giovedì 23 giugno 2011
ABOLIZIONE DEI VITALIZI IL VERBALE DEGLI INTERVENTI IN REGIONE
IN QUESTI GIORNI E' TORNATO ALLA RIBALTA IL DIBATTITO SULL'ABOLIZIONE DEI VITALIZI DEI CONSIGLIERI REGIONALI E PARLAMENTARI. NEL RICORDARE CHE HO PRESENTATO UNA PROPOSTA DI LEGGE NEL 2010 CHE PREVEDE L'ABOLIZIONE DEL VITALIZIO, CHE NON E' ANCORA ARRIVATA IN AULA NONOSTANTE LE SOLLECITAZIONI.PROPONGO IL VERBALE DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL DICEMBRE 2010 IN CUI SI DIBATTE DI UN EMENDAMENTO CHE AL PARI DELLA LEGGE CHE HO PRESENTATO, PREVEDE L'ELIMINAZIONE DEL VITALIZIO. UN DOCUMENTO IMPORTANTE ED ORIGINALE CHE SENZA POLEMICHE LASCIA AI PROTAGONISTI DELLA VICENDA E ALLE LORO PAROLE LA RESPONSABILITA' DELLE PROPRIE SCELTE.
Resoconto seduta n.31 del 21/12/2010
SEDUTA N. 31 DEL 21 DICEMBRE 2010
La seduta inizia alle ore 14,00
Proposta di legge regionale n. 50
della Giunta regionale
“Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2011 e pluriennale 2011-2013 della Regione Marche (Legge Finanziaria 2011)”
(Votazione segue)
(Discussione generale seduta n. 29 del 20 dicembre 2010)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.
Articolo 13.
Emendamento n. 13/1 dei Consiglieri Bucciarelli, Zinni:
Il comma 2 è soppresso.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 13 ter.
Emendamento n. 13ter/1 del Consigliere Binci:
Dopo il comma 2 sono aggiunti i seguenti:
“2 bis. A decorrere dalla X legislatura regionale è abrogato l’istituto dell’assegno vitalizio di cui alla l.r. 23/1995.
2 ter. Per i Consiglieri regionali in carica nella IX legislatura o cessati dal mandato entro la IX legislatura si applicano le disposizioni inerenti l’assegno vitalizio di cui alla l.r. 23/1995.
2 quater. Per i Consiglieri regionali rieletti nella X legislatura o in legislature successive tale esercizio del mandato non produce alcun ulteriore effetto giuridico ed economico rispetto al già maturato in ordine all’assegno vitalizio.”.
Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. L’articolo 13 interviene in modifica della legge 23/1995 riguardo ai trattamenti indennitari dei Consiglieri, quindi con tale emendamento a decorrere dalla prossima legislatura si vuole abrogare l’istituto dell’assegno vitalizio.
Perché? Quest’anno a fronte di 800 mila euro di versamenti da parte dei Consiglieri sono stati erogati per vitalizi 4 milioni, c’è quindi un disavanzo sul bilancio regionale di 3 milioni e 200 mila euro per far fronte appunto ai vitalizi dei Consiglieri regionali. Come avevo detto l’altra volta, noi versiamo 1.500 euro al mese (18 mila euro all’anno, 90 mila euro in una legislatura) poi come minimo per un mandato prendiamo 1.800 euro al mese per un’attesa di vita che va dai 60 agli 80 anni e che costituisce 400 mila euro di spesa. Per cui si crea un disavanzo per ogni Consigliere che usufruisce del vitalizio di 310 mila euro a carico del bilancio.
Qualcuno ha detto che l’abolizione del vitalizio svilisce il ruolo del Consigliere. Ma il ruolo del Consigliere è una rappresentanza elettorale, abbiamo un’indennità per il periodo in cui rappresentiamo questa funzione. Oltretutto per chi è Presidente di Commissione, Vicepresidente di Commissione, Assessore, Presidente e Vicepresidente della Giunta c’è da un 10% ad un 15% di incremento dell’indennità, che quindi è riconosciuta.
Dico ancora di più. Se ci fosse la percezione che l’indennità è bassa, cioè la renumerazione per il periodo in cui siamo qui, allora dico che si deve intervenire sull’indennità. Che senso ha continuare a richiedere un vitalizio costituito solo per un quinto dalle nostre risorse. Sopratutto tenuto conto della mutata situazione economica, non siamo più in un periodo di vacche grasse, siamo in un periodo in cui si deve richiedere sacrificio a tutti. Ad esempio con il taglio dei fondi unici per i Comuni a favore delle persone indigenti ovviamente poi queste persone li subiscono inevitabilmente rispetto ai contributi sugli affitti, le bollette, ecc.. Allora anche noi, o meglio, i futuri Consiglieri regionali, preso atto proprio della difficoltà della finanza pubblica, debbono saper rinunciare ad un premio in eccesso rispetto a quanto viene versato.
Qui con me ho il bollettino ufficiale della Regione Emilia Romagna del 14 dicembre 2010, questa Regione ha introdotto una decurtazione delle indennità – che qui noi non andiamo a toccare – e l’abrogazione dell’istituto dell’assegno vitalizio dalla prossima legislatura.
Dunque non è, come prima ha detto il Presidente Solazzi, una richiesta demagogica, perché, ripeto, c’è una legge approvata dalla nostra vicina Regione Emilia Romagna, una Regione più ricca di noi ma che nonostante tutto ha detto: “è finito il periodo della vacche grasse, è ora di andare a tutti i livelli a razionalizzare risorse per indirizzarle dove ci sono effettivi livelli di sussistenza”.
Purtroppo oggi non ci sono risorse per far fronte a un seppur minimo di stato sociale e dobbiamo comprendere che non è una crisi temporanea ma che purtroppo sarà una crisi stabile, perché anche se ci sarà una ripresa economica ci saranno comunque difficoltà a rialzare i tassi di occupazione e quindi le molte persone che si troveranno senza lavoro avranno bisogno di sussidi, di redditi e di risorse.
Se non riusciamo a fare un sacrificio su una cosa che ancora non percepiamo ma che nella prossima legislatura produrrà 12 milioni di euro di deficit, a mio avviso avremo difficoltà a fare qualsiasi altro intervento quando si tratterà di toccare queste tematiche.
Mi sembra dunque una proposta non demagogica in quanto segue, lo ribadisco ancora una volta, una proposta di legge approvata due giorni fa dalla nostra vicina e più ricca di noi Emilia Romagna. (…) I Consiglieri regionali della Regione Puglia prendono quanto noi, 11 mila euro, il Governatore 17.500 euro comprese le indennità, i rimborsi, ecc, forse un po’ di più del… (…) No, noi ne prendiamo 7.500 più 3.000 di rimborso… (…) No, no, è tutto compreso. Comunque sia questa è una riflessione che facciamo per la nostra Regione rispetto ad un vitalizio per la prossima legislatura, che a chi sta qui non interessa in maniera diretta, però dobbiamo interessarcene da un punto di vista dell’allocazione delle risorse. Non è che le indennità e soprattutto i vitalizi dei Consiglieri regionali vengono assicurati da trasferimenti…
PRESIDENTE. Mi scusi, Consigliere Binci, ma in Aula c’è un clima intollerabile, stiamo un attimino zitti, per favore! Prego, continui pure Consigliere.
Massimo BINCI. Dicevo che i nostri vitalizi non sono assicurati da trasferimenti statali, ma sono coperti dalle entrate del nostro bilancio, che come vanno a realizzare i vitalizi allo stesso tempo, che so, i prossimi 12 milioni di euro del disavanzo per i vitalizi della prossima legislatura potranno magari costituire un fondo per le persone che si troveranno in difficoltà nel prossimo quinquennio.
E’ dunque una riflessione che non affronta la questione del rimborso, non affronta la questione delle indennità, ma semplicemente quella di un deficit strutturale causato dal fatto che noi versiamo una quota e poi ne riceviamo per quattro volte superiore.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Ricordo che la scorsa legislatura l’allora Gruppo di Alleanza Nazionale presentò una serie di proposte per ridimensionare i cosiddetti benefici che possono avere i Consiglieri. Ci fu un acceso dibattito, il clima era molto simile a quello che si respira in questo momento. Ricordo anche che venne preso un impegno formale per affrontare la questione in modo serio e condiviso, ma finita la legislatura non è accaduto assolutamente nulla. E’ poi iniziata quella attuale nella quale c’è stato anche un cambio notevole di Consiglieri. Allora credo sia opportuno riuscire a quadrare il cerchio attraverso quella serie di impegni, già presi da una parte e dall’altra, e soprattutto dalla maggioranza, per affrontare tale l’argomento.
Ieri l’Assessore Marcolini – oggi viene riportato dai quotidiani – ha detto: “per quanto riguarda i tagli ci saranno tre anni drammatici”. Se i tagli allora saranno drammatici si andrà comunque a condizionare la vita dei cittadini. Per cui ritengo che in un momento delicato come questo quando ne abbiamo l’opportunità dobbiamo dare un segnale. Altre Regioni lo hanno già fatto, come ha detto il collega Binci richiamando la Regione Emilia Romagna.
