Dopo un'attenta analisi della situazione ambientale legata alla presenza di amianto in strutture pubbliche e private, Giancarlo D'Anna ha presentato la seguente interrogazione in Consiglio Regionale:
Il sottoscritto Giancarlo D’Anna Consigliere regionale A.N. verso il PdL
PREMESSO
CHE L’amianto è un killer silenzioso, seriale, facile da identificare ma ancora in libertà nonostante che con la legge n. 257 del 1992 in Italia è stata vietata l'estrazione, l'importazione, l'esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, prodotti di amianto o contenenti amianto.
CHE La micidiale fibra- non esiste una soglia minima di rischio nell’esposizione all’amianto- con l’aria attraverso la bocca può raggiungere i polmoni, agendo lentamente e negli anni, dopo essere stata inalata, può provocare :
l’asbestosi, un terreno fertile per l’insorgere di tumori polmonari e mesotelioni pleurici;
il mesotelioma un tumore maligno che riveste le membrane de polmoni e gli organi addominali
il carcinoma polmonare, il più frequente e strettamente collegato all’asbesto(fibra di amianto)
CHE Il problema non riguarda solo ed esclusivamente coloro che hanno lavorato con l’amianto, ma anche le famiglie (all’interno delle quali la micidiale fibra si è insinuata attraverso gli abiti di chi ne è venuto a contatto come dimostrano le statistiche di Casale Monferrato uno dei siti italiani tristemente colpiti dai tumori collegati all’amianto) e quanti possono inalare per motivi extraprofessionali le fibre di amianto presenti nell’aria nelle vicinanze di manufatti da cui si liberano le fibre. .
CHE Nel 1997 con delibera di Giunta n. 3496 la Regione Marche adottò il “Piano di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto”.
CHE Il piano, come primo obiettivo, si proponeva “il censimento delle situazioni potenzialmente caratterizzate da presenza e/o esposizione all’amianto”.
CHE Due anni dopo , nel giugno 1999, la Regione Marche con delibera n. 2197 Incaricava l’Azienda U.S.L n.2 di Urbino di espletare un “ Corso di formazione professionale per operatori e dirigenti d’imprese, dedite ad attività di bonifica, rimozione smaltimento di amianto”.
CHE Sempre nel 1999 con delibera di Giunta 3372 la Regione Marche “Costituiva un gruppo di lavoro permanente per le problematiche relativamente all’amianto denominato GRUPPO REGIONALE AMIANTO “ per “occuparsi delle problematiche tecnico operative, interpretative ed organizzative, al fine di uniformare in ambito regionale le attività previste dalla normativa sull’amianto”.
CHE Finalmente, se così si può scrivere, nel 2002 dopo 10 anni dalla legge 257 la Regione Marche con delibera 2014 deliberava il “Piano Operativo dell’anno 2002- Censimento amianto-Imprese ed edifici”stanziando 185. 924,48 euro integrando i contributi stanziati l’anno precedente cioè 190.00,00 euro, ai Dipartimenti di prevenzione delle AUSL conferendo, ancora una volta l’incarico di “organizzare e gestire i Corsi di Formazione” destinati questa volta agli “Operatori delle Strutture Sanitarie Regionali di controllo, finalizzati al funzionamento della rete di rilevazione dei casi di mesotelioma.
CONSIDERATO
CHE
Sono trascorsi 17 anni dalla legge 257 relativa all’amianto;
12 anni dal “Piano di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto”;
10 anni dal “ Corso di formazione professionale per operatori e dirigenti d’imprese, dedite ad attività di bonifica, rimozione smaltimento di amianto” e dalla costituzione del Gruppo Regionale Amianto;
8 anni dai piani Operativi per il censimento dell’amianto;
Da dati in mio possesso relativi al censimento effettuato in Provincia di Pesaro Urbino risultano circa 3000 strutture ( tra: capannoni in attività e dismessi, uffici pubblici, magazzini, stalle,autorimesse, civili abitazioni,mense,alberghi,stabilimenti balneari,ristoranti,banche, scuole,università,uffici postali,case di riposo,aziende agricole,carcere,porcilaie,distributori di carburante, e perfino ambulatori medici di pertinenza di una Usl) in chilogrammi stimati di amianto compatto presenti in ciascuna struttura variano da pochi kg. a decine fino centinaia di miglia di kg. ai quali inevitabilmente si debbono aggiungere molti altri presenti in strutture non censite.
