo a tutti i tibetani -dentro e fuori il Tibet- così come agli amici del Tibet ovunque nel mondo di mobilitarsi immediatamente affinché gli arrestati siano subito rilasciati e la "Marcia Verso il Tibet" possa riprendere. Tutti qui sottolineano la grande importanza della mobilitazione e, soprattutto, della circolazione più estesa possibile delle immagini e delle notizie di quanto sta succedendo. La determinazione di tibetani e sostenitori è fortissima e gli avvenimenti di questi giorni stanno suscitando un'emozione e una volontà di lottare per la liberazione del Tibet che da tempo non si vedeva all'interno della comunità dei rifugiati. Giungono messaggi di solidarietà da tutto l'universo dei profughi, sia in India sia all'estero, e grazie ai telefoni portatili, alle trasmissioni radio e al passaparola, le notizie della "Marcia" riescono ad arrivare in Tibet dove sono accolte con entusiasmo come provano le manifestazioni di questi giorni. Adesso è importantissimo che continui, e se possibile cresca ancora di più, la capacità di far circolare il maggior numero di informazioni possibili sugli avvenimenti di questi giorni. Così come è fondamentale che nascano ovunque sia possibile, iniziative di appoggio e sostegno alla lotta dei marciatori e si chieda alle autorità indiane di consentire che una manifestazione pacifica, non violenta e che si ispira alla tradizione gandhiana possa continuare nella democratica India.



Dhera, distretto di Kangra, 13 marzo 2008 (ore 08,30)
Tra gli arrestati ci sono Lobsang Yeshi, uno dei tre coordinatori nazionali della "Marcia Verso il Tibet" e Choeying, coordinatore nazionale della sezione indiana di Students for Free Tibet.



Dhera, distretto di Kangra, 13 marzo 2008 (ore 07,30)
E' arrivata adesso la polizia in forze e ha arrestato tutti e cento i marciatori tibetani più una decina di sostenitori stranieri tra cui diverse donne. L'azione della polizia è stata molto decisa e ferma ma non ci sono state violenze contro i manifestanti. Al momento non abbiamo notizie su dove siano stati portati. I manifestanti si sono incatenati gli uni agli altri e non hanno opposto resistenza ma si sono limitati a gridere slogan inneggianti al Tibet e alla non violenza gandhiana. Mentre la marcia stava procedendo lungo la via che porta alla cittadina di Kangra, oltre un centinaio di poliziotti scesi da quattro pulmann hanno bloccato la strada e proceduto agli arresti. Ripeto, tutti e cento i marciatori tibetani sono stati portati via insieme ad oltre dieci sostenitori stranieri. Le cinque organizzazioni non governative hanno comunque fatto sapere che in località che non possiamo rivelare ci sono già altri volontari pronti a riprendere la "Marcia Verso il Tibet" che quindi non dovrebbe fermarsi ma riprendere. Mentre i marciatori venivano arrestati e portati via gridavano ai giornalisti presenti di scrivere la verità sulla situazione in Tibet e sulle condizioni di vita dei tibetani e continuare a informare il mondo di quanto sta succedendo.

16 commenti:

giancarlo ha detto...

TIBET: PROSEGUONO SCONTRI
(ANSA) - PECHINO, 14 MAR - Proseguono in Tibet, secondo l' emittente Radio Free Asia, le proteste anticinesi iniziate lunedi' scorso nell' anniversario della rivolta tibetana del 10 marzo 1959. Le manifestazioni, definite le piu' grandi degli ultimi vent'anni, sono molto preoccupanti per il governo di Pechino, anche per l'avvicinarsi delle Olimpiadi. Secondo l'emittente una manifestazione e' stata impedita oggi dalla polizia a Lhasa, teatro lunedi' e martedi' scorso di proteste alle quali ha partecipato un migliaio di monaci buddisti. Fonti locali parlano di decine di arresti. Oggi, aggiunge l'emittente, sarebbero state date alle fiamme alcune automobili della polizia, sempre a Lhasa. Manifestazioni di monaci e civili tibetani, che inneggiavano al Dalai Lama, il leader spirituale del Tibet che vive in esilio dal 1959, si sono svolte questa settimana anche in aree a maggioranza tibetana nelle province del Qinghai e del Gansu. (ANSA). NT 14-MAR-08 10:31 NNN
TIBET:ESERCITO ASSEDIA MONASTERI LHASA,MONACI TENTANO SUICIDIO
(AGI/AFP) - Pechino, 14 mar. - L'esercito cinese ha circondato i tre piu' grandi monasteri di Lhasa, la capitale del Tibet, dove da giorni i monaci si mettono in marcia per protestare nel cinquantesimo anniversario della rivolta contro la dominazione cinese. A riferire dell'assedio ai monasteri e' stata la Campagna internazionale per il Tibet: "Lhasa sta vivendo momenti di paura e tensione", ha detto una portavoce dell'ong. Insieme ai tre monasteri di Ganden, Drepung e Sera, i "tre pilastri del Tiibet, altri due sono stati vietati ai turisti, secondo quanto ha riferito un'agenzia di viaggi molto nota in Cina ma della quale non e' stato fornito il nome. Diversamente, fonti del governo cinese avvertono che non v'e' alcun divieto a visitare i monasteri, aperti ai turisti. I monaci del monastero di Sera hanno cominciato ieri uno sciopero della fame per protestare contro l'assedio militare, Almeno due, secondo Radio Asia Libera hanno tentato di uccidersi mentre molti altri "si feriscono per la disperazione".(AGI) Fab 141040 MAR 08 NNNN