Io qualche mese fa sollevai la questione, mi sarei allora aspettato che le forze politiche avessero trovato il tempo e il modo se non altro di affrontare la questione. Perché non è che Binci o D’Anna hanno ragione, noi proponiamo, io ad esempio ho presentato una proposta di legge mentre il Consigliere Binci ha scelto la via dell’emendamento, ed in effetti quello che succede è quanto già comunicato. (…) Consigliere Ricci, abbia pazienza, al momento del suo intervento dirà la sua opinione! Io credo sia opportuno affrontare questa cosa una volta per tutte. E nel caso non passasse questo emendamento c’è sempre la proposta di legge da me presentata che è proprio sulla falsa riga di quello che ha detto poc’anzi il collega Binci. Presidente, si può avere un po’ di silenzio, per favore!
PRESIDENTE. Ho invitato i colleghi a tacere in più di un’occasione ma questo mio invito sembra non avere successo! Per favore!
Giancarlo D’ANNA. Tra l’altro, dicevo, c’è l’esempio che arriva proprio da una Regione che politicamente è vicina a voi, anzi, è dello stesso vostro segno, allora credo… (il Consigliere D’Anna smette di parlare per il brusio presente in Aula)
PRESIDENTE. Consigliere D’Anna, io prego i Consiglieri di tacere, però lei continui!
Giancarlo D’ANNA. Io continuo, Presidente, però!
PRESIDENTE. Succede a tutti!
Giancarlo D’ANNA. Io provo ad attirare un minimo di attenzione per creare un minimo di dibattito, Presidente, poi, ripeto, nessuno di noi è la bocca della verità, però visto che si fanno delle proposte credo sia anche opportuno sentire le ragioni senza essere pregiudizialmente contro.
Stavo citando che la Regione Emilia Romagna ed altre Regioni stanno già dibattendo su questo argomento. Non esiste in Italia una categoria di lavoratori che dopo cinque anni di lavoro ottiene una pensione o un vitalizio. Allora quello dà il mondo politico, soprattutto in una fase difficile come questa che stiamo attraversando, è un cattivo esempio. Sicché ritengo che oltre l’opportunità abbiamo anche il dovere di sistemare delle scelte fatte da chi ci ha preceduto. Infatti non sono nostre scelte, quando siamo arrivati qua ci siamo trovati con una situazione che magari può aver fatto comodo e che in prospettiva poteva anche essere utile. Però visto comunque che la politica ha l’abitudine di dire che lavora nell’interesse e a favore della gente, che è per la gente e con la gente, ora la gente credo ormai abbia ampiamente dimostrato in questi ultimi anni un distacco pesante appunto dalla politica dovuto anche a quelli che vengono definiti privilegi. Se non volete chiamarli privilegi chiamateli come volete, però, ripeto, non esiste altra categoria che dopo soli cinque anni di lavoro riesca ad ottenere una pensione o comunque un vitalizio.
Alcuni dicono di portarlo a sessantacinque anni, ma questo è fuorviante, non cambia assolutamente il problema, è a monte che non è giusto il principio, perché anche spostando di cinque anni quel deficit prima richiamato dal collega Binci continuerà comunque ad aumentare. Quindi, ripeto, è sbagliato il principio. E’ ovvio che la scelta di partire dalla prossima legislatura fatta dal Consigliere Binci è per avere consensi maggiori, ma se egli vuole possiamo partire anche da questa legislatura, non è quello il problema, il problema è se è corretto o se non lo è.
Io continuo a ritenere, come il Collega Binci, che è sbagliato e che quindi è opportuno dare un segnale importante. Un segnale che, ribadisco ancora, altre Regioni hanno già dato. Noi abbiamo un’opportunità da non perdere, è il momento di avere il coraggio di fare delle scelte impopolari per noi ma una volta tanto molto gradite all’esterno. Perché ci sono in atto già grandi difficoltà, ci aspettano tre anni drammatici, come dice l’Assessore Marcolini, diamo allora un segnale forte, e questo sono convinto che possa essere un segnale forte.
Quindi invito tutti quanti ad avere questo coraggio, invito soprattutto coloro che sono entrati in questa nuova legislatura e che hanno permesso un forte cambio a quella Assemblea legislativa che la scorsa legislatura non è stata capace di affrontare in modo serio argomenti come questi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.
Giacomo BUGARO. Devo dire che il dibattito che si è sviluppato attorno a questo problema, grazie appunto agli interventi dei colleghi Binci e D’Anna, è un dibattito serio, è un dibattito che tocca le coscienze di noi eletti. Dunque mi piacerebbe poter assistere ad una discussione serena e quindi non demagogica per tentare di conquistare qualche pagina di giornale, qualche foto o qualche trafiletto, sarebbe riduttivo.
A questo proposito, colleghi, vi invito a una seria riflessione, per cui vi invito ad un voto positivo sul subemendamento che ho testè depositato insieme ad altri colleghi e che tenta di coniugare le varie sensibilità che stanno in quest’Aula. Con questo subemendamento il vitalizio diventa facoltativo, all’inizio di legislatura chi vuole rinunciarvi vi rinuncia e se ne assume la responsabilità al pari di chi non vuole invece rinunciarvi e che quindi vuole continuare a versare i contributi per percepirlo all’età pensionabile. (…) Consigliere Binci, innanzitutto io non l’ho interrotta durante il suo intervento, lei invece ha questo sgradevole vizio, comunque gli uffici mi dicono di sì, ma anche non ci fosse la corresponsione tecnica per poter approvare questo subemendamento il Presidente, che ne è anche lui il sottoscrittore, ha detto che ci faremo carico come Ufficio di Presidenza di presentare una proposta di legge da portare immediatamente in Aula all’inizio dell’anno. (…) Per cortesia, Presidente, le chiedo di farmi proseguire senza interruzioni, grazie.
Ritengo sia una maniera seria in quanto c’è un’assunzione diretta da parte di noi veri – e sottolineo veri – eletti dal popolo. Infatti, a differenza di qualche altro che è nominato dal popolo, noi siamo eletti con il sistema delle preferenze, un sistema che ci induce a un supplemento di impegno quotidiano e spesso anche notturno; quanti di voi incrocio nelle vie della mia provincia la notte che vanno a fare riunioni per sentire i problemi della gente, personalmente io lo faccio quattro sere la settimana. Quindi, dicevo, in quel caso ognuno si assumerà la propria responsabilità, chi accetterà ne spiegherà i motivi e così farà anche chi rifiuterà di percepire il vitalizio. Io personalmente non mi vergogno, e siccome ho avuto anche il privilegio enorme, Consigliere Binci, di essere in assoluto il più votato di questa Assemblea, a riprova di un rapporto forte con l’elettorato, spiegherò quale sarà la mia opzione che ancora non neppure ho svelato. Infatti io non ho ancora detto quale sarà la mia opzione che sarà sicuramente fonte di riflessione approfondita. Perché per quanto mi riguarda la politica è una cosa seria, non è il tentativo demagogico di qualche fuga in avanti o il tentativo di carpire la benevolenza di sparuti gruppi. Io nel mio essere uomo pubblico non mi faccio condizionare. E penso che in passato le formule trovate dai legislatori anche sulle indennità, sui vitalizi, ecc. andavano proprio in questo senso, perché la politica non deve essere condizionata.
Certo, se noi chiediamo ai cittadini quanto deve guadagnare un politico, sapete qual è la risposta? Zero. Ma a quel punto la politica per chi sarebbe? O per i ricchi o per i corrotti!
Allora siccome io non appartengo a nessuna delle due categorie e quello che ho me lo sono sempre guadagnato con grande fatica - come credo tutti quanti voi, non ho dubbi di pensare il contrario - penso che una discussione su un problema così sentito e così profondo come quello dello status dei legislatori non possa essere relegata ad un solo emendamento
Mi auguro pertanto che questa proposta condivisa oltre che da me da diversi altri colleghi trovi immediatamente applicazione e approvazione, cosicché avremo risolto questo rimpallo di situazioni che da troppo tempo caratterizza una parte del dibattito di questa Assemblea.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acacia Scarpetti.
Luca ACACIA SCARPETTI. Presidente, apprezzo molto la disciplina con cui lei conduce i lavori in Aula, però il nonnismo no, se uno si prenota prima di altri deve parlare prima di altri!
PRESIDENTE. Consigliere Acacia Scarpetti, per favore, per favore! E’ scattata in Aula la volontà di fare i primi della classe! Ho dato la parola al Consigliere Bugaro perché è Vicepresidente, non me ne vergogno, ma soprattutto perché avrebbe indirizzato il dibattito.
Luca ACACIA SCARPETTI. Presidente, lei sa che non mi arrabbio mai.
PRESIDENTE. Bravo, Consigliere.
