venerdì 10 giugno 2011

Santa Croce, comitato: 'Un altro schiaffo alla sbandierata pari dignità dei due ospedali'

manifestazione a difesa dell'Ospedale Santa Croce di Fano
Un altro regalo al Santa Croce ed ai pazienti di Fano e delle vallate del Metauro e Cesano arriva dalla direzione degli Ospedali Riuniti Marche Nord: a partire dal prossimo mese di luglio sarà più difficile diagnosticare tumori a Fano. Ma facciamo un passo indietro: l’esame citologico è una metodica semplice ed efficace che permette di individuare un tumore mediante lo studio al microscopio di cellule che vengono aspirate dalla parte interessata (fegato, seno, tiroide, etc.) con una semplice puntura (agoaspirato).



Tale esame da oltre 20 anni viene eseguito presso la radiologia del S.Croce, grazie alla consulenza di un professionista di alto livello, proveniente dagli Ospedali Riuniti di Ancona, in collaborazione con i medici della radiologia di Fano. La tecnica, semplice, indolore e poco costosa è sempre stata di grande ausilio nella diagnosi precoce in molti casi di tumore di organi superficiali come seno, tiroide, ghiandole salivari, linfonodi etc, ma anche in caso di organi profondi come fegato e pancreas. Alcuni numeri: negli anni 2009 e 2010 sono stati eseguiti presso l’ospedale di Fano più di 1500 agoaspirati e sono stati diagnosticati (per citarne alcuni) 92 tumori della mammella e 40 tumori della tiroide. Dal mese di Luglio tutto questo non si potrà più fare, semplicemente perché la Direzione dell’Azienda Marche Nord ha deciso di tagliare l’onere insostenibile di 18.000 euro annui, riferiti alla consulenza del professionista di Ancona, che eseguiva sia il servizio di ago aspirato che la lettura dei preparati citologici, in maniera tempestiva ed altamente qualificata. D’ora in avanti se un cittadino di Fano o delle Vallate del Metauro e Cesano avrà la necessità di sottoporsi a questo esame non potrà più farlo perché questo servizio non verrà più offerto.



Dovrà quindi iniziare una Via Crucis, rivolgendosi alle strutture vicine (Urbino, Senigallia, Ancona) presso le quali, solo per prendere l’appuntamento, impiegherà giorni e giorni (grazie al nuovo CUP). Se invece dovesse avere necessità di eseguire un agoaspirato addominale (per esempio per un nodulo al fegato) dovrà usufruire del Servizio di Pesaro che però prevede una procedura assai più complicata, vale a dire: a-necessità di recarsi (previo appuntamento) presso la Radiologia di Pesaro per una valutazione preliminare; b-una volta verificata la fattibilità dell’esame il nostro paziente dovrebbe poi ricevere un secondo appuntamento, che richiederà il ricovero preliminare presso il Santa Croce almeno la sera precedente l’esame; c-successivamente dovrà essere portato in ambulanza nuovamente a Pesaro per eseguire l’esame, assistito da un medico del Santa Croce (che quindi sarà occupato buona parte della giornata ad aspettare che il nostro paziente venga sottoposto alla manovra diagnostica per poi riaccompagnarlo al Santa Croce).



La Direzione dell’Azienda Marche Nord afferma che sia l’anatomia patologica dell’ospedale di Pesaro che la radiologia dell’ospedale di Fano saranno presto in grado, addestrando i loro medici, di fornire lo stesso Servizio, ma evidentemente ai nostri amministratori sta poco a cuore la qualità, se pensano di sostituire chi ha letto preparati citologici da 30 anni (si tratta di decidere se una persona ha un tumore oppure no!) con professionisti che, per quanto volenterosi, si improvviserebbero interventisti o citologi in pochi mesi.



Quali le inevitabili conseguenze?



-riduzione delle opportunità di diagnosi precoce di tumore



-peggioramento della qualità del servizio (o in alcuni casi assenza totale del servizio) -allungamento dei tempi di attesa -aumento dei disagi per il paziente



-aumento probabile dei costi a carico della comunità.



A questo punto rimane difficile pensare che una decisione del genere rientri nel mantenimento delle pari dignità tra i due Nosocomi, dal momento che l’attività di agoaspirato e citologia si configurava come attività di eccellenza che il nostro ospedale offriva ai suoi cittadini e veniva in supporto a servizi e reparti (servizio di senologia, reparti di otorino ed oncologia) altamente qualificati dell’ospedale di Fano. In conclusione: più disagi minore qualità del servizio, costi maggiori ed ulteriore avvilimento delle professionalità del S. Croce. Se questo è l’incipit dell’integrazione…allora stiamo freschi!

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