sabato 25 ottobre 2008

D'ANNA SULLE MODIFICHE ALLA LEGGE SULL'ARTIGIANATO


“Modifiche ed integrazioni alla l.r. 28 ottobre 2003, n. 20 – Testo unico delle norme in materia industriale, artigiana e dei servizi alla produzione”

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Tutto quello che va incontro alla sburocratizzazione ci trova d’accordo. Quello che ha detto il relatore Badiali per quanto riguarda gli impegni presi e gli emendamenti approvati in Commissione è condivisibile.La tutela dell’artigianato è un aspetto che deve essere maggiormente tenuto in considerazione, soprattutto in una fase economica come quella attuale dove le grandi imprese troppo spesso hanno sopraffatto quello che è stato per tanti anni il punto di riferimento dei nostri territori, cioè la qualità prodotta attraverso l’esperienza degli artigiani.Quindi è apprezzabile anche il percorso fatto sul marchio di qualità e di eccellenza artigiana che la Regione Marche si appresta a varare.Gli obiettivi sicuramente sono ambiziosi, perché quando parliamo di creare nuove opportunità di lavoro attraverso la formazione professionale oppure di ampliare i casi di sostegno regionale per le attività di valorizzazione e di incentivo all’impresa, favorire la presentazione di nuovi progetti imprenditoriali, ecc., sono sicuramente tutti obiettivi che necessitano anche di risorse. A questo proposito possiamo dunque verificare che nei vari articoli si parla di contributi per lo sviluppo ma poi non si parla di cifre. Quindi se diciamo che vogliamo dare dei contributi ma alla fine andiamo a pescare sempre nello stesso serbatoio e non vi mettiamo delle risorse aggiuntive, mi sembra che costruiamo soltanto un castello senza fondamenta.Pertanto credo sia opportuna non solo una dichiarazione di intenti per andare incontro alle esigenze della categoria degli artigiani, ma prevedere delle risorse aggiuntive rispetto a quelle già esistenti. Perché è vero che con queste modifiche si fa una proposta di "sponsorizzazione" della categoria degli artigiani, ma poi se non ci sono risorse, da una parte sburocratizziamo e dall’altra non creiamo un vero incentivo in un momento di difficoltà come quello che stiamo attraversando.Riguardo ai vari progetti (maestro artigiano, bottega scuola, bottega artigianato dell’arte) lancerei l’invito che riguarda i "borghi artigiani". Molto spesso, infatti, nella nostra realtà economica abbiamo dei piccoli borghi che sono o abbandonati oppure poco utilizzati. Sarebbe quindi opportuno verificare la possibilità di creare dei borghi dell’artigianato dalla doppia valenza, innanzitutto quella di andare incontro alle esigenze degli artigiani, in secondo luogo quella di creare un’attrattiva turistica. Ritengo che se si avesse la capacità di concentrare in alcuni borghi, che generalmente non sono molto vasti, alcune realtà artigiane importanti, sicuramente potremmo collegare il discorso dell’artigianato al discorso del turismo. Credo sia una cosa intelligente da fare. Pensate che negli Stati Uniti i borghi vengono addirittura ricostruiti, in giro per il mondo vengono acquistate vecchie case e vecchi laboratori per poi ricostruirli nei parchi. Noi, invece, questi borghi li abbiamo, fanno parte integrante del nostro territorio, per cui dovrebbero essere utilizzati in modo diverso per evitare che subiscano un grave degrado. Allo stesso tempo dobbiamo mettere in atto quelle politiche che in parte anche questo testo vuole apportare al mercato dell’artigianato.In Commissione abbiamo esaudito anche le aspettative delle varie associazioni, infatti sono state alcune modiche alla composizione dei vari comitati, che si riducono di numero ma senza escludere nessuno.Quindi nel complesso siamo abbastanza favorevoli a ciò che è stato fatto, ma rimane comunque la problematica dei fondi che non sono stati inseriti. E’ per questo che sull’atto il nostro voto sarà di astensione.

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