Luca ACACIA SCARPETTI. Forse ci riesce il Consigliere Binci, che è comunque un amico, che come tutti gli amministratori in Italia in questo periodo cavalcano la tigre della crisi, quindi ci dice che fino a ieri si poteva e che oggi è periodo delle vacche magre. E questa è una delle poche cose che in politica mi fa arrabbiare, come se ieri tutti potevamo essere autorizzati a spendere e spandere denaro pubblico mentre oggi deve esserci un rigore violento.
Fatta questa premessa entro nel merito dell’emendamento del collega Binci.
Secondo me il modo e il metodo di questo emendamento è una caduta di stile non da poco. Intanto il Consigliere Binci con questo emendamento si veste di ipocrisia, perché io gli auguro di terminare fra cent’anni ma se lui dovesse finire a fine legislatura la sua vita politica si sarà comunque già fatto due mandati regionali e quindi avrà già maturato il vitalizio e un domani chi si vuole Dio se lo pregai! Io sono con Binci ma per un raziocinio e un risparmio. Io su questo sono anche molto più di Binci! Però a me, caro Consigliere, non piace che domani qualcuno possa non prendere quasi nulla mentre qualcun altro, campasse anche lui cent’anni, vada a prendere tre-quattro vitalizi nonostante si sia macchiato nella sua carriera politica di gravissimi reati. Qui c’è gente in giro per l’Italia – così spalmo un po’ il raggio d’azione e non vengono fuori né nomi né cognomi – che è stata in galera per aver rubato denaro pubblico e che si prende quattro vitalizi! Allora siccome è buonsenso, siccome è permesso dalla legge, siccome lo ha permesso il Consiglio di Stato, noi abbiamo il potere di andare a vedere anche cosa è successo ieri. Io la butto lì, certo, non è giusto parlarne in sede di bilancio, non è giusto fare un qualcosa di specifico, andiamo a mettere mano alla legge, però dico comunque che di vitalizio è più giusto averne tutti uno piuttosto che qualcuno quattro e domani qualcun altro nessuno.
Io non voglio trovare la soluzione, non cerco di forzare con alcun subemendamento o quant’altro, invito solo l’amico Binci, che stimo non foss’altro per l’onestà e la simpatia che esprime sempre, a ritirare questo suo emendamento. Perché sulla questione dobbiamo farci una discussione seria invece così facendo sarebbe solo una discussione parziale e potrebbe rischiare di non prendere il consenso anche di chi la vede come lei, Consigliere Binci, e che magari la vede ancor più avanti di lei o comunque in maniera più profonda.
Qui Binci non possiamo fare figli e figliastri, non si può permettere che qualcuno continui a campare con quattro vitalizi e un domani il fratello di Zinni che può essere una bravissima persona rimarrà a guardare quegli altri quattro che – non mi ripeto perché so che qualcuno si potrebbe adombrare – han fatto quel che han fatto.
Io mi sono fatto alcuni conti con una calcolatrice di fortuna, per cui applicando quel concetto che ho appena detto risparmieremo subito, quindi non tra dieci anni, 2 milioni e mezzo di euro, senza mettere nessuno sul lastrico, senza sconvolgere più di un tot la vita di chi ormai è in pensione e che ha maturato qualcosa, ma facendoci tutti responsabili della situazione.
Quindi, Consigliere Binci, io la penso come lei, nel senso che è giusto risparmiare, però occorre farlo con raziocinio, non con populismo o ipocrisia. Lei si trova nella fortunata situazione di aver due mandati maturati e adesso lancia un sasso, insomma, è inelegante. Lei ha fatto benissimo a sollevare la questione, però la prego di non farlo in questi termini, sarebbe una cosa stretta a tutti. In primis a quelle categorie che lei dici così fortemente di voler proteggere e aiutare, in quanto l’aiuto sarebbe minimale. (…) Certo, ma i suoi conti è che forse tra cinque anni si risparmia 10 mentre i miei è che da domattina si risparmia 100.
Con queste premesse la invito a ritirare l’emendamento perché ci vogliono tempi più maturi e più equilibrati per affrontare la questione.
PRESIDENTE. Perdonatemi, ma prima di lasciare la parola al Consigliere Trenta mi permetto di dire che aprire un dibattito su un emendamento dove ci sono dodici iscritti a parlare, al di là della sua approvazione o meno, non è comunque una scelta ponderata, secondo me è una discussione che invece dovrebbe trovare espressione magari in un testo legislativo ad hoc. Al limite potrebbe essere opportuno votare un ordine del giorno con cui c’è l’impegno di tutti i gruppi di stendere entro un certo periodo una normativa che poi verrà discussa. Perché, abbiate pazienza, ragionare su un emendamento all’interno di una legge finanziaria vuol dire esaurire tutta la giornata concentrandoci solo su un emendamento, inoltre rischieremo di produrre una norma…(…) No, no, vuole essere solo un mio consiglio, ossia quello di valutare a chi ha chiesto la parola di presentare magari un ordine del giorno con l’impegno di discutere su una normativa complessiva riguardo allo status dei Consiglieri.
Ha la parola il Consigliere Trenta.
Umberto TRENTA. Io accetto il suo invito, Presidente Solazzi, rinuncio ai miei dieci minuti di intervento, così per l’economia dell’Aula almeno risparmiamo dieci di luce, grazie!
PRESIDENTE. Il Consigliere Trenta ha già conseguito un risparmio! Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Io penso che la prima cosa da fare sia sottrarsi a un dibattito sbagliato su un tema, come ci ricordava il Presidente Solazzi, che tende di fatto a modificare lo status dei Consiglieri in quanto il vitalizio fa parte di quella caratteristica che ognuno di noi ha di avere appunto una diaria, un’indennità ecc..
Anche secondo me, quindi, un tema del genere deve essere affrontato con una proposta di legge, pertanto chiedo alla maggioranza di presentarla in tempi ragionevoli. E di conseguenza chiedo al Consigliere Binci di ritirare il suo emendamento che ha il taglio di essere essenzialmente strumentale in quanto si riferisce a Consiglieri che verranno e non a quelli che hanno già acquisito il diritto.
Il mio partito, la maggioranza non si sottrarrà in nessun modo a discutere della riduzione dei privilegi della politica, ma dobbiamo farlo come ha fatto l’Emilia Romagna che è appunto passata attraverso una legge, non ha cioè dato un colpetto di spugna con un emendamento al bilancio, Consigliere D’Anna.
Quindi si tratta di discutere una proposta di legge che riveda in tempi ragionevoli lo status dei Consiglieri e riduca, se non addirittura azzeri, i privilegi della politica. L’aveva in qualche modo fatto intendere il Presidente Solazzi, quindi io questa formulazione la recupero e la ripropongo all’Assemblea.
Dobbiamo fare questo passaggio e non farlo ogni volta con l’assestamento, il bilancio o il prossimo assestamento attraverso un emendamento all’ultimo minuto dipinto di un tono morale che nulla ha a che fare con un ragionamento serio.
Noi ai ragionamenti seri non ci sottraiamo, questo elemento lo vogliamo anche comunicare bene all’esterno, perché come sempre quando l’argomento è delicato e ha a che fare con i costi della politica dobbiamo farlo con prudenza.
Occorre dunque una proposta di legge che arrivi in Aula al più presto, che riveda lo status delle nostre indennità e allo stesso tempo riduca o azzeri i privilegi. Questa sì che è una cosa ragionevole, invece un emendamento presentato in questo momento mi sembra sia assolutamente inutile, toglieremmo ad una margherita un solo petalo.
Tra l’altro lo rendiamo retroattivo questo emendamento oppure no? Perché se ognuno di noi deve dire “rinuncio”, va bene, io posso anche dirlo, invece cambiare lo status dei Consiglieri che verranno con un emendamento al bilancio di oggi mi sembra pura speculazione, pura strumentalizzazione.
Invito pertanto la maggioranza e la Giunta a presentare una proposta di legge che discuta lo status dei Consiglieri, come invito il Consigliere Binci a ritirare l’emendamento.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.
Giulio NATALI. La proposta del Consigliere Binci non la condivido soltanto per quel giusto rilievo fatto dal Consigliere Acacia Scarpetti. Se vogliamo cioè dare un senso a questo intervento per primi dobbiamo essere noi a doverne essere coinvolti altrimenti sarebbe troppo semplice, troppo facile, senza usare tanti altri termini.
