sabato 2 aprile 2011
DAL CONVEGNO ALLA PIAZZA CONTINUA LA BATTAGLIA PER IL SANTA CROCE
D'ANNA. IL CONVEGNO E' STATO UN MOMENTO DI SERIO E CHIARIFICATORE CONFRONTO
Un convegno serio e di buona qualità. Non la classica passerella con politici che si affrontano e scontrano per partito preso.
Due tecnici Ruta e Carradori,due colleghi che hanno offerto due visoni che in certi punti si avvicinavano ma nella pratica si differenziano. Già perché fino ad oggi il dibattito sull'Ospedale Unico è stato volutamente tenuto sull'improrogabile necessità di una nuova struttura “senza la quale sarebbe la fine della sanità nella provincia di PU”. Ieri sera un tecnico di un'altra regione, ci ha illustrato quanto accade in Romagna, nel Ravennate, dove si è preferito puntare sulla “accessibilita' ” ai servizi sanitari senza trascurare la qualità.
Sul fatto che sia necessario elevare il livello qualitativo delle prestazioni sanitarie siamo tutti d'accordo. Sul fatto che è bene evitare doppioni pure, sul fatto che è importante ,dove possibile, risparmiare anche qui siamo d'accordo.
Non condividiamo invece assolutamente l'impostazione, il modo in cui si vuole scegliere, sarebbe meglio dire imporre un Unico Ospedale.
Non c'è uno serio programma di cosa realmente serve alla comunità e sui contenuti della nuova struttura. Non c'è certezza dei finanziamenti con il rischio, abbastanza diffuso, di rimanere coi lavori a metà. Non ci viene detto dove costruire la nuova struttura. Non c'è uno straccio di studio che certifichi la convenienza economica di quest'operazione.
Si sa solo che si vuole concentrare sulla costa tutto ad iniziare dalla sanità per arrivare alla città metropolitana Pesaro-Fano, più Pesaro che Fano, che oltre a creare un mostro di asfalto e cemento lungo la costa, regno del caos viario e delle polveri sottili, contribuirà all'esodo dall'entroterra destinato ad essere ulteriormente abbandonato e trascurato (Bocca Trabaria è chiusa da mesi tra l'indifferenza delle istituzioni) e quindi terreno fertile per industrie insalubri, discariche, fotovoltaico selvaggio e dissesto idrogeologico.
Sarebbe la fine della buona qualità della vita che caratterizza la nostra provincia. Sarebbe la fine di un'accessibilità ai servizi che nei centri costieri s'identifica con la facilità di raggiungere gli ospedali perfino in bicicletta per usufruire di alcuni servizi. Nell'entroterra in spostamenti meno pesanti verso il mare. Non è poco per chi vive da solo,un'accessibilità ai servizi, ma anche per chi pur avendo famiglia non può o non vuole se non quando strettamente necessario coinvolgere gli altri. Sarebbe la fine di un modello che molti c'invidiano.
Quello che non ci invidiano sono le lunghe liste d'attesa che nonostante i milioni spesi per il Cup sono ancora lunghe. Quello che non c'invidiano è la mancanza di personale medico sottoposto spesso a turni massacranti con risvolti negativi sui servizi erogati. Quello che non ci invidiano è la gestione dei pronto soccorso.
Noi crediamo che buona parte dei problemi sono risolvibili con una maggiore attenzione e con scelte dettate dalle esigenze dei cittadini e non delle lobby legate alla politica.
Noi crediamo che la tecnologia oggi offre una serie di soluzioni che aspettano di essere messe in pratica. Non è quindi necessario buttare via tutto per il miraggio dell'Unico Ospedale provinciale, che non è e non può essere la casa magica dove si entra malati e si esce sani. La sanità è ben altro. E' fatta di uomini e mezzi. Si scelgano i migliori professionisti gli si forniscano gli strumenti, si adeguino le attuali strutture e si rafforzi la sanità pubblica quella che deve essere accessibile a tutti sia economicamente come fisicamente.
La battaglia continua, il prossimo appuntamento è e sarà una manifestazione a difesa del Santa Croce di fronte all'Ospedale.
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