lunedì 7 maggio 2012

Lisippo e cultura, la risposta di Clini alla lettera aperta



Centro vitruviano, Clini a D'Anna: "Il Lisippo lo dobbiamo meritare"


«Non si può esaltare la romanità puntando solo sul folklore della Fano dei cesari e far morire il centro vitruviano»

FANO - Caro Giancarlo, grazie intanto della risposta che denota un interesse alle questioni sollevate che è la prima condizione perché qualche cosa possa essere fatto. Scrivo per meglio chiarire il mio pensiero esprimendo anche una certa soddisfazione per le reazioni che le mie dichiarazioni hanno sollevato nella logica davvero, come tu dici, di unire le forze ed operare seriamente per la valorizzazione delle grandi e solide ricchezze della nostra città. Non sono ovviamente contro la restituzione del Lisippo. Ciò che è stato sottratto illegalmente va restituito. Ma non ne facciamo solo una questione legale. Perché essa sarebbe vanificata in assenza di un progetto culturale serio e ribadisco, serio. Cogliamo l’occasione, in un momento economicamente difficile, per dare una risposta anche a questa crisi puntando sulla valorizzazione di un territorio dalle potenzialità straordinarie. Penso a un triangolo “d’oro”, Fano Urbino Pesaro che ha tutte le caratteristiche per porsi come straordinario centro culturale di eccellenza. Bisogna appellarsi anche alla Provincia, e alla Regione soprattutto che riconosca in questo triangolo, non me ne vorranno gli altri territori, la più straordinaria eccellenza culturale marchigiana su cui forse bisognerebbe credere di più. Pensiamo solo al possibile asse Fano Urbino tra Vitruvio, classicità e Rinascimento, a Pesaro e alle sue eccellenze musicali oltre che storico artistiche. Pensiamo a un territorio che ha dato i Natali a Raffaello, a Bramante, a Rossini e, molto probabilmente, allo stesso Vitruvio. Credo, e non penso di esagerare, che pochi territori al mondo possono vantare queste eccellenza. Se poi arrivasse il Lisippo ciò potrebbe costituire la chiusura di un cerchio che però, ribadisco, richiede grande serietà, responsabilità e impegno dei nostri amministratori e di tutte le componenti che possono intervenire in un progetto di valorizzazione di questo territorio.



Ribadisco quanto affermato. Il Lisippo lo dobbiamo meritare, i nostri crediti ce li dobbiamo costruire. Non con le parole o i vani proclami a cui siamo troppo spesso abituati ma con azioni serie e concrete. Mi auguro di non essere strumentalizzato in queste mie affermazioni. Non mi interessa per nulla la logica delle appartenenze o la difesa di specifiche parti politiche. Cerchiamo di essere cittadini che vanno oltre ciò, anche se capisco che è molto difficile. Cittadini che osservano la propria città e cercano sempre da chi ci guida (non solo amministratori ma tutti coloro che a vario titolo sono impegnati nel sostegno alla cultura di questa città) coerenza tra parole e azioni. Non si può, ripeto, da un lato esaltare la propria romanità puntando solo sul folklore della Fano dei cesari o sulle ricostruzioni da baraccone e dall’altro far morire un centro come quello vitruviano unico al mondo e davvero in grado di dare prestigio e credibilità culturale alla nostra città. Non si può chiedere il Lisippo se non abbiamo un progetto globale di valorizzazione della nostra anima culturale. Non possiamo guardare al mondo se non sappiamo trovare sinergie con il nostro territorio, con Urbino, con Pesaro, con la Provincia con la Regione, superando le piccole “beghe” di natura politica che, purtroppo, spesso sono proprio quelle che impediscono di sedersi tutti insieme attorno a un tavolo. Ma hai ragione, non rassegnamoci. Sono d’accordo. Io sto combattendo una battaglia per far sopravvivere questo Centro. Ma farlo sopravvivere non a tutti i costi, ma accettato e accolto da una città che sa in interrogarsi su che che cosa sia bene per sé e per i propri cittadini. Farlo sopravvivere perché sia un tassello di quel bene Comune di cui la Cultura, intesa come anima critica della nostra coscienza, è componente essenziale. Credo di aver irritato molte persone che contano. Come Presidente di questo centro non avrò più forse lunga vita. Ma già il risultato di aver suscitato qualche reazione come la tua stessa lettera credo sia positivo. Io sono solo un tecnico, non posso andare oltre sulle scelte politiche. Spero davvero che tu e altri che hanno responsabilità e competenza possano davvero fare qualcosa per gettare il cuore di questa città oltre l’ostacolo.





Paolo Clini

Presidente Centro Studi Vitruviani

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