= TIBET: PROTESTE A LHASA, CI SONO FERITI =
== TIBET: PROTESTE A LHASA, CI SONO FERITI = (AGI/AFP) - Pechino, 14 mar. - Un imprecisato numero di persone sono rimaste ferite in seguito alle nuove manifestazioni di protesta scoppiate oggi a Lhasa, capitale del Tibet, dove le forze di sicurezza cinesi hanno circondato tre dei principali monasteri buddhisti per impedire ai religiosi di scendere in piazza. Lo ha reso noto la 'Xinhua', agenzia di stampa ufficiale di Pechino, secondo cui i feriti e' stato necessario il ricovero all'ospedale. In precedenza era stato riferito di incendi appiccati a diversi negozi della principale citta' tibetana. (AGI) Pdo 141115 MAR 08 NNNN

giancarlo ha detto...

CINA: TIBET; SPARI PER STRADE DI LHASA, SECONDO TESTIMONI
(ANSA) - PECHINO, 14 MAR - Residenti di Lhasa hanno riferito di aver sentito dei colpi di arma di fuoco. Altri testimoni citati da siti web della diaspora tibetana sostengono che i tre principali monasteri della capitale - quelli di Drepung, Sera e Ganden - sono circondati dalla polizia militare. Secondo Kate Saunders, un' attivista della Free Tibet Campaign, afferma che ''alcuni monaci di Sera hanno iniziato uno sciopero della fame'' ieri per chiedere la liberazione dei loro compagni arrestati nei giorni scorsi, che sarebbero alcune decine. ''Non sappiamo quanti sono'', ha detto Saunders, ''pensiamo che siano molti''.

giancarlo ha detto...

TIBET: CNN, SPARI E LACRIMOGENI NELLE STRADE DI LHASA
Lhasa, 14 mar. (Adnkronos) - Crescono le violenze in Tibet da giorni teatro di disordini in coincidenza con il 49esimo anniversario della rivolta contro il dominio cinese. Secondo quanto hanno riportato testimoni alla Cnn, nelle strade di Lhasa sono stati esplosi colpi di arma da fuoco e sparati lacrimogeni. Nel capoluogo, un migliaio di persone avevano tirato sassi contri le forze dell'ordine ed i loro mezzi, e hanno dato alle fiamme negozi di proprieta' di cinesi dell'etnia han.

Anonimo ha detto...

Giancarlo questa è una notizia di ieri: "La Cina non è più nella lista nera Usa dei paesi che compiono maggiori violazioni dei diritti umani, rivela un rapporto annuale diffuso oggi dal Dipartimento di Stato. Ma la Cina continua a negare alla sua popolazione diritti umani di base - afferma il rapporto - e continua a torturare i prigionieri.
La lista nera stilata dal Dipartimento di Stato comprende quest'anno Corea del Nord, Birmania, Iran, Siria, Zimbabwe, Cuba, Bielorussia, Uzbekistan, Eritrea e Sudan. La Cina era stata inclusa negli ultimi due anni in questa lista dei paesi che compiono maggiori violazioni dei diritti umani. Il documento del Dipartimento di Stato segnala notevoli miglioramenti sul fronte del rispetto dei diritti umani in quattro paesi: Mauritania, Ghana, Marocco ed Haiti."

giancarlo ha detto...

TIBET: UNA RAGAZZA E UN MONACO I MORTI, FONTI TIBETANE
(ANSA) - NEW DELHI, 14 MAR - Una ragazza di 16 anni ed un monaco sarebbero le due vittime degli scontri in Tibet. Lo riferiscono fonti tibetane indiane citando la Tibet Society di Londra. Secondo le informazioni, la ragazza sarebbe morta a Lhasa mentre il monaco a Ramoche. Inoltre Human Right Watch, l'organismo internazionale con sede negli Usa che combatte per i diritti umani in tutto il mondo, ha chiesto ai governi di Cina, India e Nepal il rilascio di tutti i tibetani arrestati in occasione delle manifestazioni per la commemorazione della rivolta del 1959 in Tibet e il conseguente esilio del Dalai Lama e del governo tibetano.

