martedì 1 giugno 2010
TUTTI A BRINDARE NEL RICORDO DEL MASSACRO DI TIENANMEN.
In questi giorni si tiene a Shanghai, in Cina,l'Expo 2010, Governi, Regioni, Istituzioni nazionali e internazionali tutti in Oriente a omaggiare e ossequiare il regime Cinese per i progressi ottenuti. Poco conta se quel progresso è macchiato di sangue e sofferenza. Poco conta se quei risultati economici si sono ottenuti grazie allo sfruttamento dei lavoratori cinesi, alle materie prime rubate al Tibet occupato, al petrolio sottratto al Tukestan Orientale anch'esso occupato e represso , al business dei trapianti d'organo. Poco conta. Quello che conta è il business. Così come in passato nell'anniversario dell'occupazione del Tibet si organizzarono le Olimpiadi per coprire il crimine, nei giorni in cui si dovrebbero ricordare i massacrati di Piazza Tienanmen (3e4giugno) si organizzano party e si brinda all'Expo di Shangai. Un brindisi per coprire i crimini .Non una parola non un ricordo delle vittime. Che faccia finta di non ricordare il regime cinese, ci sta. Non si mai visto il massacratore commemorare i propri crimini. Che facciano finta di non ricordare l'Occidente e tutti i Paesi dell'ONU sempre pronti a menzionare la Dichiarazione universale dei Diritti Umani quando fa comodo, è gravissimo.
Questo non vuol dire che con la Cina non bisogna commerciare. Ma “calare le braghe” in nome del business oltre a non essere giusto non è nemmeno dignitoso. Se noi abbiamo bisogno della Cina è altrettanto vero che la Cina ha bisogno di noi. Far finta di non sapere forse aiuterà governi e imprenditori a fare affari e creare l'illusione che il business con la Cina ridurrà gli effetti della “crisi” ma non aiuterà le genti del mondo ad avere la minima speranza per un futuro migliore se i furbi, i farabutti e i criminali vengono acclamati e le vittime dimenticate.
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