Noi dobbiamo essere i primi, decidiamolo, chi lo vuole decidere, però mi scoccia un po’ sentir parlare che su queste cose si fa demagogia. Che demagogia è! Queste cose chi le vuole fare, come ha detto qualcuno, le fa, le affronta, e chi non le vuole fare non le fa. Poi il più votato o il meno votato delle Marche, non so chi sia, spiegheranno entrambi ai propri elettori che cosa significa tutto questo. Perché una cosa è, Presidente, prendere l’indennità per fare il Consigliere regionale, per la politica che ci porta quattro-cinque giorni la settimana, le notti - i minatori di Marcinelle rispetto a noi sono dei poveracci, noi siamo dei poveracci rispetto ai minatori di Marcinelle! – invece altro è il vitalizio che non c’entra assolutamente niente con la politica che affrontiamo di giorno in giorno in questi cinque anni. Non c’entra nulla! Ce lo vogliamo dire questo o no! Ognuno di noi evidentemente ha il retro pensiero di volersi garantire il riposo successivo. Questo è il punto! Giustissimo, chi lo vuole fare lo fa e chi non lo vuole fare non lo fa, ci mancherebbe altro, però prima facciamo una proposta di legge – su questo mi riallaccio all’intervento del Consigliere Ricci - dove spero ci divideremo con un sano trasversalismo, dopodiché, visto l’esito della proposta di legge, ognuno di noi sarà libero di agire in qualsiasi modo. Ci mancherebbe altro. Ma non diciamo che il dibattito è demagogico, parliamo invece di cose serie! Perché se tutti oggi hanno determinate problematiche, determinate situazioni che affrontano male, e tutti noi lo vediamo, penso allora che anche noi politici, seppure eletti con la preferenza, dovremmo pensarci.
L’altro discorso è che il problema non è l’indennità ma la qualità del nostro lavoro. Scusate, ma qui comincio a sghignazzare, comincio a ridere, chi dovrebbe valutare la qualità del nostro lavoro? C’è un nucleo di valutazione? Ditemi! Chi apre questi scenari di pensiero un po’ astratto ci dovrebbe anche dire chi ci dovrebbe valutare. La gente? Perfetto, quindi quelle stesse persone che se ci dovessimo ricandidare ci daranno una condivisione oppure un disprezzo non votandoci. Ecco, allora questo vale per il discorso indennità mentre siamo Consiglieri regionali, non vale invece per il vitalizio successivo. Perché secondo me noi chi ci vota non lo fa perché pensa al nostro futuro quando non saremo più qui. Stiamo attenti a queste cose!
Quindi prego il Presidente e la Giunta di portare immediatamente questa proposta di legge, in cui ci divideremo ma ognuno dirà la propria. E al contempo non invito assolutamente il Consigliere Binci a ritirare l’emendamento, seppure io non lo voterà perché non riguarda me, sarebbe troppo comodo votare a favore, sarebbe del tutto sciocco, perché chiunque potrebbe dirmi: “certo, non tocca le tue tasche!”. Allora, Consigliere, se lei toglie il comma 4 io lo voterò in pieno altrimenti non lo voto.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. E’ un tema complesso che credo andrebbe trattato nella sua interezza. Cosa voglio dire? Il nostro compenso è dato da indennità, diaria e vitalizio, e l’indennità secondo me è molto bassa. A parte che in Italia siamo una delle Regioni dove il compenso dei Consiglieri è tra i più bassi, però è anche vero che quando parametriamo la nostra indennità dovremmo farlo nei confronti della retribuzione media della classe dirigente italiana in generale. Io per esempio sono stato dirigente di azienda per sedici anni e guadagnavo molto di più. Infatti qualsiasi dirigente di azienda ha un compenso superiore alla nostra indennità, anche se ci metti la diaria siamo sempre lì. E’ questo il concetto, attenzione! Quindi secondo me dovremmo per prima cosa aumentare l’indennità.
Sono pertanto d’accordo sul fatto che queste cose le dobbiamo rivedere insieme.
Per quanto invece riguarda il vitalizio, siccome qualcuno è stato accusato di voler l’abolizione per il futuro perché magari l’ha già preso, io che sono del primo mandato vi dico che personalmente sono dell’idea, se ci fosse questa rivisitazione complessiva a cui accennavo prima, di abolire quello attuale, quello pregresso e quello futuro.
A me piace molto la legge regionale dell’Emilia Romagna, che tra l’altro credo sia stata firmata da tutti i Gruppi, vedo Manfredini che è il Capogruppo della Lega Nord quindi presumo lo abbiano fatto anche gli altri gruppi, laddove in un passaggio interessante dice: “Il progetto di legge abroga l’istituto dell’assegno vitalizio attualmente corrisposto agli ex Consiglieri dal compimento del sessantesimo anno di età – insomma, come noi –. La soppressione opera dalla decima legislatura. Il progetto di legge su questo ultimo punto contempera la risposta all’istanza dei cittadini di rigore nell’uso dei soldi pubblici con la necessità del rispetto dei diritti già acquisiti” perché ovviamente fa riferimento al futuro, seppure io, ripeto, abolirei oltre che il presente anche il passato.
E’ vero che questa non è la sede giusta, è vero che è strumentale, però, attenzione, la maggioranza ha fatto esattamente la stessa cosa un mese e mezzo fa quando con l’assestamento di bilancio ha fatto passare quaranta leggi che, appunto, non c’entravano niente con l’assestamento di bilancio. Quindi non potete dire alle opposizioni di essere strumentali perché lo siete anche voi come maggioranza, non potete usare due pesi e due misure. Anche la maggioranza è strumentale quando gli fa comodo, anche in questa legge di bilancio ci sono delle leggi sotterranee che fate passare, nell’assestamento di bilancio avete addirittura fatto passare quaranta leggi!
In sintesi, mi auguro che venga presto rivisto l’intero trattamento sotto tutti i suoi aspetti, però devo anche dire che su questo punto accetto la provocazione del Consigliere Binci.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Eusebi.
Paolo EUSEBI. Il mio partito a livello nazionale è notoriamente per l’eliminazione dei privilegi della politica e della grande burocrazia.
L’avvocato Natali ci ha detto che questo emendamento non riguarda lui, quindi neanche me, su questo abbiamo la stessa situazione, però riguarda tanto il Consigliere Binci il quale, insomma, in Ancona c’è un detto che dice che uno fa alcune cose con qualcosa di qualcun altro, e non posso dire altro!
Dopo aver letto questo emendamento avevo pensato di presentare un ordine del giorno in cui invitavo il Presidente Solazzi a farsi parte attiva di un discorso che diventasse veramente importante a livello nazionale, magari per un riequilibrio delle situazioni scandalose, come in Puglia per esempio, insomma, che andasse ad incidere veramente.
Mi diceva l’Assessore e amico Luchetti che c’è già qualcosa in questo senso, magari poi il Presidente ce lo potrà dire, se ne avrà il tempo e la voglia, ma intanto ritengo sottolineare che se vogliamo incidere veramente – noi su questo siamo d’accordo anche con il discorso fatto dal Consigliere D’Anna – dobbiamo portare velocemente in Aula una legge seria, inoltre il Presidente –speriamo lo possa far presto – ci illustri se c’è una visione nazionale per rimettere veramente a posto le cose da questo punto di vista, ossia per l’abolizione dei privilegi ove ci sono.
Il nostro Presidente Spacca sull’eliminazione degli sprechi in merito appunto ai privilegi della politica mi sembra che un po’ abbia già fatto, allora lo invitiamo a farlo anche per quanto riguarda i privilegi di certa grande burocrazia, cosicché sarà perfetto.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.
Giovanni ZINNI. Telegraficamente per dire al collega Binci che già l’altra volta mi sono espresso favorevole nel dare un segnale ai cittadini, però lo vorrei fare attraverso una proposta organica.
Il collega Bugaro diceva che chi è disponibile rinunci, ma è evidente che io non rinuncerò mai nel momento in cui sarà opzionale. Primo perché mi ritroverei dalla parte dei Don Chisciotte e Don Chisciotte è un bel personaggio da insegnare ai bambini per poter essere persone che credono nei valori, però in politica il Don Chisciotte è il cretino, quello che non vince mai, quello che perde sempre perché è comodo perdere. E io non ci sto a perdere!
Condivido pienamente l’intervento fatto dal Consigliere Acacia Scarpetti, è stato un intervento molto equilibrato e molto serio. Sia perché ha individuato un grosso problema di costo di questo meccanismo, sia perché ha detto, lo condivido pienamente, che tanti personaggi della politica non meritano di avere sei-sette-otto mila euro al mese senza fare più politica e senza dare più niente ai cittadini e in alcuni ci sono anche alcuni personaggi che hanno avuto vicissitudini giudiziarie disdicevoli.
Non credo alla demagogia, su questo concordo con il collega Bugaro, credo però che un segnale organico si debba dare. Come si può dare? Si può dare cercando di incidere effettivamente sul costo dell’istituto. Quindi devono essere affrontati alcuni provvedimenti. Uno è l’innalzamento dell’età, perché se in Italia tutti prendono aspetti previdenziali a sessantacinque anni non si capisce perché un Consigliere regionale lo debba prendere a sessanta. (…) Sul retroattivo, Consigliere Perazzoli, dico questo, affidiamoci ad un ufficio contenzioso legale serio per capire dove all’interno del diritto acquisito previdenziale costituzionale si possa demolire il privilegio. Bisogna che l’Ufficio di Presidenza faccia una bella riunione con l’Ufficio legale della Regione che metta nero su bianco cosa si può togliere a chi ha fatto il Consigliere regionale venticinque anni fa.