Anonimo ha detto...

CHI AVEVA DEI DUBBI ORA SI SARA' CONVINTO. BOICOTTARE PECHINO 2008 E' LA PAROLA D'ORDINE. TIBET LIBERO.

Anonimo ha detto...

eppure c'è chi su questo blog aveva da ridire sulla manifestazione di Roma per il Tibet perchè c'erano anche i radicali, almeno quelli hanno avuto il coraggio di andare perfino in India a marciare con i monaci, mentri i duri e puri se la fanno sotto.SI BOICOTTIAMO le olimpiadi.

Fronte Sociale Pesaro Urbino ha detto...

“Solo la Santanchè, tra i candidati premier, ha il coraggio di lanciare il boicottaggio delle Olimpiadi in Cina. Gli altri tacciono, perché gli affari contano più di diritti e valori”

Anonimo ha detto...

sono stato contento di leggere ierisul tuo blog che Gianni Alemanno prima di altri ha proposto il boicotaggio, pensare che in questo sito la settimana scorsa come dice Franci c'era chi criticava la manifestazione perchè tra mille altri c'erano i radicali.TIBET: ALEMANNO, CONTRO REPRESSIONE CINESE METTERE IN DISCUSSIONE ANCHE OLIMPIADI
Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - ''Sapevamo che l'identita' del Tibet era come un fuoco che covava sotto le ceneri, oggi questa identita' sta divampando come un fuoco, nonostante la repressione e la strategia del silenzio attuata dal regime cinese''. E' quanto dichiara in una nota il deputato di An, Gianni Alemanno. ''Anche quando il Dalai Lama e' venuto un Italia -aggiunge- le Istituzioni italiane, governate dal centrosinistra, hanno ceduto al ricatto del regime cinese per non dare rilevanza all'evento. Adesso l'occidente sia solidale senza omissioni e se la repressione continua si abbia il coraggio di mettere in discussione anche le Olimpiadi a Pechino''.

Anonimo ha detto...

Si con Berlusconi e soci ci posso proprio credere che Alemanno proponga fin in fondo il boicottaggio....ma fatemi il piacere...

giancarlo ha detto...

Chi visita questo blog, ma sopratutto chi ha seguito durante l'ultimo anno il sito www.giancarlodana.it sa che da tempi non sospetti mi occupo dei problemi del Tibet, tanto che nel 2005 presentai una mozione in consiglio regionale a favore dei diritti del popolo Tibetano. Quella mozione , mi auguro verrà discussa domani in consiglio regionale. Spero che tutti i gruppi presenti in consiglio votino quella mozione, indipendentemente dal partito di appartenenza. E' importante dare un segnale forte alla Cina da tutti i livelli ad iniziare da quelli istituzionali, non starò quindi a rifiutare un eventuale voto della sinistra perchè credo sia importante avere il supporto di tutti in una situazione che ora dopo ore diventa sempre più drammatica. Dispiace vedere che in una situazione pesante come quella che continua a subire il popolo Tibetano ci sia chi cinicamente pensa più alla spupida, anonima e vigliacca polemica di parte dimostrando di infischiarsene del Tibet a vantaggio della soddisfazione tipica dei vigliacchi, quella di lanciare il sasso e nascondere la mano.

giancarlo ha detto...

«Almeno 80 morti in Tibet»
Il Dalai Lama: «È genocidio culturale»
Il governo in esilio fornisce un nuovo bilancio degli scontri a Lhasa. Il Nobel: «No al boicottaggio dei Giochi»


Il Dalai Lama (Ap)
LHASA - In Tibet è in atto «un genocidio culturale». È questa la dura accusa del Dalai Lama. Dal suo esilio in India il leader spirituale dei tibetani è tornato a condannare gli scontri e le violenze a Lhasa, invocando ancora una volta un'inchiesta internazionale per appurare cosa stia realmente accadendo nella zona. Secondo il Nobel per la Pace, nella regione himalayana è in atto «una discriminazione sistematica» e «i tibetani nella propria terra sono trattati da cittadini di seconda classe». Contrariamente a quanto auspicato da più parti il Dalai Lama non ha lanciato un appello per il boicottaggio dei Giochi Olimpici che si terranno in Cina in estate. Il capo spirituale dei buddhisti ha comunque aggiunto che è al momento «impossibile l'armonia nella zona». «Noi vogliamo autonomia, non separazione», ha aggiunto il Dalai Lama, sottolineando come in Tibet ci sia al momento uno «stato di terrore».