INTERROGA
Il Presidente della Giunta per conoscere
quanti casi di mesotellioma, asbestosi e carcinoma polmonare, malattie strettamente collegabili all’inalazione di fibre di amianto, sono stati rilevati negli ultimi anni dalla “Rete di rilevazione” e inseriti nel Registro Regionale dei casi di mesotelioma e quali sono le zone geografiche in cui si riscontrano i casi più numerosi;
Quanti e quali sono gli edifici e strutture, pubbliche e private nella Regione Marche, su cui è stata rilevata la presenza di amianto e a quanto ammonta la quantità stimata di amianto friabile e amianto compatto;
quanti quali i siti e/o gli edifici da bonificare il prima possibile perché pericolosi;
se tra gli edifici su cui è stata rilevata la presenza di amianto ci sono strutture di proprietà della Regione Marche ed in tal caso quanti e quali;
se non ritiene i provvedimenti presi sino ad oggi dalla Regione insufficienti rispetto all’ampiezza del fenomeno e al pericolo relativo alla presenza di amianto;
quali risultati si sono ottenuti con il Gruppo Regionale Amianto a distanza di 10 anni dalla sua costituzione;
se non ritiene assurdo che la Usl n.2 di Urbino , incaricata di espletare corsi di “Formazione per Operatori e dediti alle attività di bonifica, rimozione e smaltimento di amianto”sia proprietaria di tre ambulatori medici in cui risultano essere presenti complessivamente 37.600 Kg. di amianto ;
cos’ha impedito alla proposta di legge n.108 del giugno 2006 di cui sono primo firmatario e che prevede “Assegnazione di contributi per l'incentivazione di interventi di rimozione e smaltimento dell'amianto da insediamenti civili “ di essere discussa e votata nonostante l’evidente necessità di mettere in condizione quanti sono disponibili a smaltire legalmente la pericolosa fibra di farlo ad un prezzo equo evitando, così , come purtroppo troppo spesso avviene, l’abbandono dell’amianto nell’ambiente per evitare gli alti costi di rimozione e conferimento in discarica speciale.
PREMESSO
CHE L’amianto è un killer silenzioso, seriale, facile da identificare ma ancora in libertà nonostante che con la legge n. 257 del 1992 in Italia è stata vietata l'estrazione, l'importazione, l'esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, prodotti di amianto o contenenti amianto.
CHE La micidiale fibra- non esiste una soglia minima di rischio nell’esposizione all’amianto- con l’aria attraverso la bocca può raggiungere i polmoni, agendo lentamente e negli anni, dopo essere stata inalata, può provocare :
l’asbestosi, un terreno fertile per l’insorgere di tumori polmonari e mesotelioni pleurici;
il mesotelioma un tumore maligno che riveste le membrane de polmoni e gli organi addominali
il carcinoma polmonare, il più frequente e strettamente collegato all’asbesto(fibra di amianto)
CHE Il problema non riguarda solo ed esclusivamente coloro che hanno lavorato con l’amianto, ma anche le famiglie (all’interno delle quali la micidiale fibra si è insinuata attraverso gli abiti di chi ne è venuto a contatto come dimostrano le statistiche di Casale Monferrato uno dei siti italiani tristemente colpiti dai tumori collegati all’amianto) e quanti possono inalare per motivi extraprofessionali le fibre di amianto presenti nell’aria nelle vicinanze di manufatti da cui si liberano le fibre. .
CHE Nel 1997 con delibera di Giunta n. 3496 la Regione Marche adottò il “Piano di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto”.
CHE Il piano, come primo obiettivo, si proponeva “il censimento delle situazioni potenzialmente caratterizzate da presenza e/o esposizione all’amianto”.
CHE Due anni dopo , nel giugno 1999, la Regione Marche con delibera n. 2197 Incaricava l’Azienda U.S.L n.2 di Urbino di espletare un “ Corso di formazione professionale per operatori e dirigenti d’imprese, dedite ad attività di bonifica, rimozione smaltimento di amianto”.
