lunedì 19 marzo 2012

Santa Croce,Il comitato segnala disagi per le liste di attesa e l’emergenza


Una manifestazione a difesa dell'Ospedale
 dal Corriere Adriatico

Fano Altroché pari dignità tra gli ospedali di Fano e Pesaro. Il comitato di coordinamento per la difesa del Santa Croce e della sanità nelle vallate del Metauro e del Cesano ha messo in luce come l’ospedale fanese risenta di una politica di progressivo depauperamento nei confronti di quello pesarese e come a sua volta la sanità provinciale venga penalizzata a vantaggio di quella anconetana. Già i posti letto sono sottodimensionati.



Come ha messo in luce Saverio De Blasi, rispetto a una media europea di 5,5 posti letto per 1.000 abitanti e a una media nazionale di 3,7, la nostra provincia dispone solamente di 2,7 posti letto per lo stesso parametro; in più non tutti sono reali, in quanto quelli esistenti negli ospedali di Fossombrone e di Pergola non sono attrezzati per gli acuti. Dal 2010 al 2011, l’ospedale fanese è passato da 266 a 239 posti letto.



“Manca inoltre – ha detto De Blasi – la valorizzazione delle professionalità esistenti. Si pensi a Ortopedia che dispone di soli 7 posti letto, che ha solo mezza giornata di camera operatoria e non può operare nel weekend. Si pensi alla perdita professionale per mancanza di rinnovo del contratto del professionista che praticava l’ago aspirato e gli esami di citologia”.



A questo Federico Sorcinelli ha aggiunto la scarsità di mezzi che garantiscono il pronto soccorso. “Dopo le 8 di sera – ha evidenziato – a Fano è in esercizio una sola ambulanza; se questa è impegnata debbono intervenire altri mezzi da Marotta o da Pesaro. Nei giorni scorsi una paziente di San Michele al Fiume ha atteso tre ore e mezza prima che potesse essere ricoverata all’ospedale. Di notte nel reparto del Pronto soccorso c’è un solo medico, mentre potrebbe essere assistito dal suo collega assegnato alle ambulanze, se questo più che viaggiare a bordo del mezzo, potesse intervenire solo in caso di necessità a bordo di un’auto medicalizzata”.



Il problema rappresentato dai tempi di attesa che caratterizzano le prestazioni diagnostiche è stato evidenziato dal consigliere regionale Giancarlo Zaffini: per poter eseguire una mammografia occorre attendere 140 giorni, invece di 90 come indicato nel prospetto redatto dalla stessa Asur. Per una risonanza magnetica all’addome occorre attendere 100 giorni, invece di 85; solo per essere sottoposti a una ecografia addominale si rispettano i tempi, sempre troppo lunghi, di 160 giorni. In sintesi più l’ospedale è grande, più lunghi sono i tempi di attesa. Al Cup il personale ruota ogni 6 mesi, senza quindi acquisire la professionalità necessaria. Al Pronto soccorso di Fano non esiste primario: il reparto viene gestito da quello di Pesaro. A tali rilievi si sono aggiunti quelli espressi dal consigliere regionale Giancarlo D’Anna che ha esordito rivendicando la sistemazione delle camere operatorie programmata entro il 2011, ma ancora non eseguita. “Erano per 3.350.000 euro gli interventi inseriti nel programma pluriennale di ristrutturazione del Santa Croce – ha detto – , promessi dal direttore generale Aldo Ricci, di cui chiedo le dimissioni, ma ancora non eseguiti. Che fine ha fatto infine la Rsa?”.

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