«OTTANTA MORTI» - Il bilancio incerto e confuso degli scontri a Lhasa tra manifestanti pro Tibet e forze della polizia cinese si aggrava intanto di ora in ora. Da Dharamsala, nel nord dell'India, il governo tibetano in esilio conferma che «i morti sono almeno ottanta». Sabato lo stesso governo in esilio aveva parlato di 30 morti, anche se riferiva di voci di oltre cento vittime, mentre il governo cinese ha confermato solo 10 morti. Il nuovo bilancio arriva all'indomani dell'ultimatum del governo di Pechino a quelli che le autorità cinesi chiamano i «ribelli»: consegnatevi e sarete trattati con clemenza, altrimenti sarete puniti «severamente». L'ultimatum scade lunedì sera.
dal Corriere della Sera

giancarlo ha detto...

TIBET: CASTELLI, NO OLIMPIADI E BOICOTTARE PRODOTTI CINESI
(ANSA) - ROMA, 16 MAR - ''L'Italia non vada alle Olimpiadi e si boicottino i prodotti cinesi''. E' la proposta del presidente dei senatori della Lega, Roberto Castelli, in riferimento alla strage di Lhasa e alle violenze contro i monaci buddhisti da parte del governo cinese.

Avv. Giovanni Orciani ha detto...

Giancarlo perchè non facciamo fare delle magliette anti olimpiadi e cominciamo a diffonderle, ad esempio aprendo banchetti in città....magari riusciamo a smuovere le coscienze di coloro che non riescono ad apprendere appieno la drammaticità della situazione e creare il giusto movimento d'opinione, oltre a costringere qualcun'altro ad uscire allo scoperto e prendere una chiara posizione sull'argomento...

giancarlo ha detto...

Giovanni, condivido la tua proposta.Da qui alle olimpiadi dev'essere un crescendo.L'inizio spero che sia domani in consiglio regionale con la discussione e approvazione della mozione cho ho presentato. Poi allarghiamo il tiro. Grazie per il positivo e fattivo contributo.
Ti saluto alla tibetana Tashi delek (lieta beninignità)

giancarlo ha detto...

TIBET: ALEMANNO, NEI GAZEBO PETIZIONE PER BOICOTTAGGIO OLIMPIADI PECHINO
Roma, 16 mar. - (Adnkronos) - ''Quello che sta succedendo in Tibet in questi giorni ha macchiato di sangue, in maniera gravissima, le Olimpiadi di Pechino della prossima estate. La comunita' internazionale, a partire da Roma citta' simbolo di dialogo e pace, non puo' rimanere inerme di fronte ad un tale scempio''. E' quanto ha dichiarato il candidato sindaco del Pdl a Roma, Gianni Alemanno, presentando nel corso di un incontro con i cittadini che si e' tenuto questa mattina a Ostia, una petizione al Governo italiano in cui si chiede di ''intraprendere una decisa iniziativa diplomatica, anche sotto l'egida dell'Unione Europea, nei confronti del Governo Cinese, perche' cessi qualsiasi violazione dei diritti umani e qualsiasi forma di repressione nei confronti del popolo Tibetano, rispettandone il diritto all'autodeterminazione, le tradizioni ed il culto''. ''I giochi olimpici rappresentano, da sempre, un momento celebrativo della fratellanza tra i popoli tant'e' che storicamente, durante il loro svolgimento, venivano interrotte tutte le guerre - ha continuato - Inoltre i Giochi sono un'occasione per riaffermare il valore universale dei diritti umani e impedire la violazione dei diritti democratici. A tutto questo il Governo Cinese sta venendo meno''. ''Dopo le tristi vicende della Birmania, dove sono stati trucidati centinaia di monaci buddisti che manifestavano pacificamente, in questi giorni episodi ancora piu' gravi si stanno ripetendo in Tibet ad opera del Governo Cinese e fino ad ora sono rimaste inascoltate le raccomandazioni promosse da Amnesty International - ha detto Alemanno - come a nulla e' valso l'appello del Dalai Lama alle autorita' Cinesi perche' abbandonino l'uso della forza per reprimere le pacifiche e democratiche proteste del popolo Tibetano''. Nella petizione si chiede, qualora queste condizioni non vengano soddisfatte, di adottare la decisione di ritirare la partecipazione della delegazione Italiana ai Giochi Olimpici di Pechino 2008 e promuovere analoghe iniziative e decisioni di tutti gli altri paesi dell'Unione Europea. ''Da oggi - ha proseguito Alemanno - sara' possibile firmare la petizione nei gazebo del Pdl presenti in ogni municipio della Capitale. Ci auguriamo che i romani sottoscrivano in massa questa battaglia per il rispetto della liberta' e la civilta' di un intero popolo''.