lunedì 6 dicembre 2010

PIANO SOCIO SANITARIO: ANCORA UNA FREGATURA.

Per l'Azienda Ospedali Riuniti di Ancona è previsto il “ potenziamento del centro di riferimento regionale e la concentrazione dell'alta specialità, la creazione di un centro di riferimento regionale per il paziente fragile, un forte orientamento alla ricerca ed all'innovazione nelle strutture dell'area di Ancona,con particolare attenzione alla medicina molecolare ed alla medicina predittiva strettamente integrate con l'attività di ricovero e cura”.


Se per Ancona c'è tutto questo nel Piano Socio Sanitario 2010-2012 per la Provincia di Pesaro-Urbino e la sua neonata Azienda Ospedaliera c'è solo la “Copertura del bisogno di cura e assistenza al livello minimo di area vasta.”

Una Provincia che esce umiliata dal Piano , una Provincia quella di PU meno presente delle altre alle audizioni della V Commissione sul Piano. Se da una parte le audizioni sono un “rito” per l'arrogante maggioranza, allo stesso tempo possono essere utili per suggerire, quantomeno all'opposizione, proposte ed emendamenti.

Così mentre Ancona fa l'asso pigliatutto insieme a Fabriano, città del Presidente Spacca, dove è previsto il “potenziamento tecnologico dell'Ospedale al quale si aggiunge il potenziamento dei servizi di elisoccorso” alla Provincia di PU rimane solo una battaglia intestina nel territorio che vede a serio rischio Fano che oltre ad essere un “figlio minore” nell'Azienda Ospedali Riuniti(in realtà è l'Azienda San Salvatore allargata) corre il serio e sempre più evidente rischio di rimanere schiacciata da una parte da Pesaro con Azienda e futuro Ospedale Unico, dall'altra da Urbino città per la quale il Piano Socio Sanitario prevede un rafforzamento della struttura(cosa giusta) ma cosa che non è scritta sul Piano ma che è stata “programmata” da tempo “la gestione e il controllo dell'Area Vasta e di tutte le risorse economiche connesse”. Così Fano e la sua area, che per numeri e professionalità avrebbe potuto e dovuto assumere un ruolo leader nel territorio si troverà cornuta e mazzata.



In tutto questo bailamme rimangono schiacciati i malati come continua a denunciare l'ANED (associazione emodializzati) “con pazienti di Fano a trattamento dialitico extracorporeo costretti a recarsi a Pesaro,Cagli,Senigallia,Urbino e Falconara con grave disagio personale e aggravio di costi sanitari, perché la nuova Unità Operativa del Santa Croce non è ancora attiva nonostante l'attesa di 10 anni.

Anche questa volta daranno dell'allarmista a chi scende in piazza a denunciare quanto sta accadendo? Sono questi i risultati del famoso tavolo che avrebbe dovuto portare a casa risultati mirabolanti? di cosa si è parlato in quegli incontri? Se la gestione dei servizi dovesse passare ad Urbino la misura avrebbe superato il limite, oltre alle richiesta di dimissioni di Mezzolani chiederemo anche quelle di chi gli ha scodinzolato intorno.




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