sabato 5 giugno 2010

Attivista tibetano: “Tiananmen, una ferita per tutto il mondo”




A 21 anni dal massacro del movimento studentesco, il direttore del Centro tibetano per i diritti umani e la democrazia dice ad AsiaNews: “Celebriamo l’anniversario pregando, affinché i desideri del movimento studentesco possano un giorno divenire realtà”.


Dharamsala (AsiaNews) – I tibetani “ricordano il massacro avvenuto in piazza Tiananmen pregando “affinché i desideri del movimento studentesco possano un giorno divenire realtà. Democrazia e diritti umani sono correlati fra loro e, fino ad oggi, la popolazione cinese ha vissuto sotto il tallone di un regime repressivo che ha portato avanti delle continue violazioni ai diritti umani”. Lo dice ad AsiaNews Urgen Tenzin, direttore del Centro tibetano per i diritti umani e la democrazia, in occasione del 21esimo anniversario della strage del 4 giugno 1989.

Secondo l’attivista tibetano, il massacro è una cartina di tornasole per la situazione del Tibet: “Pechino ha ordinato e condotto una strage contro la propria gente, davanti agli occhi dell’umanità intera, nella piazza centrale della sua capitale. Questo dimostra a tutto il mondo quanto possano essere repressive e violente le misure adottate contro coloro che vivono in Tibet. Ma noi non siamo preoccupati soltanto per la nostra gente: i diritti umani sono un’idea universale che avvolge la persona in quanto tale. Ecco perché soffriamo profondamente anche per le violazioni contro gli stessi cinesi”.

Il ricordo della strage, dunque, “ci invita a ricordare che la violenza continua, non soltanto per i tibetani. Dentro la Cina non esistono diritti umani o stato di diritto: la popolazione continua a soffrire. E questo si traduce, a 21 anni dal massacro, con nuove uccisioni di innocenti. Possiamo soltanto sperare che la comunità internazionale decida per l’imposizione di un qualche tipo di sanzione contro il governo cinese a favore della democrazia e dei diritti umani, valori essenziali per i nostri tempi”.

1 commento:

Errico La saraga ha detto...

il direttore del Centro tibetano per i diritti umani e la democrazia dice ad AsiaNews:

Sono seriamente preoccupato per la deriva antidemocratica dell'Italia dove ormai al posto della democrazia sta' prendendo piede il sultanato .
...arrivando al controllo totale dell'informazione !