mercoledì 15 ottobre 2008

Intervista a Giancarlo D'Anna. Sanità, i fondi rimangono inutilizzati


di Simone Casadei


Da alcune settimane la sanità regionale marchigiana è sotto l’occhio del ciclone. Ne parliamo con il Consigliere regionale Giancarlo D’Anna (Pdl), classe 1954, sposato e padre di due figli, già vicesindaco della sua città natale, Fano (PU).

Consigliere D’Anna, i Vigili del Fuoco hanno rilevato che l’ospedale di Ascoli Piceno non rispetta la normativa antincendio eppure un finanziamento da 35 milioni di euro destinato alle infrastrutture ospedaliere è stato revocato perché i soldi non sono stati spesi nei tempi dovuti. Cosa succede alla sanità marchigiana?

Il caso di Ascoli Piceno, sollevato dal mio collega di An Guido Castelli, non è assolutamente diverso da quello di tutte le altre strutture ospedaliere delle Marche. L’unica differenza sta nel fatto che i Vigili del Fuoco di Ascoli hanno già promosso il procedimento finalizzato alla richiesta della certificazione antincendio. Quando si muoveranno anche gli altri, ne vedremo delle belle. E soprattutto risalterà evidente la gravissima negligenza dell’Assessorato regionale alla Salute che tiene congelati da anni decine di miliardi di vecchie lire che lo Stato da tempo ha erogato alla Regione Marche proprio per le infrastrutture sanitarie.

Nel 1998 l’allora Ministro Rosy Bindi inaugurò i lavori per la costruzione di un ospedale di rete a San Sabino di Osimo (AN): da allora sono state gettate le fondamenta, sono state eseguite alcune opere di contenimento ed è stata eretta una parte del piano interrato. Poi i lavori si sono fermati ed ora la Regione ha approvato un nuovo progetto per costruire un nuovo ospedale di rete a pochi chilometri da San Sabino. Nelle Marche avanzano soldi nei capitoli di bilancio dedicati alla salute?

Nelle Marche non avanza un bel niente. Salvo i molti milioni di euro che dopo essere stati prelevati dalle tasche dei marchigiani giacciono inutilizzati nel fondo dei cassetti della Regione. Ciononostante il direttore generale dell’ASUR trova il modo di assegnare 21 incarichi di consulenza in appena tre mesi. Roba da matti…

Il pronto soccorso della sua città, Fano (PU), è da tempo al collasso e non sono mancate le proteste degli utenti durante tutta l’estate. Intanto si parla sempre più insistentemente di “Ospedali Riuniti” per Pesaro e Fano. Qual è la sua opinione su questo progetto?

Il Pronto Soccorso di Fano ha problematiche simili a quelle di altri Ospedali anche se, stranamente, mentre i problemi del Santa Croce vengono evidenziati quelli di altre strutture no. Resta il fatto che l’edificio che ospita il Pronto Soccorso è stato mal costruito. Lo denunciamo da anni. L’assessore Mezzolani sembra si sia svegliato e circa quattrocentomila euro arriveranno per l’ampliamento dell’area emergenza, come stiamo chiedendo da anni. Gli Ospedali riuniti a mio avviso altro non sono che il primo passo per un Ospedale unico. Io credo che sia Fano sia Pesaro debbano mantenere le proprie strutture, riqualificandole e soprattutto chiarendo una volta per tutte chi fa cosa. Un nuovo ospedale sarebbe solo un regalo alla speculazione edilizia. A noi interessa garantire risposte ai cittadini. Le prime: professionalità e tempi di attesa ridotti al minimo.

Qualcuno parla di sei camere operatorie mai entrate in funzione al Santa Croce di Fano: è una leggenda metropolitana?
Non è una leggenda: è la certificazione di un “progetto” di svilimento dell’Ospedale Santa Croce.

Poche settimane fa tre manager dell’Inrca hanno ricevuto un avviso di conclusione delle indagini preliminari. Per loro si ipotizza il reato di concorso in abuso d’ufficio per alcune “consulenze facili”. Cosa ne pensa?

Attendiamo con fiducia la sollecita definizione dei risvolti di questa vicenda inquietante. Posso solo dire che l’assegnazione di consulenze e di incarichi della Regione Marche ha raggiunto livelli scandalosi.

Quali crede che dovrebbero essere le urgenze cui l’Assessore regionale alla Sanità, Alberino Mezzolani, dovrebbe affrontare subito?

Giocare a carte scoperte e definire i reali obiettivi della politica sanitaria. Politica fino ad oggi sbilanciata sul capoluogo di Regione e che ha comportato la fuga dei malati a nord e sud delle Marche. Un riequilibrio quindi è necessario, ma attenzione a non vendere dietro un riequilibrio operazioni che poco hanno a che fare con la sanità e molto con la speculazione edilizia.

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