La via di Damasco corre il rischio
di diventare un'autostrada.
E' presumibile che con l'avvicinarsi
delle elezioni amministrative saranno in molti a “ripensare” la
propria posizione sulla questione Ospedale Unico. Non tanto o non
solo perché è arrivata la mannaia della crisi, ma perché giorno
dopo giorno c'è consapevolezza da buona parte della popolazione che
nell'affare ospedale unico a rimetterci saranno gli utenti ad
iniziare da quelli di Fano e dell'entroterra. E così i fautori
della “fantasanità”,non solo politici, che promuovevano
l'ospedale unico come il paradiso sanitario in terra e vedevano
nella difesa , rilancio e riorganizzazione dell'esistente (la
struttura di Fano Pesaro e quelle dell'entroterra) una battaglia
di retroguardia, oggi sono tentati di tornare sui propri passi
magari con un'inversione a U verso Via Damasco.
Benvenuti si dirà, meglio tardi che
mai. Forse alcuni avranno letto finalmente il Piano Socio Sanitario
nel quale è chiaramente scritto, da anni, che le famose “eccellenze”
in provincia di Pesaro non sono altro che “un'unica struttura
per la copertura del fabbisogno di assistenza e cura a livello minimo
su Area Vasta”e tutto il resto ad Ancona.. Forse altri avranno
preso atto che, se non si è riusciti a ultimare in 5 anni le
nuove camere mortuarie a Fano, sarà difficile che riescano a
costruire nello stesso lasso di tempo un ospedale unico nel
quale,tra l'altro, accorpare quello che resterà dei vari ospedali
della provincia. Forse si è accesa la lampadina a quanti a distanza
di vent'anni iniziano a pensare che la mancata ultimazione delle
“nuove” camere operatorie (finanziate da sempre) non sia dovuta
ad altro che a una precisa strategia di svilimento e smantellamento
del Santa Croce. Forse ci si è resi conto che nel giro di breve
termine diversi primari del Santa Croce se ne andranno in pensione
senza essere sostituiti o per meglio dire il testimonio passerà ai
colleghi di Pesaro rafforzando così il presidio di quella città.
Più semplicemente forse, in una
casuale visita all'ospedale di Fano, magari passando attraverso il
Pronto Soccorso, alcuni si son resi conto che di “ospedale” a
Fano resta ben poco. Non solo, l'Azienda Marche Nord nel caso in cui
non venga costruito l'Ospedale Unico potrebbe a questo punto,
complice l'ennesima riduzione di posti letto prevista dal Governo,
decidere di accorpare in “un'unica struttura”esistente
(Pesaro)reparti,medici e malati ,in quel caso sarebbe la fine
definitiva dell'Ospedale Santa Croce visto che fu lo stesso assessore
Mezzolani a dichiarare in passato che “bisognava rafforzare
l'Azienda preesistente”, cioè Pesaro.
Come uscire da questa situazione?
Non è facile ma c'è u'unica strada: Fano si riappropri della sua
autonomia. Alla base di questa situazione c'è la nascita
dell'Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord, legge approvata in Regione
con il solo voto contrario del sottoscritto e di un esponente dei
Comunisti Italiani. Bene oggi quei consiglieri e quei partiti che
uscendo dall'aula e non esprimendo un voto avallarono direttamente
lo smantellamento di Fano e l'umiliazione dell'entroterra, possono
nei fatti rimediare lo scempio aderendo e votando la proposta di
legge regionale di cui sono primo firmatario per la soppressione
dell'Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord .Non c'è tempo da perdere.
Giancarlo D'Anna
Vice Presidente Commissione Sanità
Regione Marche
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