giovedì 29 settembre 2011

PIANO SOCIO SANITARIO TRA RITARDI PREOCCUPAZIONI E FREGATURE.


Comprendo l'imbarazzo del Presidente della Commissione Sanità Comi nell' essere costretto, ancora una volta, a rinviare il Piano Socio Sanitario, originariamente 2010-2012 oggi 2011-2013 e che visto i tempi necessari all'approvazione corre il rischio di diventare il piano 2012-2014 .

Comi, come tutta la commissione in questo anno ha lavorato con spirito di collaborazione e in modo intenso. Molte le ore di audizione di associazioni categorie ed enti molti i contributi per cercare di comprendere quelle esigenze che vengono dal territorio. A fronte di questo lavoro, la Commissione e con essa quanti sono stati ascoltati dalla stessa sono stati umiliati da provvedimenti, determine,scelte, operate dalla Giunta, dall'assessorato, dai dirigenti che in barba alle regole alle competenze e alla tempistica hanno di fatto anticipato il Piano stesso sia dal punto di vista amministrativo come dal punto di vista procedurale.

Comi si dice “preoccupato e per niente sereno” a chi lo è stato prima di lui come il sottoscritto la cosa non fa piacere. Avrei preferito essermi sbagliato sul futuro della Sanità delle Marche. Così non è.

Goccia dopo goccia, come una flebo, la Regione sta propinando una medicina sbagliata al territorio che porterà all'amputazione di realtà che fino ad oggi hanno consentito una accessibilità ai servizi, che pur con i loro limiti hanno contribuito a fare delle Marche una delle regioni più longeve.

L'accessibilità è fondamentale ed è di per se una prevenzione, specie per gli anziani. La consapevolezza di avere una struttura ospedaliera nel raggio di pochi chilometri è ,sopratutto per quanti vivono nell'entroterra, un elemento indispensabile per la tranquillità e per la qualità della vita. Non è poco. E' vero comporta dei costi. La domanda è: visto che la regione Marche spende oltre l'80% del proprio bilancio in Sanità dove cavolo li mette e dove li ha messi in questi anni una montagna di quattrini se la conseguenza è la chiusura delle strutture, la vendita o le affida ai privati?

Spacca è stato chiaro” 6-7 strutture in tutta la regione, -più o meno una per provincia -e tutto il resto dedicato alla riabilitazione e lungodegenza”.

Non è una novità visto che lo si evince da tempo leggendo tra le righe, ma non troppo, quel Piano Socio Sanitario che doveva essere votato due anni fa ma che è in stand by .

Altro che rilancio della Sanità nelle Marche qui si sta preparando da una parte la chiusura di alcuni nasocomi dall'altra la cessione al privato della gestione delle lungodegenze e riabilitazione, un business miliardario per il quale sono in “movimento” da anni grossi gruppi nazionali.

Niente contro il privato, ma non si può far passare un'operazione come quella che si sta attuando come un rilancio della sanità? I problemi di sempre continuano ad esserci e si chiamano liste d'attesa nonostante gli 11 milioni di euro spesi per il Cup e chi c'è dietro il Cup.

La chiamano riconversione degli ospedali in realtà ,ci si appresta a fare convenzioni milionarie appunto coi privati. E così in Provincia di Pesaro Urbino l'Ospedale Unico diventerà l'Unico Ospedale e quei lavori che si stanno ultimando sopratutto al Santa Croce , probabilmente serviranno

al privato che presumibilmente andrà ad occupare parte di quella struttura con lungodegenza convenzionata. Al momento sembra che solo Urbino possa nel breve periodo mantenere il suo Ospedale il resto sacrificato sull'altare, condiviso ahimè anche da numerosi sindaci ,di quell'Ospedale Unico che come ho detto e sostenuto nel corso degli anni sarà la fine dei restanti ospedali.

La conferma è arrivata dalle dichiarazioni di Spacca. E' triste prendere atto che chi siede nei banchi dell'opposizione abbia sottovalutato trascurato o avallato questo percorso nonostante i continui e documentati allarmi su quanto stava accadendo.

La battaglia di trasparenza continua. La battaglia per la difesa del Santa Croce di Fano come degli altri ospedali per quanto mi riguarda continua con più forza.

Giancarlo D'Anna

Vice Presidente Commissione Sanità

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