venerdì 7 ottobre 2011

I "TAGLI" CHE AUMENTANO LA SPESA SANITARIA

TAGLI CESAREI: D'ANNA,NELLE MARCHE PIU' DEL DOPPIO RISPETTO AL LIMITE OMS (Organizzazione Mondiale Sanità)




Ogni giorno sentiamo parlare di “tagli”necessari per ridurre la spesa pubblica. Ci sono però dei “tagli” che costano cari molto cari:i tagli cesarei . Costi per le donne, visto che col cesareo aumenta il rischio morte di 3-5 volte rispetto al parto vaginale, ed economico in quanto il TC (taglio cesareo) comporta un notevole aumento dei costi. (I costi variano a seconda della presenza o meno di complicazioni da euro 2600 a 3700 per il TC contro poco più di 2000 per il parto vaginale).



E' bene chiarire che non si contesta il parto cesareo quando necessario, ma l'abuso di tale intervento.



A fronte di un 10-15% di parti cesarei ritenuto il limite massimo dall'OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, la regione Marche si avvicina in alcune realtà al 40% di TC (tagli cesarei). Con queste alte percentuali, quella che si vanta di essere una delle migliori Sanità in Italia, in questo campo, è al livello delle regioni più “criticate” nelle gestione della salute.



Nel quinquennio 2004-2008 nelle Marche c'è stato un aumento del ricorso al taglio cesareo del 23,4% e ad oggi la situazione non è affatto migliorata. Restando ai dati del 2008 , quelli più completi e disponibili,i tagli cesarei furono 4871 in tutta la regione. E' bene ricordare che il TC ha un costo nettamente superiore al parto vaginale. Ad oggi la situazione non è molto cambiata.



Si verrà a dire che l'aumento dei parti cesarei riguarda l'Italia intera. In effetti questo è vero. Non significa però, che dobbiamo seguire o inseguire altri lungo una strada sbagliata. Resta il fatto che le Marche nella classifica nazionale dell'utilizzo del parto cesareo sono in compagnia del meridione d'Italia.



L'abuso di questa pratica è certificato dall'accordo Stato Regioni relativo alle “Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità,della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso di nascita e per la riduzione del taglio cesareo” sancito il 16 dicembre 2010. Accordo recepito dalla Giunta Regionale delle Marche con delibera 1088 del 25.07.2011.



C'è da chiedersi perché la Regione Marche ha atteso tanto visto che i tagli cesarei hanno subito un ingiustificato aumento nel corso degli anni e un conseguentemente aggravio dei costi. C'è da chiedersi inoltre se poi alla fine si utilizzi questo accordo sopratutto per ridurre i punti nascita, infatti quelli che non garantiscono i 1000 parti annui sono destinati ad essere chiusi come prevede l'accordo Stato Regioni.



Si combatta dunque l'abuso che viene fatto della pratica del taglio cesareo, allo stesso tempo non si penalizzi il territorio privandolo di strutture indispensabili per l'accessibilità e la qualità della vita.



Giancarlo D'Anna

Vice Presidente Commissione Sanità

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