OSPEDALE UNICO E RIFLESSI SULLA SANITA' DELL'ENTROTERRA.
D'ANNA, I PERCHE' DELLA CONTRARIETA' E DELLA MANIFESTAZIONE DI DOMANI
In questi mesi il dibattito sulla Sanità è stato forte, continuo, forse senza precedenti. Ci sarà pure un motivo. La posta in gioco è importante. Forti i cambiamenti, forti gli interessi collegati alla costruzione di un nuovo ospedale.
In mezzo a tutto la gente che fa difficoltà a capire realmente cosa sta accadendo.
Tutto parte da un progetto di Ospedale Unico di cui si parlava da decenni. Poi la scorsa legislatura la Regione Marche decise di creare l'Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord , unione tra l'Azienda esistente , San Salvatore e l'Ospedale di Fano.
Più che un'unione si è trattato di cannibalizzazione di Fano come i recenti provvedimenti che vedono una concentrazione di servizi a Pesaro dimostrano. Risulta ancora più chiaro il progetto della Regione se si legge il verbale della V commissione di giovedì 23 luglio 2009, cioè prima della legge che creava l'Azienda Marche Nord, dove a pagina 4 si riporta l'intervento dell'Assessore Mezzolani che dice:”A nord (PU) si tratta sostanzialmente di rafforzare l'Azienda che c'è, perché così com'è non avrebbe nemmeno le caratteristiche e la forza di andare avanti”. Una dichiarazione chiara su quello che si voleva fare e che si sta facendo, rafforzare Pesaro utilizzando Fano. Su 41 presenti in aula la legge venne votata da 18 favorevoli, 2 contrari ,D'Anna e Bucciarelli, tutti gli altri uscirono dall'aula per evitare di esprimere un voto!
Con quella legge si è spalancata la porta all'Ospedale Unico tanto che lo stesso Mezzolani ha cambiato idea, in buona compagnia, passando dal no all'ospedale unico al sì.
Ma l'Ospedale Unico , in questa mutazione genetica si sta trasformando in Unico Ospedale con tutto quello che segue. Mi riferisco ai risvolti per la sanità dell'entroterra. In questi giorni infatti s'inseguono dubbi , preoccupazioni e prese di posizione sul futuro della Sanità “non costiera”.
Evidentemente chi sostiene l'Unico Ospedale non può poi lamentarsi del fatto che la Regione, puntando ad un'unica struttura provinciale, trasformi il resto in lungodegenza e riabilitazione cioè in qualche cosa di diverso da un ospedale. Lo dice il Piano Socio Sanitario che evidentemente in pochi tra coloro che intervengono nel dibattito hanno letto e lo dicono una serie di delibere che vanno in quella direzione.
Il No all'Ospedale Unico non è quindi un no pregiudiziale o campanilista. E' per quanto mi riguarda un No ad un progetto che punta ad una sanità meno pubblica e più privata. Ridurre i posti letto come accadrà con l'Unico Ospedale, trasformare gli ospedali dell'entroterra in lungodegenze e riabilitazione, da dare poi in gestione ai privati , vanno in quella direzione.
Inoltre l'accentramento di servizi lungo la costa oltre a creare un progressivo esodo dall'entroterra verso il mare, con la conseguenza di un'urbanizzazione del poco verde che resta, comporterà l'aumento delle polveri sottili, caos viario e molto altro. La brutta copia di una città metropolitana tanto cara alla sinistra e che trova sponda anche al centro. Non a destra ,in quella Destra Sociale alla quale mi sento legato, oggi più che mai,e che continuo a rappresentare anche all'interno del Pdl perché non tutto è mercato, non tutto e business. C'è qualche cosa di più importante :le persone, la loro vita e la loro qualità della vita. Con una priorità:la salute. Scelte importanti come quelle che riguardano la salute non possono essere oggetto di imposizioni. Per questo abbiamo organizzato la manifestazione di sabato a difesa del Santa Croce perché ad oggi il percorso non è stato chiaro, trasparente condiviso. Il prossimo passo è quello di un referendum consultivo provinciale per chiedere ai cittadini dell'entroterra e della costa se sono favorevoli o contrari ad un Unico Ospedale e tutto quello che comporta. Con questi obiettivi continuiamo sereni ma determinati questa battaglia.
Giancarlo D'Anna
Vice Presidente Commissione Sanità
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