CHE Sempre nel 1999 con delibera di Giunta 3372 la Regione Marche “Costituiva un gruppo di lavoro permanente per le problematiche relativamente all’amianto denominato GRUPPO REGIONALE AMIANTO “ per “occuparsi delle problematiche tecnico operative, interpretative ed organizzative, al fine di uniformare in ambito regionale le attività previste dalla normativa sull’amianto”.
CHE Finalmente, se così si può scrivere, nel 2002 dopo 10 anni dalla legge 257 la Regione Marche con delibera 2014 deliberava il “Piano Operativo dell’anno 2002- Censimento amianto-Imprese ed edifici”stanziando 185. 924,48 euro integrando i contributi stanziati l’anno precedente cioè 190.00,00 euro, ai Dipartimenti di prevenzione delle AUSL conferendo, ancora una volta l’incarico di “organizzare e gestire i Corsi di Formazione” destinati questa volta agli “Operatori delle Strutture Sanitarie Regionali di controllo, finalizzati al funzionamento della rete di rilevazione dei casi di mesotelioma.
CONSIDERATO
CHE
Sono trascorsi 17 anni dalla legge 257 relativa all’amianto;
12 anni dal “Piano di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto”;
10 anni dal “ Corso di formazione professionale per operatori e dirigenti d’imprese, dedite ad attività di bonifica, rimozione smaltimento di amianto” e dalla costituzione del Gruppo Regionale Amianto;
8 anni dai piani Operativi per il censimento dell’amianto;
Da dati in mio possesso relativi al censimento effettuato in Provincia di Pesaro Urbino risultano circa 3000 strutture ( tra: capannoni in attività e dismessi, uffici pubblici, magazzini, stalle,autorimesse, civili abitazioni,mense,alberghi,stabilimenti balneari,ristoranti,banche, scuole,università,uffici postali,case di riposo,aziende agricole,carcere,porcilaie,distributori di carburante, e perfino ambulatori medici di pertinenza di una Usl) in chilogrammi stimati di amianto compatto presenti in ciascuna struttura variano da pochi kg. a decine fino centinaia di miglia di kg. ai quali inevitabilmente si debbono aggiungere molti altri presenti in strutture non censite.
INTERROGA
Il Presidente della Giunta per conoscere
quanti casi di mesotellioma, asbestosi e carcinoma polmonare, malattie strettamente collegabili all’inalazione di fibre di amianto, sono stati rilevati negli ultimi anni dalla “Rete di rilevazione” e inseriti nel Registro Regionale dei casi di mesotelioma e quali sono le zone geografiche in cui si riscontrano i casi più numerosi;
Quanti e quali sono gli edifici e strutture, pubbliche e private nella Regione Marche, su cui è stata rilevata la presenza di amianto e a quanto ammonta la quantità stimata di amianto friabile e amianto compatto;
quanti quali i siti e/o gli edifici da bonificare il prima possibile perché pericolosi;
se tra gli edifici su cui è stata rilevata la presenza di amianto ci sono strutture di proprietà della Regione Marche ed in tal caso quanti e quali;
se non ritiene i provvedimenti presi sino ad oggi dalla Regione insufficienti rispetto all’ampiezza del fenomeno e al pericolo relativo alla presenza di amianto;
quali risultati si sono ottenuti con il Gruppo Regionale Amianto a distanza di 10 anni dalla sua costituzione;
se non ritiene assurdo che la Usl n.2 di Urbino , incaricata di espletare corsi di “Formazione per Operatori e dediti alle attività di bonifica, rimozione e smaltimento di amianto”sia proprietaria di tre ambulatori medici in cui risultano essere presenti complessivamente 37.600 Kg. di amianto ;
cos’ha impedito alla proposta di legge n.108 del giugno 2006 di cui sono primo firmatario e che prevede “Assegnazione di contributi per l'incentivazione di interventi di rimozione e smaltimento dell'amianto da insediamenti civili “ di essere discussa e votata nonostante l’evidente necessità di mettere in condizione quanti sono disponibili a smaltire legalmente la pericolosa fibra di farlo ad un prezzo equo evitando, così , come purtroppo troppo spesso avviene, l’abbandono dell’amianto nell’ambiente per evitare gli alti costi di rimozione e conferimento in discarica speciale.
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