12 luglio 2009 - Finalmente lo ha ammesso anche l’assessore regionale alla Sanità Almerino Mezzolani: “Esiste un problema di liste d’attesa”.
Per chi, come me, che insieme a migliaia di cittadini si batte da anni affinché ci siano risposte tempestive agli utenti, quella di Mezzolani è un’ammissione tardiva. Ma da questo voglio ripartire con una proposta concreta e lo faccio prendendo come riferimento una recente delibera di Giunta della Regione Toscana che ha come oggetto: “Linee di indirizzo per il governo e lo sviluppo dell'assistenza specialistica ambulatoriale e per l'adozione dei programmi attuativi aziendali al fine di promuovere il diritto di accesso del cittadino e garantire tempi di attesa definiti”.
Con tale delibera, la Regione Toscana stabilisce che, a decorrere dal 30 ottobre 2009, il tempo massimo di attesa per alcune visite non può superare i 15 giorni. È stato inoltre stabilito che, in caso di mancato rispetto di tale termine, il cittadino ha diritto di essere indennizzato dall’Azienda sanitaria di residenza.
Ci si impegna inoltre, ad esempio nei poli radiologici di ogni Area Vasta, ad orari di servizio superiori alle 12 ore giornaliere, di norma dalle 7 del mattino alle 23, festività comprese, con continuità annuale. E per sostenere queste ed altre iniziative sono previste importanti risorse economiche.
Sono convinto che quanto deliberato dalla Regione Toscana possa rappresentare un indirizzo di massima che può essere seguito anche nella nostra Regione dove, in molti casi, le liste d’attesa costringono i cittadini a sottoporsi a prestazioni a pagamento. Da tenere in forte considerazione anche l’utilizzo prolungato di alcuni strumenti con la previsione di più turni che consentano di raddoppiare il numero di utenti con conseguente riduzione dei tempi di attesa.
Il “diritto dei tempi certi” non può più essere negato. Allo stesso tempo va attivato il principio dell’indennizzo ai cittadini qualora i tempi di attesa previsti non siano rispettati. Se è vero che al cittadino che non rispetta le regole si infliggono multe, non si capisce perché quando chi dovrebbe dare l’esempio sbaglia non sia sottoposto al medesimo trattamento.
Giancarlo D’Anna
Consigliere regionale Pdl
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