Invece sul presente dico di alzare a sessantacinque anni di età ed un segnale va dato sulla pensione sociale. Io non sono d’accordo nel togliere tutto perché il politico è la casta. Io a questo gioco non ci sto. Perché il degrado della politica è il suicidio della politica. Cioè quando uno invoca il disprezzo del cittadino sulla categoria politica di fatto è solo una escalation che porta al distacco totale. E mai nessun provvedimento darà soddisfacimento ai cittadini, perché se noi andassimo a togliere il vitalizio un domani il cittadino potrà sempre chiedere si tolga qualsiasi altro tipo di indennità.
Quindi credo si debba abbassare la quota e bloccarla come fisso, cioè tu lo prendi una volta e basta, non è cumulabile, tu puoi prendere 1.000 euro o 500 euro, li prendi con una legislatura, poi se fai otto legislature non è che aumenta, dopodiché si alza a sessantacinque anni di età e infine si tende a prendere una cifra minima.
Detto questo, per trasparenza di tutti, vorrei ricordare che se il vitalizio venisse tolto aumenterebbe l’indennità, perché non essendoci più la trattenuta è evidente che aumenta il gettito di cassa della Regione. E dico con estrema franchezza che personalmente sarei anche contento. Siccome a me piace fare politica e non voglio pensare a come camperò su una sedia a rotelle, preferisco 1.000 euro in più al mese, perché con 1.000 euro ci faccio una battaglia politica.
Insomma, se vogliamo dare un segnale economico serio bisogna alzare l’età, abbassare la cifra ma senza toglierla perché avrebbe un costo pesante di gettito, e infine colpire i furbetti privilegiati degli anni pregressi che effettivamente percepiscono cifre deliranti e antifederaliste.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.
Francesco MASSI. Devo dire che nonostante molti interventi si siano tacciati tra loro di demagogia, gli apporti che sono arrivati in Aula dalle diverse opzioni li trovo assolutamente interessanti e da considerare. Io non credo nella malafede di nessun collega, credo ci sia la voglia di valorizzare il ruolo dei Consiglieri e anche di porsi in questo momento in un certo modo di fronte all’opinione pubblica.
Però dico due cose. La prima è che sono assolutamente contrario – lo so che non c’è una norma che lo vieta, è semmai un fatto di consuetudine e di comportamento – a discutere di questo argomento durante la sessione di bilancio. Purtroppo è vero che ciò è avvenuto anche con l’assestamento come pure su altri argomenti, ma io trovo assolutamente inopportuna una simile discussione in questa fase di bilancio. Una fase nella quale dobbiamo invece rispondere alla comunità marchigiana su altri argomenti, che sono quelli, permettetemi - non per abbassare la luce su di noi - drammatici dell’occupazione, della salute, del sociale, e dobbiamo farlo il prima possibile.
In secondo luogo chiedo accoratamente una cosa. Io ritengo che la procedura migliore sia quella di partire o da una proposta dell’Ufficio di Presidenza o da proposte già presentate dai Consiglieri e quindi dal lavoro delle Commissioni, dopodiché qui facciamo un patto d’onore per discuterne all’inizio del 2011. E prego di non fare nessun ordine del giorno, sapete cosa ne penso di questi documenti, ce ne abbiamo metri cubi di cui tutti nel tempo se ne sono dimenticati, per cui farlo su questo sarebbe veramente ridicolo.
Quindi chiedo al Consigliere Binci e agli altri colleghi di non votare oggi su questo argomento e facciamo un patto tra noi per affrontarlo subito con l’Ufficio di Presidenza e con la Commissione competente, assumiamo un impegno solenne, e non facciamo il classico ordine del giorno su cui purtroppo, per l’inflazione che nel tempo hanno avuto questi documenti, non c’è grande credibilità e affidabilità.
Con questo sollecito ritroviamoci dunque a gennaio.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.
Moreno PIERONI. Brevemente perché gran parte del mio intervento è stato preceduto da ciò che ha testè detto il Capogruppo Massi.
Credo che domani sui giornali, purtroppo per noi, leggeremo più di questo problema del vitalizio che della sostanza del bilancio che stiamo oggi per approvare. E se questo era l’obiettivo del Consigliere Binci credo che lo raggiungerà. Ma io lo ritengo non giusto e neppure corretto nei riguardi dei concittadini marchigiani. Il dibattito sul bilancio fino adesso era stato improntato in maniera forte, chiara, con posizioni diverse, in quanto credo che i cittadini devono conoscere un po’ tutte le diverse posizioni sia della maggioranza che dell’opposizione. Ma di questo domani, Consigliere Binci, sono convinto, seppure mi auguro non accada, avverrà il contrario.
Come ha detto il Capogruppo Massi, ritengo che al di là degli ordini del giorno, degli emendamenti e dei subemendamenti sarebbe giusto che l’Ufficio di Presidenza prenda l’impegno con un gruppo di lavoro affinché possa analizzare, con onestà, con coerenza, con correttezza, con chiarezza tutto quello che è emerso oggi. Facciamolo quindi non in una sede assembleare dove ognuno di noi può sparare di più; sentivo prima il Presidente Spacca dimostrarsi dispiaciuto di questo dibattito ed ha ragione, credo dovremmo ritornare alla realtà.
Lei Consigliere Binci vuole raggiungere l’obiettivo di rivedere il vitalizio, su questo credo ci sia la consapevolezza di tutti i Consiglieri, ma occorre farlo con molta, molta franchezza e con molta coerenza. Inoltre ritengo non sia questa la sede giusta, deve essere invece quella fatta all’interno di un confronto approfondito convocato dall’Ufficio di Presidenza dove appunto poter analizzare tutte le sfaccettature.
Quindi mi ritrovo fortemente su questa ultima proposta formulata dal Capogruppo del PdL
PRESIDENTE. Nel frattempo è arrivato il subemendamento n. 13ter/1/1 a firma dei Consiglieri Bugaro, Romagnoli, Solazzi, Massi, Ciriaci, Comi, Badiali, Canzian, Perazzoli, Sciapichetti, Bucciarelli, Ortenzi, Marinelli, Carloni, Trenta, Zaffini, Marangoni, Camela, Eusebi, Acacia Scarpetti, Traversini, Latini, Busilacchi:
Dopo il comma 2 è inserito il seguente 2 bis: “2 bis. Dopo il comma 1 dell’articolo 9 della l.r. 23/1995 è inserito il seguente:: 1 bis. I Consiglieri possono tuttavia rinunciare all’assegno di cui al comma 1.”.
Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Il mio emendamento era semplicissimo, partiva dalla proposta dell’Emilia Romagna, ne conteneva l’essenza che era la diminuzione del 10% dell’indennità, ma noi siamo già adeguati a questo, perché siamo ad un livello più basso della Regione Emilia Romagna, inoltre, e qui rispondo ad Acacia Scarpetti, riguardava l’aumento a sessantacinque anni per il godimento per quelli che sono attualmente in vigore…
PRESIDENTE. No, Consigliere, per favore, lei deve intervenire sul subemendamento!
Massimo BINCI. Io Presidente sto parlando del subemendamento! I Consiglieri possono tuttavia rinunciare all’assegno, lei ha parlato di questa cosa addirittura in un altro emendamento, non mi sembra di andare troppo fuori!
Stavo dicendo quindi al Consigliere Acacia Scarpetti ed anche al Consigliere Eusebi, che dicono che ragiono senza rischiare niente del mio, che se io facessi un’altra legislatura anziché quello che ho maturato fino ad ora maturerei di più, per cui non è vero che non rischio niente. (…) Comunque sia chi è qui matura questo diritto… (…) Io non voglio niente, non voglio niente!
PRESIDENTE. Consigliere Eusebi, almeno salviamo la faccia ad un livello accettabile! Stiamo dando una dimostrazione incredibile! Veramente incredibile! A parte il fatto che è vergognoso, lo ripeto per l’ennesima volta, che sia affronti il tema dello status dei Consiglieri in un emendamento nella legge finanziaria! Peraltro deprime, svaluta il ruolo dell’Istituzione regionale e dei suoi rappresentanti. Ripeto, non discuto nel merito, però la questione meriterebbe secondo me un lavoro appropriato, un passaggio in Commissione, un confronto fra i partiti, per poi approdare in Aula con una legge sistemica rispetto al ruolo dei Consiglieri. Ma almeno salviamo la faccia, se è ancora possibile! Quindi vi chiedo un atteggiamento decente. Prego, Consigliere.
