mercoledì 29 dicembre 2010

FOSSOMBRONE:“Carcere a rischio chiusura”

Servono interventi urgenti. D’Anna prospetta un futuro incerto.
Dal "Corriere Adriatico"del 29.12.2010
Fossombrone Chi vuole la chiusura del carcere di Fossombrone visto che la sua agonia procede tra l’indifferenza generale?
Il tetto pericolante del braccio di ponente, la vecchia chiesa inutilizzata dal cornicione pericolante con la conseguente chiusura di un passeggio, la questione della nuova cucina che non viene avanti danneggiando la funzionalità della caserma interna degli agenti di polizia penitenziaria. L’alloggio riservato al direttore impraticabile ragione per cui nessuno sceglie questo carcere mentre si sa bene quanto sia importante avere un direttore in loco. Denuncia il consigliere regionale Giancarlo D’Anna dopo l’incontro che ha avuto con alcuni operatori, presenti Aldo Di Giacomo del Sappe nazionale e Giuseppe Pasquino, e al termine della visita ufficiale all’istituto di pena: “Il carcere di Fossombrone è una struttura che ha bisogno di interventi urgenti come si dice da tempo, a cominciare dal camminamento delle sentinelle sul muro di cinta. Servizio che è stato sospeso ed è effettuato a terra. Peccato non succeda nulla di concreto nonostante le rassicurazioni. Se va avanti così nel giro di qualche anno per questo carcere si prospetta un destino buio”.



Ci sono fattori contingenti che possono incidere negativamente, in modo ulteriore? “Va avanti il progetto di un nuovo carcere da 400 posti a Camerino. Questo significa che se si costruisce lì, Fossombrone è a forte rischio se qui non si provvede a ristrutturare”. Ma non esiste un piano d’intervento organico a livello regionale? “E’ quello che sono riuscito a far redigere alla luce di interventi localistici. Meglio una visione d’assieme dei bisogni e delle carenze di tutti gli istituti di pensa esistenti nella nostra regione”. Cosa serve adesso? “Sicuramente non serve a nessuno lasciare che tutto proceda senza interessamento alcuno a cominciare dal Comune, per proseguire poi con la Provincia. Bisogna impegnarsi. Tenere alta la guardia. Lavorare tutti con il massimo impegno perché il carcere per Fossombrone rappresenta un indotto di notevole portata oltre alla presenza degli operatori e delle loro famiglie”. La situazione di precarietà che adesso si tocca con mano ha precedenti lontani? “E’ certo che è mancata una visione attenta della situazione legata al carcere. Si è perso tempo prezioso negli anni scorsi. Ma questo non deve, né può essere una scusante per rimanere oggi con le mani in mano. Non si tratta né di polemizzare, né di tutelare interessi di bottega e questo sia chiaro”.



Roberto Giungi,

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