(ANSA) - ANCONA, 13 AGO - Solidarieta'' sentita viene manifestata all''Arma dei carabinieri dal consigliere del PdL delle Marche Giancarlo D'Anna dopo l''articolo di Giorgio Bocca sul settimanale L''Espresso, in cui il giornalista parla di un ''''patto di coesistenza'''' in Sicilia fra carabinieri e mafia. ''''L''Arma - ricorda D''Anna - ha visto cadere proprio nella lotta alla mafia decine di suoi uomini, a iniziare dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Ai carabinieri - conclude -, rinnoviamo fiducia e stima uniti all''apprezzamento per il lavoro svolto con impegno, professionalita'' e dedizione in situazioni di pericolo e ristrettezze economiche''''
3 commenti:
Il giornalista ha affrontato un tema scomodo ed il Palazzo, all’unanimità, lo ha violentemente attaccato.
Ho letto l'articolo e sinceramente non riesco a capire dove sia lo scandalo . Ci si scandalizza per un articolo di stampa ma NESSUNA MERAVIGLIA SE GLI STALLIERI MAFIOSI VENGONO DEFINITI EROI !
L'intenzione di G Bocca non era certo quella di infangare l'arma , pero' nemmeno si possono negare le mele marce , presenti in qualunque settore .
....A proposito , il caso del Generale Mori ?
Giorgio Bocca:Studiò alla facoltà di Giurisprudenza a Torino; si iscrisse al Gruppo Universitario Fascista (Guf), in cui divenne piuttosto noto a livello provinciale, anche per i suoi risultati nelle competizioni sciistiche. Nel 1938 aderì alla campagna razziale antiebraica del governo fascista e firmò il Manifesto sulla razza.
....Se e' per questo anche il premio Nobel Dario Fo' , aderi' da ragazzo alla repubblica di salo' .
Piuttosto prenderei in considerazione quest'opinione :
" Meno male che c’è Giorgio Bocca, ultimo grande vecchio del giornalismo italiano, che a quasi novant’anni ha avuto il coraggio di scrivere sull’ultimo numero dell’Espresso ciò che tutti sanno, ma nessuno osa dire: e cioè che anche insigni esponenti dell’Arma dei Carabinieri hanno avuto (e probabilmente hanno ancora) una parte importante nella connivenza-convivenza fra Stato e mafia. "
Bocca non ha scritto,naturalmente, ciò che qualche furbastro tenta di attribuirgli per squalificare il suo pensiero: e cioè che “i Carabinieri”, nel senso di tutti e di sempre, hanno convissuto e convivono con Cosa Nostra.
Ha scritto invece che: “il problema numero uno della nazione non è il conflitto fra il legale e l'illegale, fra guardie e ladri, fra capi bastone e le loro vittime inermi, ma il loro indissolubile patto di coesistenza.
Non è più questione di destra o di sinistra. Oggi la scelta è fra il partito della menzogna, dell’impunità e dell’oblio, e quello della verità, della giustizia e della memoria
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