Massimo BINCI. L’unica cosa che c’era nella legge dell’Emilia Romagna era l’abolizione del vitalizio, non si è riusciti, c’era chi aveva richiesto di partire da questa legislatura. Ma mi rendo conto che è difficile. Certamente va rimandato ad un confronto nella Commissione con gli attuali Consiglieri e dopodiché decideremo insieme, però intanto dovremmo iniziare a mettere un limite, il minimo che possiamo mettere, cioè quello oltre questa legislatura. Ed evidenziarlo all’interno di una finanziaria mi sembra adeguato, ovvero riconoscere che il meccanismo del vitalizio procura 12 milioni di euro di disavanzo alla Regione in una legislatura. Tale meccanismo non è il riconoscimento di una funzione bensì il riconoscimento del fatto che un ex facente funzioni è in pensione. Quindi secondo me non è dovuto e comunque non siamo sicuramente più nelle condizioni di sostenerlo.
Ripeto, è una proposta semplicissima, dopodiché tutto il discorso dell’attuale legislatura si può fare tranquillamente all’interno delle Commissioni.
Peraltro è anche vero che si era detto anche nella passata legislatura però poi non si è mai fatto, per cui se non altro servirà come preludio a una discussione all’interno dei Gruppi.
Pertanto non ritiro sicuramente la mia proposta, anzi, chiedo che venga valutata.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. (…) Sì, ancora, visto che, come ha detto ora il Consigliere Binci, anche nella scorsa legislatura c’era stata una dichiarazione d’intenti che appunto si sarebbe affrontato il tema, ed era anche la sua, Consigliere Ricci, e dell’allora Capogruppo Giannini. Consigliere Ricci, credo che se andassimo a leggere il resoconto della seduta in cui Alleanza Nazionale presentò una serie di provvedimenti che affrontavano la stessa tematica, troveremmo le stesse giustificazioni per non affrontare il tema e che non hanno portato assolutamente a niente. E questo è preoccupante.
Come è preoccupante, e mi dispiace, l’escamotage inserito con il subemendamento. Per due motivi. Il primo è perché se passa poi decade tutto il resto, quindi nessuno si assumerà la responsabilità di dire sì e no, e questo non va assolutamente bene. Secondo è perché non so se esiste nella storia una legge che dica: “Signori, lì ci sono i cinquanta chilometri all’ora, chi li vuole rispettare li rispetti e chi non li vuole rispettare non li rispetti”, con questo subemendamento facciamo proprio questo!
Quindi, mi spiace, ma lo prendo proprio come un escamotage per far decadere l’emendamento di Binci, perché, ripeto, il ridicolo, Presidente, è nel dire che chi vuole rispettare una legge la rispetta, chi non la vuole rispettare non la rispetta.
Però, considerato che da più parti è venuta fuori la proposta di portare in Aula una proposta di legge, considerato che l’Assemblea legislativa è stata convocata per ieri, oggi, domani e dopodomani, considerato che io ho presentato la proposta di legge, quindi se non domani magari dopodomani ne discutiamo qui in Aula in modo trasparente, domani le Commissioni si possono riunire e se c’è da modificare qualcosa si modifica. Facciamolo in tempo reale!
Oggi l’Aula non vuole prendere una decisione, trova l’escamotage del subemendamento per non dire sì o no? Benissimo! Ma visto che la proposta del Consigliere D’Anna c’è la portiamo in Aula dopodiché farete lì gli emendamenti. E la proposta del Consigliere D’Anna è stata presentata sulla falsa riga di quello che ha fatto il Consigliere Binci e soprattutto di quello che è stato approvato nella regione Emilia Romagna.
Quindi, Presidente, propongo di portare in Aula dopodomani, così avremo un giorno di riflessione, la proposta di legge da me presentata sulla questione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.
Giulio NATALI. Presidente, soltanto per un chiarimento dal punto di vista procedurale. Qui si parla di un subemendamento sostitutivo, vorrei allora sapere ad explorandum, nel caso in cui si votasse l’emendamento del Consigliere Binci sarà comprensivo del comma 2 quater o no?
PRESIDENTE. Mi scusi, Consigliere, non ho capito bene.
Giulio NATALI. Siccome qui si voterà il subemendamento che è sostitutivo…
PRESIDENTE. Per cui se viene approvato l’emendamento Binci decade.
Giulio NATALI. Perfetto. Allora vorrei sapere se il Consigliere Binci era disposto alla cancellazione del comma 2 quater o meno.
PRESIDENTE. Non lo so, questo è un problema del Consigliere Binci. (…) Prego, Consigliere Bugaro.
Giacomo BUGARO. Voglio chiarire con puntualità e precisione un fatto, soprattutto dopo l’intervento del collega e amico D’Anna. Ossia, la mia non è una proposta tesa a comprimere o eludere l’emendamento Binci, anzi, è l’esatto contrario, è una proposta che si spinge addirittura in avanti in quanto espone ciascuno di noi alle proprie responsabilità.
L’ho già detto nel precedente intervento, io non ho ancora dichiarato, qualora il subemendamento dovesse essere approvato, quale sarà l’opzione che sceglierò, però è una forte… Scusate, colleghi, se non interessa posso anche smettere! Però, dicevo, è una forte responsabilizzazione del nostro mandato elettorale.
Il fatto che questo subemendamento abbia trovato la firma trasversale, e mi auguro anche il voto, di quasi trenta Consiglieri regionali credo sia la dimostrazione che le poche parole che esso contiene si fondano su un ragionamento serio. Ripeto, imputa a ogni singolo la facoltà di opzione, cioè ci mette nudi davanti agli elettori, non fa né figli né figliastri, né bravi né cattivi, fa uomini di responsabilità, quali i legislatori dovrebbero essere.
Se c’è una cosa che aborrisco in politica è la demagogia, a volte probabilmente la farò anch’io non accorgendomi, ma quando la ascolto, la respiro ne provo un senso di repulsione, perché quando c’è la demagogia non c’è senso profondo delle questioni, c’è solo la ricerca di una visibilità che è fine a se stessa, è per tentare una sopravvivenza politica che diversamente forse non ci sarebbe, non lo so. Ma in ogni caso ritengo che questa soluzione sia di una linearità e di una responsabilità totale, toglie ogni dubbio a ciascuno di noi, in piena coscienza ognuno sceglierà l’opzione e a seconda di questa scelta ne darà conto alla gente. Ne darà conto alla gente! Quale più alto punto di libertà e di serietà?
Perché poi, guardate colleghi, a me dispiace di una cosa, dopo quasi venti anni di politica ho imparato che nei corridoi si dicono delle cose e con il microfono se ne fanno delle altre, ovvero, non si prende la parola per non avere il coraggio di esprimere le proprie idee. Io ho avuto piacere di ascoltare, a prescindere dal contenuto, il Consigliere D’Anna perché oggi si è assunto la responsabilità di dire una cosa che probabilmente è impopolare, però se ne è comunque assunto la responsabilità, ha dimostrato di essere un uomo. Io invece in giro per i corridoi della politica vedo molto spesso tanti vigliacchi, persone che sostengono delle teorie e poi non le rappresentano nella sede più alta, quest’Aula, con il microfono acceso, colleghi, con il microfono acceso come sto facendo io in questo momento.
Questo significa, a mio modestissimo punto di vista, essere classe dirigente, sapersi assumere le responsabilità anche quando le cose sono gravose, e quando lo si fa soprattutto in un momento complesso come quello che stiamo vivendo.
(…) Il primo firmatario del subemendamento è il sottoscritto, poi seguono i Consiglieri Romagnoli, Solazzi, Massi e tutto quell’emiciclo che vedete, ad esclusione del Consigliere Ricci che non ha potuto firmare perché quando sono passato stava parlando. Quindi ci sono le firme di tutti, di tutti! (…) Non facciamo polemiche sterili, collega D’Anna, lei è una persona troppo seria per fare simili polemiche!
PRESIDENTE. Scusate, colleghi, ma siccome sono stato sollecitato dalla richiesta del Consigliere Eusebi prima di procedere alla votazione voglio chiarire questo. E’ vero, a livello nazionale c’è un tavolo alla Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali d’Italia al quale io partecipo ogni volta che si riunisce. Nell’ultima seduta di circa una decina di giorni fa per l’intera mattinata è stato affrontato, stante la normativa che ci obbliga, il tema relativo all’indennità, proprio come abbiamo provveduto noi oggi con l’emendamento proposto dall’Ufficio di Presidenza. Quindi tutte le Regioni in sede di approvazione del bilancio avevano di fronte questo tema.
Vi assicuro che qualsiasi fosse stata l’interpretazione della Presidenza del Senato sull’indennità massima che possono percepire i Consiglieri regionali noi della Regione Marche vi saremmo comunque rientrati.
Il problema è invece per molte altre Regioni - come il caso eclatante, mi permetta Consigliere Binci, della Puglia del suo Vendola, a cui io farei un telegramma oppure userei Facebook o una e-mail per dirgli che, insomma, si cominci a dare qualche buon esempio – che hanno un’indennità per i Consiglieri regionali nemmeno paragonabile a quella nostra.
In quella sede si è dunque votato un ordine del giorno che, interpretando la norma, prevede un massimo di 17 mila euro mensili lordi. Quindi noi che stiamo sui 13 mila abbiamo semplicemente dichiarato che rientriamo nella norma.
Si è votato questo ordine del giorno ma tutto sommato, ripeto, per quelle Regioni che non vi potevano rientrare nemmeno con l’interpretazione più estesa della norma.
Comprendo che talvolta l’esigenza di apparire è molto forte e ci porta a costruire polemiche o ipotesi spettacolari, però, guardate, francamente – faccio proprio un appello - da questo dibattito non ne usciamo bene. A meno che non interpretiamo la politica come un hobby, come un qualcosa dove essere retribuiti per la responsabilità, per l’impegno, per la serietà, per la dedizione, per la professionalità che si esprime è indifferente. Nella politica, ad esempio, il nostra sistema costringe ad affrontare campagne elettorali che per non essere particolarmente condizionate dovrebbero essere auspicabilmente finanziate dai candidati. Dobbiamo allora anche valutare che con questo attuale sistema elettorale i Consiglieri hanno un impegno ulteriore rispetto – ne parlava prima qualcuno – agli eletti in Parlamento che hanno invece delle indennità molto più alte e che non debbono affrontare magari spese relative alla cura di un collegio o appunto di una campagna elettorale.
Ora, per carità, la necessità di un approfondimento e di una valutazione sullo stato di fatto o sull’eventualità di rivedere degli istituti può essere importante, può essere anche necessario, ma la cosa che mi dispiace – ed è questa la sottolineatura che intendevo fare – è che mi pare che più che esserci stata la volontà di costruire un percorso per rimodulare lo status del Consigliere ci sia stata una inclinazione a fare, come dire, un po’ di demagogia. Ma non lo dico in critica a qualcuno, lo dico soltanto perché sono rammaricato, ritengo che il ruolo di ognuno di noi dovrebbe essere ispirato a un maggior senso di responsabilità, a una minor inclinazione alla facile demagogia o alla spettacolarizzazione. E lo dico sapendo che mi posso attirare anche qualche critica.
Sicché la proposta di questo subemendamento, firmato anche da me, fa in qualche modo pulizia rispetto a quell’atteggiamento assillante di qualcuno che in ogni momento ti fa sentire in difficoltà, perché vorrebbe che ci fosse una riforma, che pure è auspicabile, e perché non ha la possibilità di attuare ciò che desidera, ciò in cui crede.
Auspico che ci sia una rivisitazione complessiva dello status del Consigliere, non voglio sicuramente frenare chi ritiene di attuare subito un suo imperativo categorico di contribuire a questo difficile momento, non lo voglio impedire assolutamente. Assolutamente! Anzi, lo voglio rendere efficace, immediato, operativo sin da domani!
Guardi, Consigliere D’Anna, lei non ha molte cognizioni di diritto, non mi può paragonare l’approvazione di un emendamento come questo con un divieto che poi c’è chi lo può rispettare e chi no, questo riguarda semplicemente il fatto che i Consiglieri regionali delle Marche percepiscono un’indennità così come è previsto dalla legge, e che peraltro, ripeto, è tra le più basse delle Regioni italiane. Oltre questo si dà l’opportunità a quei Consiglieri che vogliono rinunciare a una parte di indennità di farlo da subito. E’ demagogica questa cosa?! Guardi, io l’ho firmato soltanto perché ho la consapevolezza che è molto meno demagogico delle cose che ho sentito pronunciare in quest’Aula, altrimenti non l’avrei fatto. Ho cercato di caratterizzare, e fintanto sarò Presidente non intendo cambiare lo stile nel presiedere questa Assemblea che è assolutamente bipartisan. Su questo non mi scalfirà nessuno! Nel preciso momento che quest’Aula mi ha eletto Presidente io ho deciso di farlo in un solo modo! Per cui anche in questo caso se ho messo una firma su un documento l’ho fatto semplicemente perché sono convinto che per il rispetto che dobbiamo a quest’Aula non è possibile che qualcuno ecceda in demagogia producendo un danno non a se stesso ma ad un’intera classe dirigente e alla politica. La politica con la P maiuscola, quella a cui ci dovremmo ispirare, quella dei grandi padri che nella loro azione di governo avevano la legittimità indipendentemente dall’indennità che percepivano perché erano autorevoli in quello che facevano.
Bene, pongo ora in votazione… (…) Consigliere Binci, non è lei che mi autorizza a parlare, chiaro! La smetta! Capisco che si è innervosito perché da stasera una parte del malloppo, come lo chiama lei, lo deve cedere, ma non lo dimostri innervosendosi, mantenga saldi i nervi! Stia calmo!
Ha chiesto la parola il Consigliere Ricci, ne ha facoltà.
Mirco RICCI. Presidente, solo per fare un appello accorato. Visto la piega che ha preso questa discussione voglio invitare tutti coloro che hanno presentato su questo emendamenti a ritirarli, per fare in modo di portare in Aula una proposta di legge esaminata dalla Commissione. Ossia una proposta di legge che passi attraverso tutto il percorso…(…) Consigliere D’Anna, e allora! Allora! E va bene, anche la sua domani, se vuole! Ma non è possibile. Se non è possibile non è possibile!
Dicevo, rivolgo un appello a Bugaro, a Binci affinché ci sia il ritiro dei documenti e si arrivi…(…) E votiamo allora! Peraltro il suo io lo voto anche se non l’ho firmato! Peraltro, volevo anche aggiungere, che una proposta di legge che riveda il profilo dei Consiglieri, lo status, tutti i privilegi, ecc., potrebbe anche essere accompagnata da un’ulteriore proposta di legge - che è da tanto che vogliamo affrontare - che ad esempio stabilisca per la prossima legislatura un numero inferiore di Consiglieri, un numero inferiore di Assessori. Insomma, voglio dire che la politica può risparmiare in tante forme.
Dunque se vogliamo affrontare in maniera seria questo discorso lo dobbiamo fare tutti insieme. Gli emendamenti dell’ultimo minuto sono invece sbagliati, chiedo che vengano ritirati.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.
Giovanni ZINNI. Faccio una dichiarazione di voto insolita, nel senso che la faccio a nome di alcuni Consiglieri regionali del PdL, Acquaroli, Natali, Foschi, con cui mi sono consultato.
Noi siamo profondamente perplessi della deriva presa da questo dibattito. Non ci piace il fatto che si sia arrivati ad una frontalità in cui o si è per l’abolizione tout court per la casta oppure si è per il mantenimento dell’istituto e la rinuncia ad personam. A cui, ripeto, io non rinuncerò fino a quando non sarà chiaro che cosa c’è in alternativa.
Quindi su entrambi gli emendamenti noi non voteremo né contro, né a favore, né ci asterremo, ma saremo disponibili nei confronti di qualunque Consigliere regionale, della Giunta, dell’Ufficio di Presidenza a lavorare su un disegno di legge serio – da fare entro tempi rapidi, perché queste vertenze ci fanno male sui giornali, ed è evidente che se lo presentassimo fra un anno sarebbe ridicolo, va fatto dopo le vacanze di Natale – che preveda che ci si agganci ai parametri nazionali di tutte le normative più recenti (Brunetta, Tremonti, ecc.), che preveda di comprimere l’aspetto privilegio dell’istituto sia retroattivamente per quello che sarà possibile, sia per il futuro. Allo stesso tempo vogliamo che la cosa venga fatta con la dignità chiara dei numeri. E chiediamo sin d’adesso all’Ufficio di Presidenza che questo coinvolga tutti i Gruppi assembleari, tutti i Consiglieri, tutte le Commissioni, e che venga fatto con l’ufficio legale e gli uffici tecnici. Io voglio capire qual è la proposta più concreta che fa risparmiare qualcosa alla Regione. Lo voglio capire perché da tutto quello che si dice non è chiaro.
Pertanto a questo punto io non so se appartengo al gruppo dei vigliacchi, al gruppo dei demagoghi, al gruppo di quelli che si nascondono, non lo so, ma io ho già detto tre-quattro volte sui giornali che sono disposto a ridurre il privilegio del vitalizio, a trasformarlo in una normale misura previdenziale rapportata a quella del mondo del lavoro di tutti i cittadini, per cui quando qualcuno si degnerà di darci una proposta la valuteremo e se non lo farete voi lo faremo noi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Solo per dire che io non voglio entrare nel merito del diritto o meno, ho solo fatto l’esempio relativamente al facoltativo, perché, Presidente continuo a ritenere che è un escamotage per non prendere una decisione, per evitare di dire sì o no in una situazione nella quale si poteva benissimo fare.
Vorrei ricordare a tutti i Consiglieri che questo dibattito sui giornali, come ha detto qualcuno adesso, c’è stato sei mesi fa, ma nessuno si è preso la briga di formalizzare assolutamente niente seppure ci sia stato tempo a sufficienza.
La proposta di legge del Consigliere Binci, come quella del sottoscritto - che ancora una volta invito a presentare nei prossimi giorni visto che poi ognuno presenta i suoi emendamenti - dice quello che ha detto il collega Zinni prima, cioè che il Consigliere prende la quota che va versata e poi ne dispone come vuole, magari può scegliere di fare un fondo pensione per i fatti suoi oppure insieme agli altri Consiglieri. Quindi, Consigliere Zinni, una proposta in questo senso è già pronta, c’è il discorso che hanno fatto anche da altre parti.
Però evidentemente la questione non si vuole affrontare, e se mi permette, Presidente Solazzi, non si tratta assolutamente di demagogia. Quando le cose non vanno bene diventa demagogia, quando il sistema per far passare le leggi è attraverso l’assestamento di bilancio va bene, quando invece viene proposto al bilancio non va bene. Insomma, o usiamo lo stesso metro per tutte le situazioni oppure no.
Io credo che questa sia un’ulteriore occasione persa in cui potevamo dimostrare di avere la capacità di fare una scelta chiara. Votando invece il subemendamento non si fa assolutamente una scelta chiara perché si mette nelle condizioni di scegliere.
Secondo me, secondo Binci, secondo i cittadini il problema dei vitalizi va affrontato, ma non va affrontato singolarmente, non servirebbe assolutamente a niente, bisogna invece avere il coraggio delle proprie azioni. Qui tutti dicono che è ingiusto, che ne stanno discutendo a livello nazionale, che in Puglia prendono di più, che là prendono di meno, addirittura si sono richiamati i consiglieri regionali di venticinque anni fa, insomma, ogni volta che bisogna prendere una decisione si fa sempre l’esempio di qualcun altro, è come succede quanto l’automobilista che viene multato dice “perché a quello no? Perché non cominciate da qualcun altro?”.
Cominciamo da noi una volta tanto! Cominciamo ad assumerci quanto meno la responsabilità di un voto positivo o negativo che sia. Ognuno di noi ha espresso il suo punto di vista - anzi, quasi tutti, qui sono d’accordo con il Consigliere Bugaro quando dice che ci sono anche quelli che dicono una cosa e poi in Aula non agiscono neppure in equilibrio con i propri elettori - allora una volta tanto prendiamo una decisione, giusta o sbagliata che sia.
Per cui è semmai a voi che chiedo di ritirare il subemendamento in quanto è strumentale per non far votare quello del Consigliere Binci. E se questo non è possibile, ripeto, io ho consegnato una proposta di legge che vi invito a portare in Aula nei prossimi due giorni, visto e considerato che la seduta in sessione di bilancio è stata prevista anche per domani e dopodomani.
Diamo dunque un segnale immediato, su questo c’è la massima disponibilità.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.
Francesco MASSI. Voglio fare una domanda e un appello al Presidente di cui ho apprezzato la riflessione accalorata, istintiva e allo stesso tempo ragionata.
Io mi trovo, l’ho detto prima, in difficoltà rispetto ad un dibattito che meriterebbe di andare avanti per ore e per giorni e che dunque non merita di essere interrotto così. Le opzioni introdotte da Binci con l’emendamento e da D’Anna con una propria proposta di legge, le riflessioni che ho sentito da Acacia Scarpetti e da Eusebi come da Zinni ed altri meritano di essere approfondite. Allora faccio una domanda e una proposta, Presidente, e naturalmente lo faccio rivolgendo un appello a Binci e a D’Anna. Ossia, c’è una proposta di legge presentata dal collega D’Anna all’inizio di questa legislatura - il cui argomento, ricordo, alla fine di quella scorsa per diversi impegni non venne affrontato –, ma che il nostro Gruppo non ha firmato perché gli ha detto: “Consigliere D’Anna, hai il diritto di presentarla perché introduce in modo autorevole una discussione”. La domanda che faccio allora al Presidente è questa: può assumere il Presidente, il suo Ufficio di Presidenza – qui è presente anche la direzione generale dell’Assemblea legislativa, c’è la stampa – l’impegno a presentare una propria proposta da portare in Commissione, insieme naturalmente a quella di D’Anna o di altri colleghi che magari intendono farlo, entro, che so, il 15 febbraio? Se vi assumerete qui questo impegno, senza ci sia quindi il bisogno di scriverlo in un documento, rifaccio l’appello a Binci per il ritiro come lo faccio all’amico Bugaro. Dicendo a Bugaro che io ho firmato la sua proposta perché dentro una proposta di legge – sottolineo “dentro” una proposta di legge - ci può stare anche quello che dice lui, non so ancora in che termini, in che quantità, però ci può stare, perché riconosco piena dignità e gratitudine alle proposte che avete fatto, le più disparate.
Presidente, si può dunque impegnare a presentare una proposta entro il 15 febbraio?
PRESIDENTE. Assolutamente no! Solo chi non mi conosce potrebbe pensare che io possa rispondere sì a una domanda del genere. Nel senso che è materia piuttosto complicata, quindi prendermi l’impegno entro il 15 febbraio so già che sarebbe un tempo che non potrei onorare.
Francesco MASSI. Allora mi scuso per l’arroganza, Presidente. Riformulo la domanda: può mettere l’Ufficio di Presidenza una data? (…) Consigliere, se è così dichiaro che non parteciperò alla votazione, punto!
PRESIDENTE. L’impegno che posso prendermi è semmai quello di scrivere nelle prime sedute dell’Ufficio di Presidenza il tema di una rivisitazione dello status dei Consiglieri, questo sì. La prima riunione dell’Ufficio di Presidenza del nuovo anno iscriverò questo tema, ma non posso andare oltre, io mi assumo impegni solo quando so di poterli onorare.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. In realtà il Consigliere Massi mi ha anticipato, era questo l’oggetto del mio intervento anche se io voglio esprimere un termine un po’ più congruo, più ampio, ossia, cerchiamo di risolvere questo problema in un tempo massimo di sei mesi.
Ci dovrebbe essere la disponibilità da parte di tutti a riflettere non solo sul vitalizio, che è un pezzo del problema, ma sull’intero trattamento economico, quindi indennità, che secondo me, ripeto, è molto bassa, diaria e vitalizio, con l’impegno innanzitutto dei Capigruppo, in un tempo di tre mesi fino ad un massimo sei mesi, per arrivare al 30 giugno con una proposta in Aula condivisa il più possibile. Questa secondo me potrebbe essere una soluzione giusta. Bisogna fare un gesto di responsabilità e di maturità
Il tema è complesso, non si risolve in poche settimane, ci vuole qualche mese, quindi chiedo di ritirare gli emendamenti ai colleghi Binci e Bugaro che sono i più convinti, seppure in parte anch’io, come ho già detto, sono favorevole all’abolizione del vitalizio per il presente, per il passato e se si potesse fare anche per il futuro. Però dico che il problema non è la risoluzione del vitalizio, semmai bisogna vedere l’intero trattamento.
Quindi chiedo un impegno di tre mesi con un massimo di sei mesi dopodiché venire in Aula con una proposta.
PRESIDENTE. Con questo tempo l’impegno me lo posso assumere, questo sì. Ci mettiamo a lavorare, prima di tutto l’Ufficio di Presidenza farà una proposta, in raccordo anche con le Commissioni. Questo tempo mi dà la certezza di poter arrivare ad una proposta che poi sarà anche in grado di essere approvata con un voto unanime, è infatti questo che auspico su un tema che riguarda lo status di tutti. Con un periodo così l’impegno me lo prendo, non è sicuramente una questione da poter esaminare entro il 15 febbraio, è una problematica che richiede un confronto di qualche mese, che come Ufficio di Presidenza, ripeto, ci serve anche per arrivare in Commissione e in Aula con un testo condiviso.
Ha la parola il Consigliere Bugaro.
Giacomo BUGARO. Presidente, per dichiarare che non intendo ritirare il subemendamento di cui sono il primo firmatario. Dichiaro di non ritirarlo perché il tono generale della discussione è tale che se lo facessi darei a questo punto ragione a chi accusava il fatto che appunto questo subemendamento è soffocante rispetto all’emendamento del Consigliere Binci.
Le parole che lei, Presidente, ha espresso in quest’Aula mi rappresentano, nel senso che sono aderenti al mio pensiero, cosicché un elemento di assoluta chiarezza, in attesa di fare una legge fra sei mesi o un anno ecc. ecc., verrà nel frattempo introdotto.
PRESIDENTE. Pongo quindi in votazione il subemendamento n. 13ter/1/1. (…) Hanno chiesto la votazione per appello nominale i Consiglieri Binci, D’Anna, Marangoni. Prego procedere alla votazione per appello nominale.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bucciarelli, Bugaro, Camela, Canzian, Cardogna, Carloni, Ciriaci, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Latini, Luchetti, Malaspina, Marinelli, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Solazzi, Traversini, Trenta.
Contrari: Binci, D’Anna, Marangoni, Marconi
PS ALTRI CORAGGIOSI CONSIGLIERI SONO USCITI DALL'AULA PER NON ESPRIMERE IL VOTO
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